Sei sulla pagina 1di 26

Sentenza n. 71/2021 pubbl.

il 22/07/2021
RG n. 518/2020

N. R.G. 518/2020

REPUBBLICA ITALIANA
TRIBUNALE ORDINARIO DI TRENTO
sezione lavoro

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
Il Tribunale, in funzione di giudice del lavoro, nella persona fisica del magistrato dott.

Giorgio Flaim pronunzia la seguente

SENTENZA

nella causa per controversia in materia di lavoro promossa con ricorso depositato in data

1.12.2020

d a

NIANG TALLA

rappresentato e difeso dall’avv. Giovanni Guarini

pec giovanni.guarini@pec.it

ricorrente

c o n t r o

pagina 1 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

ESSE CARNI SOCIETA’ COOPERATIVA a r.l.

rappresentata e difesa dall’avv. Geny Cipolletta

pec genycipolletta@avvocatinapoli.legalmail.it

convenuta

CONCLUSIONI DI PARTE RICORRENTE

“In via principale

accertare l’illegittimità, l’inefficacia, la nullità del licenziamento intimato al ricorrente

in data 31.3.2020 in quanto discriminatorio e ritorsivo, per “rappresaglia” e per

motivo illecito ex art. 1345 c.c.

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
conseguentemente dichiarare tenuta e condannare la resistente a reintegrare il

lavoratore nel posto di lavoro, indipendentemente dal motivo formalmente addotto,

ferma la facoltà del dipendente licenziato di chiedere al datore di lavoro, in

sostituzione della reintegra nel posto di lavoro, un’indennità pari a quindici mensilità

dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto

pari a € 2.072,55 (1 mensilità retribuzione), la cui richiesta determina la risoluzione

del rapporto di lavoro, e che non è assoggettata a contribuzione previdenziale.

Conseguentemente condannare la resistente al risarcimento del danno subito dal

lavoratore per il licenziamento di cui sia stata accertata la nullità e l'inefficacia,

stabilendo a tal fine un'indennità commisurata all'ultima retribuzione di riferimento

per il calcolo del trattamento di fine rapporto, corrispondente al periodo dal giorno del

licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, dedotto quanto percepito, nel

periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative, in misura in

ogni caso non inferiore a cinque mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il

pagina 2 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

calcolo del trattamento di fine rapporto pari a € 2.072,55 (1 mensilità), con condanna,

altresì, al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

In via di subordine:

accertare e dichiarare illegittimo, nullo e/o annullabile nonché ingiustificato il

licenziamento irrogato in data 31.3.2020 perché privo di giusta causa, manifestamente

insussistente, essendo il fatto posto a base del licenziamento;


conseguentemente, essendo direttamente dimostrata in giudizio l'insussistenza del fatto

materiale contestato al lavoratore, annullare il licenziamento e condannare la

resistente alla reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro e al pagamento di

un'indennità risarcitoria commisurata all'ultima retribuzione di riferimento per il

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
calcolo del trattamento di fine rapporto pari a € 2.072,55 (1 mensilità) corrispondente

al periodo dal giorno del licenziamento fino a quello dell'effettiva reintegrazione, oltre

al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento

fino a quello dell'effettiva reintegrazione, o la maggiore o minore somma che sarà

ritenuta equa.

In via di ulteriore subordine:

dichiarare e condannare la resistente al pagamento di un'indennità di importo pari 36

mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine

rapporto pari a € 2.072,55 (1 mensilità) o comunque la maggiore o minore somma che

il Giudice riterrà equa oltre al pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso pari

a 15 giorni di retribuzione ex art. 56 CCNL (doc. 19) e calcolata ex art. 2121 cc pari ad

€ 831,21 (doc. 21).

In via di estremo subordine qualora controparte dimostrasse la dimensione aziendale

sotto i 15 dipendenti:

pagina 3 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

dichiarare e condannare la resistente al pagamento di un'indennità di importo pari 6

mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine

rapporto pari a € 2.072,55 (1 mensilità) o comunque la maggiore o minore somma che

il Giudice riterrà equa, oltre al pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso pari

a 15 giorni di retribuzione ex art. 56 CCNL (doc. 19) e calcolata ex art. 2121 cc pari ad

€ 831,21 (doc. 21).


Oltre alla rifusione delle spese del presente giudizio ed oneri di legge aumentate fino al

30% ex Decreto Ministero della Giustizia 8 marzo 2018, n. 37 con distrazione allo

scrivente patrono antistatario”

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
CONCLUSIONI DI PARTE CONVENUTA

“Accertare e dichiarare, che il rapporto di lavoro tra il Niang Talla è la Esse Carni

Società Cooperativa A R.L. in liquidazione è stato risolto per “giusta causa” per tutti

gli episodi sopra descritti e che qui si intendono per tra-scritti e riportati;

accertare e dichiarare che la risoluzione del rapporto di lavoro tra il Niang Talla e la

Esse Carni Società Cooperativa A R.L. in liquidazione già Esse Carni Società

Cooperativa a R.L., non è stato assolutamente basato su motivo illecito determinante

ex art. 1345 cc ossia licenziamento discriminatorio;

accertare e dichiarare che nulla è dovuto al Niang Talla dalla Esse Carni Società

Cooperativa A R.L., in persona del legale rapp.te p.t., per qualsivoglia titolo ed in

particolar modo per l’attività lavorativa espletata dal 15.04.2019 al 31.03.2020 in

quanto la società datoriale ha già corrisposto tutte le spettanze a lui dovute, come

ampiamente e documentalmente provato;

pagina 4 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

accertare e dichiarare assolutamente illegittima qualsiasi pretesa avanzata da Niang

Talla nei confronti della Esse Carni Società Cooperativa A R.L., per tutti i motivi e le

circostanze sopra evidenziati, che si intendono qui per ripetuti e trascritti;

accertare e dichiarare che la Esse Carni Società Cooperativa A R.L., ha provveduto a

versare tutto quanto dovuto ai fini previdenziali, assistenziali e quant’altro per

l’attività effettivamente e realmente prestata.


Con vittoria di spese, diritti ed onorari con attribuzione al sottoscritto procuratore per

fattone anticipo”

MOTIVAZIONE

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
il licenziamento intimato al ricorrente dalla società datrice
Il ricorrente NIANG TALLA –

premesso di aver lavorato alle dipendenze della società convenuta ESSE CARNI s.c. a

r.l., con inquadramento nel quinto livello CCNL per i lavoratori dipendenti da aziende

cooperative di trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici e lavorazione prodotti

alimentari e con mansioni di macellaio –

impugna il “licenziamento per giusta causa” a lui intimato dalla società datrice con lettera

del 31.3.2020 (doc. 3 fasc. ric.) in relazione agli addebiti contestati con lettera del

9.3.2020 (doc. 1 fasc. ric.) del seguente tenore:

“…in data 6.3.2020 nello stabilimento sito in Mezzocorona Tn, via Canè, il suo

responsabile, sig.re Handun Ruwan Mahesh Rathnakantha, notava che Lei, invece di

effettuare la mansione di addetto alla pulizia di carni e fesa stava svolgendo altra

mansione e cioè quella di disossazione della carne tipo prosciutto. Pertanto alla richiesta

del suo responsabile di spostarsi per riprendere la mansione per la quale è stato assunto

Lei afferrava un grande coltello da macellaio e glielo puntava vicino alla bocca
pagina 5 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

minacciandolo con le testuali parole: tu non devi dirmi cosa devo fare sennò ti

ammazzo…ed ancora: ti aspetto fuori per fare casino.

Tale Suo comportamento, oltre ad essere in palese violazione delle norme del CCNL di

riferimento, reca un grave pregiudizio alla sicurezza e all'incolumità dei colleghi di

lavoro, nonché alla disciplina, alla morale, all'organizzazione e gestione dell'attività

della nostra Società e costituisce altresì un gravissimo atto di insubordinazione…”.

le domande proposte dal ricorrente


In ordine al licenziamento a lui intimato il ricorrente NIANG TALLA propone:

1)

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
domanda di accertamento della nullità del licenziamento “in quanto discriminatorio e

ritorsivo, per “rappresaglia” e per motivo illecito ex art. 1345 c.c.” (in realtà nella

narrativa del ricorso limita la sua analisi al carattere ritorsivo (o per rappresaglia) quale

motivo illecito ex art. 1345 cod.civ., mentre non indica alcun fattore di protezione dalle

discriminazioni, né tratta le specifiche questioni afferenti il licenziamento

discriminatorio1);

1
Di recente la Suprema Corte ha specificato (Cass. 5.4.2016, n. 6575;) che il motivo discriminatorio
discende direttamente dalla violazione oggettiva di specifiche norme di diritto europeo (direttiva
2000/43/CE del 29.6.2000 sull'attuazione del principio della parità di trattamento fra le persone
indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica; direttiva n. 2000/78/CE del 27.11.2000 per la parità di
trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro; direttiva n. 2006/54/CE del 5.7.2006
relativa al principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di
occupazione e impiego) ed interno (d.lgs. 9.7.2003, n. 215 per la parità di trattamento tra le persone
indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica; d.lgs. 9.7.2003, n. 216 per la parità di trattamento in
materia di occupazione e di condizioni di lavoro; d.lgs. 11.4.2006, n. 198 e d.lgs. 25.1.2010, n. 5 in tema di
pari opportunità e parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego; in ordine
al licenziamento discriminatorio: art. 4 L. 15.7.1966, n. 604; art. 15 St.lav.; art. 3 L. 11.5.1990, n. 108)),
secondo le quali la discriminazione opera in modo oggettivo e consiste in un trattamento deteriore riservato
al lavoratore in conseguenza del fatto di appartenere ad una categoria protetta tipizzata (età, genere, razza o
origine etnica orientamento sessuale, handicap, lingua, convinzioni religiose o politiche o personali,) e a
prescindere da ogni intenzione datoriale di vessarlo per le stesse ragioni.
Inoltre ha precisato (nello stesse senso in precedenza Cass. 5.6.2013, n. 14206;) che la nullità degli atti di
gestione del rapporto di lavoro (compreso il licenziamento), che deriva dal divieto di discriminazione
pagina 6 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

chiede l’applicazione della tutela ex art. 2 co.1 e 2 d.lgs. 4.3.2015, n. 23;

2)

in subordine:

domanda di annullamento del licenziamento per difetto della giusta causa, in ragione

dell’ “insussistenza del fatto materiale contestato”:

chiede l’applicazione della tutela ex art. 3 co. 2 d.lgs. cit.;


3)

in ulteriore subordine:

domanda di accertamento dell’illegittimità del licenziamento per difetto della giusta

causa addotta;

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
chiede l’applicazione della tutela ex art. 3 co. 1 d.lgs. cit., in subordine della tutela e art.

3 co.1 e 9 d.lgs. cit.

discende ex se dalla violazione di specifiche norme di diritto interno ed europeo, di talché la condotta
discriminatoria, operando obiettivamente, a differenza del motivo illecito, è idonea di per sé sola a
determinare la nullità dell’atto adottato in conseguenza della condotta tale sua efficacia viziante non è
esclusa dalla concorrenza di ragioni lecite.
Nell’ambito delle specifiche norme che tutelano contro le discriminazioni, è fondamentale sottolineare il
carattere tipico dei fattori di protezione introdotti dal legislatore a tutela di specifiche categorie (come si è
appena visto: età, genere, razza o origine etnica orientamento sessuale, handicap, lingua, convinzioni
religiose o politiche o personali).
Ad avviso della Suprema Corte (Cass. 27.9.2018, n. 23338; Cass. 5.6.2013, n. 14206;), in forza
dell'attenuazione del regime probatorio ordinario introdotta per effetto del recepimento delle direttive n.
2000/78/CE, n. 2006/54/CE e n. 2000/43/CE, così come interpretate dalla CGUE (sentenze 17.7.08,
C303/06 Colemann, 10.7.08 C-54/07 Feryn, 16.7.15 C- 83/14 Chez), incombe sul lavoratore l'onere di
allegare e provare il fattore di rischio, il trattamento che assume come meno favorevole rispetto a quello
riservato a soggetti in condizioni analoghe e non portatori del fattore di rischio, deducendo una correlazione
significativa fra questi elementi che rende plausibile la discriminazione; il datore dei lavoro deve dedurre e
provare circostanze inequivoche, idonee a escludere, per precisione, gravità e concordanza di significato, la
natura discriminatoria del recesso, in quanto dimostrative di una scelta che sarebbe stata operata con i
medesimi parametri nei confronti di qualsiasi lavoratore privo del fattore di rischio, che si fosse trovato
nella stessa posizione.

pagina 7 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

le ragioni della decisione


1)

in ordine alla domanda di accertamento della nullità del licenziamento perché

ritorsivo (premessa)

Il ricorrente propone domanda di accertamento della nullità del licenziamento “in quanto

e ritorsivo, per “rappresaglia” e per motivo illecito ex art. 1345 c.c.”


Orbene, ad avviso della Suprema Corte il licenziamento per ritorsione costituisce

l'ingiusta e arbitraria reazione a un comportamento legittimo del lavoratore colpito o di

altra persona a lui legata e pertanto accomunata nella reazione, con conseguente nullità ex

art. 1345 cod.civ. del licenziamento, quando la finalità ritorsiva abbia costituito il motivo

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
esclusivo e determinante dell’atto espulsivo (ex multis, anche di recente, Cass. 3.12.2019,

n. 31527; Cass. 17.1.12019, n. 1195; Cass. 19.11.2018, n. 29764; Cass. 3.12.2015, n.

24648; Cass. 18.3.2011, n. 6282;).

Ne consegue che, allorquando il lavoratore alleghi che il licenziamento gli è stato

intimato per un motivo illecito esclusivo e determinante ex art. 1345 cod.civ., il datore di

lavoro non è esonerato dall'onere di provare, ai sensi dell'art. 5 L. 15.7.1966, n. 604,

l'esistenza della giusta causa o del giustificato motivo del recesso; quindi l’indagine in

ordine alla sussistenza nonché al carattere esclusivo e determinante del motivo ritorsivo

dovrà essere condotta successivamente a quella concernente il presupposto giustificativo

addotto dalla società datrice a fondamento del licenziamento intimato e solo nell’ipotesi

di accertata insussistenza della stessa; diversamente, infatti, il motivo ritorsivo non

sarebbe, per forza di cose, esclusivo e determinante e quindi non renderebbe nullo il

negozio estintivo.

In questo senso si è pronunciata di recente la Suprema Corte (Cass. 23.9.2019, n. 23583;

Cass. 4.4.2019, n. 9468), la quale ha statuito con cristallina chiarezza: “Per accordare la
pagina 8 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

tutela prevista per il licenziamento nullo [L. n. 300 del 1970, art. 18, comma 1… [oggi

anche d.lgs. 23/2015 art. 2], perché adottato per motivo illecito determinante ex art. 1345

c.c., occorre che il provvedimento espulsivo sia stato determinato esclusivamente da esso,

per cui la nullità deve essere esclusa se con lo stesso concorra un motivo lecito, come

una giusta causa (art. 2119 c.c.) o un giustificato motivo (L. n. 604 del 1966, ex art. 3). Il

motivo illecito può ritenersi esclusivo e determinante quando il licenziamento non


sarebbe stato intimato se esso non ci fosse stato, e quindi deve costituire l'unica effettiva

ragione del recesso, indipendentemente dal motivo formalmente addotto. L'esclusività sta

a significare che il motivo illecito può concorrere con un motivo lecito, ma solo nel senso

che quest'ultimo sia stato formalmente addotto, ma non sussistente nel riscontro

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
giudiziale. Il giudice, una volta riscontrato che il datore di lavoro non abbia assolto gli

oneri su di lui gravanti e riguardanti la dimostrazione del giustificato motivo oggettivo,

procede alla verifica delle allegazioni poste a fondamento della domanda del lavoratore

di accertamento della nullità per motivo ritorsivo, il cui positivo riscontro giudiziale dà

luogo all'applicazione della più ampia e massima tutela prevista dalla L. n. 300 del 1970,

art. 18. comma 1 [oggi anche d.lgs. 23/2015, art.2]. Dunque, in ipotesi di domanda

proposta dal lavoratore che deduca la nullità del licenziamento per il suo carattere

ritorsivo, la verifica di fatti allegati dal lavoratore richiede il previo accertamento della

insussistenza della causale posta a fondamento del recesso, che risulti solo allegata dal

datore, ma non provata in giudizio, poiché la nullità per motivo illecito ex art. 1345 c.c.

richiede che questo abbia carattere determinante e che il motivo addotto a sostegno del

licenziamento sia solo formale e apparente…”

In definitiva, l’indagine in ordine alla sussistenza nonché al carattere esclusivo e

determinante del motivo ritorsivo addotto dovrà essere condotta successivamente a quella

concernente il presupposto giustificativo posto dalla società datrice a fondamento del


pagina 9 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

licenziamento intimato (qui giusta causa) e solo nell’ipotesi di accertata insussistenza

dello stesso (diversamente, infatti, il motivo ritorsivo non sarebbe, per forza di cose,

esclusivo e determinante e quindi non renderebbe nullo il negozio estintivo).

2. in ordine alla domanda di annullamento del licenziamento de quo per difetto della

giusta causa
Il ricorrente propone (in via subordinata) domanda di annullamento del licenziamento de

quo per difetto della giusta causa, in ragione dell’ “insussistenza del fatto materiale

contestato”, chiedendo l’applicazione della tutela ex art. 3 co. 2 d.lgs. 23/2015.

a)

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
In primo luogo è opportuno evidenziare come la condotta addebitata al ricorrente appaia,

nella sua eccessiva linearità e semplicità, intrinsecamente inverosimile.

Infatti è inevitabile domandarsi per quale motivo un lavoratore, quale il ricorrente – la

cui salute mentale risulta integra e comunque non emergono nel presente giudizio

elementi idonei a coltivare in proposito anche il minimo dubbio – avrebbe reagito in

modo così grave (afferrare un coltello e puntarlo vicino alla bocca del superiore,

minacciandolo di morte) e plateale (nel bel mezzo del reparto, in presenza degli altri

colleghi di lavoro - oltre una ventina secondo il teste Marigliano) solo perché il suo

diretto superiore Ruwan gli avrebbe ordinato di svolgere una mansione (pulizia di carni e

fese) diversa da quella che stava espletando (disossatura).

L’inverosimiglianza appare ancora più plausibile se si considerano le seguenti

circostanze, che sono emerse dall’istruttoria testimoniale svolta:

1)

l’accaduto, di cui alla contestazione, non risulta essere mai stato preceduto da contrasti,

screzi o litigi di alcun genere tra il ricorrente e il superiore Ruwan in ordine


pagina 10 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

all’espletamento delle mansioni; ne sono una conferma anche le deposizioni di entrambi i

testi di parte convenuta Marigliano (“Per quanto mi consta in precedenza non erano

accaduti fatti di questo genere. Neppure ho notato discussioni tra colleghi circa il

lavoro, neppure tra Ruwan e gli addetti. Tutto era sempre tranquillo. Neppure vi erano

state discussioni tra Ruwan e Niang”) e Sali (“Per quanto mi consta in precedenza non

erano accaduti fatti di questo genere. Ho notato solo piccole discussioni tra colleghi
circa il lavoro. Non ho notato discussioni tra Ruwan e gli addetti. Neppure vi erano state

discussioni tra Ruwan e Niang”);

2)

se è vero che, come hanno riferito i testi Marigliano e Sali, la mansione di disossatore

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
delle cosce è più qualificata di quella di addetto alla pulizia delle fese, tuttavia non è vi è

una differenza qualitativa così accentuata da impedire a taluni lavoratori di svolgere la

prima, determinando l’adibizione in via esclusiva alla seconda; addirittura il teste

Marigliano ha dichiarato: “Ruwan distribuiva il lavoro o di disossatura delle cosce o di

pulizia delle fese a circa 22-24 addetti. Ogni addetto poteva svolgere o lavoro di

disossatura o lavoro di pulizia, indifferentemente; dipendeva dall’incarico che il

superiore assegnava a ciascuno. Poteva accadere di passare nell’arco della stessa

giornata dalla disossatura alla pulizia e viceversa”; appare evidente come non sia

realistico immaginare che il ricorrente abbia avuto una reazione così spropositata solo

perché il superiore aveva deciso di adottare nei suoi confronti una disposizione

organizzativa del tutto rientrante nello svolgimento quotidiano dell’attività produttiva;

3)

la stessa considerazione va ribadita alla luce della circostanza riferita dal teste Sali,

secondo cui “Niang solitamente era addetto alle fese”; infatti è del tutto remota l’ipotesi

che il ricorrente abbia opposto una condotta di insubordinazione così violenta solo
pagina 11 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

perché il superiore gli avrebbe ordinato di svolgere la mansioni che egli espletava

solitamente.

b)

Com’ è noto l’art. 5 L. 15.7.1966, n. 604 dispone: “L’onere della prova della sussistenza

della giusta causa… di licenziamento spetta al datore di lavoro”.

Orbene, le deposizioni dei testi di parte convenuta (Marigliano e Sali) appaiono del tutto
inidonee al fine di considerare assolto, da parte della società datrice convenuta, l’onere

probatorio a suo carico.

Infatti, fatta eccezione per una parte del nucleo essenziale dell’addebito (Ruwan avrebbe

ordinato al ricorrente di svolgere la mansione di addetto alla pulizia delle fese; il

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
ricorrente avrebbe reagito tenendo in mano un coltello da macellaio), non appena i testi

Marigliano e Sali sono stati chiamati dal giudice a riferire su alcune circostanze di

contesto, costoro sono caduti in tali e tante contraddizioni da rendere integralmente

inattendibili le loro deposizioni:

1)

Marigliano ha affermato che al momento dell’intervento di Ruwan egli si trovava alla

sinistra del ricorrente, mentre alla sinistra di questi stava tale Sagi di nazionalità dello Sri

Lanka;

invece Sali ha riferito che Marigliano stava alla sinistra del ricorrente (mentre ha

dichiarato di non ricordare chi lavorasse alla destra del ricorrente);

2)

Marigliano ha affermato che prima dell’intervento di Ruwan era da “almeno un’ora” che

il ricorrente stava svolgendo le mansioni di disossatore al suo fianco;

invece Sali ha riferito che il ricorrente lo stava facendo “da circa cinque-dieci minuti”;

pagina 12 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

3)

in ordine alla condotta tenuta dal ricorrente a proposito del coltello, la prova testimoniale

di Marigliano ha avuto il seguente svolgimento:

egli ha dichiarato: “Ruwan disse a Niang: “Vai al tuo posto”. Ruwan in quel momento si

trovava tra Niang e me. Non appena Ruwan gli disse di andare al suo posto, Niang si

girò verso Ruwan, gli disse: “Non dirmi cosa devo fare. Ti aspetto fuori” Nel dire questo
teneva in mano il coltello, gesticolando”.

Il giudice invita il teste a essere più preciso e a tal fine porge al teste una matita simulante il

coltello affinché il teste specifichi il comportamento tenuto da Niang. Il giudice dà atto che il teste

prende in mano la matita e compie alcuni movimenti rotatori di piccole dimensioni”.

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
Questo lo svolgimento della prova testimoniale di Sali:

egli ha dichiarato: “A un certo punto Ruwan si è avvicinato a Niang, mettendosi al suo

fianco, precisamente alla sinistra di Niang… Ho udito che Ruwan chiese a Niang:

“Cosa fai qui. Non devi lavorare qui. Vai al tuo posto di lavoro”. Niang disse a Ruwan:

“Non mi devi dire cosa devo fare io, sennò ti ammazzo. Ci vediamo fuori”. Nel dire

questo Niang ha puntato il coltello che aveva in mano verso la bocca di Ruwan. Il

coltello era una banana di 15 cm. Viene affilato ogni giorno”.

Il giudice invita il teste a essere più preciso e a tal fine porge al teste una matita simulante il

coltello affinché il teste specifichi il comportamento tenuto da Niang. Il giudice dà atto che il teste

prende in mano la matita e compie un movimento verso l‘alto, specificando che il coltelle tenuto in

mano da Niang venne avvicinato alla bocca di Ruwan in modo che tra la bocca di Ruwan e il

coltello ci fosse un centimetro o poco più.

Orbene:

a)

pagina 13 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

secondo Marigliano il superiore Ruwan, prima di impartire l’ordine al ricorrente, si

sarebbe collocato tra il ricorrente e lo stesso Marigliano;

invece il teste Sali ha riferito che il superiore Ruwan si sarebbe collocato non già tra il

ricorrente e Marigliano (che, a suo dire stava alla destra del ricorrente), ma a sinistra del

ricorrente;

b)
i due testi hanno dato descrizioni completamente diverse circa la condotta tenuta dal

ricorrente con il coltello:

Marigliano, rappresentando in udienza, su invito del giudice, il gesto assertamente

compiuto dal ricorrente, ha riferito che questi, tenendo il coltello in mano, effettuò alcuni

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
movimenti rotatori di piccole dimensioni;

Sali, sempre rappresentando in udienza, su invito del giudice, il gesto assertamente

compiuto dal ricorrente, ha riferito che questi, tenendo il coltello in mano, effettuò un

movimento verso l’alto fino ad avvicinare a un centimetro di distanza il coltello alla

bocca di Ruwan;

4)

Marigliano ha affermato che, dopo l’accaduto, da parte del ricorrente “il lavoro è

proseguito fino al termine dell'orario di lavoro proseguì il suo lavoro fino al termine

dell’orario di lavoro”;

invece Sali ha riferito che: “Niang si è allontanato dal nastro e quindi non ha più

lavorato al nastro. Ha proseguito il lavoro al tavolo”.

In definitiva pare che i due testi di parte convenuta – pur riferendo due circostanze

comuni (l’ordine impartito dal superiore Ruwan e il fatto che il ricorrente teneva in mano

un coltello), sulle quali, peraltro, era agevole concordare una versione simile – abbiano,

alla luce delle numerose difformità tra le rispettive deposizioni (addirittura anche in
pagina 14 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

ordine a un elemento essenziale, qual è il gesto che il ricorrente avrebbe compiuto

mentre teneva in mano il coltello), descritto accadimenti distinti perché radicalmente

diversi.

Si tratta della tipica situazione nella quale due testi chiamati a deporre su un evento

concordano una versione comune in ordine alle circostanze sulle quali prevedono che

verosimilmente saranno interrogati dal giudice, ma, qualora poi le domande riguardino
elementi di fatto diversi, sui quali non si aspettavano di dover deporre, finiscono per

rendere dichiarazioni dal contenuto tra loro difforme.

Se ciò accade, è assai probabile che quell’evento non sia mai accaduto; infatti, se lo

fosse, i testi si riferirebbero alla verità dei fatti, la quale, essendo una sola, non è viziata

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
da contraddizioni; invece i testi, se chiamati a deporre in ordine a circostanze concernenti

un evento che in realtà non si è mai verificato, sono costretti, mancando la possibilità di

riferirsi alla verità, ad avvalersi sul momento della propria fantasia, la quale, com’è noto,

è essenzialmente di carattere soggettivo.

In definitiva, deve ritenersi compiutamente accertata l’inesistenza del fatto materiale

contestato al ricorrente NIANG TALLA con lettera del 9.3.2020 e, quindi, il difetto della

giusta causa posta a fondamento del licenziamento intimato dalla società ESSE CARNI

s.c. a r.l. con lettera del 31.3.2020.

3)

in ordine alla domanda di accertamento della nullità del licenziamento perché

ritorsivo (merito)

Sciogliendo la riserva sub 1), l’accertata insussistenza del fatto posto a base del

licenziamento per giusta causa consente di procedere all’esame nel merito della domanda,

proposta dal ricorrente, di accertamento della nullità del licenziamento per motivo illecito
pagina 15 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

determinante ed esclusivo, qual è il licenziamento ritorsivo;

infatti, come si è ricordato, il licenziamento per ritorsione costituisce l'ingiusta e arbitraria

reazione ad un comportamento legittimo del lavoratore colpito o di altra persona a lui

legata e pertanto accomunata nella reazione, con conseguente nullità ex art. 1345 cod.civ.

del licenziamento, quando la finalità ritorsiva abbia costituito il motivo esclusivo e

determinante dell’atto espulsivo.


A fondamento delle domanda il ricorrente allega:

I)

“Nel febbraio 2020 il lavoratore Niang si rivolgeva alla sindacalista di FLAIM Cgil del

Trentino per chiedere assistenza rispetto ai proprio diritti retributivi non rispettati dalla

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
Esse Carni, non senza riferire alla sindacalista che preferiva per il momento non

iscriversi formalmente al sindacato, perché già in passato il datore di lavoro aveva

avvisato i dipendenti che ove si fossero iscritti al sindacato sarebbero stati licenziati….

La sindacalista tuttavia proponeva al lavoratore di intervenire, anche senza iscrizione,

quantomeno telefonicamente nei confronti del datore di lavoro segnalando con pacatezza

le problematiche lavorative e chiedendo il rispetto degli istituti contrattuali da parte

dell’azienda. Il lavoratore accettava tale proposta di intervento.”;

queste circostanze trovano riscontro nella deposizione di Cattani Elisa (della cui

attendibilità non vi è alcun motivo di dubitare), la quale ha dichiarato: “Sono funzionario

sindacale FLAI CGIL, di cui sono segretaria generale del Trentino. Confermo la

circostanza di cui al cap. 1[“il signor Niang nel mese di febbraio 2020 si era recato presso il

sindacato FLAI Cgil del Trentino, era stato ricevuto dalla sindacalista Elisa Cattani ed aveva chiesto

assistenza.”]. Confermo che il ricorrente sottopose al mio esame alcuni prospetti paga nei

quali risultavano effettuate trattenute a vario titolo, ricordo in particolare per rimborso

spese, nonché inserite somme a titolo di permessi e ferie godute (mentre il lavoratore
pagina 16 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

affermava di non averli fruiti). Inoltre nei prospetti paga non era mai inserito un

compenso per lavoro straordinario. Confermo il capitolo 4 parte prima [“Nelle circostanze

di tempo e di luogo di cui sopra il signor Niang riferiva alla sindacalista Cattani di non volersi

iscrivere al sindacato”]. Il ricorrente spiegò la ragione per cui non voleva iscriversi al

sindacato, affermando che in passato il datore aveva minacciato lui e i sui colleghi di

licenziamento nel caso in cui si fossero iscritti al sindacato. Confermo i capitoli 5, 6 e 7


[5. Nelle circostanze di tempo e di luogo di cui sopra la sindacalista Elisa Cattani proponeva al

lavoratore di intervenire, anche senza iscrizione, quantomeno telefonicamente nei confronti del

datore di lavoro segnalando con pacatezza le problematiche lavorative e chiedendo il rispetto degli

istituti contrattuali da parte dell’azienda 6. Nelle circostanze di tempo e di luogo lavoratore

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
accettava tale proposta di intervento sub cap. 5. 7. Dica se il responsabile del personale di

Essecarni è conosciuto con lo pseudonimo di Gino nr. cell 338.8618506]. Sono io che chiesi al

ricorrente di avere il numero telefonico di un referente del datore di lavoro. Il ricorrente

fece alcune telefonate e mi fornì un numero di cellulare, che disse apparteneva a tale

Gino, che il ricorrente definì responsabile della società datrice”;

II)

“Nella seconda metà del mese di febbraio 2020 la sindacalista Elisa Cattani,

nell’interesse del dipendente signor Niang, si metteva in contatto telefonico con il

responsabile del personale di Essecarni, conosciuto con lo pseudonimo di Gino nr. cell

338.8618506 e rivendicava per il signor Niang i diritti retributivi non rispettati,

lamentandosi del fatto che non venivano riconosciuti al lavoratore gli straordinari, gli

venivano decurtati ferie e permessi mai fruiti in busta paga e gli veniva decurtata senza

spiegazione tredicesime e quattordicesime mensilità.

Tuttavia, per tutta risposta il signor Gino titolare dell’utenza nr. cell 338.8618506, dopo

aver sentito che la signora Cattani si era qualificata come sindacalista di Cgil,
pagina 17 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

rispondeva urlando che lui non sapeva che farsene del sindacato e che i suoi lavoratori

stavano bene in azienda e non si erano mai lamentati di nulla e che quindi non avrebbe

più dovuto chiamarlo ed interessarsi della Esse Carni”;

queste circostanze trovano riscontro nella deposizione della funzionaria sindacale Cattani,

la quale ha dichiarato: “Confermo integralmente i capitoli 10 e 11 [“10. Nel mese di febbraio

2020 dopo l’incontro con il signor Niang la sindacalista Elisa Cattani riusciva a mettersi in contatto
telefonico con il responsabile del personale di Essecarni, telefonando al nr. 338.8618506 e dopo

essersi qualificata come sindacalista di Flai Cgil del Trentino, aveva fatto presente al suo

interlocutore che il signor Niang si lamentava del fatto che non gli venivano riconosciuti gli

straordinari, gli venivano decurtati in busta paga ferie e permessi mai fruiti e gli venivano decurtate

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
senza spiegazione tredicesime e quattordicesime mensilità; 11. Nelle circostanze di tempo e di

luogo di cui al cap 10 rispondeva all’utenza del n. 338.8618506 persona di sesso maschile che si

qualificava come Gino e che alle richieste della signora Cattani rispondeva urlando che lui non

sapeva che farsene del sindacato, che i suoi lavoratori stavano bene in azienda e non si erano mai

lamentati di nulla e che quindi non avrebbe più dovuto chiamarlo ed interessarsi della Esse

Carni”]”;

dell’esistenza del numero di telefono 338.8618506, della pregressa imputazione di detto

numero a tale Gino e del fatto che lo stesso Gino ha intrattenuto per conto della società

convenuta conversazioni, mediante messaggi whatsapp, con il ricorrente in ordine a

questioni attinenti il rapporto di lavoro tra le parti, vi è riscontro nella documentazione

prodotta dal ricorrente all’udienza dell’11.2.2021;

in questo contesto probatorio le dichiarazioni rese dai testi Marigliano (“In azienda non

lavoravano persone di nome chiamate Gino. Il giudice esibisce al teste la fotografia

apparente sulla documentazione prodotta dal ricorrente all’udienza scorsa. Il teste

dichiara: “Non ho mai visto la persona rappresentata nella fotografia che mi viene
pagina 18 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

esibita”) e Sali (“In azienda non lavoravano persone di nome chiamate Gino”. Il giudice

esibisce al teste la fotografia apparente sulla documentazione prodotta dal ricorrente

all’udienza scorsa. Il teste dichiara: “Non ho mai visto la persona rappresentata nella

fotografia che mi viene esibita”) appaiono inveritiere (anche alla luce della già

evidenziata inattendibilità dei testi).

III)
“Il 19.2.2020 il signor Niang si infortunava, riportando una ferita alla falange del 4 dito

sinistro, mentre stava tagliando la carne sul bancone presso la Esse Carni e rimaneva in

infortunio fino al 26.2.2020, rientrando a lavoro il 27.2.2020”;

queste circostanze trovano riscontro nei documenti prodotti dal ricorrente sub doc. 11 e

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
12;

IV)

“A seguito del ritorno al lavoro dopo l’infortunio del febbraio 2020 il signor Niang Talla

ricontattava la sindacalista Cattani e si presentava presso l’ufficio della Flai Cgil del

Trentino in lacrime, piangendo e singhiozzando… Anche in questa occasione la

sindacalista si era astenuta dall’inviare alcuna diffida scritta alla società datrice, proprio

su richiesta del signor Niang, che temeva di ricevere ulteriori ripercussioni sul lavoro”;

queste circostanze trovano riscontro nella deposizione della funzionaria sindacale Cattani,

la quale ha dichiarato: “Confermo che verso la fine di febbraio il ricorrente venne

nuovamente in ufficio. È vero che piangeva e singhiozzava, disse che era stato assente

per un infortunio. Mi disse di aver trovato affissi sul suo armadietto dei bigliettini con la

scritta “Libera il tuo armadietto” e cose simili. Confermo il cap. 15 [“Nelle circostanze di

tempo e di luogo di cui ai capp 12, 13 e 14 il signor Niang chiedeva espressamente alla

sindacalista di non inviare alcuna diffida scritta alla società datrice, poiché temeva di subire ulteriori

ripercussioni sul lavoro”]”.


pagina 19 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

Parte ricorrente sostiene che “la vicinanza temporale” tra le circostanze attinenti la

rivendicazione verso la società datrice dei suoi diritti scaturenti dal rapporto di lavoro (di

cui vi è prova in ordine all’azione intrapresa dalla funzionaria sindacale Cattani e al

rifiuto di ogni confronto opposto dal rappresentante dell’azienda contattato dalla stessa

funzionaria sindacale) e l’instaurazione del procedimento disciplinare culminato con il

licenziamento qui impugnato. “rende molto probabile che la volontà datoriale di


perseguire il ricorrente sia stata condizionata dalle circostanze apprese”.

Orbene, secondo il consolidato (e già ricordato dal ricorrente) orientamento della

Suprema Corte (ex multis Cass. 17.10.2018, n. 26035; Cass. 3.12.2015, n. 24648; Cass.

8.8.2011, n. 17087;) l’onere di provare che la ritorsione ha costituito il motivo unico e

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
determinante del licenziamento può essere assolto dal lavoratore (su cui quell’onere

grava) anche mediante presunzioni.

Appare opportuno ricordare che l’esistenza di un fatto ignoto (qui la volontà della società

datrice di reagire, mediante il licenziamento del ricorrente, una volta venuta a conoscenza

che questi si era rivolto al sindacato FLAI-CGIL affinché venissero tutelati i diritti di

natura retributiva che asseriva essere violati dal datore) può ritenersi provata per

presunzione ex art. 2729 cod.civ. solamente qualora sia stata compiutamente accertata in

via diretta l’esistenza di un fatto storico dotato di gravità, precisione e concordanza nella

direzione del fatto ignoto.

In proposito secondo concorde dottrina e giurisprudenza (Cass. 28.2.2017, n. 19485,

Cass. 26.6.2008, n. 17535; Cass. 9.8.2007, n. 17457;):

 la gravità allude a un concetto logico, generale o speciale (cioè rispondente a principi

di logica in genere oppure a principi di una qualche logica particolare, per esempio di

natura scientifica o propria di una qualche lex artis), che esprime nient'altro che la

presunzione si deve fondare su un ragionamento probabilistico, per cui, dato un fatto


pagina 20 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

A noto, è probabile che si sia verificato il fatto B; non è, invece, necessario che

l'inferenza conduca a valutazioni in termini di certezza);

 la precisione esprime l'idea che l'inferenza probabilistica conduca alla conoscenza del

fatto ignoto con un grado di probabilità che si indirizzi solo verso il fatto B e non lasci

spazio, sempre al livello della probabilità, a un indirizzarsi in senso diverso, cioè

anche verso un altro o altri fatti;


 la concordanza esprime un requisito del ragionamento presuntivo, che non lo

concerne in modo assoluto, cioè di per sé considerato, come invece gli altri due

elementi, bensì in modo relativo, cioè nel quadro della possibile sussistenza di altri

elementi probatori, volendo esprimere l'idea che, intanto la presunzione è

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
ammissibile, in quanto indirizzi alla conoscenza del fatto in modo concordante con

altri elementi probatori, che, peraltro, possono essere o meno anche altri ragionamenti

presuntivi.

La domanda è fondata in ragione dei seguenti fatti storici, che appaiono idonei a provare

in via presuntiva la finalità ritorsiva del licenziamento:

a)

nel prima parte di febbraio 2020 il ricorrente si rivolse al funzionaria FLAI-CGIL Cattani

Elisa, lamentando il mancato rispetto, da parte della società convenuta, di alcuni diritti di

natura retributiva; la circostanza può considerarsi compiutamente accertata alla luce della

deposizione testimoniale di detta funzionaria sindacale, nella parte ricordata sub I);

b)

nella seconda parte di febbraio 20201 la società datrice venne a conoscenza

dell’iniziativa intrapresa dal ricorrente di tutelare i propri diritti avvalendosi del supporto

di FLAI CGIL ed espresse la sua netta contrarietà all’agire del ricorrente; entrambe le

circostanza possono considerarsi compiutamente accertate alla luce della deposizione


pagina 21 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

testimoniale resa dalla funzionaria sindacale Cattani Elisa, nella parte ricordata sub II), e

della documentazione prodotta dal ricorrente all’udienza dell’11.2.2021;

c)

nel corso dei primi giorni di marzo 2020 il ricorrente incontrava difficoltà nelle relazioni

con i propri superiori, tanto da doversi rivolgere nuovamente al sindacato; la circostanza

può considerarsi compiutamente accertata alla luce della deposizione testimoniale della
funzionaria sindacale Cattani Elisa, nella parte ricordata sub IV).

Le tre circostanze sub a), b) e c) appaiono concordemente orientate in modo univoco a

dimostrare che, con forte probabilità, la società convenuta abbia deciso di procedere

disciplinarmente contro il ricorrente in ragione del fatto che egli aveva deciso di

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
rivolgersi all'organizzazione sindacale FLAI-CGIL al fine di tutelare i propri diritti, che

egli asseriva essere stati violati dalla datrice.

Infatti il netto rifiuto, opposto dalla società datrice, a qualsiasi confronto con

l’organizzazione sindacale FLAI CGIL in ordine alle doglianze espresse dal lavoratore

ricorrente e le difficoltà di relazione che ne sono conseguite delineano una volontà

datoriale diretta a gestire in modo autoritario il rapporto di lavoro e, quindi, una tendenza

ad eccedere dai limiti posti all’esercizio dei poteri unilaterali, in primo luogo quello di

licenziamento.

Inoltre la vicinanza temporale tra conoscenza, da parte della società datrice,

dell’iniziativa intrapresa dal ricorrente al fine di tutelare i propri diritti, e avvio del

procedimento disciplinare rende probabile che la volontà datoriale di perseguire il

ricorrente sia stata condizionata da quella conoscenza.

L’accertata insussistenza del fatto materiale contestato al ricorrente e posto a fondamento

del licenziamento per giusta causa a lui intimato depone nello stesso senso.

pagina 22 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

In definitiva appare compiutamente accertato che il licenziamento, intimato dalla società

ESSE CARNI s.c. a r.l., con lettera del 31.3.2020, al ricorrente NIANG TALLA costituisce

la reazione, espressa dalla società datrice una volta venuta a conoscenza dell’iniziativa

intrapresa dal ricorrente al fine di tutelare i propri diritti avvalendosi dell’ausilio

fornitogli dall’organizzazione sindacale FLAI CGIL, e quindi è affetto da nullità ex art.

1418 co. 2 cod.civ. prodotta da motivo illecito determinante ed esclusivo ex art. 1345 e 1324

cod.civ..

---

In ordine alla tutela spettante al ricorrente trova qui applicazione l’art. 2 co.1 e 2 d.lgs.

23/2015 secondo cui: “1. Il giudice, con la pronuncia con la quale dichiara la nullità del

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
licenziamento perché riconducibile agli altri casi di nullità espressamente previsti dalla

legge, ordina al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, la reintegrazione del

lavoratore nel posto di lavoro, indipendentemente dal motivo formalmente addotto… 2.

Con la pronuncia di cui al comma 1, il giudice condanna altresì il datore di lavoro al

risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento di cui sia stata

accertata la nullità e l'inefficacia, stabilendo a tal fine un'indennità commisurata

all'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto,

corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva

reintegrazione, dedotto quanto percepito, nel periodo di estromissione, per lo

svolgimento di altre attività lavorative. In ogni caso la misura del risarcimento non

potrà essere inferiore a cinque mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il

calcolo del trattamento di fine rapporto. Il datore di lavoro è condannato, altresì, per il

medesimo periodo, al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali”.

Ne deriva che alla società ESSE CARNI s.a. a r.l. va ordinato:

pagina 23 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

1)

di reintegrare NIANG TALLA nel posto di lavoro da lui occupato presso lo stabilimento

di Hauser Carni s.p.a., in Mezzocorona, all’epoca del licenziamento intimato al ricorrente

in data 31.3.2020;

2)

di corrispondere, in favore dello stesso ricorrente, un’indennità risarcitoria commisurata


all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto

(indicata dal ricorrente in € 2.072,55, senza che parte convenuta abbia sollevato

contestazioni), corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento sino a quello

dell'effettiva reintegrazione;

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
tale somma risultante va maggiorata ex art.429 co.3 cod.proc.civ. (con gli interessi legali

dovuti sul capitale via via rivalutato ogni fine anno secondo quanto stabilito in Cass. S.U.

29.1.2001, n.38), norma “risuscitata” dalla dichiarazione di illegittimità costituzione

dell’art. 22 co.36 L.23.12.1994, n.724 ad opera di Corte Cost.2.11.2000, n.459.

La società convenuta va, altresì, condannata al versamento dei contributi previdenziali e

assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva reintegrazione,

previa detrazione di quelli già accreditati in virtù di eventuale altra occupazione,

maggiorati degli interessi nella misura legale senza applicazione di sanzioni per omessa o

ritardata contribuzione.

Le spese, come liquidate in dispositivo, non possono che seguire la soccombenza.

P.Q.M.

Il tribunale ordinario di Trento - sezione per le controversie di lavoro, in persona del

giudice istruttore, in funzione di giudice unico, dott. Giorgio Flaim, definitivamente

pronunciando, ogni altra domanda ed eccezione rigettata, così decide:

pagina 24 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

1. Accerta l’inesistenza del fatto materiale contestato al ricorrente NIANG TALLA con

lettera del 9.3.2020 e, quindi, il difetto della giusta causa posta a fondamento del

licenziamento intimato dalla società ESSE CARNI s.c. a r.l. al ricorrente con lettera

del 31.3.2020.

2. Dichiara, ai sensi dell’art. 1418 co.2 cod.civ., la nullità per motivo illecito ex artt.

1345 e 1324 cod.civ. del licenziamento intimato dalla società convenuta ESSE
CARNI s.c. a r.l. al ricorrente NIANG TALLA con lettera del 31.3.2020.

3. Ordina alla società convenuta ESSE CARNI s.c. a r.l. di reintegrare il ricorrente

NIANG TALLA nel posto di lavoro da lui occupato presso lo stabilimento di Hauser

Carni s.p.a., in Mezzocorona, all’epoca del licenziamento intimato al ricorrente in

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3
data 31.3.2020;

4. Condanna la società convenuta ESSE CARNI s.c. a r.l. a corrispondere, in favore del

ricorrente NIANG TALLA, un’indennità risarcitoria commisurata all’ ultima

retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto (pari a €

2.072,55), corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento sino a quello

dell'effettiva reintegrazione, con il maggior danno da svalutazione liquidato sulla

base della variazione percentuale degli indici ISTAT, intervenuta dalle date di

maturazione dei singoli ratei fino ad oggi, e con gli interessi legali computati sulla

somma così rivalutata e decorrenti dagli stessi termini a quibus fino al saldo.

5. Condanna la società convenuta ESSE CARNI s.c. a r.l. al versamento dei contributi

previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva

reintegrazione, previa detrazione di quelli già accreditati in virtù di eventuale altra

occupazione, maggiorati degli interessi nella misura legale senza applicazione di

sanzioni per omessa o ritardata contribuzione.

pagina 25 di 26
Sentenza n. 71/2021 pubbl. il 22/07/2021
RG n. 518/2020

6. Condanna la società convenuta alla rifusione, in favore del ricorrente, delle spese di

giudizio, liquidate nella somma complessiva di € 3.000,00, maggiorata del 15% per

spese forfettarie ex art. 2 co.2 d.m. 10.3.2014, n. 55, oltre ad IVA, CNPA.

Trento, 22 luglio 2021

IL FUNZIONARIO GIUDIZIARIO IL GIUDICE


dott. Roberto Pepa dott. Giorgio Flaim

Firmato Da: FLAIM GIORGIO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 48317e18ac66828c8299fc288634eca3

pagina 26 di 26

Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)

Potrebbero piacerti anche