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Val d’arda

La val d'Arda è una valle che prende il nome dal torrente Arda, affluente destro del fiume Po.
Questa valle è compresa nel territorio della provincia di Piacenza.
È delimitata dalla val Ceno a nord, dalle valli dello Stirone e dell'Ongina a est, dalla val Chiavenna a
ovest.
Se siete appassionati di trekking, il consiglio è quello di recarvi dove nasce l’Arda,
ossia ai fianchi del monte Menegosa e Lama.
Il monte Menegosa è alto 1356 metri, i sentieri sono prevalentemente serpentini e le
rocce abbastanza scolpite, dovuto dall’erosione degli agenti atmosferici. Una volta in
cima, sarà possibile ammirare sia la Val d’Arda che la Val Nure.

Il monte Lama invece è alto appena pochi metri meno del monte Menegosa, per
l’esattezza 1345 metri, si presente con rocce molto dure e di struttura silicea di colore
rosso intenso: una volta in cima è possibile vedere la valle del Cena e ovviamente la Val
d’Arda.

La Val d’Arda inoltre è formata da otto mini valli, ognuna con caratteristiche uniche:

 Val Vezzeno
 Val Riglio
 Val Segola
 Val Chiavenna
 Val Ongina
 Val Chero
 Val Stirane
 Val Borla
I comuni che formano la Val d’Arda sono dieci:

 Fiorenzuola d’Arda
 Carpaneto Piacentino
 Cadeo
 Castell’Arquato
 Lugagnano Val d’Arda
 Gropparello
 Alseno
 Caorso
 Vernasca
 Cortemaggiore

Da non perdere sicuramente la “Via dei Ciliegi”, simbolo principale di Villanova


sull’Arda.

I ciliegi sorgono su entrambi i lati dell’Arda offrendo in primavera una fioritura degna di
una passeggiata romantica.

Nel corso degli anni, o meglio dei secoli, la Val d’Arda ebbe un ruolo molto strategico
all’interno della zona dei Colli Piacentini, motivo per cui ancora oggi ne abbiamo la
dimostrazione data dai numerosi castelli piacentini e borghi piacentini tutt’ora
presenti.

Il primo che vi consiglio di visitare è sicuramente Castell’Arquato, non solo per il suo


castello ma anche per il suo borgo. Infatti Castell’Arquato è un comune a tutti gli effetti
con quasi 5.000 abitanti, con Hotel e strutture dove poter dormire.

Nel borgo troverete il Torrione Farnesiano, il Palazzo del Duca (con relative fontana)
e infine la Piazza Monumentale. In quest’ultima troverete i tre poteri del medioevo,
ossia il potere religioso (la Collegiata), il potere politico (Palazzo del Podestà) e il potere
militare (Rocca Viscontea).

Da non perdere assolutamente anche il Castello di Gropparello, costruito in cima ad


una roccia di grandi dimensioni lo ha reso inattaccabile nei secoli, con vista fino a
Piacenza era punto di avvistamento per l’arrivo di nemici. Nonostante oggi sia una
residenza privata, è possibile visitarlo e cenare al suo interno.

Il Borgo di Vigoleno seppur piccolo è sicuramente da non perdere, fu costruito nel


Medioevo a scopo difensivo e di controllo sulla pianura Padana. E’ possibile visitare il
castello di Vigoleno, soggiornare e organizzare matrimoni al suo interno.

“Ultima” tappa consigliata è l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba, costruita nel


1136 è una struttura a ponte tra lo stile romanico e quello gotico.

Ma passiamo ora ai parchi naturali e ai siti archeologici più importanti della Val


d’Arda. I principali siti sono tre: Parco provinciale del Monte Moria, Veleia
Romana e Riserva Naturale geologica del Piacenzano.

Il Parco provinciale del Monte Moria venne istituito negli anni 20 con lo scopo di
preservare l’enorme oasi verde da cui è ricoperto: possiamo trovare persino piante
secolari! La vegetazione è principalmente spontanea e ben conservata, ciò rende questo
parco ottimo per appassionati di trekking e famiglie alla ricerca di un weekend al verde.
La Veleia Romana invece è un sito archeologico di nota importanza, in quanto
ricordano le prime costruzioni pubbliche, i combattimenti dei gladiatori con relativi riti
funerari. Inoltre, data la sua posizione e naturalezza, veniva utilizzata come luogo per i
ricchi uomini come luogo dove poter ritrovare il proprio spirito con la convinzione di
allungare la propria vita dati i benefici del magico luogo.

La Riserva Naturale geologica del Piacenzano fu creata nel 1955 a causa del
ritrovamento di fossili, risalenti tra i 5 e gli 1.6 milioni di anni fa. Lo scopo tuttavia non
è solamente geologico, ma anche per tutelare il grande valore botanico e paesaggistico
della zona. Ci sono nove aree, tutte fanno a capo del Museo Geologico
di Castell’Arquato incaricato di gestire la zona a livello sia tecnico che scientifico.

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