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Introduzione
Frank Lloyd Wright (1867 – 1959). È stato un architetto americano che caratterizzò la forma dei primi 50 anni del
1900. È allievo di Sullivan (aveva messo appunto una propria filosofia all’architettura).
Lo spazio
Wright definisce la sua opera come un’onda lunga che non si infrange mai, una
grossa aspirale. Qualcosa di continuo ispirato dall’artista giapponese (onda).
Infatti Wright il maggiore collezionista americano di statue giapponesi. La cultura
giapponese (e stampe giapponesi) sono argomenti che affascinano molto Wright.
Il progetto
L’opera è situata nel centro di Manhattan quasi senza toccarlo. È stato creato un piano a sbalzo rispetto alla strada.
L’involucro quindi appare estraneo alla città (pungo nello stomaco), come una forma che non dialogo con tessuto
circostante. Nel tessuto ortogonale di Manhattan non vi sono
regole (tranne quelle riguardanti l’altezza ombra), quindi
rispetto a questo caos, il Guggenheim si propone come una
forma di perfezione geometrica.
Si tratta di un museo d’arte e diventa il campo di una
battaglia fra architettura e arte, e in seconda battura fra
architettura e edilizia di NY. Infatti l’architetto si esprime
dicendo: l’architettura è la madre delle altre arti, quindi non
può sopprimere le arti derivanti. Aggiunge anche che a NY
non c’è architettura.
I protagonisti
Solomon R. Guggenheim, Hilla Rebay, Frank Lloyd
Wright.
Hilla Rebay: baronessa tedesca interessata alla pittura
(soprattutto per Kandinskij). Nel 27 si trasferisce negli stati
uniti. Qui conosce la moglie di Solomon Guggenheim Irene
Rothschild. Infatti apre una galleria e inizia a fare la
consulente a Solomon per l’acquisto di nuovi dipinti (Kandinskij e altri. A NY si sta creando una sorta di rivalità
per la promozione di musei. Guggenheim e Rothschild sono rivali ai Rockefeller due aspetti molto importanti
per l’America. Nel 1943 Hilla contatta Wright da lui ignorato. In seguito verrà contattato da suo marito
Guggenheim White allora comincia a interessarsi. La prima idea era di escludere la costruzione
di un museo tradizionale, ma una sorta di casa dell’arte. Guggenheim mette a disposizione 1'000'000
$ che comprendeva anche la futura parcella si sta quindi progettando senza un luogo preciso.
L’aspirale lavora come un'unica trave che corre senza giunti. I bordi interni alti 60 cm (realizzati piegando il
bordo della rampa) e dall’altra parte c’è la parete dove si appoggiano le opere. Questo tema di paradosso statico
viene spiegato da Wright come una molla. Quest’aspirale coincide esattamente con la struttura portante
dell’edificio e quindi con la forma e lo spazio vuoto della costruzione. Forma, struttura e spazio sono
collegati. Questo genera una serie di problemi, perché la commessione edilizia di NY rifiuterà l’edificio. Wright
in risposta si esprime dicendo che NY è solo capace di costruire “trave e pilastro”.
Il tema del paradosso strutturale può esistere grazie alla tecnica del cls. Anche il tema della modellazione.
Struttura e forma viaggiano insieme (non sono separati) grazie al CLS.
Il problema
Nessuno vuole costruire il Guggenheim, non si trovano quini imprese e manodopera istruita a questo tipo di
costruzione. Perché:
Si tratta di una struttura in continuo divenire (sezioni che cambiano in ogni momento,
altezze, misure, raggi, …) difficoltà senza computer. Quindi ha ragione Wright a dire
che a NY non c’era architettura, perché nessuno vuole costruirlo. esatto contrario delle
strutture trilitiche (trave e pilastro). George Cohen lo farà è un costruttore.
Per stabilizzare la struttura, inserisce delle sorte di vele che attraversano tutta la struttura
allargandosi mentre sale. Purtroppo questo creano delle piccole stanzette che cambiano la
percezione dello spazio.
La copertura pensata come quella della Johnson Administration, ma realizzata senza vetri
tubolari. In seguito la modifica un po’.
Per Wright, l’edificio è un Archeseum, ovvero un museo dell’architettura.