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L’Ebraismo

CAPISALDI DELL’EBRAISMO

• La credenza nell’Unico Dio


• La rivelazione divina della Torà concessa ad
Israele
• L’impegno a vivere secondo la Torà in
ubbidienza a Dio
(Lea Di Nola)
L’Ebraismo
IL CICLO DELLA VITA

BRIT MILAH (Circoncisione)


• La nascita di un figlio maschio è seguita dal rito di Brit Milah (circoncisione). Il rito
risale ai tempi di Abramo, al quale, come segno della sua alleanza con Dio, fu
ordinato di circoncidere se stesso e i suoi figli Ismaele e Isacco (Gen 17).
• Dato che Isacco aveva otto giorni di vita al momento della sua circoncisione, oggi il
Brit milah viene pratico ai bambini che hanno raggiunto l’ottavo giorno di età. La
cerimonia può essere rimandata per ragione di salute.
• Anche se, in teoria,
l’obbligo di circoncidere
il figlio cade sul padre,
in pratica, la
circoncisione è eseguita
da un esperto chiamato
Mohel.
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BRIT MILAH (Circoncisione)

Dal libro della Genesi (Gen 17,10-14)


« 10 Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza
dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni maschio. 11 Vi lascerete circoncidere la carne del vostro
membro e ciò sarà il segno dell'alleanza tra me e voi. 12 Quando avrà otto giorni, sarà circonciso
tra di voi ogni maschio di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello
comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. 13 Deve essere
circonciso chi è nato in casa e chi viene comperato con denaro; così la mia alleanza sussisterà
nella vostra carne come alleanza perenne. 14 Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà
stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza. »
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BRIT MILAH (Circoncisione)
Mohel pronto per
effettuare la
circoncisione
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BRIT MILAH (Circoncisione)


• Un onore speciale circonda il Sandek, cioè colui che tiene il
bambino tra le braccia durante il rito.
Questo onore è solitamente attribuito ai nonni, agli ospiti illustri
o al rabbino.
• Durante la cerimonia, il bambino è fatto sedere su una sedie
speciale, chiamata “seggio di Elia”, simbolica rappresentazione
del profeta Elia che, secondo la tradizione, visita ogni
celebrazione del Brit milah. Il rito si conclude con questa
benedizione: “come questo bambino è ora entrato a fare parte
del Brit milah, possa meritare di accedere allo studio della Torah,
di entrare nel baldacchino nuziale e di compiere opere buone!”.
Sedia di
• La circoncisione è di fatto l’unico comandamento della Bibbia Elia usata
che viene chiamato Brit cioè “alleanza”. Nella storia ebraica, esso durante la
è diventato uno dei simboli distintivi del rapporto tra il popolo cerimonia
ebraico e l’unico Dio. di Brit
Milah 
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BRIT MILAH (Circoncisione)


• Mishmarà
• E’ antica usanza della Comunità di Roma (come di altre Comunità)
riunirsi alla vigilia della circoncisione per leggere e studiare passi
biblici e composizioni liturgiche da un apposito formulario. Tale
riunione avviene anche per il Bar e Bat Mizvà e per tutte le nozze,
e prende il nome di Mishmarà (veglia di studio, Limud).
• Nella Comunità Ebraica di Roma la Mishmarà-Limud aveva luogo
anche la settima sera di Pesach per commemorare il miracoloso
passaggio del Mar Rosso. Riunioni speciali avvengono anche per la
prima sera di Shavuot, per ricordare l’evento
della Rivelazione della Legge, la sera di Hoshannà Rabbà, per
chiedere all’Eterno, a chiusura del periodo penitenziale, un felice e
prospero anno, la sera di Rosh ha Shanà lailanot, per ricordare,
con i frutti che crescono particolarmente nella terra d’Israele,
l’Eterno creatore e regolatore della natura.
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PIDYON HA BEN
(Riscatto del primogenito)
• Se il figlio maschio è il primogenito della coppia, nel
trentunesimo giorno dopo la nascita si svolge un rito, noto
come Pidyon haben (riscatto del primogenito). Il rito risale
ai tempi in cui il primogenito doveva essere consacrato a
Dio e svolgere il suo servizio nel Tempo di Gerusalemme.
Il padre “riscatta” il figlio consegnando cinque monete a
un Kohen, cioè a un discendente di una famiglia
sacerdotale.
• Il rito è molto dettagliato: la cifra di 5 shekel è oggi
comunemente interpretata come 110/117 g d’argento.
Talvolta il kohen regala al bambino la cifra che gli è stata
data. Ma non può esservi costretto.
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PIDYON HA BEN
(Riscatto del primogenito)
Nella Torah: Es 13
• 11
Quando il Signore ti avrà fatto entrare nella terra del Cananeo, come
ha giurato a te e ai tuoi padri, e te l'avrà data in possesso, 12tu riserverai
per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del
tuo bestiame, se di sesso maschile, lo consacrerai al
Signore. 13Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di
bestiame minuto e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca.
Riscatterai ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi discendenti. 14Quando
tuo figlio un domani ti chiederà: "Che significa ciò?", tu gli risponderai:
"Con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall'Egitto,
dalla condizione servile. 15Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci
partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nella terra d'Egitto: i
primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io
sacrifico al Signore ogni primo parto di sesso maschile e riscatto ogni
primogenito dei miei discendenti“..
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PIDYON HA BEN
(Riscatto del primogenito)
• I riti di brit milah (circoncisione) e Pidyon haben si
svolgono solo per i figli maschi; non sono previste
cerimonie simili per le ragazze. Negli ultimi anni,
nuove tradizione hanno sviluppato l’usanza di
celebrare la nascita di una figlia con una festa
chiamata Simchat Bat. In alcune famiglie si festeggia
anche il momento dell’attribuzione del nome alla
figlia.
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BAR MITZVAH
(Figlio del
comandamento)
• Il Bar-Mitzvah (alle lettera, “figlio del
comandamento”) e il Bat-
Mitzvah (“figlia del comandamento”) si
verificano quando i ragazzi ebrei
raggiungono l’età matura. Secondo la
tradizione religiosa, le ragazze
raggiungono l’età della responsabilità a
12 anni mentre i ragazzi a 13.
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BAR MITZVAH
(Figlio del comandamento)
Una volta raggiunta l’età per celebrare il Bar-o il Bat-
Mitzvah, i ragazzi e le ragazze sono obbligati a seguire i
comandamenti e sono ritenute persone moralmente
responsabili delle proprie azioni. I ragazzi contano ora come
membri del gruppo di dieci persone, il Minyan, richiesto per
celebrare il culto. Essi possono inoltre guidare le liturgie e
leggere la Torah.
La legge ebraica non prevede alcuna cerimonia per
celebrare il Bar- o il Bat-Mitzvah. Un ragazzo o una ragazza
che raggiungono rispettivamente i 13 e i 12 anni di età
diventano automaticamente membri a pieno titolo della
comunità, indipendentemente dal fatto che l’evento sia
festeggiato con un rito o meno. Di fatto, però, è diventata
tradizione diffusa quella di festeggiare il Bar-Mitzvah con
una grande cerimonia.
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BAR MITZVAH
(Figlio del comandamento)
Il Bar-Mitzvah
Uno dei comandamenti che diventa vincolante
per un ragazzo, una volta raggiunta l’età del
Bar-Mitzvah, è quello di indossare i Tefillin, gli
astucci neri che contengono i passaggi della
Torah, durante la preghiera del mattino. Nelle
famiglie ebraiche tradizionali, per i giovani
ragazzi ricevere e indossare i Tefillin per la
prima volta costituisce un momento molto
emozionante e commovente.
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I TESTI SACRI: LA TANAKH

Egli (Giuda Ben Teima) era solito dire: all’età di cinque anni si è pronti
per lo studio delle Scritture, a dieci per la Mishnà, a tredici per i
precetti, a quindici per lo studio del Talmud, a diciotto per il
matrimonio, a venti per provvedere i mezzi di sussistenza, a trenta per
la forza a quaranta per la prudenza, a cinquanta per dar consiglio, a
sessanta per la vecchiezza, a settanta per la canizie, a ottanta per la
vecchiaia, a novanta per andar ricurvo, a cento come se fosse già morto
e sparito dal mondo
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BAR MITZVAH
(Figlio del comandamento)
Nelle comunità tradizionali, la parte più importante del rito si svolge nella
sinagoga dove il ragazzo è chiamato a proclamare una benedizione di
riferimento alle letture settimanali della Torah. Di solito ciò accade nel
primo sabato dopo il tredicesimo compleanno del ragazzo. Oltre a
proclamare la benedizione, molti ragazzi leggono anche la porzione
settimanale dai rotoli della Torah (Parashah) e cantano l’Haftarah, la lettura
aggiuntiva tratta dal libro dei Profeti. Dato che la Torah è scritta senza vocali
e note musicali, imparare a leggere e a cantare i brani previsto dalla
settimana (che possono occupare anche molti capitoli) è un compito arduo
e i ragazzi iniziano a prepararsi molti mesi prima del Bar-Mitzvah. (…)
Il rabbino della comunità solitamente rivolge un discorso particolare al
ragazzo, adattando il commento alla lettura della settimana per offrire
insegnamenti importanti circa la vita del giovane nella comunità. Anche il
ragazzo tiene una riflessione, prendendo spunto dalla Torah e condividendo
il significato che quel giorno riveste per lui.
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IL CICLO DELLA VITA
MATRIMONIO EBRAICO
“Non è bene che l’uomo sia solo” (Genesi 2,18). Questa considerazione, fatta da Dio circa il
primo uomo nel libro della Genesi, riflette la convinzione ebraica che, idealmente, ogni uomo e
ogni donna dovrebbe trovare un partner e sposarsi.
 
Il Talmud sostiene che 40 giorno prima che un bambino sia concepito, una voce celeste già
dichiara chi questi un giorno sposerà. Nella lingua yiddish la persona che un uomo è destinato a
sposare è chiamata Bashert, cioè “partner o anima gemella a cui destinata” Il percorso da
intraprendere per sposarsi, com’è descritto nel Talmud, è costituito da due parti: il
fidanzamento o Qiddushin, seguito dal matrimonio o Nisuin, Nel Talmud il periodo che
intercorre tra queste due tappe è di 12 mesi. La prima tappa (Kiddushin) si apre con una
cerimonia chiamata Erusin, nella quale i componenti della coppia si riconoscono legati l’uno
all’altro. Durante l’anno che segue, la coppia prepara la propria casa e si dispone al matrimonio.
Alla fine dell’anno, durante la cerimonia di Nisuin, si svolge il matrimonio vero e proprio.

Anche se alcune coppie continuano a vivere un periodo di fidanzamento, oggi le tappe del
Qiddusin e Nisuin si svolgono nella medesima cerimonia nuziale.
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La cerimonia nuziale
E’ usanza comune per la sposa e lo sposo non incontrarsi durante la settimana che precede il matrimonio.
Questo rende il momento in cui la coppia si incontra nel giorno delle nozze particolarmente romantico.

La sposa, durante le nozze, indossa un velo. Il rito in cui si pone il velo alla sposa (Bedeken) viene
tradizionalmente celebrato poco prima del matrimonio: è lo sposo stesso che pone il velo sul capo della
moglie.
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. La cerimonia nuziale prevede che la sposa e lo sposo stiano in piedi sotto un baldacchino
supportato da quattro pali (Chuppah).
Esso è simbolo della famiglia che coppia costruirà ed è spesso ornato di fiori.
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Dopo che sono state recitate alcune benedizioni sopra un bicchiere di vino, lo
sposo dona l’anello alla sposa e, infilando sul suo dito, recita la seguente
formula: “Ecco, tu sei santificata a me secondo la Legge di Mosè e Israele”.
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Il rabbino quindi legge il


contratto matrimoniale
(Ketubah). 
Questo documento, scritto in
aramaico, mette in chiaro gli
obblighi del marito nei confronti
della moglie sia durante il
matrimonio, sia in caso di
divorzio. Risalente a migliaia di
anni fa, la formula del contratto
è sempre stata particolarmente
importante a motivo di garanzie
assicurate alle donne.
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Ketubah
• Con buona sorte e con buona fortuna
• Domenica... Dalla creazione del mondo secondo il computo che noi facciamo qui a Roma, citta' situata sul fiume Tevere, il
giovane... figlio di... ha detto alla distinta Sig.na... sposa, qui presente, figlia di... "sii tu per me moglie secondo la legge di
Moshe' e di Israele ed io con l'aiuto di D-o ti curero', ti onorero', ti alimentero' e ti manterro' secondo le regole dei mariti
ebrei che curano, onorano, alimentano e mantengono le loro mogli con lealta' e ti assegnano la dote che ti spetta di
duecento zuzim d'argento secondo quanto prescrive la coabitazione come e' in uso in tutto il mondo".
• E (sic) la distinta Sig.na..., suddetta sposa, acconsente di essere moglie del Sig...., suddetto sposo.
• E quanto alla dote nuziale che essa ha portato con se' dalla casa paterna oltre al corredo e all'ulteriore somma che lo sposo
ha aggiunto alla dote di lei di sua volonta' dai suoi beni, il tutto e' regolato dagli accordi presi dallo sposo e la sposa ad
eccezione dei duecento zuzim d'argento che comunque spettano a lei secondo la Torah.
• E cosi ha detto a noi il Sig...., il suddetto sposo: "la garanzia del valore di questa Ketubah io assumo per me e per i miei eredi
per pagarla con tutti i beni e le proprieta' che io ho sotto il cielo, che ho acquistato e acquistero', beni e proprieta' di cui ho
gia' garanzia o che non c'e' garanzia. Tutti questi sono garantiti e vincolati per pagare la somma di questa Ketubah per intero
persino prelevando il mantello che porto indosso in vita e in morte, da oggi in poi".
• E il Sig...., suddetto sposo, ha accettato la garanzia e il valore di questa Ketubah secondo l'impegno dei contratti nuziali che
si usano in Israele e che non sono semplici promesse o bozza di documento, da oggi in poi.
• Ed abbiamo accettato l'impegno del giovane..., suddetto sposo, figlio di..., a beneficio e a vantaggio della Sig.na suddetta
sposa, figlia di....
• Tutto quanto e' specificatamente scritto sopra nel modo idoneo con cui si acquista diritto ed e' tutto regolare, chiaro ed
irrevocabile.
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IL CICLO DELLA VITA
Dopo la lettura della Ketubah vengono recitate altre sette benedizioni per
il futuro della coppia e viene bevuto il vino.
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Va tenuto presente che nella tradizione ebraica, dopo la distruzione di Gerusalemme
e del Tempio, nessuna celebrazione è priva di una vena di tristezza. Per tale ragione,
anche il rito nuziale termina con la rottura di un bicchiere, segno che il mondo non ha
ancora raggiunto la perfezione. (…)
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E’ tradizione, nella settimana che segue il matrimonio, che vengono organizzate feste
per gli sposi novelli in casa di parenti e amici (Sheva berachot – sette benedizioni).
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FUNERALE EBRAICO
• 1- Quando una persona entra in agonia, sarà cura dei familiari recitare le preghiere prescritte prima del
decesso. I familiari possono chiedere l’assistenza di un rabbino. L’Ufficio Rabbinico è a disposizione per
consultazione e assistenza 24 ore su 24, sabato e festività esclusi. Tel.: 3664539734 – 3396599710 –
066840061 Chesed Ve Emete 3312303181.
• Qualora il decesso avvenga di Shabbat o di Moed, si contatti attraverso un non ebreo un’agenzia
funebre di fiducia, anche per accelerare i tempi della sepoltura.
• 2- Avvenuto il decesso, i parenti che si trovano presso il morto, (genitori, figli, fratelli, coniuge) dovranno
fare la Kerià, che consiste, in caso di decesso di un genitore, nella lacerazione delle vesti dalla parte
sinistra in corrispondenza del cuore, pronunciando ognuno la formula “Baruch … Dayan Ha Emet”
(Benedetto … il Giudice di Verità). In caso di decesso di un altro parente stretto, la lacerazione verrà
effettuata a destra. Se è presente un rabbino sarà suo compito aiutare i familiari a provvedere a questa
triste cerimonia. E’ possibile altrimenti fare la Kerià al cimitero subito dopo la sepoltura. Gli abiti con
la Kerià dovranno essere tenuti fino al termine del 7° giorno di Avelut (Shiv’à). La Kerià non si fa di 
Shabbat e Moed. Il decesso deve essere subito notificato alla Comunità (Tel.: 066840061 – non di
Shabbat e di Moed).
• 3- La salma dovrà essere coperta, avvolta in un lenzuolo e deposta a terra. Si accenderanno (non di
Shabbat) delle candele attorno alla salma e un lume che dovrà ardere ininterrottamente fino al
compimento del 7° giorno della sepoltura nella stanza in cui è avvenuto il trapasso.
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FUNERALE EBRAICO
• 4- Nella stanza in cui si trova la salma verranno coperti gli specchi.
• 5- Da questo momento ha inizio la veglia del morto da parte dei familiari i quali, come
prescrive la tradizione, leggeranno i Salmi (in ebraico o in qualsiasi altra lingua) fino al
momento del funerale. I parenti potranno chiedere alla Comunità i libri per fare essi
stessi la veglia o chiedere la presenza di un vegliante autorizzato. E’ evidente che il valore
delle preghiere recitate dai familiari è assai più grande di quanto non sia quello delle
preghiere dette da un’altra persona.
• 6- Per tutto il periodo che va dalla morte alla sepoltura i parenti sono Onenìm e possono
occuparsi soltanto di ciò che è necessario per i funerali, mentre sono esonerati
dall’osservanza dei precetti (Tefillà, Tefillin, Birkat ha Mazon ecc.) e non contano
per Minian.
• 7- La salma viene sottoposta a Rechizà (lavaggio rituale) e vestita
con Tachrichin(indumento di tela bianca che viene fornito dalla Comunità). La Rechizà
viene fatta di regola al cimitero, nell’apposito locale da personale specializzato della
Comunità (Chevrà Kaddishà). In casi particolari può essere effettuata altrove, previa
consultazione con l’Ufficio Rabbinico.
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FUNERALE EBRAICO
• 8- Dopo il funerale inizia l’Avelut che dura 7 giorni (il giorno della sepoltura è già considerato il
primo giorno e il settimo giorno termina dopo la preghiera del mattino). Agli Avelim(genitori, figli,
fratelli o coniuge del defunto) non è permesso lavorare durante i sette giorni Avelut. Al ritorno dal
cimitero essi dovranno consumare il pasti di Avelut che sarà portato in dono da un’altra famiglia
ebrea, stando seduti in terra o su bassi panchetti. Questo pasto è composto da pane, uova sode,
sale e caffè; alcuni aggiungono olive e biscotti, gli Avelim non possono sedersi a tavola, ma debbono
mangiare seduti sui loro sgabelli per tutti i sette giorni ad eccezione di Shabbat, nel quale possono
sedersi regolarmente a mensa. Se il decesso è avvenuto nell’imminenza di Pesach, Shavuot, Sukkot, 
Rosh Ha-Shanah e Kippur, il conteggio dei giorni di Avelut cambia: bisogna quindi rivolgersi
all’Ufficio Rabbinico per conoscere le variazioni previste.
• 9- Gli Avelim non mettono i Tefillin il primo giorno di lutto.
• 10- Gli Avelim non possono farsi la barba durante i 30 giorni successivi alla sepoltura; per i genitori,
la barba potrà essere fatta a partite dal 31° giorno e solo su invito pressante di un compagno. Il
periodo di 31 giorni non si riduce anche se c’è una festa.
• 11- Al settimo giorno, al trentesimo e ai dodici mesi dalla sepoltura, gli Avelim si recheranno al
cimitero per recitare le preghiere di rito sulla tomba del parente scomparso. E’ bene che al cimitero
ci sia un Minian, in modo che sia possibile dire il Kaddish.
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FUNERALE EBRAICO
• 12- Il Kaddish deve essere recitato dagli Avelim nell’anno di lutto, durante le preghiere del mattino e della sera.
La recitazione del Kaddish si interrompe le prime tre settimane del 12° mese. Si può chiedere alla Comunità di
ricordare il nome del defunto per tutta la durata dell’anno di lutto durante le preghiere quotidiane.
• 13- La sepoltura ebraica è in terra.
• E’ severamente vietata dalla legge ebraica l’apposizione sulle lapidi di fotografie, sculture ed altre immagini.
• 14- Durante l’anno non si debbono fare né si deve partecipare a riunioni mondane o di divertimento. In caso di
feste di famiglia o di amici, è bene rivolgersi all’Ufficio Rabbinico per sapere come comportarsi.
• 15- Chi segue il funerale e visita le tombe al cimitero deve avere il capo coperto. Nei giorni di Sabato, Feste
solenne, di mezza festa, Rosh Chodesh, Chanukah e Purim, il cimitero resta chiuso ai visitatori.
• La Comunità è a disposizione delle famiglie per fornire ogni aiuto ed ogni spiegazione, per confortarle ed essere
a loro vicina. La Comunità ha pubblicato un libro “Regole ebraiche di lutto” che viene dato alle famiglie in lutto
e che può essere anche richiesto all’Ufficio Rabbinico.
• Anniversari:
• Il primo anniversario cade 12 mesi ebraici esatti dal giorno del seppellimento. Quelli successivi cadono il giorno
della morte sempre secondo il lunario ebraico. Se il decesso è avvenuto nel mese di Adar in un anno
embolismico (con due Adar), l’anniversario cadrà, in un anno embolismico, in quello dei due Adar in cui il
decesso è avvenuto e nell’anno normale nell’unico Adar; se è avvenuto in un anno normale cadrà sempre
di Adar Shenì o nell’unico Adar. E’ consuetudine fare un limud (studio) in occasione dell’anniversario.
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