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Nel 2008 si ha la Riforma Gelmini, che tra l’altro verrà molto criticata perché taglierà in modo drastico la
spesa per l’istruzione, riducendo il numero degli insegnanti. La riforma riporterà il ripristino del maestro
unico nella scuola elementare e la valutazione numerica decimale nella scuola primaria e secondaria di primo
grado e del voto in condotta. Vengono inoltre reintrodotte le ore di sessanta minuti e lo studio
dell’educazione civica (“cittadinanza e costituzione”).
Nella scuola dell’infanzia l’iscrizione viene portata a due anni e mezzo; gli editori dei libri di testo devono
garantire che non faranno nuove edizioni per cinque anni per i libri per la scuola primaria e secondaria di
primo grado e per sei anni per i libri per la scuola secondaria di secondo grado; viene reintrodotto il maestro
unico e l’opzione di due ore in più di insegnamento della lingua inglese e di italiano per gli studenti stranieri;
vengono modificate le denominazioni e ridotte le ore di lezione nelle scuole secondarie di secondo grado a
eccezione del liceo classico (dove invece aumentano); si incrementa lo studio di due lingue straniere in alcuni
licei; gli istituti d’arte vengono assimilati ai licei artistici e agli istituti professionali; la laurea in scienze della
formazione abilita all’insegnamento nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia; i docenti possono
ricevere un premio di produzione fino a settemila euro.
Durante il Governo Gentiloni, la ministra Fedeli proseguirà la Riforma Buona Scuola (“Buona Scuola bis”),
con obiettivi che si incentrano su una formazione adeguata a standard internazionali e alla massima
inclusione degli alunni con disabilità. Alcuni dei suoi interventi verranno criticati soprattutto perché gli
insegnamenti vanno verso una direzione conforme alle esigenze del lavoro ma con la penalizzazione di
alcune materie, quali storia, letteratura, filosofia e matematica.
Nel 2020 si sono avuti cambiamenti anche riguardo la valutazione degli obiettivi da parte degli insegnanti
della scuola primaria, con quattro diversi livelli: avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione.
Inoltre è stato necessario prendere diversi provvedimenti a seguito dell’emergenza Covid con un apposito
“Decreto sulla scuola”. In quest’ultimo anno si sono visti cambiamenti anche per quanto riguarda i supplenti
e i percorsi abilitanti per diventare insegnanti. Altro cambiamento ha riguardato la separazione tra Ministero
dell’istruzione (MI) e il Ministero dell’università e della ricerca (MUR), che hanno sostituito il MIUR.
Sempre a causa della prolungata pandemia, nel 2020 e nel 2021 si sono presi numerosi provvedimenti
riguardo agli Esami di Stato e alla giornaliera gestione degli studenti, si sono inoltre introdotte forme
di didattica a distanza (Didattica Integrata Digitale).