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Movimento moderno

Il movimento moderno viene identificato in Italia con il termine di


Razionalismo, mentre per il resto d’Europa viene detto
Funzionalismo. Si viene a formare dopo le avanguardie figurative,
quindi dopo la Grande guerra perché con il conflitto mondiale vi è
stato un rallentamento dell’attività edilizia, dovuti ai problemi sociali
ed economici, e si è capito che l’edilizia precedente alla guerra non
rispondeva più alle nuove esigenze. Ci fu bisogno quindi di attuare
una ristrutturazione che riguardasse l’attività edilizia ma anche tutta
una serie di servizi e di trasporti. Per cui cambia la figura
dell’architetto non è più destinato a progettare la singola abitazione o
il singolo edificio ma è destinato a diventare anche un vero e proprio
urbanista quindi cambia la sua caratteristica professionale e inizia a
dedicarsi alla progettazione di intere città, mediante una zonizzazione
cioè progettavano le città in maniera settoriale, queste zone erano
destinate a diversi servizi. Ci fu quindi il far bisogno di costruire
abitazioni unifamiliari, destinate alla borghesia e plurifamiliari cioè a
basso costo destinato ad un ceto popolare. Non si guarda più al
fattore estetico ma alla funzionalità per cui l’architettura viene
caratterizzata da una forma pura e geometrica, il Purismo. I nuovi
materiali erano: il cemento armato, il ferro e il vetro che
permettevano la costruzione di edifici su larga scala anche più
economici. Come abbiamo già visto Adolf Loos nell’Art Nouveau che
rifiutava qualsiasi forma di decorativismo e nella città industriale con
Tony Garnier in cui si dava importanza ad esempio ai fattori igienici e
alla differenza tra il percorso carrabile e pedonale.
L’edificio simbolo del razionalismo è la scuola del Bauhaus di Walter
Gropius un edificio in cemento armato e vetro, che ha una forma
articolata e sciolta, dove ogni elemento che faceva parte di questo
edificio aveva una specifica funzione. Questa è una scuola di design
dove cerano per lo più studentesse che studiavano questo nuovo
modo di fare design guidate appunto da Walter Gropius. In questa
scuola vi era una unione fra artigianato e studio teorico, questo
perché promuoveva un tipo di prodotto accessibile a gran parte della
popolazione. Fu poi chiusa da Hitler proprio perché era uno
strumento di socializzazione.

Le Corbusier
Ma colui che opera in maniera più professionale e culturale è stato Le
Corbusier. Con Le Corbusier si da innanzitutto molta importanza
all’abitazione e alla qualità abitativa, il suo studio per una abitazione
parte dalla singola cellula abitativa. Per esempio è stato colui che ha
inventato come cellula abitativa la Roulotte che deriva dall’idea di
una vecchia citroen da cui concepisce proprio l’idea di una casa come
una macchina. Le Corbusier introduce con il suo modo di fare
architettura i famosi 5 punti possibili grazie all’utilizzo del cemento
armato, questo nuovo e moderno materiale. Questi punti si
esprimono nella villa Savoye che è l’emblema della progettazione di
Le Corbusier.
Villa Savoye è una casa di lusso che si trova nei pressi di Parigi ed è
immersa in una zona completamente verde circondata dai boschi.
Viene considerato l’edificio simbolo del movimento moderno perché
rappresenta una sintesi di forma e di funzione. L’edificio è sollevato
dal terreno, perché egli riteneva che le abitazioni a diretto contatto
con la terra fossero più umide e oscure, era quindi elevata, sorretta
da una serie di pilastri che lui chiama pilotois, cioè il primo punto dei
5, molto piccoli in cui passavano anche i cavi per gli impianti. La
struttura è retta grazie ad una maglia regolare dove vengono
distribuiti tutti i pilastri. Il secondo punto è il giardino sopra la casa, il
famoso tetto-giardino di Le Corbusier, elimina la costruzione del tetto
spiovente, per lui anche il tetto doveva essere sfruttato sia come
luogo panoramico (Leon Battista Alberti) che come spazio funzionale.
Il tetto ha un pavimento leggermente inclinato per far confluire le
acque piovane. Il terzo punto è la pianta libera per cui ogni piano, in
questo caso due, ha una libera distribuzione delle pareti interne
questo perché non vi sono più i muri portanti. Il quarto punto è la
finestra a nastro, essendo la finestra libera dai pilastri si ha una
finestra che va da una estremità all’altra della facciata. L’ultimo
punto è la facciata libera anche essa libera perché i pilastri sono
arretrati, quindi si possono articolare le finestre in qualsiasi modo
secondo il gusto e la funzionalità. La casa è collegata da una scalinata
che va dal garage fino al tetto-giardino. Il piano di carpestio è
caratterizzato da un portico dove c’è anche l’appartamento per
l’autista, che ci fa capire che si tratta di una casa di lusso.

Le Corbusier non aveva imposto le sue tesi ma i suoi progetti


architettonici sono risultati utili e applicabili in maniera universale.
Egli era architetto, urbanista e pittore, era francese di origini svizzere.
Egli progetto un piano per una città contemporanea comprendeva dei
grattacieli a forma di croce che contenevano uffici e residenze. La
forma della città di Le Corbusier veniva schematizzata e generata
dalle residenze e dalla forma che veniva data a queste cellule
abitative. L’unione di tutte queste residenze attraversate dalle
strade, generavano la forma della città. Tutte queste teorie
urbanistiche furono poi sperimentate dopo la seconda guerra
mondiale per l’esigenza di ricostruzione perché molte città vennero
bombardate.
L’Unita di Abitazione di Marsiglia fa parte del programma di
ricostruzione post bellica promossa dal governo francese. È il più
grande edificio per abitazioni che sia mai stato costruito, contiene 17
piani e all’interno 1500 abitanti. Anche questo modello si sviluppa
come cellula abitativa. L’affiancarsi di tutte queste cellule determina
poi la forma dell’edificio e tutti questi edifici determinano la forma
della città di Le Corbusier. Questo edificio contiene al suo interno 7
strade coperte, queste strade collegano 337 appartamenti che hanno
diverse dimensioni perché le cellule abitative in questo caso non sono
tutte uguali, questo perché le cellule abitative erano di tipo duplex
cioè con il piano superiore e il piano inferiore quindi gli ingressi non
sono tutti allo stesso piano. Contiene anche sale di riunione, un
albergo, ristoranti, vari negozi, un asilo nido e un teatro all’aperto e
una piscina, collocati sul tetto-giardino. In questo periodo nacque la
teoria per la quale l’abitazione doveva essere progettata secondo le
esigenze dell’uomo quindi a misura d’uomo, da questo modo di
concepire l’abitazione derivano poi tutta una serie di normative che
regolano ad esempio: le dimensione degli ambienti, l’altezza delle
porte, la larghezza minima dei corridoi.

Le Corbusier ha progettato anche la cappella Notre-dam a Ronchamp,


La cappella presenta una struttura del tutto autentica e inconsueta al
suo tempo, presenta una copertura a vela realizzata con due
membrane di cemento armato che si posa sulle pareti perimetrali di
questa chiesa. I muri esterni fanno tutt’uno con la vela e ne esaltano
la forma.  La costruzione è interamente intonacata a calce.  Il muro
orientale arretra sotto la vela, dando luogo ad uno spazio aperto,
coperto e chiuso ai lati, che ospita un altare per le messe all’aperto.
Nonostante le apparenze i muri perimetrali non hanno funzione
strutturale per l’edificio, infatti la vela non poggia su di essi, ma su
pilastri che permettono l’entrata di luce che grazie anche a decine di
aperture strette e piccole di diverse misure concepiscono un senso di
meditazione all’interno.

Metafisa e De Chirico
Metafisica che letteralmente significa “oltre le cose fisiche, non
intende riferirsi ne a un sistema filosofico ne a un mondo
soprannaturale. La Metafisica è da alcuni esclusa dal contesto vero e
proprio delle avanguardie. Essa, tuttavia, fornì importanti elementi
per la nascita di quella che viene considerata l’ultima tra le
avanguardie: il Surrealismo.

La metafisica si basa su alcuni ma fondamentali principi estetici:

 Descrizione di una realtà che va al di la delle apparenze sensibili


 Le immagini devono trasmettere un senso di mistero, di
allucinazione o di sogno
 Il quadro era costruito con numerosi punti di fuga, però
incongruenti tra loro
 Le immagini erano statiche
 Assenza della figura umana se non sotto forma di statua o
ombra
 Sfondi di colori piatti e uniformi

Giorgio De Chirico
Protagonista ed inventore di questo stile fu Giorgio De Chirico. Iniziò
a fare pittura metafisica già nel 1909, anno di nascita del futurismo.
Nel futurismo è tutto dinamismo e velocità; nella metafisica
predomina staticità. Non solo non c’è la velocità, ma tutto sembra
congelarsi in un istante senza tempo. Il futurismo vuol rendere l’arte
un grido alto e possente; nella metafisica predomina invece la
dimensione del silenzio più assoluto. Il futurismo vuole totalmente
rinnovare il linguaggio pittorico; la metafisica si affida invece agli
strumenti più tradizionali della pittura: soprattutto la prospettiva.

Si potrebbe pensare che la metafisica sia alla fine solo un movimento


di retroguardia fermo a posizioni accademiche. Ed invece riesce a
trasmettere messaggi totalmente nuovi. Le atmosfere magiche ed
enigmatiche dei quadri di De Chirico colpiscono proprio per
l’apparente semplicità di ciò che mostrano. Uno sguardo più attento
ci mostra che la luce è irreale e colora gli oggetti e il cielo, dipinti con
tinte innaturali. La prospettiva, che doveva cercare di rappresentare
al meglio la realtà, è invece quasi sempre volutamente deformata. Le
scene urbane, che sono protagoniste indiscusse di questi quadri,
hanno un aspetto dilatato e vuoto. In esse predomina l’assenza di vita
e il silenzio più assoluto. Le rappresentazioni di De Chirico superano
la realtà, andando in qualche modo «oltre». Ci mostrano una nuova
dimensione del reale. Ciò che De Chirico rifiuta sono il concetto di
modernità e il concetto di progresso mostrando che per lui è più
importante ispirarsi al passato che al presente e polemizzando con
coloro che hanno fatto del tempo e della velocità l'ispirazione
dell'arte moderna.
Per De Chirico infatti il vero senso delle cose sta oltre il tempo.

L’ENIGMA DELL’ORA
Il quadro «L’enigma dell’ora» fu dipinto da De Chirico nel 1911:
appartiene quindi al suo soggiorno parigino. Appartiene alla famosa
serie di quadri detti «Piazze d’Italia». Gli elementi ricorrenti di queste
tele sono spazi vuoti delimitati da edifici urbani. La prospettiva a volte
centrale e a volte accidentale mostra sempre dei voluti errori di
costruzione geometrica: i punti di fuga, ed i punti di vista, sono
sempre più di uno. In tal modo De Chirico introduce una
deformazione nell’immagine che viene percepita dall’osservatore
come un primo elemento di mistero. L’architettura è ridotta
all’essenziale, con forma geometrica pura senza alcuna decorazione.
Solitamente in questi spazi vuoti è quasi sempre assente la figura
umana; per lo più vengono inserite nelle piazze delle statue o dei
manichini. In questo quadro, invece, sono assenti le statue e presenti
due figure umane: una donna è vista di spalle ed appare in primo
piano, mentre un uomo è inserito nella seconda arcata da destra. In
questo, come negli altri quadri della serie «Piazze d’Italia», l’aria è
sempre limpida e pulita. La luce quindi non si diffonde, rifrangendosi
nell’atmosfera, ma ha una direzionalità precisa, creando una forte
differenza tra zone chiaramente illuminate e ombre nette e oscure.

Il titolo del quadro nasce probabilmente dalla volontà di De Chirico di


rappresentare un orologio fermo, è proprio la fermezza e l’immobilità
di tutta l’immagine a suggerirci questo senso di staticità.
LE MUSE INQUIETANTI

Il dipinto fu realizzato quando De Chirico si trovava a Ferrara in piena


guerra.
In questa tela De Chirico unisce spazi urbani vuoti con prospettive
deformate, con manichini al posto di persone.
De Chirico vuole rappresentare l'eternità immobile e misteriosa. La
scena dell'opera è una piazza, le assi di legno, però, al posto della
pavimentazione ricordano più l'immagine di un palco che di una
piazza urbana.
A destra sullo sfondo appare il castello estense di Ferrara e sulla
sinistra vi sono invece delle alte ciminiere di una fabbrica.
Questi due elementi rappresentano la contrapposizione fra l’antico e
il moderno, ma entrambi gli edifici sono vuoti ed inutilizzati: le buie
finestre del castello sono il segno che è disabitato, mentre le
ciminiere senza fumo sono il segno dell'inattività della fabbrica.
In primo piano si ergono invece i due manichini: quello di sinistra ci
riporta all'infanzia del pittore trascorsa in Grecia, quello di destra, con
la testa smontata e appoggiata ai suoi piedi, ricorda le maschere
africane.
De Chirico definisce “inquietanti” le sue muse in quanto va oltre le
apparenze e devono trasmettere il mistero.
Ciò che De Chirico rifiuta sono il concetto di modernità e il concetto di
progresso, per lui è più importante ispirarsi al passato che al presente
infatti polemizza con coloro che hanno fatto del tempo e della
velocità l'ispirazione dell'arte moderna.
Per De Chirico infatti il vero senso delle cose sta oltre il tempo.

Frank Lloyd Wright


Lui è stato il maggior architetto statunitense del primo novecento.
I suoi principi derivano innanzi tutto dall’influenza culturale del suo
paese, quindi con un forte individualismo e rispetto per la natura.
L’essere americano gli dava la possibilità di avere a disposizione
enormi spazi, che in Europa non era possibile avere. Un’altra
influenza importante arrivò dalla crescita culturale europea e dal
Giappone che visitò nel 1905.
Era uno studente di ingegneria che però mostrò subito
un’inclinazione alla materia umanistica.
Malgrado i suoi numerosi progetti per fabbriche e insediamenti
urbani, diversamente da Le Corbusier, non si lasciò attrarre dalle
tematiche sociali e concepì l’abitare come un rapporto tra natura e
persone, più che tra persona e persona. Con mezzo secolo di attività
professionale e con oltre 500 progetti e lavori, la sua carriera può
essere divisa in 4 grandi periodi.
Il primo periodo è incentrato soprattutto sulle “Case della prateria”
costruite nell’area suburbana di Chicago. Nelle case unifamiliari di
questo periodo c’è un chiaro riferimento all’architettura giapponese
per il rapporto armonico che c’è tra edificio e natura e la ricerca
dell’asimmetria. Tale influenza si accentuò ancora di più nel secondo
periodo, perché Wright rimase a lungo in Giappone e costruì l’albergo
imperiale a Tokyo. Il terzo periodo fu più legato agli ideali europei e
fu caratterizzato da una serie di studi sul legame tra verde e
abitazione, come ad esempio la Fabbrica di Johnson, ma la sua opera
più famosa è la casa Kaufmann o Casa sulla Cascata in Pennsylvania.
La villa poggia su un pilastro di armato che la sospende su una
cascata di un ruscello; la zona abitativa si sviluppa su due piani più
una veranda superiore. L’enorme soggiorno, con finestre continue, si
affaccia sulla cascata. Le camere, sono più arretrate e alzate rispetto
al fiume in modo da essere più isolate dal punto di vista acustico.
Dall’esterno la casa appare come un prolungamento asimmetrico
della roccia stessa. Con i pilastri in pietra paralleli agli alberi mentre i
basamenti orizzontali sono in calcestruzzo armato e paralleli al piano
dell’acqua. Possiamo dire che è la natura a dare le linee guida
all’architettura di questa struttura.
L’opera più importante invece del quarto periodo è l’edificio del
Solomon museum di New York. La sua struttura è a spirale,
rappresenta vortici di acqua o aria quindi un riferimento alla natura o
il movimento dello spirito umano verso l’alto. Il volume esterno si
presenta si mostra come un tronco di cono, degradato alla base. La
luce entra tra le discrepanze tra i livelli e dalla cupola vetrata in alto
divisa in 12 spicchi. I lavori furono molto lunghi, complessi e costosi.
L’interno prevede uno spazio circolare circondato da una rampa
elicoidale che si dilata verso l’alto.
Wright definisce la sua una architettura organica, opposta al
sentimentalismo, ma non priva di sentimento, non concependo
l’ornamento frammentario, ma decisa a concepire l’intero organismo
architettonico come integrazione ornamentale della natura.

Modulor

Il modulor in realtà è un’unità di misura inventata da Le Corbusier ed


è basata sulle proporzioni della figura umana, di un uomo con il
braccio alzato combinando i numeri della serie di Fibonacci e la
geometria della sezione aurea. Le Corbusier studiò questa scala
dimensionale strutturandola su due scelte fondamentali, la prima
di tipo matematico e la seconda di tipo antropomorfo. Lo scopo era
quello di dimensionare gli ambienti interni di una abitazione secondo
queste norme ciò serviva a rendere l’abitazione a misura d’uomo
perché quest’ultima doveva essere una macchina da abitare

L’architettura organica
L'architettura organica è una branca dell'architettura moderna che
promuove un'armonia tra l'uomo e la natura, la creazione di
un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente
naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri
dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.), e naturali dell'intorno ambientale del
sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo, spazio
architettonico. Architettura organica corrisponde molto da vicino a società
organica. Così si può sintetizzare ciò che affermava il maestro fondatore e
il principale esponente di questa nuova maniera di concepire l'atto
architettonico: Frank Lloyd Wright.
Un'architettura che ha questa idea trainante, rifiuta la mera
ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, così come una società
organica dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esterna
contrastante con la natura dell'uomo. Indipendenza quindi da
ogni classicismo, ma libertà interpretativa di affrontare qualsiasi tema,
armonizzandolo con il tutto e cercandone soluzioni che in Wright sono
formalmente perfette.

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