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Tribunale Ordinario di Benevento

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale, in composizione monocratica, nella persona della dott.ssa M.Letizia
DOrsi, ha pronunziato la seguente
SENTENZA
nelle controversia iscritta al numero 1288 del ruolo generale degli affari contenziosi
civili dell'anno 2013 pendente tra
ANNA GIUSEPPINASARLISRLNGS51M54G942F , rappresentato e difeso
dallavv.SCHICCHI GIUSEPPE SCHGPP79A15A783Y presso il cui studio in
Benevento elett.te domicilia giusta mandato a margine dellatto di opposizione;
- OPPONENTE -
E
POSTE ITALIANE S.P.A. 01114601006 rappresentata e difesa dallavv Biagio
Supino, domiciliato come in atti;
OPPOSTA
Unicredit Banca di Roma spa;
-OPPOSTI Contumaci -
OGGETTO: opposizione agli atti esecutivi
CONCLUSIONI: Come da verbali di causa.
Motivi di fatto e di diritto
Con ricorso depositato il 08.4.2013, Sarli Anna Giuseppina proponeva opposizione
avverso lordinanza emessa dal G.E. in data 19 marzo 2013, nella procedura di
espropriazione mobiliare, incardinata con il n. 1843/2012, deducendone lillegittimit
quanto alla declaratoria di inammissibilit della procedura esecutiva in essa contenuta.
Alludienza del 21.11.2013, fissata per la comparizione delle parti dinanzi al Giudice
della cognizione, si costituiva in giudizio lopposta Poste Italiane S.p.a., depositando
comparsa di costituzione e risposta e deducendo linammissibilit e linfondatezza, in
fatto ed in diritto, della spiegata opposizione.
La causa veniva trattenuta in decisione alludienza del 19.06.2014.
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In via preliminare, per giurisprudenza costante, giova ricordare che nell'esercizio del
potere di interpretazione e qualificazione della domanda, il giudice del merito, che
non e' in ci condizionato dalla formula adottata dalla parte, ha il potere, ma anche
il dovere, di accertare e valutare il contenuto sostanziale della pretesa, quale risulta
desumibile non solo dal tenore letterale degli atti, ma anche dalla natura delle
vicende dedotte e rappresentate dalla parte istante e dalle eventuali precisazioni
formulate nel corso del giudizio (Cassazione civile sez. II, 27 febbraio 2001, n. 2908;
Cassazione civile sez. II, 3 luglio 2000, n. 8879; Cassazione civile sez. III, 10 febbraio
2000, n. 1461; Cassazione civile sez. III, 10 maggio 2000, n. 5945).
Nel caso di specie, parte opponente lamenta lerroneit della decisione assunta dal
primo giudice con riferimento alla dichiarata inammissibilit della espropriazione
mobiliare .
In proposito va osservato che trova applicazione, nel caso de quo, il principio,
recentemente confermato dalla giurisprudenza di legittimit, secondo cui qualsiasi
provvedimento reso dal giudice dellesecuzione, anche se di negazione della propria
competenza, pu esser impugnato solo con l opposizione agli atti esecutivi ( cfr. ex
multis Cass. 17444/04).
Pertanto, correttamente risulta azionata la presente opposizione agli atti esecutivi, che
stata tempestivamente proposta l 8 aprile 2013, ovvero nel termine di venti giorni
decorrente dalla pronuncia del provvedimento impugnato, reso in data 19 marzo 2013.
Nel merito parte opponente deduce lerroneit della pronuncia di nullit/inammissibilit
della procedura esecutiva resa dal primo giudice, sul presupposto che la stessa si fondi
su elementi di fatto non dedotti in giudizio dalle parti n rilevabili dufficio dal giudice.
In particolare, denunciata lillegittimit della declaratoria di impignorabilit delle
somme sottoposte al pignoramento, attesa la mancanza di una legittima opposizione da
parte del debitore esecutato.
Lopposizione fondata e va accolta per quanto di ragione.
Va brevemente precisato che, conformemente a quanto affermato dalla recente
giurisprudenza di legittimit, l'impignorabilit, quando prevista per ragioni di pubblico
interesse e cio a tutela di un interesse pubblicistico, sempre rilevabile di ufficio (cfr.
Cass. 26 marzo 2012 n. 4820 Cass. 11 giugno 1999, n. 5761; Cass. 22 marzo 2011, n.
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6548).Conseguentemente, il pignoramento pu essere dichiarato nullo se il giudice,
anche dufficio, accerta limpignorabilit assoluta dei beni.
Argomentando a contrario, dunque, pu ritenersi che la rilevabilit dufficio
dellimpignorabilit costituisca uneccezione alla regola della rilevabilit ad istanza di
parte, giustificata dalla necessit di realizzare un interesse che prescinde da quello delle
parti, la cui attuazione non pu che restare affidata al giudice, quale garante delle
regolarit e legittimit della procedura esecutiva. Di conseguenza, qualora non si
configuri unipotesi di assoluta impignorabilit, ovvero manchino interessi pubblicistici
da tutelare, nessun rilievo ufficioso consentito al giudice, potendo limpignorabilit
essere fatta valere solo ad istanza di parte.
Giova in proposito richiamare la recente pronuncia della Suprema Corte con la quale si
affermata la rilevabilit dufficio dell'impignorabilit parziale dei trattamenti
pensionistici. Per il giudice di legittimit il pignoramento della pensione eseguito oltre
i limiti consentiti radicalmente nullo per violazione di norme imperative e la nullit
rilevabile d'ufficio senza necessit di un'eccezione o di un'opposizione da parte del
debitore esecutato (Cass. 6548/2011) . La pronuncia in parola conferma il carattere
eccezionale del rilievo dufficio dellimpignorabilit, atteso che limpignorabilit
parziale dei trattamenti pensionistici posta a tutela di un interesse di natura
pubblicistica, consistente nel garantire al pensionato i mezzi adeguati alle proprie
esigenze di vita (art. 38 cost.).
Alla luce di ci si deve ritenere che nel caso di specie non sussistano i requisiti per
operare un rilevo ufficioso dellimpignorabilit dei beni, non ricorrendo alcuna delle
ipotesi eccezionali innanzi indicate. La procedura di esecuzione mobiliare per cui lite,
infatti, azionata direttamente nei confronti della societ Poste Italiane Spa, quale
debitore esecutato e non terzo debitore con funzioni di tesoreria. Ci consente di
escludere la natura pubblicistica degli interessi coinvolti e di ritenere Poste Italiane
gravata dellonere di provare leventuale impignorabilit delle somme oggetto del
pignoramento.
Sarebbe stato dunque onere del debitore esecutato eccepire, tramite una formale
opposizione, la circostanza che le somme pignorate non erano riconducibili ai proventi
rivenienti dallattivit di servizi svolta nellinteresse dei clienti o ai trasferimenti
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disposti dalla sede legale per coprire i costi di gestione dello sportello operativo, rilevata
la mancanza di quella impignorabilit assoluta che sola autorizza al rilievo dufficio.
Orbene, dagli atti di causa non emerge alcuna formale opposizione da parte di Poste
Italiane Spa con riferimento alle circostanze indicate , non potendo essere considerata
tale la dichiarazione resa dal funzionario dellufficio postale, riportata nel verbale di
pignoramento e non costituente oggetto di esplicita eccezione da parte dellesecutato.
Invero ben pu la parte proporre opposizione alla esecuzione anche a verbale, tuttavia
tale attivit non pu prescindere dallessere svolta dinanzi al GE nel corso della
procedura di esecuzione; nel caso di specie, invece, la dichiarazione stata resa dinanzi
allUfficiale Giudiziario sicch non potrebbe mai intendersi come corretta proposizione
dellazione ex art. 615 cpc.
Per tutti questi motivi, la presente opposizione deve essere accolta, disponendosi per
leffetto la revoca dellordinanza di estinzione emessa in data 19 marzo 2013.
Le spese del presente procedimento seguono la soccombenza e vanno liquidate come da
dispositivo;
P.Q.M.
Il Tribunale definitivamente pronunciando ogni altra istanza ed eccezione disattesa, cos
definitivamente provvede:
Accoglie lopposizione e per leffetto annulla lordinanza resa dal G.E. in data
19.03.2013 .
Condanna Poste Italiane S.p.a. al pagamento delle spese di lite, che liquida in
euro 1000,00 per onorario ed euro 210,00 per spese esenti, oltre spese generali Iva e
Cpa come per legge.
Spese non ripetibili.
Benevento, 23/07/2014
Il Giudice
dott.ssa Maria Letizia DOrsi
Il presente provvedimento stato redatto con la collaborazione della dott.ssa Margherita
Vestoso.
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