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PRIMA LEZIONE GLOTTOLOGIA 28/09/2021

GLOTTOLOGIA=LINGUISTICA STORICA O STORICO COMPARATIVA. Termine prettamente italiano, non come


linguistica facilmente traducibile. La parola è stata inventata dallo studioso italiano Ascoli, dell’800, che
introno alla metà dell’800 ha dato un’impronta importante alla glottologia, e ha creato l’etichetta
“glottologia”, che sembra una parola composta. “logia” ci fa pensare a tante materie che hanno a che
vedere con lo studio di qualcosa: filologia studio dei testi antiche, archeologia studia reperti, ecc.
Dunque “logia” significa: studio scientifico.
Glotto: lingua.
Ascoli ha creato la glottologia a partire da uno studio che era già molto fiorente in Germania, dall’inizio
dell’800, Sprach-wissenschaft: sprach: lingua, l’altra: scienza.
La glottologia si interessa di vari aspetti, uno è il mutamento della lingua nel tempo (DIACRONIA). Uno
studio diacronico è uno studio attraverso il tempo. Diacronico si oppone a sincronico (SINCRONIA), vale a
dire uno studio che verifica la lingua in un suo stato: può essere del passato, o di adesso, del 1500, ecc.
Ferdinand de Saussure (Corso di linguistica generale), a lui si ispira quasi tutta la linguistica del
strutturalismo che pongono al centro la nozione di struttura. Anche dopo lo strutturalismo i concetti di
Saussure, come diacronia, ecc, sono rimasti. L’opposizione tra sincronia e diacronia è uno di questi concetti.
Sono due punti di vista con i quali si può studiare la lingua: si può studiare la lingua come un SISTEMA che si
colloca in un determinato momento storico, studiarla in uno STATO di lingua, un arco di tempo abbastanza
breve dove si presume che la lingua non ha subito mutamenti. Questa è la dimensione che secondo
Saussure avvale la teoria di SISTEMA: una struttura che dà ordine e mette fra loro in relazione i diversi
elementi, ad esempio a livello fonologico. Diacronico invece vediamo ad esempio come è cambiato il latino
e si è evoluto ad italiano. Oppure prendere tipo la morfologia, osservare che il latino nel sistema nominale
ha una declinazione che prevede 5 casi.

Un altro concetto è l’interesse al CONFRONTO TRA LE LINGUE: osserviamo infatti le somiglianze e le


differenze, bisogna però decidere cosa confrontare, non si può confrontare la lingua in blocco. Somiglianze
e differenze pongono degli interrogativi: perché si somigliano? Perché sappiamo che in genere sono molto
differenti.
Ci sono somiglianze dovute a fattori 1.UNIVERSALI: ci sono alcune proprietà appartenenti a tutte e lingue
del mondo, si pensa che sia la conseguenza di qualcosa di innato nell’essere umano, e stiamo parlando del
linguaggio, concetto sviluppato da Chomsky. Dice Chomsky che il bambino acquisisce in poco tempo, la
capacità di usare la propria lingua ed è da un lato basato in un INPUT (enunciato che sente dall’ambiente)
utilizzandoli per creare enunciati che non ha mai sentito prima, acquista quindi la creatività, ed impara ad
evitare gli errori.
Tutte le lingue distinguono vocali e consonanti, dunque è una somiglianza. Ci sono però anche somiglianze
2.CASUALI, tipo ci sono lingue che utilizzano lo stesso numero di fonemi (esempio del pane).
Ci sono somiglianze 3.ELEMENTARI (?)perché tipo i bambini all’inizio dicono sempre la stessa cosa ovunque
“bababab” ecc.

Jakobson, parla del disfarsi: la perdita della capacità linguistica quando ci sono dei disturbi neurologici, il
farsi è invece quando il bambino forma la sua lingua. Questi studi affermano che i bambini acquisiscono
prima indipendentemente della lingua delle vocali tipo la a, e delle consonanti tipo la p.
Altre somiglianze, sono per ragioni 4.STORICHE, che interessano alla glottologia: sono legate a certi fatti
successi nella storia. Questi fatti storici possono essere la storia di una lingua, dunque la sua diacronia:
vediamo che l’italiano somiglia al latino perché è la sua continuazione. La somiglianza tra l’italiano e il
francese è dovuta anch’essa da una somiglianza storica, questo perché tutte e due sono la continuazione
del latino, perché quest’ultimo era parlato in grandi zone ed è stato trasmesso cambiando, cambiando in
modi diversi nelle varie zone. E’ nato lo stato francese, e lo stato è motivo unificante che porta alla
creazione di una propria lingua, ad esempio, senza tener conto dei cambiamenti che avvengono negli altri
paesi.
Si usa la figura della mamma-figlia- sorella; il latino è lingua MADRE, l’italiano non lo chiamiamo latino
perché il latino è la MADRE di varie lingue. Italiano e francese sono sorelle perché sono figlie della stessa
madre, il latino, ed è chiaro che due lingue sorelle si somigliano. Sono somiglianze 5.Di CONTATTO,
all’appartenenza dello stesso stato (europa). Per questo contatto si influenzano, ad esempi un fattore
d’influenza è il PRESTIGIO: se quella lingua è considerata importante accolgo le sue caratteristiche.
Dunque abbiamo parlato di somiglianze DI PARENTELA E DI CONTATTO, de fattori che a volte sono in
relazione ( come, di nuovo, italiano e francese), mentre possono esserci somiglianze dovute solo a contatto.

Una lingua può essere imitata in vari modi, come ad esempio attraverso il 1.PRESTITO, quando ad esempio
una parola non esiste in una nazione, Garage è un prestito dal francese.
Il prestito determina ciò che Saussure chiama significato e significante.
Un altro modo d imitare è il 2.CALCO: è un’impronta, è quindi da dove si prende in prestito (parola della
lingua modello), e chi prende si chiama replica. Si traduce quindi con il vocabolario della lingua replica.
GRATTACIELO: è un esempio di calco SKYSCRAPER, sembra un composto italianissimo, ma non è così. Il
calco infatti non si riconosce subito, non si vede che è preso da un’altra lingua. La parola glottologia stessa è
un calco da Sprach-wissenschaft.
Oltre ai confronti storici ci sono anche comparazioni TIPOLOGICHE: posso confrontare lingue osservando un
fenomeno che io ho scelto: fenomeno di carattere morfologico, sintattico, ecce cc. Se individuo bene la
caratteristica, io posso classificare la lingua sulla base di quella caratteristica, individuando dei tipi.
Nell’italiano che non è obbligatorio esprimere il soggetto, mentre tipo nell’inglese sì, è necessario che
addirittura lo devo mettere anche quando non significa niente tipo con i verbi metereologici. Vedo ad
esempio che lo spagnolo si comporta come l’italiano e il francese come l’inglese. Il parametro del
SOGGETTO NULLO è il fenomeno dell’italiano, rispetto a questo parametro posso categorizzare lingue PRO-
DROP, o non. Posso quindi poi dire: tale lingua appartiene a tipo A o tipo B? tipo a soggetto nullo, tipo B
sempre con soggetto.
Altro fattore che porta alle somiglianze tipologiche è l’ordine dei costituenti: Tipi più diffusi SVO, SOV, VSO.
Altro fattore riguarda la morfologia e il modo delle consonanti: posso classificare tra chi ha le nasali e chi
non.
-2-Posso parlare di universali assoluti dicendo che le vocali le hanno le hanno tutte le lingue, mentre ad
esempio le nasali non sono universali.
Ci sono anche le DISTINZIONI PARAMETRICHE, vale a dire differenze che riguardano possibilità alternative,
dove una lingua sceglie un’alternativa, e una lingua un’altra. In tale sistema si utilizza lo schema di + o -,
dove corrispondono al sì o no: se la lingua ha quella caratteristica e dunque viene inserita in un tipo, se non
ce l’ha viene inserita in un altro tipo.
I diversi parametri di classificazione sono fra loro indipendenti. Se due lingue stanno insieme nella stessa
classe per quanto riguarda un tratto fonologico, può essere che siano separate in ambito morfologico.
Tra i parametri di classificazione in chiave tipologica, riguarda la morfologia, parliamo infatti di tipologia
morfologica: riguarda il modo in cui i morfemi vengono espressi: ad esempio come le lingue esprimono
singolare e plurale. Nel caso delle lingue isolanti come in cinese, non ci sono variazioni formali per
esprimere variazioni formali; la differenza tra singolare e plurale non comporta un cambio nella parola,
dunque queste informazioni vengono fornite attraverso parole autonome, quindi all’interno delle parole
non si distingue morfema lessicale e morfema grammaticale.
Sul vocabolario troviamo gli aggettivi al maschile ad esempio, per convenzione e si è deciso di scegliere
sempre per convenzione l’aggettivo al singolare, quindi maschile e singolare.
In una lingua di tipo agglutinante, ad esempio il turco, i morfemi sono sia di tipo lessicale che grammaticale,
e i morfemi grammaticali si aggiungono al lessicale restando ben distinguibili
Distinzione tra fono e fonema: il fono è la pronuncia, il fonema la parte distintiva; sono allofoni i modi
diversi in cui un fonema può presentarsi. Questo criterio può applicarsi anche alla morfologia: gli allomorfi
sono le varie forme di un morfema.
-3- Un criterio di comparazione tipologica, nato nell’800 da Schlegel, è il modo in cui in una certa lingua
vengono espresse categorie grammaticali: se le categorie grammaticali vengono espresse nella stessa
parola variando la forma, o con parole distinte (agglutinanti).

COMPARAZIONE STORICA: si occupa delle somiglianze dovute a ragioni storiche, dovute a 1.Divergenza
storica (differenziazione o allontanamento) o 2.convergenza secondaria: indipendenti dalla parentela con la
lingua madre
MUTAMENTO LINGUISTICO (diacronia):

due diverse prospettive dalle quali uno studioso può osservare una lingua. Rapporto di opposizione che è
un carattere importante per la lingua. Saussure valorizza lo studio sincronico AB, perché è quello che ci
permette di conoscere la proprietà fondamentale della lingua vale a dire avere un sistema che permette di
essere lingua. Il sistema è formato da vari elementi che hanno varie relazioni tra loro attraverso rapporti
sintagmatici (In presenza), ma anche paradigmatici (in presenza) cioè sostituzione

vediamo come queste parole si sono evolute nel corso del tempo.
Vediamo tra le tre righe che c’è una tappa intermedia: la metafonia o metafonesi, cioè cambiamento della
vocale della sillaba finale, che influenza le vocali precedenti.
Dunque abbiamo osservato che alcune cose cambiano ma altre rimangono, questa cosa avvenne dal latino
all’italiano; notiamo infatti continuità lessicale domina donna.
Ci sono quindi casi di mutamento di significante (nei suoni) ma anche di significato: all’inizio donna era
domina cioè padrona. Nel latino domina era all’interno di una famiglia di vocaboli: domus (casa), dominus
(padrone). Questo in italiano non è più così, adesso donna è donna per convenzione.

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-4- Assimilazione: mutamento fonetico che riguarda un suono in rapporto con un altro suono. Si
distinguono mutamenti liberi e condizionati. Che cosa succede? Suono assume tratto comune ad un altro
suono (luogo di articolazione, modo di articolazione, sonorità). L’assimilazione può essere parziale o totale.
L’assimilazione può avvenire anche a distanza (metafonesi), e non solo tra consonanti, bensì anche tra
vocali. Casa in latino e italiano sono uguali? No. In italiano abbiamo un solo fonema /a/, mentre in latino la
a lunga e quella corta rappresentavano due fonemi differenti. Inoltre, si distinguono anche per quanto
riguarda il significato.
Dal latino domina, il passaggio all’italiano “donna” è determinato da un’assimilazione: domina > domna* >
donna.
Motivazione e trasparenza: le parole trasparenti sono quelle parole che i parlanti possono associare ad
un’altra parola nella lingua e che viene percepita come più semplice, basilare. Parole opache: il contrario.
Canile: trasparente. Cane: opaco. La motivazione è un aspetto morfologico. Grazie alla motivazione alcune
parole ci permettono di identificare un possibile referente (canile >> cane).
Domus > duomo: cambiamento sia nel significante sia nel significato. Nel significante per ragioni di
mutamento fonetico nel tempo. Nel significato in virtù dell’affermarsi del cristianesimo, latino come lingua
della diffusione del cristianesimo.
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Motivata=trasparente; Immotivata=opaca. Tale aspetto pare un aspetto morfologico che ci porta a capire
una caratteristica del referente, e ciò può avvenire anche in diverse lingue, e riguardare ad esempio anche
la forma di un oggetto e non per forza qualcosa riguardante la parola.

Vediamo che varie parole subiscono cambiamenti dello stesso tipo.


Laddove in latino vi è “us” in italiano diventa “uo”. Questo avviene in tutte le parole latine terminanti in
“us”. Si chiama “REGOLARITA’ DEL CAMBIAMENTO FONETICO”, il fatto che tutte le parole che in latino
erano in “us” in italiano sono diventate in “uo”. I mutamenti di suono sono regolari, vale a dire che se un
suono cambia, cambia in tutte le parole in cui questo compare.
Passaggio da sintetico ad analitico, avviene quando un’informazione si concentra in una sola parola
(sintetico) e cambia distribuendosi in più parole (analitico).
La forma dell’accusativo è quella che sopravvive dl latino, e quando vogliamo descrivere i cambiamenti in
una parola prendiamo come riferimento l’accusativo. Ci sono alcune eccezioni dove si prende come
riferimento il nominativo: “re”.
La legge fonetica è un’espressione creata per descrivere che i mutamenti di suono avvengono in modo
regolare, vale a dire in tutte le parole: se un suono cambia in una certa posizione di una parola cambierà in
tutte le altre parole anche se il suono si trova in un’atra posizione.
Al cambiamento del significante, che è costante e regolare, si contrappone il cambiamento di significato
che è più complicato. Domus (casa) duomo. Nel mutamento di significato entra fortemente in gioco la
storia della cultura. Troviamo una dimostrazione delle complessità del significato in due lingue orientali che
ora non ricordo, dove la stessa parola in una lingua significa dio e nell’altra diavolo, in seguito a una rivolta
religiosa.
Etimologia: lo studio dell’origine della parola.
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L’etimologia studia il processo che ha portato alla nascita di un vocabolo che prima non c’era, e si occupa di
epoche passate. Le parole possono nascere per un processo di derivazione, per contatto o influenza.
L’etimologia è una ricerca fra rapporti che collegano un vocabolo ad altri, o comunque ad altri elementi
chiamati unità.
Noi la chiamiamo etimologia perché esiste in latino “etimològia”, una parola dotta.
Etimo=vero, dunque studiamo ciò che è vero.
l’etimologia greca (?) Si studia il rapporto tra lingua e realtà.
Ipotesi convenzionalista: il fatto che si dà un nome alle cose per convenzione.
Ipotesi naturalistica: dove si sostiene che un nome viene assegnato per necessità, e che la parola riflette la
natura dell’oggetto.
Ci sono una serie di somiglianze fra latino, greco, lingue germaniche LINGUE EUROPEE e dall’altra lingue
orientali in particolare INDIANO ANTICO. Queste somiglianze sono numerose nella grammatica

La profondità dell’indagine etimologica


Es. 1 donna < DOMINA “signora”, derivato da DOMUS “casa”
Es. 2 moglie < MULIER “donna” (cf. it. muliebre)
Es. 3 femmina < FEMINA “femmina”.
Qual è l’etimo di MULIER? Ignoto
Qual è l’etimo di FEMINA? Si trova risalendo indietro nella preistoria. La radice significa poppare, collegabile
a allattare.

Si compara le somiglianze e poi si è cercato anche di ricostruire la lingua madre, si è arrivati a


tentare di scrivere testi sulla lingua madre. Uno studioso nel 1860 ha scritto una favola in indoeuropeo che
si chiama “La pecora ed i cavalli” ed altri studiosi hanno provato a riscriverla. Per verificare la validità di
questo metodo dell’ipotesi che ci sia una lingua madre e delle lingue sorelle, si usa la ricostruzione. Sarebbe
difficile ricostruire il latino mettendo a confronto tutte le lingue indoeuropee, perché solo con il confronto
non si può arrivare alle lingue romanze.

Le lingue romanze in Europa oggi


-portoghese
-galego
-spagnolo
-catalano
-francese
-franco-provenziale
-corso, sardo settentrionale
-occitanico / provenzale
-sardo
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ALUNNO -> alumnus -> allievo; radice -alere che significa nutrire ed alimentare, quindi l’alunno viene
alimentato di informazioni e quindi impara. La famiglia linguistica romanza è un modello che poi è stato
utile anche per capire cos’è la famiglia linguistica indoeuropea. I dialetti in Italia non sono espansione
dell’italiano ma del latino che era in quelle zone, quindi nascono anticamente e sono risultato di evoluzioni
locali à sostrato.Un aspetto che ha contribuito alla differenziazione dialettale è il fatto che il latino si è
diffuso su un territorio dove c’erano già lingue diverse, prima il latino si parlava solo a Roma. I presupposti
storici del territorio europeo: in gran parte della zona in cui oggi si parlano lingue romanze, il latino è stato
per secoli la lingua ufficiale in quanto lingua dell’impero romano. Tra le lingue romanze ci sono molte
somiglianze e conosciamo il presupposto storico di queste somiglianze, ovvero la lingua latina che era
parlata nel territorio delle lingue romanze ed abbiamo anche documentazioni della lingua latina in queste
zone.
Cartina di lingue indoeuropee oggi

Composta da lingue romanze, lingue germaniche (due famiglie con somiglianze interne, si pensa che le
lingue germaniche siano discendenti da una stessa madre “Germanico Comune”, la differenza rispetto alla
famiglia romanza, è che nelle romanze ci sono le figlie e la madre -latino-, mentre nella germanica non
conosciamo il Germanico Comune e lo possiamo solo immaginare in base alle somiglianze tra lingue figlie),
lingue greche, lingue albanesi, lingue slave (la famiglia slava è un po’ come la famiglia Germanica, è
composta da lingue diverse particolarmente simile tra loro e si ipotizza che siano figlie dello Slavo comune
di cui però non abbiamo testimonianze), lingue baltiche (lituano e lettone), lingue iraniche e indiane.

Ci sono anche lingue indoeuropee scomparse, come la Turchia, la zona settentrionale dell’Africa.

Inizi e sviluppi della comparazione e ricostruzione indoeuropea


Si inizia a raccontare da osservazioni fatte in Europa nel sedicesimo secolo da parte di personaggi che per
ragioni varie avevano contatto con l’India.
1.E’ conosciuta una lettera scritta da Filippo Sassetti, mercante fiorentino del 1500, scritta dall’India ad un
suo amico (Bernardo d’Avanzati) osserva delle somiglianze tra l’italiano e la lingua indiana, il sanscrito
(termine che si usa per indicare le varietà dell’indiano antico): “ed ha la lingua oggi molte cose in comune
con il sanscrito in cui troviamo molte delle nostre parole e in particolare dei numeri 6,7,8,9.”
In altre parti della lettera dà un elenco:
deva/dio sarpa/serpe sapta/sette ashta/otto nova/nove
2.Un altro nome famoso è quello di un francese gesuita che andava in India per fare il predicatore della
religione cristiana; siamo a cavallo tra fine 1600 e inizio 1700, lui si chiama Gaston Laurent Coeurdoux.
Confronta il sanscrito con il latino: dono à dana à donum
3.Un altro nome è William Jones, seconda metà del 1700 e si sposta più avanti nelle osservazioni traendone
delle conclusioni. Era un magistrato inglese al tribunale di Calcutta.Fa un famoso discorso al Royal asiatic
society of Bengala in inglese dove dice: il sanscrito è meraviglioso e più perfetto del greco, più copiosa del
latino e più raffinata di entrambe; ha affinità con entrambe e chi le studia non può non pensare che non ci
sia un collegamento tra le 3 ed una fonte comune che “probabilmente oggi non esiste più”.
Parla anche del gotico (lingua germanica più antica documentata, lingua della prima traduzione della bibbia
in lingua germanica, con invenzione di un alfabeto basato su quello greco), del celtico e del persiano.

-> LINGUE GERMANICHE


Si ritiene che risalgono ad una stessa lingua madre che però non abbiamo, quindi non sappiamo
esattamente dove veniva parlato. La zona che individuiamo oggi è la penisola scandinava e le coste del Mar
Baltico, poi ci si immagina che i germani si siano spostati verso sud dal I millennio a.c. occupando territori
dell’Europa centrale fino ad espandersi in alto.
Si riconoscono oggi 3 gruppi: Germanico settentrionale: danese, svedese, norvegese, islandese
Germanico occidentale: tedesco, olandese, fiammingo, inglese
Germanico orientale -estinto-: gotico (traduzione bibbia 4° sec d.c.).
Quando una popolazione abbandona una propria lingua e introduce la lingua dei nuovi dominatori della
zona, lascia all’interno delle particolarità della lingua iniziale della zona.

Patria degli indoeuropei?


Ci sono molte ipotesi, non ci sono documenti e nemmeno indizi evidenti. Si utilizza l’archeologia per
individuare le popolazioni.
Gli archeologi sono andati a cercare nelle zone, quali culture hanno lasciato tracce materiali ed oggetti e
l’ipotesi più famosa è quella proposta da un’archeologa lituana Maria Gimbutas che identifica gli
indoeuropei con una popolazione che viene chiamata Kurgan -> IPOTESI KURGAN, nome che è stato dato a
delle costruzioni funerarie (tombe) ritrovate nella Russia meridionale e si è pensato che questa popolazione
sia il popolo indoeuropeo; si parla di una popolazione seminomade che abitava in abitazioni semplici e
sottoterra che poi si sarebbero spostate successivamente.
Prendiamo nomi che indicano animali e osserviamo le parole.
*owis -> sanscrito avis, latino ovis, greco ois, lituano avis, antico slavo ovi-ca, luvio hawi, latino ovinus,
italiano pecora.
*peku -> sanscrito pasu, lituano pekus, gotico faihu, vieh pecu, italiano bestiame.
Ci si accorge che in base alla comparazione è possibile ricostruire una serie di nomi animali che siccome si
ripresentano in forme comparabili si pensa appartengono alle lingue indoeuropee.
Si possono ricostruire aspetti della cultura materiale di questo popolo.

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Le lingue romanze sono molto simili fra loro, parlate in una zona compatta, ci chiediamo però dove era
parlata questa lingua madre, non si sa, probabilmente una zona vicino al Tevere.
Gli archeologi hanno provato a studiare dove gli indoeuropei abitassero, la loro cultura e religione. Una tesi
dice che gli indoeuropei sono un popolo chiamato Kurgan, nella Russia meridionale, in un periodo che si
colloca nel quinto millennio a.C. La famiglia delle lingue germaniche è molto simile a quella delle lingue
romanze; la somiglianza interna tra le lingue germaniche fanno pensare ad un Germanico Comune ma a
differenza della madre delle romanze, il latino, noi non siamo a conoscenza della madre del germanico.
Si mette l’asterisco davanti le parole perché rappresenta una forma ricostruita non attestata. Se gli
indoeuropei avevano una parola per rappresentare pecora, devo immaginare che il popolo conosceva le
pecore, aveva un bestiame, ecc.

COMPARAZIONE E RICOSTRUZIONE
Sono due processi diversi e collegati: 1. Confronto tra due lingue diverse; 2.la ricostruzione avviene sulla
base della comparazione ed è un’ipotesi su ciò che ci fosse nel passato più antico, storico o prestorico. Nelle
lingue romanze questi due processi sono facili perché conosciamo la lingua madre. Si possono osservare
somiglianze, discordanze e fare delle osservazioni facendo ricorso alle leggi fonetiche. E’ essenziale sapere
se la differenza che osservo tra due parole è una differenza regolare che posso spiegare o meno.

Questi due grafici dimostrano la comparazione. MATER matrem (accusativo).


Si utilizzano le leggi fonetiche per spiegare le differenze tra le lingue con la stesse madre: es: père/padre.
Differenza con lo spagnolo: hermana/sorella. Queste due forme sono troppo lontane sia foneticamente ma
anche storicamente, anche perché storicamente hermana indicava un’altra cosa.
Soeur/sorella: abbastanza simili, ella è un qualcosa in più nell’italiano, tipo un diminutivo che prima quindi
faceva “sorellina”. Soeur continua in nominativo latino. In italiano invece SOROR diventa suora. Ci sono
quindi somiglianze regolare e differenze regolari.
I neogrammatici, in ambito tedesco, erano dei linguisti che diedero un impulso notevole allo sviluppo
dell’indoeuropeistica. Sono legati alla nozione di legge fonetica: “legge fonetica” è un calco dal tedesco
“Lautgesetz”. Una legge fonetica è la descrizione di un cambiamento di suono nel tempo, tra due fasi
linguistiche; due momenti diversi all’interno di una lingua continua. Le leggi fonetiche sono regolari, non
hanno eccezioni.
Leggi fonetiche – Lautgesetz
Quello che i glottologi dell’800 osservano e che non era scontato è il fatto che se osservo dei cambiamenti
evidenti del significante, quello che mi trovo di fronte è che il cambiamento è estremamente regolare e si
parla di -> Regolarità del mutamento fonetico.
BO.NUM > buono
DO.MUM > duomo
HO.MO > uomo
Queste O latine in sillaba aperta in italiano diventano wo.
OC.TO > otto; non diventa wo perché è sillaba chiusa. Il concetto di leggi fonetiche è stato elaborato dai
neogrammatici, un gruppo di linguisti tedeschi dell’Università di Lipsia che, nella seconda metà del 19esimo
secolo, diedero un notevole impulso allo sviluppo indoeuropeistica. Alcuni nomi conosciuti sono August
Leskien (1840 – 1916), Berthold Delbruck (1842- 1922), Hermann Paul (1846-1921), Hermann Osthoff
(1847-1919), Karl Brugmann (1849-1919). Una legge fonetica è la descrizione di un cambiamento di suono
nel tempo tra due fasi linguistiche, una fase A ed una fase A1, tra due momenti diversi, all’interno di una
continuità di lingua. Le leggi fonetiche sono regolari e non hanno eccezioni.

L’espressione è un calco dal tedesco. Vi è quindi il principio dell’ineccepibilità: “Ogni mutamento fonetico,
in quanto procede meccanicamente, si compie seguendo delle leggi ineccepibili; cioè la direzione del moto
fonetico è costantemente la stessa fra tutti gli appartenenti a una comunità linguistica, salvo che subentri la
scissione dialettale, e tutte le parole in cui il suono soggetto al moto fonetico appare nelle medesime
condizioni sono afferrate senza eccezioni dal mutamento” (Brugmann & Osthoff, 1878)
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La legge fonetica descrive un mutamento di suono che viene nello sviluppo diacronico, quindi tra due
momenti di storia linguistica all’interno di una continuità di una lingua.
Bisogno indicare qual è –la lingua di partenza, -lingua d’arrivo, -classe di suoni che sto studiando, -come si
trasforma il suono nella lingua d’arrivo.
si parla di LEGGE proprio perché la regola si applica ogni qualora ricorre lo stesso suono: una uo latina
diventa sempre o.
Un altro fattore è l’analogia: un principio di corrispondenza che si stabilisce tra alcune forme e che fa parte
della consapevolezza dei parlanti: “suora” deriva da “soror”; la prima ouo, la o finale cade, la a finale di
suora invece si aggiunge. Questo cambiamento non si spiega con una legge fonetica, perché non è legge e
non avviene nelle altre parole. Ciò avviene per analogia, l’influenza di altre parole più regolari per la lingua
italiana, che rappresentano quello che per la lingua italiana è un modo grammaticale regolare.
Un altro fattore di tipo grammaticale.
Il latino volgare è diverso dal latino classico. La o latina in sillaba aperta diventa uo in italiano (che me ne
frega).
La e latina in sillaba aperta diventa ie in italiano (piede, Pedem
La condizione la descriviamo a partire dalla forma latina che a volte potrebbe essere del latino parlato,
volgare; le lingue romanze non sono la continuazione del latino letterario ma sono la continuazione del
latino parlato, che aveva tratti diversi dalla lingua standard.
Buono -> bontà, perché si perde uo con o? sono le conseguenze di leggi fonetiche, in latino non c’era
quest’allomorfia.
Le leggi modello della fisica permettono di prevedere un evento futuro, le leggi fonetiche non fanno
previsioni, osservano quello che è successo.
Comparazioni francese – italiano
Comparazioni francese – latino
Comparazioni italiano – latino

Osservazione 1: il latino /k/ diventa italiano /k/. Il latino /k/ davanti a a diventa francese /∫/.

Osservazione 2: il latino /k/ diventa italiano /k/. Il latino /k/ davanti a o diventa francese /k/.

Osservazione 3: il latino /k/ davanti a e, i diventa italiano /t∫/. Il latino /k/ davanti a e, i diventa francese /s/.

Queste differenze (lingua madre – lingue figlie / lingua figlia – lingua figlia), ∫ = k, ma k non sempre = a ∫. k =
k ma non sempre. t∫ = s ma non sempre s = t∫.
La regolarità di queste corrispondenze dipende dalla regolarità delle leggi fonetiche.

Si cerca i parametri per capire le distinzioni, le differenze di condizioni in cui si trovano le sillabe per capire
le leggi fonetiche che le riguardano.
Quando si fa il confronto tra due parti, non si sta facendo un confronto fonologico. Si mette in
corrispondenza le parole e una volta fatti accertamenti sulle parole metto in corrispondenza fono per fono.

Apparenti eccezioni all’ineccepibilità -> dovute a:


-analogia (fattore psicologico)
L’italiano nego non è sviluppo regolare di fronte al latino NEGO, dato che -E- in questo contesto dovrebbe
essere ie, ma è analogico sulle forme neghiamo.
Inversamente nel caso di mietere:
->imperfetto:
AMABAM -> amavo

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PRINCIPIO DELLA ANALOGIA
L’analogia è l’intervento di un fattore psicologico secondo i neogrammatici, entra in gioco la consapevolezza
che i parlanti hanno della regolarità di certe strutture.
Il bambino costruisce la grammatica in base all’esperienza che ha dell’ambiente in cui viene inserito,
costruisce sulla base degli input e degli stimoli che riceve; questi stimoli non sono completi e il bambino nel
creare la grammatica della lingua mette in atto la creatività seguendo processi di tipo analogico.
Il meccanismo analogico salta all’occhio quando l’applicazione di esso porta alla creazione di forme
sbagliate. -> verbo andare (irregolare), la coniugazione si forma attraverso radici diverse andando contro
alla normalità delle congiunzioni della lingua italiana, quindi per analogia si cerca somiglianze. Andiamo ->
io ando -> si usa un meccanismo analogico.
Legge fonetica: le consonanti finali latine cadono in italiano
-imperfetto:
AMABAM -> amavo
AMABAS -> amavi
AMABAT -> amava
La B latina in italiano è diventata una V.
Se applico le leggi fonetiche a partire da AMABAM cosa mi aspetto?
Diventerebbe amava, ma in realtà la prima persona è amavo, perché nell’uso attuale è diventata una O.
Non si spiega foneticamente perché non ci sono altri cambiamenti fonetici simili, è l’unico caso in cui AM
latino diventa O.
Ammesso che AMAVA è la forma attesa e prodotta dalle leggi fonetiche, AMAVO è il risultato della
sostituzione dovuto alle desinenze del presente.
La forma AMAVA non poteva essere usata perché sarebbe coincisa con la terza persona singolare.
Le leggi fonetiche agiscono sugli elementi fonetici indipendentemente dall’importanza che questi hanno sul
piano grammaticale o morfologico.
Le consonanti finali cadono e questo provoca un problema dal punto di vista morfologico grammaticale, ma
per le leggi fonetiche non è un problema.
In italiano è successo che l’effetto della legge fonetica creava difficoltà morfologica, viene bilanciato ed
annullato dall’intervento dell’analogia (fattore psicologico).
Un paradigma che fosse stato IO AMAVA, TU AMAVA, EGLI AMAVA non sarebbe stato inaccettabile in
assoluto, manca solo di coerenza con le strutture della lingua italiana.
Anche nella seconda persona AMAVI non si spiega foneticamente ma solo per imitazione del modello di
coniugazione dell’italiano.

Legge fonetica passaggio latino italiano:


E breve ed e lunga in opposizione fonologica in latino; la e breve è diventata e o dittongo je in italiano.
Le condizioni per cui diventa je sono due:
-Sillaba accentata
-Sillaba aperta
PEDEM -> Piede
Interviene l’elemento della posizione dell’accento, sillaba non accentata, niente dittongo.
Nella coniugazione dei verbi poteva capitare che la vocale radicale si venisse a trovare in certe persone
sotto accento ed in altre persone fuori accento. I verbi bisillabici come NEGARE, nella coniugazioni del
presente la E è accentata e quindi queste son condizioni per cui ci aspettiamo che diventi dittongo. Nella
prima e seconda plurale, l’accento va nella desinenza.
Se c’è un mutamento fonetico sensibile alla condizione dell’accento, quello che mi aspetto di trovare in
italiano è un paradigma in cui in alcune forme ho il dittongo ed altre in cui ho solo la e.
Mi aspetterei NIEGA e non NEGA, mentre alle persone plurali non mi aspetto il dittongo.
La forma dittongata è quella regolare ma oggi non è usata.
Come si spiega?
Non è un’eccezione alla forma fonetica ma il risultato di un meccanismo analogico per cui i parlanti hanno
eliminato un paradigma irregolare in un paradigma più regolare, eliminando un allomorfismo (fenomeno
per cui uno stesso morfema si presenta in forme diverse, che però sono diverse dal punto di vista
fonologico ma sono manifestazioni dello stesso morfema lessicale).
Es. AMICO -> AMICI, non li sentiamo come allomorfi, dal punto di vista fonologico AMIC e AMIC sono due
allomorfi (una ha ch e una k) e sono due forme diverse di un morfema lessicale che significa AMICO.
Risultato di un mutamento fonetico dal latino all’italiano. Ci sono verbi in cui l’adattamento non è avvenuto
come con NEGARE, per esempio il verbo SEDERE -> siedono. VENIAMO -> viene.

Legge fonetica G:
Latino G + A > italiano /g/
Latino G + A > francese /ʤ/, poi /ʒ/
GAMBA > italiano gamba.
GAMBA > francese jambe.
La O breve latino è diventata dittongo WO in sillaba aperta accentata e rimasta O nelle altre condizioni.
Il parallelismo ce l’abbiamo se osserviamo il cambio delle occlusive velari in italiano ed in francese davanti
alla A. L’occlusiva velare sonora G davanti ad A rimane G -> GALLO.
In francese invece diventa ʤ e poi si palatalizza in ʒ.
GAUDERE ‘godere’ -> italiano godere
GAUDERE ‘godere’ -> francese jouir
GAUDIA ‘gioia’ -> in francese troviamo joie, e ci aspettiamo di trovare una /g/ in italiano ma in realtà non è
così: gioia.
La spiegazione è che l’italiano gioia non arrivi dal latino ma che sia entrato in italiano come prestito dal
francese.
Anche il verbo mangiare corrisponde al francese manger, in latino la forma classica era EDERE.

Parole di tradizione “popolare” e di tradizione “colta”


Somiglianze tra latino e italiano possono essere dovute a interferenza, ovvero il meccanismo per cui una
lingua cede qualcosa all’altra.
Gruppi latini cons + L:
PL – PLACERE -> piacere

PLANIUM -> piano

PLUVIAM -> piove

PLEBEM -> pieve

FL – FLOREM -> fiore

FLUMEN -> fiume

CL – CLAVEM -> chiave


Sono gruppi diversi che condividono solo consonante + L, si sono trasformati tutti e la L è diventata I
semivocale.
Leggi fonetiche:
PL -> italiano pj
FL -> italiano fj
CL -> italiano kj
Confrontiamo
Pieve -> plebe
Fiore -> floreale
Pioggia -> pluviale
Fiume -> fluviale
-Parole di tradizione popolare: con tradizione popolare si intende l’uso dalla tradizione precedente a quella
successiva; si parla anche di tradizione diretta. Queste parole vanno incontro a leggi fonetiche del
vocabolario ereditato e anche dal punto di vista semantico subiscono l’evoluzione.
-Parole di tradizione dotta: sono imitazioni della forma e del significato della parola latina modello.

Altri esempi di allotropi:


MATURUM -> fr. Mur : ma maturité
EPISCOPUM -> fr. Éveque : épiscopal (it. Vescovo -> episcopale)
AUGUSTUM -> agosto : augusto
ANGUSTIA -> angoscia : angustia
BESTIA -> biscia : bestia

Assimilazione
Dissimilazione
Differenziazione
Interversione
Sincope
Epentesi
Aplo-logia

20/10
Si può studiare come i suoni sono cambiati nella loro articolazione. Le leggi fonetiche non sono prevedibili
in futuro e non possiamo sapere cosa accadrà ai fonemi della lingua italiana.
Si sono accorti che i cambiamenti si possono raggruppare in piccole categorie e si possono indicare:
ASSIMILAZIONE: processo che rende simili suoni diversi, punto di partenza sono suoni diversi e il punto
d’arrivo dopo il mutamento sono suoni più simili o addirittura identici. Possono avvenire tr consonanti, tra
vocali, tra suoni a contatto e tra suoni distanti.
Totale: dopo il mutamento c’è lo stesso suono. FACTU(M) > fatto
Parziale: dopo il mutamento uno dei suoni modifica i suoi tratti in modo di acquisire un tratto che era
dell’altro. RUMPERE > napol. [‘rombə]
Metafonesi/metafonia: Alterazione di una vocale sotto l'influenza di una vocale seguente (normalmente
finale di parola) che si trova in via di indebolimento. Metafonia napoletana i lunga, u breve.
MENSE(M) *MENSI
Mese misi
Mesə misə
FLORE(M) *FLORI
Sore Suri
Sorə Surə
Dittongazione metafonetica: FERRU(M) > nap. Fjerra BONU(M) >bwonə (ma BONA>bonə)

DISSIMILAZIONE: due suoni che erano simili o uguali diventano diversi o più diversi. Riguarda la
compresenza di alcuni suoni che sono faticosi da riprodurre in sequenza.
Albero < ARBOR (cf. fr. Arbre)
Proprio < PROPRIUS; it. popolare propio (anche it. letterario antico)
Pellegrino < PEREGRINU(M)

DIFFERENZIAZIONE: Es. dittongazione: PĔ.DEM > piede [jε] BŎ.NUM > buono [wɔ]
INTERVERSIONE: it. fiaba < *flaba < lat. FAB(U)LA
SINCOPE: OC(U)LU(M) > occhio
EPENTESI: è il contrario della sincope, introduzione di un elemento vocalico in un gruppo di consonanti;
pronuncia di psicologia [pis:ikoloˈʤia]
APLO-LOGIA: è una riduzione di qualcosa che è doppio, APLUS significa semplice, è una semplificazione;
fenomeno per cui quando si ha una sequenza di due sillabe identiche, se ne fa una sola e ne scompare una
delle due. tragico + comico > tragicomico

Mutamento fonetico dal punto di vista funzionale:


Non riguarda il fono ma il fonema (unità funzionale oppositiva a livello della seconda articolazione del
linguaggio). L’inventario dei fonemi si definisce in base ad un sistema di opposizioni che varia in ogni lingua.
Un fonema in quanto astratto si realizza tramite foni, ovvero la pronuncia e le pronunce di un fonema.
Un fonema può avere un solo tipo di pronuncia o può avere due o più realizzazioni diverse
(allofoni/varianti).
Le varianti sono realizzazioni differenti dal punto di vista fonetico che non hanno valore distintivo; possono
essere libere o condizionate (o di posizione o di posizione o combinatorie).
-libere: l’alternativa tra una pronuncia e l’altra non si stabilisce in base al contesto in cui questo suono si
realizza -> differenza tra R polivibrante e r monovibrante [‘Ra:na] [‘ra:na].
-combinatorie: in posizione anteconsonantica -> sdentato [zden’ta:to] stentato [sten’ta:to].
Fonema nasale in posizione anteconsonantica:
banco -> /’banko/ ['baŋko]. NB: sul libro il fono nasale velare è rappresentato con un puntino sopra /k/ =
fonema velare; [ŋ] fono nasale velare (in italiano è allofono di /N/). Fonologia diacronica (Roman Jakobson).
1. Fonologizzazione
E’ la nascita di un’opposizione fonologica, nasce un fonema in più. In italiano esiste un’opposizione
fonologica tra /k/ e /ʧ/.
es. palatalizzazioni dal Latino all'Italiano
Lat. /k/ > it. /k/ ~ /tʃ/
In latino non esiste il fonema /ʧ/, l’opposizione che abbiamo in italiano è legata ad uno sviluppo fonetico
che parte dal latino, dove avevamo un fonema /k/ come punto di partenza. In italiano questo ha dato due
esiti diversi a seconda del contesto diverso.
AMICUS (con il fonema /k/) > /a'miko/ (con il fonema /k/)
AMICI (con il fonema /k/) > /a'miʧi/ (con il fonema /ʧ/)
Da cosa è continuato il fonema latino /k/ in italiano? Da /k/ in alcuni contesti, da /ʧ/ in altri.

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