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COSTITUZIONE:
Art 3 uguaglianza formale
Art 9 sviluppo cultura
Art 33 libero insegnamento e autonomia didattica D.P.R. 275/1999 Scuola centro di erogazione di servizi con
Art 34 scuola aperta a tutti con istruzione base obbligatoria e gratuita libertà di regolare i tempi dell’insegnamento, i metodi, gli
strumenti, l’organico dell’autonomia. Ampia libertà progettuale
anche con accordi di rete. Autonomia di ricerca, sperimentazione
e sviluppo. Gestione autonoma dei fondi assegnati dallo stato.
Possono essere previste forme di autofinanziamento ed
LEGGE BASSANINI n°59 15/03/1997 autonomia scolastica autonomia negoziale (mutui, immobili…). Le reti di scuole
possono stipulare convenzioni sul territorio, far circolare doc,
unire la gestione amministrativa, scambiarsi docenti…
CONTINUITA’ VERTICALE
SCUOLA DELL’INFANZIA DPR 89/2009 e DLgs 65/2017 SCUOLA PRIMARIA DPR 89/2009 e DLgs 66/2017 SCUOLA SECONDARIA DI 1° DPR 89/2009 e DLgs
DURATA: 3 anni DURATA: 5 anni (1° continuità + 2 bienni) 60/2017
FREQUENZA: Facoltativa FREQUENZA: Obbligatoria DURATA: 3 anni
ETA’: 3 – 5 anni compiuti entro il 31 dicembre dell’anno ETA’: 6 anni compiuti entro il 31 dicembre dell’anno di FREQUENZA: Obbligatoria
di riferimento; anticipo per chi compie i 3 anni entro il riferimento; anticipo per chi compie i 6 anni entro il SEZIONI: 18 – 27 bambini estendibile a 30 in caso di
30/04 30/04 resti, se presenti 104 allora 18 – 20
SEZIONI: 18 – 26 bambini, se presenti 104 allora 18 – 20 SEZIONI: 15 – 26 bambini estendibile a 27 in caso di ORE: 990 annuali, 29 settimanali + 33 ore annuali
ORE: 40 ore settimanali estendibili a 50 resti, se presenti 104 allora 15 – 20; Pluriclassi 8-18 di approfondimento per un totale di 30 ore
SEZIONI PRIMAVERA: bambini tra i 24 e i 36 mesi bambini, zone remote il minimo x classe è di 10 settimanali nell’ordinario, nel prolungato 36 ore
INDICAZIONI NAZIONALI DI CURRICOLO E CAMPI DI bambini. elevabili a 40 comprensive del tempo mensa
ESPERIENZA: ORE: 24,27, 30 e 40 ore settimanali INDICAZIONI NAZIONALI DI CURRICOLO E MATERIE:
1. IL SE E L’ALTRO INDICAZIONI NAZIONALI DI CURRICOLO E MATERIE: Consolidare padronanze e capacità. Italiano,Storia,
2. IL CORPO E IL MOVIMENTO Italiano, Inglese, Storia, Geografia, Cittadinanza e Geografia (+ Cittadinanza e Costituzione),
3. IMMAGINI, SUONI, COLORI Costituzione, Matematica, Scienze, Musica, Arte e Matematica, Scienze, Tecnologia, Inglese, Seconda
4. I DISCORSI E LE PAROLE Immagine, Ed. Fisica, Tecnologia. Lingua, Arte e Immagine, Ed. Fisica, Musica,
5. LA CONOSCENZA DEL MONDO PERSONALE: sfp, nel tempo pieno 2 insegnanti Religione Cattolica.
PERSONALE: INFANZIA SFP ; NIDI SCIENZE DELL’ED curricolari, nell’ordinario insegnante unico
INDIRIZZO INFANZIA O SFP + 60 CREDITI
CONTINUITA’ ORIZZONTALE:
Collaborazione con la Famiglia con cui
costruire un’alleanza educativa.
VALUTAZIONE E AUTOVALUTAZIONE
INVALSI ISTITUTO NAZIONALE VALUTAZIONE SISTEMA EDUCATIVO DI INDIRE ISTITUTO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE, INNOVAZIONE E
ISTRUZIONE E FORMAZIONE : è un ente di ricerca che si occupa di effettuare RICERCA EDUCATIVA: articolato in 3 nuclei interregionali ha compito di formare
verifiche periodiche sulle conoscenze degli allievi e dell’offerta formativa, delle e aggiornare il personale docente, non docente e i DS, sponsorizzare le nuove
cause di dispersione scolastica, di partecipare a progetti di ricerca europei, di tecnologie e l’innovazione didattica , sviluppare collaborazioni tra le istituzioni
supportare l’amministrazione scolastica, di sviluppare sistemi di valutazione, di scolastiche anche internazionali, monitorare fenomeni e processi
predisporre gli esami di stato, di valorizzare il merito
MIUR coatituisce l’amministrazione centrale, è CONSIGLIO SUPERIORE OSSERVATORIO PER L’EDILIZIA INVALSI INDIRE
suddiviso in dipartimenti: DELLA PUBBLICA SCOLASTICA riqualificazione
1. DIPARTIMENTO X L SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE formula e manutenzione delle scuole
ISTRUZIONE E FORMAZIONE proposte al ministro, è
2. DIPARTIMENTO X LA FORMAZIONE SUPERIORE E LA chiamato da fornirgli
RICERCA pareri vincolanti ma non
3. DIPARTIMENTO X LA PROGRAMMAZIONE E LA obbligatori
GESTIONE DELLE RISORSE UMANE, FINANZIARIE E
STRUMENTALI.
IL CONSIGLIO DI INTERSEZIONE NELLA SCUOLA IL CONSIGLIO DI INTERCLASSE DELLA SCUOLA PRIMARIA IL CONSIGLIO DI CLASSE DELLA SCUOLA SECONDARIA è
DELL’INFANZIA è composto da insegnanti delle sezioni è composto dai doc di classi parallele o dello stesso composto da doc. di ogni classe, dai doc. di sostegno e si occupa
dello stesso plesso, dai doc. di sostegno, dai circolo o dello stesso plesso, più un rappresentante dei dell’andamento generale della classe. È presieduto dal DS.
rappresentanti dei genitori ed è presieduto dal DS o da un genitori x ciascuna delle classi e dai doc di sostegno. È Delibera sull’accoglimento di domande di trasferimento, di
doc da lui delegato. Ha il compito di formulare proposte. presieduto dal DS. Ha il compito di formulare proposte formulare il giudizio analitico sul profitto e sull’ammissione alla
maturità, può disporre sanzione disciplinari.
IL COLLEGIO DOCENTI è composto dal personale IL CONSILIO DI CIRCOLO O DI ISTITUTO è composto da 14 membri IL COMITATO PER LA VALUTAZIONE DEGLI
insegnante, dai doc di sostegno e dagli assistenti. È se la scuola < 500 alunni, da 19 se > 500. Vi sono rappr. dei doc, dei INSEGNANTI definito dalla 107/2015
presieduto dal DS. Elabora il PTOF, cura l’adegamento non doc, dei genitori, degli studenti ed il DS. È presieduto da uno dei coadiuva il DS nell’assegnazione del Bonus
dei programmi, la scelta dei testi e dei sussidi suoi membri. Dura in carica 3 anni. I rappr degli studenti sono eletti per merito ai docenti. È composto da 3
didattici, fa proposte per la formulazione dell’orario e annualmente. Ha in carico il governo economico e finanziario della docenti, 2 rappresentanti dei genitori (o 1
per lo svolgimento di attività aggiuntive. Promuove scuola. Delibera sull’organizzazione e sulla programmazione della vita gen e 1 stud) e un componente esterno
iniziative di innovazione e aggiornamento, e delle attività scolastiche. Approva il PTOF, il Bilancio Preventivo ed il dell’USR. Da il proprio parere anche sul
programma le iniziativi di sost h, multiculturalità. Conto Consuntivo, adotta il regolamento d’Istituto, adatta il suxamento dei xiodi di formazione e prova.
Valuta l’azione didattica esaminando i casi particolari. calendario scolastico, promuove i contatti con altre scuole, adotta
Formula pareri al DS sulla sosp del xsonale doc. iniziative per la prevenzione
IL DIRIGENTE SCOLASTICO E I SUOI COLLABORATORI
I DOCENTI COLLABORATORI
individuati dal DS per svolgere compiti COLLBORATORE VICARIO sostituisce il DS in
specifici come il controllo delle attività, il caso di assenza o impedimento per brevi periodi,
coordinamento degli insegnanti. Sono è un semplice preposto d’ufficio e pur svolgendo
retribuibili con finanziamenti a carico del la funzione dirigenziale non ne diventa titolare
fondo per le attività aggiuntive.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO art. 25 D.Lgs
165/2001 – assicura la gestione unitaria
dell’istruzione, è responsabile della
gestione delle risorse umane, finanziarie e
strumentali, organizza le attività
scolastiche ed è titolare delle relazioni
sindacali. È un vero e proprio datore di
lavoro ed è chiamato ad una gestione
imprenditoriale delle proprie funzioni.
Può avvalersi di collaboratori per specifici
compiti
DOCENTI INCARICATI DELLE FUNZIONI
STRUMENTALI AL PTOF sono identificate DIRETTORE DEI SERVIZI GENERALI E AMMINISTRATIVI
con delibera del C.D. in coerenza con il sovraintende ai servizi generali della scuola coordinandone il
PTOF. Vengono retribuiti con trattamenti personale. Ha alle proprie dipendenze gli ATA. La sua area di
accessori. Non sono cumulabili con la competenza si suddivide in:
collaborazione - SERVIZI GENERALI: oganizza il lavoro del personale non docente e
l’erogazione dei servizi ecessari alla quotidianità scolastica.
- SERVIZI AMMINISTRATIVI: erogati dalla segreteria, suddivisi per
settori: didattica, contabilità, personale, beni…
PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITA’ DIDATTICHE
PREDISPOSIZIONE DEL CURRICOLO piano di l’attività di programmazione della scuola si
studi della singola scuola, contenente esplica in 3 momenti fondamentali:
- L PROGRAMMAZIONE DI ISTITUTO:
discipline fondamentali (quota nazionale), IL PTOF: L.107/2015 ciascuna scuola ha il compito di definire elaborata dal consiglio di istituto che
alternative e integrative. Elaborato dal C.D. la propria identità culturale e progettuale, rispetto alle linee individua le risorse interne ed esterne a
guida nazionali, con un Piano Triennale dell’Offerta Formativa. È disposizione.
uno strumento di programmazione e gestione interna atto a - LA PROGRAMMAZIONEEDCATIVA: elaborata
rilevare la situazione di partenza, evidenziare le linee di sviluppo dal C.D., progetta percorsi formativi correlati
ed individuare possibili scostamenti dagli obiettivi, contiene la agli obiettivi e alle finalità nei programmi
programmazione curricolare, extracurricolare, educativa, della scuola: area cognitiva, area sociale,
didattica ed organizzativa. Deve essere coerente con gli obiettivi area motoria, area affettiva.
nazionali e le esigenze del territorio. È elaborato del C.D. sulla - LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA:
base degli indirizze del D.S. e approvato dal Consiglio di Circolo o elaborata dal Consiglio di intersezione, di
di Istituto. È possibile modificarlo entro il 30 ottobre. L’ art. 1 co interclasse o di Classe, delinea il percorso
INDIVIDUAZIONE DEL FABBISOGNO DEI POSTI 7 della 107 elenca alcuni obiettivi formativi inseribili quali il
COMUNI E DI SOSTEGNO ma anche di formativo della classe e del singolo alunno
potenziamento di competenze linguistiche, scientifiche, verificando i prerequisiti e le abilità e
quelli di potenziamento, ATA, delle artistiche; lo sviluppo di competenze ispirate alla legalità o a
infrastrutture e attrezzature materiali predisponendo interventi didattici mirati,
competenze digitali, il potenziamento di metodologie
laboratoriali… La nota 2805/2013 sottolinea che debba essere
coerente con il procedimento di valutazione del RAV anche
attraverso forme di flessibilità didattica ed organizzativa.
Può articolarsi in 4 parti:
- LE FONTI (curricolo, orario, didattica e integrazione) PIANIFICAZIONE DI ATTIVITA’ che
- IL REGOLAMENTO comportano lo sviluppo delle 8
- LA VALUTAZIONE (metodi, modalità di verifica e valutazione) competenze chiave di cittadinanza
GLHO lavorano sul singolo alunno con disabilità insieme alle famiglie. È composto da: DS, Consiglio di Classe,
Referente personale Asl, Genitori dell’alunno, Rappresentanti di Enti e Associazioni. Si riunisce normalmente 3 volte
l’anno ed ha funzione di presiedere alla stesura e all’aggiornamento del bilancio diagnostico e prognostico del Profilo
Dinamico Funzionale; interviene sulla progettazione e verifica del Piano Educativo Individualizzato; indica al GLHI le
ore e le aree di sostegno necessarie per il successivo anno scolastico
LA CERTIFICAZIONE DPR 1994 – DPCM 185/2006 L’accertamento della disabilità spetta ad un’apposita commissione ASL formata da uno psicologo, un pedagogista, un’assistente
sociale, ed eventuali operatori riabilitatori, tuttavia è sufficiente la certificazione di uno specialista pubblico. La segnalazione può essere fatta anche dal DS sebbene sarebbe opportuna
la collaborazione della famiglia.
LA DIAGNOSI FUNZIONALE viene redatta dopo l’attestazione dello stato di h. Contiene la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell’alunno con
i suoi deficit e le sue potenzialità. È redatta prima dell’iscrizione o dopo la segnalazione dell’Unità Multidisciplinare. Presenta l’ANAMNESI FAMILIARE, gli ASPETTI CLINICI e gli ASPETTI
PSICOSOCIALI. Deve essere aggiornata in relazione alla crescita del bambino e redatta in tempo utile per la compilazione del PEI. Dopo il pervenimento della Certificazione e della DF i
docenti dovranno confrontarsi con la famiglia e procedere con un’osservazione sistematica dell’alunno
IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE – PDF è formulato sulla base della DF, del Fascicolo personale dell’alunno, delle info della scuola precedente, delle info della famiglia e delle
osservazioni sistematiche. Viene redatto da un Gruppo di lavoro misto composto dall’Unità Multidisciplinare, dai doc curricolari, dal doc di sostegno e dai genitori. Nel pdf si parlerà
in termini di possibilità nel medio periodo in un quadro dinamico che ottimizzi le potenzialità consentendo sviluppi nel funzionamento. Il pdf comprende i seguenti ambiti:
COGNITIVO(livello di sviluppo, stile cognitivo, utilizzo delle competenze), AFFETTIVO RELAZIONALE (potenzialità nell’area del sé, del rapporto con gli altri, all’atteggiamento rispetto
all’apprendimento scolastico), COMUNICAZIONALE ( potenzialità esprimibili in relazione alle modalità di interazione, ai contenuti, ai mezzi privilegiati), LINGUISTICO ( potenz.
Esprimibile in relazione alla comprensione del linguaggio orale, alla produzione verbale, all’uso del linguaggio, del pensiero verbale e di linguaggi alternativi), SENSORIALE
(potenzialità dei 5 sensi), MOTORIO PRASSICO (potenzialità della motricità globale e fine, delle prassie semplici e complesse), NEUROPSICOLOGICO ( potenzialità riguardo le capacità
mnesiche, intellettive e di organizzazione spazio temporale), AUTONOMIA ( potenzialità di autonomia personale e sociale), APPRENDIMENTO (potenzialità in relazione all’età
evolutiva). Sarà aggiornato ad ogni grado scolastico e verificato ogni 2 anni. Ha valore amministrativo in quanto indica le ore di sostegno e l’area disciplinare del docente di sostegno.
IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO – PEI è il progetto di vita scolastica di ogni alunno con disabilità, individua le azioni, le strategie, i percorsi, i mezzi, i materiali, le prove e i
tempi d’apprendimento. Collaborano alla stesura del PEI l’insegnante di sostegno, gli insegnanti curricolari, gli operatori designati dall’ASL, i genitori dell’alunno ed i rappresentanti
istituzionali che se ne occupano. Va redatto ogni anno scolastico. I doc necessari alla sua elaborazione sono la relazione finale del PEI precedente, la programmazione didattica
individualizzata, la DF, il PDF, i verbali delle riunioni previste dalla 104/1992, il progetto continuità, i progetti di tempo integrato per l’attività educativa con l’extrascuola, progetti
rieducativi, progetti significativi per l’integrazione e presenti nel POF. Nella stesura del Pei l’insegnante di sostegno raccoglie le info con strumenti oggettivi, progetta le griglie per la
registrazione delle abilità, analizza le certificazioni ed i documenti scolastici precedenti… l’osservazione dovrà interessare l’asse cognitivo, l’asse affettivo relazionale, l’asse linguistico,
l’asse sensoriale, l’asse motorio prassico, l’asse neuropsicologico, l’asse dell’autonomia personale e sociale. Nella stesura finale del PEI si utilizza un modello e si seguono delle
indicazioni ministeriali che sono solitamente divise in 5 sezioni: la storia clinica e familiare, la valutazione delle aree fondamentali dello sviluppo, la valutazione della dimensione
psicologico emotiva, il progetto educativo, la verifica finale e in itinere. La programmazione che seguirà l’alunno è riferita agli obiettivi della classe , procede per obiettivi minimi
semplificati ed è differenziata. Il Consiglio di Classe decide le linee operative assumendosi la responsabilità delle scelte e ne da comunicazione alla famiglia. L’ins di sostegno deve
avvicinare gli obiettivi individuali a quelli della classe ed individuare metodi, strumenti, strategie e tempi efficaci e verificare l’efficacia del Pei. La Progettazione di Intervento Didattico
deve contenere l’analisi del contenuto e la situazione di partenza dell’alunno, gli elementi di forza e di debolezza, le conoscenze, competenze e abilità da promuovere, l’unità di
apprendimento di riferimento, una valutazione adeguata alle modalità contenute nel Pei. Deve avere una fase di INPUT, un NUCLEO DI INTERVENTO e un OUTPUT, seguono verifica e
valutazione finale.
ACCRESCIMENTO E SVILUPPO SENSOMOTORIO
L’ACCRESCIMENTO è il processo mediante il quale l’organismo aumenta peso e volume fino a raggiungere la maturazione dell’età adulta, la maturazione dipende tanto dal
potenziale quanto dall’ambiente. Si possono distinguere 5 FASI EVOLUTIVE: Prima Infanzia (0-3), Seconda Infanzia (3-6), Fanciullezza (6-11), Preadolescenza (11-14),
Adolescenza (14-18). Il periodo di sviluppo è dominato da 3 leggi:
1) LA LEGGE DI VIOLA : l’aumento di peso è inversamente proporzionale allo sviluppo del corpo
2) LA LEGGE DI PENDE: un gruppo armonico sollecita la vita vegetativo-riproduttiva e un altro gruppo sollecita il sistema di relazione
3) LA LEGGE DI GODIN: alcune fasi di sviluppo sono dominate dall’accrescimento strutturale, altre da quello ponderale
IL RAGIONAMENTO:
ELEMENTI E STRATEGIE
TIPOLOGIE DI PENSIERO
- IL PENSIERO INTUITIVO: afferra la situazione risolvendo il problema senza saperne descrivere i
passaggi
- IL PENSIERO LOGICO: giustifica ad ogni passaggio gli strumenti adottati
- IL PENSIERO PRODUTTIVO: procede individuando una risposta intuitiva (INSIGHT) che modifica il
punto di vista da cui parte l’analisi del problema
- IL PENSIERO MECCANICO: utilizza vecchie soluzioni per problemi nuovi
- IL PENSIERO CREATIVO: dipendendo dal mondo interno, invece che cercare una spiegazione tipica
si prende come punto di partenza un altro evento simile ma diverso
- IL PENSIERO RIGIDO: si limita all’elaborazione e all’ordinamento delle info
- IL PENSIERO DIVERGENTE: è capace di risposte flessibili e soluzioni molteplici e originali
- IL PENSIERO CONVERGENTE: non si lascia influenzare dagli spunti dell’immaginazione
- IL PENSIERO REALISTICO: si attiene ai dati della realtà
- IL PENSIERO MAGICO: vive nell’animismo
- IL PENSIERO ESTROVERSO: ha in vista l’oggetto nella sua fisicità, nella sua concretezza e realtà
- IL PENSIERO INTROVERSO: si alimenta del riflesso interiore che gli oggetti esteriori provocano sul
soggetto.
LA TEORIA EVOLUZIONISTA Sostiene che non esiste una natura originariamente già data ed
immutabile, esiste invece un’evoluzione continua, sussiste una naturale continuità tra le specie
e la mente umana risulta essere il prodotto dell’evoluzione
ERIKSON elabora una sequenza di stadi di sviluppo che vanno dalla prima infanzia all’età matura in una dimensione psicosociale. Divide il ciclo di vita in 8 eta correlate
a specifiche crisi:
1) 0-1 anno: acquisizione della fiducia di base grazie alle esperienze positive garantite dalla figura materna e della sfiducia di base generata dalle provvisorie assenze.
2) 2-3 anni: periodo caratterizzato dal controllo e dalla disciplina che il bambino comincia a sperimentare in se stesso. Nascono l’etica, l’autocontrollo, la volontà e
l’autonomia.
3) 4-5 anni: è quella psicosociale, autocontrollo e volontà si rafforzano. L’attività principale è il gioco nel quale il bambini sperimenta (iniziativa). Nasce il senso di colpa
4) 6-12 anni: emerge una prima forma di senso di competenza ed efficacia. Il bambino sviluppa l’industriosità. È esposto alle proprie reazioni emotive
5) 13-20 anni: fondamentale per lo sviluppo psichico e lo sviluppo di un senso d’identità stabile. La crisi d’identità nasce dai suoi tentativi di superare la confusione tra il
lasciare spazio alla propria personalità ed essere stabile rispetto agli altri. In questa fase si genera il senso di aderenza a schemi fondamentali di comportamento.
6) 20-35 anni: ha inizio l’età adulta ed il cardine è l’amore e la relazione. Il rischio è il fallimento
7) 35-60 anni: è la fase della generatività, nel caso in cui la possibilità di generare (non solo a livello fisico) venisse impedita c’è il rischio che la personalità regredisca e si
abbandoni ad un senso di vuoto, di impoverimento, un blocco che prende il nome di stagnazione
8) 60<: presuppone l’idea della personalità umana come un lungo processo evolutivo, questa fase è caratterizzata dalla dimensione conflittuale dell’integrità e della
disperazione. Giunge il momento dei bilanci che possano sfociare in una finale affermazione della propria personalità o nel senso di fallimento e rimpianto
SPITZ osservò che esistono esperienze MARGARET MAHLER basa la sua teoria sul processo di separazione-
esistenziali che rappresentano criteri individuazione. La separazione avviene con l’emergere del bambino da una
organizzatori dello sviluppo psicologico: fusione simbiotica con la madre. L’individuazione riguarda la graduale
- LA FASE PRE-OGGETTUALE: alla nascita il assunzione da parte del piccolo delle proprie caratteristiche individuali.
bambino vive una sorta di autismo e risulta Individua 4 stadi:
ripiegato su sé stesso. Non esiste 1) DIFFERENZIAZIONE E SVILUPPO DELL’IMMAGINE CORPOREA: 4-8 mesi
distinzione tra sé ed il mondo 2) LA SPERIMENTAZIONE: 8-14 mesi il bambino concentrato sulle sue funzioni
- LA FASE DELL’OGGETTO PRECURSORE: nel motorie può mostrare disinteresse per la madre
corso del 3° mese il bambino comincia a 3) IL RIAVVICINAMENTO: 14-24 mesi
riconoscere il volto umano come altro da 4) LA COSTANZA DELL’OGGETTO LIBIDICO: 3°anno, il conseguimento di
sè un’individualità definita e permanente e il raggiungimento di un relativo
- LA FASE DELL’OGGETTO LIBIDICO: il piccolo livello di costanza oggettuale.
comincia ad esprimere gioia quando sta
con persone che conosce e timore verso gli
sconosciuti
LO SVILUPPO
Verso i 2 anni avviene la separazione PSICODINAMICO,
identitaria con la madre, il bambino comincia
e dire no ed a far valere la propria volontà
SOCIALE ED EMOTIVO
PENSIERO LATERALE generativo, PENSIERO VERTICALE logico, selettivo e PENSIERO DIVERGENTE secondo J.P. PENSIERO CONVERGENTE è il
esplorativo che può fare salti ed essere sequenziale Guilford è la capacità di produrre una ragionamento logico e razionale, e
creativo, può essere adoperato per la gamma di possibili soluzioni alternative per consiste in un procedimento sequenziale
ricerca di alternative, l’entrata casuale e la una data questione. Secondo Guilford il e deduttivo, nell’applicazione meccanica
provocazione. pensiero divergente è misurato da 3 indici: di regole apprese, nell’analisi metodica
LA FLUIDITA’ (abbondanza idee prodotte), LA d’informazioni. Questo pensiero si adatta
FLESSIBILITA’ (elasticità nel pensare ad un a problemi chiusi con un’unica soluzione
diverso approccio), ORIGINALITA’ (attitudine
a formulare soluzioni uniche e personali)
DE BONO di fronte ad una problematica la nostra valutazione cambia a seconda del punto di osservazione. Possiamo immaginare di BRUNER sostiene che in educazione si
indossare un cappello diverso in base alle situazioni, assumendo un certo atteggiamento del pensiero. Si tratta di una tecnica tenda a ricompensare solo le risposte
metacognitiva utile per scorporare il flusso di pensieri che si affollano nella nostra mente permettendoci di esaminare le questioni sotto giuste, tuttavia l’insegnante dovrebbe
differenti aspetti. De Bono parla di 6 cappelli che favoriscono l’attivazione di diversi settori della mente: essere preparato ad agire in un’atmosfera
1) CAPPELLO BIANCO: analisi dei dati, raccolta delle info precedenti… pensare con questo cappello significa essere neutrali ed obiettivi, in cui anche la risposta non convenzionale
valutare soltanto ciò che è suffragato da prove. possa essere incoraggiata e apprezzata,
2) CAPPELLO ROSSO: emotività, espressione istintiva e liberatoria di intuizioni. Utilizzare questo cappello significa pensare con il cuore, perché anche se fallisse potrebbe essere
essere autorizzati a dire questa è la mia sensazione rispetto al problema» apportatrice di nuove idee. Secondo
3) CAPPELLO GIALLO: rileva gli aspetti positivi, i vantaggi, le opportunità, è l’avvocato dell’angelo, è costruttivo e fondato su una base Bruner il pensiero creativo è olistico,
logica, valuta guadagni e benefici. Il pensatore con questo cappello sogna e si fantastica mantenendo però i piedi per terra produce risposte con un’ampiezza
4) CAPPELLO NERO: è l’avvocato del diavolo. Rileva gli aspetti negativi, le ragioni per cui la cosa non può andare. L’oggetto specifico di superiore al valore delle parti mentre il
questo pensiero è la valutazione pessimistica. Si cerca di individuare in modo obiettivo ciò che è debole e falso, scorretto e pensiero convergente è algoritmico,
sbagliato. Va visto come il tentativo di inserire con imparzialità gli elementi negativi genera risposte che sono
5) CAPPELLO VERDE: indica sbocchi creativi, nuove idee, analisi e proposte migliorative. Il cappello verde serve per produrre il pensiero inequivocabilmente se stesse.
creativo. Pensare con questo cappello significa muovere un’idea per approdare ad una nuova visione. Il pensatore con il cappello
verde utilizza le tecniche del pensiero laterale che consentono di tagliare trasversalmente gli schemi dei sistemi organizzati, anziche
seguirli, per generare concetti nuovi. Per essere creativi è necessario affrontare l’ignoto e i rischi.
6) CAPPELLO BLU: stabilisce priorità, metodi, sequenze funzionali, pone domande esplorative, stabilisce le regole e conduce il gioco. È
adibito al controllo, è il direttore d’orchestra, colui che individua e mette a fuoco i problemi. Questo tipo di funzione è attiva
all’inizio, durante ed alla conclusione del processo.
HANNA SEGAL descrive l’artista come colui che vive il
dolore dell’oggetto d’amore che egli stesso ha danneggiato e si
FREUD considerava gli artisti sforza di ricreare con il gesto artistico.
precursori nella conoscenza del
mondo psichico; il talento e
l’abilità artistica sono
strettamente legati alla
sublimazione. Tutto il processo
creativo è un ponte tra la vita CARL JUNG il processo creativo si può sviluppare secondo due
fantastica del bambino e la realtà
CREATIVITA’
modalità:
all’interno della quale egli stesso è un processo 1) DI TIPO PSICOLOGICO: in cui il contenuto della produzione
crea nuovi simboli quali sostituti caratterizzato da intuizioni, originalità creativa, tratto dalla sfera della coscienza dipenderebbe da uno
di oggetti originari, appartenenti nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi; abilità scopo diretto e consapevole.
alla vita psichica dell’infanzia di definire e strutturare in un modo nuovo le 2) DI TIPO VISIONARIO: in cui il processo creativo consisterebbe
proprie esperienze e conoscenze, di in un’animazione inconscia dell’archetipo derivato
interpretare in maniera insolita e del tutto dall’inconscio alieno ed incontrollabile
personale i dati della realtà. La creatività
appartiene alla condizione stessa del vivere, in
quanto è connaturata alla maniera che ha
l’individuo di incontrarsi con la realtà esterna.
La creatività rompe con i modelli esistenti
introducendo qualcosa di nuovo.
LA PERSUASIONE è il tentativo volontario d’influenzare IL GRUPPO è costituito da individui che interagiscono tra loro con regolarità creando un’identità distinta globale.
una persona. Cialdini ha rilevato che esistono 6 elementi TEORIA DELL’IDENTITA’ SOCIALE (SIT): l’identità legata alla conoscenza dell’appartenenza dell’individuo a certi gruppi sociali ed al significato
fondamentali che possono facilitare la persuasione: LA emozionale e valutativo che risulta da tale appartenenza. Non è un fattore stabile ma può attivarsi in determinate circostanze.
RECIPROCITA’ (tendiamo a ricambiare i favori), LA GRUPPO PSICOLOGICO: deriva dalla def di un obiettivo comune, è psicologicamente significativo per i suoi membri, produce regole, criteri e credenze
SOMIGLIANZA (maggiore è la somiglianza tra target maggiore è relative all’adeguatezza di comportamenti e atteggiamenti. Il gruppo influenza atteggiamenti e comportamenti e si basa sull’interdipendenza dinamica
la possibilità che avvenga), AUTORITA’ (tendiamo ad eseguire i dei partecipanti.
comando di fonti autoritarie), RIPROVA SOCIALE (tendiamo a PROSPETTIVA INDIVIDUALISTA nega la realtà del gruppo psicologico.
riprodurre i comportamenti degli altri), SIMPATIA (tendiamo ad PROSPETTIVA INTERAZIONISTA il gruppo è puù della somma delle sue parti, è un sistema interdipendente da un punto di vista percettivo e
essere persuasi maggiormente dalle persone per cui proviamo comportamentale. Questo da luogo a nuove caratteristiche della totalità che inglobano le nostre realtà individuali e le modificano. Le proprietà
simpatia), SCARSITA’ ( la scarsità spesso determina l’urgenza di positive che emergono in genere sono COOPERAZIONE, COESIONE, LEADERSHIP. La formazione di un gruppo porta a dinamiche di favoritismo
adesione ad una possibilità che viene vista come limitata nel dell’ingroup e di discriminazione dell’outgroup. L’adesione ad un gruppo può far emergere anche fenomeni negativi quali la DEERSONALIZZAZIONE,
tempo) DIFFUSIONE DI RESPONSABILITA’, BULLISMO, GROUP THINKING (riduzione del confronto di gruppo)
FONDAMENTI DI PEDAGOGIA
LA NARRAZIONE
IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO DI PAVLOV uno stimolo IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE Thorndike studiò l’apprendimento
incondizionato (SI) determina automaticamente un riflesso per prove ed errori (puzzle box) e formulò la legge dell’effetto: si tende a
incondizionato (RI): carne -> cane saliva. ripetere i comportamenti che producono un risultato vincente, cioè
Uno stimolo neutro condizionato associandolo ad un’idea genera funzionale al nostro scopo. Skinner studiò il condizionamento tramite
una RI anche in assenza di SI: campanello (che precendentemente esperimenti (Skinner box) che dimostravano che il comportamento del
veniva suonato prima di carne) -> cane saliva. ratto era funzionale al procurarsi premi o punizioni. In realtà poiché i
In questo caso RI diventa Risposta Condizionata (RC) premi devano maggior risultato si soffermò sul fenomeno del
modellamento che consiste nello stimolare un comportamento
premiandone ogni fase.
METODO FEUERSTEIN consente di sviluppare la consapevolezza dei traguardi raggiunti durante il percorso e al termine del processo di apprendimento. Secondo Feuerstein l’apprendimento di verifica in
seguito a stimoli diretti ma soprattutto in seguito all’azione di un mediatore. Ritiene che la mancata efficacia della scuola sia imputabile a insufficienti esperienze di apprendimento mediato. Nel PAS bisogna
rispettare 3 vincoli: IL TEMPO ( lo sviluppo di esperienze di apprendimento deve essere adeguatamente lungo), IL METODO ( solo formatori esperti detti Mediatori Didattici, possono operare con successo) e IL
CONTESTO (deve esistere un ambiente favorevole e collaborativo).
PROJECT MENAGMENT
1) PROBLEM FINDING: rendersi conto del disagio
2) PROBLEM SETTING: definire il problema
3) PROBLEM ANALYSIS: scomporre il problema
BRAINSTORMING Funziona focalizzando
principale in problemi secondari
l’attenzione e la discussione del gruppo su
4) PROBLEM SOLVING: eliminare la causa
un problema specifico e lasciando libero lo
scambio comunicativo. Viene quindi
5) DECISION MAKING: decidere come agire SPAZIO COMUNICATIVO bisognerebbe
6) DECISION TAKING: passare all’azione fare a meno della cattedra e dividere la
separata la fase di produzione delle idee da
quella della loro analisi. Talvolta è classe in piccoli gruppi o disporre i banchi a
necessario ricorrere a tecniche di ferro di cavallo. L’insegnante dopo aver
negoziazione e gestione del conflitto qualora assegnato le istruzioni si chiama fuori dallo
sorgessero divergenze all’interno del gruppo scambio comunicativo, intervenendo solo se
o saper attivare il consenso interno. viene richiesto il suo aiuto
METODOLOGIE DIDATTICHE
CARL ROGERS ritiene che LA PROFESSIONALITA’ DOCENTE al centro dovrebbero esserci la competenza, l’abilità e la
TEORIA DEI SISTEMI tutto ciò che accade sul
l’apprendimento dipenda dal riflessività.
nostro pianeta è composto da aspetti, elementi e
comportamento dell’insegnante che deve INSEGNANTE RIFLESSIVO: capace di ripensare costantemente il proprio agire in un’ottica di
fattori correlati tra loro.
favorire un clima positivo di accettazione. pedagogia critica e matacognitiva.
L’apprendimento deve essere significativo COMUNICAZIONE INTERSOGGETTIVA: basata sull’ascolto attivo, badando a come si comunica oltre
TEORIA DELLA COMPLESSITA’ DI MORIN ed avere carica motivazionale e affettiva a cosa. Bisogna instaurare con l’allievo un rapporto empatico, garantire la ridondanza ed un altro
elementi che caratterizzano un approccio educativo (Montagne: «meglio una testa ben fatta livello di ricettività facendo corrispondere ad un contenuto razionale un comportamento emotivo,
complesso: che una testa ben piena»). Va stimolato individuare disturbi della comunicazione e correggerli, evitare moralismi e favorire la ricerca. Il
- IL CONTESTO: insieme di elementi che danno un coinvolgimento globale della rapporto comunicativo può venire ostacolato dalla distrazione dello studente, dalla saturazione e
senso ad un evento personalità degli allievi, un dall’inadeguatezza dei canali, da codici incompatibili.
- IL GLOBALE: insieme di parti diverse ad esso legate apprendimento che coniughi il piano INSEGNANTE AFFETTIVO si pone in maniera equidistante da autoritarismi e permessivismi, si pone
- IL MULTIDIMENSIONALE: unità complesse cognitivo, affettivo ed esperienziale, e come guida autorevole. Possiede 3 capacità essenziali: ASCOLTO ATTIVO, COMPRENSIONE
- IL COMPLESSO: deriva da complessus e significa stimoli l’autoconsapevolezza e DINAMICHE DI GRUPPO E INTROSPEZIONE
tenuto insieme l’autovalutazione nello studente, sviluppi DOCENTE INCLUSIVO: Pubblicato nel 2012 dall’Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione
Il Pensiero complesso intende la realtà come l’impegno personale, la capacità di degli alunni disabili si fonda su 4 aree:
composta di relazioni. L’ed. deve promuovere una iniziativa e l’identificazione di soluzioni 1) VALORIZZARE LA DIVERSITA’
conoscenza basata sulla capacità di riferirsi al democratiche. L’insegnante deve essere 2) SOSTENERE GLI ALUNNI
complesso in modo multidimensionale. un facilitatore con fiducia, stima e 3) LAVORARE CON GLI ALTRI
comprensione per gli studenti. 4) SVILUPPO ED AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
LA FAMIGLIA è possibile individuare almeno 3 modelli: LA SCUOLA ha un ruolo primario nel processo
- STILE REPRESSIVO: valorizza l’obbedienza, la tradizione e di formazione e socializzazione. L’apprendimento GENITORI / INSEGNANTI il rapporto tra genitori ed
il rispetto, provoca ripercussioni negative sulla è condiviso e legato alla socializzazione. insegnanti è complesso, alcuni genitori mostrano
socializzazione dei figli, che crescono in assenza di Durkheim la definisce come un microcosmo ingerenze eccessive mentre scarso interesse e poca
creatività, autonomia e competenze sociali. sociale. La classe è il primo luogo di uscita dal fiducia. Sono auspicabili esperienze di pratiche
- STILE INDULGENTE e PERMISSIVO: si mostra tollerante nucleo familiare. Ricopre un ruolo fondamentale educative parentali che consentono di sostenere le
nei confronti dei bisogni dei figli, ma al tempo stesso nei processi di differenziazione nella crescita famiglie e gli insegnanti nella ricerca di confronto e
esigente nei confronti delle aspettative di maturazione e dell’identità poiché consente al bambino di dialogo. Gli insegnanti dovrebbero in promo luogo
di responsabilità e che può generare atteggiamenti ribelli liberarsi dell’immedesimazione emotiva della aiutare le famiglie a migliorare le loro aspirazioni per i
o comportamenti aggressivi, non facilitando in tal modo il famiglia favorendo la sua autonomia e facendo figli.
conseguimento delle responsabilità in modo che assimili i valori e le norme della Le relazioni scuola famiglia possono essere di 3 tipi:
- STILE AUTOREVOLE: basato sulla reciprocità, società - LA RELAZIONE UP DOWN: l’insegnante considera i
democratico con diritti e doveri per tutti. Genitori fermi e genitori utenti cui offrire un prodotto finito, la
decisi in merito a regole ed obblighi, specificandone però relazione è formale
la necessità attraverso il dialogo e il ragionamento, - LA RELAZIONE FAMIGLIA CLIENTE: la scuola vede la
stimolando il confronto e la comunicazione. Particolare famiglia come depositaria di una certa quota di
attitudine per il vivere sociale e competenza cognitiva sapere dei figli e costruisce con lei un progetto
LA RELAZIONE SCUOLA, educativo adeguato nell’ottica dell’integrazione
INCLUSIONE riconoscimento dell’individualità di ciascuno e diritto di tutti alla partecipazione piena e attiva alla vita scolastica. Prevede la capacità di docenti ed educatori di fornire
opportunità e valorizzazione di ciascun alunno
BES
ALUNNI CON DISABILITA’ ALUNNI CON DSA ALUNNI CON ALTRI BES
L. 104/1992 L.170/2010 D.M. 27/12/2012 e C.M. 8/1023
DIRITTO AL SOSTEGNO
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (D.P.R. 24/2/94) PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (Linee Guida 2011) PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
Obbligatorio Obbligatorio
Redatto dalla scuola e dai servizi sociosanitari con la Redatto dalla scuola in accordo con le famiglie. Redatto dalla scuola in accordo con le famiglie ed
collaborazione delle famiglie Le azioni definite dal PDP devono essere coerenti con le eventuale contributo di esperti. Tiene conto
Le azioni definite dal PEI devono essere coerenti con le indicazioni espresse nella Certificazione DSA consegnata dell’esistenza di diagnosi. La scuola è libera di costruire
indicazione di DF e PDF. alla scuola. modelli o strumenti che ritiene più efficaci.
PAI strumento programmatorio predisposto dal GLI con cui la scuola fa il punto del processo di inclusività messo in campo. Deve preventivare richieste di fondi. È dinamico e flessibile
PI Piano d’inclusione, documento con il quale sono definite le modalità per l’utilizzo coordinato della risorse e gli interventi di miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica. Viene
predisposto ogni anni nell’ambito del Piano dell’Offerta formativa. Viene definito dal CD sulla base della programmazione proposta dal Gli con il supporto di studenti, genitori e associazioni.
GLI Ha il compito di: Rilevazione dei BES, Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi attivati anche in rete, Focus e confronto sui casi, consulenza e supporto ai
colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi, Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola, Raccolta e coordinamento delle proposte del GLH,
elaborazione dei PAI riferito a tutti gli alunni BES, essere punto di contatto tra CTS e servizi sociosanitari per ottimizzare le risorse.
LA DISLESSIA si manifesta come una difficoltà di LA DISGRAFIA è un disturbo specifico della
lettura in relazione all’età anagrafica. Caratteristiche: scrittura legato agli aspetti grafico-formali ed è LA DISORTOGRAFIA è un disordine di transcodifica
lettura stentata, difficoltà a riconoscere grafemi collegata al momento motorio della prestazione. del testo scritto che viene attribuito ad un deficit di
diversamente orientati, difficoltà di riconoscimento di Caratteristiche: scrittura irregolare, impugnatura funzionamento delle componenti centrali del
suoni simili, omissione di grafemi e sillabe, omissione di scorretta, posizione del corpo non corretta, difficoltà processo di scrittura, responsabili della transcodifica
parole, salti da una riga all’altra, omissione di doppie a gestire lo spazio grafico, inversioni della del linguaggio orale in scritto
direzionalità del gesto nell’atto di scrivere,
dimensioni irregolari dei caratteri
LA CLASSIFICAZIONE ICF classifica il DDAI e l’ADHD nell’ambito dei disturbi ipercinetici. I bambini vanno spesso incontro a problemi disciplinari per infrazioni dovute a mancanza di
riflessione piuttosto che disobbedienza. E’ comune una compromissione cognitiva. Complicazioni secondarie sono il comportamento antisociali e la scarsa autostima.
MULTICULTURALITA’ descrive la presenza di LE DICHIARAZIONI INTERNAZIONALI
diverse culture nello stesso spazio. Si tratta di un - 1948 DICHIARAZIONE DEI DIRITTI UMANI: diritto all’istruzione diventa diritto fondamentale
processo STATICO - 1959 DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DEL FANCIULLO: diritto all’istruzione tutelato e riconosciuto fondamentale
- 1992 TRATTATO DI MAASTRICHT: dimensione europea della formazione intesa come risorsa e come sfida sociale
- 2000 STRATEGIA DI LISBONA: scuola perno per lo sviluppo di competenze significative. Accesso a tutti, lifelong learning
INTERCULTURALITA’ indica uno scambio tra - 2010 EUROPA 2020: crescita intelligente, sostenibile e solidale. Educazione di qualità, equa, inclusiva e apprendimento per
culture che ha come risultato un arricchimento tutti.
reciproco. Si tratta di un processo DINAMICO
LA NORMATIVA ITALIANA
SCUOLA E CLASSE MULTICULTURALE
formate da alunni che hanno appartenenze
LA SCUOLA - COSTITUZIONE: diritto allo studio e all’istruzione per
tutti
linguistiche, etniche o religiose diverse DELL’INTEGRAZIONE - PROGRAMMI ELEMENTARI 1985: educazione alla
MULTICULTURALE convivenza democratica
- CIRCOLARE MINISTERIALE 205/1990: introduce il
PROGETTO PEDAGOGICO MULTICULTURALE concetto di educazione interculturale
posizione a favore della coesistenza di gruppi - ORIENTAMENTI PER LA SCUOLA MATERNO 1991: parla
di culture diverse, gli uni accanto agli altri, di integrazione costruttiva del diverso da se
come una sorta di mosaico ma senza LINEE GUIDA DEL 2014 - CIRCOLARE MINISTERIALE 160/2001: corsi e iniziative
connessioni tra loro Prevedono nel dettaglio: per minori stranieri
- Alunni con cittadinanza non italiana sono il 9% del - CIRCOLARE MINISTERIALE 24/2006: linee guida per
PROGETTO PEDAGOGICO totale ma il dato è in crescita l’accoglienza e l’integrazione
INTERCULTURALE basato sul confronto - Alunni con ambiente familiare non italiofona - INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DEL PRIMO
e sullo scambio tra culture diverse, che si - Minori non accompagnati CICLO DEL 2012: valorizzazione della diversità
sviluppa nella prospettiva del principio di - Alunni figli di coppie miste - OSSERVAORIO NAZIONALE PER L’INTEGRAZIONE DEGLI
convivenza democratica e implica un - Alunni arrivati per adozioni internazionali STUDENTI E PER L’INTERCULTURA 2014
arricchimento reciproco. - Alunni rom, sinti e caminanti - INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI DEL 2017:
Le linee guida hanno previsto: impegno interculturale organizzato intenzionalmente a
- Lo stanziamento di apposite risorse finanziarie prescindere dalla presenza di alunni stranieri.
LA PEDAGOGIA INTERCULTURALE si - La realizzazione di accordi di rete tra le scuole e gli enti
sviluppa come pedagogia compensativa, locali. Gli uffici scolastici possono decidere quanti
volta a facilitare il recupero di abilità e alunni accogliere ma non dovranno superare il 30%
capacità da parte di un individuo per - Per migliorare la conoscenza della lingua italiana
renderne più rapido il percorso di possono essere istituiti corsi di potenziamento
inserimento.
PROGETTI DI EDUCAZIONE INTERCULTURALI il progetto L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO
interculturale nella scuola può assumere diverse forme e COME SECONDA LINGUA L2 gli LINEE DI AZIONE PER L’INTEGRAZIONE INTERCULTRALE si
articolazioni: obiettivi di questa prima fase sono: tratta di strategie che vedono come destinatari diretti gli
- LA SCUOLA REALIZZA UN EVENTO - Capacità di ascolto e produzione alunni di cittadinanza non italiana e le loro famiglie. Sono
- LA SCUOLA PRATICA L’INTERCULTURA ATTRAVERSO LA orale riconducibili a quest’area:
DIDATTICA DI UNA DISCIPLINA - Acquisizione delle strutture - LE PRATICHE DI ACCOGLIENZA E INSERIMENTO NELLA
- LA SCUONA RIFONDA I CURRICOLI IN CHIAVE INTERCULTURALE linguistiche di base SCUOLA
- LA SCUOLA PROGRAMMA ATTIVITA’ AGGIUNTIVE - La capacità tecnica di letto- - L’APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO COME SECONDA
scrittura LINGUA
DPR 394/1999: fornisce criteri ed indicazioni per l’iscrizione e - LA VALORIZZAZIONE DEL PLURILINGUISMO
l’inserimento degli alunni con cittadinanza straniera rimettendo al - LA RELAZIONE CON LE FAMIGLIE STRANIERE E
CdI ed al CD la responsabilità per un corretto inserimento L’ORIENTAMENTO
INDICAZIONI NAZIONALI 2012: stesse condizioni di istruzione ed
obbligo scolastico. Possibilità di attivare percorsi individualizzati e LA SCUOLA Sono invece rivolti agli attori che operano sulla scena
educativa:
personalizzati DELL’INTEGRAZIONE - LE RELAZIONI A SCUOLA E NEL TEMPO EXTRASCOLASTICO
CIRCOLARE MINISTERIALE 8/2013: ha chiarito che gli alunni
stranieri necessitano di interventi didattici relativi MULTICULTURALE - LE DISCRIMINAZIONI E I PREGIUDIZI
- LE PROSPETTIVE INTERCULTURALI NEI SAPERI E NELLE
all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale di un PDP COMPETENZE.
L. 107/2015: percorsi di orientamento x studenti stranieri,
laboratori linguistici x lingua italiana. Disciplina la valutazione. INSERIMENTO A SCUOLA nella fase di accoglienza entrano in gioco diversi fattori:
- CONOSCITIVO: ricostruire la storia personale, scolastica e linguistica del bambino
ALUNNI STRANIERI ADOTTATI possono presentare difficoltà - AMMINISTRATIVO: sulla base degli elementi raccolti lo si inserisce nella classe più adeguata
maggiori rispetto agli alunni stranieri perché spesso arrivano da - RELAZIONALE: si stabilisce un patto educativo con le famiglie
esperienze particolarmente sfavorevoli e subiscono un totale - PEDAGOGICO-DIDATTICO: vengono rilevati i bisogni linguistici e di apprendimento, le competenze e i saperi
distacco dal paese d’origine. Le aree critiche di intervento sono: - ORGANIZZATIVO: vengono predisposti i dispositivi più efficaci
- BAMBINI CON DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO È possibile avvalersi di mediatori culturali o interpreti
- BAMBINI DI DIFFICOLTA’ PSICO-EMOTIVA
- SCOLARIZZAZIONE NEI PAESI DI ORIGINE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI è un documento deliberato dal CD diretto a rispondere alle
- BAMBINI SPECIAL NEEDS esigenze di integrazione degli alunni stranieri, contiene criteri, principi, indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento
- PREADOLESCENZA E ADOLESCENZA degli alunni stranieri, definisce compiti e ruoli dei docenti e del personale amministrativo dell’istituto scolastico, delinea
- ITALIANO COME L2 il contributo dei facilitatori di italiano L2 e dei mediatori linguistici. Va inserito nel Ptof.
- IDENTITA’ ETNICA
Il MIUR ha identificato 3 aree di intervento: COMMISSIONE DI ACCOGLIENZA è composta da Docenti Referenti, personale di segreteria, DS, mediatori e/o
L’AMBITO AMMINISTRATIVO BUROCRATICO, L’AMBITO operatori interculturali. Ha il compito di vigilare sull’attuazione del Protocollo di accoglienza, esamina la documentazione
COMUNICATIVO RELAZIONALE, LA CONTINUITA’ raccolta dalla segreteria all’atto dell’iscrizione, effettua un colloquio con la famiglia, fornisce info sull’organizzazione della
scuola, stabilisce la classe di inserimento.
BULLISMO è un comportamento aggressivo ripetuto nel tempo contro un individuo con l’intenzione di ferirlo fisicamente o
DEVIANZA alla base della devianza
moralmente è caratterizzato da certe forme di abuso con le quali una persona tenta di esercitare un potere su un’altra persona.
giovanile ci sono molteplici fattori il cui iter di
Può manifestarsi con l’uso di soprannomi offensivi, di insulti verbali o scritti, escludendo la vittima da certe attività, da certe forme
disagio crea una struttura profonda e
di vita sociale, con aggressioni fisiche o angherie. I bulli possono talvolta agire in questo modo per essere popolari o per essere
generalizzata. Il passaggio alla devianza spesso
considerati duri o per attirare l’attenzione. Possono anche essere spinti dalla gelosia o agire in questo modo perché sono a loro
avviene in età adolescenziale con i
volta vittime di bullismo.
comportamenti di violazione sistematica e
Il problema del bullismo si configura come un fenomeno estremamente complesso, non riducibile solo alla condotta di singoli ma
consapevole di norme e aspettative sociali. Il
che riguarda il gruppo dei pari nel suo insieme. Gli atti di bullismo possono essere di varia natura, fisica, verbale, psicologica. Tutti
rischio è trattare come caratteristiche devianti
hanno lo stesso obiettivo isolare la vittima escludendola dal gruppo, indebolendola dal punto di vista psicologico. Esistono 2
atteggiamenti occasionali e sporadici che
forme di bullismo, quello diretto in cui sono evidenti le prepotenze fisiche e/o verbali. Più facilmente individuabile. Quello
creino il fenomeno dell’etichettamento e della
indiretto in cui il bullo non affronta direttamente la vittima ma agisce diffondendo dicerie, calunnie e pettegolezzi sul condo della
profezia che si autoadempie. L’espressione di
stessa.
forme d aggressività e violenza fisica è
Nel bullismo vi è una relazione diretta tra il bullo e la vittima addirittura un’interdipendenza. Il bullo è apparentemente sicuro di sé
veicolata talvolta anche da una serie di
e tende ad ostentare la sua supremazia di fronte ai coetanei. La vittima può essere passiva, provocatrice o collusa.
modelli propagati dai mass media e
predisposti come vincenti e come valida
alternativa al dialogo
IL CYBERBULLISMO è una forma di bullismo indiretto che
BULLISMO, DEVIANZA E si manifesta attraverso i social sfruttandone la capacità di
OSSERVAZIONE osservare vuol dire rilevare le esigenze e le abilità dei bambini. Può VALUTAZIONE ha lo scopo di segnalare conquiste e lacune. Può
essere: essere:
- OCCASIONALE: effettuata in modo non intenzionale - PREDITTIVA: effettuata all’inizio dell’anno, procede con la
- SISTEMATICA: delimita il campo di osservazione, può avvalersi di schede di programmazione adeguandone gli interventi rispetto agli obiettivi
osservazione che consentono di annotare gli eventi educativi nel momento in cui stabiliti
accadono, sono utili per individuare tratti evolutivi caratteristici e competenze - FORMATIVA: riguarda l’apprendimento degli alunni, con il compito di
orientare gli obiettivi della programmazione affinchè ognuno giunga a
possedere le stesse abilità.
VERIFICA attraverso la verifica si accertano gli esiti dell’apprendimento di abilità e - SOMMATIVA: verifica le abilità acquisite al termine dell’anno
conoscenze da parte dei bambini ed è possibile riscontrare se i programmi, i metodi e la scolastico
didattica siano stati efficaci. Le prove di verifica devono essere misurate sotto forma di La riflessione critica sulla didattica è importante perché consente di
punteggio utilizzando le tassonomie, metodi di classificazione che riguardano campi di offrire agli alunni una scuola che si connoti sempre più come servizio di
abilità come quelle cognitive, affettive e comportamentali: elevata qualità, al cui centro vi sia l’allievo ed i suoi bisogni.
- BLOOM: gli apprendimenti vanno dai più semplici ai più complessi e sono divisi in 6 LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI deve essere pensata nel
categorie contesto del percorso delineato dal protocollo di Accoglienza. La
- GAGNE’: composta da 8 comportamenti gerarchizzati e propedeutici valutazione iniziale coincide con l’accoglienza. La famiglia è informata
- GUILFORD: modello a 3 dimensioni: operazioni, contenuti e prodotti. sulla necessità di un PDP. È fondamentale poi privilegiare una valutazione
- FRABBONI: tavola che racchiude le 3 sopra formativa che considera e misura i progressi tenendo conto della
situazione di partenza, della motivazione, dell’impegno e delle
potenzialità
DOCUMENTAZIONE l’attività di documentazione ha la funzione di custodire tracce di LA VALUTAZIONE DEGLI ALLIEVI DISABILI dev’essere effettuata da tutti
un lavoro e conservare la memoria delle esperienze svolte. Per realizzare una buona i docenti e deve avvenire sulla base del PEI. In caso di ritardo mentale
documentazione servono due condizioni essenziali: significativo è possibile un percorso didattico differenziato che però non
a) Cosa documentare consente il rilascio di un titolo di studio. Serve l’accordo con la famiglia
b) Scegliere gli aspetti significativi in rapporto all’obiettivo fissato in modo che siano LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON PDP per la valutazione degli
RAPPRESENTATIVI, PERTINENTI e COERENTI. alunni DSA si fa riferimento a due fonti normative il DPR 122/2009 che
Nella documentazione bisogna tener presente: indica che la valutazione deve tener conto delle situazioni soggettive e
1. CHI DOCUMENTA non aver menzione sul diploma e il D.M. 5669/2011 che indica una
2. PER CHI valutazione scolastica coerente con il PDP.
3. COSA Per gli alunni con altre situazioni BES la scuola può intervenire tramite il
4. COME consiglio di classe, prevedendo l’uso di strumenti compensativi. Negli
5. CONTESTI DI UTILIZZO DELLA DOCUMENTAZIONE RACCOLTA esami di stato non sono previste differenziazioni.
Esempi: album personale, cartelloni, archivio della memoria, diario di bordo…
DISTURBO DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE
marcata compromissione dello sviluppo della DISTURBO DA MOVIMENTI STEREOTIPATI è una patologia nella quale
coordinazione motoria. I bambini più piccoli possono l’individuo effettua movimenti ripetitivi che interferiscono con la
presentare goffaggine e ritardo nel raggiungimento delle normale attività e che diventano più intensi sotto stress
tappe fondamentali dello sviluppo motorio, i più grandi
presentano difficoltà di motricità fine. Viene evidenziato tra
i 5 e i 10 anni ed il discorso è variabile
DISTURBI D’ANSIA
E FOBIE IN ETA’
EVOLUTIVA
LE FOBIE paura o ansia intensa verso un oggetto o una situazione, paura immotivata o sproporzionata alla situazione reale. Gli elementi caratterizzanti sono l’angoscia nei confronti
dell’oggetto o dell’evento, l’ansia anticipatoria e l’evitamento.
- FOBIE SPECIFICHE: paura marcata provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazioni specifiche. Può emergere come scoppi d’ira, irrigidimento o aggrapparsi.
Appartengono a questa tipologia di fobie: ANIMALI, AMBIENTE NATURALE, SANGUE – INIEZIONI – FERITE, SITUAZIONI (ascensori, ponti…), ALTRE (ipocondria…)
- FOBIE SECONDO IL MODELLO COGNITIVO-EMOTIVO-COMPORTAMENTALE: si originano per apprendimento con meccanismi di condizionamento o imitazione. I più frequenti sono i
processi di generalizzazione responsabili di un ampliamento delle situazione fobogene vi sono poi le paure innate proprie della memoria di specie (estranei…)
- FOBIE IN ETA’ EVOLUTIVA: 0-4 anni PAURE ARCAICHE ( corrispondono all’incapacità di elaborare l’angoscia); >4-8 anni FOBIE DI AMPIA VARIABILITA’ (agorafobia, fobia per la scuola,
claustrofobia, fobie ossessive)
- FOBIE SOCIALI: timore irrazionale per situazioni che possono comportar sentimenti di umiliazione derivanti dal giudizio degli altri. Sono utili strategie comportamentali per
l’acquisizione di social skill
- IL DISTURBO DA ATTACCO DI PANICO: è all’origine di episodi di ansia acuta come tachicardia, fame d’aria, mal di stomaco, sensazione di angoscia. È dipendente da fattori inconsci e
avviene anche nel sonno.
DISTURBO ESPLOSIVO INTERMITTENTE episodi discontinui di
incapacità a controllare gli impulsi aggressivi che producono azioni
molto gravi e lesioni della proprietà
IDENTITA’ SESSUALE
E DISFORIA DI
GENERE