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ORDINAMENTI DIDATTICI DEL PRIMO E DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE

D.LGS. 15 APRILE 2005, N.76


DEFINIZIONE DELLE NORME GENERALI SUL DIRITTO-DOVERE ALL’ISTRUZIONE
E ALLA FORMAZIONE A NORMA DELL’ART.2, COMMA 2, LETTERA C, DELLA L. 28
MARZO 2003 N.53
La legge 53/2003 reca delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e
dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.
Diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. La Repubblica promuove l’apprendimento in
tutto l’arco della vita e assicura a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di
sviluppare le capacità e le competenze adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del
lavoro. I genitori che intendono provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dei propri
figli devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per
anno alle autorità.
Realizzazione del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. Il diritto-dovere ha inizio con
l’iscrizione alla prima classe della scuola primaria. Le scuole secondarie di primo grado
organizzano iniziative di orientamento ai fini della scelta dei percorsi educativi del secondo ciclo,
sulla base di percorsi personalizzati di ciascun allievo. All’attuazione del diritto-dovere concorrono
gli alunni, le loro famiglie, le istituzioni scolastiche e formative, nonché i soggetti che assumono
con il contratto di apprendistato ed il tutore aziendale, condividendo l’obiettivo della crescita e
valorizzazione della persona umana.
Sistema nazionale delle anagrafi degli studenti. L’anagrafe nazionale degli studenti presso il
Ministero dell’istruzione, delle università e della ricerca opera il trattamento dei dati sui percorsi
scolastici, formativi e in apprendistato dei singoli studenti a partire dal primo anno della scuola
primaria.
Azioni per il successo formativo e la prevenzione degli abbandoni. Si adottano linee guida per la
realizzazione di piani di intervento per l’orientamento, la prevenzione ed il recupero degli
abbandoni, al fine di assicurare la piena realizzazione del diritto-dovere all’istruzione ed alla
formazione.
Vigilanza sull’assolvimento del diritto-dovere e sanzioni. Responsabili dell’adempimento del
dovere di istruzione e formazione sono i genitori dei minori o coloro che a qualsiasi titolo ne
facciano le veci, che sono tenuti a iscriversi alle istituzioni scolastiche o formative. Alla vigilanza
provvedono: il comune, ove hanno la residenza i giovani; il dirigente dell’istituzione scolastica; la
provincia, attraverso i servizi per l’impiego in relazione alle funzioni di loro competenza; i soggetti
che assumono i giovani tenuti all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. In
caso di mancato adempimento si applicano a carico dei responsabili le sanzioni relative al mancato
assolvimento dell’obbligo scolastico previsto dalle norme.
Monitoraggio. Il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il ministero del lavoro e
delle politiche sociali, avvalendosi dell’istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei
lavoratori (ISFOL), dell’istituto nazionale di documentazione per l’innovazione e la ricerca
educativa (INDIRE) e dell’istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e
di formazione (INVALSI) effettuano annualmente il monitoraggio sullo stato di attuazione del
presente decreto.
D.M. 22 AGOSTO 2007, N.139
REGOLAMENTO RECANTE NORME IN MATERIA DI ADEMPIMENTO
DELL’OBBLIGO DI ISTRUZIONE, AI SENSI DELL’ART.1, COMMA 622, DELLA L. 27
DICEMBRE 2006, N.296
L’istruzione obbligatoria è impartita per almeno dieci anni ed è finalizzato al conseguimento di un
titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno
triennale entro il 18esimo anno di età, con il conseguimento dei quali si assolve il diritto/dovere.
I saperi e le competenze assicurano l’equivalenza formativa di tutti i percorsi.
Ai fini dell’adempimento dell’obbligo di istruzione da parte degli alunni diversamente abili si fa
riferimento al PEI nella progettazione delle attività didattiche educative. Per coloro che non hanno
conseguito il titolo conclusivo del primo ciclo e che hanno compiuto il 16esimo anno di età è
prevista la possibilità di conseguire tale titolo anche nei centri provinciali per l’istruzione degli
adulti.
Le competenze chiave indicate sono le seguenti: comunicazione nella lingua madre, comunicazione
nelle lingue straniere, competenza matematica, competenza di base in scienza e tecnologia,
competenza digitale, imparare ad imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa,
consapevolezza ed espressione culturale. L’integrazione tra gli assi culturali rappresenta uno
strumento per l’innovazione didattica; offre la possibilità alle scuole, anche attraverso la quota di
flessibilità del 20%, di progettare percorsi di apprendimento coerenti con le aspirazioni dei giovani
e del loro diritto ad un orientamento consapevole, per una partecipazione costruttiva alla vita sociale
e professionale.
DPR 20 MARZO 2009, N.89
REVISIONE DELL’ASSETTO ORDINAMENTALE, ORGANIZZATIVO E DIDATTICO
DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE, AI SENSI
DELL’ART. 64, COMMA 4, DEL DECRETO LEGGE N.112/2008 CONVERTITO CON LA
LEGGE N.133/2008
La scuola dell’infanzia. La scuola dell’infanzia accoglie bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni
compiuti entro il 31 dicembre dell’a.s. di riferimento. L’inserimento dei bambini ammessi alla
frequenza anticipata è disposto dalle seguenti condizioni: disponibilità, esaurimento delle liste di
attesa, disponibilità di locali e di dotazioni idonei, valutazione pedagogica e didattica dei tempi e
delle modalità dell’accoglienza. L’orario di funzionamento è stabilito in 40 ore settimanali, con
possibilità di estensione fino a 50 ore. Permane la possibilità di chiedere un tempo scuola ridotto,
limitato alla sola fascia del mattino, per complessive 25 ore settimanali. Tali orari sono complessivi
della quota riservata all’insegnamento della religione cattolica. Le sezioni della scuola dell’infanzia
con un numero di iscritti inferiori a quello previsto in via ordinaria, situate in comuni montani, in
piccole isole e in piccoli comuni, possono accogliere piccoli gruppi di bambini di età compresa tra i
due e i tre anni.
Scuola primaria. Sono iscritti alla scuola primaria le bambine e i bambini che compiono sei anni di
età entro il 31 dicembre dell’a.s. di riferimento. Il tempo scuola della primaria è svolto secondo il
modello dell’insegnante unico e secondo le differenti articolazioni dell’orario scolastico settimanale
a 24, 27, e sino a 30 ore, nei limiti delle risorse dell’organico assegnato. È previsto anche il modello
delle 40 ore, corrispondente al tempo pieno. La dotazione organica di istituto è determinata sulla
base del fabbisogno del personale docente per soddisfare l’orario delle attività didattiche. Per il
potenziamento quantitativo e qualitativo del servizio del tempo pieno sul territorio sono attivati i
piani pluriennali sulla base di intese con le rappresentanze dei comuni.
Scuola secondaria di primo grado. L’orario annuale obbligatorio è di complessive 900 ore,
corrispondente a 29 ore settimanali, più 33 ore annuali da destinare ad attività di approfondimento
riferita agli insegnanti di materie letterarie. Nel tempo prolungato il monte ore è determinato
mediamente in 36 ore settimanali, elevabili fino a 40. I piani di studio sono funzionali alle
conoscenze e alle competenze da acquisire da parte degli alunni in relazione alle diversità
individuali, comprese quelle derivanti da disabilità. Le classi a tempo prolungato sono autorizzate
nei limiti della dotazione organica assegnata a ciascuna provincia e tenendo conto delle esigenze
formative globalmente accertate. 3 ore settimanali di Inglese. L’insegnamento di cittadinanza e
costituzione è inserito nell’area disciplinare storico-geografica. I corsi ad indirizzo musicale si
svolgono oltre l’orario obbligatorio delle lezioni. A decorrere dall’a.s. 2009/10, a richiesta delle
famiglie e compatibilmente con le disponibilità di organico e l’assenza di esubero dei docenti, è
introdotto l’insegnamento della lingua inglese potenziato anche utilizzando le 2 ore di insegnamento
della seconda lingua comunitaria. Le predette ore sono utilizzate anche per potenziare
l’insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri.
Le disposizioni del presente regolamento si applicano anche alle scuole con lingua di insegnamento
slovena. La regione autonoma Valle d’Aosta e le province autonome di Bolzano e di Trento
provvedono alle finalità del presente regolamento nell’ambito delle competenze ad esse spettanti.
D.M. 16 NOVEMBRE 2012, N. 254
REGOLAMENTO RECANTE INIDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA
SCUOLA DELL’INFANZIA E DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE, A NORMA
DELL’ART.1, COMMA 4, DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
N.89/2009 E “NUOVI SCENARI”, 2018
Le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione
sono il testo normativo di riferimento unico per tutte le scuole italiane e sostituiscono quelli che una
volta erano i programmi.
Dobbiamo considerare il paesaggio educativo contemporaneo, sempre più complesso, entro il quale
la scuola deve definire i propri obiettivi. In questo scenario: l’apprendimento scolastico è soltanto
una delle esperienze formative del bambino, spesso quella che meno incide sulla quantità e sulla
qualità delle conoscenze; l’orizzonte territoriale, “fisico”, della scuola si è ampliato grazie
all’utilizzo delle tecnologie di comunicazione a distanza; le forme di socialità spontanea son mutate
sia fra bambini e pari, sia con gli adulti; questa carenza di opportunità di misurarsi con l’altro si
aggiunge il cambiamento della funzione di guida dell’adulto – i grandi hanno perso di
autorevolezza; le nuove forme di emarginazione culturale e di analfabetismo, legate ad un
inappropriato uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a distanza.
I docenti diventano responsabili di elaborare scelte individuando i percorsi didattici più significativi
al fine di favorire esperienze di apprendimento efficaci.
Alla base dell’elaborazione ci sono le otto competenze chiave: comunicazione nella madrelingua,
comunicazione nelle lingue straniere, competenze di base in matematica, scienza e tecnologia,
competenze sociali, spirito di iniziativa e consapevolezza. Per il raggiungimento dei traguardi sia
nella scuola primaria che nella secondaria di primo grado vengono definiti, disciplina per disciplina,
gli obiettivi di apprendimento. L’organizzazione di un curricolo per competenze è motivata dalla
necessità di trovare un filo conduttore unitario nell’insegnamento, rappresentato dalle competenze
chiave europee. Esse superano le discipline.
D.LGS. N.61 13 APRILE 2017
REVISIONE DEI PERCORSI DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE NEL RISPETTO
DELL’ART. 117 DELLA COSTITUZIONE, NONCHE RACCORDO CON I PERCORSI
DELL’ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE, A NORMA DELL’ART. 1,
COMMI 180 E 181 E LE RELATIVE LINEE GUIDA
Il Decreto ridisegna l’impianto dell’istruzione professionale italiana, con lo scopo di integrare i due
sistemi statale (istruzione professionale) e regionale (formazione professionale).
Al decreto si riferiscono anche tre allegati: allegato A in cui è riportato il nuovo “profilo educativo,
culturale e professionale” (PECUP) comune a tutti gli indirizzi; allegato B in cui sono riportati i
quadri orari dei nuovi indirizzi di studio; allegato C in cui sono riportate le tabelle sulla confluenza
degli indirizzi, articolazioni ed opzioni all’interno dei nuovi 11 indirizzi di studio.
Nel decreto gli istituti professionali sono definiti come scuole territoriali dell’innovazione, aperte e
concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione ed innovazione. Esse sono strettamente
collegate al territorio nel quale agiscono e devono mettere in atto un’azione didattica volta a
favorire un processo educativo e formativo innovativo.
L’offerta formativa deve essere omogena sull’intero territorio statale ma anche parzialmente
declinabile in autonomia dalle singole scuole, in connessione con le priorità indicate dalle singole
regioni.
I nuovi istituti professionali sono strutturati in un biennio e in un successivo triennio e si
caratterizzano in 11 indirizzi di studio. La metodologia è la didattica per competenze, attuata
attraverso le UDA di diversa tipologia: monodisciplinare, composta da una sola disciplina dell’asse
di riferimento; di asse, che coinvolge più di una disciplina dell’asse culturale; di indirizzo, che
coinvolge un asse dell’area generale e l’asse dell’area di indirizzo; di recupero, svolte in itinere o
durante la pausa didattica, al termine del primo periodo; di potenziamento, riguardante le ore
dedicate allo sviluppo dei progetti; di ASL, riguardante i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Si
tratta di un ambiente di apprendimento dinamico, che prevede una maggiore motivazione e
coinvolgimento degli alunni e una valutazione delle competenze al termine di ciascuna UDA.
L’allievo può contare sulla presenza di un tutor, cioè un docente del CdC, individuato dal dirigente
scolastico. Il tutor ha il compito di sostenere lo studente nell’attuazione del progetto formativo
individuale. Il PFI serve per evidenziare i saperi e le competenze acquisiti dagli studenti anche in
modo informale, sia per rilevare potenzialità e carenze al fine di motivare e orientare gli studenti.
I nuovi indirizzi di studio: agricoltura, sviluppo rurale; pesca commerciale e produzioni ittiche;
industria e artigianato; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento
ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali dello
spettacolo; servizi per la sanità; arti ausiliare: odontotecnico; arti ausiliare: ottico. Gli indirizzi di
studio sono così strutturati: attività ed insegnamenti di istruzione generale, comuni a tutti gli
indirizzi, riferiti all’asse culturale dei linguaggi, all’asse matematico e all’asse storico-sociale;
attività ed insegnamenti di indirizzo. Per ciascun profilo vi è il riferimento alle attività economiche
referenziate ai codici ATECO (ISTAT) e la correlazione a vari settori economico-professionali di cui
al decreto del Ministero del lavoro, di concerto con il MIUR, del 30 giugno 2015.
Il biennio possiede un visibile carattere unitario. Comprende 1188 ore di attività e insegnamenti di
istruzione generale e 924 ore di attività e insegnamenti di indirizzo, includenti il tempo da destinare
al potenziamento dei laboratori. Il triennio resta strutturato nei distinti terzo, quarto e quinto anno
con 1056 ore comprendenti 462 di insegnamenti di istruzione generale e 594 di indirizzo: tutti e tre
gli anni funzionali al consolidamento dei livelli acquisiti nel biennio per un rapido accesso al
lavoro.
Ai fini della personalizzazione del percorso di apprendimento ciascun consiglio di classe redige,
entro il 31 gennaio del primo anno di frequenza, un piano formativo individuale (PFI) e lo aggiorna
durante l’intero percorso scolastico. Costituisce lo strumento per evidenziare i saperi e le
competenze acquisite e rilevare le potenzialità e le carenze.
La valutazione è effettuata in modo da accertare il livello delle competenze, abilità e conoscenze
maturate dallo studente in relazione alle UDA.
Le istituzioni scolastiche possono usare la quota di autonomia per l’orario complessivo del biennio
e del triennio pari al 20% per il perseguimento degli obiettivi di apprendimento relativi al profilo di
uscita di ogni indirizzo e per potenziare gli insegnamenti obbligatori con particolare riferimento alle
attività laboratoriali.
DPR 15 MARZO 2010, N.88
REGOLAMENTO RECANTE NORME PER IL RIORDINO DEGLI ISITUTI TECNICI A
NORMA DELL’ART. 64, COMMA 4, DEL DECRETO LEGGE N.112/2008 CONVERTITO
DALLA LEGGE N.133/2008 E LE RELATIVE LINEE GUIDA
L’identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e
tecnologico in linea con le indicazioni dell’EU. I percorsi hanno durata quinquennale e si
concludono con il conseguimento di diplomi di istruzione secondaria superiore.
I percorsi degli istituti tecnici del settore tecnologico si riferiscono ai risultati di apprendimento e
agli strumenti metodologici in relazione ai seguenti indirizzi: meccanica, meccatronica e energia;
trasporti e logistica; elettronica; informatica; grafica e comunicazione; chimica; sistema moda;
agraria, agroalimentare e agroindustria; costruzione, ambiente e territorio. I percorsi degli istituti
tecnici del settore economico si distinguono in: amministrazione, finanza e marketing e turismo.
I percorsi prevedono le seguenti ore di compresenza in laboratorio: 264 nel biennio, 891 nel triennio
di cui 330 nel quinto anno.
Gli istituti tecnici possono dotarsi, nell’ambito dell’autonomia, di strutture quali i dipartimenti e il
comitato tecnico-scientifico. Gli istituti tecnici per il settore tecnologico sono dotati di ufficio
tecnico. Possono avvalersi anche della collaborazione di esperti del mondo del lavoro e delle
professioni.
Le linee guida individuano gli orientamenti per sostenere gli istituti tecnici: nell’esercizio della loro
autonomia organizzativa, didattica, di ricerca e sviluppo e nell’applicazione delle innovazioni
ordinamentali. Vengono indicate: azioni per il passaggio al nuovo ordinamento, azioni volte a
progettare e valutare per competenze.
D.P.R. 15 MARZO 2010, N. 89
REGOLAMENTO RECANTE REVISIONE DELL’ASSETTO ORDINAMENTALE,
ORGANIZZATIVO E DIDATTICO DEI LICEI A NORMA DELL’ART. 64, COMMA 4, DEL
DECRETO LEGGE N.112/2008, CONVERTITO DALLA LEGGE N.133/2008
I licei sono finalizzati al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore. I percorsi
liceali forniscono gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della
realtà. I percorsi liceali hanno durata quinquennale e si sviluppano in due periodi biennali e in un
quinto anno che completa il percorso. Il primo biennio è finalizzato all’iniziale approfondimento e
sviluppo delle conoscenze e delle abilità nonché all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Il
secondo biennio è finalizzato all’approfondimento e allo sviluppo delle conoscenze e delle abilità e
alla maturazione delle competenze. Nel quinto anno si persegue la piena realizzazione del profilo
culturale, educativo e professionale dello studente.
Il sistema dei licei comprende i licei artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico
e delle scienze umane.
Il percorso del liceo artistico è indirizzato allo studio dei fenomeni estetici e alla pratica artistica. Il
percorso si articola a partire dal secondo biennio in: arti figurative, architettura e ambiente, design,
audiovisivo e multimediale, grafica e scenografia. L’orario annuale delle attività obbligatorie è di
1122 ore nel primo biennio, di 759 nel secondo biennio e di 693 nel quinto anno. Le attività di
indirizzo sono di 396 ore nel secondo biennio e di 462 nel quinto anno.
Il percorso del liceo classico è indirizzato allo studio della civiltà classica e della cultura umanistica.
Favorisce una formazione letteraria, storica e filosofica. L’orario annuale è di 891 ore nel primo
biennio che mantiene la denominazione di ginnasio e di 1023 ore nel secondo biennio e nel quinto
anno.
Il percorso del liceo linguistico è indirizzato allo studio delle lingue. Guida lo studente a maturare la
padronanza comunicativa di tre lingue, oltre l’italiano, e per comprendere l’identità storica e
culturale. L’orario annuale dell’attività è di 891 ore nel primo biennio e di 990 nel secondo biennio
e nel quinto anno.
Il percorso del liceo musicale e coreutico è indirizzato all’apprendimento tecnico-pratico della
musica e della danza e allo studio del ruolo nella storia e nella cultura. L’iscrizione è subordinata al
superamento di una prova preordinata alla verifica del possesso di competenze musicali o
coreutiche. L’orario annuale delle attività obbligatorie è di 954 ore nel primo biennio, nel secondo
biennio e nel quinto anno. Al predetto orario si aggiungono 462 ore per ciascuna sezione musicale e
coreutica.
Il percorso del liceo scientifico è indirizzato allo studio del nesso tra cultura scientifica e tradizione
umanistica. Favorisce l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri della matematica, della
fisica e delle scienze naturali. Può essere attivata l’opzione scienze applicate che fornisce allo
studente competenze avanzate negli studi afferenti alla cultura scientifico-tecnologica, con
particolare riferimento all’informatica. L’orario annuale delle attività obbligatorie è di 891 ore nel
primo biennio e di 990 nel secondo biennio e nel quinto anno.
Il percorso del liceo delle scienze umane è indirizzato allo studio delle teorie dei fenomeni collegati
alla costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali. Assicura la padronanza dei
linguaggi, delle metodologie e delle tecniche di indagine nel campo delle scienze umane. Può essere
attivata l’opzione economico-sociale che fornisce competenze avanzate negli studi delle scienze
giuridiche, economiche e sociali. L’orario annuale delle attività è di 891 ore nel primo biennio e 990
nel secondo biennio e nel quinto anno.
I percorsi dei licei sono oggetto di monitoraggio e valutazione. A tal fine il Ministro dell’istruzione
può avvalersi dell’assistenza tecnica dell’agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia
scolastica (ANSAS) e dell’istituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e
formazione (INVALSI).
A conclusione dei percorsi di ogni liceo gli studenti dovranno: per l’area metodologia, aver
acquisito un metodo di studio autonomo e flessibile, essere consapevoli della diversità dei metodi
utilizzati dai vari ambiti disciplinari ed essere in grado di valutare i criteri di affidabilità dei risultati
raggiunti, saper compiere le interconnessioni tra i contenuti delle discipline; per l’area logico-
argomentativa, saper sostenere una propria tesi, acquisire l’abitudine a ragionare, a identificare i
problemi e le soluzioni, essere in grado di interpretare i contenuti; per l’area linguistico
comunicativa, padroneggiare la lingua italiana in tutti i suoi aspetti, aver acquisito strutture
corrispondenti almeno al livello B2 della lingua straniera, saper utilizzare le tecnologie della
comunicazione; per l’area storico-umanistica, conoscere i presupposti culturali e la natura delle
istituzioni politiche, giuridiche, sociali ed economiche, conoscere la storia d’Italia inserita nel
contesto europeo e internazionale, conoscere gli aspetti fondamentali della cultura letteraria,
artistica, filosofica; per l’area scientifica, comprendere il linguaggio formale specifico della
matematica, possedere i contenuti fondamentali delle scienze, essere in grado di usare gli strumenti
informatici.
D.P.R. 5 MARZO 2013, N.52
REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE DEI PERCORSI DELLA SEZIONE AD
INDIRIZZO SPORTIVO DEL SISTEMA DEI LICEI, A NORMA DELL’ART. 3, COMMA 2,
DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA N.89/2010
La sezione ad indirizzo sportivo è volta all’approfondimento delle scienze motorie e sportive. Guida
lo studente a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze per individuare le
interazioni tra le diverse forme del sapere, l’attività motoria e sportiva e la cultura dello sport.
L’orario annuale è di n.891 ore nel primo biennio e di n.990 nel secondo biennio e nel quinto anno.
Al superamento dell’esame di stato è rilasciato il diploma di liceo scientifico con indicazione di
“sezione ad indirizzo sportivo”. Il diploma consente l’accesso all’università.
Le istituzioni scolastiche che richiedono l’attivazione della sezione devono disporre di impianti ed
attrezzature ginnico-sportive adeguati.
D.P.R. 22 GIUGNO 2009 N.122
REGOLAMENTO RECANTE COORDINAMENTO DELLE NORME VIGENTI PER LA
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI E ULTERIORI MODALITA’ APPLICATIVE IN
MATERIA AI SENSI DEGLI ART. 2 E 3 DEL DECRETO LEGGE N.137/2008
CONVERTITO DALLA LEGGE N.169/2008
La valutazione è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, nella sua
dimensione sia individuale che collegiale, nonché dell’autonomia didattica delle istituzioni
scolastiche. Ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva. La valutazione ha
per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico. La
valutazione concorre ai processi di autovalutazione degli alunni, al miglioramento dei livelli di
conoscenza e al successo formativo. Il collegio dei docenti definisce modalità e criteri per
assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione.
La valutazione degli apprendimenti è effettuata nella scuola primaria dai docenti contitolari della
classe e nella scuola secondaria di primo grado dal consiglio di classe presieduto dal dirigente
scolastico, con deliberazione assunta, ove necessaria, a maggioranza. I docenti di sostegno
partecipano alla valutazione di tutti gli alunni. Qualora un alunno con disabilità sia affidato a più
docenti di sostegno, essi si esprimono con un unico voto. La valutazione del comportamento degli
alunni è espressa: nella scuola primaria dai docenti attraverso un giudizio riportato nel documento
di valutazione; nella scuola secondaria di primo grado con voto numerico espresso in decimi.
La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata dal consiglio di classe nella
scuola secondaria di secondo grado, presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato. I docenti
di sostegno partecipano alla valutazione di tutti gli alunni. La valutazione del comportamento è
espressa in decimi e concorre alla determinazione del credito scolastico. L’insegnamento della
religione cattolica è valutato senza attribuzione di voto numerico. Nello scrutinio finale il consiglio
di classe sospende il giudizio degli alunni che non hanno conseguito la sufficienza in una o più
discipline. A conclusione degli interventi per il recupero il consiglio di classe previo accertamento
del recupero delle carenze formative procede alla verifica dei risultati e alla formulazione del
giudizio finale che, in caso di esito positivo, comporta l’ammissione alla classe successiva e
l’attribuzione del credito scolastico. La valutazione del comportamento con voto inferiore a sei
decimi in sede di scrutinio è decisa dal consiglio nei confronti di un alunno cui sia stata irrogata una
sanzione disciplinare e deve essere motivata.
La valutazione degli alunni con disabilità è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività
svolte sulla base del PEI ed è espressa con voto in decimi. Per gli alunni con DSA la valutazione e
la verifica degli apprendimenti devono tenere conto delle situazioni soggettive di tali alunni: a tal
fine sono adottati gli strumenti compensativi e dispensativi. Per gli alunni che frequentano per
periodi rilevanti corsi di istruzione funzionanti in ospedali o in luoghi di cura, i docenti che
impartiscono gli insegnamenti trasmettono alla scuola di appartenenza elementi di conoscenza in
ordine al percorso formativo individualizzato ai fini della valutazione. Nel caso in cui la frequenza
dei corsi in ospedale abbia una durata prevalente rispetto a quella nella classe i docenti dei corsi
stessi effettuano lo scrutinio.
D.LGS. 13 APRILE 2017 N. 62
NORME IN MATERIA DI VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
NEL PRIMO CICLO ED ESAMI DI STATO A NORMA DELL’ART. 1, COMMI 180 E 181
DELLA LEGGE N.107/2015
Il presente decreto ha dettato nuove norme in materia di valutazione e certificazione delle
competenze nel primo ciclo e di esami di stato del primo e del secondo ciclo. Il Decreto conferma il
principio secondo cui la valutazione formativa serve per documentare lo sviluppo dell’identità
personale di ogni studente e promuove l’autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni
di conoscenze, abilità e competenze.
Per la scuola primaria gli alunni sono ammessi alla classe successiva e alla prima classe di scuola
secondaria di primo grado anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in
via di prima acquisizione.
Nella scuola secondaria di primo grado è possibile promuovere anche se le diverse competenze e
conoscenze delle discipline non sono del tutto consolidate o in corso di acquisizione; in ogni caso la
scuola ha l’obbligo di attivare percorsi di recupero e consolidamento. L’esame comprende tre prove
scritte ed un colloquio, valutati con votazione in decimi. La prova nazionale INVALSI viene svolta
ad aprile. Per gli alunni certificati dalla legge 104/92 la sottocommissione, sulla base del PEI, deve
predisporre prove differenziate idonee a valutare il progresso dell’alunno in rapporto ai livelli di
apprendimento iniziali. Le prove differenziate hanno valore equivalente ai fini del superamento
dell’esame e del conseguimento del diploma. In caso di grave disturbo di apprendimento, anche in
comorbilità con altre patologie, l’alunno è esonerato dall’insegnamento delle lingue straniere e
segue un percorso didattico personalizzato. In questo caso la commissione di esame predispone
prove differenziate con valore equivalente. Gli alunni con DSA devono partecipare alle prove
INVALSI. Per lo svolgimento di tali prove il CdC deve disporre di adeguati strumenti
compensativi.
Al termine della scuola secondaria di secondo grado l’esame di stato verte su due prove a carattere
nazionale e un colloquio.
D.M. 3 OTTOBRE 2017, N. 741
ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
Il primo ciclo di istruzione si conclude con un esame di Stato il cui superamento costituisce titolo di
accesso alla scuola secondaria di secondo grado. L’esame di stato è finalizzato a verificare le
conoscenze, le abilità e le competenze acquisite.
In sede di scrutinio finale gli studenti sono ammessi all’esame in presenza dei seguenti requisiti:
aver frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale, non essere incorsi nella sanzione
disciplinare della non ammissione, aver partecipato alle prove nazionali di italiano, matematica e
inglese predisposte dall’Invalsi. Nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di
apprendimento in una o più discipline il consiglio di classe può deliberare con adeguata
motivazione la non ammissione all’esame di stato.
Sono ammessi a sostenere l’esame di stato in qualità di candidati privatisti coloro che compiono,
entro il 31 dicembre dello stesso a.s. in cui sostengono l’esame il tredicesimo anno di età. I genitori
presentano domanda alla scuola statale o paritaria scelta. Per accedere all’esame i candidati
privatisti devono presentare domanda entro il 20 marzo dell’a.s. di riferimento. Per essere ammessi i
candidati privatisti partecipano alle prove INVALSI presso l’istituzione scolastica ove sosterranno
l’esame di stato.
Sono sedi di svolgimento dell’esame di stato le istituzioni scolastiche statali o paritarie che
organizzano corsi di scuola secondaria di primo grado. È costituita una commissione d’esame
composta da tutti i docenti del consiglio di classe. Svolge le funzioni di presidente della
commissione il dirigente scolastico preposto. In caso di assenza, svolge funzione di presidente un
docente collaboratore del dirigente scolastico. Per le istituzioni paritarie svolge la funzione di
presidente il coordinatore delle attività educative e didattiche.
L’esame di stato è costituito da tre prove scritte – italiano, competenze logico-matematiche, lingua
straniera - ed un colloquio. Per i percorsi ad indirizzo musicale è previsto anche lo svolgimento di
una prova pratica di strumento.
Per studenti assenti a una o più prove, per gravi e documentati motivi, la commissione prevede una
sessione suppletiva d’esame che si conclude entro il 30 giugno.
L’esame di stato si intende superato se il candidato raggiunge una valutazione non inferiore a sei
decimi.
Per lo svolgimento dell’esame di stato la sottocommissione predispone prove differenziate idonee a
valutare i progressi del candidato con disabilità certificato con legge 104/1992. Essi sostengono le
prove con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché ogni altra forma di ausilio a loro
necessaria. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie. Ai candidati con
disabilità che non si presentono all’esame di stato viene rilasciato un attestato di credito formativo,
titolo per frequenza della scuola secondaria di secondo grado.
Lo studente, ricoverato presso ospedali o luoghi di cura nel periodo di svolgimento dell’esame, può
sostenere in ospedale tutte le prove o alcune di esse in presenza di una commissione formata dai
docenti ospedalieri. Queste modalità si applicano anche ai casi di istruzione domiciliare. In caso di
particolari gravità è consentito lo svolgimento delle prove anche attraverso modalità telematiche.
Nella provincia di Bolzano la padronanza della seconda lingua e, per le scuole delle località ladine,
la padronanza delle lingue ladina, italiana e tedesca, è accertata nell’ambito di specifiche prove
scritte dell’esame di stato.
D.M. 3 OTTOBRE 2017, N. 742
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA E
DELPRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
Le istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo ciclo di istruzione certificano l’acquisizione
delle competenze acquisite dagli studenti. La certificazione è rilasciata al termine della classe quinta
di scuola primaria e al termine del primo ciclo di istruzione degli studenti che superano l’esame di
stato.
È adottato il modello nazionale di certificazione delle competenze sia al termine della scuola
primaria che al termine del primo ciclo di istruzione. Per gli studenti con disabilità il modello
nazionale può essere accompagnato da una nota esplicativa che rapporti il significato degli
enunciati relativi alle competenze agli obiettivi specifici del piano educativo individualizzato. Per la
scuola secondaria di primo grado il modello è integrato da una sezione, redatta a cura di INVALSI,
che descrive i livelli conseguiti dallo studente nelle prove nazionali di italiano e matematica. Il
modello è altresì integrato da una ulteriore sezione, redatta sempre a cura di INVALSI, che certifica
le abilità di comprensione e uso della lingua inglese ad esito della prova scritta nazionale.
D.M. 8 FEBBRAIO 2021, N.5
ESAMI INTEGRATIVI ED ESAMI DI IDONEITA’ NEI PERCORSI DEL SISTEMA
NAZIONALE DI ISTRUZIONE
Il presente decreto disciplina a decorrere dall’a.s. 2021/21 lo svolgimento degli esami integrativi e
degli esami di idoneità nelle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione.
Possono accedere agli esami di idoneità alla seconda, terza, quarta e quinta classe di scuola primaria
coloro che abbiamo compiuto o compiano, entro il 31 dicembre dell’anno in cui sostengono
l’esame, rispettivamente il sesto, il settimo, l’ottavo ed il nono anno di età. Possono accedere
all’esame di idoneità alla prima, seconda e terza classe di scuola secondaria di primo grado coloro
che, al 31 dicembre dell’anno, abbiano compiuto il decimo, undicesimo e dodicesimo anno di età.
Accedono all’esame di idoneità anche gli studenti ritirati dalle lezioni entro il 15 marzo dell’a.s. di
riferimento. Possono accedere altresì gli alunni ad alto potenziale intellettivo con opportuna
certificazione attestante il grado di maturazione e su parere favorevole espresso all’unanimità dai
docenti della classe. Gli alunni in istruzione parentale sostengono annualmente l’esame di idoneità
per il passaggio alla classe successiva ai fini della verifica dell’assolvimento dell’obbligo di
istruzione.
L’esame di idoneità si svolge in un’unica sessione entro il 30 giugno. Il dirigente scolastico nomina
la commissione per gli esami. L’esame alle classi della scuola primaria e alla prima classe della
secondaria di primo grado si svolgono in due prove scritte relative alle competenze linguistiche e
alle competenze logico-matematiche ed in un colloquio. L’esame alle altre classi della secondaria di
primo grado si articola nelle prove scritte di italiano, matematica e inglese, nonché in un colloquio.
I candidati il cui esame abbia avuto esito negativo possono essere ammessi a frequentare la classe
inferiore.
Gli esami integrativi della secondaria di secondo grado si svolgono presso la scuola scelta dal
candidato per la successiva frequenza. Posso sostenere gli esami integrativi: gli studenti ammessi
alla classe successiva in sede di scrutinio al fine di ottenere il passaggio a un altro indirizzo; gli
studenti non ammessi alla classe successiva, al fine di ottenere il passaggio a una classe
corrispondente a quella frequentata con esito negativo di un altro indirizzo.
Gli esami di idoneità nella scuola secondaria di secondo grado si svolgono presso la scuola scelta
dal candidato per la successiva frequenza. Possono sostenere l’esame: i candidati esterni, al fine di
accedere a una classe successiva alla prima; i candidati interni che hanno conseguito la promozione,
al fine di accedere a una classe successiva a quella per cui possiedono titolo di ammissione. Gli
alunni in istruzione parentale sostengono annualmente l’esame di idoneità.
La commissione è formata dai docenti della classe cui il candidato aspira. Il candidato che sostiene
esami di idoneità relativi a più anni svolge prove idonee ad accertare la sua preparazione in
relazione alla programmazione relativa a ciascun anno di corso; la valutazione delle prove deve
essere distinta per ciascun anno.
LEGGE 20 AGOSTO 2019, N.92
INTRODUZIONE DELL’INSEGNAMENTO SCOLASTICO DELL’EDUCAZIONE CIVICA
L’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la
partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale della comunità, nel rispetto
delle regole, dei diritti e dei doveri.
Nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione
civica. L’orario non può essere inferiore a 33 ore annue da svolgersi nell’ambito del monte orario
obbligatorio previsto dagli ordinamenti.
Nelle scuole del primo ciclo l’insegnamento è affidato, in contitolarità, a docenti sulla base del
curriculo. Nelle scuole del secondo ciclo è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle
discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili. Per ciascuna classe è individuato un docente
con compiti di coordinamento. L’insegnamento è oggetto delle valutazioni periodiche e finali.
Sono definite le linee guida: costituzione, istituzioni dello stato italiano, dell’unione europea e degli
organismi internazionali; agenda 2030; educazione alla cittadinanza digitale; elementi fondamentali
di diritto; educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela dell’ambiente; educazione alla
legalità e contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale;
formazione di base in materia di protezione civile.
L’insegnamento è integrato con esperienze extra-scolastiche con altri soggetti istituzionali, con il
mondo del volontariato e del terzo settore.
D.M. 22 GIUGNO 2020, N. 35
LINEE GUIDA PER L’INSEGNAMENTO DELL’EDUCAZIONE CIVICA
COSTITUZIONE, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà
La conoscenza, la riflessione sui significati, la pratica quotidiana del dettato costituzionale
rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare. Esso contiene e pervade tutte le altre
tematiche, poiché le leggi ordinarie, i regolamenti, le disposizioni organizzative, i comportamenti
quotidiani delle organizzazioni e delle persone devono sempre trovare coerenza con la Costituzione,
che rappresenta il fondamento della convivenza e del patto sociale del nostro Paese. Collegati alla
Costituzione sono i temi relativi alla conoscenza dell’ordinamento dello Stato, delle Regioni, degli
Enti territoriali, delle Autonomie Locali e delle Organizzazioni internazionali e sovranazionali,
prime tra tutte l’idea e lo sviluppo storico dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite. Anche i
concetti di legalità, di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli ambienti di convivenza
(ad esempio il codice della strada, i regolamenti scolastici, dei circoli ricreativi, delle
Associazioni…) rientrano in questo primo nucleo concettuale, così come la conoscenza dell’Inno e
della Bandiera nazionale.
SVILUPPO SOSTENIBILE, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del
territorio
L’Agenda 2030 dell’ONU ha fissato i 17 obiettivi da perseguire entro il 2030 a salvaguardia della
convivenza e dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi non riguardano solo la salvaguardia
dell’ambiente e delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti di vita, di città, la scelta
di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi fra tutti la salute,
il benessere psicofisico, la sicurezza alimentare, l’uguaglianza tra soggetti, il lavoro dignitoso,
un’istruzione di qualità, la tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità. In questo
nucleo, che trova comunque previsione e tutela in molti articoli della Costituzione, possono
rientrare i temi riguardanti l’educazione alla salute, la tutela dell’ambiente, il rispetto per gli animali
e i beni comuni, la protezione civile.
CITTADINANZA DIGITALE
Alla cittadinanza digitale è dedicato l’intero articolo 5 della Legge, che esplicita le abilità essenziali
da sviluppare nei curricoli di Istituto, con gradualità e tenendo conto dell’età degli studenti. Per
“Cittadinanza digitale” deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e
responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali. Sviluppare questa capacità a scuola, con
studenti che sono già immersi nel web e che quotidianamente si imbattono nelle tematiche proposte,
significa da una parte consentire l’acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare
questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo, dall’altra mettere i giovani al corrente dei
rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta, considerando anche le conseguenze sul piano
concreto. L’approccio e l’approfondimento di questi temi dovrà iniziare fin dal primo ciclo di
istruzione: con opportune e diversificate strategie, infatti, tutte le età hanno il diritto e la necessità di
esserne 3 correttamente informate. Non è più solo una questione di conoscenza e di utilizzo degli
strumenti tecnologici, ma del tipo di approccio agli stessi; per questa ragione, affrontare
l’educazione alla cittadinanza digitale non può che essere un impegno professionale che coinvolge
tutti i docenti contitolari della classe e del Consiglio di classe.
La prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica
La trasversalità dell’insegnamento offre un paradigma di riferimento diverso da quello delle
discipline. L’educazione civica, pertanto, supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo
più propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di
studio, per evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare
processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari. Il Collegio dei Docenti,
nell’osservanza dei nuovi traguardi del Profilo finale del rispettivo ciclo di istruzione, definiti nelle
presenti Linee Guida - Allegati A, B e C che ne sono parte integrante - provvede nell’esercizio
dell’autonomia di sperimentazione di cui all’art. 6 del D.P.R. n.275/1999, ad integrare nel curricolo
di Istituto gli obiettivi specifici di apprendimento/risultati di apprendimento delle singole discipline
con gli obiettivi/risultati e traguardi specifici per l’educazione civica utilizzando per la loro
attuazione l’organico dell’autonomia.
La contitolarità dell’insegnamento e il coordinamento delle attività
La Legge prevede che all’insegnamento dell’educazione civica siano dedicate non meno di 33 ore
per ciascun anno scolastico. In via ordinaria esse sono svolte, nell’ambito della declinazione
annuale delle attività didattiche, da uno o più docenti della classe o del Consiglio di Classe cui
l’insegnamento è affidato con delibera del Collegio dei docenti su proposta degli stessi docenti della
classe o del consiglio di classe. Qualora invece, ricorrendo le necessarie condizioni di invarianza di
organico, l’insegnamento dell’educazione civica dovesse rientrare nell’utilizzo della quota di
autonomia del 20%, configurandosi così uno spazio apposito nell’ambito dell’orario settimanale alla
stregua delle discipline del curricolo, ciò non dovrà comunque pregiudicare la trasversalità e la
corresponsabilità collegiale dell’insegnamento all’interno del team docente e del Consiglio di
Classe. Nelle scuole del primo ciclo l'insegnamento trasversale dell'educazione civica è affidato, in
contitolarità, a docenti di classe individuati sulla base dei contenuti del curricolo, utilizzando le
risorse dell'organico dell’autonomia. Tra essi è individuato un coordinatore, che svolge i compiti di
cui all’art. 2, comma 6 della Legge. Le soluzioni organizzative che le scuole del secondo ciclo
possono adottare, in applicazione delle disposizioni di cui all’art. 2, commi 4 e 5 della Legge,
potranno essere differenti. Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia
contitolare nel Consiglio di Classe, negli istituti superiori nel cui curricolo siano presenti gli
insegnamenti dell’area giuridico-economica, gli sarà affidato l’insegnamento di educazione civica,
di cui curerà il coordinamento, fermo restando il coinvolgimento degli altri docenti competenti per i
diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai rispettivi
Consigli di classe. Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia presente in
organico dell’autonomia ma non sia già contitolare del Consiglio di Classe, egli potrà assumere il
coordinamento della disciplina per una o più classi, fatta salva la necessità che in esse si crei uno
spazio settimanale in cui, anche in compresenza con altri docenti, possa procedere alla didattica
dell’educazione civica all’interno della quota oraria settimanale, o all’interno della quota di
autonomia eventualmente attivata, nelle modalità approvate dal Collegio dei docenti. Ricorrendo
questa casistica, il coordinatore dell’educazione civica, in quanto titolare di un insegnamento
aggiuntivo, entra a far parte a pieno titolo del Consiglio o dei Consigli di Classe in cui opera. Nel
caso in cui non vi siano nell’istituto docenti abilitati all’insegnamento delle discipline
giuridicoeconomiche, l’insegnamento di educazione civica sarà attribuito in contitolarità a più
docenti, competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di
programmazione dai rispettivi Consigli di classe. Il coordinamento sarà affidato ad uno dei docenti
contitolari dell’insegnamento. Nel tempo dedicato a questo insegnamento, i docenti, sulla base della
programmazione già svolta in seno al Consiglio di classe con la definizione preventiva dei traguardi
di competenza e degli obiettivi/risultati di apprendimento, potranno proporre attività didattiche che
sviluppino, con sistematicità e progressività, conoscenze e abilità relative ai tre nuclei fondamentali
sopra indicati, avvalendosi di unità didattiche di singoli docenti e di unità di apprendimento e
moduli interdisciplinari trasversali condivisi da più docenti. Avranno cura, altresì, di definire il
tempo impiegato per lo svolgimento di ciascuna azione didattica, al fine di documentare
l’assolvimento della quota oraria minima annuale prevista di 33 ore.
La valutazione
La Legge dispone che l'insegnamento trasversale dell'Educazione civica sia oggetto delle
valutazioni periodiche e finali previste dal D. Lgs. 13 aprile 2017, n. 62 per il primo ciclo e dal DPR
22 giugno 2009, n. 122 per il secondo ciclo. I criteri di valutazione deliberati dal collegio dei
docenti per le singole discipline e già inseriti nel PTOF dovranno essere integrati in modo da
ricomprendere anche la valutazione dell’insegnamento dell’educazione civica. In sede di scrutinio il
docente coordinatore dell’insegnamento formula la proposta di valutazione, espressa ai sensi della
normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione, acquisendo elementi conoscitivi dai
docenti del team o del Consiglio di Classe cui è affidato l'insegnamento dell'educazione civica. Tali
elementi conoscitivi sono raccolti dall’intero team e dal Consiglio di Classe nella realizzazione di
percorsi interdisciplinari. La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e
conoscenze indicate nella programmazione per l’insegnamento dell’educazione civica e affrontate
durante l’attività didattica. I docenti della classe e il Consiglio di Classe possono avvalersi di
strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione, che possono essere applicati ai percorsi
interdisciplinari, finalizzati a rendere 5 conto del conseguimento da parte degli alunni delle
conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste nella sezione del
curricolo dedicata all’educazione civica. Il Collegio dei Docenti delle scuole del primo ciclo, in
coerenza con il disposto dell’art. 2 del D. Lgs. 62/2017, dovrà esplicitare a quale livello di
apprendimento corrisponde il voto in decimi attribuito agli alunni della scuola secondaria di primo
grado anche per l’educazione civica. Per gli alunni della scuola primaria, in coerenza con quanto
disposto dal decreto legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno
2020, n. 41, il docente coordinatore propone l’attribuzione di un giudizio descrittivo, elaborato
tenendo a riferimento i criteri valutativi indicati nel PTOF, che viene riportato nel documento di
valutazione. Per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 la valutazione
dell’insegnamento di educazione civica farà riferimento agli obiettivi /risultati di apprendimento e
alle competenze che i collegi docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avranno
individuato e inserito nel curricolo di istituto. A partire dall’anno scolastico 2023/2024 la
valutazione avrà a riferimento i traguardi di competenza e gli specifici obiettivi di apprendimento
per la scuola del primo ciclo, gli obiettivi specifici di apprendimento per i Licei e i risultati di
apprendimento per gli Istituti tecnici e professionali definiti dal Ministero dell’istruzione. Il
combinato disposto dell’articolo 2, comma 5 e dell’articolo 1, comma 3 del D. Lgs. 62/2017,
relativamente al primo ciclo di istruzione, prevede che la valutazione del comportamento “si
riferisce allo sviluppo delle competenze di cittadinanza. Lo Statuto delle studentesse e degli
studenti, il Patto educativo di corresponsabilità e i Regolamenti approvati dalle istituzioni
scolastiche, ne costituiscono i riferimenti essenziali”. Si ritiene pertanto che, in sede di valutazione
del comportamento dell’alunno da parte del Consiglio di classe, si possa tener conto anche delle
competenze conseguite nell’ambito del nuovo insegnamento di educazione civica, così come
introdotto dalla Legge, tanto nel primo quanto nel secondo ciclo di istruzione, per il quale il D. Lgs.
n. 62/2017 nulla ha aggiunto a quanto già previsto dal D.P.R. n. 122/2009. Si ricorda che il voto di
educazione civica concorre all’ammissione alla classe successiva e/o all’esame di Stato del primo e
secondo ciclo di istruzione e, per le classi terze, quarte e quinte degli Istituti secondari di secondo
grado, all'attribuzione del credito scolastico.
D.M. 22 DICEMBRE 2022, N. 328
LINEE GUIDA PER L’ORIENTAMENTO
L'orientamento scolastico nel contesto nazionale
Le presenti linee guida hanno lo scopo, anche attraverso la promozione di opportuni interventi
legislativi e decreti, di attuare la riforma dell'orientamento, disegnata dal Piano nazionale di ripresa
e resilienza, che ha la finalità di rafforzare il raccordo tra il primo ciclo di istruzione e il secondo
ciclo di istruzione e formazione, per una scelta consapevole e ponderata, che valorizzi le
potenzialità e i talenti degli studenti, nonché di contribuire alla riduzione della dispersione
scolastica e di favorire l'accesso alle opportunità formative dell'istruzione terziaria.
Nel corso degli ultimi quindici anni, a livello nazionale, sono stati adottati numerosi provvedimenti,
anche di carattere normativo, sull'orientamento sia a livello ministeriale che nell'ambito di accordi
tra Governo, Regioni ed Enti locali. Le analisi e le prospettive di tale quadro risultano ancora oggi
validi riferimenti per la progettazione e la realizzazione di un sistema efficace di orientamento
permanente.
Le definizioni di orientamento sono molteplici, eppure concordi fra loro nell'indicare la sostanza
dell'obiettivo. Una di queste è quella condivisa fra Governo, Regioni ed Enti Locali nel 2012:
"l'orientamento è un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo,
occupazionale, sociale culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per
relazionarsi ed interagire in tali realtà, al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle
competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e
professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e sostenere le scelte
relative".
La letteratura scientifica sull'orientamento scolastico è concorde nel dichiarare conclusa la stagione
che ha visto interventi affidati a iniziative episodiche. Serve, invece, un sistema strutturato e
coordinato di interventi che, a partire dal riconoscimento dei talenti, delle attitudini, delle
inclinazioni e del merito degli studenti, li accompagni in maniera sempre più personalizzata a
elaborare in modo critico e proattivo un loro progetto di vita, anche professionale.
Il quadro di riferimento europeo sull'orientamento nelle scuole
L'Unione europea sostiene la necessità che tutti i sistemi formativi degli Stati membri perseguano,
fra gli altri, i seguenti obiettivi:
- ridurre la percentuale degli studenti che abbandonano precocemente la scuola a meno del 10%;
- diminuire la distanza tra scuola e realtà socio-economiche, il disallineamento (mismatch) tra
formazione e lavoro e soprattutto contrastare il fenomeno dei Neet (Not in Education, Employment
or Training - Popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un
percorso di istruzione o di formazione);
- rafforzare l'apprendimento e la formazione permanente lungo tutto l'arco della vita;
- potenziare e investire sulla formazione tecnica e professionale, costituendola come filiera
integrata, modulare, graduale e continua fino alla formazione terziaria (nel caso italiano gli ITS
Academy), e aumentare la percentuale di titoli corrispondenti al livello 5, ma soprattutto al livello 6
del Quadro Europeo delle Qualifiche.
La recente "Raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea sui percorsi per il successo
scolastico", che sostituisce la Raccomandazione del Consiglio del 28 giugno 2011 sulle politiche di
riduzione dell'abbandono scolastico[5], adottata il 28 novembre 2022, disegna nuove priorità di
intervento per il perseguimento del successo scolastico per tutti gli studenti, a prescindere dalle
caratteristiche personali e dall'ambito familiare, culturale e socio-economico, con misure strategiche
e integrate che ricomprendono, tra gli altri, il coordinamento con i servizi territoriali, il dialogo
continuo con gli studenti, i genitori, le famiglie, la messa a sistema di un insieme equilibrato e
coordinato di misure di prevenzione, intervento e compensazione, il monitoraggio costante degli
interventi. Nello specifico dell'orientamento, la Raccomandazione sottolinea la necessità di
rafforzare l'orientamento scolastico, l'orientamento e la consulenza professionale e la formazione
per sostenere l'acquisizione di abilità e competenze di gestione delle carriere nel lavoro.
L'orientamento nel quadro di riforme del PNRR
Gli obiettivi europei richiamati sono alla base di molte delle innovazioni del sistema scolastico
previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)[6], in via di attuazione, quali la
riforma del reclutamento dei docenti, l'istituzione della Scuola di alta formazione per il personale
scolastico, la riforma dell'istruzione tecnico-professionale connessa al sistema di formazione
professionale terziaria (ITS Academy), la valorizzazione delle discipline scientifiche, tecnologiche,
ingegneristiche, matematiche (STEM), delle competenze digitali, i nuovi principi del
dimensionamento scolastico, l'intervento straordinario per la riduzione dei divari e della dispersione
scolastica. Tali misure concorrono trasversalmente anche alla ridefinizione dell'organizzazione e
delle modalità di gestione dell'orientamento.
Il valore educativo dell'orientamento
La persona necessita di continuo orientamento e ri-orientamento rispetto alle scelte formative, alle
attività lavorative, alla vita sociale. I talenti e le eccellenze di ogni studente, quali che siano, se non
costantemente riconosciute ed esercitate, non si sviluppano, compromettendo in questo modo anche
il ruolo del merito personale nel successo formativo e professionale. L'orientamento costituisce
perciò una responsabilità per tutti gli ordini e gradi di scuola, per i docenti, per le famiglie e i
diversi attori istituzionali e sociali con i quali lo studente interagisce.
L'attività didattica in ottica orientativa è organizzata a partire dalle esperienze degli studenti, con il
superamento della sola dimensione trasmissiva delle conoscenze e con la valorizzazione della
didattica laboratoriale, di tempi e spazi flessibili, e delle opportunità offerte dall'esercizio
dell'autonomia.
L'orientamento inizia, sin dalla scuola dell'infanzia e primaria, quale sostegno alla fiducia,
all'autostima, all'impegno, alle motivazioni, al riconoscimento dei talenti e delle attitudini,
favorendo anche il superamento delle difficoltà presenti nel processo di apprendimento.
Orientamento nei percorsi di istruzione secondaria
Nei percorsi di istruzione secondaria l'orientamento efficace, secondo le indicazioni condivise a
livello europeo, esige "un più forte accento sullo sviluppo delle competenze di base e di quelle
trasversali (responsabilità, spirito di iniziativa, motivazione e creatività, fondamentali anche per
promuovere l'imprenditorialità giovanile); l'apprendimento delle lingue straniere; (...)
l'innalzamento dei livelli di apprendimento in ambito lavorativo e la costituzione di sistemi di
istruzione e formazione professionale di eccellenza; la permeabilità delle qualifiche e il
riconoscimento delle competenze acquisite al di fuori dei percorsi dell'istruzione e formazione
professionale; un crescente utilizzo delle tecnologie digitali, per facilitare l'apprendimento
attraverso risorse educative aperte e collaborative; la presenza di docenti formati e motivati; (...) una
più stretta integrazione fra l'istruzione, la formazione professionale, l'istruzione superiore,
l'università e le imprese".
La dimensione orientativa della scuola secondaria di primo grado va potenziata, garantendo agli
studenti l'opportunità di attività opzionali e facoltative infra ed extra scolastiche (quali ad esempio
attività culturali, laboratoriali creative e ricreative, di volontariato, sportive, ecc.). Esse hanno lo
scopo di consentire agli studenti occasioni per autenticare e mettere a frutto attitudini, capacità e
talenti nei quali reputino di poter esprimere il meglio di sé.
Sono molteplici i percorsi di istruzione e formazione secondari che possono essere scelti dagli
studenti in uscita dalle scuole secondarie di primo grado. Si tratta di percorsi che offrono esperienze
diverse di apprendimento, tutte qualificate a cogliere le sfide future. L'orientamento e il contrasto
alla dispersione scolastica suggeriscono anche la realizzazione, in prospettiva sperimentale, di
"campus formativi", attraverso reti di coordinamento fra istituzioni scolastiche e formative, che
vedano compresenti tutti i percorsi secondari, al fine di ottimizzare iniziative che facilitino
l'accompagnamento personalizzato e i passaggi orizzontali fra percorsi formativi diversi.
L'esigenza di innalzamento dei livelli di istruzione e di consolidamento delle competenze chiave per
l'apprendimento permanente della popolazione adulta rende necessario che i Centri provinciali per
l'istruzione degli adulti (CPIA) svolgano azioni rinnovate ed ampliate di accoglienza, orientamento
e accompagnamento, coordinate con i soggetti istituzionali competenti.
La certificazione delle competenze quale strumento per l'orientamento
Nel 2018 il Consiglio europeo ha raccomandato agli Stati membri di sviluppare l'offerta di
competenze chiave per tutti i giovani a un livello tale che li prepari alla vita adulta e costituisca la
base per ulteriori occasioni di apprendimento nell'ambito della vita lavorativa.
L'ordinamento vigente prevede la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria,
alla fine del primo ciclo, e a conclusione dell'obbligo di istruzione. Nella scuola secondaria di
secondo grado, al diploma finale rilasciato in esito al superamento dell'esame di Stato conclusivo
del secondo ciclo di istruzione è allegato il curriculum dello studente di cui al decreto legislativo 13
aprile 2017, numero 62. Al fine di assicurare i passaggi fra i percorsi di studio del sistema nazionale
di istruzione e i percorsi dell'istruzione e formazione professionale (leFP) regionali o l'apprendistato
formativo, nonché per l'attivazione di interventi di riorientamento, a partire dall'anno scolastico
2023-2024 sarà previsto, a richiesta, il graduale rilascio, da parte delle scuole, della certificazione
delle competenze anche al termine di ciascuna annualità del secondo ciclo di istruzione. La
certificazione delle competenze riveste una particolare importanza nelle annualità del biennio per
favorire il riorientamento e il successo formativo, consentendo il passaggio ad altro percorso,
indirizzo, articolazione, opzione di scuola secondaria di secondo grado in maniera più flessibile,
riconoscendo la possibilità che la scelta effettuata durante l'ultimo anno della scuola secondaria di
primo grado possa essere rivista. Ai predetti fini, saranno raccordati i molteplici modelli di
certificazione oggi in uso, in relazione alle competenze chiave per l'apprendimento permanente.
I moduli curricolari di orientamento nella scuola secondaria
Le scuole secondarie di primo grado attivano, a partire dall'anno scolastico 2023-2024, moduli di
orientamento formativo degli studenti, di almeno 30 ore, anche extra curriculari, per anno
scolastico, in tutte le classi.
Le scuole secondarie di secondo grado attivano a partire dall'anno scolastico 2023-2024:
- moduli di orientamento formativo degli studenti, di almeno 30 ore, anche extra curricolari, per
anno scolastico, nelle classi prime e seconde;
- moduli curriculari di orientamento formativo degli studenti, di almeno 30 ore per anno scolastico,
nelle classi terze, quarte e quinte.
Per la migliore efficacia dei percorsi orientativi, i moduli curriculari di orientamento formativo nelle
classi terze, quarte e quinte sono integrati con i percorsi per le competenze trasversali e
l'orientamento (PCTO), nonché con le attività di orientamento promosse dal sistema della
formazione superiore, di cui al successivo punto 12.3, e con le azioni orientative degli ITS
Academy.
I moduli di 30 ore non vanno intesi come il contenitore di una nuova disciplina o di una nuova
attività educativa aggiuntiva e separata dalle altre. Sono invece uno strumento essenziale per aiutare
gli studenti a fare sintesi unitaria, riflessiva e interdisciplinare della loro esperienza scolastica e
formativa, in vista della costruzione in itinere del personale progetto di vita culturale e
professionale, per sua natura sempre in evoluzione.
Le 30 ore possono essere gestite in modo flessibile nel rispetto dell'autonomia scolastica e non
devono essere necessariamente ripartite in ore settimanali prestabilite. Esse vanno considerate come
ore da articolare al fine di realizzare attività per gruppi proporzionati nel numero di studenti,
distribuite nel corso dell'anno, secondo un calendario progettato e condiviso tra studenti e docenti
coinvolti nel complessivo quadro organizzativo di scuola. In questa articolazione si possono anche
collocare, a titolo esemplificativo, tutti quei laboratori che nascono dall'incontro tra studenti di un
ciclo inferiore e superiore per esperienze di peer tutoring, tra docenti del ciclo superiore e studenti
del ciclo inferiore, per sperimentare attività di vario tipo, riconducibili alla didattica orientativa e
laboratoriale, comprese le iniziative di orientamento nella transizione tra istruzione e formazione
secondaria e terziaria e lavoro, laboratori di prodotto e di processo, presentazione di dati sul
mercato del lavoro.
La progettazione didattica dei moduli di orientamento e la loro erogazione si realizzano anche
attraverso collaborazioni che valorizzino l'orientamento come processo condiviso, reticolare,
coprogettato con il territorio, con le scuole e le agenzie formative dei successivi gradi di istruzione e
formazione, con gli ITS Academy, le università, le istituzioni dell'alta formazione artistica,
musicale e coreutica, il mercato del lavoro e le imprese, i servizi di orientamento promossi dagli
enti locali e dalle regioni, i centri per l'impiego e tutti i servizi attivi sul territorio per accompagnare
la transizione verso l'età adulta.
I moduli di orientamento saranno oggetto di apposito monitoraggio tramite il sistema informativo
del Ministero dell'istruzione e del merito, nonché documentati nell'E-Portfolio di cui al successivo
punto 8.
E-Portfolio orientativo personale delle competenze
Il contenuto di ciascun modulo di orientamento di almeno 30 ore è costituito dagli apprendimenti
personalizzati, evidenziati dalla compilazione, in forma sintetica e nel dialogo con ogni studente, di
un portfolio digitale. L'E-Portfolio integra e completa in un quadro unitario il percorso scolastico,
favorisce l'orientamento rispetto alle competenze progressivamente maturate negli anni precedenti
e, in particolare, nelle esperienze di insegnamento dell'anno in corso. Accompagna lo studente e la
famiglia nell'analisi dei percorsi formativi, nella discussione dei punti di forza e debolezza
motivatamente riconosciuti da ogni studente nei vari insegnamenti, nell'organizzazione delle attività
scolastiche e nelle esperienze significative vissute nel contesto sociale e territoriale. Se l'obiettivo è
l'orientamento, le strategie sono la personalizzazione dei piani di studio, l'apertura interdisciplinare
degli stessi, l'esplorazione delle competenze maturate anche in ambienti esterni alla scuola.
L'E-Porfolio consente, da un lato, di mettere in evidenza le competenze digitali di ogni studente ed
eventualmente accrescerle anche con appositi interventi di sostegno da parte delle istituzioni
scolastiche e formative; dall'altro lato, di valorizzare le competenze acquisite, di avere a
disposizione le più importanti prove di una trasformazione di sé, delle relazioni con la cultura, il
sociale, gli altri e il mondo esterno, a partire dal mondo del lavoro e del terzo settore.
In questa prospettiva, ogni istituzione scolastica e formativa individua i docenti di classe delle
scuole secondarie di primo e secondo grado, chiamati a svolgere la funzione "tutor" di gruppi di
studenti, in un dialogo costante con lo studente, la sua famiglia e i colleghi, svolgendo due attività:
- aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-Portfolio
personale e cioè:
a. il percorso di studi compiuti, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione;
b. lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita
culturale e professionale. Trovano in questo spazio collocazione, ad esempio, anche le competenze
sviluppate a seguito di attività svolte nell'ambito dei progetti finanziati con fondi europei[12] o, per
gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, dei percorsi per le competenze trasversali e
per l'orientamento (PCTO);
c. le riflessioni in chiave valutativa, auto-valutativa e orientativa sul percorso svolto e, soprattutto,
sulle sue prospettive.
d. la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno
scolastico e formativo come il proprio "capolavoro".
Consiglio di orientamento, curriculum dello studente ed E-Portfolio
Nella scuola secondaria di primo grado è previsto che ad ogni studente venga rilasciato un consiglio
di orientamento finale sul percorso di formazione da intraprendere nel secondo ciclo.
Nella scuola secondaria di secondo grado, invece, a partire dall'anno scolastico 2020/2021, al
diploma finale rilasciato in esito al superamento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di
istruzione, viene allegato il "Curriculum della studentessa e dello studente", in cui sono indicate le
competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite e le attività culturali, artistiche,
musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extra scolastico, nonché in quello dei percorsi
per le competenze trasversali e l'orientamento (PCTO) ed altre eventuali certificazioni conseguite,
ai fini dell'orientamento e dell'accesso al mondo del lavoro.
L'E-Portfolio dello studente rappresenta un'innovazione tecnica e metodologica per rafforzare, in
chiave orientativa, il "consiglio di orientamento", per la scuola secondaria di primo grado, e il
"curriculum dello studente", per la scuola secondaria di secondo grado, ricomprendendoli altresì in
un'unica, evolutiva interfaccia digitale.
Piattaforma digitale unica per l'orientamento
A sostegno dell'orientamento e dei contenuti curricolari con cui esso si sostanzia nel tempo, gli
studenti, con loro i docenti e le famiglie, avranno a disposizione una piattaforma digitale unica per
l'orientamento con elementi strutturati concernenti:
- nel passaggio dal primo al secondo ciclo di studi, l'offerta formativa e i dati necessari per poter
procedere a scelte consapevoli sulla base delle competenze chiave, delle motivazioni e degli
interessi prevalenti;
- la documentazione territoriale e nazionale riguardante il passaggio dal secondo ciclo all'offerta
formativa del sistema terziario (distribuzione degli ITS Academy e dei corsi di laurea di Università,
Istituzioni AFAM, dati sulla preparazione all'ingresso nei corsi di studio, dati sui corsi di studio,
dati Almalaurea, Istat, Cisia, etc.);
- la transizione scuola-lavoro, con dati relativi sia alle professionalità più richieste nei diversi
territori, sia sulle prospettive occupazionali e retributive correlate ai diversi titoli di studio secondari
e terziari (Università e ITS Academy) trasmesse a ciascuna scuola dal Ministero;
- la presentazione delle migliori pratiche di E-Portfolio orientativo personale delle competenze degli
studenti, nonché delle migliori esperienze realizzate dalle istituzioni scolastiche per lo svolgimento
delle attività di orientamento;
- uno spazio riservato in cui sarà possibile consultare la stratificazione annuale del proprio E-
Portfolio relativo alle competenze acquisite nei percorsi scolastici, ed extrascolastici.
A sostegno dell'orientamento, ogni istituzione scolastica, nell'ambito del proprio quadro
organizzativo e finanziario, individua una figura che, nel gestire i dati forniti dal Ministero di cui al
punto 10.1, si preoccupi di raffinarli e di integrarli con quelli specifici raccolti nelle differenti realtà
economiche territoriali, così da metterli a disposizione dei docenti (in particolare dei docenti tutor),
delle famiglie e degli studenti, anche nell'ottica di agevolare la prosecuzione del percorso di studi o
l'ingresso nel mondo del lavoro. In tale contesto le istituzioni scolastiche favoriscono l'incontro tra
le competenze degli studenti e la domanda di lavoro.
La formazione dei docenti
L'orientamento è un processo non episodico, ma sistematico. A questi fini - negli anni scolastici
2023/2024, 2024/2025, 2025/2026 - l'Orientamento diviene priorità strategica della formazione,
nell'anno di prova e in servizio, dei docenti di tutti i gradi di istruzione.
Per i docenti tutor per l'orientamento, delle scuole secondarie di primo e secondo grado, è prevista
la realizzazione di iniziative formative specifiche, secondo indirizzi definiti dal Ministero
dell'istruzione e del merito. La formazione dei docenti e del personale scolastico è attuata anche
attraverso un programma specifico nell'ambito delle risorse del fondo sociale europeo (FSE+).
Le attività saranno svolte a livello territoriale, con il coordinamento del Ministero dell'istruzione e
del merito e degli Uffici scolastici regionali, tramite i "Nuclei di supporto".
Risorse e opportunità per la gestione dell'orientamento da parte delle scuole
Le azioni di orientamento possono essere sostenute da un utilizzo strategico e coordinato da parte
delle scuole di tutte le risorse offerte da piani e programmi nazionali ed europei a titolarità del
Ministero e da iniziative promosse a livello nazionale e locale da università, regioni, enti locali,
centri per l'impiego, associazioni datoriali, enti e organizzazioni territoriali.
Il PNRR consente l'attivazione di molti percorsi e interventi per promuovere l'orientamento
nell'ambito di diverse linee di investimento di titolarità del Ministero dell'istruzione e del merito,
quali:
- Nuove competenze e nuovi linguaggi, che offre la possibilità di realizzare attività di orientamento,
ad alto contenuto innovativo, verso gli studi e le carriere professionali nelle discipline STEM
(Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in tutte le scuole del primo e del secondo ciclo;
- Interventi per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica, che contiene diversi strumenti a
disposizione delle scuole per la personalizzazione della formazione e dell'orientamento in favore
degli studenti con difficoltà scolastiche al fine di sostenerli nelle scelte didattiche e formative, anche
con il coinvolgimento delle famiglie;
- Didattica digitale integrata, che consente la frequenza di percorsi formativi per il personale
scolastico sulla digitalizzazione nonché sull'utilizzo di metodologie didattiche innovative, anche con
riferimento ad attività orientative personalizzate, svolte ponendo al centro lo studente e le sue
aspirazioni per far emergere i talenti di ciascuno.
- Sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy, che prevede lo svolgimento di
attività di orientamento verso il conseguimento di qualifiche innovative ad alto contenuto
tecnologico e con importanti esiti occupazionali promosse dagli Istituti tecnologici superiori.
Il Ministero dell'università e della ricerca, in collaborazione con il Ministero dell'istruzione e del
merito, ha attivato, nell'ambito del PNRR, la specifica linea di investimento 1.6 "Orientamento
attivo nella transizione scuola-università", che consente a tutte le scuole secondarie del secondo
ciclo di poter realizzare percorsi di orientamento di 15 ore ciascuno nelle classi terze, quarte e
quinte, promossi dalle università e dagli AFAM, tramite sottoscrizione di specifici accordi.
Nell'ambito delle risorse europee, il nuovo Programma Nazionale "Scuola e competenze" 20212027
prevede specifici interventi per sostenere la riforma dell'orientamento, introdotta dalle presenti linee
guida, per le scuole del primo e del secondo ciclo e per i centri per l'istruzione degli adulti, mentre il
programma "Erasmus+" 2021-2027 consente l'attivazione di percorsi di mobilità che abbiano anche
un forte impatto in relazione all'orientamento alle scelte future.
Al fine di accompagnare l'attuazione delle presenti linee guida, presso ciascun Ufficio scolastico
regionale sono costituiti "Nuclei di supporto", anche in relazione agli aspetti organizzativi e
gestionali delle istituzioni scolastiche.
Monitoraggio delle linee guida e valutazione dell'impatto
Le presenti linee guida sono oggetto di apposito monitoraggio sulla loro attuazione, attraverso
l'analisi dei dati rilevati dal sistema informativo del Ministero dell'istruzione e del merito e dalle
piattaforme correlate, con cadenza annuale, sulla base di specifici indicatori di realizzazione.
In esito al processo di monitoraggio e valutazione, le linee guida potranno essere aggiornate con
decreto del Ministro dell'istruzione e del merito ai fini del rafforzamento della loro efficacia.

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