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ARTE GOTICA

IL NUOVO STILE L’Europa nel 1300

CHE VIENE DAL NORD

A partire dal XII secolo, in Europa si forma-


no le grandi monarchie nazionali.
Inoltre, a seguito dei forti contrasti sorti tra
il re francese Filippo il Bello (1285-1314) e
il papa Bonifacio VIII (1294-1303), nel 1309
il papa Clemente V trasferisce la sede pa-
pale da Roma ad Avignone (in Francia),
dove rimane per circa settant’anni sotto lo
stretto controllo dei sovrani francesi.
Per tutto questo periodo, noto come “cat-
tività avignonese”, i territori italiani ap-
partenenti alla Chiesa acquistano sempre
maggiore autonomia e nascono piccole Si-
gnorie cittadine di cui i mercanti, i com-
mercianti e i banchieri, che costituiscono
il nuovo ceto sociale della borghesia, con-
tribuiscono a rafforzare il potere.

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ARTE GOTICA
Anche molti Comuni, dilaniati da lotte interne oppure in guer-
ra l’uno contro l’altro, si trasformano in Signorie, affidando
il governo delle città a persone in grado di garantire la pace.
Il Gotico tuttavia fiorisce in Francia intorno alla metà del XII
secolo estendendosi per tutto il XV. In Italia si afferma nel
XIII secolo per terminare all’inizio del XV. Il suo nome nasce
con accezione dispregiativa durante il Rinascimento, che
vede in quest’arte qualcosa di “barbarico” (da qui l’attribu-
zione alla popolazione barbara dai Goti, che però non esi-
stevano più da secoli).
Siena
L’arte gotica si era meritata questo giudizio negativo per-
ché le sue costruzioni non rispettavano le proporzioni armo-
niche dell’arte classica, il riferimento artistico per gli autori
rinascimentali. L’architettura gotica, al contrario, introduce
uno slancio verticale, una leggerezza e una complessità
strutturale mai visti prima nella storia dell’arte. Con la sua
ricchezza ed eleganza, il Gotico è espressione dei monar-
chi e dei “signori”.
In Italia, la forte frammentazione politica, ritarda l’evoluzio-
ne verso lo stile gotico. Ne consegue che gli edifici di questo
periodo presentano ancora forme massicce per via della
forte tradizione romanica. Firenze

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ARTE GOTICA
Il confronto tra Romanico e Gotico evidenzia il verticalismo e la leggerezza di quest’ultimo.
In particolare si passa dalla volta a crociera alla volta ogivale, dall’arco a tutto sesto all’arco a
sesto acuto, dalla parete massiccia con monofore alla parete interamente coperta da vetrate.
All’esterno gli archi rampanti prendono il posto dei contrafforti mentre la scultura si fa più allun-
gata e sinuosa. La pittura si impreziosisce di fondi oro e si esprime anche in complesse struttu-
re come i polittici, oltre alle pareti e alle volte.
romanica
arte

Sainte-Marie-Madeleine de portale del Battistero di Parma abside di San Martín a Fuentidueña abside della chiesa di Sant'Abbondio a Como Benedetto affreschi sulla volta dell'abbaziale di Saint-Sevin
Vézelay Antelami, Regina di sur Gartempe
Saba
gotica
arte

cattedrale di Rouen portale della cattedrale di Rouen abside e coro della cattedrale di Saint-Denis abside della cattedrale di Le-Mans Giovanni Pisano, Ma- Bernardo Daddi, Trittico con Madonna in
donna col bambino Maestà e santi

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ARTE GOTICA

L’ARCHITETTURA
guglia

A differenza del Romanico, torre


campanaria
volta
sorto contemporaneamen- testata ogivale
del transetto
te in varie zone d’Europa, transetto
coro

le prime cattedrali gotiche


compaiono in Francia e pinnacolo
sono caratterizzate da un cleristorio
con vetrate
grande sviluppo in altezza. arco a
triforio sesto acuto
All’interno, l’arco a tutto se- deambulatorio
sto tipico dello stile romani-
cappella
co, viene sostituito dall’arco radiale

a sesto acuto, che conferi-


sce una maggiore vertica-
lità alla struttura; le volte a
crociera diventano ogivali.
scala
I pilastri compositi del Ro- elicoidale

manico diventano pilastri a contrafforte pilastro polìstilo


o a fascio
fascio, composti da gruppi arco rampante

di sottilissime colonnine che rosone

proseguono sino alla volta. portale


strombato

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Questa ricerca di slancio, che corrisponde al nacoli vengono posti sui contrafforti, lungo gli
desiderio di avvicinarsi simbolicamente a Dio, archi rampanti e sugli spioventi del tetto e con-
comporta però dei rischi per la stabilità dell’e- tribuiscono a esaltare ancora di più lo slancio
dificio: per questo i pilastri esterni (contraffor- verticale dell’edificio.
ti) vengono irrobustiti e alla loro sommità sono Il tiburio, all’incrocio fra la navata e il transet-
collocati archi rampanti finalizzati a sostenere to, può dare origine a un’alta torre, che spesso
le spinte laterali. Questi archi sono abbelliti da termina con un altissimo pinnacolo. Altre due
cornici e da rilievi scolpiti e assumono così torri campanarie s’innalzano sulla facciata, in
anche una funzione decorativa. corrispondenza delle navate laterali. Spesso
Tipici della decorazione esterna sono gli ele- un grande rosone sovrasta l’ingresso princi-
menti architettonici a cono o a piramide molto pale e quelli sul transetto. Questo è costituito
allungata, detti “pinnacoli” (o guglie). I pin- da tre portali profondamente strombati.

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ARTE GOTICA
Tipico delle cattedrali gotiche è la presenza di La superficie dedicata alle vetrate aumenta
grandi vetrate polìcrome al posto delle pareti sempre di più nelle chiese gotiche fino ad ar-
esterne: la luce che ne penetra è espressione rivare ad esempi come la Sainte Chapelle di
del divino. Le vetrate, inoltre, illustrano pas- Parigi, in cui i muri perimetrali sono quasi del
si della Bibbia svolgendo così quella funzione tutto assenti e le vetrate, separate solo da sot-
“educativa” che nelle chiese romaniche era tilissimi pilastri, avvolgono l’intera struttura.
affidata alle sculture e agli affreschi.
video con la realizzazione di una vetrata

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ARTE GOTICA
CATTEDRALE DI SAINT-DENIS
Lo stile gotico viene infatti impiegato per la
prima volta nella ricostruzione del coro della
basilica francese di Saint-Denis (vicino a Pa-
rigi). Qui l’abate Suger, nel 1140, introduce
nuovi elementi architettonici che consento-
no di dare un grande slancio verticale all’edi-
ficio. Usando l’arco a sesto acuto e le volte
ogivali, può svuotare le pareti al di sopra del
deambulatorio e riempire con vetrate policro-
me sia il triforio che il cleristorio.
pinnacolo

La struttura portante è trasferita all’esterno, al volta

ogivale

doppio ordine di archi rampanti che si dipar- archi


rampanti

tono dai massicci contrafforti.


vetrata
visita virtuale dentro Saint-Denis contrafforte

cappelle triforio
radiali
arco a
sesto acuto

pilastro
a fascio

deambulatorio

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ARTE GOTICA
CATTEDRALE DI CHARTRES
È l’esempio più perfetto del Gotico francese.
Costruita dopo un incendio che nel 1194 rase
al suolo la chiesa precedente, presenta tre na-
vate molto slanciate (quella centrale è alta
36,50 m, quanto un palazzo di 12 piani!). Il
transetto le separa dall’area del coro, circon-
dato da un doppio deambulatorio e cinque
cappelle radiali.
Le pareti della navata presentano la tipica sud-
divisione in tre fasce orizzontali. Quella più
alta, detta cleristorio, è interamente occupata
dalle vetrate. Quella mediana, il triforio, è co-
stituita da un loggiato non accessibile. La par-
te inferiore presenta alte arcate a sesto acuto
sorrette da pilastri polistili.
Le pareti della navata centrale sono rinforzate
esternamente da doppi archi rampanti che
scaricano il peso su massicci contrafforti a gra-
doni. La facciata è del tipo a due torri. I portali
sono decorati con statue-colonne.
visita virtuale della Cattedrale di Chartres

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ARTE GOTICA
Le vetrate della cattedrale (176 finestre per un recentemente si è scoperto che il cosiddetto
totale di 2.600 mq) sono tutte originali e risa- “blu di Chartres” veniva realizzato metten-
lenti al XIII secolo. Sono note soprattutto per do nell’impasto vitreo il cobalto, una sostanza
l’intensità del colore blu. Si tratta di una tinta chimica che sarà utilizzata in pittura solo nel
la cui ricetta rimase segreta per secoli. Solo XIX secolo.

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ARTE GOTICA
IL GOTICO IN ITALIA
Rispetto agli altri paesi europei, in Italia il nuovo stile si affer-
ma parzialmente: qui, infatti, persistono le forme tradizionali
dell’architettura romanica e della pittura bizantina. L’arco a
sesto acuto risulta meno sviluppato e spesso non compaiono
le torri sulle facciate, né gli archi rampanti sui contrafforti. Le
finestre sono più piccole e la decorazione interna è affidata
agli affreschi.
Le nuove forme vengono introdotte soprattutto nelle architetture
commissionate dagli ordini religiosi (sia da quelli di più antica
fondazione, come i Cistercensi, sia da quelli nati durante il XIII
secolo, come i Francescani e i Domenicani), nelle quali gli ele-
menti del nuovo stile si fondono con quelli romanici e classici.

Abbazia cistercense di Fossanova, 1163-1208 interno della chiesa abbaziale Campanile del Duomo di Firenze (Giotto)

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ARTE GOTICA
BASILICA DI SAN
FRANCESCO
Uno dei primi esempi di architettura gotica
in Italia è la Basilica Superiore di San
Francesco ad Assisi. La chiesa, iniziata
nel 1228 e completata nel 1253, si
compone di tre livelli: una cripta con la
tomba del Santo, una basilica inferiore
luogo di celebrazioni liturgiche e una
superiore per la preghiera per la
predicazione comunitaria. Entrambe
presentano piante cruciformi commisse ad
una navata. Le campate quadrate sono
coperte da volte a crociera con archi a
sesto acuto, sostenuto da fasci di colonnine
che sporgono dalle pareti. La basilica
inferiore presenta pilastri possenti e volte
basse ed archi ad altezza d’uomo, fa da
sostegno alla Basilica superiore

visita virtuale nella Basilica di San Francesco

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ARTE GOTICA
BASILICA SUPERIORE DI SAN
FRANCESCO
La basilica superiore, in particolare, ha propor-
zioni slanciate ed è coperta da volte a crocie-
ra ogivali che, assieme alle alte bifore vetrate
e ai pilastri a fascio sulle pareti, fanno della
basilica uno dei capolavori del Gotico italiano.
Non mancano elementi gotici anche all’ester-
no come gli archi
rampanti o il ro-
sone, ma la fac-
ciata a capanna
e le cornici oriz-
zontali riportano
l’insieme al gusto
romanico.

visita virtuale nella Basilica di San Francesco

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ARTE GOTICA : modelli mendicanti a FIRENZE
SANTA MARIA NOVELLA
Progettata dai frati domenicani Sisto e
Ristoro. La pianta è di tipo conventuale a
croce commissa, divisa in tre navate e
scandita da sei campate su pilastri snelli.
Sul transetto si apre un coro con due
cappelle per lato. Gli archi e le volte a
crociera sono caratterizzati da costoloni a
bande alterne, bianche e verdi. I materiali
utilizzati sono: la pietra serena grigia per i
pilastri, cotto rosso per il pavimento.

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ARTE GOTICA : modelli mendicanti a FIRENZE
BASILICA DI SANTA CROCE
Commissionata dai frati francescani allo sculture-architetto Arnolfo di Cambio. La pianta
è di tipo conventuale a croce commissa, divisa in tre navate e scandita da sette campate
su pilastri poligonali. Sul transetto si apre un coro poligonale con cappelle rettangolari.
L’interno di questa chiesa-fienile appare come una grande piazza coperta, simile ad
un’aula magna. Manca il verticalismo. Il tetto è in legno a capriate, povero e dimesso.

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ARTE GOTICA : Santa Maria del Fiore
DUOMO FIRENZE- SANTA
MARIA DEL FIORE 1296-1412
Nel 1285, a Firenze, si stabilì di
ampliare l’antica e oramai fatiscente
cattedrale di Santa Reparata,
risalente al VI secolo. Il progetto fu
affidato all’architetto e
scultore Arnolfo di Cambio (XIV
secolo), il quale pose la prima pietra
nel 1296. La nuova cattedrale
sarebbe stata dedicata alla Madonna
e battezzata, nel 1412, Santa Maria
del Fiore (un chiaro riferimento al
giglio dello stemma di Firenze).
Venne consacrata il 25 marzo del
1436. La costruzione dell’edificio
durò quasi due secoli, escludendo la
realizzazione dell’attuale facciata che
risale invece all’Ottocento.

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ARTE GOTICA Santa Maria del Fiore
Cattedrale di Santa Maria del
Fiore, pianta del progetto di
Arnolfo di Cambio (scuro) e della
chiesa attuale (chiaro).

La pianta presenta un corpo longitudinale, a tre


navate con quattro campate, che si innesta in un
ampio vano ottagonale simile, per forma e
dimensioni, al vicino Battistero romanico. Tre lati
dell’ottagono si aprono in altrettanti nicchioni,
coronati a loro volta da cappelle. L’interno appare
ampio e grandioso, grazie alle crociere ogivali
sostenute da possenti pilastri compositi. La massiva
sobrietà delle strutture disadorne richiama
certamente la tradizione romanica; tuttavia, è senza
dubbio gotico il gioco dei pilastri collegati dagli archi
a sesto acuto; allo stesso modo, sono gotiche le
cappelle a raggiera e le alte finestre a bifora.

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ARTE GOTICA Santa Maria del Fiore- CAMPANILE
La torre, separata dal corpo della chiesa, è
a pianta quadrata e presenta una struttura
compatta, rinforzata agli angoli da robusti
contrafforti a sezione ottagonale. La sua
costruzione, che alla morte di Giotto era
giunta alla prima cornice, fu continuata
da Andrea Pisano e terminata nel 1357 da
Francesco Talenti e Neri di Fioravante.
All’esterno, sia la cattedrale sia il
campanile presentano un rivestimento in
marmi policromi (bianco, verde e rosso),
con un disegno più raffinato nella torre
(secondo gli intenti di Giotto) e più
essenziale nelle pareti del Duomo, a
imitazione del motivo a bande che decora
il Battistero.

Giotto, Campanile della Cattedrale di Santa


Maria del Fiore, 1334-57

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ARTE GOTICA
DUOMO DI ORVIETO

-PROGETTISTA: Capomastro del


cantiere Lorenzo Maitani (1310)

-FACCIATA
Parte inferiore presenta tre portali
(il centrale a tutto sesto, i laterali a
sesto acuto, sormontati da
Ghimberghe triangolari).
Fascia centrale: loggia ad archetti
su colonnine.
Grande rosone centrale.
Quattro pilastroni energici
sostenuti da alti basamenti e
conclusi da pinnacoli.
Coronamento in tre cuspidi
triangolari
Duomo di Orvieto XIV SEC

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ARTE GOTICA
DUOMO DI MILANO

Il Duomo di Milano è il
monumento simbolo di Milano ed
è situato nell'omonima piazza nel
centro della città.
Il Duomo fu costruito (1386) per
volere dell'arcivescovo, Antonio
da Saluzzo e del signore di
Milano Gian Galeazzo Visconti. La
chiesa è a pianta cruciforme ,a 5
navate, con transetto a tre absidi
e volte a crociera costolonate. Un
grande tiburio si innalza
dall’incrocio dei bracci. L’alzato,
tutto in marmo rosa, è arricchito
da archi rampanti, pinnacoli,
guglie, e ricami marmorei, aperto
da finestroni tripartiti.

CORSO DI DISEGNO E STORIA DELL’ARTE Duomo di MILANO ( 148 Mt per 87 Mt)


ARTE GOTICA
ARCHITETTURA CIVILE
In questo periodo fiorisce anche
l’architettura civile: la città si al-
larga e al suo interno i nobili e i
ricchi borghesi si fanno costrui-
re alte torri merlate e imponenti
Maschio angioino, Napoli Ca’ d’Oro, Venezia
palazzi.
La piazza continua a essere il
centro della vita cittadina: accanto
alla cattedrale sorgono nuovi pa-
lazzi nei quali hanno sede gli or-
gani di governo della comunità. Palazzo Ducale, Venezia

Inizialmente questi “Palazzi pub- Palazzo Gotico, Piacenza


blici” appaiono massicci e chiu-
si, simili a strutture militari, ma
in seguito acquistano forme più
eleganti, aprendosi sulla piazza
con ampi loggiati, in cui spesso si
radunano le assemblee.
Sorgono anche nuovi castelli, sia
in città che nel territorio. Palazzo Vecchio, Firenze

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ARTE GOTICA
CASTEL DEL MONTE
Nell’Italia meridionale si sviluppa soprattutto
l’edilizia militare e vengono costruiti castelli come
quello realizzato da Federico II ad Andria, vicino Bari,
caratterizzati da una struttura geometrica e
compatta. Il castello, edificato tra il 1240 e il 1246,
sorge su una collina per poter controllare il territorio.
La struttura ha forma ottagonale con otto torri della stessa
forma lungo gli spigoli e un cortile centrale, anch’esso ottago-
nale. Nonostante l’aspetto massiccio il castello non aveva
scopi difensivi come dimostra la mancanza del fossato e delle
caditoie.
Le torri ospitano tre scale a chiocciola ma anche ambienti di
servizio. Le otto sale trapezoidali erano adibite ad usi abitativi.
La copertura è realizzata mediante una volta a crociera ogi-
vale costolonata (un sistema tipico dell’architettura gotica),
completata da due porzioni triangolari di volta a botte ogivale.
Un altro elemento che richiama lo stile gotico è la forma delle
finestre, quasi tutte bifore a sesto acuto con due panche in-
serite alla base per consentire agli abitanti del castello di poter
sostare comodamente vicino ad una fonte di luce.

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ARTE GOTICA
LA SCULTURA
I nomi più importanti della scultura gotica
italiana sono quelli di Nicola Pisano (1220-
1284) e suo figlio Giovanni Pisano (1248-
1315). Osservando i loro pulpiti scolpiti si
nota una progressiva adesione al linguag-
gio gotico attraverso una maggiore densità
dei personaggi e il dinamismo delle scene. Nicola e Giovanni Pisano, Fontana Maggiore, 1278,
Perugia

Nei pulpiti di Nicola è ancora evidente un


gusto classico nell’organizzazione dei
pannelli mentre in quelli di Giovanni le
membrature architettoniche diventano for-
me scultoree portando a quella fusione
delle arti tipica del Gotico.
Entrambi superano le proporzioni tozze
della scultura romanica per raggiungere
forme più aggraziate e mosse.
Assieme lavorano alla Fontana Maggiore
di Perugia, una struttura a due vasche con
pannelli scolpiti a bassorilievo dal delicato
effetto chiaroscurale.
Nicola Pisano, Pulpito del Battistero di Pisa, 1260 Giovanni Pisano, Pulpito del Duomo di Pisa, 1310

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ARTE GOTICA

LA PITTURA

In tutt’Europa la pittura perde di impor-


tanza tranne che in Italia dove, fino
alla prima metà del Duecento, prevale
ancora la tradizione bizantina, supe-
rata a partire dalla seconda metà del
secolo dagli artisti di Siena e Firenze
che cercano una forma espressiva
più vicina alla realtà, una maggiore
resa dello spazio, una descrizione at-
tenta dei sentimenti.
Caposcuola dei pittori fiorentini è Ci-
mabue (metà ‘200-1302). Le sue figu-
re sono vigorose e cariche di umani-
tà, le sue composizioni monumentali
mostrano una grande ricerca di mo-
vimento come nella Crocifissione
della Basilica superiore di Assisi (oggi
rovinata per via dell’ossidazione della
biacca, il bianco di piombo).

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ARTE GOTICA
Tristemente noto è an-
che il suo Crocifisso per
la chiesa di Santa Cro-
ce a Firenze: alto quasi
4 m, presenta Cristo in
una posa sinuosa e un
naturalismo rivoluzio-
nario. Il chiaroscuro sug-
gerisce una fonte di luce
laterale e la tridimensio-
nalità del corpo.
Con la tragica alluvione
del 4 novembre 1966 fu
irrimediabilmente dan-
neggiato perdendo il 70%
della superficie pittorica
e divenendo il drammati-
co simbolo di una per-
dita inestimabile.

Approfondimenti sull’alluvione:
- Video Gli angeli del fango
- Video Firenze 1966, l’alluvione

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ARTE GOTICA GIOTTO DA BONDONE (1267-1337 )
GIOTTO
La rappresentazione del vo-
lume, del movimento e delle
espressioni viene ulterior-
mente sviluppata da Giotto
(1267-1337), un allievo di Ci-
mabue.
Nei suoi dipinti supera defi-
nitivamente la tradizione bi-
zantina restituendo tridimen-
sionalità ai corpi e allo spazio,
anche quando utilizza il fon-
do oro. I suoi panneggi sono
plastici, classicheggianti.
Per questo Boccaccio lo de-
finì “il miglior dipintor del
mondo” e il pittore Cennino
Cennini dirà “Giotto rimutò
l’arte del dipingere di greco
in latino” considerandolo l’i- video sul Crocifisso di S.Maria Novella
niziatore della pittura moder- video sulla Maestà di Ognissanti

na italiana. video: Giotto da Bondone di Giorgio Gaber

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GIOTTO Maestà di Ognissanti 1310 Uffizi (FI)
La Maestà di Giotto, o Madonna di Ognissanti, è un dipinto a
tempera su una tavola di 325 cm x 204 realizzato a Firenze
intorno al 1310. Il suo linguaggio pittorico è ormai lontano dalla
tradizione bizantina. La Maestà raffigura la Madonna sul trono
con in braccio Gesù, circondata da santi e angeli. Giotto
rivoluziona la tradizione iconografica duecentesca
enfatizzando i volumi delle figure e la profondità dello spazio. Il
trono è una costruzione architettonica tridimensionale,
alleggerita da aperture laterali che lasciano intravedere le
figure di due santi e contribuiscono ad aumentare la profondità
dello spazio. La Maestà di Giotto segna anche la fine della
frontalità propria delle figure bizantine. La Madonna posa quasi
di tre quarti mentre i santi e gli angeli che offrono i gigli sono
di profilo. Lo sguardo della Vergine non è più dritto e immobile
ma leggermente rivolto verso sinistra. La gravità dei volti è
addolcita da un uso nuovo del colore: Giotto abbandona
l’illuminazione diffusa e irreale e sceglie variazioni di tono più
naturali. La luce ambientale contribuisce alla costruzione dei
volumi e delinea il corpo della Vergine sotto le vesti,
esaltandone la femminilità, il rapporto materno con il Bambino,
la sua profonda umanità e vicinanza al mondo terreno. Dal
1990 al 1991 la Pala d’altare affronta un difficile restauro. Dal video sulla Maestà di Ognissanti
1919 La Maestà di Giotto è esposta alla Galleria degli Uffizi di
Firenze.
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Giotto Crocifissione S.Maria Novella 1290
Il Crocifisso di Giotto nella Chiesa di Santa Maria Novella
è una tempera su tavola Commissionata dai frati
Domenicani e realizzata intorno al 1290, spicca per la sua
distanza dall’immobile spiritualità della pittura bizantina
e anticipa la raffinatezza stilistica che Giotto raggiungerà
nei crocifissi realizzati negli anni successivi.
Ma Giotto va oltre, e sceglie di rappresentare la
dimensione umana del Cristo con un nuovo linguaggio
pittorico attento alla plasticità delle forme. Il corpo di
Gesù cede alla forza di gravità, cade pesantemente verso
il basso. La figura acquisisce tridimensionalità,
concretezza, volume. Le mani, ormai prive di forza, sono
dipinte con grande naturalezza e senso della profondità
spaziale. I piedi, sovrapposti e fissati alla croce con un
unico chiodo. Un getto di sangue schizza con forza dalla
ferita nel costato. Alle estremità della tavola orizzontale
sono raffigurati la Vergine e San Giovanni. Il loro
sguardo diagonale segue la direzione delle braccia. In
basso, sulla base trapezoidale, Giotto dipinge alcune
rocce che rappresentano una chiara allusione al monte
Calvario; questo riferimento scenografico trasporta in
qualche modo il crocifisso all’interno di un paesaggio
video sul Crocifisso di S.Maria Novella
reale.
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GIOTTO Le storie di San Francesco, Basilica sup. Assisi 1290-95
Tra il 1290 e il 1295 dipinge i 28 affreschi (pannelli alti ben 270 cm) sulla Vita di San Francesco
all’interno della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi. Qui sono presenti delle
novità: il cielo, che nell’arte bizantina era sempre color oro, adesso è azzurro; le architetture
sono realizzate in prospettiva, sebbene ancora intuitiva.
Nella scena del Dono del mantello, il giovane Francesco regala il suo mantello a un cavaliere
caduto in povertà. Il gesto è spontaneo, umano, com’è spontaneo il cavallo che bruca l’erba. Die-
tro i personaggi scompare il tradizionale fondo astratto per lasciare il posto a un paesaggio vero:
due monti rocciosi che convergono verso la testa del Santo, sui quali sorgono la città di Assisi a
sinistra e un monastero a destra. Le
architetture sono rese con tridimen-
sionalità. La stessa ricerca di volume
è evidente nel mantello e nell’abito
del cavaliere, le cui pieghe sono mo-
dellate da un forte chiaroscuro.
video sugli affreschi in San Francesco

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GIOTTO , Il Compianto, Cappella degli Scrovegni 1306-08
COMPIANTO (1306-1308), Cappella degli Scrovegni, Padova
Questo affresco fa parte di un vasto ciclo, commissionato a Giotto dal ricco banchiere
padovano Enrico degli Scrovegni, che ha come tema la redenzione dell’umanità dal
peccato. Sulle pareti laterali in trentasette riquadri sono rappresentate le Storie della
Vergine e le Storie di Cristo; sul- la controfacciata è invece affrescato un grandioso
Giudizio universale, sulla volta un cielo stellato.
Qui è rappresentato uno degli episodi della vita di Cristo, quello in cui, dopo la sua
deposizione dalla croce, viene pianto da sua madre e dai discepoli.

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GIOTTO
Il centro della composizione si trova in
basso a sinistra, dove sono i volti della
Madonna e di Cristo. Qui convergono gli
sguardi degli altri personaggi e anche
quello dell’osservato- re, indirizzato verso
questo punto dalla linea discendente della
roccia.
Le figure verticali ai lati del dipinto danno
mag- gior risalto alla tensione emotiva
dei perso- naggi raffigurati al centro. Le
due donne in primo piano sono
rappresentate di spalle e hanno un
volume pieno e compatto. Le figure sono
contornate da linee scure che le fanno
risaltare dal fondo e le distacca l’una
dall’altra.

video sulla Cappella degli Scrovegni


GIOTTO
Si avverte un forte senso dello spazio, nel quale le figure si dispongono con
naturalezza, su diversi piani di profondità. I colori sono brillanti e al posto del fondo
oro c’è un bellissimo cielo azzurro. Le ombre sono suggerite da pennellate di colore
scuro poste accanto a zone luminose, ottenute con tonalità più chiare, che danno alle
figure un senso di volume. Tutti i personaggi esprimono un dolore intenso, ma umano,
composto e dignitoso: solo gli angeli in cielo si dispe- rano (uno di loro si strappa
addirittura i capelli).
Anche il paesaggio sembra partecipare, nella sua aridità, al dramma che stanno vivendo
le per- sone. Per il senso del volume e dello spazio, oltre che per il realismo e per la
grande espressi- vità, questo affresco testimonia la grande rivoluzione operata da Giotto
in campo pittorico.

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