ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 2245/2019 R.G. proposto da
Raggruppamento Temporaneo di Imprese Equitalia Sud S.p.a.,
Riscossione EPE, GE.SE.T. Italia S.p.a. e Ottogas S.r.l., con domicilio
eletto in Roma, via Giovanni Bettolo n. 52, presso lo studio
dell’avvocato Leopoldo Brindisi, rappresentato e difeso dall’avvocato
Maria Voccia De Felice;
– ricorrente –
contro
P.A. Parziale Antonio & Figli S.r.l., in persona del suo legale
rappresentante p.t., con domicilio eletto in Roma, via Lungotevere
Flaminio n. 44, presso lo studio dell’avvocato Marta Lettieri,
rappresentata e difesa dall’avvocato Francesco Vitobello;
– controricorrente –
avverso la sentenza n. 5489/01/18, depositata il 5 giugno 2018, della
Commissione tributaria regionale della Campania;
udita la relazione della causa svolta, nella camera di consiglio del 16
novembre 2022, dal Consigliere dott. Liberato Paolitto.
Rilevato che:
1. – con sentenza n. 5489/01/18, depositata il 5 giugno 2018, la
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2. – il Raggruppamento Temporaneo di Imprese Equitalia Sud
S.p.a., Riscossione EPE, GE.SE.T. Italia S.p.a. e Ottogas S.r.l. ricorre
per la cassazione della sentenza sulla base di due motivi;
- P.A. Parziale Antonio & Figli S.r.l. resiste con controricorso.
Considerato che:
1. – il primo motivo, formulato ai sensi dell’art. 360, c. 1, n. 3, cod.
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2013, le rilevate variazioni della superficie imponibile ai fini TARSU (a
seguito di sopralluogo eseguito nel 2015), - l’altro diversamente
fondato sulla lettura di dati normativi di fattispecie che (in tesi)
giustificavano tanto la definitività dei rapporti tributari quanto la tutela
dell'affidamento del contribuente;
- e l’accertamento in fatto si è risolto, come anticipato, nel rilevare
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quanto emerge dal precedente della Corte evocato dalla ricorrente
(Cass., 30 novembre 2009, n. 25124), - nel caso che ne occupa il
giudice del merito non ha messo in discussione né le modalità di
svolgimento dell’accertamento operato dall’amministrazione (col
ridetto sopralluogo del 6 agosto 2015) né le relative emergenze
istruttorie ma ne ha escluso la concludenza dimostrativa con
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P.Q.M.
La Corte, dichiara inammissibile il ricorso; condanna la ricorrente
al pagamento, in favore della controricorrente, delle spese del giudizio
di legittimità liquidate in € 6.000,00 per compensi professionali ed €
200,00 per esborsi, oltre rimborso forfettario delle spese generali nella
misura del 15% ed altri accessori di legge; ai sensi dell’art. 13 comma