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Echi di un mondo romano caro al pittore che in questa opera, come nei
‘Bari’, rievoca la sua fascinazione per i bassifondi raccontati in tutta la loro
teatralità: Caravaggio dimostra ancora una volta di saper unire il racconto
preciso della realtà e la bellezza.
3. BACCO, 1597-1598
Quella luce! Forse non c’è luce più famosa, nella storia dell’arte
moderna. Quel fascio di luce che penetra nella stanza da destra e indica tutto:
il presente, il passato, il futuro. Gesù chiama Matteo, “voglio lui”. Matteo
guarda Gesù sbalordito, “proprio io?”. E tutto è così comprensibile e
bellissimo, nella buia stanza del gabelliere: un istante passato alla storia.
Pensare che l’opera era la prima committenza pubblica di Caravaggio: il
cardinal Contarelli, prima di morire, non solo aveva incaricato di decorare la
cappella in San Luigi dei Francesi, ma aveva anche descritto dettagliatamente
quanto vi voleva riprodotto. Il cardinale non visse abbastanza per ammirare il
capolavoro di Caravaggio, ma siamo certi che sarebbe stato soddisfatto della
fama mondiale cui, con la sua committenza, aveva dato vita.
Saulo sulla via di Damasco riceve la chiamata del Signore. Quanti artisti hanno
ritratto la conversione di San Paolo? Caravaggio lo fa in maniera come
sempre unica: occupa la grande tela con un cavallo, sdraia Saulo per terra
mentre apre le braccia, non raffigura Cristo neppure in sogno. Tutto è luce,
pensiero, stravolgimento interiore: nel senso che il fatto - la chiamata - è
tutto nella testa di Saulo, nei suoi occhi chiusi, nelle sue mani tese verso
l’alto. Nulla sembra passare per la mente dello stalliere, le cui gambe si
confondono con le zampe del cavallo in un intricato gioco di linee verticali.
L’unica concessione al sovrannaturale potrebbe essere quella luce in alto a
destra… ma è giusto un accenno. Caravaggio rimane nella realtà.
Due sono le opere che raffigurano lo stesso soggetto, questa di Milano e una
seconda conservata alla National Gallery di Londra. Naturalmente le differenze
abbondano, dalla luce alla composizione: qui per esempio Caravaggio ha
presentato il momento successivo all’atto religioso, quando Gesù ha già
spezzato il pane e si sta congedando con la benedizione. Lo stesso Cristo è
più maturo del giovane senza barba che compare nell’altra tela. Segno di
una maggiore maturità dell’artista, che probabilmente dipinse il quadro
appena dopo l’omicidio Tomassoni, per il quale fu accusato, riparando per
quattro mesi nei feudi Colonna a Zagarolo e Paliano. Bellissimo il gesto
dell’apostolo che sta aprendo le braccia riconoscendo finalmente Gesù che
ha benedetto il pane.
Un’opera gigantesca, che occupa tutto il muro per cui era stata dipinta,
all’interno dell’oratorio dei Cavalieri di Malta - ancora oggi rimane là
dov’era stata concepita da Caravaggio, il che permette tutta una serie di
considerazioni sulla maestria dell’artista nel dare il senso di sfondamento
dello spazio grazie al geniale gioco delle luci. Guardate anche in questo caso
il contrasto tra l’androne buio e la luce fulgente sul corpo dell’assassino.
Caravaggio ne fu probabilmente soddisfatto - firmò addirittura l’opera,
l’unica a portare il suo autografo (nel sangue che sgorga dal collo del
Battista) - e anche i committenti sembrarono apprezzare: l'artista grazie alla
Decollazione fu fatto cavaliere, ricevette due schiavi e una collana d’oro.
Eppure il suo soggiorno a Malta non sarebbe durato molto.