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Thf
in relazione agli artt. 74, 78, 125 e 185 cod. proc. pen., in riferimento
all'ordinanza pronunciata il 12.12.2011 con cui il Tribunale, rigettando
l'eccezione sollevata dal suo difensore, ha ammesso la costituzione di parte civile
del fallimento Cusiana Costruzioni s.r.I., nonostante l'autorizzazione del giudice
delegato non risultasse sottoscritta.
Assume il ricorrente che l'atto non reca la firma digitale del giudice, ma
piuttosto quella dell'assistente giudiziario, il quale ha attestato la conformità
all'originale di un documento privo della firma dell'estensore, poiché il nome
accanto alla copertina lungo il margine del foglio è quello dell'assistente
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fronte dell'indicazione di 72 testimoni e 2 consulenti tecnici, ha ammesso solo 13
testi.
Con l'ordinanza in data 8.2.2012 a giudizio della difesa sono state violate
una serie di norme processuali (gli articoli 125 comma III; 190; 468 comma II e
4; 495 comma I, II, III, e IV), costituzionali (artt. 24, comma II e 111, comma
3) e l'art. 6 CEDU; di conseguenza l'ordinanza, già impugnata unitamente alla
sentenza in sede di appello, deve essere dichiarato nulla.
Vengono quindi richiamate l'ordinanza pronunciata il 13.3.2012, con la quale
il Tribunale ha revocato l'ammissione dei testi Ferorelli Sasha e Vergani Patrick,
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2.7 Con il settimo motivo si deduce violazione dell'art. 597 cod. proc. pen.,
poiché la Corte territoriale, invece di annullare la sentenza di primo grado,
restituendo il processo al Tribunale, ne ha integrato la motivazione.
2.8 Con l'ottavo motivo si lamenta la violazione degli articoli 99 e 106 del
codice penale, perché la Corte territoriale ha applicato la recidiva specifica
infraquinquennale in forza di un reato che era stato dichiarato estinto ai sensi
dell'articolo 167 cod. pen.
Il ricorrente invoca l'insussistenza dei presupposti per l'applicazione della
recidiva tenuto conto che risultava a carico del prevenuto un solo precedente
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3.3 II terzo motivo nuovo riprende il tema della recidiva, oggetto dell'ottavo
motivo principale. Si sottolinea la carenza di motivazione della decisione
impugnata, che si limita a prender atto dell'esistenza di un precedente penale.
4.4 II quarto motivo nuovo approfondisce il primo motivo principale,
riguardante la costituzione di parte civile del fallimento Cusiana Costruzioni s.r.I.,
che andava giudicata inammissibile per la mancanza dell'autorizzazione del
giudice delegato, sottoscritta solo dall'assistente giudiziario, inammissibilità non
sanabile con una successiva ratifica.
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Lacch i ni.
1. Il secondo ed il nono motivo motivo del ricorso nonchè il secondo motivo
nuovo di Lacchini Marco, da esaminare congiuntamente per comodità espositiva,
sono manifestamente infondati e come tali inammissibili.
Va preliminarmente osservato che è del tutto destituita di fondamento
l'affermazione contenuta a pag. 11 del ricorso secondo cui difetterebbe
completamente l'elemento oggettivo del reato.
In primo luogo, la somma di € 515.000,00 oggetto di distrazione non è mai
stata restituita ed è stata versata sul conto corrente intestato alla I.H.P. di cui il
35093 del 04/06/2014; Sez. 5, n. 11095 del 13/02/2014, Rv. 262741), non
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(Cass. 51715/2014, 35093/2014, 40981/2014, 3229/2012, 11899/2010).
E' quindi manifestamente infondata l'affermazione del ricorrente Lacchini
secondo cui il delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale richiederebbe il dolo
specifico.
Non ha alcuna rilevanza quindi che la finalità dichiarata di tutte le
operazioni di cessioni immobiliari poste in essere con la regia del Lacchini
potesse eventualmente essere quella di procurarsi liquidità da immettere nelle
casse della Cusiana Costruzioni.
E', infatti, sufficiente, ai fini della configurabilità del dolo, che il ricorrente,
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ove ciò si fosse verificato, non sarebbe comunque venuta meno la natura
distrattiva di tali atti. E', infatti, principio consolidato di questa Corte che, data
l'autonomia soggettiva e patrimoniale delle singole società che fanno parte di un
gruppo, che comporta che l'affidamento dei creditori di ciascuna società del
gruppo sia riposto sulle sole capacità patrimoniali della società nei cui confronti
vantano la pretesa, i trasferimenti di risorse effettuati da una società in favore di
altre pur ricomprese nello stesso gruppo, pregiudicando e frustrando le legittime
aspettative dei creditori della società finanziatrice, integrano una vera e propria
distrazione, salvo che tali trasferimenti siano giustificati da congrui vantaggi
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ovvero, conformemente a quanto richiesto dall'art. 182 comma II c.p.p.,
"immediatamente dopo" il compimento dell'atto.
Nel caso di specie, invece, le nuove istanze di ammissione delle prove non
sono state presentate tempestivamente alla stessa udienza (8/2/2012 e
13/3/2012) in cui erano state pronunciate le ordinanze reiettive delle prove
bensì solo all'udienza successiva.
Inoltre, con riferimento all'udienza del 28/5/2012, dopo che il Tribunale ha
respinto l'ennesima istanza di ammissione delle prove ed invitato le parti a
concludere, il ricorrente non ha dedotto tempestivamente la invocata nullità
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superflue, sul rilievo che era stato documentato il recupero in via giudiziale di tali
beni con revocatoria fallimentare, e la terza circostanza generica.
Il ricorrente voleva, infatti, chiedere al curatore se il recupero dei beni fosse
avvenuto con modalità diverse da quelle dallo stesso indicate nonché le ragioni
per cui non erano state seguite le sue indicazioni, senza aver neppure
minimamente precisato nella sua istanza istruttoria quali sarebbero le modalità
di recupero dei beni che avrebbe suggerito al curatore.
6. Il sesto motivo bis è parimenti inammissibile per genericità.
La censura del ricorrente secondo cui la Corte territoriale si sarebbe
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Non vi è dubbio che tale censura si appalesasse già generica, con
conseguente insussistenza in capo alla Corte territoriale di un obbligo
motivazionale specifico.
Anche l'odierna censura, contenuta nel terzo motivo nuovo, si appalesa
inammissibile per due ordini di ragioni.
In primo luogo, come emerge da quanto sopra evidenziato, non essendo il
vizio di motivazione stato dedotto nei motivi d'appello, il motivo non è
consentito a norma dell'art. 606 comma III cod. proc.
In ogni caso, il vizio di motivazione in ordine all'applicazione della recidiva è
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9. Il primo motivo del ricorrente Barberis è inammissibile per difetto di
specificità.
Va osservato che l'imputato, nel dedurre il vizio di motivazione in ordine alla
mancata concessione dell'attenuante di cui all'art. 114 c.p., non si è
minimamente confrontato con le precise argomentazioni della sentenza
impugnata, che ha evidenziato che l'apporto offerto dal Barberis alla
realizzazione delle distrazioni è stato determinante, e non certo marginale e
subalterno rispetto a quello rivestito dal coimputato. Infatti, è stato il Barberis
ad occuparsi direttamente e personalmente della scelta del contraente Service
P.Q.M.