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N. 1550/ 2018 R eg.Gen.Aff.C ont .

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE ORDINARIO DI NOVARA
- SEZIONE CIVILE -
in composizione monocratica e nella persona della dott.ssa Gabriella Citro ha pronunziato la
seguente
SENTENZA
nella controversia civile iscritta al n. 1550 del Ruolo Generale Affari Contenziosi dell’anno 2018,
vertente
TRA
CASAGRANDE MIRKO, C.F. CSGMRK87S14G388A, rappresentato e difeso dall’avv. Marco
Cimma ed elettivamente domiciliato presso lo studio di quest’ultimo in Novara, Viale Roma n. 9,
giusta procura in atti
ATTORE
E
UNIPOLSAI ASSICURAZIONI S.P.A., P.I. 00818570012, in persona del procuratore pro
tempore, rappresentata e difesa dall’avv. Andrea Russo ed elettivamente domiciliata presso lo
studio dell’avv. Melissa Gaiardelli in Novara, C.so Cavallotti n. 40, giusta procura in atti
CONVENUTA
E
SALMI GIANLUCA, residente in Cavaglio D’Agogna, via dei Prati snc
CONVENUTO CONTUMACE

Oggetto: risarcimento danni da circolazione stradale


Conclusioni: come da verbale in atti

RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO DELLA DECISIONE


Con atto di citazione, ritualmente notificato, Casagrande Mirko conveniva in giudizio la compagnia
assicurativa Unipolsai Assicurazioni s.p.a. e Salmi Gianluca al fine di sentir accertare la
responsabilità esclusiva di quest’ultimo in ordine al sinistro che aveva visto coinvolto l’attore e,
conseguentemente, ottenere il risarcimento integrale dei danni patrimoniali e non patrimoniali
subiti.
A sostegno delle proprie domande esponeva che:
- il giorno 24.04.2017, verso le ore 15.00, il Sig. Casagrande Mirko percorreva a piedi il
Corso Garibaldi in Novara, quando, mentre stava attraversando la Via dei Caccia sulle
strisce pedonali, veniva investito dall’autovettura Audi A3 tg. BV656HT, condotta dal
proprietario Salmi Gianluca e garantita per la RCA dalla Unipolsai Assicurazioni Spa, la
quale non si arrestava in corrispondenza delle strisce pedonali per concedere la dovuta
precedenza ai pedoni;
- immediatamente dopo il sinistro, il Sig. Salmi riconosceva la propria responsabilità nella
provocazione dell’incidente sottoscrivendo il modulo di constatazione amichevole;
- a seguito delle lesioni riportate nella caduta, il Sig. Casagrande veniva trasportato presso il
Pronto Soccorso dell’A.O.U. “Maggiore della Carità di Novara”, ove, a seguito degli
accertamenti eseguiti, al Sig. Casagrande Mirko veniva diagnosticato “trauma contusivo del
ginocchio in incidente della strada”, consigliato riposo per 6 giorni, deambulare con aiuto di
stampella, ed invitato a presentarsi il 26 aprile a visita ortopedica;
- in data 26 aprile 2017 veniva effettuata la visita programmata per “distorsione ginocchio
sinistro con emartro e sospetta lesione legamentosa”, eseguita artrocentesi, richiesta RMN
per menischi e legamenti ginocchio;
- l’attore si sottoponeva ad ulteriori visite di controllo, da ultimo in data 26.09.2017, in
occasione della quale si accertava “Lesione cronica LCA e lieve lassità PL in postumi
frattura piatto tibiale trattato conservativamente. Buona ripresa muscolare. Lachmann ++.
Soggettivamente marcata instabilità PL” con consiglio di “ricostruzione LCA + eventuale
ricostruzione PL”;
- si sottoponeva a visita medico-legale dal Dott. Pollini, il quale confermava la diagnosi di
“frattura piatto tibiale esterno sin. Lesione LCA ginocchio sin.”, concludendo che il danno
alla persona può essere valutato come danno biologico temporaneo in gg. 60 con valore
parziale al 75%, gg. 30 con valore parziale al 50%, gg. 30 con valore parziale al 25% e come
danno biologico permanente nella misura del 12%;
- l’attore aveva sopportato esborsi per ticket ospedalieri e visite mediche, oltre alle spese di
riparazione del telefono Iphone, danneggiato nell’incidente.
Si costituiva in giudizio Unipolsai Assicurazioni s.p.a., contestando la domanda attorea sia in punto
an debeatur, che in punto quantum. Eccepiva l'infondatezza della domanda per difetto di prova del
fatto storico e della dinamica del sinistro; nel quantum, poi, contestava l'eccessiva quantificazione
dei danni richiesti dall'attore.
Il convenuto Salmi Gianluca non si costituiva in giudizio, nonostante la regolarità della notifica, e
pertanto, alla prima udienza del 14.5.2019, ne veniva dichiarata la contumacia.
Concessi i termini per il deposito delle memorie ex art. 183 comma VI c.p.c., dapprima veniva
parzialmente ammessa la prova testimoniale e per interrogatorio formale del convenuto contumace.
Dopo alcuni rinvii dovuti all’emergenza sanitaria da Covid-19, con ordinanza dell’8.3.2021, melius
re perpensa, la causa veniva ritenuta matura per la decisione e rinviata per la precisazione delle
conclusioni.
All’udienza del 18.10.2022 la causa veniva trattenuta in decisione sulle conclusioni precisate dalle
parti, con assegnazione dei termini ordinari di cui all’art. 190 c.p.c. per il deposito di comparse
conclusionali e repliche.
***
La domanda è infondata e deve essere rigettata per i motivi di seguito esposti.
Occorre valutare l’efficacia probatoria del modulo di constatazione amichevole d'incidente,
prodotto in giudizio dall’attore (doc. 2).
Va in primo luogo evidenziato che l'art. 143 cod. ass., costituendo una norma speciale, non può
essere fatto oggetto di un'interpretazione analogica e, di conseguenza, è applicabile unicamente al
caso di scontro fra veicoli e non a quello fra veicoli e pedoni (Cassazione civile sez. III, 23/03/2018,
n.7246).
Inoltre, si rammenta che secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità, nel
giudizio promosso dal danneggiato nei confronti dell'assicuratore della responsabilità civile da
circolazione stradale, il responsabile del danno, che deve essere chiamato nel giudizio sin
dall'inizio, assume la veste di litisconsorte necessario, poiché la controversia deve svolgersi in
maniera unitaria tra i tre soggetti del rapporto processuale (danneggiato, assicuratore e responsabile
del danno) e coinvolge inscindibilmente sia il rapporto di danno, originato dal fatto illecito
dell'assicurato, sia quello assicurativo, con la conseguenza che il giudizio deve necessariamente
concludersi con una decisione uniforme per tutti i soggetti che vi partecipano.
Avuto riguardo alle dichiarazioni confessorie rese dal responsabile del danno, va escluso che, nel
giudizio instaurato ai sensi dell'art. 18 l. n. 990 del 1969, sia nel caso in cui sia stata proposta
soltanto l'azione diretta, sia ove sia stata avanzata anche la domanda di condanna nei confronti del
responsabile del danno, si possa pervenire ad un differenziato giudizio di responsabilità in base alle
suddette dichiarazioni, in ordine ai rapporti tra responsabile e danneggiato, da un lato, e
danneggiato ed assicuratore dall'altro, con la conseguenza che la dichiarazione confessoria,
contenuta nel modulo di constatazione amichevole del sinistro, resa dal responsabile del danno
proprietario del veicolo assicurato e litisconsorte necessario, non ha valore di piena prova
nemmeno nei confronti del solo confitente, ma deve essere liberamente apprezzata dal giudice, in
applicazione dell'art. 2733, comma 3, c.c. (fr. Cass. civ., sez. III, ordinanza n. 25770 del
14/10/2019; Cass. 08/03/2016, n. 4536; Cass. n. 15881/13; Cass. 23467/2009 Cass. 9520/2007;
Cass. 12257/2007; Cass. SUU 10311/2006).
A ciò si aggiunga che le valutazioni sulla portata confessoria del modulo di constatazione
amichevole di incidente devono ritenersi precluse dall'esistenza di un'incompatibilità oggettiva ed
accertata tra il fatto così come descritto in tale documento e le conseguenze dell'incidente così come
accertate in giudizio (Cass. 27/03/2019, n. 8451).
L'attore, dunque, non può invocare alcuna presunzione di accadimento del fatto dannoso, con
relativa prova contraria in capo all'assicurazione. Il criterio generale di riparto dell'onere della prova
non subisce alcuna deroga (Cassazione 23/03/2018, n.7246 cit.).
Ne discende che, nell'economia del giudizio, il modello CAI rappresenta un elemento istruttorio
che, insieme a tutte le altre emergenze processuali, incluse quelle idonee a superarla, consente al
giudice di giungere all'accertamento del fatto, e cioè alla decisione sull'an debeatur.
La relativa statuizione, concernente l'esistenza e la dinamica del sinistro, sarà dunque valida rispetto
a tutti i soggetti che partecipano al giudizio e deve essere nei loro confronti uniforme.
Orbene, nel caso in esame, il CID, relativo non ad uno scontro tra veicoli, ma all'investimento di un
pedone – e già per questo esulante dall'ambito di applicazione della disciplina invocata dall'attore
(d’altronde proprio l’assenza di scontro tra veicoli ha comportato che il modulo in molte parti sia
lasciato in bianco, dal punto 6 al punto 12) – reca, altresì, una descrizione del sinistro occorso in
termini del tutto generici.
In esso, infatti, si rinviene unicamente la seguente dichiarazione del proprietario conducente: “Non
l’ho visto l’ho investito ed ho torto”. La stessa è priva, dunque, delle necessarie specifiche
indicazioni sia topografiche, che dinamiche (e quindi relative a posizione del pedone rispetto
all'autovettura, investimento e impatto sul lato sinistro o destro del corpo, non essendo neppure
precisato se l'autovettura fosse ripartita dopo una sosta o stesse procedendo regolarmente).
Né tali elementi si rinvengono nella rappresentazione grafica del sinistro (parte n. 13 del modulo) e
nel disegno riproduttivo del veicolo investitore (parte n. 10), da cui è dato comprendere solo che il
pedone si trovava sulle strisce pedonali al momento dell’investimento.
Giova al riguardo precisare che dichiarazioni confessorie – sia pur da valutare, come anzidetto, nel
solo ambito del prudente apprezzamento del giudice – sono solo quelle in cui siano
ammessi fatti che, valutati alla stregua delle regole in materia, possano portare alla condanna del
soggetto che le ha rese (e non quindi le mere assunzioni di responsabilità o di colpa). Nel caso di
specie, a fronte della laconica ammissione di colpa - “ho torto” - le parti hanno omesso qualsivoglia
riferimento idoneo a definire univocamente ed incontrovertibilmente le traiettorie e la dinamica del
sinistro.
Tali carenze nella ricostruzione del fatto storico non consentono di ricavare adeguati elementi di
prova, tali da rendere opponibili alla Compagnia le risultanze del modulo CID, benché sottoscritto
dall'assicurato.
Né le suddette lacune, in assenza di altri elementi certi nella ricostruzione della dinamica del
sinistro – quale ad esempio una relazione delle Forze dell'Ordine, che non risulta siano state
allertate al momento del sinistro, e non essendo sufficiente quanto indicato nel referto del Pronto
Soccorso (“trauma contusivo del ginocchio in incidente della strada”; cfr. doc. 3 prod. attorea) –
avrebbero potuto essere colmate con l’espletamento dell’interrogatorio formale del convenuto
contumace.
Ciò in quanto per l'ammissibilità dell'interrogatorio è necessario che lo stesso sia formulato in modo
da risultare concludente. Esso deve avere, dunque, ad oggetto circostanze specifiche, così da poter
essere idoneo a provocare, in caso di risposta positiva, una confessione giudiziale, che presuppone,
a norma dell'art. 2720 c.c. un atto ricognitivo in ordine ai fatti produttivi di situazioni o rapporti
giuridici sfavorevoli al dichiarante (Cassazione civile, sez. I, 12/06/2008, n. 15706).
Ebbene, l’attore nell’atto introduttivo si è limitato a dedurre genericamente che “il giorno
24.04.2017, verso le ore 15.00, percorreva a piedi il Corso Garibaldi in Novara”, quando, “mentre
stava attraversando la Via dei Caccia sulle strisce pedonali, veniva investito dall’autovettura Audi
A3 tg. BV656HT, condotta dal proprietario Salmi Gianluca”.
Le suddette circostanze sono state indicate nei medesimi generici termini nei capitoli 1 e 2 di cui
alla seconda memoria istruttoria, da sottoporre al convenuto contumace in sede di interrogatorio
formale.
Né parte attrice ha ritenuto di meglio specificare i fatti nella prima memoria, che non è stata
depositata.
Mancando, nella descrizione del fatto e della dinamica, gli elementi cui si è fatto riferimento in
precedenza, anche a voler ritenere accertato che uno scontro sia avvenuto, sulle strisce pedonali, tra
il veicolo e il pedone, l’assenza di ogni altro elemento, già in punto di allegazione, porta ad
escludere che potesse raggiungersi la prova del nesso di causalità tra evento e danno.
In conclusione, la domanda deve essere rigettata.
Le spese di lite seguono la soccombenza dell’attore nei confronti della parte convenuta costituitasi
in giudizio e si liquidano come da dispositivo che segue, in applicazione dei parametri dettati dal
D.M. 147/2022, concretamente rapportati alla natura e complessità delle questioni trattate, nonché
all’attività processuale e difensiva espletata.
PQM
Il Tribunale, definitivamente pronunciando sulle domande della parte attrice ogni altra istanza
disattesa od assorbita, così provvede:

1. rigetta la domanda;
2. condanna Casagrande Mirko alla rifusione delle spese di lite, che si liquidano in favore di
Unipolsai Assicurazioni s.p.a., in € 4.800,00 per compensi, oltre Iva, Cpa e rimb. spese forf.
(nella misura del 15% del compenso).

Così deciso in Novara, in data 31.5.2023

Il Giudice
dott.ssa Gabriella Citro

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