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Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna

Istituto Superiore di Scienze Religiose


“Alberto Marvelli”

La Madonna del Monte di Cesena

Esercitazione scritta in
“Dottrina e storia dell’immagine nel cristianesimo”

Master universitario di I livello in


“Valorizzazione dell’Arte sacra e del Turismo religioso”

Studente Docente
Derni Dott. Loris
matricola n.11029 Prof. Gardini Giovanni

Anno Accademico 2015-2016


La Madonna del Monte di Cesena

CENNI DI STORIA

Abbazia Benedettina di Santa Maria del Monte a Cesena (FC)

La Statua della Madonna del Monte di Cesena, oggetto di questa breve


dissertazione, trova la sua collocazione all’interno dell’imponente complesso Abbaziale
Benedettino di “Santa Maria del Monte”, che sorge sul Colle Spaziano a Cesena (FC).

Le prime notizie storiche riguardanti l’Abbazia di S.Maria del Monte, le abbiamo da


San Pier Damiani (1049), il quale parla diffusamente dell’origine del Monastero e del culto
Mariano che vi si instaurò.1 Un tempo, il Colle Spaziano, era ricoperto da un fitto bosco e
secondo San Pier Damiani (Vita Mauri, 1044-1072), il vescovo Mauro (903-955 circa), era
solito ritirarsi spesso in preghiera.
Dopo la morte del Vescovo Mauro, secondo la tradizione, sul luogo di sepoltura si
susseguirono molteplici miracoli, la venerazione popolare crebbe e la piccola celletta da lui
costruita venne successivamente ampliata.

Dopo l'anno 1000 fu innalzata una basilica a tre navate e tra il 1001 e il 1026 venne
edificato il monastero Benedettino, dove i Monaci organizzarono la loro vita secondo il
programma di San Benedetto “Ora et Labora”, facendo del complesso Abbaziale un centro di
culto Mariano per la città e la valle circostante. Arricchitosi considerevolmente nel corso
del XIII secolo, il complesso accolse, nel 1318, la Statua della Madonna che proveniva dalla
vicina Chiesa di Montereale.

1
ABBAZIE e CONVENTI, La Madonna del Monte Cesena, Pazzini Editore, Verucchio (FC) 1993, p.11.
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La Madonna del Monte di Cesena

Data fondamentale per la storia del Santuario di Santa Maria del Monte, è dunque il
1318, anno in cui l’Abate Odondeo cedette all’allora Vescovo di Cesena Giovanni
Ricciardelli, la Pieve di Montereale, riservandosi di trasferire al Monastero la statua della
Madonna, già molto venerata2.

Fin da subito, si ebbe un’ampia manifestazione popolare e un più diffuso culto che si
estese ben oltre i confini di Cesena, con la realizzazione di piccole tavolette votive per grazia
ricevuta: gli ex-voto3.

La presenza della Statua della Madonna, da allora, è strettamente legata alle vicende
di Cesena e nelle varie guerre, il Monte fu spesso espugnato come roccaforte per conquistare
Cesena: la statua della Madonna del Monte fu dunque testimone di incendi, saccheggi, e
distruzioni, ma sempre con l’impegno dei Monaci e dei Cesenati a lei devoti, si riuscì a
ricostruire la Basilica sempre più sontuosa e mirabile di prima.

La statua della Madonna del Monte, fu quindi spettatrice della profanazione e della
successiva fortificazione del complesso abbaziale da parte di Francesco Ordelaffi: vide
rifiorire una prima volta l’Abbazia sotto i Malatesta e visse il suo "secolo d'oro" nel ‘500,
diventando un vero e proprio punto di riferimento della cultura cesenate.

Lungo il corso dei secoli, la Statua della Madonna del Monte di Cesena, accolse
numerose personalità e ricevette altresì la visita di numerosi pontefici. Tra il 1536 e il 1548 la
chiesa abbaziale, venne ad assumere le fattezze attuali, secondo il progetto di Domenico
Garavini da Brisighella, forse su disegno originale dello stesso Bramante.

Centro della vita artistica della città, la Madonna del Monte di Cesena, vide
sensibilmente migliorare la Basilica che la ospitava, vedendo all'opera alcuni tra i migliori
artisti del tempo, attivi nel cesenate: Scipione Sacco, Girolamo Longhi e Francesco Masini,
nonché il giovanissimo Giuseppe della Valle di Scalve, che tra il 1560 e il 1562 realizzò lo
splendido coro in noce.

Importanti anche gli interventi di Francesco Morandi detto il Terribilia, cui si devono
la cupola (decorata dal Masini tra il 1568 e il 1571) e l'originale scalone in pietra, e di
Alessandro Corsi che, nel 1588 fu l'autore del monumentale pozzo del Chiostro Grande.

2
Ib., p. 12.
3
L. NOVELLI e M. MASSACCESI, (presentazione del prof. Mario Salmi), L’Ex-voto nel Santuario della Madonna del
Monte di Cesena, Badia di Santa Maria del Monte, Cesena 1961.
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La Madonna del Monte di Cesena

La Statua della Madonna del Monte di Cesena, fu tuttavia anche testimone di alcuni
eventi nefasti, che si protrassero per tutto il settecento, aggravata dal terribile terremoto
del 1768 che distrusse la cupola della Basilica, che fu ricostruita da Pietro Carlo Borboni e
venne poi decorata da Giuseppe Milani dal 1773 al 1774.

Abbandonata inoltre all'arrivo dei francesi nel 1797, l'Abbazia fu successivamente


posta in vendita (nel 1812) e solo il provvidenziale intervento di Pietro Maria Semprini la
donò a Papa Pio VII Chiaramonti, salvando così Basilica e Statua della Madonna, dalla
rovina e dall’incuria.

Papa Pio VII Chiaramonti, che in giovane età fu novizio proprio presso l’Abbazia del
Monte di Cesena, quando divenne papa il 1º maggio del 1814 incoronò la Statua della
Madonna del Monte e, nell'atto del testamento, destinò l'intero complesso ai monaci: solo
nel 1888, superate varie traversie, i Monaci Benedettini poterono tornare definitivamente al
Monte di Cesena.

Durante la seconda guerra mondiale, la Statua della Madonna del Monte di Cesena
ed il complesso Abbaziale, accolsero e consolarono numerosi sfollati, subendo altresì un
devastante bombardamento.

Nella seconda metà del XX secolo, con la ricostruita Abbazia e la riapertura del
Laboratorio per il restauro del libro antico, il complesso tornò ad essere mèta di numerosi
turisti e pellegrini, ritrovando il suo ruolo propulsivo della cultura, tramite l'organizzazione
di numerosi concerti di musica classica, convegni, conferenze, che ponevano sempre al centro
lei: la Statua della Madonna del Monte di Cesena.

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La Madonna del Monte di Cesena

LA STATUA DELLA MADONNA DEL MONTE

L’immagine della Statua della Madonna del Monte, venne modellata


presumibilmente verso il 1200. Essa è rappresentata da uno stucco alto quasi due metri, che
anche se non di sommo valore, ha tuttavia notevoli pregi e può dirsi un esempio di singolare
bellezza per la grazia del viso, la dignità della posa, la correttezza del panneggio e
l’intonazione dei colori.

L’aspetto è di una serena ed amabile maestà: il collo snello, la persona eretta ma non
rigida, la mano destra in atto di benedizione, mentre la sinistra sorregge il Bambino.

La tunica color turchino scuro le cade fluida sino ai piedi, è chiusa alla sommità del
petto da una specie di “razionale” formato da due piastre di rame sbalzato (uno è andato
perduto)4. In quello rimasto è visibile la Vergine adombrata dallo Spirito Santo: da questi
elementi si può dedurre che l’insieme rappresentasse l’Annunciazione.

La testa della Vergine è coperta da un velo, che lascia intravedere sulla fronte un sottile
arco di capelli, mentre nel velo si stende il manto bianco che scende a ricoprire tutta la parte
posteriore della persona, laddove un abbondante lembo si estende in molli pieghe fin sotto le
ginocchia.

4
ABBAZIE e CONVENTI, La Madonna del Monte Cesena, cit.p.21.
4
La Madonna del Monte di Cesena

Sul bianco-avorio spiccano in colore scuro, intercalate da fiori, le lettere componenti


le prime parole dell’Ave Maris stella. Lettere e fiori costituiscono come un broccato orlato a
rilievo.

Questi pregi nelle fattezze della Statua della madonna del Monte, non li possiamo
tuttavia estendere al Bambino, che manca della stessa finezza e della medesima grazia.
Si aggiunge che anche la tunica del Bambino, risulta essere stridente se messa a confronto
con i colori così temperati e morbidi della Madonna. Non è difficile pensare che il Bambino
rappresenti un’aggiunta posteriore, mal riuscita5.

La corona sul capo della Vergine, è invece quella postavi da Pio VII, di ritorno dalla
prigionia di Fontanbleau.
Il gesto del Pontefice, già Monaco di questa Abbazia, è l’unico che darebbe valore al diadema,
in sé povera cosa, ma la sola che si potè avere in quei tristissimi tempi.

Come tutte le istituzioni ecclesiastiche, anche il Monastero Benedettino della Madonna


del Monte di Cesena fu soppresso da Napoleone, i Monaci dispersi ed i suoi beni incamerati.
Si deve appunto alla filiale devozione di Pio VII cesenate, già Monaco alla Basilica del Monte
di Cesena, se l’Abbazia venne riaperta nel 1821 e potè riprendere lentamente e gloriosamente
la sua storia.

5
Ib., p. 21.
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La Madonna del Monte di Cesena

LA COLLEZIONE DEGLI EX-VOTO

Alcuni dipinti della Cesena antica introducono al deambulatorio dove è custodita parte
della preziosissima collezione di ex-voto, una tra le più ricche e antiche d’Europa.

A Cesena e nei dintorni del cesenate, è infatti antichissima la tradizione di dipingere o


fare dipingere a mani più esperte, tavolette votive per grazia ricevuta alla Madonna del
Monte; una tradizione iniziata nel ‘400 e che continua ancora oggi, tanto che il numero di ex-
voto, ad oggi circa 704, è destinato ad aumentare.

Si tratta delle rappresentazioni grafiche di intercessioni della Beata Vergine, che


incontrano la storia non solo cittadina (un ex-voto raffigura, ad esempio, un crollo nel vecchio
Teatro cittadino avvenuto nel 1820, un altro la scampata fucilazione di un uomo al termine
della Seconda Guerra Mondiale) ma che raccontano, molto più spesso, i piccoli drammi di
vita familiare, quasi sempre marinara o rurale: si va così dalla malattia di un uomo del ‘400,
ad una disgrazia nei campi e a uno scampato naufragio del ‘500, fino ad un incidente tra una
“Vespa” e una macchina.

Veri e propri sguardi su un passato più o meno remoto: molte pagine della storia locale
e di quella della Basilica (una tavoletta, ad esempio, mostra la sistemazione del presbiterio a
metà ‘600) sono state, infatti, rappresentate grazie alle immagini giunte a noi con questa
splendida collezione.

Non può sfuggire l’ingenuo candore e nello stesso tempo la ricchezza di cromatismo
ed espressione di queste piccole opere d’arte: se in molte si nota il carattere artigianale,
contento dell’immediatezza d’espressione, in non poche si scorge la mano d’autentici pittori,
soprattutto nelle più antiche del 1400-1500. Composizioni perfette, dal disegno semplice, ma
sicuro, che ricordano autentiche pale d’altare.

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La Madonna del Monte di Cesena

FONTI BIBLIOGRAFICHE

AA.VV.,
Gli ex-voto per guarigioni esistenti nel Santuario della Madonna del Monte di Cesena, riferentesi al
secolo 18/mo,Tip.sociale, Fermo 1963

ABBAZIE e CONVENTI,
La Madonna del Monte Cesena, Pazzini Editore, Verucchio (FC) 1993

D.CAPELLINI,
Guida di Cesena, Città Malatestiana, Il Ponte Vecchio, Cesena 2001

L. CRIPPA e G. ZAMAGNI,
Il Santuario di Santa Maria del Monte in Cesena: storia, devozione e culto, Badia di Santa Maria del
Monte, Cesena 2006

P. MORESSA,
Guida storico-artistica di Cesena e del suo comprensorio. Il monte, il ponte, il fonte, Foschi, Forlì 2008

L. NOVELLI e M. MASSACCESI,
(presentazione del prof. Mario Salmi), L’Ex-voto del Santuario della Madonna del Monte di Cesena,
Badia di Santa Maria del Monte, Cesena 1961

G.SPINELLI e AA.VV.,
Un papa, la madonna e il loro monastero: 1814-2014, Stilgraf, Cesena 2014

G. SPINELLI, P. ALTIERI, G. MARONI, F. PANZAVOLTA, G. ZAMAGNI,


(presentazione di Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina), Santa Maria del Monte: di cent'anni
in cento, 1814-1914-2014, Stilgraf, Cesena 2013

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