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Presepio
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Il luogo della nascita quindi è il punto centrale su cui focalizzare l’attenzione durante la costruzione del presepe e
rappresenta il punto centrale per lo sviluppo di tutta l’opera.
Gli evangelisti Luca e Matteo furono i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c’è già tutta la sacra
rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso,
mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù come riporta Luca “in una mangiatoia perché non c’era per essi
posto nell’albergo” (Ev., 2,7) dell’annunzio dato ai pastori, dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il
Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re.
Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno
oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall’altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità
dell’infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle
catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l’adorazione dei Magi, ai quali
il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di
significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l’originale iconografia: il bue e l’asino, aggiunti da Origene,
interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di
tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell’uomo:
gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l’umanità, la semita, la giapetica e la camita secondo il
racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l’umanità da redimere e infine Maria e
Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità
del nascituro. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità:
l’incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l’oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo
la Natività diviene uno dei temi dominanti dell’arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la
natività e l’adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel
Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di
S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l’influsso orientale, l’ambiente
descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre
Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari
quasi estranei all’evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata all’estro figurativo degli artisti più famosi
che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le
dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell’intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi,
Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri.
Il presepio come lo vediamo rappresentare ancor oggi nasce secondo la tradizione dal desiderio di San Francesco di
far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme coinvolgendo il popolo nella rievocazione che ebbe luogo
a Greccio la notte di Natale del 1223, episodio rappresentato poi magistralmente da Giotto nell’affresco della Basilica
Superiore di Assisi.
Primo esempio di presepe inanimato è invece quello che Arnolfo di Carnbio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale
oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella
Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà
del 1400 gli artisti producono statue di legno o terracotta che
sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come
sfondo alla scena della Natività, il tutto collocato all’interno delle
chiese. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto
il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di
Borbone e nel resto degli Stati italiani.
La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel secolo scorso quando ogni famiglia in occasione del Natale
costruisce un presepe riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o
terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza
gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana,
che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posti sulla sommità della
Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De’ Genovesi riproducente Greccio e la caverna usata da S.
Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la
ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme.
Oggi dopo l’affievolirsi della tradizione causata anche dall’introduzione dell’albero di Natale, il presepe è tornato a
fiorire grazie all’impegno di religiosi e privati che con associazioni come quella degli amici del presepe, Musei tipo il
Brembo di Dalmine vicino Bergamo, Mostre, come quella degli amici del Presepe di Monte Porzio Catone,
rappresentazioni dal vivo come quelle di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto gli artigiani
napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle
piazze d’Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana.
Dopo questa panoramica storica, che a grandi linee giustifica la nascita e la diffusione del presepe, presentiamo la
struttura del corso volto alla promozione di una attività genuina e pura in stretta connessione con la spiritualità.
Le tecniche ed i consigli sono di natura molto pratica e sono stati descritti nelle seguenti sezioni:
- Materiali ed attrezzature
- Prospettiva
- Strutture architettoniche
- Rocce
- Montagne e sfondo
- Colorazione
- Vegetazione
- Stampi
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 4 - Introduzione
- Accessori e finiture
- Effetti Speciali
– Paesaggio e figure nel presepe, loro rapporto e composizione, un doverosa riflessione .......................................... 2
– Progettazione. ............................................................................................................................................................. 4
Il presepio è costituito da sculture a tutto tondo (figure, statue) che rievocano l’ evento della natività, disposti in un
paesaggio più o meno complesso.
Ciò dà luogo alla tipica situazione in cui il paesaggio rappresenta lo sfondo o si incontra nel contesto di un tema in cui
i personaggi , e quindi le figure che li rappresentano, sono l’ oggetto principale e assumono grande importanza
iconografica.
Nel presepio la Natività, soggetto principale , è fortemente caratterizzata dalla presenza dei protagonisti.
La nostra capacità di rendere un evento nodale per mezzo di pochi personaggi , deve quindi essere tale da mettere
assolutamente a fuoco i protagonisti della scena con vedute che li esaltino, attraverso la ricostruzione d’ ambienti che
consentano la comunicazione di sentimenti , ambienti ricchi di particolari tutti espressivi , significativi e tali da
catturare le emozioni di chi osserva , da comunicare elevati contenuti e da sollecitare riflessioni nei visitatori posti di
fronte ad un tema molto impegnativo: la scena della Natività dovrebbe, infatti, educare alla fede, alla devozione ,
ricordando contenuti fondamentali della religione cristiana.
Il presepio non deve essere il pretesto per interpretare un paesaggio o un contesto architettonico in modo teatrale e
melodrammatico fine a se stesso, caratterizzato da ossessionante attenzione ai particolari per enfatizzare appunto la
teatralità , con lo scopo non di creare emozioni , ma di riempire gli spazi e dare risalto ad una certa manualità , con i
protagonisti delle scene che , sovrastate dall’ opera architettonica sono utilizzati come elemento aneddotico.
Non bisogna assolutamente ridurre il presepio a puro modellismo e a vanto delle proprie capacità tecniche e
artistiche.
Si può, senza smentita , affermare che figure e scene prive di legame armonico con il paesaggio danno sempre luogo a
quadri anonimi , inefficaci e freddi , stereotipi che perdono espressività e originalità.
Quanto detto , corpo di argomentazioni condivise anche da una vasta bibliografia, non deve indurre a pensare che la
scelta del paesaggio dove ambientare la Natività sia pressoché impossibile : la realtà che ci circonda è fonte di
continui suggerimenti e ambientazioni.
Sarà sufficiente evitare che la nostra fantasia e la nostra creatività siano guidate dalla volontà di ostentare
melodrammatiche ma aride composizioni architettoniche ed invece siano educate e sorrette da gradevoli
approfondimenti intellettuali , consentiti dall’ esame del lavoro fatto dal mondo accademico sul rapporto appunto,
tra paesaggio e personaggi protagonisti delle scene rappresentate.
Una quieta riservatezza ben si addice ad una scena quale la venuta al mondo di un bimbo!
Scene e protagonisti delle stesse richiedono , quindi , non un paesaggio casuale ma il paesaggio con in quale
stabiliscano il più armonico rapporto, frutto di una adeguata e convinta ricerca senza timore che tale approccio possa
portare a ripetizioni seriali.
Paesaggi armoniosamente rapportati alla scena ed ai protagonisti della Natività , sono infatti in numero illimitato.
All’ interno del paesaggio le figure devono adattarsi allo spazio che occupano e la loro presenza si fa notare a seconda
del piano e del luogo ove vengono collocate e del modo con il quale il paesaggio è realizzato.
Alle figure si può togliere protagonismo , fare in modo che lo stesso sia condiviso con tutto ciò che lo circonda o ,
come auspicabile per i protagonisti della Natività, farle spiccare tra i vari piani del paesaggio.
Protagonista del Presepio è la Natività e non l’ ambiente nel quale è collocata.
Necessario pure un armonioso rapporto tra l’ altezza delle figure e l’ estensione del paesaggio del Presepio. Figure di
piccole dimensioni collocate in paesaggi estesi possono essere sommerse fino ad essere sovrastate dagli stessi,
perdere qualsiasi forma di protagonismo e con questa la capacità di trasmettere alcunché.
I vari elementi del paesaggio e le figure che lo animano , osservati dal boccascena , devono dare luogo ad un euforico
ed equilibrato effetto visivo conseguibile operando attentamente con la cosiddetta composizione degli stessi.
– Progettazione.
Il primo passo da compiere nella costruzione del presepe è quello di dar sfogo alla propria fantasia attraverso il
progetto, che prevede la realizzazione di quello che viene definito bozzetto, ovvero un disegno (schizzo grafico) che
materializzi l’idea che si ha in mente e che tenga conto delle principali strutture che si vogliono creare.
Detto bozzetto, che non deve necessariamente essere di buona qualità artistica, serve per sfruttare al meglio lo
spazio di cui si dispone e per la scelta dello stile da rappresentare.
Generalmente gli stili più comuni che vengono riprodotti e che rientrano pienamente nella nostra tradizione sono il
così detto stile popolare e quello arabo-palestinese.
Lo stile popolare vede la riproduzione di ambienti naturali occidentali, ossia di edifici tipici della nostra cultura,
corredati da tetti con tegole, muri con intonaci più lavorati, arredi interni e rappresentazioni di lavori tipici dei nostri
luoghi con botteghe e cantine, nonché la vegetazione tipica mediterranea.
Differentemente gli ambienti arabo-palestinesi sono più semplici e meno fastosi negli arricchimenti, con case più
semplici e natura meno verdeggiante, corredata dalla presenza di terreni rocciosi ed aridi e da una vegetazione più
scarsa e tipica di quei luoghi.
Questi due che sono a grandi linee gli stili
principe del presepe, possono comunque
essere modificati a piacere, inserendo
magari elementi dei due stili nello stesso
contesto, facendo comunque la dovuta
attenzione a non creare scenari tanto
misti da non essere compatibili,
rispettando cioè usi e costumi delle
diverse culture.
E’ determinante per la riuscita dell’opera decidere da quale visuale i visitatori potranno ammirare il presepe una volta
finito ed è da quel punto che passo dopo passo si procederà nella costruzione, in maniera tale da curare con
attenzione il lavoro, escludendo la fattura di parti non visibili e l’inserimento di particolari degni di rilievo nelle parti a
maggior vista. L’attenzione alla visuale consentirà inoltre l’applicazioni di illusioni e quant’altro si renda utile per
camuffare le parti meno belle o non realizzate.
Il nostro interesse è quello di far comprendere che occorre mettersi a tavolino per decidere le modalità di
realizzazione , preoccupandosi maggiormente di porre l’ attenzione sull’ armonia tra paesaggio e personaggi e scena
della Natività.
Come si evince dalla figura tutta la struttura è modulare e smontabile, il legame tra le varie parti, se necessario, va
fatto quasi al termine del lavoro con collanti e viti, comunque rimane sempre smontabile in caso di necessità.
LA PROSPETTIVA
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La realizzazione del presepe deve tener conto delle proporzioni tra gli oggetti da inserire, sia delle strutture che dei
personaggi, che devono necessariamente rispettare la considerazione della realtà.
Tale attenzione è importante per poter avere la corretta visione delle cose immaginate in funzione di ciò che l’occhio
umano è abituato a vedere.
La figura che segue mostra la così detta scala di S.Antonio. Questo strumento serve per decidere quali dimensioni
devono avere le strutture, comprese porte, finestre ed alberi in relazione alla grandezza dei personaggi che si
vogliono utilizzare.
Altezza Statua
cm 12
Altezza Secchio da
realizzare cm 3.0
La scala di S. Antonio consente di fare una proporzione corretta tra gli oggetti che si vogliono inserire nel presepe e la
realtà. Essa è costituita di un piano cartesiano sul cui asse delle ascisse (orizzontale) si riportano le misure in metri o
centimetri reali e sulle ordinate (asse verticale) le misure in centimetri dei personaggi di cui si dispone, per stabilire
poi la misura degli oggetti che andremo a realizzare. Questo fa si che la misura della statuina di cui si dispone vada a
trovare il corrispettivo valore dell’altezza reale di una persona, in maniera tale da poter tracciare la retta che
dall’origine degli assi attraversi il punto trovato (nella figura sopra “A” - retta tratteggiata di colore blu). La retta è la
scala di cui bisogna tener conto, infatti conoscendo il valore reale di un oggetto e proiettandolo dal proprio punto di
valore numerico sulle ascisse fino alla retta, si trova subito il corrispondente valore sull’asse delle ordinate, che
ripetiamo rappresenta la misura dell’oggetto da realizzare.
Bisogna quindi far si che detta proporzione si conservi per tutto il corso del lavoro, tenendo conto comunque della
prospettiva, ovvero delle dimensioni che gli oggetti assumono nella realtà osservata. Questo per dire che più ci si
sposta dall’occhio dell’osservatore verso l’orizzonte e più un oggetto delle stesse dimensioni apparirà più piccolo.
Nella foto seguente il personaggio che abbiamo acquistato è alto cm 20, nella realtà una donna di media statura sarà
alta circa cm 160.
Allora dividiamo i 20 cm in 16 parti (a partire dalla misura reale di cm 160 scelta per comodità). Il nostro scopo è
quello di ricavare a quanti cm equivale un metro reale nel presepe, utilizzando una opportuna proporzione.
La parte che si ricava è 1.25 cm (cm 20 /16), se la persona era alta nella realtà 170 cm si divideva per 17 e cosi’ via. La
scelta dell’ altezza del personaggio nella realtà e’ una scelta di convenzione. Solitamente l’ altezza media è 160 cm.
Una volta scelto questo e trovata la divisione elementare, in questo caso 1.25 cm, se moltiplichiamo per 10 abbiamo il
nostro metro in scala al personaggio.(il calcolo che abbiamo fatto è quello per trovare a quanto equivalgono 10 cm
reali nel nostro presepe dividendo i 20 cm per 16, ricordiamo che i 20 cm corrispondevano a 160 cm nella realtà
infatti se dividiamo 160 per 16 abbiamo 10 cm reali)
Nell’ esempio mostrato il metro misura 12.5 cm. Se lo disegniamo su un listello di legno, per esempio, potremo
utilizzarlo come un metro in miniatura e proporzionare tutto in base a questo. Una porta nella realtà sarà alta circa 2
metri, un tavolo 80 cm, una piano di un casa circa 3 metri, una albero circa 8-10 metri.
16 (cm 20)
15
14
13
Altezza reale cm 160
12
Presepe cm 20 11
10
12.5 cm che nella realtà sono
9
1
cm 1,25 (equivalente a cm
20 diviso 16 parti)
Presepe cm 21.2
Presepe cm 8.5
Il disegno precedente mostra una applicazione delle regole suddette. Considerando il personaggio alto 18 cm e nella
realtà supponendo che sia alto circa cm 170 , allora un tavolo alto circa 80 cm sarà nel presepe alto cm 8.5, abbiamo
utilizzato la proporzione come nella tabella seguente.
Il metodo e’ sempre lo stesso e equivale a dividere i 18 cm (altezza statua nel presepe) in 17 parti (equivalente a 170
cm /10), il segmento che si ottiene (1.1 cm ) equivale nella realtà a 10 cm (reali) moltiplicato per 10 si ottiene il nostro
metro (realtà: cm 100 presepe: cm 10.1 la proporzione è circa 10:1 cioè un centimetro nel presepe equivale a 100 cm
reali).
170 (altezza persona reale) : 18 (altezza personaggio presepe) = 100 (1 metro reale ): x (metro presepe)
x = 10.5
I piani del presepe avranno degli scopi diversi. (nel caso suddetto vi mostriamo solo un esempio)
1. PRIMO PIANO: Solitamente Capanna o Grotta della Natività (in evidenza), personaggi con dimensioni
maggiori.
2. SECONDO PIANO: Borgo e case con personaggi a scalare rispetto al primo piano
Facciamo un esempio:
Abbiamo, in questo modo, stabilito che l'altezza del tavolo dovrà essere di circa 14 cm. Sviluppando di volta in volta le
varie proporzioni, avremo la certezza di rispettare il giusto equilibrio di tutta la scenografia.
Misura
reale cm. Altezza delle statue in cm.
4 6 8 10 12 15 18 20 30
Il discorso vale ovviamente anche per gli animali, gli accessori, la vegetazione, in relazione ai diversi piani prospettici
che compongono il Presepe.
Come dicevamo per comodità si può disporre di un listello di legno in cui riportiamo un nostro metro proporzionato;
nell’ esempio che segue è rappresentato un metro per una statua di 15 cm, ovvero lungo 8.8 cm (avendolo calcolato
con le regole suddette 15 [altezza statua] / 17 [altezza reale cm 170/10] = 0.88 cm, 0.88 *10 ).
Il listello è stato diviso in 10 parti uguali [larghezza 0.88 cm](che simulano distanze che nella realtà sono di 10 cm).
Esso verrà utilizzato per la costruzione di tutte le strutture e sarà il riferimento principale per proporzionare il ogni
elemento.
Per il nostro personaggio che è alto in realtà 170 cm 0.88 (segmento elementare) * 17 = cm 15 la misura che abbiamo
effettivamente nel presepe.
Abbiamo utilizzato la proporzione 170 (altezza reale) : 15 (altezza personaggio) = 10 (cm) : 0.88 perché 10 cm
equivalgono,nel metro del nostro presepe, a 0.88 cm.
170 (altezza persona reale) : 15 (altezza personaggio presepe) = 100 (1 metro reale ): x (metro presepe)
x = 8.8
Questa formula dice che 170 cm (reali) stanno all’ altezza del personaggio del presepe (15 cm) come 100 cm (1
metro reale) sta alla lunghezza del metro nel presepe.
Questo significa che 8.8 cm (nel presepe ) equivalgono a 1 metro reale e il segmento elementare
[altezza persona reale] : [altezza statua presepe] = 100 (1 metro reale ): x (metro presepe)
Dobbiamo solo scegliere quanto alta è una persona nella realtà in quanto l’ altezza del personaggio la conosciamo
e otteniamo la lughezza del metro [x].
Dopo l’illustrazione degli strumenti utili per il rispetto delle proporzioni, è bene dare qualche accenno al concetto
della prospettiva.
Tale sistema di raffigurare attraverso il disegno la profondità dello spazio e renderlo simile a quello osservato, fu ed è
tuttora oggetto di studi e ricerche che si sono sviluppati in campo artistico ed architettonico.
Primo fra tutti ad interessarsi della corretta costruzione prospettica fu l’architetto fiorentino Brunelleschi, che nel XV
secolo dettò la regola per cui tutte le linee di profondità convergono in un punto di fuga unificato od in due punti di
fuga per la prospettiva di tipo bifocale. Questi principi furono fissati ed illustrati più accuratamente da Leon Battista
Alberti ed applicati poi da tutti i maestri che seguirono nella storia.
La prospettiva ha visto numerose applicazioni specie in campo artistico ed architettonico, tanto da creare più modi
per essere descritta. Essa infatti, a seconda della visuale da cui la si vede e la si interpreta assume diverse
nomenclature.
Si sente parlare di prospettiva lineare, a quadro verticale, a quadro inclinato, accidentale, centrale, solida e così via, a
seconda del punto di osservazione o punto di vista e del punto di origine ove convergono tutte le linee all’orizzonte.
Sono infatti questi i due elementi fondamentali della prospettiva, ovvero il piano di proiezione o punto di vista
dell’osservatore detto anche quadro ed il punto O di origine, non appartenente al piano detto centro di proiezione.
Generalmente, nella costruzione del presepe si fa riferimento alla prospettiva di tipo lineare, ovvero quella che
converge semplicemente tutte le linee su di un punto proiettato a distanza nello spazio detto “punto di fuga” o su
due punti di fuga posizionati alla stessa altezza e sullo stesso piano nella profondità.
L’orizzonte deve essere all’altezza degli occhi dell’osservatore ed il punto di fuga deve quindi essere posizionato
all’altezza dell’occhio del personaggio del presepe e del visitatore che in teoria devono coincidere.
Punto di fuga
Sul punto di fuga si fissa un filo per segnare le sagome , da notare che la
prospettiva riguarda anche il terreno che risulta in salita.
La sagoma della casa deve essere tagliata seguendo le linee della prospettiva
quindi si usa il filo per segnare l’ altezza del tetto delle finestre e delle porte.
Attenzione al fatto che non solo i tetti le porte le finestre e l’ altezza dei personaggi ma anche il terreno rispetta le
regole della prospettiva e infatti tende a salire.
La regola principale nella costruzione di un presepe rimane sempre la preparazione del piano e delle case, se
possibile, sotto forma di sagome, per esempio in cartone,in cui possono
essere posizionati, in modo temporaneo, i personaggi.
Stare molto attenti perché se si applica la prospettiva e’ necessario che l’ osservatore veda il presepe SOLO nella
visione che è stata studiata per la prospettiva.
Altre angolazioni faranno in modo da far scoprire il trucco che sta sotto all’ effetto desiderato.
Negli esempi che seguono si mostra come la prospettiva, applicata a un presepe, sia di notevole effetto.
Nella foto precedente si vede l’ applicazione della teoria sulla prospettiva al presepe. In questo caso si vede che non
sono state applicate rigidamente le tecniche viste sopra , ma alcuni tagli sono stati modificati per renderli più dolci
soprattutto perché il visitatore si muove e la prospettiva è perfetta solo se la si vede posizionandosi al centro in linea
con il punto di fuga. Per questo è necessario modificare le linee per rendere armonioso l’ insieme. Il nostro scopo non
è quello di ricevere le congratulazioni perché abbiamo realizzato dal punto di vista tecnico un ‘ opera perfetta , ma
quello di aver trasmesso una emozione. Quindi il primo impegno è di rendere armonico il lavoro collegando
emotivamente le varie parti. Per questo anche la prospettiva deve aiutare ma non deve essere la protagonista.
In questo particolare caso si capisce quanto sia indispensabile il boccascena il quale obbliga il visitatore a guardare
solo nella direzione che è stata studiata a livello prospettico. In questo modo si può studiare la visione per rendere l’
effetto nel miglior modo possibile.
Vi proponiamo una visione in prospetto (cioè di lato) degli effetti della prospettiva matematica sulle sagome delle
case e sull’ altezza dei personaggi.
Come si vede le finestre, le porte i tetti devono essere sagomati seguendo le linee di fuga e anche il terreno tende a
salire. Il miglior modo per capire la prospettiva rimane però solo tanta esperienza.
Nei disegni seguenti viene mostrato che a partire da sagome che sono rettangolari con l’effetto della prospettiva,
aiutandosi con un filo per il disegno, si ottiene l’ effetto che vediamo (visione di prospetto). Le porte e le finestre man
mano che ci si avvicina al punto di fuga diminuiscono anche di larghezza.
In questo caso la macchina fotografica è stata posizionata quasi sulla linea di orizzonte in modo da evidenziare la
visione dal punto di fuga.
Come si vede dalla foto le linee convergono sul punto di fuga alcune sono state leggermente modificate nella fase
iniziale di taglio delle sagome.
Tale necessità, già discussa, serve per migliorare la visione da altre angolazioni evitando inutili esasperazioni dell’
effetto prospettico.
Anche la colorazione dell’insieme sarà utile a far risaltare le distanze, le proporzioni e quindi la prospettiva. I colori più
vicini a chi guarda il presepe saranno più marcati ed andranno a sfumare ed a essere più tenui man mano che ci si
allontana.
Nel secondo e terzo piano, rilevanza sarà data dall’uso di colori con sfumature azzurre, fino a giungere alla parte
terminale, dove generalmente si pongono delle montagne per paesaggi ampi, dove l’azzurro sarà più intenso per
aumentare la profondità, come nella realtà.
La definizione dei particolari del primo piano sarà maggiore rispetto ai successivi e man mano che ci si allontana avrà
sempre meno rilevanza.
Ovviamente anche le dimensioni degli alberi, dei personaggi e di tutti gli oggetti che si inseriscono nel presepe
devono rispettare le regole della prospettiva.
Essi infatti vanno sempre collocati nel rispetto delle proporzioni dell’insieme ed in misura decrescente all’aumentare
della distanza con l’osservatore. Anche per i pavimenti dovremo utilizzare l’ effetto della prospettiva dei mattoni.
Bisogna anche in questo caso disegnare le linee che convergono verso il punto di fuga e poi sagomare i mattoni del
pavimento. Le pareti di una stanza, come si vede tendono a stringersi verso il punto di fuga.
Una volta che l’idea è stata sviluppata attraverso il bozzetto, si procede alla realizzazione pratica dell’opera, ovvero si
inizia a dare la forma effettiva alle strutture che si vogliono inserire nel presepe.
Questa fase può essere anticipata, specie dai meno esperti o da coloro che si accingono a creare un lavoro di grandi
dimensioni, da una “sagomatura” delle strutture primarie con del cartone o scatole di varia misura, reperibili dal
riciclaggio di confezioni già utilizzate.
Questa osservanza, non obbligatoria e non determinante, può essere utile al fine di rispettare le proporzioni degli
oggetti e può economizzare il dispendio delle risorse da utilizzare.
Nelle figure che seguono vengono illustrati alcuni materiali che si usano nella realizzazione del presepe, ovvero:
diverse tipologie di legno come compensato, cantinelle e listelli, multistrato; poliuretano in fogli; carton-gesso;
gommapiuma.
Nella foto tipici esempi di polistirene che si trova in commercio in differenti densità e colori.
Esempi di materiale grezzo come gommapiuma,
polistirolo, poliuretano e legno, polistirene,
cortecce varie, nel piano del presepe all’ inizio
del lavoro.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 2- MATERIALI E ATTREZZI
Esempi di sagomatura iniziale delle strutture ed
inizio di lavoro sul piano del presepe
Nelle immagini precedenti si può vedere come i materiali già dall’inizio partecipano alla conformazione delle
strutture.
Anche il materiale reperito dal riciclo, come scatole o parti di imballo in cartone e polistirolo, può essere utilizzato
per la realizzazione degli oggetti da inserire nel presepe, sia per una questione di risparmio, sia perché molto spesso
l’utilizzo di cose già esistenti stimolano fortemente la fantasia dell’utilizzatore che attraverso la manipolazione di
forme più o meno regolari, riesce a dar vita a numerose creazioni, non condizionate dalla paura dello spreco.
È intuibile quindi che ogni elemento esistente, può essere utile per fare un presepe, ma per poter essere utilizzato al
meglio, è necessario conoscerne le caratteristiche, come è importante conoscere alcuni attrezzi da impiegare per la
modellazione degli stessi materiali.
Per iniziare il lavoro è sufficiente disporre di una attrezzatura di base che prevede:
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Per costruire un presepio stabile e durevole nel tempo, è necessario che le strutture, i personaggi ed i vari arredi che
si vogliono inserire siano fissati ad una struttura base, generalmente costituita da un piano di appoggio in legno
(compensato o multistrato).
Questo elemento di sostegno, oltre a delimitare lo spazio su cui si vuole eseguire il lavoro, è importante anche per
l’inserimento di un impianto elettrico e dei vari effetti, descritti nelle altre sezioni di questo corso.
La creazione di un piano di base, consentirà anche una facile mobilità nel trasporto evitando danneggiamenti
dell’opera.
Il piano di appoggio sarà inoltre utile per l’inserimento del boccascena (descritto nella progettazione) e del fondale
del cielo, ovvero la parte terminale del presepe che offrirà una visione più profonda dello spazio sfruttato. Questa
tecnica è quella che riguarda la realizzazione di un diorama, cioè di una ricostruzione scenica tridimensionale che fa
uso di una apertura per la visuale.
Nella foto che segue si può notare il piano di appoggio costruito con cantinelle in legno e MDF (un particolare
materiale ottenuto da scarti dall’industria attraverso particolari procedure di pressatura di residui legnosi, molto più
economico di altri derivati come compensati e affini).
Come già detto, il piano o i piani di appoggio sono utili per il trasporto sicuro del
presepe, consentendone una facile manipolazione qualora il lavoro non sia fatto
nella zona definitiva, ovvero presso un laboratorio o uno spazio dedicato all’attività
hobbistica.
Come è chiaro dalla foto precedente il presepio poggia su un piano indipendente,per avere la possibilità di muoverlo
e riporlo a piacimento. Il fatto che si realizzano le strutture , primo secondo e terzo piano , in modo indipendente può
essere anche molto utile per rendere il presepe intercambiabile con la possibilità di spostare e modificare le scene
senza particolari difficoltà, sempre rispettando le proporzioni.
STRUTTURE ARCHITTONICHE[3]
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Anche gli architravi delle porte possono essere fatti con questo materiale e incollati come detto. Finito il
lavoro di posizionamento non ci resta che stuccare utilizzando della tufina o della sabbia fine mista con un
po’ di gesso o fondi di caffè o cenere. Per fare questo
utilizziamo una tecnica già vista nel caso del cartongesso.
Si cosparge la superficie con questo materiale asciutto e
poi la si bagna per fissarla con uno spruzzino.
La casa viene realizzata interamente in polistirene anche nella parte di tetto e tegole architravi e altro, che
vengono incollati sulla superficie della casa. In questo caso una parte della struttura è realizzata con tecnica
catalana con intonaco grezzo, vedere la lezione apposita.
Altre tipologie di mattoni e stuccatura utilizzando della polvere di sughero ottenuto grattandolo
opportunamente. La grana del materiale viene scelta in modo selettivo, più o meno grossa, in dipendenza
della risoluzione che si vuole ottenere.
La casa quasi finita pronta per essere rifinita e posta nel presepe.
Vogliamo in questa lezioni descrivere come realizzare delle case in polistirene per un villaggio in
lontananza. La grandezza delle case non permette di utilizzare degli attrezzi quali taglierini per creare i
mattoni e le tegole che sono molto piccole. Lo stesso attrezzo servirà solo per realizzare dei tagli orizzontali.
Si usa in questo caso un matita, una mina per esempio, con una punta che diventa il nostro punteruolo per
le incisioni.
Il lavoro inizia con la creazione di un blocco di polistirene con la forma della casa che vogliamo realizzare.
Anche le tegole
sono realizzare
incidendo il tetto
prima con linee
verticali e poi
orizzontali con la
matita o con altri
attrezzi tipo lime
per arrotondare la
tegola.
Sulla superficie si
può passare una
velatura leggerissima di gesso liquido e sabbia fine o cenere, si può anche saltare e dare direttamente il
colore .
Un altro modi di operare è quello di aggiungere del materiale fino al gesso tipo tufina o intonaco pronto
oppure dell’ arbazzana , dei fondi di caffè o cenere per rendere il materiale più grossolano miscelato con il
gesso per renderlo più grumoso e ruvido e creare dell’ intonaco che assomiglia a quello che si produceva
una volta. Si prepara una miscela a secco di residui fini di lavorazione del gesso , gesso secco nuovo della
cenere o del caffè e si mescola.
In un altro recipiente si prepara del gesso come sempre e lo si stende sulla superficie , poi a pioggia si mette
il preparato precedente cercando di creare un effetto di intonaco vecchio , alla fine si tolgono i residui della
lavorazione.
Nelle parti dove ci sono distacchi di intonaco solitamente si usa un pennello con gesso molto denso
picchettando la superficie con lo stesso oppure con una spazzola d’ acciaio per renderlo ancora più ruvido.
STRUTTURE ARCHITTONICHE[3]
Indice
Indice ................................................................................................................................................................. 1
Nelle prossime lezioni cercheremo di portarvi altri esempi per comprendere le potenzialità di questo
meraviglioso materiale.
La buiacca a secco utilizzata in questo caso è un misto di terriccio e sabbia passata al setaccio , un pizzico di
gesso e colla di coniglio anch’ essa setacciata.
Alla fine del processo dopo che abbiamo colorato i mattoni e in alcuni casi riproposto il processo di
L’ esempio della prima figura mostra una parete in polistirene in cui lo stesso materiale viene inciso anziché
incollato. L’ incisione
avviene con una
matita o con un
punteruolo. Le parti
intonacate sono
realizzate in gesso
miscelato con residui
di lavorazione.
Quando il gesso si sta
essiccando viene
“grattato” il residuo
di gesso per far
aderire piccoli residui
che simulano l’
intonaco vecchio.
La tecnica che vi mostriamo parte dalla solita tecnica catalana con piccole modifiche che servono pre
rendere più reale la parete.
precedentemente.
Effetto finale dopo la colorazione, si evidenziamo anche tutti i processi di lavorazione della parete.
Nell’ esempio che segue un altro tipo di muro con una buiacca che utilizza colla di coniglio in polvere come
legante , l’ effetto è molto realistico. Ognuno può prepararsi diverse miscele di buiacche e poi provarle per
capire quali sono le migliori per l’ effetto desiderato.
Quando si incide la fuga assume già una colorazione adeguata e non dovrà essere necessario passare
ancora del fondo scuro.
STRUTTURE ARCHITETTONICHE
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
-Strutture primarie.............................................................................................................................................................. 2
Poliuretano-> ...................................................................................................................................................................... 3
Cartone-> .......................................................................................................................................................................... 18
In questa sessione vengono riportate le tecniche per la costruzione delle strutture che costituiscono la scena del
presepe, vale a dire case, muri e quant’altro costituisca l’architettura principale del lavoro.
Sono state divise in primarie e secondarie a seconda della posizione che occupano all’interno del contesto
rappresentato.
Con ciò non si vuole condizionare assolutamente la fantasia del realizzatore, che potrebbe preferire l’inserimento
della Sacra Famiglia in posizione meno rilevante per evidenziare la venuta di Cristo sulla terra e l’origine della
diffusione del suo messaggio che parte da un contesto umile, povero e semplice.
Occorre
dunque
porre l’
accento sulla
posizione
che si sceglie
per la
Natività, che non deve essere casuale ma il centro della idea
progettuale dell’ intera realizzazione. Inoltre fondamentale per questo
è anche la posizione dei personaggi all’ interno delle scene che si
vogliono creare.
Per questo un buon progetto deve tener conto oltre che delle
proporzioni e degli eventuali effetti prospettici anche della
collocazione dei personaggi che deve risultare in armonia con il
contesto.
Tra le strutture primarie, vanno inserite anche tutte quelle costruzioni appartenenti al primo piano del presepe. Esse
saranno gli oggetti che desteranno per primi l’attenzione dell’osservatore e quindi necessiteranno di una maggiore
attenzione nel corso della creazione, per tanto sarà opportuno arricchirli di molti particolari strutturali e di oggetti e
accessori d’arredo.
Tra i particolari strutturali, si possono creare scale, balconi, colonne, capitelli, cupole o quanto altro che rientri nello
stile scelto in precedenza. L’ insieme deve essere caratterizzato dall’armonia tra le strutture e i personaggi. Si eviti un
uso eccessivo di particolari ove non necessari, cercando di evitare di esasperare aspetti tecnici più che emotivi.
La costruzione di una casa o comunque di un locale destinato alla vita sociale può essere costruita con tecniche e
materiali diversi. Nelle sezioni che seguono prenderemo in esame la tecnica del poliuretano e polistirene, del carton
gesso e del cartone.
Poliuretano->
Un buon risultato può essere raggiunto dalla modellazione delle pareti per via dell’incisione di fogli di poliuretano per
mezzo di taglierini e lame, che consentono una facile creazione di mattoni, pietre più o meno regolari, intonaci e
sagomatura degli infissi.
Il poliuretano, reperibile presso esercizi commerciali per l’edilizia, si presenta in fogli ricoperti di una carta scura che
deve essere tolta per mezzo di un taglierino, facendo attenzione a non rovinare troppo la superficie.
Lo spessore dei fogli può variare dai 2 cm ai 6 cm, si usa di solito uno spessore di 2 cm.
Se si creano rotture dell’intonaco o se comunque si vogliono fare dei mattoni, bisogna, dopo averli disegnati,
effettuare la loro incisione con due tagli obliqui creando un solco ed asportando il materiale in eccesso.
L’incisione non deve essere troppo precisa perché i mattoni o le pietre, specie se antiche, sono irregolari e devono
avere spessore diverso sul piano dell’intonaco, con angoli arrotondati e smussati. Per simulare l’usura data dal
tempo, si consiglia di aiutarsi con delle lime o della carta vetrata.
È possibile aggiungere anche delle strutture in rilievo che verranno incollate con della colla a caldo. Nell’esempio
illustrato vengono tagliati dei listelli in poliuretano aiutandosi con un righello, che saranno usati per creare gli stipiti
delle porte e delle finestre, una volta incollati sui bordi dell’intelaiatura degli infissi. Questi listelli possono essere
dello spessore desiderato e eventualmente lavorati con carta vetrata e taglierino per creare dei particolari architravi.
Le pareti degli edifici possono essere create con l’utilizzo di fogli di carton-gesso, la cui incisione (descritta più avanti),
meno semplice rispetto al poliuretano, consentirà la realizzazione di mattoni e pietre più o meno regolari di alta
qualità e ottimo effetto realistico.
Il vantaggio del carton-gesso, oltre all’offrire un risultato finale di qualità superiore rispetto al poliuretano, sta nel
fatto che una volta realizzata la parete, può essere subito colorata e rifinita. Differentemente il poliuretano per essere
colorato, necessita di una stuccatura in gesso o stucco, in modo da consentire l’applicazione dei colori. Questa
stuccatura, che verrà effettuata per mezzo di piccole spatole e pennelli, dovrà essere di poco spessore in modo da
non interferire sulla lavorazione precedentemente effettuata con le lame. Inoltre la rivestitura del poliuretano con il
gesso dovrà essere ben levigata con della carta smeriglia (carta vetrata), al fine di offrire una superficie omogenea e
ricalcante al meglio una struttura reale riprodotta in scala.
L’applicazione del gesso sul poliuretano viene effettuata con un pennello a con piccole spatole. Basta solo fare
attenzione nella preparazione dell’impasto a fare attenzione alla densità. Per l’utilizzo del pennello serve
necessariamente una soluzione più liquida, da poter ben stendere sulla superficie.
Per la preparazione del gesso si rimanda l’attenzione alla successiva sezione dedicata alle rocce, dove viene illustrato
di pari passo la corretta esecuzione per la miscelazione con l’acqua.
Gli esempi
mostrati
riguardano delle
strutture che
sono state
montate e
incollate sulle
quali si procede
alle stuccature
degli angoli e
della superficie in modo da eliminare tutte le giunture e i difetti che naturalmente si creano tra le diverse parti
assemblate.
colla vinilica.
Come detto in precedenza il carton-gesso è un materiale molto usato nei presepi, illustriamo brevemente cosa è
possibile fare con questo materiale.
I fogli di carton-gesso sono molto grandi e sono sempre reperibili nei negozi che vendono prodotti per l’edilizia.
Occorre dunque in primis tagliare la sagoma della facciata della casa o del muro che si intende realizzare.
Una volta tagliata la sagoma si toglie da un solo lato la carta che riscopre il gesso del foglio aiutandosi con una spatola
e dopo aver bagnato la superficie più volte.
Con un taglierino o anche con una sega è possibile ritagliare le aperture desiderate, eliminando il materiale in
eccesso. Per tagliare le aperture si può usare anche un seghetto alternativo con lama fine.
La parete così ricavata deve essere incollata su una struttura di sostegno, realizzabile con legno o poliuretano come
nelle immagini sotto riportate, utilizzando colla a caldo o vinilica.
Si passa poi alla definizione dei mattoni sulla superficie, che vanno incisi con un oggetto rigido ed acuminato come ad
esempio un punteruolo, dopo aver bagnato la stessa
abbondantemente con acqua. Nella foto seguenti
mostriamo come il carton-gesso necessita di essere
incollato su una superficie rigida in modo da resistere
alle sollecitazioni. Tale parete che fa anche da spessore
alla casa, può essere in polistirolo legno o poliuretano,
incollata con vinavil o colla a caldo.
La parete viene incisa utilizzando un punteruolo , la stessa deve essere continuamente bagnata per permettere una
lavorazione più agevole data la durezza del gesso secco.
Il passo seguente riguarda l’ eventuale incollaggio di parti in rilievo che si può fare con listelli di carton-gesso o
polistirolo piuttosto che poliuretano
incollati con vinavil o gesso denso. La colla
a caldo in questo caso non è utilizzabile
perché non aderisce alla superficie
farinosa del carton-gesso.
Altra possibilità per la modellazione di strutture ed edifici è offerta dal cartone. Molto economico perché facilmente
reperibile dal riciclo di scatole ed imballi e facilmente modellabile ed assemblabile per mezzo di forbici, lame,
graffette metalliche e collanti di vario genere, anche il cartone viene spesso utilizzato per fare il presepe.
Come per il poliuretano, è necessario che venga ricoperto con del gesso per essere colorato, ma contrariamente ad
esso, offre meno possibilità di arricchimento architettonico.
Può comunque essere utile per la creazione di piccole ed economiche strutture, specie nell’uso casalingo.
Le foto che seguono illustrano l’uso del cartone, che viene tagliato dopo essere stato disegnato in proporzione ai
personaggi di cui si dispone.
Per creare delle aperture, i tagli devono essere fatti sui margini orizzontali ed al centro dei verticali in modo da poter
piegare verso l’interno le parti eccedenti che con l’aggiunta di altre strisce interne, andranno a creare lo spessore
delle pareti (vedi illustrazioni sotto).
Nel tagliare il cartone, è possibile creare lievi incisioni anche sugli spigoli verticali, in modo da favorire una corretta
piegatura.
Le fratture dell’intonaco e la possibilità di mettere a vista pietre o mattoni, viene effettuata sempre con l’incisione del
cartone, asportando la parte da porre in basso rilievo e inserendo dall’interno un pezzo di cartone tale da tappare il
buco lasciando così lo spazio inciso a vista. In questo spazio, così come sull’intera parete dovrà stendersi del gesso che
sarà opportunamente lavorato al fine di creare l’effetto desiderato. (vedi foto sottostanti)
Nella preparazione del gesso si possono aggiungere sia della colla vinilica per rafforzare la tenuta che della sabbia fine
per rendere la superficie non troppo liscia. È possibile sostituire la sabbia con della segatura fine, ottenendo lo stesso
effetto.
Se la struttura è grande conviene rinforzarla con listelli in legno o con una doppia struttura di cartone.
Bisogna prestare attenzione a non eccedere con il gesso, si rischia di deformare il cartone a causa dell’umidità
dell’acqua contenuta nell’impasto. Per rendere la struttura più solida, è possibile stendere della colla vinilica sulle
pareti interne della casa.
Il gesso sulla struttura in cartone deve essere spalmato con una spatola molto delicatamente e deve essere inoltre
abbastanza denso da aderire al cartone stesso senza colare dalla parete.
Un altro materiale molto utilizzato per fare i presepi è la iuta, una fibra tessile generalmente utilizzata per la
creazione dei sacchi per il trasporto del caffè e frutti leguminose, reperibile in negozi per prodotti agricoli e da
giardinaggio.
Con essa, ricoperta dal gesso, si possono creare le strutture più irregolari come grotte e pareti naturali.
Qualora si intenda creare una struttura di questo genere, bisogna dapprima creare la forma desiderata, ossia
l’appoggio per sostenere la iuta, con l’uso di carta e cartone o di quant’altro possa essere utile, in modo da sorreggere
il peso del gesso che vi verrà sopra applicato. In tal modo si evita di creare manufatti troppo pesanti.
Sulla struttura creata a sostegno viene deposta la tela della iuta e su questa viene spalmato del gesso molto liquido e
tale da penetrare nella trama del tessuto.
Messo il gesso liquido, si lavora la superficie (vedi sezione delle rocce di questo corso) ed al termine della
modellazione è possibile spolverare del gesso in polvere che aderirà alla superficie assorbendo l’acqua in eccesso
prima che l’essiccatura sia definitiva. In tal modo si esalta la qualità delle rocce create, offrendo un effetto realistico.
La iuta può essere anche imbevuta interamente nel gesso e poi stesa sulla struttura creata a sostegno, si può
scegliere indifferentemente l’una o l’ altra tecnica a seconda delle esigenze e del tempo a disposizione, l’importante è
fare attenzione qualora si scelga la seconda opportunità, perché la iuta imbevuta nel gesso cola di liquido misto acqua
e gesso che rischia di sporcare e danneggiare altre parti del lavoro.
Le montagne che si trovano all’orizzonte vanno realizzate con questa seconda tecnica, ma devono essere modellate
con pareti molto più lisce e meno rugose delle colline e dei rilievi più vicini all’osservatore, simulando in questo modo
l’effetto di lontananza
-Strutture secondarie
Per strutture secondarie devono intendersi i manufatti strutturali come case, muri, colline e quant’altro va ad inserirsi
nel piano non diretto all’approccio visivo, ovvero il secondo piano.
In questa parte sarà possibile creare oggetti architettonici meno impegnativi del primo piano perché più piccoli e
meno ricchi di particolari strutturali, anche se è libera scelta del presepista il poter riprodurre in questa parte edifici o
quant’altro, in maniera fortemente realistica.
La finitura delle strutture e, in modo speciale, quella delle case e degli edifici abitativi, prevede l’inserimento di
oggetti d’arredo (descritti in apposita sezione di questo corso) e di elementi architettonici di rifinitura.
Per raggiungere infatti un lavoro perfetto e rispondente alle caratteristiche della realtà, sarà opportuno che le
strutture siano corredate di elementi distintivi dello stile proposto.
In particolare bisognerà inserire, dopo l’assemblaggio delle pareti e delle varie parti costruite, elementi come stipiti,
architravi, tetti, cornicioni, fasce, grondaie, scale, pavimenti, colonne, etc..
L’inserimento di tali elementi deve essere effettuato con cura ed in maniera tale da non creare danneggiamenti alla
struttura su cui si lavora.
Le fotografie sotto riportate, mostrano alcuni esempi di arricchimenti strutturali e finiture, approfondite anche in
altre parti del corso.
Nelle foto altri particolari come il tetto con una grondaia , le finestre,
una pergola.
Indice
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In questa sessione vengono riportate le tecniche per la costruzione delle strutture che costituiscono la
scena del presepe, vale a dire case, muri e quant’altro costituisca l’architettura principale del lavoro
utilizzando il cartongesso e il polistirene come materiale per la realizzazione.
Il cartongesso è un materiale che abbiamo già conosciuto nelle lezioni precedenti, ora vogliamo scendere in
dettaglio mostrandovi la tecnica in maniera approfondita, cercando di evidenziare gli aspetti caratteristici di
questo materiale.
Il cartongesso si trova nelle rivendite di materiale edile in forma di fogli di diverso spessore, normalmente si
utilizza uno spessore medio di qualche millimetro, comunque conviene uno spessore inferiore al
centimetro, solo in casi di grandi strutture si possono utilizzare spessori maggiori opportunamente
rinforzati con apposita struttura in laminato in ferro.
La prima operazione riguarda come sempre il progetto della scena presepiale che si ha in mente. La
seconda operazione riguarda la realizzazione del piano su cui collocare le strutture.
Il progetto interessa anche l’ingombro delle strutture sul piano, come si vede si disegna anche questo
tracciando la posizione delle facciate sullo stesso.
Il passaggio seguente riguarda incollare la parete in cartongesso su una struttura che lo possa sostenere
evitando rotture indesiderate. Si sceglie in questo caso del poliuretano ma si può optare anche per
polistirolo o legno. Per prima cosa si
ricalca il disegno sul poliuretano,si taglia
il poliuretano e poi si incolla, il
cartongesso sullo stesso utilizzando la
colla a caldo o il vinavil. Prima si questo
è meglio togliere nella parte posteriore
del cartongesso, in prossimità degli
angoli delle finestre e delle porte, un po’
di carta per evitare che la stessa sia un
problema in fase di rifinitura degli stessi
angoli.
La prossima operazione infatti, necessaria da fare, è togliere lo strato di carta che ricopre il cartongesso,
utilizzando una spatola e solo dopo avere abbondantemente bagnato la superficie con un pennello,
operazione , quest’ ultima, che va fatta di continuo.
desidera realizzare.
Per strutture in rilievo, tipo architravi, cornici di porte e finestre, utilizzate del polistirene o anche il
cartongesso incollati con colla vinilica, come visto in precedenza, infatti la colla a caldo su cartongesso non
ha adesione.
Se si vuole simulare l’ effetto intonaco sul cartongesso lo spessore dell’ incisione deve essere abbastanza
profondo in modo da poter essere ricoperto con altro materiale, cemento o gesso che si insinuerà negli
interstizi creatisi.
Le facciate ora sono pronte per passare alla fase successiva. Le stesse possono essere ulteriormente
lavorate aggiungendo parti in rilevo oppure stuccando le parti visibili di adesione del cartongesso con la
base sottostante in prossimità di porte finestre e aperture.
Se non si vuole avere questo effetto lo spessore dei mattoni sicuramente sarà
meno pronunciato e per colorare si utilizzerà la tecnica del chiaro- scuro già
vista e le pareti potranno essere incollate appena finita la lavorazione delle
incisioni. Ricordarsi di realizzare lo spessore dei muri in coincidenza delle
porte e delle finestre, inoltre gli angoli delle case dovranno essere incisi per
dare un senso di continuità alla struttura. Si usa anche del cemento bianco
per simulare la malta più chiara.
Le pareti della casa o della struttura devono essere incollare insieme, con
vinavil o colla a caldo, stando attenti agli angoli, in quanto il supporto
Carton-gesso
Descriviamo ora un altro metodo in cui il cartongesso viene usato solo per particolari della casa realizzata in
polistirolo o poliuretano. Il trucco sta nel creare delle incisioni, su poliuretano , polistirolo o polistirene,
dove alloggiare dei pezzi del materiale suddetto. Potremo anche evitare , infatti , di creare una parete
interamente di cartongesso ed avere lo stesso effetto solo dove serve. Il primo passo è il disegno della casa.
Dopo l’ incisione del cartongesso occorre struccare con gesso i lati della rottura per legare con il resto della
facciata il lavoro appena fatto.
Se si vuole è possibile
anche evidenziare la
rottura dell’ intonaco
tracciando il
contorno con la
spatola. Quando
asciutto si utilizzi
della carta vetrata
per eliminare i difetti.
Si possono anche realizzare delle pareti di gesso fai da te. Bisogna dotarsi di
assicelle di legno per creare una sagoma in cui colare il gesso . La base
dovrebbe essere una lastra di vetro bagnata con del sapone per
permettere il distacco della parete.
Queste pareti
sono utili per la realizzazione di pavimenti o rivestimenti
di case, o per la strade. La parete si distacca dalla base
in vetro girandola sottosopra e forzando se necessario
con un punteruolo.
Si può anche colare direttamente il gesso sulla base del presepio e incidere i mattoni, il vantaggio delle
sagome e quello di avere delle strutture solide che si possono preparare a parte e poi inserite dove si vuole
nel presepe, anche su scale, per un pavimento di una casa e in tante altre situazioni.
Nelle foto che seguono tre tipologie di materiale: polistirene estruso e polistirolo.
Ci si prepara all’ incisione del polistirolo con un saldatore, un taglierino e una spazzola d’ acciaio. Si
comincia a incidere a caldo il materiale stando attenti a non inalare i fumi , si consiglia un locale areato o
uno spazio aperto per questo lavoro.
Dopo la prima passata di saldatore il muro si presenta inciso ma in modo innaturale e troppo artificiale , le
linee sono troppo squadrate e gli angoli troppo vivi . Soprattutto la superficie, è troppo liscia e omogenea.
Per questo è necessario un lavoro ulteriore con una spazzola d’ acciaio e un taglierino.
Nella fase
successiva
si continua a lavorare il muro con il saldatore in più riprese
cercando di combinare lo stesso con la spazzola e il
taglierino.
Importante è che le linee orizzontali siano parallele al terreno come devono essere perpendicolari quelle
verticali.
Le pareti una volta finite vengono assemblate insieme con colla vinilica
aiutandosi con degli stuzzicadenti, inseriti negli angoli per tenere ferma la
struttura.
Se vogliamo realizzare una cupola araba , che si trova solo sulle sinagoghe e in pochi casi sulle case nobili,
riempiamo mezzo pallone da calcio con il gesso dopo averlo immerso in un secchio contenente della sabbia.
La stessa fa in modo che il peso del gesso non schiacci la cupola alla sommità. Il Gesso indurisce e crea la
cupola. Nella foto è stata realizzata grezza , non perfettamente liscia, come nella realtà . Esiste sempre il
modo per correggerla e renderla perfettamente liscia
tramite della
carta vetrata.
Il passaggio
successivo è il
taglio delle porte e
delle finestre. Le
foto successive
mostrano il lavoro
che si è fatto di
incisione delle
pareti della casa in
base al disegno dei
mattoni e al taglio
delle finestre che si
è deciso. Come nel
caso precedente
viene utilizzato un
saldatore, un
taglierino e una
raspa metallica per
eliminare i residui e
arrotondare gli
spigoli dei mattoni.
La fase successiva è quella di incidere interamente di mattoni , come visto nel caso precedente.
Possiamo ancora inserire gli architravi intorno alle finestre. Parti in rilievo , come detto, possono essere
realizzate in polistirolo o poliuretano e incollate con colla vinilica, aiutandosi con dei stecchini o chiodi che
poi possono, all’ occorrenza, essere rimossi. Per aiutare l’ adesione della colla la superficie del materiale
deve essere estremamente pulita, cioè priva di residui e polvere, e stesa con pennello. Se si lascia per un
minuto a prendere aria e esercitando pressione l’adesione avviene in maniera più veloce.
Una volta inciso e dopo avere applicato con della colla vinilica eventuali strutture in rilievo, si passa alla fase
di incollaggio delle pareti e poi alla stuccatura della struttura completa.
Per incollare le pareti si possono usare dei stecchini o dei chiodi , come precedentemente detto, inseriti all’
interno degli angoli o dove si vuole con l’ ausilio di pinzette.
Il gesso, come nel caso di case in poliuretano o altri materiali, deve essere steso con pennello prima e poi
con la spatola ove necessario. Nel gesso si aggiunge in certi casi anche sabbia o terriccio molto fine se
vogliamo avere un effetto di intonaco vecchio.
Prima però bisogna fare un passo indietro. Se le pareti sono molto grandi si rischia , una volta steso il gesso,
che la parete, essendo elastica, si pieghi e assuma una forma non naturale.
Per evitare questo è necessario rinforzarla con del compensato o assicelle di legno per renderla rigida e
quindi meno deformabile.
La stesura del gesso sulla parete avviene prima con un pennello e del gesso abbastanza liquido poi appena il
gesso inizia ad indurire si utilizza lo stesso per stuccare i buchi , i sottotetti , gli angoli e per simulare in
alcune
parti l’
intonac
o.
So continua a lavorare il gesso sulla parete cercando sempre di non coprire gli interstizi molto tra i mattoni ,
altrimenti si vanifica tutto il lavoro di incisione. Per questo il gesso deve essere sempre molto liquido con la
possibilità di stenderlo con il pennello.
Un trucco per creare un effetto di intonaco consunto dal tempo lo si ha se si spolvera la parete, posta su un
piano orizzontale, con gesso, dopo averla spruzzata con acqua. Successivamente alla spolveratura si
spruzza ancora in maniera delicata con acqua il gesso che tenderà ad assumere una conformazione molto
rugosa e realistica.
Fare attenzione anche alla successiva fase di illuminazione degli interni delle case. Le pareti polistirolo
potrebbero far trasparire la luce e quindi, anche in questo caso, occorre passare una mano di colore denso
(normalmente nero o marrone a tempera) nella parte interna per evitare questo spiacevole effetto.
Prima di questo è necessario anche stuccare dall’ interno le parti delicate tipo angoli e sottotetti dove
passa più facilmente la luce. Questa operazione viene fatta prima di incollare tutte le pareti della casa
solitamente lasciando una parete libera per poter lavorare all’ interno.
Le pareti visibili dall’ esterno che costituiscono gli interni delle case vanno stuccate anch’ esse. Se
utilizziamo il polistirene è opportuno passare con la raspa metallica per permettere una migliore adesione
del gesso alla parete che verrà poi colorata con colori tenui ad acqua anche evitando la fase di colorazione
con la tecnica del chiaroscuro, facendo risaltare gli angoli o la parete con sfumature di colore. Se invece ci
sono della parti in rilievo o effetti di mattoni da far risaltare, anche per le pareti interne, allora si utilizza la
tecnica del chiaroscuro già descritta.
STRUTTURE ROCCIOSE
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
-Le rocce.............................................................................................................................................................................. 2
-Colorazione delle Rocce .................................................................................................................................................. 14
Nella maggior parte dei presepi, specie in quelli in cui si intende riprodurre un paesaggio naturale, vengono inserite le
rocce.
Per rocce devono essere considerate sia i piccoli ciottoli che si possono trovare generalmente in ogni ambiente
comune, sia le pareti che caratterizzano scenari molto ampi. Nella foto precedente un esempio di realizzazione di
rocce per un presepio di tipo palestinese.
L’operazione più semplice da effettuare è quella di inserire nella scena rocce vere e proprie, di varie dimensioni,
raccolte nella natura che ci circonda, scelte per forma e colore e tali da rendere realistico l’ambiente che si intende
riprodurre.
Sassi e pietre in natura non mancano e spesso danno vita a forti creazioni di fantasia per le forme ed i colori più
svariati che offrono.
Per creare artificialmente le rocce, bisogna disporre fondamentalmente di gesso, iuta, gommapiuma, polistirolo e
colori (migliori le terre naturali, vedi sezione dedicata alla colorazione), nonché di attrezzature come spatole e
contenitore per acqua e gesso. Sarà utile procurarsi anche altri materiali di scarto come cartoni e scatole da utilizzare
come spessori.
Nella foto precedente un esempio di terreno realizzato con iuta e gommapiuma per simulare delle rocce. Come si
Una volta creata la base e quindi la forma desiderata bisogna rivestirla con della iuta. Nei casi di dimensioni ampie o
comunque in condizioni difficili, la iuta può essere sorretta da retina metallica, reperibile in commercio nei negozi di
ferramenta.
Sulla iuta verrà colato del gesso preparato non troppo liquido, per evitare che scivoli via dal tessuto. Sul polistirolo il
lavoro risulta leggermente più complesso. Con una spatola si deposita un quantitativo di gesso denso che verrà
lavorato per coprire la base in polistirolo. Il polistirolo può essere messo a strati , in verticale o come si vuole in
dipendenza delle rocce da costruire, sedimentarie calcaree o altro. Per preparare il gesso si mette un po’ di acqua nel
recipiente e si mette il gesso a pioggia (spolverandolo) fino a che tende ad affiorare sulla superficie dell’acqua (vedi
foto seguenti). Il gesso non va mescolato fino a quando non si inizia il lavoro vero e proprio perché tende ad indurire
più velocemente. Il consiglio è anche quello di non preparare quantità eccessive di gesso perché è a rapida
essiccazione e non consente molto tempo per la modellazione, di norma si lavora una porzione piccola alla volta.
Come già detto, il gesso viene messo nell’acqua a pioggia (spolverato) per evitare che crei dei grumi, fino al suo
affiorare sul liquido. Più se ne aggiunge e maggiore sarà la sua consistenza. Nel caso delle rocce non eccedere nelle
quantità. Ricordarsi sempre che va fatto riposare nell’acqua senza mescolare per alcuni minuti in maniera tale che si
bagni completamente e non indurisca con rapidità.
Quando si decide di iniziare il lavoro si comincia a prendere un po’ di gesso alla volta con una spatola senza mescolare
Il gesso si deposita sulla superficie, nell’esempio in foto su polistirolo con una spatola. Va posato con delicatezza
cercando di disporlo omogeneamente e senza lasciare buchi.
Sulla iuta il gesso occorre più liquido (vedi foto sopra). Quindi
sarà opportuno che nel mischiare la polvere con l’acqua,
quest’ultima sia in proporzione maggiore.
Illustriamo ora con delle fotografie la tecnica per creare le rocce con la iuta ed il polistirolo attraverso le varie fasi
sequenziali di lavorazione.
Prima cosa da fare, come già detto, è creare la struttura d’appoggio dando la forma di base alle rocce che si vogliono
riprodurre.
Il trucco sta nel fissare prima con un po’ di gesso le parti che sono
state assemblate , e poi aspettare prima di continuare in modo
che la struttura, dopo l’ essiccazione , risulti più solida e facile da
lavorare.
Non ci si deve preoccupare della parte di scarto che viene a crearsi durante questa fase, vale a dire di quelle piccole
Altra tecnica efficace per creare delle rocce è quella in cui si utilizza la gommapiuma. Essa deve essere sminuzzata in
piccole parti con le mani (a strappo), creando dei pezzi irregolari che andranno immersi nel gesso preparato e
leggermente strizzati prima di essere collocati nel piano d’appoggio precedentemente creato.
Rocce in gommapiuma
Le rocce create assumeranno il loro aspetto caratteristico dopo la fase di colorazione che stiamo per illustrare.
Colorare le pareti rocciose è abbastanza semplice e si noterà subito come il colore impresso crei un effetto singolare e
realistico, tanto da rappresentare uno dei momenti di maggiore soddisfazione nel corso della realizzazione dell’intero
presepe, l’ unica attenzione va rivolta al tipo ed alla tonalità di colori da usare.
Nelle foto sopra vengono preparati i colori, in questo caso delle terre naturali. L e Terre naturali sono le più adatte ad
un lavoro di questo tipo perché sono solubili in acqua, assumono facilmente delle particolari sfumature e non sono
molto costose. Vi riportiamo alcuni colori di base da usare :
Preparare poi un contenitore con acqua, , si deve usare come aggregante la colla di coniglio (vedere la lezione sulla
colorazione ) le terre infatti con il tempo tendono a sbiadire. Anche per le velature leggete la lezione apposita della
colorazione.
Prendere un pennello non troppo piccolo e bagnarlo abbondantemente nell’acqua colorata o semplicemente in
acqua senza colore e ancora bagnato, passarlo nel piatto o nella tavolozza del colore preparato precedentemente.
Non utilizzate colori troppo forti , bisogna far risaltare le venature del gesso e un colore troppo denso potrebbe
limitare il rendimento del lavoro. Si intinge il pennello in diversi colori che si amalgamano insieme sulla superficie.
Con l’ esperienza si capirà quanta acqua usare per la colorazione ottimale e colla di coniglio come aggregante.
Aggiungere nelle venature della roccia diverse tonalità di verde miscelato con la base di colore utilizzata in
precedenza, in modo da creare l’effetto di umidità tipico di alcune rocce. Anche in questo caso la sfumatura dovrà
essere molto delicata.
Tenere sempre presente la tipologia delle rocce che si vogliono creare in modo tale da colorarle adeguatamente
secondo le caratteristiche naturali. Le rocce calcaree sono generalmente più chiare, le sedimentarie a contenuto
ferroso tendenti al rosso, le basaltiche più scuro tendente al grigio.
Questo tipo di colorazione va bene per il primo piano e comunque non utilizza i colori primari , come visto nella
lezione apposita. Infatti occorrerebbe sempre l’utilizzo del blu miscelato agli altri colori. In questo tipo di colorazione
non si usa la tecnica del chiaroscuro perché le sfumature che si ottengono con l’ utilizzo di molta acqua sono molto
naturali e tipiche del gesso.
I colori vanno
usati
partendo
dalle tonalità
più scure a
quelle più
chiare e
devono essere molto liquidi. È opportuno che la
colorazione avvenga gradualmente e a più riprese, in
Si ribadisce e con ciò si conclude questa parte del corso on-line che il colore deve essere estremamente liquido per
penetrare bene nelle fessure che si vengono a creare nell’incisione del gesso. Il pennello va continuamente bagnato
nell’acqua. In caso di errore nella colorazione, è possibile lavare la superficie con acqua per mezzo dello stesso
pennello. Il miglior rendimento della colorazione è offerto dai colori naturali come le terre usate nelle precedenti
illustrazioni. Per creare effetto umido si può sciogliere del colore ad olio , per esempio marrone con una punta di blu
o terra di siena , con 50 % di essenza di trementina e olio di lino, e passarlo dove si vuole. Il colore deve essere molto
diluito e passato solo dove serve , per esempio nelle insenature per risaltare le crepe.
Il risultato finale sicuramente rende molto bene l’ idea che si eravamo prefissi di realizzare una parete di roccia e il
terreno circostante.
Altri esempi di rocce in polistirolo e in fondo rocce in gommapiuma di grandi dimensioni realizzate con alcuni pezzi di
polistirolo assemblati insieme con chiodi e poi lavorati con gesso. In questa tecnica si lavora la roccia cercando di
simularne un tipo molto comune che è il basalto, in cui la superficie risulta più liscia.
STRUTTURE ROCCIOSE
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
1. -Le rocce con Polistirene e Polistirolo......................................................................................................................... 2
2. -Le rocce con corteccia di alberi o sughero. ............................................................................................................... 5
3. -Rocce con gli stampi ................................................................................................................................................ 11
4. –Il terreno. ................................................................................................................................................................ 17
5. -Una Grotta di grandi dimensioni ............................................................................................................................. 21
Utilizzando un pennello asciutto si può prendere del gesso secco e con delicatezza, con dei piccoli colpetti, spargerlo
sulla superficie. In questo modo potremo asciugare l’ umidità residua ed avere un effetto di roccia friabile.
Nelle foto
mostriamo
Ricordatevi sempre di posizionare la struttura nel presepe per controllare proporzioni e ingombro.
Altri esempi di realizzazione mista gesso e cortecce. Le stesse per far aderire il colore necessitano di una leggerissima
velatura di gesso .
Quello che si ottiene è una porzione di roccia che può essere utilizzata tagliandola e
inserendola nella parete di roccia, sul terreno fissandola con il gesso o il cemento a
pronta presa, se necessario.
Il risultato sarà molto vicino alla realtà soprattutto se si riuscirà a rendere omogeneo l’
insieme della struttura.
Quando assembliamo le rocce usiamo una cosiddetta “porcheria” , come la chiamano gli spagnoli, composta da
gesso, che funge da aggregante in quantità
sufficiente, della terra , sabbia, residui di
lavorazione del gesso e quanto la vostra
fantasia vi consiglia. Deve essere un impasto
denso e molto granuloso.
Dopo questa operazione si fa uscire la roccia dallo stampo e si cerca di metter lo stampo in una posizione che
riproduca anche il volume della roccia in questione.
Si prepara del gesso normale leggermente denso per aderire alle parti più verticali e si cosparge l’ interno cercando di
riempire solo lo stampo dello spessore desiderato. Non occorre riempirlo totalmente.
gesso.
La base del presepe solitamente viene rivestita con polistirolo o polistirene. Si ricorda che anche il terreno deve
rispettare le regole della prospettiva lineare quindi dovrà essere in pendenza.
Quindi creata la base si può decidere diversi modi per realizzare un terreno. Il primo metodo è quello di utilizzare
della iuta rivestendolo e poi passando del gesso, come visto in un'altra lezione, oppure modellandolo direttamente
sul polistirolo o polistirene. E’ naturale che il terreno non sarà mai piatto ma avrà delle protuberanze, piccoli sassi,
buche e quanto altro desideriamo.
Creiamo con il polistirolo la base del terreno aggiungendo dei pezzi dove serve creando il più possibile del movimento
naturale. Prepariamo poi a lato piccoli pezzi di gommapiuma, polistirolo o polistirene.
Facciamo un po’ di gesso con la tecnica vista in precedenza e cominciamo a stenderlo sulla superficie, aggiungiamo
all’ impasto del caffè, piuttosto che della sabbia o residui della lavorazione del gesso fatto in precedenza.
Si può anche avere a disposizione dei residui secchi opportunamente tritati e della cenere per esempio o del terriccio
da miscelare a secco e spargere a pioggia sulle parti dove abbiamo steso il gesso liquido prima che asciughi in modo
che questo impasto aderisca alla superficie e simuli il movimento del terreno.
STRUTTURE ROCCIOSE
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
1. Vari tipi di roccia ......................................................................................................................................................... 2
Per amalgamare le parte tra di loro si può utilizzare del gesso “sporco” cioè del gesso con aggiunta di residui , terriccio
e altro per
simulare le parti
sgretolate di tali
rocce.
Esempio di lavorazione.
Alla fine per rendere ancora più reale la struttura , prima che il gesso sia
completamente secco , si spolvera con del gesso misto a piccoli residui dello stesso
amalgamati a secco. Dopo la colorazione si aggiunge del terriccio e dei piccoli sassi
LE MONTAGNE E LO SFONDO
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
– Montagne......................................................................................................................................................................... 2
Per realizzare la parte finale, ovvero quella più lontana all’osservatore e quindi la chiusura del presepe, bisogna tener
conto dell’ambiente che si è riprodotto e bisogna tornare all’idea originale o modificata nel corso del lavoro.
Se si è data importanza ad un contesto puramente naturale, la soluzione prevede la creazione di alture e montagne
con la tecnica della iuta e del gesso o utilizzando altri materiali, già descritta precedentemente.
Questo tipo di soluzione deve tener conto dell’ambientazione e dovrà quindi essere rispondente al luogo che si è
voluto riprodurre. Sarà quindi costituito da montagne dolci o aguzze, o sarà formato da alte dune di sabbia a seconda
del contesto.
I colori del primo piano devono essere marcati e definiti, quelli del secondo e
terzo piano sempre maggiormente sfumati e tendenti all’azzurro. Basta notare
come le montagne distanti nella realtà sono tendenti al colore viola-azzurro,
specie nelle ore mattutine. Anche il posizionamento delle luci sarà importante
per definire le montagne dello sfondo e per questo le stesse luci andranno
collocate dietro di queste, oltre l’ultimo piano, per evidenziare ancor più
l’illusione della distanza.
Per prima cosa bisogna avere a disposizione un piano, anche indipendente dal piano vero e proprio del presepio, su
cui alloggiare le montagne o le colline.
Solitamente si realizzano le
montagne utilizzando iuta e
gesso, cartapesta, gommapiuma
gessata e altri materiali.
Nel presepe dobbiamo anche realizzare il terreno e questo dovrà essere collegato alle colline e alle montagne dello
sfondo. Un trucco per fare in modo che ci sia l’ illusione della distanza , come già citato nella lezione sulla prospettiva,
è quello di dividere il piano del presepe in più piani o sezioni. Abbiamo infatti detto che il primo piano considera i
personaggi con grandezza maggiore e le strutture primarie. Il secondo è il legame tra il primo piano e le montagne di
sfondo.
Nel secondo piano, subito dietro la grotta , realizziamo una collina che interrompe lo sguardo e copre la base delle
montagne dello sfondo.
Come si vede chiaramente dalle foto seguenti , queste strutture essendo più vicine all’ osservatore rispetto alle
montagne sono maggiormente curate e rifinite. Infatti , come effetto prospettico , le montagne dello sfondo
dovrebbero essere più levigate perché con la lontananza si perdono i particolari e l’ occhio tende a confondere i
contorni. Se realizziamo questo tipo di strutture allora si riuscirà ad avere un effetto molto realistico. In questa foto
mostriamo contornato in verde la fine del primo piano, in marrone il secondo piano e in blu le montagne sullo
sfondo. Nella stessa figura mostriamo la pianta che ricalca questo schema.
Abbiamo
anche
aggiunto un
albero che
crea un
attenzione
diversa e
nasconde in
parte la
visione delle
montagne
creando una
illusione di
distanza.
In questa foto invece si vede chiaramente la divisione nei piani. Il primo piano
termina con una piccola collina che , come si vede viene arricchita con dei
cespugli e dell’ erba. Il secondo piano ha una collina meno rifinita e lo sfondo ha
le montagne tipicamente di un colore che tende verso l’ azzurro per simulare
l’effetto di lontananza.
Anche il colore ha la sua parte perché tende a sfumare più ci si allontana dal
primo piano. Quindi come
consiglio si dovrebbero
marcare maggiormente le parti
vicine all’ osservatore con l’
accortezza di sfumare con
tonalità più chiare quelle
seguenti, aggiungendo un tono
di azzurro più ci si allontana.
Ora passiamo a spiegare in dettaglio la realizzazione delle montagne con due metodologie diverse.
La prima utilizza la iuta come materiale da rivestimento, la seconda della gommapiuma o del polistirolo. Per la prima
tipologia occorre un telo di iuta, materiale usato nei omonimi sacchi per la raccolta del caffè o delle olive. Si crea la
base dove alloggiare questo materiale utilizzando come detto materiali di scarto, questi dovranno essere collocati
incollandoli tra di loro con colla
vinilica saldamente alla base e poi
sorretti , se necessario da chiodi o
stuzzicadenti.
Al termine del lavoro si può spolverare leggermente la montagna con del gesso secco per simulare le asperità del
terreno, si raccomanda di non esagerare con le quantità.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 10- LE MONTAGNE E LO SFONDO
Nel caso di colline la lavorazione procede allo stesso modo, in
questo caso però si possono rimarcare maggiormente alcuni
particolari delle rocce o aggiungerne di nuove utilizzando della
gommapiuma.
A questo punto si miscela del gesso e si ricopre la struttura aggiungendo, per esempio alla base dei pezzi di
gommapiuma, quelli avanzati dal taglio della sagoma.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 11- LE MONTAGNE E LO SFONDO
Si modella aiutandosi dapprima con un pennello e poi
con una spatola appena il gesso tende a indurire. Dovrete fare in modo di simulare i movimenti della roccia o del
terreno senza mai esagerare perché bisogna considerare gli effetti prospettici.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 12- LE MONTAGNE E LO SFONDO
Si usa la spatola per eliminare tutti i difetti e rendere omogenea la struttura collinosa.
Come ultimo esempio vi mostriamo una tipica struttura di una montagna che
potrebbe essere la base per un piccolo borgo di dimensioni e altezza maggiori .
Nella realizzazione usiamo una base di sostegno in legno per sollevare e rendere
solido il tutto.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 13- LE MONTAGNE E LO SFONDO
Nella foto si mostra
anche l’ utilizzo di pezzi
di gommapiuma per
realizzare le rocce. Come
già visto nella lezione su
queste ultime la
gommapiuma viene
intrisa di gesso e
posizionata. Se il pezzo è
molto grande allora si
preferisce prima
posizionarla e legarla
con filo di ferro o chiodi
e poi cospargerla di gesso per poterla lavorare.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 14- LE MONTAGNE E LO SFONDO
La collina finita in cui si notano le asperità che abbiamo
voluto mettere in risalto. La collina può essere rifinita
anche considerando eventuali accenni di verde con piccoli
alberi che farebbero in modo di renderla ancora più reale.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 15- LE MONTAGNE E LO SFONDO
L’ effetto finale è quello che nella realtà si crea per le montagne
molto lontane. I colori tendono ad assumere il tipico colore
azzurrato effetto dell’ atmosfera.
Il contorno delle montagne visto dall’ alto denota anche la loro sagoma che
segue il perimetro del fondo del cielo che negli angoli tende ad essere
tondeggiante.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 16- LE MONTAGNE E LO SFONDO
Le foto mostrano come il colore e una buona
realizzazione delle montagne sia fondamentale per
poter dare l’ effetto di profondità all’ opera anche
con l’ ausilio del supporto delle luci.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 17- LE MONTAGNE E LO SFONDO
-Lo sfondo
La parte finale, che delimita tutta l’area del presepe è costituita dal cielo. Se previsto nella struttura di base, potrà
essere realizzato con un pannello di compensato e dipinto, oppure potrà essere inserito a termine del lavoro per
mezzo di una struttura supplementare. Nel caso di un presepe di grandi dimensioni, si consiglia di utilizzare un telo di
colore bianco di terital o cotone. In entrambi i casi, la forma dovrà essere circolare, ovvero non dovrà creare angoli
interni e soprattutto si dovranno evitare giunture delle parti o cuciture del telo, in modo da avere un fondale
omogeneo.
Come si vede nell’illustrazione sopra, la parte terminale del presepe deve essere tondeggiante, così come il cielo che
vi si dovrà inserire. Per presepi di grandi dimensioni è opportuno creare una struttura di sostegno, generalmente
realizzata con del legno ed opportunamente
sagomata negli angoli.
Struttura del cielo
montata sugli angoli
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 18- LE MONTAGNE E LO SFONDO
Il cielo fatto con un telo bianco vede generalmente l’utilizzo di
una fibra in terital o cotone e viene fissato alla struttura in legno
con delle puntine da disegno.
Se si usa il legno è sufficiente utilizzare lampade di colore azzurro, che garantiranno un effetto similare alla lampada
wood proiettata sul telo. Abbiamo già detto che le lampade di colore azzurro devono essere posizionate dietro alle
montagne in modo tale da simulare l’effetto
dell’orizzonte.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 19- LE MONTAGNE E LO SFONDO
GRUPPO AMICI DEL PRESEPE
Monte Porzio Catone
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Corso Presepistico on-line
LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Indice
Indice ................................................................................................................................................................................. 1
Negli esempio in figura riportato di seguito , vi mostriamo , in una visione dall’ alto, come i piani si differenziano oltre
che per la finitura , sempre maggiormente sfumata dei contorni, anche per la colorazione più sfumata e tendente al
blu/celeste del
fondale.
Per poterlo rendere omogeneo, consigliamo di usare un piccolo rullo da pittore fine.
Una volta preparata la base andiamo a posizionare gli elementi naturali che dovranno essere trattati con gesso molto
liquido , a pennello, per far attecchire il colore. Come visto nelle lezioni precedenti occorre il gesso va preparato con
la tecnica catalana per creare i movimenti desiderati , tale tecnica ci permette di avere più tempo per la
modellazione. Come regola di prospettiva , all’ aumentare della distanza occorre diminuire i contorni e levigare
maggiormente le superfici. Per questo le montagne , o colline in primo piano , saranno più lavorate con spazzole d’
acciaio e spatoline , quelle lontane meno levigate e le ultime levigate pochissimo con un pennello bagnato di acqua e
gesso.
Le montagne del
fondo sono di due
tipi , quelle vicino
al fondale
praticamente lisce
e quelle
precedenti con
movimenti
morbidi delle
pareti e delle valli .
Il lavoro va fatto
con pazienza e
facendo poco
gesso alla volta per
evitare di avere
troppo lavoro da
fare in poco
tempo. Se dovete collegare varie parti di gesso , tipicamente già asciugato, occorre spruzzare con acqua le superfici
per far aderire il gesso nuovo con quello vecchio. Si può anche usare della garza fine, intrisa di gesso ,sopra il
polistirolo per fare aderire meglio il gesso nel tempo e per evitare il fastidioso affiorare dei pallini.
Nelle foto seguente si nota la diversa colorazione , molto forzata , dare l’ illusione della distanza già dopo l’
applicazione del solo fondo di colore.
Si prende poi un
pennello bene intriso e
si lava la superficie
facendo cadere l’ acqua
nelle fessure.
Le montagne dovranno
essere differenziate con
differenti tonalità di blu ,
quelle più vicine saranno
più scure quelle lontane
meno. Il colore delle
montagne dovrà anche
considerare il tipo di
illuminazione scelta , per
fare un esempio , nel
caso di tramonto con
luce più soffusa andremo
a caricare la tonalità dei
rossi anziché quella dei
blu.
Questo è l’
effetto finale.
In questa foto
abbiamo
cominciato a
colorare il
piano
seguente con
applicazione
dei verdi
marroni e con
le velature
con bianco
misto a terra
di siena
naturale e
bruciata per
mettere in
evidenza il lavoro realizzato con il gesso .
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 10- LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Anche in questo caso
molto sta alla fantasia
del presepista andare ad aggiungere tonatiltà di colore , rosso, siena naturale, terra bruciata , grigio(blu e marrone)
per dare maggiore movimento all’ opera. Nelle parti in ombra occorre mettere del blu colbalto e marrone mai nero
che non risulta essere un colore naturale.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 11- LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Per poterle preparare occorre
miscelarle con colla vinilica colore
desiderato e acqua.
La vegetazione lontana deve essere molto fine e con colore tendente al verde-azzurro.
Si posiziona utilizzando una spatolina. Mentre asciuga si può modificare il colore della superficie con colore a terra
picchettato sopra per dare l’ impressione delle foglie e della luce.
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L’ applicazione di
piccoli arbusti con
teloxis e spugnette o
prezzemolo tritato e
colorato può essere
di molto aiuto per
creare l’ effetto della
prospettiva.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 13- LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Diorama di
Antonio Pigozzi
Per dare
maggiore contrasto alle montagne di solito si usa nelle parti in ombra e più scure olio di lino , essenza di trementina e
colore acrilico (pizzico di blu e marroni), oppure si può usare del fissativo miscelato con gli stessi colori però a terra
naturale.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 14- LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Altri esempi di montagne, anche di tipo palestinese .Da notare che le montagne di fondo tendono ad un colore meno
tendente all’ azzurro in quanto l’ effetto dell’ attmosfera in terra santa e’ diverso dal nostro territorio in quanto meno
umido .
Da notare la differente
colorazione delle motagne di
fondo che devono essere
diverse per dare l’ effetto
illusorio della profondità.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 15- LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Esaltazione dell’ illuminazione del
fondale con luce soffusa e colore blu
delle montagne più intenso.
Nella foto seguente un bellissimo diorama di scuola spagnola in cui si nota l’ applicazione delle tecniche sopra esposte
di lavatura e colorazione.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 16- LE MONTAGNE E LO SFONDO[2]
Fondali del maestro Pigozzi
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COLORAZIONE
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
1. La Colorazione............................................................................................................................................................. 2
c. Colori ....................................................................................................................................................................... 5
2. Le velature ................................................................................................................................................................ 23
La fase della colorazione è il momento più delicato e difficile di tutto il lavoro ma anche quello di maggiore
soddisfazione. Dopo infatti aver prestato la dovuta attenzione nella costruzione delle strutture, si rende necessaria la
colorazione che dovrà essere fatta seguendo pochi ma fondamentali accorgimenti tecnici.
Generalmente la scelta dei colori viene fatta in funzione del supporto, ovvero dalla permeabilità dell’oggetto da
colorare.
I tipi in commercio sono di diverse tipologie di questo materiale. Ce ne sono di tipo naturale , come terre e ossidi , e di
tipo chimico industriale.
È bene precisare che la scelta deve essere fatta anche in considerazione del budget economico di cui si dispone, in
quanto i costi variano in maniera considerevole a seconda del prodotto. In genere le più economiche sono le tempere
per l’edilizia, ma se consideriamo la resa e l’ effetto delle terre naturali in polvere o degli acrilici allora la scelta deve
ricadere necessariamente su questi ultimi tipi.
La colorazione avviene per gradi ed è possibile usare tutti i tipi di colore sullo stesso supporto che deve
necessariamente essere ben asciutto e privo di residui polverosi, in maniera tale che il colore possa aderire alla
superficie correttamente. Se si vuole preparare la superficie ad accogliere il colore si può dare una mano molto diluita
di cementite, sarà utile a rendere la superficie meno porosa, oppure acqua in soluzione con fissativo traspirante per
muri in percentuale minima.
Per iniziare bisogna tener conto della disposizione dei piani del presepe, descritti nell’apposita sezione del corso, e
della prospettiva del colore associata.
Bisogna infatti tenere conto che i colori si sfumano maggiormente allontanandosi dal primo piano e che le tonalità
tendono all’ azzurro o blu. Per questo nella miscela dei colori l’ azzurro non dovrà mai mancare, anche nel primo
piano.
Per essere più chiari, sarà opportuno che gli oggetti del primo piano abbiano tonalità più forti e che i successivi
saranno più tenui e sfumati, simulando quello che avviene in natura con tonalità che degradano verso il blu.
Questo processo lo potremo ottenere nella fase finale della velatura , ma già dai primi colpi di colore occorrerà
tenerlo in conto.
La tecnica della colorazione non può prescindere dall’ illuminazione che si desidera inserire nel presepe. Infatti le
tonalità delle lampade possono alterare i colori e anche la loro disposizione servirà per creare degli effetti particolari.
E’ bene dunque posizionare sul presepe una o più lampade che vadano a simulare l’ illuminazione finale o definitiva
dell’ opera, in questo modo saremo sicuri che l’ effetto che riprodurremo sarà molto simile a quello su cui stiamo
lavorando. Questo dovrà avvenire, come già visto nel caso di diorama dall’ inizio del lavoro.
L’occorrente per la colorazione vede l’utilizzo di pennelli di varie misure, una tavolozza per la miscelazione dei colori e
gli stessi colori che vanno scelti secondo le esigenze.
Nella tabella che segue sono stati elencati i colori più usati per fare il presepe elencati per generi.
Prima di passare all’ utilizzo dei colori e le loro caratteristiche vorremmo presentare le varie tonalità di colori che
troviamo in natura , almeno nella sua forma approssimata.
Infatti esiste un organo standard che in qualche modo misura e categorizza i colori standard, secondo la RAL Classic
System. RAL è usato per definire i colori standard per la verniciatura e rivestimento. RAL è il più popolare centrale
europea colori standard utilizzato oggi. La seguente cartella colore è un esempio di rappresentazione approssimata
dei colori RAL. A causa delle differenze nella rappresentazione a video o in stampa non è possibile garantire una
perfetta resa dei colori. I colori sono identificati in maniera univoca con un codice che può essere utilizzato per
utilizzare sempre le stesse tonalità.
beige giallo giallo giallo giallo giallo giallo beige giallo bianco avorio
verdastro beige sabbia segnale oro miele polenta narciso marrone limone perla avorio chiaro
RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL
1000 1001 1002 1003 1004 1005 1006 1007 1011 1012 1013 1014 1015
giallo giallo giallo beige giallo giallo giallo giallo giallo giallo giallo giallo giallo
zolfo zafferano zinco grigiastro olivastro navone traffico ocra curry melone scopa dahlien pastello
RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL RAL
1016 1017 1018 1019 1020 1021 1023 1024 1027 1028 1032 1033 1034
a. Sintesi additiva
La sintesi additiva dei colori è quella usata dall'occhio umano e da molti dispositivi che l'occhio umano imitano, come
le fotocamere digitali, le telecamere e i monitor, che sintetizzano i colori affiancando punti colorati diversamente. In
pratica un'immagine è scomposta in tanti puntini (pixel) alternativamente rossi, verdi, blu. Si ha sintesi additiva anche
quando si sovrappongono le luci provenienti da diversi fari, come avviene a teatro.
Storicamente il primo dispositivo per la sintesi additiva è stato il disco di Newton, sul quale sono disegnati molti
settori circolari di colori vari. Facendo ruotare velocemente il disco i colori vengono mescolati e si ottiene un colore
misto, che, se i colori sono dosati opportunamente, è un bianco.
I colori fondamentali per la sintesi additiva sono i tre a cui sono sensibili i coni dell'occhio umano, e cioè il rosso, il
verde, il blu (in inglese Red-Green-Blue: RGB). I colori misti sono visti come somma delle loro componenti RGB.
I tre colori fondamentali in sottrattivo sono i complementari dei tre colori fondamentali della sintesi additiva: il giallo
complementare del blu, il magenta complementare del verde, l'azzurro-ciano complementare del rosso. In inglese
Yellow, Magenta, Cyan spesso sintetizzati dalla sigla YMC.
Ora passiamo ad una tabella con le tipologie di colorante che si trovano in commercio.
c. Colori
Terre Naturali Tempere Acrilici Aniline ad acqua
Acrilici
Come esempio, in un presepio arabo sicuramente non potrà mancare una Terra di Siena Naturale e Bruciata e un
ocra per gli stessi motivi.
• quelli, noti genericamente come terre ricavati da minerali colorati di origine alluvionale o sedimentaria che
presentano grande finezza e plasticità, che si trovano in natura, sottoposti soltanto a trattamenti semplici
(estrazione, cernita, frantumazione, preparazione delle polveri in molini, separazione delle frazioni più fine per
levigazione; eventualmente arrostimento per ottenere delle terre più scure, dette "bruciate"). Questa categoria
comprende ad es. il bianco Meudon, una varietà terrosa di calcare di origine organogena, il gesso, le terre d'ocra
naturali e bruciate, le terre d'ombra, ecc.; La chimica industriale successivamente ha fornito alla produzione
artistica prodotti sempre più sofisticati e chimicamente puri, che hanno permesso l’offerta di colori su scala
industriale. La tecnologia ha inoltre permesso la produzione di pigmenti affidabili ad imitazione dei colori più
costosi. I pigmenti possono essere di diversa origine: minerale o organica, naturale o di sintesi. Attualmente i
pigmenti (circa il 95%) sono di origine sintetica e molte sono le varietà a disposizione.
• e quelli, spesso denominati ossidi, che sono prodotti a partire da minerali naturali attraverso l'estrazione del
metallo base o di suoi composti, attraverso procedimenti fisici e chimici più complessi, fino ad ottenere il
pigmento vero e proprio. Questa categoria comprende ossidi e composti di numerosi metalli, quali piombo,
zinco, rame, cobalto, cromo, titanio, ecc.; ad es. bianco di piombo, di zinco, di titanio, giallo e rosso di cadmio,
blu di cobalto.
• La colla di coniglio
Le terre si miscelano con acqua ma la loro resa se si utilizza l’ acqua senza aggiunta di altri prodotti leganti risulta
scarsa nel tempo perché la terra tende a spolverare. Occorre dunque aggiungere alla stessa dei leganti.
La Colla di coniglio è il legante vero e proprio. ed è la colla più simile alla colla di pergamena che veniva utilizzata
in passato. Rende al meglio se utilizzata calda, ma non bisogna mai farla bollire, altrimenti perde di efficacia.
Nella fase di colorazione va preparata con un rapporto colla/acqua sia 1/7 certi altri 1/10 in base all'utilizzo che
se ne deve fare, ad esempio 10g di colla 100 di acqua.
Si prende un barattolo di vetro e aggiungendo acqua e colla in proporzione,e si lascia quest'ultima in bagno 8/10
ore,dopo di che la colla si gonfia,allora si chiude il barattolo con il suo coperchio e si mette in un pentolino
d'acqua a bagno-maria e la si fa scaldare fino quando si scioglie ma senza mai farla bollire.
Il successivo passaggio è quello di andare a posare il colore sul nostro presepe, il procedimento è semplicissimo.
Per i fondi di cui necessiteremo di maggiori quantità prendiamo un contenitore ci versiamo il nostro legante più o
meno la quantità che pensiamo ci possa servire e ci versiamo all'interno i pigmenti scelti. Mischiamo bene e con
Una volta asciutto per i passaggi successivi basterà tenere un contenitore con il legante pulito,con il pennello si
bagnano le setole ed si va a prendere il pigmento che vogliamo lo amalgamiamo su di un pezzo di polistirolo e
andiamo a stenderlo sul nostro pezzo.
La caratteristica di alcune pitture alla colla è che sono "reversibili". Questo tipo di pitture è necessario quando si
desidera assicurare la possibilità di toglierla con acqua, anche dopo essiccamento, per riportare il supporto allo
stato originario.
Un’ alternativa alla colla di coniglio è l’ utilizzo di Vinavil o fissativo per le pareti, l’ effetto è simile anche se meno
performante. Anche in questo caso occorre miscelare in proporzioni simili a quelle viste le acqua e vinavil o
isolante.
I COLORI PRIMARI SONO GIALLO BLU E ROSSO , I SECONDARI SI OTTENGONO MISCELANDO I PRIMARI TRA DI
LORO, I COMPLEMENTARI SONO QUELLI CHE SI OTTENGONO MISCELANDO I COLORI PRIMARI CON I
SECONDARI.
NELLA COLORAZIONE TEORICAMENTE E’ PIU CORRETTO COMINCIARE A COLORARE DAL TERZO PIANO.
Per questo quando si miscelano i colori si parte sempre dal primo piano per poi sfumare verso i piani successivi. Il
colore di fondo dovrà contenere le tonalità marroni scelte, con l’ aggiunta di blu oltremare o cobalto.
Nella foto un presepe realizzato dal maestro Pigozzi in cui si nota l’ effetto che si dovrebbe riprodurre nella scena
presepiale.
La prima fase della colorazione avviene con la stesura di un fondo su tutto il presepe. Per il primo piano si miscela del
colore marrone con del blu in modo che la predominante sia il marrone.
Man mano che si passa ai piani successivi si deve aggiungere più blu per arrivare fino alle montagne sullo sfondo che
saranno della predominante blu. Il fondo va dato con un pennello coprendo tutte le parti soprattutto gli interstizi.
Per essere più economici si può sfruttare della cementite bianca che andrà
opportunamente portata alla tonalità più scura con l’aggiunta dei coloranti per
l’edilizia.
Si passa così alla stesura del fondo, ricordando che lo stesso non deve essere
necessariamente uguale per tutte le parti del presepe, ma che potrà variare a
seconda del piano e del tipo di oggetto. L’importante è che sia omogenea e che
copra tutte le parti. Questo significa che il fondo dovrà assumere una tonalità
molto vicina a quella finale. Nella foto a destra si mostra un fondo di una
tonalità più chiara nel caso si desideri una colorazione più omogenea.
Naturalmente la scelta della tonalità usata dovrà essere in base alle esigenze e
alla tipologia del presepe.
La fase successiva della colorazione avviene solo dopo che il fondo si è ben asciugato. Questa fase richiede molta
pazienza è un po’ di tecnica che dovrà essere acquisita con il tempo.
I colori fondamentali che si usano nella tecnica principe per la colorazione , in sintesi sottrattiva sono Giallo Rosso Blu
(anche se non proprio questi come visto in precedenza) con alcune terre fondamentali come le terre naturali o quelle
bruciate e del bianco titanio. La miscelazione dei colori avviene solo ed esclusivamente con colla di coniglio, che è il
legante per eccellenza.
Fasi di colorazione
Si deve continuare a colorare con diverse sovrapposizioni di colore sui mattoni e sulle varie superfici, cambiando e
variando spesso le tonalità fino a raggiungere l’effetto desiderato. Si può aggiungere a fine colorazione anche del
verde per simulare la corrosione e l’infiltrazione dell’umidità. Come detto la scelta dei colori deve ricadere su tonalità
scelte in base all’ ambientazione del presepe e dal tipo di facciate e mattoni. Colori molto usati sono la terra di siena
Naturale e la Terra Rossa.
Al termine della colorazione sarà utile passare un po’ di colore bianco miscelato con del rosso, fare cioè i cosiddetti
colpi di luce che faranno risaltare maggiormente le parti, simulano l’effetto del sole.
Vi mostriamo in
queste foto il
risultato della
colorazione dei mattoni utilizzando la stessa tecnica ma con toni di colore diversi.
L ‘importante è avere la pazienza di aspettare e stendere il colore sempre in maniera delicata senza coprire il lavoro
precedente. In questo esempio, sono stati volutamente
saltati alcuni passaggi di colore per arrivare al risultato
La colorazione come detto avviene per fasi successive. Nel caso della stesura del fondo si possono anche marcare
delle parti con colori più scuri , per esempio gli angoli e i sottotetti, i contorni delle finestre e delle porte. Come già
detto l’ isolante per i muri diluito con acqua potrà essere utile a mettere il risalto i contorni e gli intestizi.
Se il colore di fondo scelto, che può essere tempera o lavabile opportunamente scurita con nero, marrone o una
miscela di questi, tende a schiarire allora è meglio aggiungere dell’ isolante per i muri per mantenerlo della
gradazione che si vuole.
Le immagini precedenti mostrano le fasi della colorazione su di una parete a mattoni. Dalle foto precedenti si nota
come il fondo scuro metta in risalto, una volta sfumata la superficie, tutto il lavoro di incisione dei mattoni, delle
finestre e di tutto ciò
che è stato posto sulla
parete.
La tecnica a strati successivi è quella utilizzata nella colorazione del presepe garantendo la realizzazione di effetti
suggestivi che daranno soddisfazione al lavoro effettuato. Una illuminazione che proviene dall’ alto con lampade tipo
luce solare, quindi con temperatura di colore elevata, danno un aiuto al risultato sperato.
Nel mese di Marzo del 2011 ho frequentato un corso di tecnica presepiale tenuto dai maestri Bombelli e Pigozzi , tale
evento ha segnato, credo una svolta, nella mia passione per il presepe. La tecnica che ho apprezzato moltissimo che
vi proporrò in questa lezione prevede l’ utilizzo delle terre naturali della colla di coniglio ma soprattutto con l’ utilizzo
di solo tre tonalità fondamentali per realizzare tutte le sfumature di colore nel presepe a cui si aggiungono altre
tonalità a seconda delle esigenze.
I tre colori che useremo sono Giallo (canarino o altre tonalità ), il Rosso (vermiglione o carminio) e il blu (oltremare o
cobalto) con alcuni tonalità di terre naturali. Come nel caso precedente si stende un fondo di colore che sarà
costituito da marrone con l’ aggiunta di blu oltremare in proporzioni tali che il marrone sia la predominante. Poi si
prende una tavolozza (un pezzo di polistirolo per esempio) e si cominciano a usare i colori prendendone un pizzico
alla volta e creando le tonalità che si vogliono sempre miscelandolo con la colla di coniglio. Se volessimo creare un
marrone chiaro allora andiamo a miscelare il blu con il rosso e il giallo provando a trovare la tonalità che si desidera
aiutandosi anche con delle terre naturali già pronte.
Mai usare del nero per scurire ma sempre la miscela dei tre colori fondamentali. Il bianco di titanio , terra naturale ,
verrà usato per schiarire il colore ottenuto e per dare i famosi colpi di luce. Altri colori con tonalità vicine al verde
potranno essere utilizzate per colorare la vegetazione.
La tecnica risulta laboriosa e non sempre semplice e cambia a seconda del piano del presepe in cui stiamo lavorando.
Per questo cominceremo con la colorazione del primo piano e di una grotta sempre in primo piano per poi andare
fino alle montagne all’ orizzonte.
Come primo aspetto fondamentale vi proponiamo la preparazione della colla di coniglio che si presenta in forma di
granelli, acquistabile presso negozi di belle arti. Si mette in un barattolo 8/10 ore prima della preparazione definitiva
Per capire se il fondo è buono bisogna provare il suo potere coprente su una tavolozza di prova.
Il bianco serve,
miscelato con una
punta di blu , per
far risaltare
maggiormente
alcune parti
rispetto ad altre.
Fondamentali per dare l’ effetto del materiale consumato dal tempo e per dare particolari effetti di umido sono le
velature finali. La prima velatura si ha utilizzando del borotalco a cui si aggiungono , naturalmente a secco , delle terre
naturali. L’ aggiunta dei colori deve essere fatta in base al tipo di presepe che si sta realizzando e dalla tipologia di
colori che abbiamo utilizzato. Quindi si aggiunge della terra di Siena per esempio con un pizzico di blu, nel caso di
presepi arabi o altri colori per presepi di altro tipo in cui i colori fondamentali sono diversi.
Questo impasto polveroso deve essere posato picchettando con pennello sul presepe e poi soffiando le parti in
eccesso. Prima di fare questa operazione utilizzare uno spruzzino con acqua vaporizzata sulla parte dove si vuole
questo effetto.
Nel caso di velature per effetti di bagnato umido, si usano i colori ad olio miscelati con essenza di trementina e olio di
lino in soluzione 50 e 50. I colori utilizzati sono bitume, blu cobalto , terra di siena miscelati in soluzione molto liquida.
Questi vanno dati in punti particolari , per esempio , le spaccature delle rocce o le parti basse dei muri e delle porte.
La prima mano si deve applicare quando si è terminato di incidere e se si vuole simulare l’ effetto della malta,prima di
coprire gli interstizi tra i mattoni. In questo caso la mano del colore che viene posto sulla superficie deve essere di
base cioè abbastanza densa da penetrare e idratare il gesso in modo che le successive sfumature con siano assorbite
e soprattutto di un colore simile a quello finale.
Nel caso non si voglia avere l’ effetto della malta tra i mattoni
allora il colore deve essere quello tipico di fondo e si deve
procedere come nella lezione delle strutture architettoniche in
cui si inserisce la malta (il cemento) tra gli interstizi dei
mattoni.
La seconda fase serve per creare delle sfumature sui mattoni e sugli intonaci. Per questo scopo si utilizzano, di solito,
dei colori acrilici o delle terre opportunamente miscelate come nella lezione precedente.
LA VEGETAZIONE [1]
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
1. Vegetazione ................................................................................................................................................................ 2
2. Alberi ........................................................................................................................................................................... 6
Una volta terminata la fase costruttiva delle strutture e della colorazione, bisogna iniziare a dare vita all’insieme. Il
primo elemento costitutivo ed importantissimo per la riproduzione di un ambiente naturale è l’inserimento del verde
e della vegetazione, che dovrà rispecchiare lo stile scelto all’origine del lavoro. Oltre al verde dato anche dal colore
delle strutture, si possono inserire parti di ramaglie e piccoli ciuffi d’erba utilizzando ad esempio pagliuzze ritagliate.
Si può altresì procedere alla creazione di alberi, palme ed arbusti, tipici dell’ambiente scelto. L’applicazione delle
pagliuzze deve essere effettuata per mezzo di colla vinilica o a caldo, prestando attenzione a non lasciare intravedere
il residuo o la lucentezza lasciata dal collante utilizzato, mentre l’inserimento di arbusti e piante, che saranno
preparate a parte, prevede che sia fatto con la stuccatura delle parti in modo da far si che la base delle stesse si
inserisca in maniera naturale nel terreno. Usatissimo nel presepe è anche il lichene che si presenta molte volte in
commercio con un colore verde molto acceso. In questo caso occorrerà sfumarlo con il colore per renderlo più
naturale.
Nelle foto precedenti è stata illustrata una tecnica molto usata per creare erba e piccoli cespugli. Bisogna miscelare
della segatura fine con della colla vinilica e del colore verde e giallo. Come si vede si crea un intingolo simile ad una
poltiglia che deve essere stesa con un pennello.
Quando inizia a seccare, la si può lavorare con una spatola, creando ciuffi naturali d’erba e cespugli. Una volta
asciugata completamente la si sfuma con del colore giallo o ocra. Per cespugli più grandi, si può utilizzare del muschio
tritato miscelato alla colla vinilica e colore a piacere l’insieme ottenuto.
Il muschio artificiale o anche il lichene con questa tecnica sono la base per la realizzazione dei cespugli. È possibile
utilizzare anche dei piccoli rami raccolti in natura su cui verrà apposto il preparato in più strati.
Nella foto un esempio di terreno con aggiunte di molti particolari come piccoli cespugli, muschio colorato piccoli
sassolini.
Chiome di cipresso
Una delle tecniche usate per fare gli alberi prevede l’utilizzo di gommapiuma. Con essa è possibile creare cipressi o
pini, cespugli e quanto la vostra fantasia è in grado di realizzare.
Chiome di pino
La prima cosa da fare per la realizzazione di un albero è il tronco. Si utilizza anche un tronco naturale adatto, ma è
possibile crearne anche uno totalmente artificiale. L’anima del tronco è un filo di ferro che deve essere fissato ad una
base.
Nella figura precedente si mostra come posizionare l’ ovatta dalla base alla sommità del tronco dopo aver usato del
vinavil per farla aderire alla superficie. Tale lavoro deve essere fatto considerando lo spessore del tronco , soprattutto
mettendo in conto che lo stesso tende ad affusolarsi mentre si sale.
Terminata la base della chioma, la si inizia a colorare con colore verde unito alla colla vinilica ed aggiungendovi poi o
della segatura fine o ancor meglio delle sminuzzature della gommapiuma.
L’impasto va applicato più volte sulla superficie. Infatti dopo ogni applicazione bisogna attendere che la chioma sia
asciutta e continuare a tagliuzzare la superficie creando del movimento con dei piccoli buchi, per poi riapplicare il
prodotto.
Il risultato finale avviene dopo molto lavoro e anche parecchio tempo se si considera che l’ essiccazione avviene
lentamente. Su un pino come in figura occorre incollare subito la chioma sagomata utilizzando il filo di ferro che
costituisce l’ anima e del vinavil. Infatti sarà forse necessario in seguito incollare altre parti di gommapiuma per avere
una chioma più naturale. Il trucco è farsi aiutare dall’ osservazione della natura e alcune foto.
4. Erba ........................................................................................................................................................................... 11
5. Muschio .................................................................................................................................................................... 14
6. Agave ........................................................................................................................................................................ 15
7. Palma ........................................................................................................................................................................ 17
In questa foto
invece viene
mostrato un
albero
realizzato con dei rami di timo opportunamente assemblati.
Tale tecnica prevede di assemblare dei rametti di timo selvatico con
colla , tipicamente attack dopo avere realizzato dei piccoli fori per gli
innesti. Molto utile per la realizzazione di ulivi. Anche il rosmarino è
ottimo in certi casi soprattutto per la vite.
Nella figura a lato esempio di pianta di rosmarino.
Un altro tipo di materiale utilizzato è la teloxis aristata. Questo
materiale , acquistabile in rete, è adatto per la realizzazione di alberi in
primo e secondo piano ma anche per quelli nei piani successivi del
presepe.
La teloxis può essere anche la base
per la realizzazione di chiome con la tecnica dei fiocchi di gommapiuma. La
stessa viene assemblata su rami di timo o rosmarino per creare una chioma
adatta all’ alloggiamento delle foglie. Le stesse con la tecnica della colla a spruzzo
vengono incollate alla chioma.
Le foglie adatta si trovano in negozi
di modellismo anche se un buon
effetto si ha anche utilizzando i
fiocchi di gommapiuma.
Fatto questo si incolla sui rami del lichene con vinavil, se il lichene mostra
delle venature marcate occorre fare in modo che si confondano con i rami.
Un ultimo passaggio potrebbe essere una colorazione , possibilmente con
aerografo per sfumare le superficie ed il tronco e della chioma.
La base della chioma dovrà essere di colore più scuro rispetto alla parte alta
della stessa.
Nelle foto alcune tipologie di albero che possono essere realizzate con questa tecnica. Per poter costruire alberi in
questo modo occorre dotarsi di rami o farli in maniera artificiale. Per esempio utilissimi sono i rametti di abete nano,
del timo , del rosmarino, secchi naturalmente, nelle foto seguenti mostriamo degli esempi. Questi possono essere
assemblati per creare la forma dell’ albero tramite del filo di ferro da fiorai o della colla a caldo con degli innesti.. Una
pianta eccezionale per la sua forma è la Teloxis Aristata perché possiede molti rami sottili che danno la possibilità di
creare degli alberi molto realistici.
Come si vede dalle fotografie il materiale viene ulteriormente sminuzzato e si creano dei piccoli grumi leggeri e anche
un materiale finissimo.
Il passaggio al frullatore rende questi fiocchi molto piccoli quasi microscopici e utilissimi per realizzare anche delle
foglie.
Ora si prende l’ arbusto che era stato preparato precedentemente.
In questo caso possiamo utilizzare dei rametti di rosmarino ,o altro, legato insieme con filo i ferro da fiorai, oppure
incollati con colla a caldo.
Per alberi grandi conviene realizzare a parte dei rami preparati con la
gommapiuma e poi innestarli sul tronco con dei fori realizzati con
microtrapano , incollandoli con colla vinilica
Il muschio viene miscelato a acqua, vinavil , colore e segatura , l’ impasto, che deve essere poco umido. E’ utilissimo
per creare dei piccoli cespugli e anche dell’ erba, si raddrizzar con una spatola per creare l’ effetto desiderato.
in DAS, oppure la
potremo realizzare
con del polistirolo. In
entrambi i casi l’
incollaggio avviene
con colla vinilica.
Se l’ agave è molto vicina la si può realizzare interamente in DAS, eventualmente anche con anima in Lamierino.
Immancabile nei presepi arabi è la palma. La realizzazione avviene in due fasi nella
prima si realizzano le foglie nella seconda il tronco. Le foglie si realizzano in stoffa o
cartoncino dipende dal materiale che si ha a disposizione. Infatti in commercio
esistono delle stoffe tipo panno, già colorate di verde. Se non si trovano delle stoffe
adatte si può usare del cartoncino o delle carta non troppo sottile.
Occorre una
tavola in legno
della grandezza
delle foglie che
vogliamo
realizzare su cui
fissiamo sul lato dei chiodi opportunamente
distanziati , accoppiati da un lato e dall’
altro della stessa. Tagliamo una striscia
di cartoncino e poniamola sulla tavola .
A questo punto fissiamo del filo di ferro alle
estremità dei chiodi.
Cospargiamo la striscia di cartoncino e il filo di ferro con vinavil su tutta la
superficie e incolliamo sopra un'altra striscia di cartoncino o stoffa. Il filo di
ferro che rimane all’ interno costituisce l’ anima della foglia della palma.
La cosa
principale
Le foto precedenti mostrano in maniera semplificata il procedimento dell’ incisione del DAS direttamente sul tronco
Alla fine le foglie vengono fissate al tronco così lavorato per mezzo dei fili di ferro che sono alla base delle stesse. Per
dare un maggiore tocco di realismo , possiamo simulare i frutti della palma , cioè di datteri.
Infatti colorando del miglio (alimento per uccelli) con colore arancione abbiamo a disposizione dei frutti per alberi di
30-40 cm, per alberi più piccoli si
può ricorrere a delle perline.
Il miglio viene incollato
direttamente al tronco , oppure
incollati con colla a spruzzo su
rametti che poi vengono conficcati
alla base delle foglie.
Altrimenti si possono usare delle
piante che hanno dei fiori simili a
palline.
Le foglie così realizzate vengono colorate, tagliuzzate e inserite sulla palma come visto in precedenza.
Questo metodo ha il solo difetto del piegamento dello stelo che va fatto con cura anche utilizzando del
sottile filo di ferro per aiutare la curvatura.
La tecnica che andiamo a mostrare è molto vicina a quella che abbiamo visto nella
sezione della vegetazione con fiocchi di gommapiuma. In questo caso però si usa una
spugna comune che risulta migliore perché più facile da sminuzzare. Parliamo delle
spugne utilizzate in cucina. Bisogna acquistare delle spugne nuove come quelle
mostrate in figura. Possiamo realizzare alberi grandi e piccoli. Sicuramente il metodo è
buono per alberi di dimensioni medie.
Vi mostriamo
un esempio
del nostro
amico Fabio
Modeo, in
cui dei rami,
di rosmarino
o radici o
timo , vengono assemblati per creare un tronco e poi stuccati utilizzando
il collante per pavimenti con aggiunta di colore marrone.
Si usa il collante per le piastrelle o i pavimenti con aggiunta di sabbia fine
o altro materiale, perché risulta denso e facile da modellare.
II tronco che è stato realizzato è quello di un ulivo ma si possono
costruire anche altre tipologie.
Una volta preparata la base e tagliuzzata la gommapiuma con delle forbici la si passa al frullatore per renderla ancora
più sminuzzata.
Forse vi è capitato di passeggiare sulla spiaggia , soprattutto nei mesi invernali ed imbattervi in palline di materiale
che sembrano dei gomitoli. Ebbene quelle sono delle foglie di posidonia che troviamo sulle spiagge, dopo essere
state sminuzzate e composte dal mare. Questo materiale è
buonissimo per creare del fieno vicino alla mangiatoia e nelle
stalle che vorrete creare nel vostro presepe.
Con delle corde di questo tipo si possono realizzare anche dei piccoli
alberi e dei cespugli visto che hanno la caratteristica di essere delle fibre
naturali. Come esempio prendiamo del filo di ferro che sarà l’ anima della
struttura del cespuglio su cui incolleremo con colla a caldo o vinavil le
fibre tagliuzzate.
suddetta.
Per creare dei cespugli si usa sia il muschio che il lichene che troviamo in commercio o in natura. Questi possono
essere colorati o modificati se il colore che si ha non è
naturale.
Per questo si usa una miscela con terra naturale e colla di
coniglio per
fissarlo sul
supporto.
Utilizziamo del
verde con una
punta di blu per
scurirlo e giallo
per schiarirlo.
Un primo metodo è quello che utilizza del polistirene come base e dei fiocchi di gommapiuma come chioma.Per
colorare i fiocchi di gommapiuma si può usare del vinavil con aggiunta di blu di prussia molto coprente del verde e del
rosso per creare del colore molto denso.
Un secondo metodo prevede di realizzare un cipresso utilizzando dei rami veri. Gli stessi vengono assemblati con una
mistura di vinavil e colore e un po’ di segatura. Vengono legati con dello spago e messi a testa in giù per fare in modo
che rimangono in posa.
Una volta asciugati si pone sulla superficie la gommapiuma sminuzzata e colorata utilizzando la colla a spruzzo.
Viene
posto
incollandol
o sul supporto. Il segreto di queste tecniche è la scelta
di più colori e grande diverse che insieme possono
dare l’ effetto della natura. Ci si può aiutare
cospargendo le superfici con della terra naturale ,
colore verde di differenti tonalità, prendendo un
pizzico di colore e picchettando la superficie. L’
importante è capire che la differente grana man
mano che ci allontaniamo dal primo piano è utile a far
elaborare l’ illusione della distanza. Un tipo di albero
per il bosco del terzo piano lo possiamo realizzare con
la teloxis aristata e per le foglie con prezzemolo tritato e colorato all’ occorrenza.
Si prendono dei rametti di teloxis e del prezzemolo tritato e si attaccano al rametto con colla a spruzzo.
ACCESSORI E FINITURE[1]
Indice
Indice .................................................................................................................................................................................. 1
1. Le Porte e le Finestre ................................................................................................................................................. 2
2. -Altri Finimenti .......................................................................................................................................................... 10
3. Le tegole.................................................................................................................................................................... 14
4. Appendice Bozzetti Porte e Finestre ........................................................................................................................ 18
Una volta presa la misura della finestra si deve dare sfogo alla
propria fantasia per il disegno di una porta piuttosto che di una
finestra. Ci si può aiutare con delle foto di antichi portoni ,
prendendo spunto da una visita in un centro storico, oppure
utilizzando dei bozzetti. L’ importante è che si rispecchi sempre lo stile del presepe (arabo o popolare)
Nella figura
altri esempi.
Per realizzare delle finestre , per esempio di tipo arabo, si possono utilizzare
anche delle reti metalliche già pronte come quelle utilizzate per coprire i
termosifoni oppure , molto usato a Napoli, la rete dei radiatori delle
automobili. Altrimenti si possono assemblare delle finestre con degli stecchini,
più o meno grandi o con del filo di ferro incollati sempre con attack.
Nelle foto riportate sopra ed in quelle che seguono, i cesti sono corredati da frutta, verdura, pane, funghi, uova… è
possibile adornarli con qual si voglia elemento realizzabile con della cera, con la creta o più semplicemente con il DAS,
reperibile in molti esercizi commerciali. La modellazione dei prodotti da mettere nei cestini può essere fatta con
semplicità e con gli strumenti più semplici come asticelle in legno, piccole spatole o chiodi, l’importante è sfruttare al
meglio la propria fantasia. Stesso discorso vale per le tonalità dei colori, si
consiglia comunque di usare le tempere.
Per evitare danneggiamenti ed inconvenienti è bene incollare gli oggetti nei
cesti ed incollare gli stessi cesti nel presepe, utilizzando colla vinilica o colla a
caldo.
Nelle figure precedenti sono stati impressi altri oggetti che caratterizzano l’arredo, come secchi, cancelli, lampioncini,
bilance, realizzabili con piccoli pezzi di metallo e lamierini, ricavabili ad esempio da lattine e barattoli usati.
Altri particolari, come pane, carni, fiori… si possono realizzare, come suggerito in precedenza, con creta o Das, dando
ampio sfogo alla fantasia.
La realizzazione degli oggetti che arredano e colorano la scena non è troppo impegnativa, ma richiede comunque
moltissimo tempo. È comunque possibile reperire in commercio oggetti già pronti, che possono essere acquistati in
negozi specializzati. Si ribadisce che l’inserimento di particolari è indispensabile per una rappresentazione realistica
dell’ambientazione, garantendo buoni risultati alla resa del lavoro.
Nella foto un comignolo realizzato in poliuretano con la tecnica di incisione descritta nel corso nella sezione strutture,
il piccolo tetto è realizzato in balsa. Questo particolare non deve mancare in un presepe di stile popolare.
3. Le tegole
Si stende
la creta su
una base
per creare
una sfoglia
aiutandosi
con un
matterello,
la sfoglia
deve
essere molto sottile, ricordandosi di spolverare sulla
Le tegole vengono incollate con colla vinilica incastrandole una sotto l’altra. Con la
creta si può decidere anche di incollare le tegole prima che l’ essiccazione giunga
al termine, in questo modo sarà più facile sagomarle.
Dopo essere state incollate si stende in maniera opzionale uno strato di gesso
molto leggero per fare in modo che il colore aderisca alla superficie della tegola.
Se si usano dei colori acrilici molto coprenti l’ultima fase descritta può essere
tralasciata.
Altri tipi di tegole che possiamo realizzare le facciamo in Das utilizzando una tecnica leggermente diversa. Per il Das si
prende un pezzo di polistirene e lo si sagoma per creare dei solchi della grandezza desiderata della tegola.
Dopo si stende all’ interno una sfoglia non spessa di DAS terracotta e si aspetta che si asciughi. Quando asciutto si
taglia la sfoglia sagomata con un piccolo seghetto della grandezza che si vuole.
ACCESSORI E FINITURE[2]
Indice
Indice ................................................................................................................................................................. 1
Per realizzare dei bellissimi pavimenti e strade in argilla o DAS si usa un metodo molto semplice che utilizza
degli stampi e delle modellazioni a mano dei piccoli mattoni.
Si prende dell’ argilla e la si stende su un piano, solitamente tale piano deve essere molto pulito da residui
di polvere. Ci si aiuta in questo lavoro con un mattarello per la produzione di una sfoglia sottile.
Il passaggio successivo è quello si stampare o sagomare i mattoni. Si utilizza uno stampo già fatto, come in
figura , per creare dei mattoni di forme particolari a ottagono o a trapezio.
Altrimenti si può usare un listello di legno per sagomare opportunamente i mattoni.
Una volta creati i mattoni si sparge della colla vinilica sulla superficie sulla quale vogliamo creare il nostro
pavimento e si incollano i mattoni su di essa.
Una volta incollata e essiccata , se usiamo dell’ argilla, in alcune parti potrebbe incurvarsi e spaccarsi in
questo caso si può usare ancora dell’ argilla o del gesso per stuccare le parti incrinate oppure lasciarla
semplicemente per creare un effetto di consumato dal tempo.
La fase successiva è quella di cospargere il pavimento con cemento a pronta presa che viene poi spruzzato
con acqua per farlo penetrare tra gli interstizi creatisi tra un mattone e l’ altro.
Come si vedrà si crea un effetto di pavimento anticato, quello che si vuole nella maggior parte dei casi. Il
pavimento tende a screpolarsi se si vuole si può passare ancora del cemento per stuccare in maniera
migliore il tutto.
La fase successiva è la colorazione con terre o tempere direttamente sull’ argilla essiccata e posta in opera.
Ci sono due tipologie di colorazione di questi pavimenti.
Il pavimento viene colorato con la tecnica del chiaroscuro e quindi negli interstizi si usano le terre ,
miscelate alla colla di coniglio e poi si adottano le sfumature con colori più chiari. Oppure il secondo
metodo richiede l’ utilizzo di acrilici , opportunamente diluiti con acqua per dare solo delle sfumature di
colore al pavimento, per esempio un colore tipo cotto antico.
Una volta incollati vanno stuccati con dello stucco pronto o con il gesso per coprire le giunture. Il lavoro
deve essere fatto a spatola. La superficie del mattone dovrà essere ulteriormente lavorata creando delle
asperità del terreno con una spazzola di acciaio o con attrezzi
vari come visto per la realizzazione dei mattoni in polistirene
per le case.
4. Botti in polistirene.
Realizzare una botte in polistirene è relativamente semplice. SI prende un blocchetto di polistirene e lo si
comincia a smussare dopo aver disegnato il profilo di una botte.
Gli angoli
vengono
smussati con l’
ausilio di un
taglierino. Si
dovrà ottenere
una forma
Il passo successivo è quello di scavare la parte superiore e volendo anche quella inferiore per creare il tappo
della botte, incidendo dove necessario il legno e utilizzando per i lati una spazzola d’ acciaio.
La fase successiva consiste nella colorazione con colori acrilici e con la tecnica del chiaroscuro. Al termine
della lavorazione se si desidera si può utilizzare una mano di flatting ad acqua per rendere la superficie della
botte più lucida e reale.
Le strisce incollate sono di carta verniciata con colore che simula il metallo , non si aggiungono chiodi che
non sono presenti sulle botti.
Realizziamo, una piccola cariola e un tavolo in balsa per arredare il nostro presepe.
Vi mostriamo gli schemi dei pezzi occorrenti alla realizzazione.
A destra le parti in balsa da tagliare per una cariola, la ruotina è ricavata da un tappo di sughero. I materiali
appena tagliati si assemblano come nella figura seguente.
I pezzi
vengono
incollati con
attack e la
colorazione
avviene con
impregnante
ad acqua.
Passiamo ad un tavolo con ripiano.
il polistirene è un materiale molto usato anche per realizzare i finimenti. Qualsiasi pezzo o finimento del
vostro presepe lo possiamo fare con
questo magico materiale.
Iniziamo con il realizzare un banco simile a
quello della foto , per passare poi ad un
tavolo ed una tinozza. Il banco si realizza
con strisce di polistirene incollate con colla
a caldo o attack e lavorate con spazzola e
taglierino.
Naturalmente
anche con i
colori ad olio
diluiti con
trementina e
olio di lino va
benissimo per
il nostro scopo
anche perché
asciuga più velocemente. Una velatura d’ effetto è
quella utilizzata con il borotalco.
Con il polistirene si
possono realizzare
porte architravi e
quanto altro
desiderate
semplicemente con
delle soglie di
polistirene incollate
tra di loro e
lavorate con la
spazzola di acciaio e
anche con una
punta di una matita
per creare dei
solchi.
Il colore va dato
denso per coprire il materiale e poi sfumato a piacere.
Vediamo la
realizzazione
di un portone per gentile concessione di Floris
Antonio . presepista di fama nazionale.
7. Personalizzazione Personaggi.
Per realizzare dei semplici personaggi utilizzando quelli in commercio la
procedura è abbastanza semplice.
I personaggi che utilizziamo cono quelli in plastica o resina che si trovano in
commercio.
Si distingue dapprima per le sue dimensioni e poi per i modo in cui viene
vestito, in stile arabo o popolare.
Ci sono dei personaggi in stile popolare e in stile palestinese.
Se vogliamo modificare un personaggio in resina la prima cosa da fare è
eliminare le parti che dovranno cambiare per poi assemblarlo nuovamente
a proprio piacimento. Nella maggior parte dei casi i personaggi in questione
hanno della parti aggiunte come un cesto, un mantello o altro.
Dobbiamo per prima cosa capire cosa togliere per raggiungere il nostro scopo. Immaginiamo di voler
cambiare la postura per esempio la posizione delle braccia.
Allora si taglieranno le parti da cambiare e , con l’ ausilio di chiodi , scaldati per penetrare nella resina del
personaggio, si ricollocheranno dopo averle modificate.
Una volta scelte le modifiche da apportare e scelto lo stile di personaggio, potremo anche aggiungere le
parti nuove utilizzando direttamente sulla resina del DAS.
Indice
Indice ................................................................................................................................................................. 1
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 1 – ACQUA NEL PRESEPE
- Acqua nel Presepe
1.La Fontana
Per simulare l’ acqua nel presepe bisogna tener conto che utilizzarla può essere pericoloso soprattutto
perché si è in vicinanza di un impianto elettrico. Ricordarsi che è sempre meglio utilizzare basse tensioni sul
piano del presepe perché rimane sempre alla portata dei visitatori e la tensione 220 Volts potrebbe creare
dei pericolosi surriscaldamenti.
Per una fontana bisogna avere a disposizione una vaschetta e una pompa per il riciclo dell’ acqua.
Per questa ultima occorre calcolare la portata, quanta acqua in un minuto riesce ad alzare dalla vasca, per
poter dimensionare correttamente la struttura in base alla grandezza della stessa fontana.
Le pompe utilizzate sono quelle in commercio per gli acquari di tutte le dimensioni e le portate.
Le pompe piccole sono cosiddette ad immersione cioè vengono immerse direttamente nella vasca del
riciclo, altre pompe più potenti sono invece esterne rispetto alla vasca.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 2 – ACQUA NEL PRESEPE
Nello schema precedente si nota il prospetto di una fontana tipica da incasso in un muro. Questo
particolare è di estrema importanza in quanto va predisposta una parete, per esempio di una casa, ove
collocare la fontana come da foto.
Foto del retro della fontana dove si nota la vasca e la pompa ad immersione
Il rivestimento della vasca, che dovrà essere proporzionata ai personaggi cioè non dovrà superare i ¾ dell’
altezza degli stessi, potrà essere fatto con polistirolo e poliuretano o addirittura in cemento soffiato che è
un materiale leggero e resistente all’ acqua ed al tempo stesso ottimo per queste applicazioni, usare
silicone per migliorare l’ adesione delle strutture essendo un materiale elastico e resistente.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 3 – ACQUA NEL PRESEPE
La fontana vista dal davanti
Il tubicino di fuoriuscita dell’ acqua dovrà essere di rame o plastica, ne esistono in commercio diversi tipi
con diametri opportuni.
Per collegare il tubo alla pompa si possono utilizzare dei raccordi che nella maggior parte dei casi sono
forniti all’ acquisto. La pompa dispone di un potenziometro per il controllo del flusso dell’ acqua.
E’ bene in molti casi dopo aver effettuato il lavoro di rivestimento dell’ opera , come visto nella sezione
strutture, si dovrebbe utilizzare dell’ isolante dopo la fase di colorazione per impedire che il colore si possa
sciogliere.
Per un miglior effetto realistico aggiungere tra i colori del verde, ocra, nero Roma, soprattutto nelle fessure,
negli angoli e nelle vicinanze del tubo di fuoriuscita dell’ acqua per simulare l’ usura del tempo e il muschio
che talvolta cresce nelle fontane antiche. Se non vogliamo utilizzare acqua in movimento ci sono in
commercio delle resine che simulano perfettamente l’ acqua, in vendita nei negozi di modellismo per
esempio.
Tale resina è di tipo bi-componente cioè viene miscelata con un catalizzatore, in proporzioni opportune
fornite nelle istruzioni ed indurisce nel tempo , circa 24 ore, e simula perfettamente l’ acqua nella vasca.
La fontana dovrà essere dotata di un fondo rialzato in quanto l’ effetto della resina si ha già con uno o due
centimetri di tale sostanza, il fondo può essere fatto di polistirolo , poliuretano stuccato con gesso e
colorato, con blu misto a verde o marrone, dipende dai gusti. Il fondo colorato sarà visibile perché la resina
è trasparentissima e veramente naturale. Per il filo di acqua che cade dal rubinetto si possono utilizzare fili
da pesca intrecciati oppure fibre ottiche spezzate che possono essere immersi nella resina quando comincia
ad indurire, vedrete che l’ effetto vi stupirà. Questa resina è molto utilizzata anche per creare dei laghetti
oppure un fiume sintetico, oppure pozzanghere o altro.
Si realizza il fiume o il laghetto utilizzando la tecnica del gesso e poi si cosparge la resina . Attenzione che la
stessa è liquida all’ inizio e quindi tenderà a muoversi , si consiglia dunque di stare molto attenti ad avere
dei bordi che non permettono la fuoriuscita del materiale.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 4 – ACQUA NEL PRESEPE
Esempio di resina trasparente
Nella figura precedente vi mostriamo una delle resine più usate, si trova in commercio nei negozi di
modellismo.
Tale resina è bi-componente significa che per farla indurire bisogna miscelarla con un componente
tipicamente un catalizzatore.
Una volta preparato il prodotto, in percentuali opportune riportate sulla confezione, bisogna attendere
prima che il prodotto si indurisca almeno per 12 ore.
Nell’ esempio in
figura mostriamo
una lavatoio al cui
interno viene
deposta la resina ,
e per simulare l’
acqua che cade dal
tubo sono stati
usati dei fili
trasparenti da
pesca incollati con
attack.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 5 – ACQUA NEL PRESEPE
A lato un esempio di fontana con
resina all’ interno e fili trasparenti
per creare l’ effetto dell’ acqua
che fuoriesce dal tubo.
Resina
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 6 – ACQUA NEL PRESEPE
2.Il Fiume
Un effetto molto realistico che arricchisce un presepe è il fiume. Per realizzare un fiume occorre prestare
molta attenzione a compiere tutti i passi necessari affinché non insorgano problemi in seguito di perdita di
acqua ed efficienza.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 7 – ACQUA NEL PRESEPE
Sorgente
Vasca
riciclo
Pompa non
immersione
Una volta a
disposizione
del piano di appoggio , occorre disegnare il percorso
considerando che per le regole della prospettiva alla sorgente il
corso deve essere più stretto e man mano che scende deve
essere più largo.
Devono essere anche disegnate delle anse anche se si deve fare attenzione che le stesse dal punto di
visuale dove si è scelto di porre il visitatore , non nascondano la visuale dell’ acqua che scorre.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 8 – ACQUA NEL PRESEPE
In figura mostriamo il piano con i bordi del fiume già predisposti, tali bordi dovranno essere più larghi del
risultato finale desiderato.
Per nascondere le parti di sorgente e di riciclo fate in modo di utilizzare delle montagne in iuta o in
gommapiuma.
Un’ altra importantissima cosa da sottolineare è la pendenza, infatti il fiume deve essere posto in leggera
pendenza per lo scorrimento.
Questa non deve essere eccessiva, in un presepe l’ acqua deve necessariamente scorrere lenta e dolce ,
quindi il piano deve essere inclinato di poco al massimo 5-6 % , bastano cioè pochi centimetri per farla
scorrere.
Quindi come visto nel prospetto, ci deve essere un piano orizzontale ed un piano inclinato dove scorre il
fiume vero e proprio.
Questi piani devono essere resistenti ed elastici perché la struttura , se molto grande, potrebbe pesare
abbastanza.
Utilizzate degli spessori in legno per rialzare la parte posteriore del piano di scorrimento del fiume, meglio
usare viti al posto dei chiodi per la loro resistenza maggiore agli sforzi e per la praticità di utilizzo.
Una volta disegnato il corso occorre creare i bordi del fiume per la creazione del letto vero e proprio.
I bordi vanno realizzati utilizzando degli spezzoni di cantinella avvitati al piano di appoggio che seguano il
disegno che si ha in mente.
Una volta fissati i bordi bisogna avere a disposizione un foglio di plastica intero che dovrà essere posto nel
letto e sui bordi in modo che sporga abbondantemente all’ esterno.
Prima di questo, per incollare il foglio di plastica, si può usare della resina tipicamente quella utilizzata per
isolamento dei terrazzi esterni, ce ne sono anche tipologie solubili in acqua, di diversi colori scegliere il
colore azzurro.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 9 – ACQUA NEL PRESEPE
Con un pennello cospargere la superficie e i bordi ed incollare la plastica, tale plastica deve sporgere dal
letto alla sorgente e soprattutto alla foce, attenzione a non bucarla in queste zone.
Plastica appoggiata al
piano e ai bordi
Spezzoni di cantinella
Dopo questa procedura che rappresenta una sicurezza ulteriore a perdite ed umidità procediamo alla
costruzione del letto simulandone uno vero con sassi e terreno.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 10 – ACQUA NEL PRESEPE
Sui bordi per fare in modo che l’ acqua non possa risalire e creare umidità al terreno circostante e esaurirsi
presto occorre isolare il bordo superiore dal letto del fiume per fare questo si utilizzano degli spezzoni di
compensato appoggiati con silicone sopra il bordo del fiume ed opportunamente sagomati come in figura.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 11 – ACQUA NEL PRESEPE
compensato
Le foto precedenti mostrano il posizionamento dei bordi di compensato che sono utilissimi per fare da
collegamento tra il letto del fiume e la campagna circostante. La plastica è stata posata incollandola con la
resina al piano, naturalmente si creeranno delle pieghe causate dalla curvatura.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 12 – ACQUA NEL PRESEPE
Il bordo tagliato casualmente di compensato va
incollato con silicone sulla plastica che giace sul
bordo , in questo caso delle normali cantinelle.
Per fare questo occorre che la iuta sia ben sagomata nei bordi e non tocchi assolutamente il compensato
che è stato posto precedentemente. In questo modo l’ acqua non potrà risalire sul bordo, evitando così
anche l’ umidità che tende inevitabilmente a risalire nel presepe. La iuta può essere incollata con silicone o
con la resina precedentemente vista o
semplicemente appoggiata.
iuta
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 13 – ACQUA NEL PRESEPE
Ora possiamo procedere a rivestire la iuta, si deve utilizzare il cemento a pronta presa da pennellare liquido
sulla iuta in modo che aderisca alle maglie del tessuto. Si miscela anche con piccoli sassi e anche tronchetti
di legno a piacere.
Alla foce per esempio bisogna posizionare il tubo per l’ ingresso dell’ acqua nel letto quindi i bordi devono
essere più rialzati perché la pressione potrebbe essere elevata e far fuoriuscire l’ acqua.
Per colorare il fondo del fiume si può utilizzare del colore acrilico con aggiunta di vinavil per essere più
duraturo nel tempo. Oppure colorare il fondo e poi isolarlo con resina trasparente.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 14 – ACQUA NEL PRESEPE
Il fiume terminato in cui abbiamo aggiunto della
vegetazione e un pescatore per rendere ancora più
realistico il risultato.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 15 – ACQUA NEL PRESEPE
3.Resine e Cascata
La figura mostra un esempio di resina per isolare dall’acqua che si presenta in grani , in vendita in negozi di
belle arti perché utilizzata nel restauro di quadri.
Questa resina è utilissima perché permette di creare la struttura per un fiume , una cascata come vedremo
in seguito, e poi ricoprirla con questa resina trasparente per impermeabilizzarla. Come visto nella sezione
precedente si costruisce il fiume, o più propriamente la cascata,più complicata dal punto di vista
strutturale, invece di usare il cemento utilizzare la tecnica del gesso la stessa che abbiamo visto per
realizzare le rocce. Questo aiuta molto soprattutto perché con il gesso anche la colorazione è più naturale
rispetto al cemento.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 16 – ACQUA NEL PRESEPE
Il tutto è costruito sulla falsariga di quello precedentemente visto
con iuta e cemento ma se vogliamo utilizzare la tecnica del gesso lo
possiamo anche fare, ora vi spiego come. Innanzitutto creare la
sorgente
Infatti nelle specifiche della stessa viene riportata l’ altezza massima della forza di elevazione dell’ acqua
che è necessaria per capire come dimensionare la cascata soprattutto in altezza.
Predisporre poi il letto dove far scorrere l’ acqua che possiamo realizzare in legno e compensato e poi
rivestito in plastica e iuta, come nel caso di un fiume.
A questo punto per realizzare il fondo le rocce e tutto il resto si utilizza al tecnica del gesso con le rocce
realizzate in polistirolo, rivestendo il fondo, e stando molto attenti a non creare fori nella struttura. Una
volta asciugato e colorato il gesso va trattato con la resina trasparente. Tale resina viene collocata sulla
struttura a pennello e solitamente sciolta con dei solventi , tipicamente acetone o alcool. Ce ne sono in
commercio anche alcune che vengono sciolte a caldo in un pentolino.
Naturalmente come detto precedentemente, la colorazione deve avvenire prima di applicare la resina che,
essendo trasparente, permette la visione della colorazione che si è predisposta. La stesura della resina
deve avvenire con diverse mani fino a completa copertura della struttura. In seguito è necessario un riciclo
solitamente utilizzando una bacinella predisposta per alloggiare la pompa e per permettere che l’ acqua
cada in una struttura in grado di accoglierla in modo che non fuoriesca. Anche questa viene realizzata con
un bacino di plastica che anche deve essere rivestito. Attenzione sempre ad isolare tutte le zone che sono a
contatto con il terreno circostante il bacino e la cascata.
L’ acqua tende a inumidire il terreno e con il tempo bagna l’ esterno della struttura provocando
eventualmente qualche danno.
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 17 – ACQUA NEL PRESEPE
Esempio di bacinella per il riciclo
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 18 – ACQUA NEL PRESEPE
GRUPPO AMICI DEL PRESEPE
Monte Porzio Catone
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Corso Presepistico on-line
EFFETTI SPECIALI
Indice
Indice ................................................................................................................................................................. 1
Introduzione ...................................................................................................................................................... 2
1. IMPIANTO ELETTRICO ............................................................................................................................... 2
a. Collegamento Serie................................................................................................................................ 5
b. Collegamento Parallelo.......................................................................................................................... 6
2. FUOCO NEL PRESEPE................................................................................................................................. 8
3. FUOCO DI BRACE..................................................................................................................................... 10
4. FIBRE OTTICHE e STELLE ......................................................................................................................... 11
5. CIELO NOTTURNO ................................................................................................................................... 15
6. LUNA ....................................................................................................................................................... 15
7. GIORNO NOTTE ....................................................................................................................................... 17
8. TIPOLOGIA LAMPADE ............................................................................................................................. 21
9. NUVOLE................................................................................................................................................... 24
10. LAMPIONI ............................................................................................................................................ 26
11. NEVE .................................................................................................................................................... 27
a. Neve Statica ......................................................................................................................................... 27
b. Neve Dinamica ..................................................................................................................................... 28
Neve in polistirolo ................................................................................................................................... 28
Neve con fibra ottica............................................................................................................................... 30
Neve con macchine di neve artificiale .................................................................................................... 34
12. MARE ................................................................................................................................................... 35
13. MARE [2] .............................................................................................................................................. 39
In ogni presepe si vuole ricreare, oltre alle strutture principali , alle case, alle rocce , agli alberi anche degli
effetti speciali che possano riprodurre per esempio un fuoco, la luna , le stelle , il giorno e la notte , una
nevicata e tante altri fenomeni fisici per arricchire e stupire il visitatore. Tali accorgimenti dovranno essere
utilizzati con parsimonia per armonizzarli con l’ambiente ricreato, per questo non dovranno mai essere i
protagonisti ma solo contribuire a rendere l’ opera più affascinante.
In questo capitolo del corso, spiegheremo a grandi linee alcuni effetti tradizionali utilizzati nei presepi
accanto a delle nozioni tecniche. Questa è una sezione molto particolare in quanto presuppone conoscenze
di elettricità e un minimo di pratica di piccoli impianti.
1. IMPIANTO ELETTRICO
Questa sezione vuole essere solo nozionistica per avere almeno una conoscenza delle problematiche
relative alla realizzazione di un presepe con un impianto elettrico sicuro.
Per prima cosa bisogna ricordare che esistono due tipologie di alimentazione dei circuiti elettrici.
La prima è in Tensione continua e la seconda in Tensione alternata.
L’ impianto casalingo è di tipo a tensione alternata , l’ alimentazione della automobile per esempio è in
tensione continua.
La tensione continua viene fornita da un trasformatore che appunto trasforma la tensione da alternata in
continua per mezzo di un circuito chiamato raddrizzatore.
Il circuito che trasforma da corrente continua in alternata si chiama inverter ed è utilizzato nei sistemi di
pannelli fotovoltaici per esempio, in quanto il pannello fornisce una tensione continua.
Un trasformatore può essere di diverse tipologie, ce ne sono alcuni di tipo meccanico e altri di tipo
elettronico.
Tutte le tipologie trasformano la tensione da 220 Volts (come esempio) ad una tensione di solito più bassa,
quindi ci sarà una parte di ingresso ed una parte di uscita.
La parte di ingresso , se la tensione in ingresso è superiore all’ uscita avrà i cavi di sezione maggiore rispetto
a quella di uscita.
I trasformatori meccanici sono come quello in figura forniscono una tensione
alternata o continua.
+ 220 Volts
0 Volts
- 220 Volts
Amici del Presepe Monte Porzio Catone pag. 2 – EFFETTI SPECIALI
Questa oscillazione avviene per 50 volte al secondo (50 Hertz). Naturalmente questa oscillazione non viene
percepita perché le lampade e i motori sono progettati per funzionare in questo modo. L’ alimentazione in
continua fa in modo invece che la tensione sia sempre fissa a 220 Volts o ad altre tensioni, per esempio 12
Volts, il polo positivo (+) e quello negativo (-) non si invertano mai.
Questo è necessario quando si usano apparecchi come il computer di casa che hanno bisogno che la
tensione sia fissa e stabile. Questo si nota anche considerando il colore dei fili che escono dalle
alimentazioni, come la batteria della macchina che ha un polo positivo (+) di colore rosso e negativo (-) di
colore nero. Alimentazioni di questo tipo si usano per esempio nei led che funzionano solo con tensione
continua fissa, infatti il led vuole che sul suo polo positivo venga collegato il positivo dell’ alimentazione e
sul negativo viceversa, altrimenti non funziona. Detto questo supponendo che utilizziamo, salvo casi
particolari, l’alimentazione in corrente alternata bisogna cominciare a capire meglio come usarla.
Per prima cosa bisogna avere a disposizione dei cavi, delle prese e delle spine per il realizzare il nostro
circuito. Infatti questo ultimo deve essere opportunamente dimensionato cioè deve sostenere le potenze e
quindi l’ assorbimento sui propri cavi. Avremo sicuramente una presa di alimentazione da cui attingere la
corrente necessaria. La prima cosa da sapere è quanto assorbimento deve avere il nostro presepe, cioè
quante lampade, motori e altro dobbiamo collegare al circuito.
Un lampada su cui è scritto 100 watt assorbe appunto, come potenza, (il Watt è l’ unità di misura della
tensione) 100 Watt significa in base alla legge che lega corrente tensione e potenza
P[Watt]= V[Volts]*I [Ampère]
100= 220 [Volts](tensione della rete)*I [Ampère]
I = P/V
I= 100/220
I= 0,22 Ampere
La nostra lampada assorbirà 0,22 Ampere (Ampere è l’ unità di misura della corrente). Questo è essenziale
da capire come realizzare un impianto sicuro.
La rete ci fornisce la tensione poi siamo noi a decidere, in base a quello che colleghiamo al circuito, la
corrente che passa nei fili di collegamento. La tensione crea l’energia elettrica ma questa energia per essere
utilizzata ha la necessità di avere un circuito su cui far scorrere la corrente che crea il lavoro per accendere
le lampade o far funzionare un motore.
La corrente viene succhiata dal carico che viene collegato al circuito. Facciamo un esempio, vogliamo
collegare un lampada di 100 Watt. La corrente che scorre nel filo è di 0.22 Ampère come nell’esemio
precedente.
In base alla corrente che scorre, il filo viene sollecitato e si scalda, ogni sezione di filo puo’ sostenere una
potenza massima (e quindi una corrente).Un televisore che assorbe 500 Watt, in base alla stessa regola
vista precedentemente , assorbirà
I= 500/220
I= 2,27 Ampere
Riportiamo anche dei dati relativi alla resistenza dei cavi perché questa può influire sulla caduta di tensione
soprattutto per cavi molto lunghi.
Questo significa che , se il cavo è lungo, anche se entrano 220 Volts alla fine del cavo non si avrà questa
tensione ma una tensione inferiore. Nel caso nostro non ci sono cavi così lunghi da preoccuparci per questo
aspetto.
Per prima cosa quindi dovete calcolare l’assorbimento totale del presepe andando a vedere le potenze che
tutto il circuito deve assorbire, lampade, motori, alimentatori.
Quindi dovete sommate tutte le potenze che dovrà assorbire il circuito a partire dalla sorgente, che sarà
unica, e poi a seguire in tutti i rami dello stesso.
Se il presepe è molto grande occorre realizzare un quadro elettrico, certificato da tecnici specializzati, con
dispositivo salvavita di tipo magneto-termico e cavo con sezione tale (almeno mm 2.5 )
da assorbire a monte tutta la potenza del presepe ed assicurare la sicurezza necessaria
in caso di corto circuito.
L’ alimentazione dei circuiti avviene come di solito con tre fili il cosiddetto polo caldo e il
polo freddo, i colori sono il blu ed il marrone in molti casi, il terzo filo (giallo) è la terra.
[La terra è un filo che deve essere collegato obbligatoriamente quando ci sono per
Alimentazione continua
a. Collegamento Serie
Una cosa che vogliamo spiegare sono i collegamenti classici in serie ed in
parallelo.
Il primo collegamento è quello in serie, tipico delle illuminazioni delle file di luci degli alberi di Natale. In
questa configurazione il carico, cioè le lampade, come in figura, sono collegate in modo continuo una all’
altra.
220 / 3
220 volts
La tensione di 220 Volts viene ugualmente ripartita tra il carico (se le tre lampade sono uguali) , quindi ,
come nel caso in figura
220 [Volts] / 3 = 73,33 [Volts]
Sulla singola lampada ci sono 73 Volt circa di tensione quindi la lampada è alimentata con 73 Volts e non
220 Volts. Si spiega come vengono alimentate le luci mignon a 3 Volts , vengono messe in serie in modo che
sui loro capi insista una tensione pari proprio a 3 Volts, mettendo in serie molte lampadine.
Il difetto di questa configurazione è quello che se si rompe una lampada il circuito si interrompe e le
lampade si spengono, tutte insieme. Quando le lampade sono molte è abbastanza complicato andare a
trovare quale è la lampada da sostituire per ripristinare il circuito.
b. Collegamento Parallelo
Il collegamento parallelo invece mantiene la stessa tensione dell’ alimentazione sulle lampade, quindi la
tensione di alimentazione deve essere uguale o inferiore a quella di esercizio normale della lampada. Vi
ricordo che può essere anche inferiore di una percentuale, in questo modo abbassando la tensione avremo
l’ effetto di diminuire la luminosità della lampada. Per questo scopo si possono utilizzare dei variatori di
tensione opportuni che variano la tensione di alimentazione e quindi anche la luminosità. Se abbiamo
quindi un collegamento in parallelo che è il tipico collegamento di lampade alla rete di alimentazione, se
abbiamo a disposizione 220 Volts le lampade dovranno essere da 220 Volts.
220 Volts
220 Volts
Collegamento in parallelo
Se confrontate le due immagini (serie parallelo) noterete la differente luminosità delle lampade dovuta alla
differenze dei due collegamenti (le lampade hanno la stessa potenza nei due casi). Naturalmente si
consiglia di usare sempre basse tensioni nel presepe questo perché i materiali sono infiammabili e quindi è
meglio trattare con tensioni di lavoro sicure.
Per questo si utilizzano lampade per illuminare le case a 12 Volts
utilizzabili grazie all’ ausilio di trasformatori che come dice la
parola trasformano la corrente in ingresso da 220 Volts, per
esempio, ad una tensione più bassa, tipicamente 12 Volts.
Ciabatta collegamento
In Figura un
esempio di fuoco a cui abbiamo aggiunto dei sassi intorno ed
una pentola che bolle. Per la pentola che bolle si consiglia
di utilizzare gli ossigenatori per acquari, lo schema è
riportato. Nello schema c’ è anche un riciclo per l’ acqua che va messo in posizione più alta rispetto al foro
per l’ ingresso dell’ ossigeno , l’acqua infatti tende ad evaporare con il tempo e quindi a terminare. Come si
nota nella pentola entra prima un tubo per l’ ossigeno e dall’ altra uno per l’ acqua.
rosso
oppure Starter messo in serie
giallo, il
Alimentazione 220 volts
numero
minimo di
lampade
per avere
l’ effetto
desiderato è due.
Il tipo di lampada in questo caso è quella della figura, alleghiamo lo schema elettrico molto semplice per far
brillare una lampada in modo casuale.
Esistono in commercio delle micro-lampade che hanno integrato già questo effetto di brillio della lampada
e sono utilizzate per simulare delle torce o anche per un piccolo fuoco del bivacco, quando non si ha a
disposizione uno spazio molto largo di lavoro.
coprire la struttura. Le lamelle girando simulano il movimento del fuoco. Questo avviene dalla parte
opposta e in controluce attraverso il legno .
Carta velina
Una volta che il led è stato inserito nel legnetto bisogna aggiungere intorno al led della carta velina incollata
al legnetto in modo da nascondere del tutto il led. La luce del led illuminerà la carta velina e donerà un
effetto di brace accesa.
Le stelle si realizzano con la fibra ottica. Tale preziosissimo materiale da qualche anno è molto utilizzato nel
presepe per le sue caratteristiche che la rendono insostituibile per tantissime applicazioni.
La fibra ottica è un filo di plastica o vetro che ha la capacità di trasportare la luce , la similitudine può essere
fatta con un filo di rame che trasporta la corrente elettrica.
Basta una fonte luminosa posta all’ ingresso di un lato della
fibra per trasportare la luce e presentarla dall’ altro lato
della fibra stessa.
Le fibre ottiche sono in vendita in commercio in diversi
diametri e possono essere utilizzate anche come piccoli spot
facili da nascondere all’ interno del presepe e soprattutto
perfettamente sicure in quanto non trasportano corrente
elettrica ma luce.
Sono adatte per realizzare le stelle, la luce dei lampioncini ,
piccoli faretti , lampade minuscole e quanto altro la vostra
fantasia potrà pensare.
Il cielo viene fissato alla struttura in legno con delle puntine da disegno si nota la
6. LUNA
La realizzazione della luna avviene tramite proiezione o tramite un
lampada opportunamente posizionata nella parte retrostante del
cielo precedentemente costruito.
Per la
seconda
ipotesi la lampada che viene usata
solitamente è una lampadina opaca a filamento da
15 watt per presepi grandi, oppure una lampada
più piccola per presepi casalinghi. Queste
lampade sono adatte perché non
riflettono i filamenti di tungsteno
che sono presenti all’ interno e
possono essere adagiate in un porta spot di metallo la cui
struttura simula la forma tonda della luna nel cielo. Il porta
spot deve aderire al telo del cielo e deve essere fissato su
un asta possa essere snodabile tale da orientare la luna ove
si vuole.
La luce della luna deve essere collegata alla centralina che
ne comanda l’ accensione , solitamente in dissolvenza , in
modo che non si scaldi molto senza rischiare di bruciare il
telo del cielo. Nel caso di cielo in faesite è
meglio proiettare l’immagine tramite
proiettori che si trovano in commercio
oppure se ne possono fare di casalinghi
utilizzando un tubo di metallo e una
sagoma della luna. Per la sagoma si può utilizzare del
lamierino che si usa per i lavori di bricolage a sbalzo
creando un foro nello stesso, si può simulare la luna anche
nelle sue fasi.
Per una illuminazione a scena fissa vedete la lezione illuminazione del diorama , in questa sezione parliamo
di una illuminazione in movimento.
Per la realizzazione dell’ effetto giorno notte si utilizza una struttura di lampade che devono simulare
l’alternarsi dell’ illuminazione
durante le varie fasi del giorno.
Per questo si utilizzano delle
centraline elettroniche , ce ne
sono molte in commercio , a cui si
collegano le lampade che fanno
cambiare la luminosità simulando
le fasi del giorno, Alba, Di’
,Sera,Notte. Come spiegato in
precedenza il cielo, normalmente
è un telo di cotone o terital di
colore bianco fissato ad una
struttura che riceve una illuminazione che modifica la tonalità del
telo stesso simulando i cambiamenti cromatici durante le fasi del
giorno e della notte.
Solitamente le lampade
vengono fissate in alto e
frontalmente al telo , il
colore delle lampade
deve essere azzurro -
bianco affinché il cielo
assuma la tonalità celeste
chiaro. Le lampade utilizzate devono essere del tipo Modello 7 e
Modello 10 di colore azzurro, altrimenti si possono usare fari alogeni con gelatine colorate. Un esempio di
impianto in cui tutti i collegamenti convergono verso la centralina di controllo. Le luci sono posizionate in
alto dietro le montagne e subito a ridosso del boccascena La figura mostra come posizionare le lampade al
di sopra del boccascena e dietro lo sfondo in prossimità dello sfondo del cielo, lasciando un opportuno
spazio di sicurezza per evitare riscaldamenti e per l’ispezione e la sostituzione di lampade bruciate.
Le lampade per aumentare l’ effetto di profondità del cielo , vanno posizionate anche dietro le montagne
dello sfondo e comunque proprio a ridosso del telo del cielo.
GIORNO FRONTALE: Lampade bianche spot 100 watt, alogene 150 watt, lampade luce
solare
FONDALE: Lampade allungate a filamento per sfondo cielo gelatina blu
Modello 7- 8 -13 - 14
ALBA FRONTALE: Lampade gialle e luce solare
FONDALE: Lampade allungate a filamento gelatina gialla
Modello 4-5
Lato dx o sx
TRAMONTO FRONTALE: Lampade rosse e gialle e luce solare
FONDALE: Lampade allungate a filamento gelatina rossa
Modello 4-5
Lato sx o dx
NOTTE LAMPADA WOOD , in alternativa lampadina opaca blu modello 12
Cielo azzurro FRONTALE : lampade blu
FONDALE: lampade filamento allungate gelatina blu
Modello 10-5
8. TIPOLOGIA LAMPADE
Modello 1
Lampada alogena , alimentazione 12 volts, luce concentrata
potenza 15-75 watt
Modello 2
Micro Lampada filamento, alimentazione 12 Volts, 220 Volts
potenza 3-15 watt
Modello 3
Lampada attacco piccolo filamento, alimentazione 12 Volts,220 Volts
potenza 15-25 watt
Modello 4
Lampada filamento allungata attacco a vite , alimentazione 220 Volts
potenza 40-80 watt
Modello 5
Lampada filamento allungata attacco a baionetta, alimentazione 220 Volts
potenza 40-80 watt
Modello 6
Modelli lampade a Neon attacchi baionetta, alimentazione 220 Volts con
circuito alimentazione e starter
Modello 8
Lampada spot a filamento bianca e colorata, alimentazione a 220 Volts
potenza 40-100 watt
Modello 9
Modello lampada basso consumo con alimentazione 220 Volts , piu’ circuito
accensione
Modello 10
Modello lampada par con vetro , bianca o colorata , alimentazione a 220
Volts, potenza 50-80-100 watt
Modello 11
Modello lampada micropisello, alimentazione 3-5 Volts, dipende dal
montaggio
potenza 3-5 watt
Modello 12
Modello lampada satinata opaca, alimentazione 220 Volts
potenza 15-40 watt
Modello 13
Modello fari alogeni per presepi grandi dimensioni , alimentazione 220 Volts
potenza 75-1500 watt
Modello 14
Modello lampadina opaca tonalità piu’ calda (softone)
potenza 40-100 watt
Modello 15
Modello lampadina classica
potenza 40-100 watt
Modelli Trasformatori
9. NUVOLE
Per realizzare delle nuvole in proiezione sul cielo si utilizza solitamente
un tubo metallico, per esempio un barattolo usato tipo quello per i
solventi per le vernici con dei fori praticati con un attrezzo tipo
punteruolo.
Tali fori dovranno essere irregolari per simulare la forma delle nuvole.
All’ interno del tubo va posizionata un lampadina che proietta la luce, che
passa attraverso i fori, sul telo del cielo .
Si realizzano
in latta,
tipicamente lattine usate, saldata a stagno,
per illuminare l’ interno si utilizzano , fibra ottica o lampade micromignon a
12 Volts. Esistono in commercio dei
lampioni con tubo cavo per inserire all’
interno delle fibre ottiche che simulano
l’ effetto della lampada accesa. Inoltre
con utilizzo di lenti è possibile
Polvere di velluto
Un altro metodo di realizzare la neve è con la polvere di velluto. Questo materiale è disponibile in
commercio. Per poterla stendere sulla superficie del presepe occorre creare una base su cui spolverare tale
materiale. Supponiamo di dover realizzare dei cumuli su un tetto di una casa o su un terreno, occorrerà
creare dello spessore con del materiale, per esempio, con del polistirolo . La fase successiva è quella di
stendere una o più mani di gesso. Questo farà in modo di avere una velatura di gesso , con spessore
variabile sagomata per assomigliare ad una nevicata. Fate in modo di passare un pennello bagnato sulla
superficie del gesso appena solidifica per rendere perfettamente liscia la stessa. Acquistata la polvere di
velluto viene stesa con l’ aiuto del colino dopo avere cosparso la superficie del gesso con acqua e vinavil.
Sicuramente è necessario passare più volte e poi schiacciarlo con le dita. L’ effetto è molto realistico.
Bicarbonato
Per simulare la neve è utilizzato anche il bicarbonato quello casalingo. Lo stesso viene posto sul presepe
naturalmente a secco. Anche dopo molto tempo lo stesso rimane inalterato nel tempo. Se in alcune parti si
vuole uno spessore maggiore utilizzate delle colate di gesso opportunamente sagomate.
b. Neve Dinamica
Neve in polistirolo
Per realizzare un effetto neve dinamico ci sono diversi modi per simulare la caduta dei fiocchi nel presepe.
Un primo metodo molto conosciuto è quello che utilizza il polistirolo opportunamente convogliato e
trattato. La struttura che serve per questo tipo di metodo viene mostrata nelle figure seguenti. Ricordarsi
che il polistirolo deve essere quello a palline oppure quello a piccole scaglie.
Il polistirolo è un materiale leggero ma che si carica elettro-staticamente provocando l’ adesione delle
palline alla struttura. Per evitare questo problema occorre che la struttura sia fatta in modo da evitare
questo problema.
Quello che vi spiego è solo indicativo in quanto questa tecnica non è stata molto usata nella nostra
esperienza e anche considerando che ci sono informazioni in rete più approfondite a riguardo. Si usa del
polistirolo a palline o tritato per simulare la caduta della neve.
Il sistema prevede una vasca di riciclo delle palline di polistirolo o dei trucioli di polistirolo tritato e un
sistema di aspirazione, le palline cadono dall’ alto sul piano del presepe.
La visione della scena , deve avvenire attraverso un’ apertura, tipicamente un boccascena, al di là della
quale viene nascosto un tubo con dei fori attraverso i quali passano le palline che poi cadranno all’ interno
della vasca di riciclo.
Visione Laterale
completo della zona interessata , inoltre si rende necessario una apertura per nascondere il meccanismo di
caduta. A differenza dell’ effetto precedente non necessita di riciclo delle palline di polistirolo. Questo
significa che la scena al di là del boccascena potrà essere completamente sfruttata. Vi mostriamo nelle
figure seguenti lo schema di funzionamento della struttura.
Le foto precedenti mostrano la struttura chiusa in cui si notano le code delle fibre ottiche che passano all’
interno del tubo.
Il tull riceve la luce dai piccoli fori , che simulano un singolo i fiocchi di neve. Questi fiocchi vengono
proiettati sul tull e si incrociano tra di loro rendendo l’ effetto veramente notevole.
L’ interno del
boccascena va
illuminato
opportunamente per
nascondere la
proiezione sul terreno.
Una cosa fondamentale
è la distanza delle fibre
dal cartoncino , infatti
più le fibre sono lontane dal bordo del cartoncino e più piccoli risulteranno i fiocchi proiettati.
Come si vede dalle foto allegate è possibile creare una struttura leggermente diversa che permette alle
fibre di stare all’ interno del tubo ma di essere distanziate dal cartoncino che riveste il tubo, vi mostriamo lo
schema.
12. MARE
Un altro effetto che non può mancare in molti presepi
è il mare. Questo effetto può essere dinamico o statico.
In questa sezione vi proponiamo un effetto dinamico
molto spettacolare e di sicuro effetto. La struttura
viene mostrata in figura, si compone di una serie di rulli
, sagomati per simulare le onde del mare, che ruotano
in maniera casuale.
Si stende il vinavil su una superficie rigida dipinta con del colore azzurro.
Si sfumano i contorni con colore e sabbia. L’ effetto di questo mate va bene per il secondo o terzo piano.
ILLUMINAZIONE DIORAMA
Indice
Indice ................................................................................................................................................................. 1
Introduzione ...................................................................................................................................................... 2
1. ILLUMINAZIONE DI UN DIORAMA............................................................................................................. 2
In questo capitolo del corso, andremo spiegare come realizzare una illuminazione naturale che simuli in
maniera appropriata la luce del sole più adatta a scene con illuminazione fissa. Tale tecnica la applicheremo
all’ illuminazione di un diorama cioè di una scena presepiale che dispone di una visuale per essere
ammirato. Lo spunto di scrivere questa lezione ci è venuto frequentando un corso con i maestri Bombelli e
Pigozzi.
2. ILLUMINAZIONE DI UN DIORAMA
Il significato del termine diorama proviene dal greco e significa letteralmente "attraverso la veduta", vale a
dire la visione fedelmente ricostruita di un certo scenario.
Il diorama è qualcosa di vivo,
di palpabile che ci trasporta
guardandolo, all'interno della
scena stessa ricostruita,
facendo in modo di essere
insieme ai personaggi e alla
scena.
La luce dovrà assolutamente illuminare la natività quindi essere posta dal lato del presepe dal quale la si
può illuminare.
nelle scene precedentemente viste la luce proviene, in maniera dominante da una sola posizione. Questo
simula la luce solare che proviene da un punto. Questo crea immediatamente un effetto di profondità
diverso rispetto ad avere una luce omogenea su tutto il presepe. Come si evince dalle foto precedenti si
creano ombre e tagli di luce che rendono la scena sicuramente più suggestiva e meno scontata.
Tale illuminazione dovrà essere presente dall’ inizio del lavoro per permettere la realizzazione di un opera
in cui illuminazione , volumetria e colorazione siano legate in maniera armoniosa. Abbiamo visto infatti che
tutti gli aspetti concorrono alla bellezza quindi posizionare lampade in maniera casuale alla fine del lavoro
senza minimamente pensare all’ illuminazione potrà portare nella maggior parte dei casi a risultati
insoddisfacenti.
Infatti anche nella colorazione l’ effetto delle luci è fondamentale . I colori cambiano in base alla luce
utilizzata così come le ombre che vengono provocare dalla stessa luce.
Un accorgimento è quello di posizionarle il più alto possibile per evitare le ombre delle case sul cielo o sulle
montagne dello sfondo.
Dietro le montagne per simulare l’effetto del riverbero che produce un certo chiarore dietro le stesse ,
occorre posizionare delle lampade appropriate a distanza di circa 5 – 10 cm tra il fondo e le montagne dell’
ultimo piano.
Vi mostriamo nella foto seguente un aspetto molto curioso e affascinante di questa tecnica. L’ ombra che
vediamo nella foto in parte viene causata naturalmente dalla luce ed in parte è forzata con il colore. Infatti
la parte in ombra non viene colorata come la parte in luce. Vengono forzate le tonalità del blu e del grigio
per renderla ancora più movimentata e intrigante.