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25 ottobre

BEATA VERGINE MARIA DI SOTTO GLI ORGANI

Cattedrale di Pisa: Festa


Nella Diocesi di Pisa: Memoria

La devozione dei pisani verso la Madonna ed i Santi si è espressa nei secoli in una miriade
di modi e di iniziative. Ricordiamo la Festa dell’Annunziata come inizio dell’Anno Pisano e la
dedicazione a Maria Assunta in cielo della Cattedrale un tempo dedicata a Santa Reparata.

Nel più ampio ambito della storia delle manifestazioni popolari delle devozioni e della pietà
mariana, per la Diocesi di Pisa, oltre al Santuario di Montenero che raffigura un punto di
convergenza più generale con le altre Diocesi toscane, esiste la Madonna di Sotto gli Organi
custodita in apposito altare della Cattedrale di Pisa e che costituisce il punto di riferimento
straordinario per tutta la nostra Diocesi. Questa venerata effige lignea rappresenta uno dei più
rilevanti aspetti del culto religioso pisano. La scritta “Pròtege Virgo Pisas” (Proteggi Pisa O
Vergine) è presente nelle monete pisane, fiorino o zecchino d’oro, sotto Federico II. Le notizie circa

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la devozione diocesana a questa Sacra Immagine, abitualmente nascosta agli occhi dei fedeli,
risalgono a molti secoli fa.
Venerata nella Primaziale Pisana, le è rimasto il nome «Madonna di Sotto gli Organi» ma in
passato era stata denominata pure con altri titoli ora dimenticati: «Nostra Signora delle Grazie» o
«Nostra Donna delle Grazie», che indicava l’abbondanza dei favori celesti che Essa effondeva sui
suoi devoti, «l’Incognita» ovvero la gelosia con la quale per lunghi periodi di tempo veniva preclusa
allo sguardo umano, «la Madonna delle Sette Colonne» indicava il luogo dove era collocata.
È opera di Berlinghiero di Melanese da Volterra, e giunse a Pisa intorno al 1225 proveniente
dal castello di Lòmbrici presso Camaiore (Lucca). Comunque la sua provenienza e la sua storia
sono avvolte nel mistero: gli stessi cronisti pisani delle epoche immediatamente seguenti a quelli
dell’arrivo a Pisa della Tavola della Madonna ovvero nel corso del XII sec., tacciono sulle sue
origini anche se, fin dai loro tempi, tale Immagine era già oggetto della universale simpatia dei
pisani almeno i più. Bisogna arrivare al 1600 per avere notizie in proposito. Troppo tarde forse, per
convincere, ma le uniche a cui rivolgere le nostre attenzioni. Secondo Bartolomeo Beverini (1629-
1686) ed un cronista pisano, Iacopo Arrosti, che scrive nel 1654, la venuta dell’Immagine della
Vergine si ricollega ad uno dei tanti episodi tra Pisa e Lucca. Contro la famiglia pisana dei Caetani,
padrona di sette forti castelli della Versilia, si accanivano i lucchesi per impadronirsene. Nella presa
di uno di questi, il Castello di Montecastrese, in Versilia, presso Lombrici di Camaiore, nel 1225 o
1255, alcuni soldati di Pisa alleati dei Caetani, perduta ogni speranza di resistenza, si diedero una
notte ad una fuga precipitosa e, per salvare dall’incendio che ardeva da ogni parte una venerata
effige della Madonna, partirono trasportandola e, arrivati a Pisa, la collocarono in Duomo, oppure
che i nobili Upezzinghi, signori di Montecastrese, nel medesimo evento, giurata fedeltà a Pisa, colà
trasportarono la venerata immagine.

La sacra immagine accrebbe però solamente il culto dei pisani alla Vergine che aveva avuto
forse origine dalle relazioni marinare di Pisa con l’Oriente dove, come è noto, fervido era sempre
stato il culto di Maria. Ora il popolo pisano aveva un punto di riferimento ove poter concentrare e
rivolgere la sua pietà per la madre Celeste. E da questo momento la Madonna diventa la grande
Patrona, la sovrana Protettrice e della sua immagine si ornano i luoghi più importanti della città.
Quando nel 1494 Carlo VIII di Francia liberò Pisa dal dominio fiorentino la Madonna, a cui
era stato fatto voto, divenne simbolo dell'autonomia ritrovata e da allora fu invocata durante tutti gli
eventi cittadini particolarmente drammatici.
Pisa stabilisce che da una delle grandi solennità della Vergine, la festa dell’Annunziata,
debba iniziare l’anno civile pisano. Ed il 15 Agosto, rappresentanti di tutte le località del dominio
pisano, convergono alla città per portare il simbolico cero che, oltre ad indicare la soggezione al
Comune cittadino e offerto alla Vergine, stava ad indicare la soggezione alla Madre comune. Inoltre
in tale festa dai riti di donazioni, dai palii di terra e di mare, si passa a ricche e spettacolari
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processioni con il concorso di pratiche scenografiche alle quali partecipavano i maggiori artisti delle
varie epoche. Con il “Pròtege Virgo Pisas”, il popolo pisano ha voluto mettersi sotto la protezione
del grande manto della Vergine, per sempre.
Passavano però anni, generazioni, senza che occhio umano vedesse l’effige venerata della
Madonna, quasi si perdeva la cognizione di quello che Essa fosse: significativo a questo proposito è
che nella relazione di un cancelliere del Comune di Pisa del 1577 si parli per tre volte di questa
effige in una imago Assumptionis. Ma anche se appartata e segregata, la sua venerazione si
accresceva con i secoli nell’anima religiosa di Pisa. Nelle grandi solennità, nei momenti di grave
dolore pubblico, quando ogni ausilio umano viene meno, i pisani sapevano di dover ricorrere a Lei,
che dava spesso le grazie richieste e comunque sempre grande conforto, rassegnazione e coraggio.
Anche nelle occasioni di grande gioia pubblica, il popolo si porta alla Sua effige in ringraziamento
alla Santa Patrona. Così avvenne nel 1494 quando Pisa sembrò provvidenzialmente ottenere quella
libertà ed indipendenza per la quale aveva tanto combattuto. Nel 1496 il Comune di Pisa per
chiedere a Dio abundatiam frumenti, vuole si faccia una “pubblica processio in qua cum magno
honore et devotione feratur per civitatem tabula gloriosissime Virginis”.
Il potere taumaturgico di questa Immagine si comincia a fare così forte che, il 10 gennaio
1497, la Madonna viene solennemente consacrata nella Cattedrale di Pisa. È da questo momento
che gli scoprimenti della sacra Immagine verranno deliberati proprio in funzione delle necessità
locali, per impetrare o per ringraziare di fronte a pericoli e a disastri di ogni genere (terremoti,
inondazioni, pestilenze, carestie ecc.) affidando alla Vergine, prima che alla scienza o ai mezzi
umani, la possibilità del ritorno ad una serena e pacifica convivenza.
Le motivazioni attraverso i secoli e fino ai giorni nostri, che hanno determinato i grandi
scoprimenti, serviranno a confermare la grande devozione e fiducia del popolo pisano alla Vergine.
Tra gravi pericoli di tempo e pestilenze per il popolo, per invocare la guarigione dei malati, per
celebrare la vittoria delle guerre, per la liberazione dalle occupazioni straniere, per celebrare gli
anniversari delle città e del popolo, ricorrenze importante nella chiesa ecc.
Nell’incendio che distrusse il Duomo nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1595 fu
coraggiosamente salvato da Curzio Ferrini.
Accanto alla proposta attributiva a Berlinghiera si registra quella ad anonimo autore
bizantino: un pieno scioglimento dei dubbi appare difficile anche per via delle manomissioni legate
ai restauri del 1790 di Giovanni Battista Tempesti. Analogie compositive e formali sono
riscontrabili con alcune opere del Mediterraneo orientale quali un'icona del museo della Torre
Bianca di Tessalonica e una del Museo arcivescovile di Nicosia.
Ai nostri giorni, con riunione Capitolare del 9 Giugno 1986, il Capitolo ha deciso che
l’immagine della Madonna di Sotto gli Organi rimanga scoperta sempre. Segno che la città di Pisa è
altrettanto devota alla Vergine protettrice.
La memoria liturgica è stata approvata dalla Santa Sede il 29 settembre 1987 in occasione e
a ricordo dell’Anno Mariano.

Nella Diocesi, dove è memoria, dal Comune della Beata Vergine Maria con salmodia
del giorno dal salterio. (In cattedrale, dove è festa, tutto dal Comune della Beata
Vergine Maria eccetto quanto segue).

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INVITATORIO

Ant. Adoriamo Cristo Signore,


che ci ha dato in Maria la madre nell’ordine della grazia.
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Salmo invitatorio come nell’Ordinario.
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Ufficio delle letture

SECONDA LETTURA

Dalla Lettera Enciclica «Redemptoris Mater» di Papa Giovanni Paolo II


(n° 39, cfr. Suppl. Oss. Rom. Anno CXXVII n° 71 del 26 marzo 1987)

Madre nell’ordine della grazia

È significativo che Maria, riconoscendo nella parola del messaggero divino la


volontà dell'Altissimo e sottomettendosi alla sua potenza, dica: «Eccomi, sono la
serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Il primo momento
della sottomissione all'unica mediazione «fra Dio e gli uomini» - quella di Gesù
Cristo - è l'accettazione della maternità da parte della Vergine di Nazareth. Maria
consente alla scelta di Dio, per diventare per opera dello Spirito Santo la Madre del
Figlio di Dio. Si può dire che questo suo consenso alla maternità sia soprattutto frutto
della totale donazione a Dio nella verginità. Maria ha accettato l'elezione a Madre del
Figlio di Dio, guidata dall'amore sponsale, che «consacra» totalmente a Dio una
persona umana. In virtù di questo amore, Maria desiderava di esser sempre e in tutto
«donata a Dio», vivendo nella verginità. Le parole: «Eccomi, sono la serva del
Signore», esprimono il fatto che sin dall'inizio ella ha accolto ed inteso la propria
maternità come totale dono di sé, della sua persona a servizio dei disegni salvifici
dell'Altissimo. E tutta la partecipazione materna alla vita di Gesù Cristo, suo Figlio,
l'ha vissuta sino alla fine in modo corrispondente alla sua vocazione alla verginità.
La maternità di Maria, pervasa fino in fondo dall'atteggiamento sponsale di
«serva del Signore», costituisce la prima e fondamentale dimensione di quella
mediazione che la Chiesa confessa e proclama nei suoi riguardi,100 e continuamente
«raccomanda all'amore dei fedeli», poiché in essa molto confida. Infatti, bisogna
riconoscere che prima di tutti Dio stesso, l'eterno Padre, si è affidato alla Vergine di
Nazareth, donandole il proprio Figlio nel mistero dell'incarnazione. Questa sua
elezione al sommo ufficio e dignità di Madre del Figlio di Dio, sul piano ontologico,
si riferisce alla realtà stessa dell'unione delle due nature nella persona del Verbo
(unione ipostatica). Questo fatto fondamentale di esser la Madre del Figlio di Dio, è
sin dall'inizio una totale apertura alla persona di Cristo, a tutta la sua opera, a tutta la
sua missione. Le parole «Eccomi, sono la serva del Signore» testimoniano questa
apertura dello spirito di Maria, che unisce in sé in modo perfetto l'amore proprio della
verginità e l'amore caratteristico della maternità, congiunti e quasi fusi insieme.
Perciò Maria è diventata non solo la «madre-nutrice» del Figlio dell'uomo, ma
anche la «compagna generosa in modo del tutto singolare»101 del Messia e
Redentore. Ella - come ho già detto - avanzava nella peregrinazione della fede e in
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tale sua peregrinazione fino ai piedi della Croce si è attuata, al tempo stesso, la sua
materna cooperazione a tutta la missione del Salvatore con le sue azioni e le sue
sofferenze. Lungo la via di questa collaborazione con l'opera del Figlio Redentore, la
maternità stessa di Maria conosceva una singolare trasformazione, colmandosi
sempre più di «ardente carità» verso tutti coloro a cui era rivolta la missione di
Cristo. Mediante tale «ardente carità», intesa a operare in unione con Cristo la
restaurazione della «vita soprannaturale nelle anime»,102 Maria entrava in modo del
tutto personale nell'unica mediazione «fra Dio e gli uomini», che è la mediazione
dell'uomo Cristo Gesù. Se ella stessa per prima ha sperimentato su di sé gli effetti
soprannaturali di questa unica mediazione - già all'annunciazione era stata salutata
come «piena di grazia», - allora bisogna dire che per tale pienezza di grazia e di vita
soprannaturale era particolarmente predisposta alla cooperazione con Cristo, unico
mediatore dell'umana salvezza. E tale cooperazione è appunto questa mediazione
subordinata alla mediazione di Cristo.
Nel caso di Maria si tratta di una mediazione speciale ed eccezionale, fondata
sulla sua «pienezza di grazia», che si traduceva nella piena disponibilità della «serva
del Signore». in risposta a questa disponibilità interiore di sua madre, Gesù Cristo la
preparava sempre più a diventare per gli uomini «madre nell'ordine della grazia».

RESPONSORIO 1Tim 2, 5-6; Lc 1, 42

R. Uno solo è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù *
che ha dato sestesso in riscatto per tutti.
V. Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù,
R. che ha dato sestesso in riscatto per tutti.

,
Lodi mattutine

Ant. al Ben. Ave, Santa Maria, fonte di pietà:


dal tuo grembo purissimo
sgorga la ricchezza di tutte le grazie,
Cristo vero Dio e vero uomo.

ORAZIONE

O Dio, che nel mirabile disegno del tuo amore hai voluto che Maria desse alla
luce l’autore della grazia e fosse in modo singolare associata all’opera della
redenzione, per la potenza delle sue preghiere, donaci l’abbondanza delle tue grazie e
guidaci al porto della salvezza. Per il nostro Signore.

Vespri

Ant. al Magn. Salve, Santa Madre di Dio;


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per te la vita perduta ci è stata ridonata,
tu dal cielo hai ricevuto il Figlio
e hai generato al mondo il Salvatore.

Si riporta anche una preghiera alla Madonna di Sotto gli organi scritta
dall’arcivescovo Paolo Benotto

Preghiera alla Madonna di Sotto gli Organi di Mons. Giovanni Paolo Benotto,
Arciviscovo di Pisa
(2014)

"Vergine Maria, Madre di Dio e di ogni uomo, che vegli su Pisa e la proteggi,
guarda a noi che ci rivolgiamo fiduciosi alla tua materna intercessione.
Nella Tua immagine scampata alla devastazione del fuoco e venerata con
amore dal popolo pisano, Tu ci mostri Cristo tuo Figlio come via che conduce al
Padre, come luce che brilla nelle tenebre, come fratello e salvatore di quanti cercano
la verità e la vita.
Tu, che ti sei fidata di Dio, ci insegni ad affidarci alla sua volontà e alla sua
provvidenza: nelle nostre difficoltà donaci forza, nelle nostre angosce accresci in noi
la speranza; nei nostri dolori comunicaci la tua gioia.
Il tuo aiuto e il tuo affetto di Madre ci sostengano sulla via del Vangelo perché
illuminati da Cristo luce del mondo, lo testimoniamo a quanti incontriamo sul nostro
cammino e insieme rendiamo gloria a Dio che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen"

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