Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
- ricorrente -
contro
- controricorrente -
GORGONI;
2
FATTI DI CAUSA
Nicola Varesano cogarantiva, verso Banca Intesa s.p.a., ora Intesa San Paolo
s.p.a., fino all'ammontare di euro 300.000,00, le obbligazioni future di TSO s.r.l.
La banca beneficiaria, ottenuto dal Tribunale di Milano il decreto ingiuntivo
n. 16901/2010 nei confronti dei fideiussori, chiedeva il pagamento della somma
di euro 123,398,24, derivante da tre distinte ragioni di credito: un saldo debitorio
di conto corrente e due finanziamenti, l'uno del luglio 2004 e l'altro del marzo
3
2. Con il secondo motivo, in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3, c.p.c.,
lamenta la violazione e/o falsa applicazione dell'art. 91 c.p.c. e del Dm 55/2014
(p. 4).
3. Con il terzo motivo, ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 3, c.p.c., lamenta
la violazione e falsa applicazione degli artt. 96, comma 3, e 101 c.p.c. e artt. 24
e 111 Cost. (p. 5).
4. Con il quarto motivo, in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c., deduce
la violazione e/o falsa applicazione dell'art. 96, comma 3, c.p.c. sotto altro profilo
4
12. Con il dodicesimo motivo, in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3, c.p.c.,
lamenta la violazione e/o falsa applicazione dell'art. 91 c.p.c. in relazione al
procedimento monitorio (p. 22).
13. Con il tredicesimo motivo, in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3, c.p.c.,
lamenta la violazione e/o falsa applicazione dell'art. 91 c.p.c. e del Dm 140/2012
(p. 24).
14. Con il quattordicesimo motivo, in relazione all'art. 360, comma 1, n. 4,
c.p.c., lamenta la nullità della sentenza per violazione degli artt. 132, comma 1,
5
— che risultano numerati erroneamente, infatti dal motivo n. 17 si passa al n.
19, omettendo il n. 18 — l'illegittimità della sentenza di secondo grado, senza
prima avere neppure indicato quali erano stati i fatti giuridici costitutivi della
domanda proposta nel primo giudizio. Di essi si apprende solo leggendo
l'illustrazione del motivo n. 1, che risultava dall'unione di due procedimenti (ne
vengono riportati gli estremi (p. 2) e il dispositivo (pp.2-3)), ove si fa menzione
del "sig. Zampatti" e della "Solgenia", senza averne mai indicato il ruolo nel
processo. Il ricorrente nella brevissima narrativa che premette all'illustrazione
19.4. Le richieste del ricorrente in sede di gravame sono riportate con note
a piè di pagina (pp. 3-4, 23), sempre a supporto dei motivi di censura; quelle
della controparte, invece, non vengono mai indicate.
19.5. Tanto premesso, si ribadisce che l'esposizione sommaria dei fatti è
prescritta a pena di inammissibilità del ricorso per cassazione dall'art. 366 c.p.c.,
comma 1, n. 3, ove è considerata uno specifico requisito di contenuto-forma del
ricorso. Essa deve consistere in una esposizione che garantisca alla Corte di
Cassazione di avere una chiara e completa cognizione del fatto sostanziale che
ha originato la controversia e del fatto processuale, senza imporle o pretendere
che si avvalga, a tale scopo, di altre fonti o degli atti in suo possesso, compresa
la stessa sentenza impugnata (Cass. sez. un. 18/05/2006 n. 11653).
6
19.6. Va, altresì, ricordato che la prescrizione del requisito non soddisfa
affatto un'esigenza di mero formalismo, ma è funzionale all'offerta di una
conoscenza chiara e completa dei fatti di causa, sostanziali e o processuali, che
permetta di bene intendere il significato e la portata delle censure rivolte al
provvedimento impugnato (Cass. sez. un. 20/02/2003 n. 2602).
19.7. Stante tale funzione, per soddisfare la prescrizione dell'art. 366 c.p.c.,
comma 1, n. 3, è necessario, come statuisce la prima delle decisioni evocate,
che il ricorso per Cassazione contenga, sia pure in modo non analitico o
7
n. 4, il n. 13, i quali, pur lamentando la violazione di norme processuali, indicano
come vizio cassatorio l'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c.
21. Peraltro, pur essendo i precedenti rilievi assorbenti, anche l'analisi dei
singoli motivi, se consentita, si sarebbe risolta in un giudizio di inammissibilità.
21.1. In ordine ai primi due, logicamente connessi, va rilevato che il debito
garantito si è parzialmente estinto per l'escussione da parte della banca dei titoli
dati in pegno successivamente alla sentenza di primo grado, senza che tale
circostanza sia atta a far ritenere che l'ingiunto, attuale ricorrente, non sia la
8
equitativo, non venga a stridere con il canone della ragionevolezza (Cass.
30/11/2012, n. 21570).
22.1. Né può negarsi che l'irrogazione della sanzione fosse giustificata: la
giurisprudenza ritiene sufficiente a tal fine la pretestuosità dell'iniziativa
giudiziaria, per contrarietà al diritto vivente ed alla giurisprudenza consolidata
(Cass. 22/02/2016 n. 3376), la manifesta inconsistenza giuridica delle censure
in sede di gravame (Cass. 18/11/ 2014 n. 24546) oppure la palese e strumentale
infondatezza dei motivi di impugnazione (Cass. 26/03/2013 n. 7620), provati
9
fideiussore è quello di soddisfare il creditore nel caso in cui il debitore principale,
garantito, risulti inadempiente. Il fideiussore, nel manifestare in modo espresso
la volontà di prestare la garanzia (art. 1937 c.c.), deve anche indicare la
obbligazione principale garantita, il soggetto garantito, le eventuali condizioni e
limitazioni soggettive ed oggettive della garanzia rispetto all'obbligazione
principale.
26.1. Inconferente è addurre la possibilità che la cessione di azienda
comprenda anche la fideiussione, data la natura non personale della garanzia.
10
rilievo e cautelari nei confronti della Solgenia, ai sensi dell'art. 1953 c.c., e con
l'azione di regresso ai sensi dell'art. 1955 c.c.
29. Il motivo n. 11 è inammissibile per le ragioni già enunciate relativamente
al motivo numero 8, cui si rinvia.
30. La tesi prospettata con i motivi nn. 12 e 13 è in contrasto con la
giurisprudenza di questa Corte opportunamente evocata dal giudice a quo sia
quanto alla individuazione della soccombenza (Cass. 27/03/2007, n. 7526;
Cass. 19/3/2007 n. 6514; Cass. 19/10/ 2006 n. 22489) sia quanto alla
11
essa ci sia, ma non renda percepibile il fondamento della decisione, perché
recante argomentazioni obiettivamente inidonee a far conoscere il ragionamento
seguito dal giudice per la formazione del proprio convincimento, non potendosi
lasciare all'interprete il compito di integrarla con le più varie, ipotetiche
congetture (Cass. 22/02/2018, n. 4294): ipotesi che non ricorre nel caso di
specie ove al contrario la Corte ha spiegato adeguatamente, logicamente e
chiaramente le ragioni della sua decisione.
33. In ordine al motivo n. 19, il vizio cassatorio utilizzato per muovere
PQM
La Corte dichiara inammissibile il ricorso, condanna la parte ricorrente al
pagamento delle spese di lite in favore della controricorrente, liquidandole in
euro 3.800,00 per compensi, oltre alle spese forfettarie nella misura del 15 per
cento, agli esborsi liquidati in euro 200,00 ed agli accessori di legge.
Condanna la parte ricorrente al pagamento di euro 3.000,00 ai sensi dell'art.
96, comma 3, c.p.c.
12
Ai sensi dell'art. 13, comma 1 quater del d.p.r. 115 del 2002, dà atto della
sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente,
dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il
ricorso, a norma del comma 1 bis dello stesso articolo 13.
Così deciso nella Camera di Consiglio del 15.6.2018 dalla Terza Sezione civile
della Corte di Cassazione.