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METODOLOGIA DIDATTICA CLIL

INDICE
INTRODUZIONE........................................................................................................p. 1
UN PROGETTO NELLA SCUOLA PRIMARIA...............................................................p. 2
IL QUADRO NORMATIVO ........................................................................................ p. 3
FORMAZIONE...........................................................................................................p. 4
LE NORME TRANSITORIE PER I LICEI LINGUISTICI....................................................p. 7
IL PROGETTO E-CLIL PER UNA DIDATTICA INNOVATIVA..........................................p. 9
BIBLIOGRAFIA..........................................................................................................p. 10

Introduzione
Le primissime esperienze di insegnamento di discipline in lingua straniera partono
in Italia all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso grazie all’attivazione ministeriale di
nuovi indirizzi sperimentali, quali il liceo linguistico europeo, il liceo classico europeo, le
“classi internazionali” in alcuni licei. A partire dal 2000 un numero crescente di docenti di
lingue straniere, in collaborazione con docenti di altre discipline, inizia a proporre attività
in forma diffusa e a tutti i livelli scolastici, lezioni o moduli basati sull’apprendimento
integrato di lingua e contenuti tramite la metodologia CLIL. I
progetti europei e l’autonomia didattica sono le basi sulle quali si innestano nuove
pratiche didattiche, che richiedono un forte cambiamento da parte dei docenti e un forte
impegno per lo sviluppo di nuove competenze professionali. Il riferimento normativo che
favorisce queste sperimentazioni è il Regolamento recante norme in materia di autonomia
delle istituzioni scolastiche (DPR 275/99), che nell’art. 4 comma 3, recita: «Nell’ambito
dell’autonomia didattica possono essere programmati, anche sulla base degli interessi
manifestati dagli alunni, percorsi formativi che coinvolgono più discipline e attività nonché
insegnamenti in lingua straniera in attuazione di intese e accordi internazionali”»
Questa norma, nel garantire la sperimentazione di nuovi percorsi e nuove
metodologie didattiche, ha avviato concrete possibilità per la realizzazione del CLIL nelle
scuole di ogni ordine e grado. In questi anni molti istituti, nell’ambito dell’autonomia
didattica, hanno attivato sperimentazioni sia in ambito curricolare sia in ambito
extracurricolare. Il maggior numero di esperienze riguarda scuole superiori, ma sempre più
attive appaiono le scuole primarie e medie, che offrono esperienze particolarmente
significative. In breve, “i modelli CLIL” offerti in Italia nell’ultimo decennio offrono le
seguenti tipologie:

- progetti a livello di singole scuole: esperienze basate su risorse “interne”, che


vedono una diffusione in tutta la nazione di progetti organizzati autonomamente;

- reti: istituti di varie città e/o province e/o regioni organizzano attività di
formazione quali conferenze di informazione/sensibilizzazione, seminari di studio e di
disseminazione. Spesso i capofila delle reti coordinano richieste di finanziamenti
all’interno di programmi europei o programmi nazionali, riuscendo a offrire a molti
docenti la mobilità di frequentare corsi di formazione all’estero.

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- progetti organizzati da Uffici Scolastici Regionali, oppure da ex IRRE/ANSAS
territoriali oppure da Regioni. Molte le regioni nelle quali sono stati attivati corsi di
sviluppo professionale, per migliorare le competenze linguistiche e metodologiche di
docenti di discipline non linguistiche e per creare situazioni “tandem” con docenti di lingue
straniere, finalizzate a realizzare percorsi CLIL nelle loro scuole.

Un panorama molto variegato ha caratterizzato e sta caratterizzando lo sviluppo di


una metodologia che ha trovato e trova consensi a vari livelli e in tutti gli ordini scolastici.
Di particolare interesse risultano le proposte “verticali” che iniziano con brevi “attività di
immersione” nelle scuole dell’infanzia, si sviluppano con modalità più strutturate nella
scuola primaria e si concludono nella scuola media.

I. Un progetto nella scuola primaria

Tra le esperienze significative attivate nella scuola primaria va segnalato il


progetto IBI/BEI (Insegnamento Bilingue Italia/Bilingual Education Italy), organizzato
dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica, dal
British Council italiano e dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, che è stato
avviato a partire dall’a.s. 2010/11 e che ha coinvolto sei scuole primarie della Lombardia.
Il progetto nasce sullo sfondo delle più recenti ricerche relative all’insegnamento
bilingue, che hanno dimostrato che i bambini possono acquisire vantaggi evidenti in
termini di sviluppo linguistico, interculturale, sociale, cognitivo e personale, senza alcuna
perdita nella loro lingua madre o nell’apprendimento di materie chiave. Ciò è però legato
ad alcune condizioni di tipo organizzativo/didattico irrinunciabili, quali la presenza di
insegnanti di classe adeguatamente qualificati e una continuità di apprendimento negli
anni. Per questi motivi sono stati definiti precisi criteri di adesione al progetto che
prevedono:

- la presenza di docenti con una competenza nella lingua inglese di almeno


Livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del Consiglio
d’Europa;

- la disponibilità di Dirigenti scolastici e docenti a partecipare a riunioni di


progettazione, corsi di formazione linguistica e metodologica (in presenza e online),
seminari e conferenze programmati dall’USR per la Lombardia;

- il coinvolgimento di almeno il 50% delle classi prime della scuola o del plesso;

- la garanzia di continuità per l’intero quinquennio ai bambini che iniziano


l’istruzione bilingue nel primo anno di scuola primaria;

- la quantità minima di ore dedicate all’inglese pari al 25% dell’orario settimanale.

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Il progetto è iniziato nel febbraio 2010 con la verifica delle competenze
linguistiche dei docenti, provenienti da 6 scuole della Lombardia selezionate tra 42 scuole
che avevano presentato richiesta. È stato attivato a partire dall’a.s. 2010/11 e coinvolge,
nell’anno scolastico 2013/14, 95 classi, 2090 alunni e 52 docenti. Al fine di valutare lo
stato dell’arte delle attività, è stato affidato all’Università di Modena e Reggio Emilia il
monitoraggio del progetto, del quale è stato pubblicato un primo rapporto dal titolo Il
progetto IBI/BEI (Istruzione Bilingue Italia/ Bilingual Education Italy) nella scuola
primaria: Sintesi del rapporto di monitoraggio, nel corso di un seminario di studio tenutosi
il 15 aprile 2014 presso la Sala della Comunicazione del MIUR a Roma. Questo momento
di valutazione non ha rappresentato il punto di arrivo del progetto stesso, ma il reale punto
di partenza, in vista di un ampliamento ad altre regioni interessate. Il progetto BEI/IBI,
infatti, si pone non come un “progetto speciale”, bensì come una risorsa, a disposizione di
tutte le scuole italiane che desiderino adottarlo.

II. Il quadro normativo

Parliamo ora del quadro normativo per l’insegnamento di una disciplina non
linguistica (DNL) in lingua straniera nei licei e negli istituti tecnici. Le modalità
organizzative di percorsi CLIL, attivati in assoluta autonomia e su base volontaria, sono
state modificate dalla Legge 53/2003 e dai Regolamenti per i licei e per gli istituti tecnici
(Decreti del Presidente della Repubblica del 15 marzo 2010), che hanno reso obbligatorio
l’insegnamento in lingua straniera di una materia nell’ultimo anno dei licei e degli istituti
tecnici e di due materie in due lingue straniere diverse a partire dalle classi terze e quarte
dei licei linguistici. Quali le materie da veicolare in lingua straniera? La scelta per i licei è
lasciata alle scuole: storia, storia dell’arte, filosofia, matematica, fisica, chimica, scienze
naturali, scienze motorie possono essere insegnate in una lingua straniera. Negli istituti
tecnici la scelta è solo in ambito di materie tecniche, da insegnare in lingua inglese. La
forte decisione politica ha richiesto un lungo iter di procedimenti normativi e un
adeguamento dei percorsi di sviluppo professionale dei docenti, affrontato
dall’amministrazione in ambito sia di formazione iniziale sia di formazione in servizio.
L’insegnamento di una Disciplina Non Linguistica (DNL) in Lingua Straniera
(LS) è stata inserita nella revisione degli Ordinamenti del sistema scolastico italiano (di II
grado) nel 2010 con il regolamento degli istituti tecnici (D.P.R. n. 88) e con il regolamento
dei licei (D.P.R. n. 89). ‘‘È introdotto l’insegnamento di una disciplina non linguistica
(DNL) in una lingua straniera nell’ultimo anno dei Licei e degli Istituti Tecnici e negli
ultimi tre anni di Licei Linguistici’’.
I DD.PP.RR. n. 88 e 89 prevedono che l’insegnamento in lingua straniera di una
disciplina non linguistica si verifichi nel quinto anno dei licei, dove si parla genericamente
una lingua straniera, (per gli istituti tecnici viene introdotto lo studio solo in lingua inglese
di una materia tecnica del quinto anno).
Nei licei linguistici ciò si verifica già dal primo biennio. Successivamente verrà
aggiunta una seconda DNL in un’altra LS. L’innovazione dei DD.PP.RR. allinea l’Italia a
quanto accade analogamente in altri paesi europei. In particolare nell’ultimo anno dei
Licei il D.P.R. 89/2010 specifica all’art. 10 commi 5 e 6 che “nel quinto anno è impartito

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l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica compresa nell’area
delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli
insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad
esse annualmente assegnato”.
Invece, negli ultimi tre anni degli Istituti Tecnici il D.P.R. 88/2010 specifica
all’art. 8 comma 2 b) “Passaggio al nuovo ordinamento” che il MIUR con apposito decreto
di concerto con il MEF definirà “i criteri generali per l’insegnamento, in lingua Inglese, di
una disciplina non linguistica, compresa nell’area di indirizzo del quinto anno, da attivare
in ogni caso nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente”.
Negli ultimi tre anni dei Licei Linguistici il D.P.R. 89/2010 specifica all’art. 6
dedicato al Liceo Linguistico che «dal primo anno del secondo biennio è impartito
l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica prevista nell’area delle
attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti
attivabili dalle istituzioni scolastiche [...]. Dal secondo anno del secondo biennio è previsto
inoltre l’insegnamento, in una diversa lingua straniera, di una disciplina non linguistica
compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori [...]».
In questa fase primordiale del CLIL, possono trovare spazio anche i docenti con
una competenza linguistica B2 QCER, ma anche i docenti che sia stanno ancora avviando
verso il livello B2.
Il Decreto Ministeriale n. 30/2011 e il Decreto Direttoriale n. 6/2012 indicano, per
il docenti, il livello C1 di certificazione linguistica in aggiunta alle relative specifiche
competenze linguistiche, disciplinari e metodologico-didattiche.

III. Formazione

Dal 2010 ad oggi il Miur ha lavorato costantemente alla progettazione di un piano


di formazione. Secondo il Decreto Ministeriale n. 249/2010, le Università disciplinano
l’attivazione dei corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non
linguistica in lingua straniera. I docenti che possono accedervi, devono:

1. Essere in possesso di abilitazione e competenze certificate nella lingua straniera


di almeno livello C1;
2. Essere in grado di trasporre in chiave didattica i saperi disciplinari integrando
lingua e contenuti;
3. Essere in grado di utilizzare metodologie didattiche basate sul CLIL.

Il Decreto Ministeriale n. 30/2011 stabilisce i criteri e le modalità per lo


svolgimento dei corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non
linguistica in lingua straniera, ai sensi dell’art. 14 del decreto 10 settembre 2010, n. 249
(Regolamento concernente la formazione iniziale).
Il Regolamento per la formazione iniziale dei docenti, approvato in forma
definitiva nel gennaio 2011, prevede la frequenza a un «Corso di perfezionamento per
l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera» organizzato dalle
università. Requisiti di accesso sono il possesso di abilitazione in una disciplina non

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linguistica e di competenze certificate nella lingua straniera di almeno livello C1 del
Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa. Un
dettagliato “Profilo del docente CLIL” è previsto quale risultato di un percorso formativo
articolato in 60 crediti formativi, comprensivi di un tirocinio di almeno 300 ore, pari a 12
crediti formativi universitari.
Per i docenti in servizio, quanto previsto dal Regolamento per i neo-docenti è
stato declinato da un Decreto Direttoriale datato 16 aprile 2012, che propone un corso di
perfezionamento metodologico-didattico realizzato da strutture universitarie per un totale
di 20 CFU e ‘definisce gli aspetti caratterizzanti dei corsi di perfezionamento per
l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera la metodologia CLIL,
rivolta ai docenti in servizio nei licei e negli istituti tecnici’.
Il “Profilo” previsto al termine del percorso si articola negli ambiti linguistico,
disciplinare e metodologico- didattico, e mette in particolare risalto il fatto che «il docente
CLIL deve essere in grado di progettare percorsi CLIL in sinergia con i docenti di lingua
straniera e/o di altre discipline». Una circolare del MIUR - Direzione Generale del
Personale del dicembre 2010, prot. 10872, ha avviato «le attività per la formazione dei
docenti di disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia
CLIL» e ha definito un percorso formativo modello “blended”, che comprende ore in
presenza e ore online. La circolare proponeva come requisito di accesso ai percorsi di
formazione linguistica, per la quale erano previsti 50 corsi, il possesso di competenze nella
lingua veicolare di livello almeno B1. Questi corsi sono stati attivati solo alla fine del
2013. I docenti già in possesso di competenze linguistiche certificate di livello C1 avevano
accesso diretto alla formazione didattico-metodologica gestita dalle università.
Di fatto i primi 30 corsi di perfezionamento metodologico-didattico di 20 CFU
organizzati dalle università, con finanziamenti erogati da Indire su mandato MIUR, sono
partiti anch’essi con estremo ritardo nel 2013: distribuiti su tutto il territorio nazionale,
essi danno la priorità ai docenti dei licei linguistici, già direttamente impegnati
nell’insegnamento di una disciplina in lingua straniera.
Per quanto riguarda la formazione docenti, l’Italia si colloca quindi tra i Paesi
europei che richiedono una “qualifica specifica” per poter insegnare una materia in lingua
straniera.
Con la nota 2934 del 17 aprile 2012 furono individuati 18 licei linguistici che
rappresentassero ciascuna regione e che assegnassero i corsi alle Università risultate idonee
agli avvisi pubblici a livello regionale. Da allora si stabilì quel ricorso vincolante alle
Università che esiste tutt'oggi. Si definirono, anche, le caratteristiche e le modalità dei
corsi. L'organizzazione dei corsi è stata affidata all’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo
dell'Autonomia Scolastica (ANSAS - ex INDIRE).
Nel 2014, grazie a consistenti finanziamenti stanziati con il DM 821 dell’11
ottobre 2013, numerosi corsi linguistici e metodologico-didattici sono stati attivati per circa
10000 docenti dei licei e degli istituti tecnici. Il Decreto Direttoriale n. 89 del 20 novembre
2013 precisa che:

- il docente con competenze linguistiche di livello B2 può essere direttamente


impegnato nell’insegnamento CLIL oltre a essere ammesso alla frequenza dei corsi
universitari di 20 CFU;
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- i corsi linguistici possono essere organizzati secondo due tipologie:

a) standard, con durata di 130 ore di cui 90 in presenza e 40 online;


b) di integrazione, di durata inferiore a 130 ore, da definire in base agli effettivi livelli di
competenza linguistica dei docenti attraverso appositi test diagnostici.
I requisiti di accesso ai corsi prevedono il possesso di competenze nella lingua veicolare
almeno di livello A2;

La Nota Ministeriale 4969 del 25 luglio 2014 ha offerto dei suggerimenti sulle
modalità di attuazione dell’insegnamento CLIL, stabilendo l'‘‘avvio in ordinamento
dell'insegnamento di discipline non linguistiche (DNL) in lingua straniera secondo la
Metodologia CLIL nel terzo, quarto, quinto anno dei Licei Linguistici e nel quinto anno dei
Licei e degli Istituti tecnici – Norme transitorie a. s. 2014/15”.
Di fatti, dall’anno scolastico 2014-2015 la metodologia diventa obbligatoria.
L’insegnamento basato sul CLIL è effettivo nell’anno scolastico 2014/2015, dopo
l’introduzione, nel 2012/2013 con la nota del Miur n. 4696, di una Disciplina Non
Linguistica in Lingua Straniera nel 3° anno dei licei linguistici. Con lo scopo di «dotare gli
studenti della padronanza del linguaggio tecnico specialistico della disciplina della lingua
italiana», la nota n. 4696 suggerisce l’attivazione del 50% del monte ore della Disciplina
Non Linguistica in LS.
Inoltre, la Nota MIUR 22 luglio 2015 n. 787 fornisce l’elenco aggiornato degli
enti certificatori delle competenze in lingua straniera del personale scolastico. In
particolare l’articolo 2 sostiene che ‘‘sarà cura degli interessati verificare che le
certificazioni, conseguite o da conseguire, attestino il livello di competenza linguistico-
comunicativa del candidato nelle abilità sia ricettive che produttive (Ascolto,
Parlato/Interazione, Lettura, Scrittura), specificando nel dettaglio la valutazione per ogni
singola abilità (art. 3 del DD 12 luglio 2012)’’.
In aggiunta a ciò, l'Ordinanza Ministeriale n. 11 del 29 maggio 2015 ha fornito le
istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali
e non statali. L'art. 12 comma 3 dell' OM 2015 recita che "per quanto concerne
l’accertamento della conoscenza della disciplina non linguistica (DNL) veicolata in lingua
straniera, il cui insegnamento sia stato effettuato con la metodologia CLIL, il colloquio
potrà accertare anche in lingua straniera le competenze disciplinari acquisite, qualora il
relativo docente venga a far parte della Commissione di esame in qualità di membro
interno". Mentre, l'art. 19 comma 4 dichiara che "la commissione tiene conto, ai fini
dell'accertamento delle competenze, abilità e conoscenze, anche delle eventuali esperienze
condotte in alternanza scuola lavoro, stage e tirocinio, disciplina non linguistica insegnata
tramite la metodologia CLIL, descritte nel documento del consiglio di classe di cui
all’articolo 6 della presente ordinanza".
Il più recente decreto MIUR risale al 5 agosto 2015: il Decreto Direttoriale n. 864.
Sulla base dell’ex legge n. 440 definisce:

1. Le caratteristiche del progetto formativo nazionale che ha come principale obiettivo il


miglioramento delle competenze linguistico- comunicative dei docenti;
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2. Le modalità di valutazione di tali competenze.

Il decreto n. 864/2015, inoltre, prevede l’avvio di corsi standard e brevi finalizzati


al raggiungimento dei livelli prefissati dai docenti.

Si tratta di un approccio blended (misto) in quanto integra le tradizionali lezioni


frontali ad attività multimediali e digitali. Obiettivo principale è dato dal livello B2 o C1
QCER.
Tale modalità blended era già stata proposta con la circolare prot. 10872 del
MIUR - Direzione Generale del Personale del 9 dicembre 2010, la quale ha avviato «le
attività per la formazione dei docenti di disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera
secondo la metodologia CLIL» prevedendo ore in presenza e ore online.
Ad oggi, le scuole possono decidere in maniera autonoma quale materia insegnare
secondo il metodo CLIL e anche come articolare la suddivisione delle ore tra
insegnamento CLIL e insegnamento in lingua materna. Il Miur ha pubblicato la nota prot.
n. 28710 del 7/09/2015 con la quale fornisce indicazioni per attivare e realizzare i corsi
linguistici per l’insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera con
metodologia CLIL. I corsi possono essere:

- Standard: della durata complessiva di 130 ore, articolati con attività sia in
presenza sia on-line in modo da garantire almeno 60 ore in presenza. La durata del corso
non deve superare gli otto mesi;
- Moduli brevi: con un numero inferiore di ore di quelle previste per il “corso
standard”, articolati con attività in presenza e/o on-line per docenti che necessitino di un
percorso di formazione ridotto per il raggiungimento di livelli prefissati. La durata del
corso non deve superare i sei mesi.

III. 1 Le Norme transitorie per i licei linguistici

Il ritardo con il quale sono stati organizzati i corsi di formazione docenti ha


causato forti difficoltà nello scorso anno scolastico 2012/13 per l’attivazione
dell’insegnamento di una DNL in lingua straniera nei licei linguistici. Per questo motivo la
Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica, con la
Nota prot. 240 del 16 gennaio 2013, ha emanato le “Norme transitorie per i licei
linguistici”, che forniscono indicazioni e modalità operative finalizzate a una introduzione
graduale e flessibile dell’insegnamento di una DNL in lingua straniera e che prevedono:

- programmazione del docente DNL concordata anche con l’insegnante di lingua


straniera o il conversatore di lingua straniera o, ove presente, con l’assistente linguistico; -
nei casi di totale assenza di docenti di DNL in possesso delle necessarie competenze
linguistiche e metodologiche all’interno dell’organico dell’Istituzione scolastica, sviluppo
di progetti interdisciplinari in lingua straniera nell’ambito del Piano dell’Offerta

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Formativa, che si avvalgano di strategie di collaborazione e cooperazione all’interno del
consiglio di classe;

- riflessione condivisa tra i docenti su best practices nazionali o internazionali e


utilizzo di tecnologie multimediali e di tecniche comunicative multimodali;

- incontri tra scuole o reti di scuole, sia in presenza, sia a distanza


(videoconferenze o webinar con esperti nazionali o internazionali), che permettano di
condividere competenze ed esperienze.

Al fine di sostenere le scuole impegnate in questa innovazione didattica, la


Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica ha istituito
nel 2013 un Gruppo di lavoro finalizzato a progettare e implementare un’azione di
monitoraggio, il cui obiettivo è quello di tracciare un profilo delle esperienze CLIL attivate
nei licei linguistici: dalle caratteristiche del docente CLIL, alle modalità di attuazione,
nonché alle ricadute in termini sia di abilità acquisite dagli studenti sia di influenza sulla
pratica didattica degli insegnanti.
I primi risultati, raccolti in un Rapporto di monitoraggio delle esperienze
CLIL nei licei linguistici (reperibile sul sito del MIUR) sono stati presentati il 5 marzo
2014 presso il MIUR durante un seminario che ha visto la partecipazione del Ministro
Stefania Giannini, di Direttori Generali, dirigenti scolastici, docenti, referenti regionali
CLIL, professori universitari, rappresentanti di Enti culturali stranieri, delegazioni di
Associazioni disciplinari e di Organizzazioni sindacali. L’incontro ha avuto lo scopo di
analizzare i dati rilevati, discutere lo stato dell’arte dell’insegnamento di una disciplina con
metodologia CLIL e raccogliere suggerimenti sullo sviluppo delle successive fasi del
monitoraggio.
La prima fase è iniziata con un questionario online rivolto ai docenti che
hanno attivato esperienze CLIL nelle classi terze nell’anno scolastico 2012/13: 480 docenti
di 349 licei linguistici statali, su una popolazione a livello nazionale di 610 istituti, hanno
risposto con puntualità, mostrando una grande disponibilità e interesse. L’elaborazione dei
dati emersi ha permesso di scattare una prima istantanea dell’intero processo di attuazione
di questa innovazione. Sono state evidenziate le caratteristiche di base, o, più precisamente,
di partenza, del processo di introduzione di una disciplina non linguistica, per consentire ai
principali stakeholder di operare in modo più consapevole.
L’indagine ha permesso di tracciare un identikit del docente DNL,
evidenziando che tutte le discipline non linguistiche offerte nel liceo linguistico sono state
coinvolte in questa prima attuazione, ma più frequentemente storia e scienze naturali.

IV. Il progetto “E-CLIL per una didattica innovativa”

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Il progetto “e-clil per una didattica innovativa” nasce dall’esigenza di favorire la
sensibilizzazione di docenti e studenti al clil, stimolando al contempo un ripensamento
delle pratiche didattiche alla luce delle tecnologie multimediali e multimodali.
Con queste finalità la Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e la
valutazione del Sistema nazionale dell’Istruzione ha attivato nell’anno scolastico 2010- 11
un programma di durata biennale volto a coinvolgere scuole secondarie di secondo grado,
su tutto il territorio nazionale, che fossero in possesso di competenze ed esperienze
pregresse nel campo della didattica digitale e della metodologia clil.
Un Gruppo di lavoro – formato da esponenti del MIUR, docenti ed esperti in
campo clil – ha accompagnato tutte le fasi del programma, fornendo agli insegnanti
suggerimenti, idee, spunti di riflessione e mettendo in atto un monitoraggio in itinere di
tutto il lavoro svolto. Trattandosi di un progetto dal taglio tecnologico, ci si è avvalsi di
strumenti digitali messi a disposizione di docenti e allievi: la piattaforma Moodle, concessa
gratuitamente dall’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, e l’ambiente edulab,
offerto dall’indire.
La piattaforma Moodle è stata utilizzata per le interazioni asincrone nel forum e
per la registrazione di tutti i processi messi in campo da insegnanti e studenti nell’ambito
del programma. A ciascuna scuola è stato affidato uno spazio apposito, dove potere
caricare materiali, bozze, prodotti e un diario di bordo digitale, inteso come memoria delle
varie fasi di sviluppo del progetto e di tutte le attività svolte. Inoltre, per gli istituti che ne
fanno richiesta, è stato predisposto un corso Moodle dedicato, come strumento di lavoro e
di comunicazione con i propri allievi. L’ambiente edulab dell’indire è stato utilizzato per le
attività in sincrono: riunioni del Gruppo di lavoro a distanza e webinar tenuti da esperti
nazionali e internazionali nel campo della metodologia clil o della didattica digitale. Il
webinar ha rappresentato una modalità di formazione/informazione molto efficace, in
quanto ha dato la possibilità a docenti ed esperti di incontrarsi e discutere a distanza,
condividendo idee e documenti, senza dovere essere presenti fisicamente in un luogo. Per
quanto riguarda gli aspetti digitali, i docenti hanno potuto scegliere liberamente la
soluzione da adottare, in base alle proprie competenze informatiche e in accordo con gli
studenti.
Il progetto è stato lanciato il 26 ottobre 2011 attraverso un seminario di
presentazione presso la Sala della comunicazione del miur, in viale Trastevere a Roma, a
cui hanno preso parte dirigenti e docenti referenti delle varie istituzioni scolastiche
coinvolte. Oltre a spiegare le finalità e gli obiettivi dell’azione, nel corso dell’incontro sono
state illustrate le linee guida e sono state fornite indicazioni operative e una cornice di
carattere metodologico all’interno della quale progettare e rea- lizzare un percorso
didattico secondo la metodologia clil che si fondi sull’uso delle tecnologie multimediali e
multimodali e sugli strumenti del web.
Il seminario di medio termine del progetto si è tenuto il 23 maggio 2012 e ha
permesso di condividere i vari prodotti e-clil, che sono raccolti all’interno di un repository
multimediale, costituendo così esempi di best practices per tutti gli insegnanti in
formazione e per chiunque voglia trarre spunti e idee per la progettazione di un percorso
clil. La molteplicità delle iniziative progettuali ha messo in luce la creatività di docenti e
studenti e la capacità di mettersi in gioco, affrontando le novità con grande determinazione

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e coraggio. I progetti delle varie scuole hanno focalizzato l’attenzione su diversi aspetti e
obiettivi, assumendo un profilo di volta in volta più o meno language oriented, content
oriented oppure digital oriented, in un’ottica di piena valorizza- zione delle esperienze e
delle competenze e all’interno di un processo meta- cognitivo che ha condotto alla scoperta
di nuove strategie di apprendimento e di nuove metodologie di insegnamento.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

L. Cinganotto, "Formazione e valutazione degli insegnanti in Europa e in Italia:


focus sui docenti di lingue", Europa Vicina, N°32 - anno XV - ottobre 2015.
G. Langé, L. Cinganotto "E-Clil per una didattica innovativa", Quaderni della
ricerca 18 Loescher, 2014.
G. Serragiotto G, "CLIL. Apprendere insieme una lingua e contenuti non
linguistici", Perugia, Edizioni Guerra, 2003.
http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/2016/06/11/tecnologie-e-clil-content-
and- language-integrated-learning-in-un-percorso-internazionale-di-formazione-online-per-
docenti/
ww.indire.it

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