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ROMANICO PADANO

L'originalità del Romanico padano

Il Romanico padano è:
● Precoce (seconda metà X secolo)
● Esteso (dal Piemonte, all'Emilia-Romagna, al Veneto)
● Differenziato (in scuole locali: comasca, pavese, piemontese,
milanese, emiliana)
Semplicità

Il Romanico padano
inizia a manifestarsi
con le PIEVI,
chiesette sorte su
importanti vie di
comunicazione a
controllo del
contado
L'architettura della
pieve è semplice
S.Vincenzo a Galliano
(Como), dal 1007
Monumentalità: S. Abbondio a Como

Il Romanico padano si
manifesta invece
con forme
germaniche, severe
e massicce, nei
cantieri più
importanti (abbazie)
Basilica di
S.Abbondio
(1010-1095)
● Interno elevato
● Le cinque navate
● Le torri quadrate
● Il presbiterio
sovradimensionato
S. Michele a Pavia

A Pavia: S. Michele, VII sec.,


poi ricostruita all'inizio del
XII secolo
● Monumentale (Pavia
capitale longobarda e poi
feudo imperiale, qui fu
incoronato Federico
Barbarossa nel 1155)
● Pietra arenaria
● Facciata “a vento”,
tripartita da pilastri a
fascio, una loggia e altre
aperture al centro,
bassorilievi
Interno di S. Michele a Pavia

Interno a tre navate, matroneo, transetto, presbiterio


sopraelevato, volte a crociera, tiburio
Un modello piemontese
● Il Piemonte è una terra di
confine tra il Romanico
lombardo e transalpino
● Guglielmo da Volpiano e
l’ambone di S.Giulio
● Chiesa abbaziale di
S.Maria a Vezzolano
(1095), Asti
La facciata è originaria:
● A salienti, a fasce di cotto e arenaria
● In verticale è tripartita dai
contrafforti
● In orizzontale è scandita da tre
ordini di loggette cieche
La facciata di S. Maria a Vezzolano

● Bifora ornata da statue


● Cornici a dente di sega
● Bacini ceramici
La Basilica di S. Ambrogio

● Fase paleocristiana
IV secolo (386, fondazione
con S.Ambrogio)
● Fase carolingia
VIII-IX secolo (monastero,
campanile dei monaci,
absidi e altare)
● Fase romanica
XI secolo (dal 1080
all'inizio del XII secolo)
Il quadriportico

E’ fusione tra:
● la città comunale
(funzione civile per
assemblee e fiere)
● e la basilica (replica
la chiesa)

La facciata
Il tiburio
L’armonia degli spazi interni

Campata quadrata e unitaria (manca il cleristorio), volte a crociera (tra le più


antiche), sorrette da archi ribassati e pilastri (a fascio alternati ai cruciformi) e
dai matronei e contrafforti esterni
La luce

La luce definisce lo
spazio con il
chiaroscuro

L'effetto: solenne e
maestoso come negli
antichi monumenti
classici
Il Duomo di S. Geminiano

A Modena (1099-1184):
● Voluto dalla città (canonici e
cittadini più importanti): un
segno della libertà spirituale e
civile del Comune
● Anche architettonicamente
rivela questa relazione con la
città: il fianco destro si apre
sulla piazza grande
In dialogo con la comunità
L’architetto Lanfranco
A Modena lavorano due
eccellenze:

LANFRANCO,
architetto celebrato in
una lapide sull'abside
famoso per
ingegno...sapiente ed
esperto...direttore e
maestro; di lui è noto il
nome
Lo scultore Wiligelmo

WILIGELMO,
scultore, citato in una
iscrizione in facciata, tra
i profeti Enoc ed Elia,
ideatore dell'intero
complesso decorativo,
operò in stretta
connessone con
Lanfranco

Inter scultores, quanto sis dignus onore,


claret scultura nunc Wiligelme tua (“Fra gli
scultori quanto tu sia degno d'onore lo
mostra ora la tua scultura, oh Wiligelmo”)
Il rigore progettuale della facciata

Chiara definizione spaziale:


facciata a salienti, tripartita da
due robusti contrafforti
motivo del triforio inscritto in
arcate cieche
decorazione ad archetti pensili
giochi chiaroscurali: protiro
con loggetta

(rosone, pinnacoli, i due portali laterali e la


Ghirlandina sono gotici)
L’interno

Raccolto, in cotto, pilastri a fascio alternati a colonne, finto matroneo


con triforio, cleristorio molto alto, capriate sostituite con volte a
crociera; presbiterio rialzato con pontile e cripta
Il pontile

Struttura architettonica che separa il presbiterio dalle navate e che


consiste in una sopraelevazione percorribile con balaustra sorretta da
colonne (alle estremità scala e pulpito)
Wiligelmo, Storie della Genesi

Cristo in mandorla, Creazione di Adamo, Creazione di Eva, Peccato originale


il ritmo narrativo degli archetti pensili (continuità con l'architettura del Duomo)
la compresenza di simboli e realtà terrena (Cristo in mandorla e Angeli affaticati)
volumetria e senso anatomico
gestualità
Wiligelmo, Storie della Genesi

Il Rimprovero, la Cacciata dal Paradiso, la Condanna al lavoro


Scansione ritmica
Gestualità (mani e teste di Adamo ed Eva)
La dignità del lavoro
Wiligelmo, Storie della Genesi

Presentazione dei doni di Abele e Caino, Uccisione di Abele, Caino


interrogato da Dio
Mandorla con telamone affaticato
Abele cade come un burattino spezzato
Gestualità di Dio con il cartiglio: Ubi est Abel, frater tuus?
Wiligelmo, Storie della Genesi

Il cieco Lamech uccide Caino, L'arca di Noè, Noè e i figli tornano sulla terra dopo
il diluvio
Non è un episodio biblico, ma tramandato dalla tradizione ebraica
Realismo di Caino, colpito a morte, che si aggrappa all'albero
Centralità dell'Arca e del suo significato salvifico (non compaiono le vittime del diluvio)
Analisi iconologica di S. Geminiano

● La continuità con l'antichità classica (per il


materiale lapideo antico e per il recupero della dignità della dimensione
umana)

● Il richiamo alla Chiesa delle origini (per la pianta


basilicale paleocristiana)

● Il valore del lavoro umano come riscatto (per le


murature massicce, la definizione dei volumi, il lavoro dei progenitori)

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