Sei sulla pagina 1di 4

TROVATO MARIA 3H

L’assistenza sociale da sempre ha lo scopo di aiutare i meno abbienti.


Nel passato le prime forme di assistenza consistevano in sostegni ai più bisognosi
donati da privati ricchi e potenti come forma di magnanimità. Con la diffusione del
Cristianesimo e con la concezione di carità si diffuse l’abitudine a prestare interventi
assistenziali; ogni cristiano era tenuto alla solidarietà sociale nei confronti del
prossimo bisognoso, ma soprattutto ai più benestanti spettava dividere il superfluo
con gli altri.
Nel IV secolo San Basilio costruì una città assistenziale, dove già si delineavano
mirate e differenziate attività assistenziali. Queste strutture furono le prime
fondazioni con compiti di assistenza religiosa e scopi sociali.
Successivamente, apparvero, in contemporanea con il movimento delle crociate, gli
Ordini ospitalieri: movimenti religiosi il cui compito fondamentale fu soprattutto
l’assistenza agli infermi (S. Giovanni di Gerusalemme o Ordine di Malta).
Inizialmente si trattava solamente di frati benedettini che davano assistenza ed
ospitalità ai bisognosi, ma ben presto durante le crociate presero anch’essi le armi a
difesa del loro hospitale.
Nel Medioevo, i monasteri erano i luoghi dove più si praticava l’attività medico
assistenziale, dove venivano effettuati studi e si conservava il sapere medico e dove
venivano letti ed interpretati i testi antichi sull’argomento.
L'ospedale, perciò, non era propriamente inteso come luogo di cura degli ammalati
come per noi oggi. La
funzione principale di un
ospedale era quella di
accogliere i pellegrini, in
particolare quelli che non
erano in grado di pagarsi
un letto in una locanda,
ma in generale per ogni
individuo bisognoso di
aiuto e di protezione. Era
un tempo in cui la gran
parte della popolazione
viveva nelle campagne.
Per questo motivo, spesso gli ospedali si trovavano lungo le strade che portavano,
da tutta Europa, verso le grandi mete di pellegrinaggio: Roma, Gerusalemme,
Santiago de Compostela, ecc. Vi erano ospedali nelle città, ma anche fuori dalle
mura, per permettere ai pellegrini di trovare rifugio anche se fossero giunti a tarda
sera, quando le porte della città erano ormai chiuse.
Questi ospedali erano istituzioni religiose e spesso appartenevano a un monastero o a
una parrocchia e vivevano di redditi prodotti da lasciti di cittadini e di elemosine. Non
erano in grado di offrire molto: generalmente un letto o, più spesso, un pagliericcio in
uno stanzone comune. Quando non erano adiacenti ad un monastero o ad una chiesa,
avevano una cappella. Di solito non era prevista l'offerta di cibo ai pellegrini, mentre
per i poveri e gli infermi ogni ospedale si comportava secondo le proprie possibilità.
Nel Medioevo, si trovano varie tipologie di ospedali: gli "xenodochii" per i forestieri,
gli "ptochi" per i poveri e quelli per gli infermi, cioè poveri che avevano malattie o
menomazioni non curabili (ciechi, storpi, ecc.). Spesso però si trovano due o tutte e
tre le funzioni presso lo stesso ospedale, offerte in locali separati. Successivamente
solo nel caso delle malattie più contagiose furono create istituzioni dedicate, come
lebbrosari e lazzaretti.

Andando avanti con gli anni man mano le cose cambiarono, dopo l’anno mille,
l’Europa fu attraversata da un imponente fenomeno di migrazione delle campagne
alle città. La popolazione urbana aumentava, l’assistenza richiesta delle campagne,
ormai diventava un problema cittadino. Divenne, quindi, indispensabile la creazione
di luoghi di cura anche all’interno delle città, e fu cosi che, per iniziativa dei ricchi
benefattori locali, nacquero i primi ospedali laici. Pur essendo indipendente dal
controllo ecclesiastico, non mancava di simboli religiosi, era una sorta di casa “sotto
la speciale protezione di Dio”.
Principalmente al principio questi ospedali avevano una struttura molto semplice,
composta da edifici di piccole dimensioni, con scarsa igiene. Solo in un secondo
momento, a partire dal Duecento, cominciarono a comparire sezioni distinte tra
uomini, donne e padiglioni diversi per malati gravi soprattutto per quelli contagiosi.
Anche nelle città le cure erano basate sull’assistenza. I medici non erano assunti:
gran parte di loro svolgeva la professione autonomamente e non per forza
all’interno degli ospedali.
Con l’avvento dell’Illuminismo avvenne la frattura fra la visione medievale
dell’assistenza come carità e la visione moderna di assistenza e beneficenza,
attraverso l’introduzione del concetto di diritto all’assistenza: la carità veniva
spogliata del suo valore religioso per diventare un dovere sociale dello Stato e ad
essa si voleva sostituire la filantropia che, nella sua formulazione moderna,
affermava l'uguaglianza dei diritti dell'uomo.
Oggi il diritto all’assistenza sociale è espresso negli articoli 2 e 3 della nostra
Costituzione in cui viene esaltato il ruolo del cittadino.
Al giorno d’oggi per aiutare le persone o comunità più bisognose, soprattutto le
persone che non dispongono dei mezzi necessari al proprio sostentamento, si può
contribuire soprattutto con la beneficienza, cioè un aiuto da parte di chiunque,
quindi privati o anche organizzazioni che aiutano senza scopo di lucro. Un’ esempio
di organizzazione non lucrativa di utilità sociale può essere quella meglio nota con
l’acronimo ONLUS, cioè associazioni che operano sul territorio italiano ma anche
internazionale, e svolgono attività solo al fine di solidarietà sociale.
Un’altra associazione che, in collaborazione con altre organizzazioni, sostiene la
promozione della carità, quindi aiuta i meno agiati, è la CARITAS che ha lo scopo cioè
di promuovere «la testimonianza della carità della
comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai
tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale
dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con
particolare attenzione agli ultimi e con prevalente
funzione pedagogica».
Quindi la Caritas opera per rispondere ai bisogni
delle fasce più povere ed emarginate, tra cui
persone con disagio mentale e fisico, giovani, migranti, offrendo loro, attraverso le
Caritas locali, una risposta diretta ai loro bisogni.

Ugualmente all’associazione Caritas, il Fondo delle


Nazioni Unite per l'infanzia UNICEF si occupa di fare
carità. In questo caso però opera in tutto il mondo
per il bene di bambini e bambine, e si adopera per
promuovere il rispetto dei diritti dei minori, per
soddisfare le loro esigenze primarie e per migliorare
le loro opportunità.
L'UNICEF lavora in oltre 190 paesi e territori per
salvare la vita dei bambini, difendere i loro diritti e
aiutarli a realizzare il loro potenziale, dalla prima infanzia fino all'adolescenza.

Potrebbero piacerti anche