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Andando avanti con gli anni man mano le cose cambiarono, dopo l’anno mille,
l’Europa fu attraversata da un imponente fenomeno di migrazione delle campagne
alle città. La popolazione urbana aumentava, l’assistenza richiesta delle campagne,
ormai diventava un problema cittadino. Divenne, quindi, indispensabile la creazione
di luoghi di cura anche all’interno delle città, e fu cosi che, per iniziativa dei ricchi
benefattori locali, nacquero i primi ospedali laici. Pur essendo indipendente dal
controllo ecclesiastico, non mancava di simboli religiosi, era una sorta di casa “sotto
la speciale protezione di Dio”.
Principalmente al principio questi ospedali avevano una struttura molto semplice,
composta da edifici di piccole dimensioni, con scarsa igiene. Solo in un secondo
momento, a partire dal Duecento, cominciarono a comparire sezioni distinte tra
uomini, donne e padiglioni diversi per malati gravi soprattutto per quelli contagiosi.
Anche nelle città le cure erano basate sull’assistenza. I medici non erano assunti:
gran parte di loro svolgeva la professione autonomamente e non per forza
all’interno degli ospedali.
Con l’avvento dell’Illuminismo avvenne la frattura fra la visione medievale
dell’assistenza come carità e la visione moderna di assistenza e beneficenza,
attraverso l’introduzione del concetto di diritto all’assistenza: la carità veniva
spogliata del suo valore religioso per diventare un dovere sociale dello Stato e ad
essa si voleva sostituire la filantropia che, nella sua formulazione moderna,
affermava l'uguaglianza dei diritti dell'uomo.
Oggi il diritto all’assistenza sociale è espresso negli articoli 2 e 3 della nostra
Costituzione in cui viene esaltato il ruolo del cittadino.
Al giorno d’oggi per aiutare le persone o comunità più bisognose, soprattutto le
persone che non dispongono dei mezzi necessari al proprio sostentamento, si può
contribuire soprattutto con la beneficienza, cioè un aiuto da parte di chiunque,
quindi privati o anche organizzazioni che aiutano senza scopo di lucro. Un’ esempio
di organizzazione non lucrativa di utilità sociale può essere quella meglio nota con
l’acronimo ONLUS, cioè associazioni che operano sul territorio italiano ma anche
internazionale, e svolgono attività solo al fine di solidarietà sociale.
Un’altra associazione che, in collaborazione con altre organizzazioni, sostiene la
promozione della carità, quindi aiuta i meno agiati, è la CARITAS che ha lo scopo cioè
di promuovere «la testimonianza della carità della
comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai
tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale
dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con
particolare attenzione agli ultimi e con prevalente
funzione pedagogica».
Quindi la Caritas opera per rispondere ai bisogni
delle fasce più povere ed emarginate, tra cui
persone con disagio mentale e fisico, giovani, migranti, offrendo loro, attraverso le
Caritas locali, una risposta diretta ai loro bisogni.