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Firmato Da: BOTTALLA SILVIA Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 10e27e - Firmato Da: CANAPARO LORENA Emesso

Da: POSTECOM CA3 Serial#: a5408 - Firmato Da: MELE DANIELA Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 10e305
IL TRIBUNALE DI SAVONA
Sezione Civile
cos composto:
Dott.ssa Lorena Canaparo PRESIDENTE
Dott. Giovanni Zerilli GIUDICE
Dott.ssa Daniela Mele GIUDICE REL.
sciogliendo la riserva che precede, assunta allesito delludienza in Camera di Consiglio
in data 24.05.2017 nel procedimento ex art. 669 terdecies c.p.c. iscritto al R.G. n.
1580/2017;
promosso da:
, rappresentato e difeso dallAvv. Marco Della Luna, giusta
procura in atti;
contro:
BANCA ALPI MARITTIME , societ
cooperativa per azioni, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa
dallAvv. Simonetta Salvini, giusta delega in atti;
xxxxxx xxxxxxxx
ha pronunciato la seguente
ORDINANZA
Con ricorso depositato in data 02.05.2017, xxxxxxxxxxx ha proposto reclamo ex art.
669 terdecies c.p.c. avverso lordinanza emessa in data 19.04.2017 con la quale il
Tribunale di Savona, Giudice designato, aveva respinto listanza di sospensione della
procedura esecutiva R.G. 354/2015.
In particolare, lodierno reclamante ha sostenuto che, poich quando le banche erogano
un mutuo non attingono dalle proprie riserve di liquidit, ma sostanzialmente pongono
in essere delle semplici operazioni contabili, di fatto creano la c.d. moneta scritturale.
Dal momento che nessuna norma autorizza le singole banche alla creazione di tale
moneta, tale attivit dovrebbe considerarsi illegittima.
Da tale assunto, il reclamante fa derivare alcune conseguenze e, segnatamente:
Firmato Da: BOTTALLA SILVIA Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 10e27e - Firmato Da: CANAPARO LORENA Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: a5408 - Firmato Da: MELE DANIELA Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 10e305
1. gli euro scritturali creati dalle banche sono inesistenti e, quindi, il contratto di mutuo
nullo per mancanza delloggetto;
2. anche a voler considerare esistente la moneta scritturale creata dalla banca, dal
momento che lattivit di creazione della moneta illegittima, il contratto di mutuo
sottoscritto dal reclamante nullo per illiceit;
3. pur volendo ritenere valida e legittima la creazione di moneta scritturale, la stessa non
sarebbe comunque euro e, quindi, il contratto sarebbe nullo o inefficace in applicazione
della disciplina del c.d. aliud pro alio;
4. qualora non si accedesse alle tesi sinora esposte e volendo ritenere valida e legittima
la creazione della moneta scritturale, sulla base del principio per cui ci che non
vietato consentito, allora tutti possono creare moneta scritturale ed in tal modo
estinguere i propri debiti.
Il reclamante, pertanto, ha provveduto a depositare, nellambito della procedura
esecutiva e nel presente procedimento, una PEC inviata alla banca creditrice con
oggetto scrittura contabile di creazione di euro scritturali, ritenendo in tal modo di
aver assolto allobbligo di pagamento posto a suo carico dal contratto di mutuo.
Lordinanza reclamata ha ritenuto non fondate le tesi esposte dallodierno reclamante,
sostenendo che le banche ben possono utilizzare provviste, per lerogazione dei mutui,
non direttamente collegate alla raccolta del risparmio e che loggetto del mutuo pu
essere, oltre alla moneta avente corso legale, anche qualsiasi altra cosa fungibile, con
ci intendendosi anche la disponibilit economica comunque creata. Quanto alla
creazione di moneta scritturale da parte del privato, lordinanza reclamata ha affermato
la sua inidoneit ad estinguere il debito, atteso che tale moneta non possiede lintrinseca
idoneit a tradursi in beni concreti di consumo che propria di quella erogata dalla
banca.
Nel ricorso ex art. 669 terdecies c.p.c. il reclamante ha sostanzialmente insistito nelle
proprie pretese, deducendo che il giudice dellesecuzione avrebbe eluso il problema
relativo alla possibilit di creare moneta da parte delle banche e che nessuna moneta ha
intrinseca idoneit a tradursi in beni concreti.
Con comparsa di costituzione e risposta si costituita in giudizio la Banca Alpi
Marittime, contestando le avverse pretese e rilevando, in particolare, che le
argomentazioni sostenute dal reclamante non avevano alcun pregio giuridico, trattandosi

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per lo pi di considerazione di politica economica, estranee alloggetto del giudizio. Ha
comunque contestato le tesi sostenute, rilevando come fosse incontrovertibile che,
utilizzando il mutuo erogato dalla banca Alpi Marittime, lodierno reclamante avesse
acquistato le unit immobiliari oggetto della procedura esecutiva.
xxxxxxxxxx rimasta contumace.
Ci premesso, il Collegio osserva quanto segue.
Il reclamo infondato e deve essere respinto.
Infatti, quandanche le tesi sostenute dallodierno reclamante avessero un fondamento
macroeconomico, da un punto di vista giuridico in nessun caso potrebbe discorrersi di
moneta inesistente, atteso che non pu superarsi il dato oggettivo ed incontrastato
dellutilizzo, da parte dellodierno reclamante, della moneta messa a sua disposizione
dalla banca per lacquisto dellimmobile oggetto della procedura esecutiva. La
circostanza esclude in radice anche la sussistenza del c.d. aliud pro alio, atteso che,
come noto, con tale fattispecie si identifica lipotesi di consegna di cosa completamente
diversa da quella pattuita e mai potrebbe rientrare in tale definizione ci che in sostanza,
a prescindere dalla forma fisica ovvero virtuale, comunque idoneo a realizzare lo
scopo del mutuatario, ossia, nel caso specifico, lacquisto dellimmobile.
In altre parole, come gi correttamente sostenuto dal giudice di prime cure, leventuale
violazione delle disposizioni relative alla creazione di moneta ed alla raccolta del
risparmio, in nessun caso potrebbe riverberarsi sulla validit ed efficacia del contratto di
finanziamento.
Quanto alla creazione di moneta scritturale da parte del privato, il provvedimento
reclamato risulta del tutto condivisibile e per nulla scalfito dalle deduzioni effettuate in
sede di ricorso ex art. 669 terdecies c.p.c.. Infatti, non vi dubbio che la moneta creata
dal privato non possieda lidoneit a tradursi in beni di consumo che invece propria
della moneta erogata dalla banca. La ragione di tale differenza non va ricercata, come
pretenderebbe il reclamante, nella circostanza che le banche si accettano e accreditano
reciprocamente come vera la moneta da loro stesse creata, ma nel complesso di norme
nazionali e sovranazionali che conferiscono esclusivamente ai soggetti abilitati la
potest di creazione della moneta e di raccolta del risparmio, peraltro prevedendo
complessi e delicati meccanismi di controllo e limitazioni, finalizzati a garantire la
stabilit generale del sistema economico.

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Si osserva, inoltre, che la prestazione dei servizi di pagamento, attraverso moneta
scritturale, unattivit consentita per legge esclusivamente ai soggetti abilitati (cfr.
sul punto il comunicato emesso dalla Banca dItalia in data 6 giugno 2017, dal titolo
Creazione di moneta scritturale da parte dei cittadini - Avviso al pubblico in
www.bancaditalia.it), tra i quali senza dubbio rientrano gli Istituti di Credito, che
peraltro come gi correttamente rilevato dal giudice di prime cure non
necessariamente, per lerogazione dei finanziamenti, devono attingere alle riserve
collegate alla raccolta del risparmio.
Il reclamo deve, pertanto, essere respinto.
Sussistono, nel caso specifico, tutti i presupposti per lapplicazione della sanzione di cui
allart. 96, comma 3, c.p.c., stante la palese infondatezza del reclamo proposto, basato
su argomentazioni di politica economica, del tutto irrilevanti dal punto di vista
giuridico. Inoltre, sostenere nel corso del giudizio di aver estinto il proprio debito
attraverso linvio di una PEC alla banca creditrice con oggetto scrittura contabile di
creazione di euro scritturali costituisce argomentazione palesemente infondata. Si
osserva, inoltre, che la condanna alla pena pecuniaria prevista dallart. 96 ultimo comma
c.p.c. prescinde dalla prova del danno arrecato alla controparte per effetto della condotta
processuale del soccombente (cfr., Cass. Civ., n17903 del 2010). Circa la
quantificazione della somma da liquidare ai sensi dellart. 96 c.p.c., secondo il
condivisibile orientamento giurisprudenziale in materia: In tema di responsabilit
aggravata, il terzo comma dell'art. 96 cod. proc. civ., aggiunto dalla legge 18 giugno
2009, n. 69, disponendo che il soccombente pu essere condannato a pagare alla
controparte una "somma equitativamente determinata", non fissa alcun limite
quantitativo, n massimo, n minimo, al contrario del quarto comma dell'art. 385 cod.
proc. civ., che, prima dell'abrogazione ad opera della medesima legge, stabiliva, per il
giudizio di cassazione, il limite massimo del doppio dei massimi tariffari. Pertanto, la
determinazione giudiziale deve solo osservare il criterio equitativo, potendo essere
calibrata anche sull'importo delle spese processuali o su un loro multiplo, con l'unico
limite della ragionevolezza (Cass. Civ., n. 21570 del 30 novembre 2012).
Nel caso specifico si stima equo, sulla base dei criteri sopra indicati, liquidare la somma
dovuta alla reclamata ex art. 96 ultimo comma c.p.c. nellammontare di Euro 1.573 pari
al 50% delle spese di lite.

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Le spese della presente fase processuale, liquidate come in dispositivo, seguono la
soccombenza.
Attesa la declaratoria di reiezione del reclamo, inoltre, la parte istante deve essere
condannata al pagamento di altro contributo unificato ex art. 1, comma 17, l. n.
228/2012, applicabile anche al procedimento di reclamo (in tal senso, cfr. Tribunale
Novara del 4 aprile 2013; Corte di Appello di Genova, 14 marzo 2014).
P.Q.M.
respinge il reclamo proposto da xxxxxxxxxxxx;
condanna xxxxxxxxxxxx al pagamento, in favore della Banca Alpi Marittime Credito
, delle spese di lite della presente fase processuale, che
liquida in Euro 3.146,00 per compensi professionali, oltre accessori come per legge;
visto ed applicato lart. 96 ultimo comma c.p.c., condanna xxxxxxxxxxx al
pagamento, in favore della Banca Alpi Marittime
s.c.p.a. della somma di 1.573,00 oltre interessi legali dalla presente decisione al saldo;
condanna il reclamante al versamento di altro contributo unificato di pari importo di
quello gi corrisposto per la proposizione del reclamo ex art. 1, comma 17, l.n.
228/2012.
Cos deciso in Savona, il 15 giugno 2017.
Il Giudice Relatore Il Presidente
(dott.ssa Daniela Mele) (dott.ssa Lorena Canaparo)

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