Sei sulla pagina 1di 1

Il Redentore

La soluzione della facciata di San Giorgio Maggiore, con le semicolonne e le paraste che poggiano su piani d’imposta a
diverso livello, avrebbe trovato una forma più appropriata e conclusa nella Chiesa del Redentore, un imponente edificio
votivo edificato nel 1577, ma la cui costruzione viene decisa già nel settembre 1576, mentre infuria una terribile
epidemia di peste.Eretta sul Canale della Giudecca, la chiesa presenta una facciata costituita, come in San Giorgio,
dall’intreccio di due schemi templari, uno più piccolo, d’ordine corinzio, l’altro più grande, d’ordine composito, ambedue
poggianti su uno stesso piano. È tuttavia lo schema templare maggiore a determinare l’effetto dominante. Esso, infatti, si
compone di due grandi semicolonne Fig. 20.24, 1 collocate tra due paraste angolari 2 che sostengono un frontone
triangolare 3: si definisce, così, il fronte di un tempio in antis (a cui corrisponde la navata della chiesa stessa). Lo schema
minore (che abbraccia l’intera larghezza dell’edificio) è impostato allo stesso livello del maggiore ed è articolato con
paraste 4 che sostengono due semitimpani dentellati 5 con il geison e la sima che si interrompono contro le grandi
paraste terminali principali. Una traccia di trabeazione prosegue dietro l’ordine maggiore e riaffiora aggettando in
corrispondenza delle due semicolonne corinzie che affiancano il portale dell’edificio sacro 6. Il frontone dell’ordine
maggiore si staglia contro il muro verticale 7 che sostiene una falda del tetto 8: viene a crearsi, così, un tema che
riprende quello del fronte del Pantheon, al quale rinvia anche la cupola. Anche i contrafforti a lama muraria 9 e Fig.
20.25 hanno un coronamento che li fa assomigliare a dei semifrontoni: in tal modo la facciata è come composta dalla
stratificazione di più piani verticali sovrapposti e tra loro in relazione. L’interno dell’edificio è a una sola navata
rettangolare Fig. 20.23, 1 con tre profonde cappelle per lato 2. Il presbiterio 3, al quale si accede attraverso un arco
impostato su un setto murario che restringe il lato della navata opposto alla facciata 4, ha forma accentrata. Infatti delle
tre esedre che circondano il vano cupolato, due costituiscono i bracci del transetto 5, mentre la terza, con quattro
colonne libere (e non di muratura piena), delinea un’abside 6, attraverso la quale si intravede il lungo coro retrostante.
Le due tipologie della pianta longitudinale e di quella centrale trovano nel Redentore un’apparente separazione – se si
giudica guardandone la pianta, dove addirittura l’invaso della navata è separato dal presbiterio e dalle cappelle da una
gradinata perimetrale continua – che comunque conduce a una sostanziale unità degli spazi. Entrando nell’edificio,
infatti, non si percepisce il transetto, ma si legge l’articolazione delle colonne dell’abside e della trabeazione come un
elemento di continuità. Avvicinandosi al presbiterio, invece, la tessitura muraria per paraste addossate alle due superfici
concave dei bracci non fa che richiamare la simile composizione delle cappelle dove, peraltro, dominano le superfici
curve Fig. 20.23, 2 e 5.La grande volta lunettata, infine, è – e non a caso – quella stessa degli antichi edifici termali
romani. Il riferimento al mondo classico non è mai condizionante per Palladio che, anzi, si serve di forme e strutture
riprese dallo studio delle antichità di Roma in modo sempre libero e originale, come di un prezioso repertorio al quale
attingere con sicurezza.D’altro canto ai marmi e ai rivestimenti pregiati, tipici dell’architettura romana, Palladio
sostituisce spesso materiali poveri (mattoni o legno), poi adeguatamente intonacati, stuccati e dipinti. Inoltre fa
realizzare alcune parti in serie e le fa montare assieme in un secondo tempo per dar luogo a un elemento completo: è il
caso, ad esempio, delle foglie d’acanto dei capitelli di San Giorgio Maggiore (in terracotta, stuccate solo dopo essere
state montate contro il nucleo tronco-conico dei capitelli). Ciò rende la costruzione più rapida e, allo stesso tempo, più
economica, consentendo però alla committenza il raggiungimento di un risultato altamente suggestivo con il minimo
impiego di mezzi e capitali.

Potrebbero piacerti anche