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Sentenza n. 3577/2020 pubbl.

il 22/06/2020
RG n. 39901/2019

REPUBBLICA ITALIANA
In nome del popolo italiano
Il TRIBUNALE DI ROMA
Terza Sezione Lavoro

Il Giudice dr. ssa Sigismina Rossi il 22/06/2020, a seguito di trattazione scritta ai sensi
dell’art. 83, comma 7, lett. h), decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ha emesso la seguente
SENTENZA
Nella causa iscritta al n. 39901 /2019 R.G. promossa
Da
TRENITALIA SPA, rappresentata e difesa dall’avv.to L.Alesii e dall’avv. P.Tessitore
opponente

Firmato Da: ROSSI SIGISMINA Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 831d662a6d5208c253a4b466eb3ecea
contro
LORENZO CIVELLO, rappresentato e difeso dall’ avv.to A.Buzzi e
dall’avv.P.Pelliccioni
Opposto

Esposizione dei motivi di fatto e di diritto


Con ricorso regolarmente notificato, Trenitalia spa proponeva
opposizione avverso precetto notificato in data 13.11.2019 ad istanza di
Lorenzo Civello, sulla base di sentenza n.4231/2019; eccepiva che nel precetto
erano state chieste somme eccedenti quelle indicate astrattamente nel titolo
esecutivo in quanto, a seguito del pagamento di differenze retributive e
interessi, si pretendeva di effettuare il calcolo degli ulteriori interessi ex art.1284
I c. CC dalle singole scadenze alla domanda per E.136,62 ed ex art.1284 IV c.
CC dalla domanda al saldo per E.3307,06; eccepiva l’inapplicabilità di tale
norma alle controversie di lavoro; rilevava che il titolo non contiene alcun

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accenno a tale norma; eccepiva la nullità del precetto; chiedeva quindi


sospendersi l’efficacia esecutiva del titolo e dichiararsi l’illegittimità del precetto
e l’insussistenza del diritto vantato.
Si costituiva in giudizio Lorenzo Civello, il quale ribadiva la legittimità
della sua richiesta e chiedeva quindi il rigetto della opposizione.
All’esito di istruttoria documentale, disposta la trattazione scritta ai sensi
dell’art. 83, comma 7, lett. h), decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, che
consente lo svolgimento delle udienze civili che non richiedono la presenza di
soggetti diversi dai difensori delle parti, mediante lo scambio e il deposito in
telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni, viste le note
depositate dalle parti , la causa viene decisa con la presente sentenza.
L’opposizione è fondata.
Il titolo sul quale si fonda il precetto “ a) dichiara il diritto del ricorrente al
livello Quadri-Q2 a decorrere dal. 3 luglio 2014; b) condanna la società
convenuta al pagamento, in favore del ricorrente, per differenze maturate fino al
30/9/2017, della somma di €. 24.803,45, oltre alla rivalutazione istat ed agli
interessi legali dalle singole scadenze al soddisfo; e) condanna la società

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convenuta alla rifusione, in favore del ricorrente, delle spese del giudizio, che
liquida in€. 140,00 per spese e€. 5.000,00 per compensi, oltre S.F ., I va e Cpa,
da distrarsi”, specificando in motivazione che “ La società convenuta va
pertanto condannata al pagamento, in favore del ricorrente, della somma di €.
24.803,45, oltre gli accessori di cui agli artt. 429 c.p.c. e 150 d.a.c.p.c “.
Pertanto, anche nel titolo è indicato chiaramente quale debba essere il
criterio di calcolo degli interessi.
La questione in oggetto è stata condivisibilmente affrontata e decisa da
questo Tribunale con sentenza n.5465/2019 (giudice Giordano) , nota alle parti
in quanto in atti; riguardo alla “questione relativa al calcolo degli interessi legali,
operato dal creditore in applicazione dell’art 1284, comma 4, c.c., secondo cui:
“Se le parti non ne hanno determinato la misura, dal momento in cui è proposta
domanda giudiziale il saggio degli interessi legali è pari a quello previsto dalla
legislazione speciale relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni
commerciali” si osserva che “Come noto, il saggio d'interesse previsto dall'art.
1284, comma 4, c.c. si applica esclusivamente in caso di inadempimento di
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obbligazioni di fonte contrattuale (in tal senso Cass. 28409/18). Ad avviso del
Tribunale la citata disposizione non si applica ai crediti di lavoro per i quali vige
una specifica disciplina di favore e di fonte legale, quella prevista dall’art. 429,
comma 3, c.p.c. in cui, oltre al tasso di interesse legale, è previsto il
risarcimento del maggior danno da svalutazione. Detta disciplina di favore per i
crediti di lavoro non appare cumulabile con la disposizione contenuta nell’art
1284, comma 4, c.c., la quale presuppone che gli interessi moratori non siano
stati determinati in misura convenzionale e, per scongiurare inutili controversie,
innalza il saggio di interesse, nelle more del giudizio, mutuandolo da quello
previsto per le transazioni commerciali”.
Conseguentemente gli accessori del credito portati nel precetto devono
essere rideterminati con riferimento agli interessi legali.
Parte ricorrente peraltro non ha fornito alcuna indicazione al fine di
verificare se gli interessi già versati (la circostanza dei pregressi pagamenti è
pacifica) corrispondano o meno a quanto legittimamente dovuto in base al titolo;
pertanto, deve ritenersi che la somma richiesta nel precetto oggi opposto sia
totalmente non dovuta.
L’opposizione deve essere accolta e il precetto dichiarato illegittimo; le

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spese di lite seguono la soccombenza e si liquidano come in dispositivo.
PQM
definitivamente pronunciando:
1) Dichiara il precetto inefficace;
2) Condanna l’opposto al pagamento delle spese di lite, che liquida
nella misura di E.1.000,00, oltre iva , cpa e spese generali.
Roma 22.6.2020
Il giudice
Dott. S.Rossi

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