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Esercitazione scritta in
“Dottrina e storia dell’immagine nel cristianesimo”
Studente Docente
Derni Dott. Loris
matricola n.11029 Prof. Gardini Giovanni
CENNI DI STORIA
Dopo l'anno 1000 fu innalzata una basilica a tre navate e tra il 1001 e il 1026 venne
edificato il monastero Benedettino, dove i Monaci organizzarono la loro vita secondo il
programma di San Benedetto “Ora et Labora”, facendo del complesso Abbaziale un centro di
culto Mariano per la città e la valle circostante. Arricchitosi considerevolmente nel corso
del XIII secolo, il complesso accolse, nel 1318, la Statua della Madonna che proveniva dalla
vicina Chiesa di Montereale.
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ABBAZIE e CONVENTI, La Madonna del Monte Cesena, Pazzini Editore, Verucchio (FC) 1993, p.11.
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La Madonna del Monte di Cesena
Data fondamentale per la storia del Santuario di Santa Maria del Monte, è dunque il
1318, anno in cui l’Abate Odondeo cedette all’allora Vescovo di Cesena Giovanni
Ricciardelli, la Pieve di Montereale, riservandosi di trasferire al Monastero la statua della
Madonna, già molto venerata2.
Fin da subito, si ebbe un’ampia manifestazione popolare e un più diffuso culto che si
estese ben oltre i confini di Cesena, con la realizzazione di piccole tavolette votive per grazia
ricevuta: gli ex-voto3.
La presenza della Statua della Madonna, da allora, è strettamente legata alle vicende
di Cesena e nelle varie guerre, il Monte fu spesso espugnato come roccaforte per conquistare
Cesena: la statua della Madonna del Monte fu dunque testimone di incendi, saccheggi, e
distruzioni, ma sempre con l’impegno dei Monaci e dei Cesenati a lei devoti, si riuscì a
ricostruire la Basilica sempre più sontuosa e mirabile di prima.
La statua della Madonna del Monte, fu quindi spettatrice della profanazione e della
successiva fortificazione del complesso abbaziale da parte di Francesco Ordelaffi: vide
rifiorire una prima volta l’Abbazia sotto i Malatesta e visse il suo "secolo d'oro" nel ‘500,
diventando un vero e proprio punto di riferimento della cultura cesenate.
Lungo il corso dei secoli, la Statua della Madonna del Monte di Cesena, accolse
numerose personalità e ricevette altresì la visita di numerosi pontefici. Tra il 1536 e il 1548 la
chiesa abbaziale, venne ad assumere le fattezze attuali, secondo il progetto di Domenico
Garavini da Brisighella, forse su disegno originale dello stesso Bramante.
Centro della vita artistica della città, la Madonna del Monte di Cesena, vide
sensibilmente migliorare la Basilica che la ospitava, vedendo all'opera alcuni tra i migliori
artisti del tempo, attivi nel cesenate: Scipione Sacco, Girolamo Longhi e Francesco Masini,
nonché il giovanissimo Giuseppe della Valle di Scalve, che tra il 1560 e il 1562 realizzò lo
splendido coro in noce.
Importanti anche gli interventi di Francesco Morandi detto il Terribilia, cui si devono
la cupola (decorata dal Masini tra il 1568 e il 1571) e l'originale scalone in pietra, e di
Alessandro Corsi che, nel 1588 fu l'autore del monumentale pozzo del Chiostro Grande.
2
Ib., p. 12.
3
L. NOVELLI e M. MASSACCESI, (presentazione del prof. Mario Salmi), L’Ex-voto nel Santuario della Madonna del
Monte di Cesena, Badia di Santa Maria del Monte, Cesena 1961.
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La Madonna del Monte di Cesena
La Statua della Madonna del Monte di Cesena, fu tuttavia anche testimone di alcuni
eventi nefasti, che si protrassero per tutto il settecento, aggravata dal terribile terremoto
del 1768 che distrusse la cupola della Basilica, che fu ricostruita da Pietro Carlo Borboni e
venne poi decorata da Giuseppe Milani dal 1773 al 1774.
Papa Pio VII Chiaramonti, che in giovane età fu novizio proprio presso l’Abbazia del
Monte di Cesena, quando divenne papa il 1º maggio del 1814 incoronò la Statua della
Madonna del Monte e, nell'atto del testamento, destinò l'intero complesso ai monaci: solo
nel 1888, superate varie traversie, i Monaci Benedettini poterono tornare definitivamente al
Monte di Cesena.
Durante la seconda guerra mondiale, la Statua della Madonna del Monte di Cesena
ed il complesso Abbaziale, accolsero e consolarono numerosi sfollati, subendo altresì un
devastante bombardamento.
Nella seconda metà del XX secolo, con la ricostruita Abbazia e la riapertura del
Laboratorio per il restauro del libro antico, il complesso tornò ad essere mèta di numerosi
turisti e pellegrini, ritrovando il suo ruolo propulsivo della cultura, tramite l'organizzazione
di numerosi concerti di musica classica, convegni, conferenze, che ponevano sempre al centro
lei: la Statua della Madonna del Monte di Cesena.
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La Madonna del Monte di Cesena
L’aspetto è di una serena ed amabile maestà: il collo snello, la persona eretta ma non
rigida, la mano destra in atto di benedizione, mentre la sinistra sorregge il Bambino.
La tunica color turchino scuro le cade fluida sino ai piedi, è chiusa alla sommità del
petto da una specie di “razionale” formato da due piastre di rame sbalzato (uno è andato
perduto)4. In quello rimasto è visibile la Vergine adombrata dallo Spirito Santo: da questi
elementi si può dedurre che l’insieme rappresentasse l’Annunciazione.
La testa della Vergine è coperta da un velo, che lascia intravedere sulla fronte un sottile
arco di capelli, mentre nel velo si stende il manto bianco che scende a ricoprire tutta la parte
posteriore della persona, laddove un abbondante lembo si estende in molli pieghe fin sotto le
ginocchia.
4
ABBAZIE e CONVENTI, La Madonna del Monte Cesena, cit.p.21.
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La Madonna del Monte di Cesena
Questi pregi nelle fattezze della Statua della madonna del Monte, non li possiamo
tuttavia estendere al Bambino, che manca della stessa finezza e della medesima grazia.
Si aggiunge che anche la tunica del Bambino, risulta essere stridente se messa a confronto
con i colori così temperati e morbidi della Madonna. Non è difficile pensare che il Bambino
rappresenti un’aggiunta posteriore, mal riuscita5.
La corona sul capo della Vergine, è invece quella postavi da Pio VII, di ritorno dalla
prigionia di Fontanbleau.
Il gesto del Pontefice, già Monaco di questa Abbazia, è l’unico che darebbe valore al diadema,
in sé povera cosa, ma la sola che si potè avere in quei tristissimi tempi.
5
Ib., p. 21.
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La Madonna del Monte di Cesena
Alcuni dipinti della Cesena antica introducono al deambulatorio dove è custodita parte
della preziosissima collezione di ex-voto, una tra le più ricche e antiche d’Europa.
Veri e propri sguardi su un passato più o meno remoto: molte pagine della storia locale
e di quella della Basilica (una tavoletta, ad esempio, mostra la sistemazione del presbiterio a
metà ‘600) sono state, infatti, rappresentate grazie alle immagini giunte a noi con questa
splendida collezione.
Non può sfuggire l’ingenuo candore e nello stesso tempo la ricchezza di cromatismo
ed espressione di queste piccole opere d’arte: se in molte si nota il carattere artigianale,
contento dell’immediatezza d’espressione, in non poche si scorge la mano d’autentici pittori,
soprattutto nelle più antiche del 1400-1500. Composizioni perfette, dal disegno semplice, ma
sicuro, che ricordano autentiche pale d’altare.
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La Madonna del Monte di Cesena
FONTI BIBLIOGRAFICHE
AA.VV.,
Gli ex-voto per guarigioni esistenti nel Santuario della Madonna del Monte di Cesena, riferentesi al
secolo 18/mo,Tip.sociale, Fermo 1963
ABBAZIE e CONVENTI,
La Madonna del Monte Cesena, Pazzini Editore, Verucchio (FC) 1993
D.CAPELLINI,
Guida di Cesena, Città Malatestiana, Il Ponte Vecchio, Cesena 2001
L. CRIPPA e G. ZAMAGNI,
Il Santuario di Santa Maria del Monte in Cesena: storia, devozione e culto, Badia di Santa Maria del
Monte, Cesena 2006
P. MORESSA,
Guida storico-artistica di Cesena e del suo comprensorio. Il monte, il ponte, il fonte, Foschi, Forlì 2008
L. NOVELLI e M. MASSACCESI,
(presentazione del prof. Mario Salmi), L’Ex-voto del Santuario della Madonna del Monte di Cesena,
Badia di Santa Maria del Monte, Cesena 1961
G.SPINELLI e AA.VV.,
Un papa, la madonna e il loro monastero: 1814-2014, Stilgraf, Cesena 2014