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Oggetto: Pubblico
SENTENZA
relativo al rito applicabile, non avendo il primo giudice erroneamente dato ingresso al
c.d. rito Fornero.
R.G.N. 10776/2022
5. La Corte territoriale confermava la statuizione di prime cure quanto
all’intervenuta decadenza.
Rilevava che, ai sensi dell’art. 6 della L. n. 604/1966 l'impugnazione è inefficace se
non è seguita, entro il termine di centottanta giorni, dal deposito del ricorso nella
cancelleria del Tribunale.
Riteneva, sulla base del generale principio di cui all’art. 155 cod. proc. civ.,
secondo il quale dies a quo non computatur, mentre dies ad quem computatur, ai fini
del rispetto del termine decadenziale previsto dalla norma per l’impugnativa giudiziale
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Assume che l’Amministrazione ha violato lo specifico procedimento previsto
dall’articolo 55-bis d.lgs. n. 165 del 2001, nel senso che non ha fornito la prova
dell’esecuzione di questo procedimento posto a tutela del diritto di difesa del
ricorrente.
Rileva che, prevedendo disposizione in esame che il procedimento disciplinare
deve iniziarsi “senza indugio”, mentre fu avviato dopo tre anni dalla commissione dei
fatti, l’adottato provvedimento risulta intempestivo e viola il requisito imprescindibile
dell’immediatezza della contestazione.
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Inoltre, la scelta di un rito in luogo di un altro assume rilevanza invalidante
soltanto se la parte che se ne dolga in sede di impugnazione indichi lo specifico
pregiudizio processuale concretamente derivatole dalla mancata adozione del rito
diverso, quali una precisa e apprezzabile lesione del diritto di difesa, del contraddittorio
e, in generale, delle prerogative processuali protette della parte (v. Cass. 27 gennaio
2015, n. 1448; Cass. 10 marzo 2020, n. 6754), situazione, questa, insussistente nel
coso in esame.
8. Il secondo motivo è infondato.
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irragionevole bilanciamento tra la necessità di tutela della certezza delle situazioni
giuridiche e il diritto di difesa del lavoratore (cfr. Cass. 5 novembre 2015, n. 22627).
Infatti, è stata creata una nuova fattispecie decadenziale, costruita su una serie
successiva di oneri di impugnazione strutturalmente concatenati tra loro e da
adempiere entro tempi ristretti (cfr. in motivazione Cass. 9 novembre 2015, n. 22824)
e le novità introdotte vanno certamente analizzate nel contesto normativo in cui si
inserisce la disposizione.
È stato così previsto un termine di decadenza fissato in 180 giorni dall’impugnativa
11. Alla reiezione del ricorso segue la regolazione secondo soccombenza delle
spese del giudizio di legittimità.
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12. Ai sensi dell’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, dà atto della
sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente,
dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello prescritto per il
ricorso, ove dovuto a norma del comma 1-bis, dello stesso art. 13, se dovuto.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso; condanna il ricorrente al pagamento, in favore
dell’Agenzia controricorrente, delle spese del presente giudizio di legittimità che liquida
in euro 200,00 per esborsi ed euro 3.000,00 per compensi professionali oltre accessori
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