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RG 794/2022

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE D’APPELLO DI MILANO
SEZIONE IV CIVILE

nelle persone dei seguenti Magistrati:

Dott.ssa Maria Teresa Brena Presidente


Dott.ssa Irene Lupo Consigliere
Dott.ssa Roberta Nunnari Consigliere relatore - estensore
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
nella causa civile promossa in grado d'appello rg n.794/2022
DA
VITTORIA ASSICURAZIONI S.P.A. (C.F. e P. IVA 01329510158) con sede in Milano via
Ignazio Gardella n. 2, in persona del dott. David Monti, procuratore speciale, rappresentata e difesa
dall’avv. Andrea Russo presso il cui studio in Milano, Piazza Castello 19, ha eletto domicilio;
APPELLANTE
CONTRO

GLAUCO SPADONI (C.F. SPDGLC75M28F205A) residente in Cisliano (MI) alla piazza San
Giovanni n. 15, rappresentato e difeso dall’avv. Antonio Demitry presso il cui studio, in Milano Via
Giacomo Boni n.16, ha eletto domicilio;
APPELLATO

Sulle seguenti conclusioni

per Vittoria Assicurazioni spa“codesta Ill.ma Corte d’Appello, rigettata ogni avversa istanza, in
riforma della impugnata sentenza del Tribunale di Milano, VI sez. civ., n. 10460/2021 del
16.12.2021, Voglia:
a) accertare e dichiarare, in accoglimento del
I° motivo di appello, che il Sig. Spadoni non ha fornito la prova dell’esistenza e dell’operatività (anche
temporale) della polizza invocata e, di conseguenza, rigettare l’avversa domanda di indennizzo
condannando, per l’effetto, il sig. Spadoni alla restituzione in favore della Vittoria Assicurazioni s.p.a.
delle somme corrisposte in esecuzione della sentenza n. 10460/2021 (€ 25.354,00), oltre agli interessi e
rivalutazione monetaria dalla data del pagamento all’effettiva restituzione;
b) accertare e dichiarare, in accoglimento del II° motivo di appello, che il Sig. Spadoni non ha fornito la
prova dell’evento furto per il quale ha chiesto l’indennizzo alla Vittoria Assicurazioni s.p.a. e,
conseguentemente, rigettare l’avversa domanda condannando il sig. Spadoni alla restituzione in favore
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della Vittoria Assicurazioni s.p.a. delle somme corrisposte in esecuzione della sentenza n. 10460/2021 (€
25.354,00), oltre agli interessi e rivalutazione monetaria dalla data del pagamento all’effettiva
restituzione;
c) in via meramente subordinata e nella denegata ipotesi in cui codesta Ill.ma Corte d’Appello dovesse
ritenere infondati i primi due motivi d’impugnazione, in accoglimento del III° motivo di appello, accertare e
dichiarare l’applicabilità alla fattispecie per cui è causa di franchigie e scoperti previsti in polizza e limitare
l’indennizzo al solo valore di mercato della merce detratto lo scoperto frontale del 15% e lo scoperto
aggiuntivo del 25% di cui all’art. 3 delle condizioni generali di polizza, con condanna del sig. Spadoni alla
restituzione delle somme pagate in eccedenza e in esecuzione della sentenza n. 10460/2021 e non dovute,
oltre agli interessi e rivalutazione monetaria dalla data del pagamento all’effettiva restituzione;
Con vittoria delle spese di lite per entrambi i gradi di giudizio, comprensive di rimborso forfettario 15%, IVA
e CPA come per legge.”
Conclusioni per parte appellata
“Voglia l’Ill.ma Corte d’Appello di Milano:
- rigettare per le ragioni spiegate in atti, tutti i motivi di appello proposti e così confermare
integralmente la sentenza n. 10460/21 del 16/12/21 resa dal Tribunale di Milano, oggetto di
gravame;
- respingere con la miglior formula le domande svolte dall’appellante contro l’odierno appellato
per i motivi già esposti nella comparsa di costituzione e risposta.
Con vittoria di spese, diritti e onorari e distrazione in favore del procuratore antistatario.”

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza n. 10460/ 21, pubblicata in data 16.12.2021 il Tribunale di Milano accoglieva la
domanda avanzata da Glauco Spadoni, avente ad oggetto l’accertamento del danno patito a seguito
del furto di materiale edile consumato presso il capannone di proprietà in data 17/ 18 dicembre
2018, e condannava Vittoria Assicurazioni spa, impresa con cui Spadoni aveva concluso polizza a
copertura del sinistro, a pagare l’importo di euro 22.100,00, misura commisurata in relazione al
valore dei beni sottratti, per come risultante da fattura.
In particolare il Tribunale, nel dare atto che l’esistenza della polizza e la sua operatività non fossero
state contestate, riteneva accertato il furto, come da denuncia formalizzata, nonché l’esistenza degli
infissi sottratti, come comprovata dalla fattura del fornitore kosovaro, dal bonifico del pagamento a
saldo del prezzo, nonché dalle testimonianze deponenti per la consegna dei beni, per come ritratti
dai rilievi scattati nella circostanza.

Avverso la suddetta decisione ha proposto appello Vittoria Assicurazioni spa articolando motivi che
possono compendiarsi come di seguito:
1) “violazione ex art 116 cpc- errata valutazione delle prove – violazione art 2967 cc_mancato
assolvimento onere della prova mancata prova del rapporto assicurativo ex art 1888 cc e
dell’operatività della garanzia”: Spadoni non avrebbe prodotto il contratto di polizza in
maniera da potere accertare che vi rientrasse il rischio assicurato, essendosi limitato a
produrre una “scheda di polizza” non sottoscritta mentre il fascicolo informativo prodotto
non sarebbe riferibile temporalmente all’evento denunciato; non risulterebbe pertanto
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provata l’esistenza del rapporto e la sua operatività, anche per come riferibile all’intervenuto
pagamento del premio, onere probatorio gravante su Spadoni; anche ammesso il rapporto
contrattuale Spadoni avrebbe dovuto provare che l’evento rientrasse nel rischio oggetto della
garanzia per come descritto nelle condizioni di polizza;
2) “violazione ex art 116 cpc- errata valutazione delle prove – violazione art 2967 cc_mancato
assolvimento onere della prova mancata prova dell’evento furto”:la società fornitrice dei
serramenti non risulta iscritta nel registro delle imprese del Kosovo e la fattura prodotta non
risulterebbe regolare, essendo mancante di dati ritenuti obbligatori anche per la legislazione
kosovara, quali l’equivalente della partita iva; le dichiarazioni rese dai testi in corso di causa
sarebbero irrilevanti in quanto non vi è alcuna prova che i serramenti ritratti nelle foto
rammostrate durante l’escussione siano quelli esposti in fattura, tantomeno che i predetti
serramenti fossero presenti in loco, avendo potuto Spadoni, medio tempore, vendere o
utilizzare i serramenti acquistati; la denuncia di furto sarebbe una dichiarazione unilaterale di
parte priva di valore probatorio;
3) “ insufficente ed errata motivazione e mancata applicazione di franchigie e scoperti “:
ammesso che possa considerarsi dimostrato il rapporto, Spadoni non ha contestato
l’esistenza di franchigie e scoperti sicchè verrebbe in rilievo l’applicazione dell’art 3 delle
condizioni generali, atteso che il lucchetto forzato dai malviventi si trovava all’esterno del
capannone nel quale erano ricoverati i beni.

Costituitosi ritualmente, mediante deposito comparsa di risposta in data 29 giugno 2022, Spadoni,
contrastando le opposte eccezioni e deduzioni, ha chiesto il rigetto dell’appello e la conferma della
sentenza impugnata.
All’udienza del 22.9.2022 il Collegio ha rinviato la causa all’udienza del 2.2.2023 per la
precisazione delle conclusioni. Precisate le conclusioni mediante trattazione scritta, la Corte ha
trattenuto la causa in decisione assegnando i termini di legge per il deposito delle comparse
conclusionali e delle memorie di replica. Depositati gli scritti difensivi finali la causa è stata
discussa e decisa nella camera di consiglio del 3.5.2023.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1.La sentenza non è immune da censura in relazione al primo motivo di appello.

In sede di comparsa di costituzione Vittoria ha dedotto ”In via preliminare, questa difesa rileva che
l’odierno attore ha l’onere di provare l’operatività della dedotto rapporto assicurativo con
l’odierna società di assicurazione e di fornire la prova: - dell’operatività della polizza; - che il
sinistro per cui è causa rientra nelle previsioni del patto di polizza; - di aver rispettato tutti gli
obblighi previsti dalla legge e dal contratto posti in capo al soggetto assicurato; - il regolare
versamento dei premi assicurativi. In mancanza di dette prove, l’avversa domanda nei confronti
della comparente società non potrà che essere rigettata ( p 3 comparsa costituzione in I grado),
ribadendo in sede di memoria ex art 186 co 6 n 3 cpc il mancato assolvimento da parte di Spadoni
dell’onere della prova rispetto all’esistenza del contratto di assicurazione e le garanzie con esso
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prestate. Infine.anche in sede di comparsa conclusionale ha pertanto chiesto specificatamente il
rigetto della domanda per mancanza di prova del rapporto assicurativo e operatività della polizza.

Risulta pertanto contraddetto in atti che Vittoria non abbia contestato la stipula e l’operatività della
polizza.

Spadoni dal suo canto ha prodotto una schermata “dati di polizza al 2 giugno 2019” in formato
word, priva di sottoscrizione, riportante gli estremi di polizza contratta per cinque anni con
decorrenza dal 2.6.2017, il massimale rischio assicurato per il furto (doc 3 fasc I grado Spadoni),
nonché il fascicolo contenente le condizioni di polizza aggiornato all’edizione 2019 ( doc 9 fasc I
grado Spadoni).
Sono state inoltre prodotte mail del 18.12.2017 inoltrata da mittente All Risk Consulting a Vittoria
con richiesta di assegnare un numero al sinistro e risposta di Vittoria del 3.1.2018 alla medesima
società, in persona di “Valerio”, con indicazione del numero del sinistro ed il perito incaricato ( All
A e B Memoria replica del 12.3.21).
Il teste Valerio Marinucci, qualificatosi assicuratore, ha confermato di essere stato intermediario per
la conclusione della polizza e di avere richiesto l’apertura del sinistro (verbale del 25.5.2021).
In sede di formalizzazione di denuncia Spadoni ha fatto espresso riferimento alla circostanza di
essere assicurato per l’evento con Vittoria.

Orbene il contratto di assicurazione ai sensi dell’art 1888 cc deve essere provato per atto scritto.
Seppure si tratta di forma scritta richiesta "ad probationem, e non "ad substantiam", e quindi pur
consentendo l'art. 1888 cc di fornire la prova del contratto di assicurazione anche con documenti
diversi dalla polizza, ciò può avvenire sempre a condizione che altri documenti siano idonei a
provare la conclusione del contratto e il rischio assicurato ( da ultimo Cass Sez. 3, Sentenza n. 18118
del 06/06/2022). In tal senso è stato affermato che anche il rilascio della ricevuta di pagamento del
premio, vale di per sè solo a fornire la prova del perfezionamento del contratto di assicurazione,
essendo al riguardo necessario l'accertamento della volontà delle parti in relazione al contenuto del
negozio ( Cass, Sez. 3, Sentenza n. 367 del 11/01/ 2005).

Pacifico che il contratto di assicurazione non è stato prodotto, né è stata allegata una ragione idonea
a dare conto della mancanza del contratto in originale o una sua copia. Peraltro le prove valorizzate a
supporto dell’intervenuta conclusione del contratto, in particolare la corrispondenza tra il broker
assicurativo ( qualificato tale da parte appellata p 5 comparsa costituzione in appello) e Vittoria,
nonché l’acquisita testimonianza, nulla dicono sul contenuto della polizza e sul rischio assicurato,
dovendosi ritenere del tutto privo di valenza probatoria, e non opponibile nei confronti di Vittoria,
la schermata di polizza priva di intestazione, timbro, firma o qualsivoglia elemento idoneo a
rapportare il contenuto in esso riportato all’impresa assicuratrice.

Il mancato assolvimento dell’onere probatorio gravante su Spadoni si estende anche alla prova
dell’operatività della polizza, atteso che non è neppure allegato l’intervenuto pagamento del premio,
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dato ancora più pregnante ove si consideri che essendo la polizza decorrente dal 2.6.2017 il premio
annuo avrebbe dovuto essere perfezionato entro il 2.6.2018.

2.Deve inoltre trovare accoglimento il secondo motivo di appello.

E’ incontestato che non vi sia alcun documento di trasporto che attesti la consegna della merce per
come oggetto di fatturazione.
E’ allegato che gli infissi siano stati ordinati per essere utilizzati in non meglio specificati “lavori
autorizzati e da eseguirsi”, svolgendo Spadoni attività di impresa edile. Non vi è prova né
dell’ordine per l’acquisto dal fornitore kosovaro, né del programmato utilizzo dei serramenti.

La prova della consegna è stata rimessa, e come tale ritenuta esaustiva dal giudice di prime cure, alle
prove testimoniali, rese sulla scorta dell’utilizzo di rilievi fotografici prodotti da Spadoni, nonché
alla fattura e al bonifico con cui sarebbe stato perfezionato il pagamento.
I rilievi fotografici prodotti in atti, depositati con memoria del 12.3.2021, riportano tutti in alto
datazione 23.11.2018 e orario 9,49.
Le immagini ritraggono un tir parcheggiato su una strada, al cui interno appaiono trasportati dei beni
imballati in bancali, riconducibili a serramenti, presenti una pluralità di persone (all D alla memoria
del 12.3.2021).
Una seconda sequenza cristallizza un mezzo di trasporto di colore verde con una pala sulla quale
appaiono caricati beni imballati diversamente da quelli in precedenza ritratti, in mancanza di
bancali, nessuna persona presente ( All E alla memoria del 12.3.2021). Il mezzo dotato di pala è
ritratto con il carico, in procinto di trasferire dei beni su un altro mezzo diverso, sia per dimensioni
che per avere a tergo la copertura di un telone, da quello ritratto come trasportante i beni nella prima
sequenza.
Una terza sequenza ritrae il capannone in cui sono visibili due strutture di bancali da cui sarebbero
stati sottratti i beni ( All F alla memoria del 12.3.2021).
I testi escussi Luigi Colombo, muratore, e Valerio Spadoni, imprenditore, hanno dato conferma,
sulla scorta delle foto loro esibite, di avere presenziato all’arrivo dei serramenti dall’estero e che i
serramenti sarebbero stati deposti all’interno del capannone. Non è dato sapere se i due testi siano
tra le persone ritratte nella prima sequenza e se abbiano presenziato anche al deposito all’interno del
capannone
Non è ritratto il capannone con all’interno i beni denunciati come sottratti, emergendo anzi dalla
testimonianza di Colombo Luigi che costui sarebbe intervenuto proprio “perché il camion era
rimasto sulla strada e non riusciva ad entrare nel capannone”.

La fattura in atti datata 23.11.2018 (doc 1 all fasc. I grado Spadoni), che è rimasto incontestato
essere redatta in lingua albanese (doc 1 fasc i grado Vittoria), risulta rilasciata da Bledar Bajaraktari,
sicchè non è riferibile alla società BVS SH. P.K. indicata da Spadoni come fornitrice ( doc 2 fasc I
grado Vittoria). Non è stata allegato alcunchè che dia conto delle trattative e dei contatti per
l’ordinativo, né se la ditta fornitrice sia produttrice degli infissi o mera intermediaria.
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Non è inoltre provato che il bonifico estero di 14.100 euro in favore di Blendar & Ajraktari
Mitrovic, effettuato in data 6.12.2018 (doc 5 all atto citazione I grado), a distanza di tempo
dall’intervenuta consegna, sia riferibile all’acquisto degli infissi di cui è allegato il furto, ed èdel
tutto privo di supporto il dato relativo all’intervenuto pagamento di 5000,00 euro in contanti.

A fronte del compendio sopra enunciato la denuncia di furto si presenta quale presupposto
limitatamente utile ad avviare la richiesta di liquidazione, non potendo assegnarsi a tale atto alcun
valore idoneo a ritenere assolto l’onere probatorio di cui è onerato Spadoni.

Emerge quindi come, anche ammesso che vi sia stata una consegna di beni in favore di Spadoni, non
sia stata offerta prova confortante circa la correlazione tra la consegna di beni per come oggetto di
denuncia di sinistro, il loro deposito presso il capannone, il pagamento effettuato quale corrispettivo
dei predetti beni per il valore dichiarato in fattura.

3.L’accoglimento dell’appello comporta che Spadoni deve essere condannato alla restituzione di
quanto versato dall’appellante in esecuzione della sentenza di primo grado, essendo pacifico che la
parte appellante vittoriosa ha dato esecuzione alla sentenza di primo grado sia per il capitale oggetto
di condanna, pari ad euro 22.100,00, che per gli accessori, comprese le spese di lite.
Spettano gli interessi legali sulle somme corrisposte decorrenti dalla data del pagamento effettuato
in una ovvero in più soluzioni.

4. Le spese di lite seguono la soccombenza.


In tema di liquidazione delle spese processuali in caso di riforma totale o parziale della sentenza di
primo grado, è costante nella giurisprudenza di legittimità l’affermazione del principio secondo cui
il giudice di appello, allorché riformi in tutto o in parte la sentenza impugnata, deve procedere
d’ufficio, quale conseguenza della pronuncia di merito adottata, ad un nuovo regolamento delle
spese processuali, il cui onere va attribuito e ripartito tenendo presente l’esito complessivo della lite,
poiché la valutazione della soccombenza opera, ai fini della liquidazione delle spese, in base ad un
criterio unitario e globale ( Cass 19989/ 2021¸Cass. 22 febbraio 2016, n. 3438;Cass. 18 marzo 2014,
n. 6259, nel medesimo senso, tra le tante, Cass. 30 ottobre 2013 n. 8718; 14 ottobre 2013 n. 23226;
30 agosto 2010 n. 18337).
Le spese di entrambi i gradi di giudizio vanno pertanto poste integralmente a carico della parte
appellata Spadoni.Le stesse sono liquidate ex D.M. 147/2022 come da dispositivo, tenuto conto
dell’attività difensiva svolta e delle questioni trattate, applicando per la fase di appello i parametri
medi per le sole fasi di studio, introduttiva, non essendovi stata quella istruttoria che invece si è
svolta in primo grado, decisionale.
PQM

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La Corte d’Appello di Milano, definitivamente pronunciando sull’appello proposto da Vittoria
Assicurazioni spa nei confronti di Spadoni Glauco in riforma della sentenza del Tribunale di Milano
n 10460/ 2021, così provvede:
1) rigetta tutte le domande proposte da Spadoni Glauco e per l’effetto lo condanna alla restituzione
in favore di Vittoria Assicurazioni spa di quanto da questa versato in esecuzione della sentenza
appellata con interessi legali dai pagamenti al saldo di ciascuno di essi ;
2) condanna Spadoni Glauco al pagamento in favore di Vittoria Assicurazioni spa delle spese di lite
del primo grado di giudizio, liquidate in complessivi euro 5077,00 oltre iva, cpa e rimborso spese
forfettario, e in complessivi euro 3397,00 per il presente grado di giudizio, oltre iva, cpa e rimborso
spese forfettario.
Così deciso in Milano il 3 maggio 2023

Il Consigliere est Roberta Nunnari

Il Presidente Maria Teresa Brena

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