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interviene anche in proprio, CIMARRUSTI BALDASSARRE,
- controricorrenti -
del ricorso;
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SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con sentenza del 13/10/2015 il Tribunale di Taranto ha respinto il
gravame interposto dalla Fondazione Arena di Verona in relazione alla
pronunzia G. di P. Taranto n. 2183/2014, di accoglimento della domanda
proposta nei suoi confronti dai sigg. Francesco Salamina ed altri di
restituzione del «prezzo del biglietto pagato da ciascuno per assistere, la
sera del 23 luglio 2010, alla rappresentazione dell'opera lirica
"Carmen"», definitivamente interrotta per le avverse condizioni
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"riflesso"», laddove «pare assai difficile considerare i singoli spettatori
quali titolari di un "diritto dipendente" da quello degli altri».
Con il 5 0 motivo denunzia violazione degli artt. 115, 183 c.p.c., in
riferimento all'art. 360, 1° co. n. 4, c.p.c.
Si duole avere il giudice dell'appello «dato ingresso nel processo a
fatti oggetto di prova nel precedente giudizio e mai neppure allegati nel
presente».
I motivi, che possono congiuntamente esaminarsi in quanto
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indicazioni rendendo il ricorso inammissibile ( cfr., da ultimo, Cass., Sez.
Un., 19/4/2016, n. 7701 ).
A tale stregua non deduce le formulate censure in modo da renderle
chiare ed intellegibili in base alla lettura del ricorso, non ponendo questa
Corte nella condizione di adempiere al proprio compito istituzionale di
verificare il relativo fondamento ( v. Cass., 18/4/2006, n. 8932; Cass.,
20/1/2006, n. 1108; Cass., 8/11/2005, n. 21659; Cass., 2/81/2005, n.
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particolare con riferimento all'ipotesi dell'error in procedendo ex art. 112
c.p.c., v. Cass., Sez. Un., 14/5/2010, n. 11730; Cass., 17/1/2007, n.
978), giacché pur divenendo la Corte di legittimità giudice anche del fatto
(processuale), con potere-dovere di procedere direttamente all'esame e
all'interpretazione degli atti processuali, preliminare ad ogni altra
questione si prospetta quella concernente l'ammissibilità del motivo in
relazione ai termini in cui è stato esposto, con la conseguenza che solo
ove sia stata accertata la sussistenza di tale ammissibilità diviene possibile
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Al riguardo, tale giudice ha correttamente precisato che
«l'impossibilità sopravvenuta della prestazione si ha non solo nel caso in
cui sia divenuta impossibile l'esecuzione della prestazione del debitore, ma
anche nel caso in cui sia divenuta impossibile l'utilizzazione della
prestazione della controparte, quando tale impossibilità sia comunque non
imputabile al creditore e il suo interesse a riceverla sia venuto meno,
verificandosi in tal caso la sopravvenuta inutilizzabilità della finalità
essenziale in cui consiste la causa concreta del contratto e la conseguente
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giuridiche nei confronti di soggetti rimasti estranei al processo in cui è
stata emessa, allorquando questi siano titolari di un diritto dipendente
dalla situazione definita in quel processo o comunque di un diritto
subordinato a tale situazione, con la conseguenza reciproca che l'efficacia
del giudicato non si estende a quanti siano titolari di un diritto autonomo
rispetto al rapporto giuridico definito con la prima sentenza ( v. Cass.,
19/3/2013, n. 6788 ).
Orbene, di tale principio il giudice dell'appello, espressamente
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Le spese del giudizio di cassazione, liquidate come in dispositivo in
favore dei controricorrenti, seguono la soccombenza.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso. Condanna la ricorrente al pagamento delle
spese del giudizio di cassazione, che liquida in complessivi euro 1.400,00,
di cui euro 1.200,00 per onorari, oltre spese a generali ed accessori come
per legge, in favore dei controricorrenti.
Roma, 19/6/2018
Il PrOdente
A
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innocenza