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Lezione 5/10/2022

GLOTTOLOGIA: semanticamente non trasparente, dalla parola non si capisce cosa voglia dire; al contrario
semanticamente trasparente, non conoscendo la parola si può derivare il significato.

Es. gattile, canile per gatti, per analogia

Ma Glottologia è composta da elementi stranieri, “ALLOGLOTTO”

Glotta + Logos

Lingua discorso

In tutte le sue accezioni discorso scientifico, ragionato

Quindi, Glottologia: è lo studio scientifico delle lingue e del linguaggio, fu coniata da Graziadio Isaia Ascoli
ed è il calco di una parola tedesca.

CALCO: è una parola creata riproducendo nella lingua di arrivo un termine straniero scomposto nei suoi
termini costitutivi sostituiti con parole di significato uguale o simile, es. glottologia ne è un primo esempio

Calcio ≠ Prestito

PRRESTITI: sono parole prese e ripresentate molto simili, es: computer, mouse

Lezione 7/10/2022

La glottologia è la disciplina che studia il linguaggio umano, è una definizione larga, specifichiamo:

1. Cos’è

Disciplina che studia le lingue in quanto entità storiche ≠ linguistica, studia le lingue come realtà
concrete storicamente determinate  reali, non astratte, capacità di esprimersi  punto di vista
diacronico ≠ sincronico  considerano le lingue come sistemi dove gli elementi si determinano
reciprocamente  non ha valore assoluto intrinsecamente, dipende dal rapporto con altri elementi, es.
presente ha valore perché esistono passato e futuro; un altro esempio sono i generi delle parole. Se
analizzassimo da un punto di vista diacronico ci chiederemmo come si è evoluto il genere? Mentre da
un punto di vista sincronico, cosa attribuisce i generi?

2. Di che cosa si occupa


3. Con quali strumenti
4. A quale scopo

GLOTTOLOGIA = linguistica storica, historical linguistics, sprachwissenschaft, linguistique comparée

Perché si privilegia l’approccio diacronico? Le lingue mutano incessantemente, tuttavia, non possono
cambiare TROPPO velocemente, altrimenti sarebbero incomprensibili. Ci deve essere un EQUILIBRIO tra
evoluzione e stabilità  un frutto del mutamento sono i NEOLOGISMI (no pos, no tav), sono le
manifestazioni più semplici e dirette
Ma la lingua muta anche in modi più complessi, su livelli contemporaneamente collegati, es. briciola, mica
in latino fino a mia in dialetto bresciano – oppure il pas francese, da “passo” in latino a elemento della
negazione in francese

Cosa cambia tra no pos e mica, mica è diventato un avverbio (morfologico), forma sonora (fonetica),
significato, la posizione nella frase (sintassi)  ha subito un irrigidimento

CICLO DI JESPERSEN: è la descrizione di un processo che concerne la negazione. 1° stadio consiste nel
rafforzare l’avverbio di negazione primario con una parola che identifica una quantità piccola (mica); 2°
stadio, da solo complemento riceve valore a sé stante, indipendentemente dal resto, si accompagna spesso
ad un cambiamento fonetico e morfologico e nella posizione della frase; 3° fase consiste nel togliere la
negazione primaria. A questo punto il parlante sente la mancanza della negazione e ricomincia il ciclo.

Per ricostruire nel tempo l’evoluzione di una parola bisogna trovare rapporti con altre parole; cosa fa il
glottologo, usa due strumenti:

 Il metodo comparativo
 La ricostruzione interna

Lo fa per riuscire a trovare le reciproche relazioni genetiche così da raggruppare le lingue in famiglie,
procedendo a ritroso nel tempo e ricostruire le fasi prima di quelle documentate, come un paleontologo

Le lingue sono reali ma le ricostruzioni sono teoriche. SEMPRE.

FAMIGLIA LINGUISTICA: unità di livello superiore, deve accogliere lingue che condividono caratteristiche
comuni sul piano fonetico, morfologico, sintattico e lessicale, detti “ISOGLOSSE” (tratti comuni)

E la lingua da cui discendono è raramente documentata, un caso eclatante è il latino per l’italiano, ma
inglese, tedesco e altre sono della stessa famiglia del “protogermanico” e di questa non abbiamo traccia.

Lezione 12/10/2022

Abbiamo definito il concetto di Famiglia Linguistica

Un esempio di lingua isolata è il BASCO, perché non risulta imparentato con nessun’altra lingua e non
appartiene quindi a nessuna famiglia linguistica.

Le lingue che raggruppiamo in famiglie condividono caratteristiche riguardanti tutti i livelli della lingua,
fonetica, morfologia, lessico e sintassi. Queste caratteristiche sono chiamate ISOGLOSSE.

ISO – GLOSSE  iso, stessa | glossa, lingua.

Questo significato non è tuttavia l’originale, in quanto all’inizio “isoglossa” designava una vera e propria
linea in una qualsiasi carta linguistica (carta che individua luoghi e confini di un certo tratto linguistico):

Es. ISOGLOSSA La spezia – Rimini, è importante perché riassume le differenze tra parlate settentrionali e
toscane e centro – meridionale  PER ESTENSIONE OGGI IDENTIFICA UN TRATTO STESSO DELLA
DIFFERENZA
Non è così semplice però, infatti una linea può essere costituita da isoglosse più specifiche, ad esempio c’è il
passaggio di una consonante occlusiva labiale come la <p> ad aspirante come la <v>  capelli diventa cavei
o addirittura caei (dialetto bresciano)

Oppure c’è un addolcimento delle consonanti, sonorizzazione  <c> diventa <g> (fonetica K  G) ad
esempio la solita mica diventa miga fino a mia, oppure da lacus diventa lagus

Queste isoglosse sono sia congiuntive sia disgiuntive:

 sono l’elemento che unisce le parlate che le presentano


e
 sono l’elemento che contraddistingue parlate che non presentano lo stesso tratto

IMPORTANTE:

 non esistono confini unitari all’interno di una lingua o un dialetto;


 una lingua è un fascio di isoglosse  le lingue sono oggetti più fluidi, sono unioni di eventi simili che
in aree circoscritte si differenziano a loro volta
 queste isoglosse devono avere certe caratteristiche:
o non devono essere casuali
o non devono essere frutto di interferenza, fenomeni come i calchi o i prestiti
o nel loro insieme devono essere comuni alla famiglia

C’è un solo modo per giustificare questi tratti comuni  devono derivare da un antenato comune:
“PROTOLINGUA”

Noi studieremo le lingue indoeuropee, sia perché l’italiano è una di queste e anche per altri due fattori:
l’incompatibile ampiezza di diffusione che ha avuto e l’antichità della documentazione

La lingua indoeuropea è stata ricostruita, i passaggi della storia delle lingue sono su questo stampo:

LINGUA MADRE  PROTOLINGUA (PROTOLINGUA GERMANICA)  LINGUA (INGLESE)

Lezione 14/10/2022

Neologismi – Autunners, stagione + “er” – suffisso per identificare fans e seguaci di un qualcosa, autunners
è un neologismo ibrido perché ha un prestito morfologico, er

IL METODO COMPARATIVO – RICOSTRUTTIVO

Consiste nel confrontare forme documentate di lingue diverse al fine di trovare corrispondenze strutturali
sistematiche

 Documentate: devo essere certo delle fonti, non casuali


Diverse: confrontare lingue che ritengo imparentate
 Strutturali: che riguardano la struttura
Sistematiche: non sporadiche
Questo metodo consiste in più fasi:

1. INDIVIDUARE IL SET DI ELEMENTI DA CONFRONTARE: livelli diversi hanno valore diverso, morfologia è
quello più provante. Suoni, calchi, prestiti sono più comuni nel lessico e quindi meno provante (una
semplice interazione tra lingue può portare suoni, calchi o prestiti, ma non per questo hanno la stessa
origine) e nello stesso lessico ci sono zone più e meno influenzabili, es. economia ha tanti termini inglesi
mentre l’anatomia o i nomi di parentela hanno termini cristallizzati.
2. RILEVARE LE CORRISPONDENZE
3. STABILIRE SE ESSE SIANO SISTEMATICHE O CASUALI, verificare sufficiente regolarità
4. STABILIRE QUALI FORME RIFLETTANO LA FASE PIÙ ANTICA, quella più antica è la base per procedere a
ritroso
5. RICOSTRUZIONE, IPOTESI SCIENTIFICA

Facciamo un esempio di metodo c-r

La parola che analizziamo è “piede”:

 scr. pāt / gr. poús / lat. pēs / got. fotus  al nominativo


C’è una somiglianza tra le prime tre, facciamo un altro esempio,

scr. padam / gr. poda / lat. pedem / got. fotu  all’accusativo


Notiamo che, ancora, mentre le prime tre iniziano con il suono occlusivo “p” la quarta con la
fricativa “f”
Potrebbe essere una corrispondenza, controlliamo con un’altra parola, padre (deve essere
sistematica):

scr. pitā / gr. patḗr / lat. pater / got. fađar


uguale a prima: le prime tre hanno lo stesso suono “p” e la quarta ha la “f”

- Ora bisogna continuare, moltiplicare gli esempi


- Cambiare struttura, controllare che non sia un fattore condizionato, libero ma sia una relazione
uguale in tutte le circostanze

N.B. Ricordiamoci, non è la somiglianza (fonetica) che conta, forme diverse possono essere imparentate tra
loro, mentre parole simili possono non avere relazioni

 Quindi, arriviamo all’equivalenza  scr. /p/ = gr. /p/ = lat. /p/ = got. /f/
Da questa equivalenza non sappiamo quale sia il suono originale, bisogna valutare la forma più
antica, in questo caso sappiamo essere la /p/.

RICOSTRUITO

scr. /p/ = gr. /p/ = lat. /p/ = got. /f/ = ie. /*p/

/*/ = è stato ricostruito

In indoeuropeo la parola padre era probabilmente o *pƏtēr o *pHtēr, dipendentemente se lo studioso


crede che i parlanti usassero suono laringali e in base al caso conferma una delle due ipotesi
Tornando al piede,

scr. pāt / gr. poús / lat. pēs / got. fotus

ing. foot
Sono imparentate, <f> è isoglossa
ted. Fuꟗ congiuntiva
sv. fot

scr. padam / gr. poda / lat. pedem / got. fotu  anche qui, d/d/d/t

altro caso: scr. daśa / gr. deka / lat. decem / got. taíhum  d/d/d/t

Lezione 26/10/2022

Il secondo strumento del glottologo è la

RICOSTRUZIONE INTERNA: ricostruisce le fasi anteriori di una lingua documentata servendosi si evidenze
ricavate da forme della lingua stessa.

Si differenzia dal metodo comparativo – ricostruttivo perché utilizzo elementi interni alla lingua e deduco
quale sia la forma antecedente.

1° step: SCELGO IL SET DI ELEMENTI DA CONFRONTARE: solitamente sono forme diverse di uno stesso
paradigma, di un elemento base; il paradigma sono forme che il morfema lessicale può prendere nella
flessione verbale o nominale

es: lat. ago, actus (participio) stesso paradigma

actio (astratto nominale)

actor (nomi agentis, -or)

G – C, qual è la forma originaria? E perché è cambiata?

 Concetto, se lo stesso elemento si presenta in due o più forme diverse, intuisco che derivano dalla
stessa base e poi sono stati differenziati, sue manifestazioni della stessa base.

2° POSTULARE L’ANTECEDENTE DELLE FORME PRECEDENTI, sarà ag-  ac- o viceversa e perché?

3° RICOSTRUIRE I MUTAMENTI, tornando all’esempio, è stato ag  ac a causa della T, perché agTus


sarebbe difficile da pronunciare, G è sonora e T è sorda, questa vicinanza fa perdere la sonorità alla G che
diventa C.

4° VERIFICARE IL RISULTATO IN TERMINI DI PLAUSIBILITÀ E COERENZA, altri esempi

Pigmentum – pictura cogere – coactum

Il glottologo si deve avvalere di tutti gli aspetti della lingua.


Altro esempio, facio – perficio / capio – concipio / amicus – inimicus

Sono forme sconosciute o sono imparentate?

- La prima forma presenta sempre la “A” e la seconda la “I”


- La seconda forma è sempre prefissata questo ci porta a pensare che la forma semplice
sia quella originaria
(non sempre, ci sono casi di retroformazione, una parola semplice costruita da una prefissata, es.
canottiera, panciera dentiera, derivano da nomi + “iera”, con questa logica canottiera  canotta)

I mutamenti del vocalismo avvengono solitamente nelle sillabe atone, allora perché succede che da fàcio si
arrivi a perfìcio anche se è tonica? Perché i latini pronunciavano diversamente nel periodo del
cambiamento: *pèrfacio  *pèrficio  perfìcio

Lezione 28/10/2022

Ci siamo lasciati con un dubbio:

somnus – sopor  sono in relazione semantica

*som – no – s | *sop – os (per “ROTACISMO” diventa -or)

Qual è la radice originaria?

Ipotesi 1: *som  *som-no / *som-os

Ipotesi 2: *sop  *sop-no / *sop-os

Il punto di partenza per entrambe le


parole è questo, scontro tra due
consonanti, p–n

occlusiva – nasale

bilabiale – alveolare

sorda – sonora

I metodi comparativo ricostruttivo e ricostruttivo interno possono essere combinati: possono avvalorare le
conclusioni cui giungono con la ricostruzione interna per mezzo dei metodi forniti dal metodo comparativo
– ricostruttivo e viceversa

Es. scr. svápna – gr. üπνoς (hypnos)  hanno in comune la p

In lat. *swep – no  somnus – base di tutti, dà la propria base al scr. e gr.

Per concludere: alla valutazione dei dati raccolti dalla glottologia possono contribuire tutte le branche della
linguistica. Un aiuto all’interpretazione dei fatti linguistici ci viene fornito dalla storia e dall’archeologia,
dall’epigrafia, dalla filosofia e in generale dalle scienze umane
FONETICA E FONOLOGIA

Distinguere: Fonetica Fonologia

Branca della linguistica che studia Studia l’aspetto mentale del suono, come elementi
l’aspetto fisico del suono, suoni come astratti, elementi della stessa lingua.
entità concrete. Varie possibilità di
Ogni lingua si muove su due binari:
studio
dimensione concreta ed individuale  Parole
- Produzione (articolatoria)
- Percezione (uditiva) - una lingua è tale solo se parlata e in quanto
- Proprietà acustiche (acustica) tale unica, dipendente dal contesto

dimensione sociale e collettiva, astratta  Langue

- un codice con regole, lessico, sintassi

Cerco la distinzione di valore tra cari elementi


(negli scacchi cosa differenzia una torre da un cavallo?)

I suoni non hanno lo stesso valore: ghiro – giro  sono parole diverse MA rosa (fiore) – rosa (colore) sono
identiche e le posso distinguere solo grazie al contesto

Ci sono suoni capaci con il solo libero alternarsi di istituire sequenze diverse da produrre differenze di
significato, altri no, come negli esempi.

L’acquisizione fonologica è fondamentale per la segmentazione del flusso continuo in cui consiste il parlato.
La lingua parlata è continua, serve la capacità di segmentare, dividere e analizzare le parole.
Riconoscimento dei suoni ci permette di capire il parlato.

Ogni lingua sceglie il suo sistema distintivo, es. in inglese la lunghezza vocalica è elemento distintivo, in
italiano no  per questo un fonema non è detto che sia tale in un’altra lingua, il suo valore è affibbiato
dalle reciproche relazioni.

Per capire se un fono è un fonema basta verificare che all’interno della lingua esista almeno una coppia
minima; coppia di parole la cui sequenza differisca per un punto solo:

es. mano – nano | invece non vale in vanga vanta per quanto riguarda la N, in questo caso sono allofoni
contestuali  varianti dello stesso suono

Riassumendo

- Fonema è entità astratta dalla lingua, fono è la sua realizzazione


- Due fonemi si concretizzano in due differenti suoni
- Non è necessariamente vero il contrario
GRAFEMA = rappresentazione grafica. Il loro insieme costituisce il sistema scrittorio di una lingua.

LA SCRITTURA – rappresentazione del linguaggio basata su relazioni convenzionali tra unità grafiche e
linguistiche. Ma nei sistemi alfabetici la corrispondenza tra grafemi e fonemi non è mai perfetta.
Es. 1 grafema = n fonemi n grafemi = 1 fonema
<c> = /k/, /tʃ/ - cane, cena <g>, <gh> = /g/ - gara, ghiro

Gli alfabeti fonetici

Ambiguità e problemi creati dalle grafie alfabetiche convenzionali hanno portato all’elaborazione di varie
forme di trascrizione fonetica. Per questo fu creato IPA, alfabeto fonetico internazionale

TRASCRIZIONE FONETICA E TRASLITTERAZIONE

Traslitterazione, è la trascrizione di un testo secondo in alfabeto diverso dall’originale. Questa trascrizione


non mira a dare una trascrizione fonetica quanto a riprodurre l’originale, lettera per lettera, sì che in ogni
momento, sulla base della conoscenza dell’alfabeto originale e di quello traslitterante si possa ricostruire il
testo nella grafia originale.
Es. arm. շուն
traslit. Šun
tr. fon. [ʃun]

Lezione 11/11/2022

Fonazione e articolazione
Trachea  laringe (pliche vocali)  faringe  cavo orale

 Labbra
 Lingua
 Denti
 Alveoli
 Palato
 Ugola
 Velo palatino  suoni orali o nasali, valore fonematico in
alcune lingue
VOCALI  vibrazioni REGOLARI = suoni
 Uguali nell’articolazione, differenziati dalla posizione della lingua (arrotondamento delle labbra)
ieƐaꝺeu
CONSONANTI  vibrazioni irregolari = rumori
Si differenziano in base a:
o modo di articolazione
o luogo di articolazione
o grado di sonorità
i foni tra parentesi [ ] ALLOFONI, diverse realizzazioni in base a diversa origine articolatoria
ATTENZIONE: NON FONEMI, non distinguiamo parole solo in base a loro.

Questo ci inserisce nel nuovo argomento, il parlato spontaneo  ipoarticolato (imprecisione articolatoria)
e coarticolato (continuum), i confini tra le parole sfumano

Lezione 14/11/2022
Coarticolazione, effetti sporadici –> mutamenti occasionali v effetti sistematici –> mutamenti regolari

ASSIMILAZIONE
Fenomeno coarticolatorio per cui un fono assume in tutto (ass. totale) o in parte (ass. parziale) i tratti
articolatori di un altro fono.
Es. lat. *sed – la  sella MA adloquor / alloquor; quidlibet  TOTALE
lat. *sop – nos  somnus MA it. sonno  PARZIALE

 in base alla posizione del suono assimilante si distingue in:


- progressiva, protraggono suono precedente
- regressiva, protraggono suono che segue
- bidirezionale, sia l’antecedente sia il seguente influenzano
es. gr. olnumi  ollumi = progressiva
lat. sedla  sella = regressiva
ie. *alio  gr. allos v lat. alius | got. aliis > o.e. elles > m.e. ells > n.e. else

 l’assimilazione può avvenire tra:


- consonanti
- vocali
- consonante e vocale (lenizione)  ass. bidirezionale nel grado di sonorità, coinvolge occluse p, t, c,
sorde se intravocaliche, vanno verso la SONORIZZAZIONE. Se il processo continua tendono a
SPIRANTI. E se in questo caso è debole SCOMPARE
- Es. lat. sapere  sp. saber > fr. savoir
- Lat. vita(m)  sp. vida > fr. vie
- Lat. amicu(m)  sp. amigo > fr. ami
Lenizione “ibero galloromanza”
MONOTTONGAZIONE, da dittongo a monottongo
ie. *aidh  skr. edhas
gr. aitho (nota dh -> th)
lat. aedes

Lezione 25/11/2022

Assimilazione
L’assimilazione può avvenire tra i suoni contigui (assimilazione da contatto) o verificarsi a distanza
(dilazione), es. metafonia.

Metafonia: fenomeno assimilatorio che riguarda una vocale tonica bassa o media (a, e, o) che deve
presentare nella sillaba successiva una vocale atona alta o approssimante. Ciò solitamente alza di
intonazione o cambia di timbro la precedente, se quella che segue è palatale metafonia palatale, uguale per
velare
Es, - ie. *swad- “dolce” > skr. svadus “dolce”, gr. hedus, lat. suavis (< *swadwis) – NO METAFONIA
- g.c. *swōt-ja- > oe. swēte > sweet (metafonia palatale la ō > ē)
- (antico alto tedesco) aat. swozi > mat. sweze > ted. süẞ

In alcune lingue diventa tipo di morfologico, a causa di essa che alcune forme inglesi hanno un plurale
diverso da quello previsto. Dalla solita -s cambiano man /men, foot /feet.
- Lat. pedem > g.c. *fotiz (p – f, d – t, ē – ō) > o.e. fēt > feet
- Milanese večč / vičč (in italiano metafonia solo nei dialetti)

DISSIMILAZIONE
Fenomeno fonetico per cui due suoni situati nella stessa parola o parole contigue che abbiano in comune
uno o più tratti articolatori mutano per differenziarsi
Come l’assimilazione, anche la dissimilazione può essere totale o parziale, progressiva o regressiva. Al
contrario però la dissimilazione a distanza è più frequente di una contigua.

- PARZIALE: stinco < longobardo *skinko, dan. skinke, sved. skinka, ted. schinken “prosciutto”  da k
a t avvicina il punto di articolazione da velare a dentale (s alveolare)
- TOTALE: it. pop. propio per proprio
- REGRESSIVA: se il suono che induce a mutare è il secondo, lat. caeruleus < *caeluleus < lat. caelum
- PROGRESSIVA: lat. marmor > sp. marmol

Fenomeno più raro e tendenzialmente sporadico


 Lat. ARBORE(M) > it. albero, sp. arbol, fr. arbre (senza dissimilazione)

però

LEGGE DI GRASSMANN
Fenomeno che avviene in greco e sanscrito, quando si ha una sequenza di due suoni aspirati in due
sillabe consecutive, il primo di questi si deaspira

ie. *dhē >


skr. *dha-dhā-mi > dádhāmi (al greco cambia il sonoro aspirato in > SORDO aspirato)
gr. *thí-thē-mi > títhēmi
(raddoppiamento)
Per il sanscrito e il greco antico, se due suoni aspirati sono presenti in due sillabe consecutive la
lingua non lo sopporta e il primo di de aspira

RADDOPPIAMENTO, consiste nel premettere alla radice una sillaba formata dalla prima consonante della
radice più una vocale che la lingua individua come utile, vocale di raddoppiamento

In greco c’è prima il passaggio da suoni sonori a sordi e dopo si attua la legge di Grassmann,
al contrario *dhi-dhe-mi  *di-dhe-mi MA non più aspirata  *di-the-mi ma so che non è così
è invece *dhi-dhe-mi  *thi-the-mi  ti-the-mi
Grassmann spiega anche altre forme

APLOLOGIA, ultimo fen. Dissimilatorio


- Scomparsa di una tra due sillabe identiche o simili
cfr. lat. nutrix < *nutritrix (-trix suffisso agentivo femminile)
n.e England < oe Englaland (“La terra degli Angli”)

INSERZIONI/ CANCELLAZIONI

Gli studiosi distinguono dalla posizione nella quale è inserito il suono:


- all’inizio  gr. skhole > lat. SCHOLA(M) > sp. escuela, fr. école
- all’interno, “epentesi”  lat. ruina(m) > it. rovina
- alla fine, “epitesi”  it. centro – mer. [‘none] per no, [‘buse] per bus

altro esempio di epentesi; it. pop. pisicologo per psicologo; it. centro – mer. [fan’tazima] per fantasma

Cancellazioni
- iniziale, elisione  stavolta per questa volta, stasera per questa sera
- finale, apocope  bel per bello, gran per grande, raga per ragazzi
- interna, sincope  lat. DOMINA(M) > domna > donna

METATESI

Scambio tra due suoni come nel passaggio da lat. PARABULA(M) > sp. parabola > palabra “parola” ovvero
scambio di quantità come nella declinazione dei temi in dittongo del greco nēós > neōs

Varie lingue indoeuropee


- TOCARIO, più orientale
- INDOARIE
- IRANICHE
- ARMENO
- ANATOLICHE (ITTITA, ...) – FRIGIO
- BALCANICHE (GRECI, TRACEE, ILLIRICO)
- SLAVE
- BALCANICHE
- LATINO più in generale ITALICHE
- CELTIHE (penisola Iberica, Gallia, Isole Britanniche)
- GERMANICHE
1) Tocario, si indicano 2 lingue: Tocario A e Tocario B, si indicano lingue strettamente imparentate,
usate in alcune città stato del Turkestan cinese nel I millennio d.C., bacino fiume Tarim, Regione
cinese Xinjiang. Popolazione: Uiguri
Lingua tra le indoeuropee scoperte più tardi. Fine 800’ e primi 900’, Archeologi inglesi, Marc Aurel
Stein, tedeschi e francesi – trovarono manoscritti di una lingua sconosciuta in biblioteche
buddhiste, traduzioni di opere religiose buddhiste, conservata anche la versione originale. Di una
fase tra 6° e 8° secolo, e c’erano anche documenti amministrativi e iscrizioni parietali.
Sistema scrittorio di tipo brāhmī, ampia famiglia, ancora in uso.
La presenza degli originali favorì la loro decifrazione.
Gia nel 1908 Emil Sieg e Wilhelm Siegling, scrissero un saggio dimostrano che è una lingua
indoeuropea ma non riescono a classificarla in nessuno dei sottogruppi presenti. Il fatto che fossero
traduzioni aiutò a comprendere la lingua ma fu uno svantaggio perché non essendo testi autoctoni
non esprimevano nulla riguardo le popolazioni che la parlavano.
Infatti si verificò un equivoco già da come queste lingue sono indicate, ovvero “Tocario”.
Hanno confuso i tocri con i toca roi

Molte peculiarità, inventario fonologico molto ristretto, sistema di flessione che presenta caratteri
agglutinanti e che avesse una sola serie di sorde hanno fatto a lungo pensare che fosse in stretto
contatto con lingue centro – occidentali asiatiche, uraliche, turciche e mongoliche.
Ma il fatto che colpì maggiormente fu che era una lingua CENTUM.
Nel 1800’ avevano 2 sottogruppi:

- lingue Centum e
- lingue Satem. (“cento” in latino e avestico, rappresentative dei sottogruppi)

Lezione 9/12/2022

Distinzione in base al trattamento delle dorsali (velari, palatali, labiovelari). Furono sorpresi data la
grande distanza geografica tra le altre Centum.

Si ipotizza una forma precedente comune che presentava tre serie:


- velari
- velari – palatali
- labiovelari

e sia nelle lingue centum sia nelle satem finiscono per ridurle sempre a 2 sole serie.
Centum  velari e labiovelari
Satem  velari e velari palatali
Allora si pensa che la forma originale fosse la Centum e poi in una certa area si sia creata una nuova
forma, Satem, e che si sia espansa dal centro verso gli esterni senza completare la “conquista” a
est.

Il libro ipotizza che ci fossero da sempre solo due serie: Velari e Labiovelari. Poi perdendo la
labializzazione le labiovelari avrebbero fatto pressione sulle originali che le avrebbe spinte al
mutamento per mantenere la distinzione così creando le fricative / affricate.

Lezione 12/12/2022

Riprendiamo, es. labiovelare in gr. può diventare p, t, d. in base a ciò che segue. Oppure si riduce a
semplice velare se dopo c’è una u, es. boukolos > bous + k(w)olos

Altro es. Klew  klow (forte)  klu (zero)


Da klu + to + desinenza  “udito” quindi “famoso”, es. lat inclutus, it. lett. “inclito” MA in skr.
śrutás (l si confonde con la r, o diventa a) e anche qui significa famoso.
Germaniche, klu-to > oe hlud > loud; aat hlut > laut “forte” (suono)
In lingue slave, Slava = “gloria” < klew-

Prime slide abbiamo visto che ci sono due radici per creare la parola “sangue”, Cruor- e l’altra è
quella alla base di Sanguis. Ma perché 2 modi? Perché c’è una differenza semantica:
- Sanguis, indica sangue all’interno del corpo
- Cruor, indicava il sangue fuoriuscito dal corpo, versato

Allora nelle lingue Germaniche, da dove derivano blood, blut. Forse per un motivo tabuistico, tabù
linguistico. Per paura di evocarli.
2) Le lingue Indoarie
Sottogruppo lingue indo – iraniche, ramo della famiglia indoeuropea.

Ramo più orientale vivente della famiglia indoeuropea VIVENTE. E anche quello con più parlanti.
Le loro prime testimonianze vengono dal regno dei Mitanni, 2 millennio a.C. in Mesopotamia
Settentrionale.
Alcuni sovrani avevano nomi indoeuropei benché i Mitanni non lo fossero, quindi si suppone che
avessero conquistato questo regno così da diventarne l’élite.
Che provengano da Nord – Ovest, (blu azzurro) ce lo dice la situazione linguistica del subcontinente
indiano odierna.

Giallo = indoeuropeo | Azzurro = non indoeuropeo, forse quello originale.

Lezione 14/12/2022

Lezione 15/12/2022

Abbiamo visto consonantismo lingue indoarie, quanto riguarda labiali e dentali, continuano invariate in
prima battuta.

Nelle lingue indoarie, indo – iraniche in generale agisce la Legge di Grassmann; quindi sonore aspirate
possono perdere l’aspirazione. Cose più complicate per le velari.
Per l’indoeuropeo sono ricostruite velari pure, palatali e labiovelari. Ma queste sono lingue satem,
confluiscono velari e labiovelari. Viceversa hanno esiti specifici per le velari palatali.

Tabella, ultime tre caselle, velari palatali.

Quindi:
- velare palatale sorda diventa sibilare post – palatale sorda, “sci”- mmia;
- velare palatale sonora diventa affricata, g dolce dell’italiano;
- velare palatale aspirata diventa h, aspirata

se ho invece una velare o labiovelare delabializzata hanno lo stesso esito:


- mantenimento velare sorda, se sorda; sonora, se sonora; aspirata, se aspirata.

Tuttavia, se uno di questi suoni è seguito da una vocale palatina, e, i; va incontro a una palatalizzazione
secondaria, nesso che que chi qui  tʃ |ge gi  j

Legge di Collitz – Schmidt – Saussure: palatalizzazione secondaria (velare seguita da e, i si palatalizzi)

Importante perché ha dimostrato che c’è stata una fase, non conservata, dove anche le lingue indoarie
possedevano il suono [e], perché obv solo una vocale palatina poteva palatizzare, e quindi se ho delle
forme palatalizzate di velari deve essere esistita in passato.

La sibilante ie va incontro al mutamento RUKI (*s > ș, Sibilante cacuminale) quando è preceduta da r, i, u o
da articolazione velare. RUKI, acronimo, R U K (velare) I, aiuta.

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