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Varianti organizzative e strutture

alternative

Non ci sono varianti organizzative o strutture alternative che offrono istruzione di


livello secondario nel settore pubblico.

Tuttavia, ci sono misure specifiche che garantiscono il diritto allo studio e


l’assolvimento dell’obbligo di istruzione a studenti che vivono in situazioni
particolari, come gli studenti che risiedono nelle piccole isole o in zone montane,
o con un numero esiguo di frequentanti, studenti impossibilitati a frequentare la
scuola perché degenti in ospedale o a casa per lunghi periodi, o studenti ristretti
in centri di detenzione.

Istruzione nelle piccole isole e nelle aree di montagna

Il territorio italiano è caratterizzato dalla presenza di molte zone geograficamente


svantaggiate come le piccole isole e le zone di montagna. In questi territori,
esistono le scuole organizzate in pluriclassi, cioè classi con alunni di età miste,
oppure scuole che hanno un numero di studenti esiguo. In questi contesti, viene
dato impulso all’uso didattico delle tecnologie digitali, soprattutto con le lezioni in
videoconferenza, e alla creazione di reti fra scuole in modo da superare il
problema dell’isolamento e della possibile mancanza di confronto e stimoli. Le
scuole devono comunque attenersi alla normativa nazionale per quanto riguarda
il curricolo, la valutazione e l’organizzazione, fatta eccezione per gli aspetti
strettamente connessi al loro particolare contesto.

L’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire)


ha avviato un progetto di ricerca chiamato ‘Piccole Scuole’ che ha come scopo
quello di fornire agli istituti organizzati in pluriclassi o con pochi alunni, gli
strumenti didattici e il sostegno affinché queste scuole rimangano funzionanti sia
come presidio educativo ma anche come contrasto ai fenomeni dell’abbandono e
dello spopolamento dei territori.

In base alla ricerca condotta da Indire, che riguarda le scuole primarie e


secondarie di I grado, ci sono attualmente 8.848 piccole scuole che accolgono un
totale di 591.682 studenti, e 1.460 scuole con pluriclassi che accolgono circa
28.919 studenti (Fonte: Piccole Scuole,
https://piccolescuole.indire.it/ricerca/infografica-dati/ visitato il 17 settembre
2020).

Scuola in ospedale

Agli alunni ospedalizzati o impossibilitati a frequentare la scuola perché a casa


per lunghe degenze, viene garantito l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e, in
generale, l’esercizio del proprio diritto allo studio, nonché di mantenere un
contatto con la vita scolastica attraverso la ‘Scuola in ospedale’ (SIO).

Gli ospedali più grandi e i centri pediatrici offrono classi in cui insegnanti
qualificati permettono agli alunni di seguire le lezioni come a scuola. Gli
insegnanti nelle classi in ospedale lavorano a stretto contatto con gli insegnanti
della scuola di provenienza per le valutazioni periodiche e finali. Se la durata
dell’ospedalizzazione è più lunga rispetto al tempo trascorso in classe, la
valutazione dell’alunno è svolta direttamente dall’insegnante in ospedale, sempre
comunque in collaborazione con gli insegnanti della scuola di appartenenza. Lo
stesso avviene nel caso degli esami di Stato conclusivi dei cicli di istruzione.

Gli alunni degenti a casa che non possono frequentare la scuola per un periodo
superiore a 30 giorni anche non consecutivi, possono ricevere il servizio di
Istruzione Domiciliare (ID) da parte di uno o più insegnanti della scuola di
appartenenza. Per usufruire di questa possibilità, i genitori devono presentare una
richiesta debitamente documentata alla scuola del figlio. La scuola quindi redige
uno specifico piano didattico che deve essere approvato dall’Ufficio Scolastico
Regionale di riferimento. In generale, l’orario settimanale di insegnamento è circa
di 4-5 ore a livello primario e 6-7 ore a livello secondario. Tuttavia, sia l’orario di
insegnamento che il piano didattico tengono conto delle esigenze educative e di
cura dell’alunno. Le procedure per la valutazione sono le stesse degli alunni
ospedalizzati.

Nel 2019, il MIUR ha lanciato il Portale nazionale per la scuola in ospedale e per
l’istruzione domiciliare. Il Portale è lo strumento di riferimento per accedere alle
informazioni sul servizio da parte di tutti i soggetti interessati. In particolare per le
famiglie dei bambini degenti in ospedale o a casa, così come per gli insegnanti
che hanno necessità di conoscere buone pratiche, di aggiornarsi e di mantenersi
in contatto con la scuola di appartenenza dell’alunno. Infine, il Portale permette al
Ministero di monitorare i dati e le risorse impiegate.
Nell’anno scolastico 2018/2019, la scuola in ospedale ha coinvolto 61.516
studenti, 870 insegnanti in ospedale e 214 classi in ospedale. Le ore di istruzione
domiciliare sono state 66.021 (Fonte: Portale nazionale per la scuola in ospedale
e l’istruzione domiciliare, https://scuolainospedale.miur.gov.it/, visitato il 17
settembre 2020).

Istruzione nei centri di detenzione

Gli istituti penali minorili accolgono giovani di età compresa fra 14 e 21 anni di
età. A 21 anni i giovani detenuti passano agli istituti di pena ordinari, ma fino a 25
anni sono seguiti da un magistrato di sorveglianza minorile.

I minori in età di obbligo di istruzione (fino a 16 anni) devono partecipare ai corsi


scolastici. In tutti gli istituti penali minorili sono attivi corsi di scuola primaria, di
alfabetizzazione per i ragazzi stranieri e di scuola secondaria di I e II grado. A 16
anni è possibile scegliere se continuare gli studi o prendere parte alle attività
lavorative e ai corsi professionalizzanti. Infatti, il Regolamento sull’ordinamento
penitenziario (DPR 230/2000) garantisce ai minori e agli adulti ristretti negli
istituti penitenziari pari opportunità di trattamento nei percorsi scolastici.

I corsi negli istituti penali minorili sono principalmente affidati ai docenti dei CPIA
(Centri provinciali di istruzione degli adulti), in quanto i percorsi di istruzione
carceraria dipendono dal sistema di istruzione degli adulti. L’attivazione dei corsi
presso gli istituti penali minorili avviene tramite degli accordi siglati fra la rete dei
CPIA e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. La programmazione
dei percorsi di istruzione tiene conto della specificità dell’istruzione nei luoghi di
detenzione, della specificità dell’utenza e della variabilità dei tempi di detenzione.

I CPIA e le istituzioni scolastiche di secondo grado nell’ambito della loro


autonomia a e nei limiti delle risorse disponibili, possono ampliare l’offerta
formativa mediante accordi con gli enti locali e soggetti pubblici/privati, in
particolare con le strutture formative accreditate dalle Regioni.

Il documento attuale di riferimento che disciplina la materia di istruzione e


formazione sia negli istituti penitenziari ordinari che nei Servizi Minorili della
Giustizia  è il Protocollo d’intesa siglato tra Ministero della Giustizia e Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca il 23 maggio 2016.

Secondo il Protocollo, il MIUR garantisce a minori e adulti il diritto all'istruzione e


alla formazione per favorire il successo formativo e contrastare ogni forma di
disagio e di discriminazione. Il Ministero della Giustizia valorizza l'istruzione ai fini
della revisione critica del reato, il reinserimento nella vita sociale e il rispetto dei
valori fondamentali della convivenza civile.
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