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REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE DI NOLA
PRIMA SEZIONE CIVILE
Il Tribunale di Nola, Prima Sezione Civile, in composizione monocratica, nella
SENTENZA
nella causa iscritta al N.° 2588/2019 Ruolo Generale, avente ad
e vertente
TRA
IERVOLINO SALVATORE, rappresentato e difeso, congiuntamente e
E
SOCIETA’ CATTOLICA DI ASSICURAZIONE COOP. A R.L. (per
incorporazione della Fata Assicurazioni Danni S.p.A.), in persona del suo legale
APPELLATA
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NONCHÈ
L.I.M.A. LAVORAZIONI MANUFATTI ARMATI S.R.L., in persona del legale
rappresentante pro tempore, con sede in Flumeri (AV) alla strada Consortile ASI
s,n.c.;
APPELLATA CONTUMACE
precisato in atti.
nonostante la regolarità della disposta rinotifica dell’atto di appello nei suoi confronti:
giurisprudenza di legittimità, “gli artt. 342 e 434 c.p.c., nel testo formulato dal d.l. n.
83 del 2012, conv. con modif. dalla l. n. 134 del 2012, vanno interpretati nel senso
che l’impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, una chiara
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individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata e, con
essi, delle relative doglianze, affiancando alla parte volitiva una parte argomentativa
che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo giudice, senza che occorra
natura di revisio prioris istantiae del giudizio di appello, il quale mantiene la sua
motivazione formulata dal giudice di primo grado (cfr. Cass. Civ., Sez. U, Sentenza n.
27199 del 16.11.2017; conforme Cass. Civ., Sez. 6 – 3, Ordinanza n. 13535 del
30.05.2018).
Dunque, tali essendo i principi applicabili sul punto al caso di specie, deve
Ciò posto, esaminando il merito del gravame, l’appello è infondato e va rigettato per
Ebbene, sulla scorta delle risultanze processuali, questo Tribunale ritiene che il
giudice di primo grado abbia correttamente concluso che l’attore, oggi appellante, non
ha fornito la prova, su di lui incombente in forza del principio generale di cui all’art.
2697 c.c., dei fatti costitutivi della propria pretesa, e, in particolare, in ordine al fatto
storico, ossia al sinistro lamentato.
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Si condivide, per l’esattezza, quanto affermato dal giudice di prime cure circa la
Barone Franco, escusso all’udienza del 08.11.2017 (tenutasi nel primo grado di
giudizio), circa tre anni dopo il dedotto accadimento del fatto, ha fornito una
immediatamente successive allo stesso, ricordando altresì le specifiche parti del corpo
in cui l’attore a seguito della caduta accusava dolori, ma non era in grado di riferire su
così rispondeva: “ […] Mi trovavo sul luogo dell’incidente perché stavo aspettando
un amico. Il mio amico si chiama Franco, non ricordo il cognome; abita in San
essere impreciso, si contraddiceva, non essendo verosimile che una persona non
E ancora, il teste ha affermato: “Ricordo di aver reso testimonianza per altri incidenti
stradali, qualche altra volta”; “Ho reso testimonianza una volta se ben ricordo a Nola
Napoli”.
Per tali ragioni, questo Tribunale ritiene che la deposizione del teste Barone non possa
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appellante, circostanza, questa, che, sebbene non determini l’incapacità a
testimone, proprio per il concreto rischio che, in ragione del rapporto di amicizia,
elementi probatori che consentano di corroborare la tesi attorea (non sono state
prodotte fotografie né sono intervenute le autorità sul luogo del sinistro), inducono il
Tribunale a non poter affermare con piena certezza che le lesioni riportate dall’allora
attore siano ascrivibili al sinistro denunciato nella citazione nel giudizio di primo
grado.
Sul punto, va ricordato che al giudice di merito spetta, ai sensi dell’ art. 116 c.p.c., il
dei fatti ad esse sottesi, dando, così, liberamente prevalenza all’uno o all’altro dei
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all'eventuale interesse ad un determinato esito della lite), con la precisazione che la
testimoniali rese in giudizio (cfr. Cass. Civ., Sez. III, Sentenza n. 7763 del
30/10/2010).
Alla luce di quanto finora osservato, il fatto storico non può dirsi provato e, pertanto,
Con riferimento alle spese processuali, si osserva che la sentenza appellata deve
essere confermata anche con riguardo alle statuizioni sulle spese relative al giudizio di
specifico motivo di impugnazione (cfr., ex multis, Cass. Civ., Sez. Un. Sentenza n.
Le spese del giudizio di appello, per ciò che concerne le parti costituite (l’appellante e
alle sole fasi processuali realmente svoltesi e, dunque, con l’esclusione della fase
qualsivoglia statuizione sulle spese del giudizio di appello con riferimento a tale parte.
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P.Q.M.
Pace di Nola, anche con riferimento alle statuizioni sulle spese del giudizio di primo
grado;
Società Cattolica di Assicurazione Coop. A R.L., delle spese del giudizio di appello,
che si liquidano in euro 3.397,00 per soli compensi professionali, oltre spese generali,
- nulla per le spese del giudizio di appello con riferimento a L.I.MA. Lavorazioni
Il Giudice