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REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE DEI CONTI

SEZIONE GIURISDIZIONALE D’APPELLO PER LA REGIONE SICILIANA

composta dai signori magistrati:

dott. Salvatore CHIAZZESE Presidente -relatore

dott. Guido PETRIGNI Consigliere

dott. Giuseppe COLAVECCHIO Consigliere

dott. Francesco ALBO Consigliere

dott.ssa Giuseppa CERNIGLIARO Consigliere

ha pronunziato la seguente

SENTENZA N. 41/A/2023

nel giudizio d’appello in materia di responsabilità contabile

iscritto al n. 6828 del registro di segreteria, promosso dalla

Sig.ra Giovanna Triolo, nata a Castelvetrano il 7 ottobre 1962,

rappresentata e difesa dall’Avv. Pieranna Filippi, con domicilio

digitale presso l’indirizzo di posta elettronica certificata di

quest’ultima, pieranna.filippi@avvocatitrapani.legalmail.it;

contro

la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della

Corte dei conti per la Regione Siciliana e

L’Ufficio di Procura Generale presso la Sezione Giurisdizionale

d’Appello della Corte dei conti per la Regione Siciliana

nei confronti

dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, in persona del


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legale rappresentante pro tempore,

per l’annullamento

o la riforma della sentenza n.783/2022, emessa dalla Sezione

Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Siciliana in

data 26 ottobre 2022 e depositata il 4 novembre 2022, con la

quale la Sezione di primo grado ha condannato la sig.ra Triolo,

agente contabile dell’A.S.P. di Trapani addetto alla riscossione

degli oneri per i servizi veterinari, al pagamento di euro

7.969,42, per omesso riversamento presso il Tesoriere

dell’Azienda delle suddette somme.

Visti gli atti e documenti di causa.

Uditi, nella pubblica udienza del 22 giugno 2023, l’Avv.

Pieranna Filippi per l’appellante ed il Pubblico Ministero, nella

persona del Presidente di Sezione dott.ssa Maria Rachele Anita

Aronica.

FATTO

Con sentenza 783/2022, la Sezione Giurisdizionale di primo

grado ha condannato la sig.ra Giovanna Triolo, agente contabile

addetto alla riscossione per i servizi veterinari, al pagamento

della somma di 7.969,42 euro a favore della ASP di Trapani per

le irregolarità contabili riscontrate nel conto giudiziale relativo

all’esercizio 2017, consistenti nella differenza tra quanto

incassato in base alle risultanze del bollettario (euro 12.287,23)

e quanto versato al tesoriere in base alle quietanze con relative

reversali di incasso (4.317,81).


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Con atto di citazione in appello del 7 dicembre 2022, la sig.ra

Triolo, come sopra rappresentata e difesa, ha impugnato la

sentenza 783/2022, affermando che, in mancanza di un

sistema informatico aziendale, i “diritti veterinari” venivano

incassati in contanti, con rilascio della relativa fattura e

contestuale annotazione, sempre manuale, dell’importo riscosso

nel registro dei corrispettivi.

Successivamente, due o tre volte al mese, le somme incassate

venivano versate presso l’Istituto Tesoriere, Unicredit di

Castelvetrano, sempre all’addetto alla cassa del servizio di

tesoreria, sig. Alessandro Di Lorenzo, che rilasciava quietanza

con l’importo versato; tutte le quietanze venivano, quindi,

archiviate in apposito raccoglitore.

Il conto giudiziale relativo all’esercizio 2017, veniva depositato

presso la Sezione Giurisdizionale di questa Corte, in data 27

marzo 2018, senza l’attestazione di parifica.

Con provvedimento n.2586 del 9 giugno 2022, la Sezione

Giurisdizionale di questa Corte invitava l’ASP di Trapani a

provvedere alla parificazione del conto, ovvero a comunicare i

motivi ostativi al riscontro positivo.

L’Azienda Sanitaria provvedeva alla costituzione in mora della

sig.ra Triolo per l’importo oggetto dello sbilancio contabile,

revocando contestualmente l’approvazione dei conti giudiziali

relativi agli anni 2018, 2019 e 2020.

All’odierna appellante veniva, quindi, irrogata la sanzione del


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licenziamento senza preavviso con decorrenza dall’8 ottobre

2022.

Lamentando il mancato coinvolgimento del tesoriere, la sig.ra

Triolo, in data 24 novembre 2022, presentava all’Unicredit

istanza di accesso agli atti, che veniva respinta in mancanza di

autorizzazione dell’ASP.

Con i motivi di appello, la sig.ra Triolo contesta il mancato

riversamento delle somme incassate in tesoreria, lamentando il

ritardo nelle verifiche contabili che, se tempestive, avrebbero

consentito il facile reperimento di tutta la documentazione a

corredo.

Chiede, pertanto, l’annullamento e/o la riforma della sentenza

impugnata e, in via istruttoria, l’acquisizione di una attestazione

dell’istituto tesoriere avente ad oggetto tutti i versamenti in

contanti dalla stessa effettuati nel 2017, unitamente alle

operazioni annullate o stornate, nonché il nominativo del

cassiere che tali operazioni aveva gestito, unitamente a copia di

tutta la documentazione pertinente.

In data 18 aprile 2023, sono state depositate le conclusioni della

Procura Generale che, richiamando le norme sulla

responsabilità contabile, in base alle quali, accertato il

disavanzo, dev’essere lo stesso agente contabile a fornire la

prova dei fatti impeditivi idonei a bloccare la pretesa risarcitoria,

ha chiesto il rigetto dell’appello e la conferma della sentenza di

primo grado.
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Infine, con istanza del 1° giugno 2023, l’appellante, affermando

che, su iniziativa della stessa ASP di Trapani, è stato avviato un

procedimento penale volto ad accertare se la stessa si sia

appropriata delle somme di denaro incassate in contanti, ha

chiesto, ai sensi del 2° comma dell’art.106 del codice di giustizia

contabile, una sospensione del giudizio per consentire alla

stessa di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa.

E’ stata, infine, riproposta la richiesta di un supplemento

istruttorio per l’acquisizione la documentazione in possesso

dell’istituto tesoriere.

All’udienza del 22 giugno 2023, l’avvocato Pieranna Filippi, per

l’appellante, ha sottolineato l’omesso controllo del conto, per

oltre quattro anni, da parte dell’amministrazione asseritamente

danneggiata, nonchè l’omessa disponibilità di una cassaforte

e/o di strumenti idonei alla corretta tenuta della

documentazione contabile. Ha ribadito che la propria assistita

ha correttamente adempiuto il proprio incarico, asserendo,

dunque, la responsabilità illecita di terzi, oggetto di esposto alla

Procura della Repubblica. Alla luce di ciò insiste sull’istanza di

sospensione del processo ex art. 106 c.g.c. e in subordine sulla

richiesta istruttoria.

Il Pubblico Ministero ha richiamato l’obbligo, per l’agente

contabile, di conservazione delle quietanze di pagamento per

almeno un quinquennio. Sulla richiesta di sospensione del

processo ha espresso parere negativo, evidenziando


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l’irrilevanza, ai fini dell’accertamento della responsabilità

contabile, dell’esito del procedimento penale.

DIRITTO

L’appello non può trovare accoglimento.

E’ pacifico che, a differenza di quanto previsto in materia di

responsabilità amministrativa in senso stretto, per configurare

la quale il Requirente deve fornire piena prova della sussistenza

degli elementi oggettivi e soggettivi richiesti dalla normativa

(danno concreto ed attuale, nesso di causalità tra la condotta

del convenuto e la produzione del danno erariale, elemento

psicologico del dolo o della colpa grave), per la responsabilità

dell’agente contabile, accertato l’ammanco di cassa, spetta

all’agente stesso provare la sua estraneità alla produzione del

danno e, in assenza di questa, grava sullo stesso l’obbligo di

restituzione della somma mancante.

La norma (art. 194 del R.D. 23 maggio 1924, n. 827 -

Regolamento per l'amministrazione del patrimonio e per la

contabilità generale dello Stato) è chiara sul punto, affermando

che “Le mancanze, deteriorazioni, o diminuzione di denaro o di

cose mobili avvenute per causa di furto, di forza maggiore, o di

naturale deperimento, non sono ammesse a discarico degli agenti

contabili, se essi non esibiscono le giustificazioni stabilite nei

regolamenti dei rispettivi servizi, e non comprovano che ad essi

non sia imputabile il danno, né per negligenza, né per indugio

frapposto nel richiedere i provvedimenti necessari per la


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conservazione del danaro o delle cose avute in consegna.

Non possono neppure essere discaricati quando abbiano usato

irregolarità o trascuratezza nella tenuta delle scritture

corrispondenti e nelle spedizioni o nel ricevimento del danaro e

delle cose mobili”.

Come correttamente affermato dalla sentenza impugnata,

pertanto, “in materia di responsabilità contabile incombe al

Procuratore regionale provare i soli fatti costitutivi della pretesa

risarcitoria cioè l'esistenza del rapporto di servizio, nonché la non

corrispondenza della prestazione effettiva con quella cui il

soggetto convenuto in giudizio era, invece, obbligato - mentre è

quest'ultimo a dover fornire la dimostrazione di fatti impeditivi che

si oppongono alla pretesa risarcitoria (ex multis, cfr. Corte dei

conti, Sez. II App. n. 243/2019)”.

L’agente contabile è, altresì, tenuto a conservare tutta la

documentazione contabile relativa alle operazioni delle quali è

chiamato a rispondere.

Infine, il convenuto non può invocare la mancanza di controlli

da parte dell’amministrazione ovvero il mancato rilascio della

documentazione relativa ai versamenti presso l’istituto cassiere

delle somme introitate, in contanti, per la riscossione dei “diritti

veterinari”.

Se anche venisse accertato, in sede penale, il coinvolgimento di

altri soggetti, tale circostanza non sarebbe sufficiente ad

escludere la responsabilità contabile dell’agente che, a tutto


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concedere, potrebbe esercitare azione di rivalsa, al di fuori del

giudizio di conto.

Le spese seguono la soccombenza.

P.Q.M.

la Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale d’Appello per la

Regione Siciliana, definitivamente pronunziando, rigetta

l’appello proposto dalla signora Giovanna Triolo e conferma le

statuizioni della sentenza di primo grado.

Condanna l’appellante al pagamento delle spese di giudizio che

vengono quantificate in euro sessantaquattro/00.

Così deciso in Palermo, nella camera di consiglio del 22 giugno

2023.

IL PRESIDENTE ESTENSORE
Palermo, 13/07/2023
Totale spesa
Originale sentenza
Annotazione ai sensi dell'art. 31, comma 5, c.g.c.

F.to Salvatore Chiazzese


F.to Dott.ssa Pietra Allegra
Il Funzionario preposto

Depositata in Segreteria.
€ 32,00
€ 32,00

Palermo, 13/07/2023

Il Funzionario Preposto

(F.to Pietra Allegra)

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