Sei sulla pagina 1di 5

N. 00369/2015 REG.PROV.COLL.

N. 00101/2015 REG.RIC.

R E P U B B L I C A

I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto


(Sezione Terza)

ha pronunciato la presente
SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 101 del 2015, proposto da:
Giuseppina Renzulli, rappresentato e difeso dall'avv. Francesco De Paola, con
domicilio eletto presso Giorgia Favaro in Mestre, Via C. Battisti, 2;

contro
Ministero dell'Economia e delle Finanze, rappresentato e difeso dall'Avvocatura
Distrett. Stato, domiciliataria ex lege in Venezia, San Marco, 63;

per l'ottemperanza
al giudicato formatosi sul decreto della Corte di Appello di Venezia n. 1486/2006,
pubblicato il 14.05.2008, munito della formula esecutiva in data 06.05.2010.
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Economia e delle Finanze;
Viste le memorie difensive;
Visto l 'art. 114 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 18 marzo 2015 la dott.ssa Alessandra
Farina e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
In esito al giudizio di equa riparazione promosso nellinteresse della sig.ra
Giuseppina Renzulli contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Corte
dAppello di Venezia con decreto n. 1486/2006, munito di formula esecutiva in
data 6.5.2010 e notificato al Ministero dellEconomia e delle Finanze in data
12.8.2010, ha condannato la Presidenza del Consiglio al pagamento a favore del
ricorrente della somma di 10.840,00, oltre interessi legali;
il, suddetto decreto, non impugnato, passato in giudicato;
peraltro, detto decreto, sebbene recasse la condanna della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, stato notificato al Ministero qui intimato, atteso che questi il
soggetto tenuto a dare esecuzione ai decreti in materia di equa riparazione
pronunciati nei riguardi del medesimo, nonch della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, giusto il disposto di cui allart. 1, comma 1225 L. n. 296/2006, cos come
interpretato in via autentica dal comma 2 bis dellart. 55 del D.L. 83/2012, conv. in
L. 134/12;
tuttavia, lamministrazione non ha prestato esecuzione allordine impartito dalla
Corte di Appello di corrispondere le somme cos liquidate in favore del ricorrente.
Con il ricorso in epigrafe, in ragione della persistente inerzia dell'Amministrazione,
parte ricorrente, chiede lottemperanza del giudicato civile in relazione agli importi
sopra precisati e aggiornati con gli ulteriori interessi nel frattempo maturati, e
unulteriore somma da corrispondere ai sensi dellart. 114, comma 4 lettera e) cod.
proc. amm., in ipotesi di ulteriore inadempimento, con richiesta di nomina di un
commissario ad acta.

Lamministrazione intimata si costituita in giudizio.


Alla camera di consiglio del 18 marzo 2015 la causa stata trattenuta in decisione.
Rileva preliminarmente il Collegio, ai sensi dellart. 73 c.p.a., come da verbale, che
latto introduttivo del presente giudizio stato notificato via PEC, ai sensi della
legge n. 53/1994.
Sebbene, come noto, in base al disposto di cui allart. 16-quater, comma 3-bis del
D.L. 179/12, sia esclusa lapplicabilit alla giustizia amministrativa delle
disposizioni idonee a consentire loperativit nel processo civile del meccanismo di
notificazione in argomento (ovvero i commi 2 e 3 del medesimo art. 16-quater), e
ci anche in mancanza di un apposito Regolamento che, analogamente al D.M. 3
aprile 2013, n. 48 concernente le regole tecniche per ladozione nel processo civile
e nel processo penale delle tecnologie dellinformazione e della comunicazione,
detti le relative regole tecniche anche per il processo amministrativo, ritiene il
Collegio

che

nel

caso

in

esame

lavvenuta

costituzione

in

giudizio

dellamministrazione intimata sia idonea a sanare la nullit della notifica.


Non essendo stata fornita prova dellintervenuta esecuzione della sentenza il
ricorso dottemperanza deve essere accolto, conformemente ad un orientamento
giurisprudenziale ormai consolidato (C.d.S., A.P., n. 2/2012; C.d.S., V, 24.8.10; Tar
Veneto, III, n. 681/2014 e 346/2013) e va pertanto dichiarato l'obbligo del
Ministero di conformarsi al giudicato di cui in epigrafe, provvedendo al pagamento
in favore della ricorrente, entro il termine di giorni sessanta decorrenti dalla data di
ricezione della comunicazione in via amministrativa o, se anteriore, dalla data di
notificazione a istanza di parte, della presente pronuncia, delle somme indicate
nella sentenza di cui chiesta lesecuzione.
Va invece respinta la richiesta di applicazione della misura prevista dallart. 114,
comma 4 lett. e, CPA; al riguardo il Collegio osserva anzitutto che la prevista
eventuale nomina del commissario ad acta elimina in radice la possibilit che si

realizzi lipotesi di violazione o inosservanza successiva alla presente sentenza; per


il ritardo passato, dati i tempi decorsi tra la notifica della sentenza munita di
clausola esecutiva e la proposizione del presente giudizio anche alla luce dei
principi espressi dalla giurisprudenza pi recente (- T.A.R. Lazio, Sez. I bis n. 629 e
1809/2015) non emerge la sussistenza dei presupposti per lerogazione della
sanzione de quo, anche perch il Collegio non pu ignorare lesistenza delle ragioni
ostative rappresentate dal fatto notorio delleccessivo debito pubblico.
Nell'eventualit d'inutile decorso del termine di cui sopra, si nomina sin d'ora quale
commissario ad acta il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione generale, del
Personale e dei Servizi del Ministero dell'Economia e delle Finanze, con facolt di
subdelegare gli adempimenti esecutivi ad altro Dirigente dello stesso ufficio, il
quale, su istanza della parte ricorrente, entro i successivi 30 giorni dovr
provvedere alla liquidazione delle suddette somme, previa adozione di tutti i
necessari atti contabili.
Le spese di lite, considerata la mancanza di complessit e di difficolt determinate
dal carattere seriale della controversia, seguono per il resto la soccombenza e sono
liquidate nella misura indicata in dispositivo in favore del difensore dichiaratosi
antistatario
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza)
definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, per
lesecuzione del giudicato cos provvede: lo accoglie nei limiti di cui in motivazione
e ordina al Ministero Economia e Finanze, in persona del Ministro in carica, di
eseguire il giudicato della sentenza in epigrafe, corrispondendo alla ricorrente le
somme come calcolate in motivazione.
Nomina sin dora il commissario ad acta nella persona del Capo del Dipartimento
dell'Amministrazione generale, del Personale e dei Servizi del Ministero

dell'Economia e delle Finanze, o di un suo delegato, che in caso di perdurante (60


giorni dalla comunicazione della sentenza) inottemperanza dellamministrazione,
dovr provvedere alla liquidazione della suddetta somma, previa adozione di tutti i
necessari atti contabili in favore della ricorrente entro i successivi 30 giorni.
Condanna lAmministrazione al pagamento delle spese del giudizio che si liquidano
in complessivi 500,00 + oneri di legge.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorit amministrativa.
Cos deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 18 marzo 2015 con
l'intervento dei magistrati:
Oria Settesoldi, Presidente
Riccardo Savoia, Consigliere
Alessandra Farina, Consigliere, Estensore
L'ESTENSORE

IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 27/03/2015
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

Potrebbero piacerti anche