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Università degli Studi «Carlo Bo» - URBINO

Dipartimento di Studi Umanistici


Percorso di specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità
Infanzia – Primaria e Secondaria di I° e II° grado

La Legislazione
nell’integrazione scolastica

PhD Alessandra Di Emidio

Anno Accademico 2022/23


PROGRAMMA LEZIONI
I PARTE
- DALL’ESCLUSIONE ALL’INCLUSIONE
II PARTE
- LE DISABILITA’ PIU’ DIFFUSE A SCUOLA
III PARTE
- DECRETO LEGISLATIVO 66/2017 e DECRETO
LEGISLATIVO 96/2019
LE PRINCIPALI LEGGI
SULLA DISABILITA’
SCOLASTICA
DEGLI ULTIMI 40 ANNI
IN ITALIA
SENTENZA CORTE L. 17/99
104/92 COSTITUZIONALE Integrazione
N. 215 DEL 1987 e
L. 517/77 Legge Quadro: successiva
Art. 13 e 16
Abolizione Diritti C.M. N. 262/1988
Legge Quadro:
per le persone Inserimento
classi Promuove il Diritto
a frequentare le persone
differenziali con disabilità con disabilità
scuole medie
superiori agli nelle Università
alunni disabili

D.Lgs. 66/2017
Norme per la
Promozione L. 107/2015 C.M.
Inclusione 27.12.2012
L. 170/10
cc. 7, 24, 84,
scolastica
e 181 sui Bes Sui DSA

D.Lgs. 96/2019
Norme per la promozione dell’inclusione scolastica
Link Documentazione Disabilità
USR MARCHE

http://www.marche.istruzione.it/bes.shtml
II PARTE

La svolta Legislativa
dall’ESCLUSIONE all’INCLUSIONE
NORMATIVA

dall’INTEGRAZIONE scolastica all’INCLUSIONE scolastica

dall’INTEGRAZIONE degli alunni con disabilità


all’INCLUSIONE degli alunni B.E.S.
INTEGRAZIONE

Portare l’alunno disabile ad essere


quanto più possibile simile agli altri
INCLUSIONE

Ciò che avviene quando «ognuno


sente di essere apprezzato e che
la sua partecipazione è gradita»

«Affermare» le differenze; metterle al centro


dell’azione educativa.
Rappresenta un processo, la capacità di fornire una
cornice dentro cui gli alunni – a prescindere da abilità,
genere, linguaggio, origine etnica
e culturale – possono essere ugualmente
valorizzati, trattati con rispetto e forniti di
uguali opportunità.
1. STORIA DELL’INTEGRAZIONE

• PRINCIPI COSTITUZIONALI per l’inclusione

✓ art. 3 uguaglianza

✓ art. 30 diritto all’educazione

✓ art. 32 diritto alla salute

✓ art. 34 diritto allo studio

✓ art. 38 diritto all’assistenza e all’avviamento professionale


• LEGGE N. 517/1977

✓ Abolizione delle classi differenziali. Si stabilisce il principio


dell’inserimento per tutti gli alunni disabili nella scuola elementare
e media (6-14 anni).

✓ Introduce la figura del docente di sostegno

✓ Obbligo della programmazione educativa da parte di tutti gli


insegnanti della classe.

✓ Obbligo della programmazione amministrativa e finanziaria


concordata fra Stato, Enti Locali, Unità Sanitarie Locali.
In particolare:

✓ art.2: integrazione scolastica nella scuola elementare;


programmazione educativa individualizzata come strumento
indispensabile per: «….agevolare l’attuazione del diritto allo
studio e la promozione della piena formazione della personalità
degli alunni, in particolare dei portatori di handicap…»

✓ art. 7: integrazione scolastica nella scuola media

✓ art. 13 comma 3: prevede «…l’obbligo per gli Enti Locali di


fornire l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale
degli alunni con handicap fisico o sensoriale, sono garantite
attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti
specializzati…»
• LEGGE N. 104/1992
«Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate».
Eccellenza per l’Italia.
Si sancisce il diritto all’istruzione e all’educazione nelle sezioni e
nelle classi comuni per tutte le persone in situazioni di handicap
precisando che:
«…l’esercizio di tale diritto non può essere impedito da difficoltà
di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità
connesse all’handicap».
Il sostegno alle persone con disabilità effettuato nella scuola
pubblica «di tutti e per tutti», che si sostanzia attraverso i docenti
abilitati nell’insegnamento delle discipline e poi specializzati per
favorire l’inclusione, costituisce un vero e proprio punto
di riferimento mondiale della Pedagogia Speciale.
Programmazione educativa:
✓ art. 12 comma 3: sviluppo degli apprendimenti mediante la
comunicazione, la socializzazione e la relazione interpersonale;
✓ art. 12 comma 4: stabilisce che «… l’esercizio del diritto
all’educazione e all’istruzione non può essere impedito da difficoltà
di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità
connesse all’handicap».
✓ art. 12 comma 5: la collaborazione con le famiglie che hanno il
diritto di partecipare alla formulazione del Profilo Dinamico
Funzionale (PDF) e del Piano Educativo Individuale (PEI), nonché
alle loro verifiche;
✓ art. 13 comma 3: assistenza di base;
✓ art. 14: continuità educativa;
✓ art. 15 gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica;
✓ art. 16: criteri di valutazione validi per ogni ordine e grado di
scuola.
Sulla base del PEI i professionisti formulano:

➢ Il progetto riabilitativo, a cura dell’ASUR;


➢ Il progetto di socializzazione, a cura degli EE.LL.;
➢ Il progetto educativo, a cura della scuola.
• DPR DEL 24 FEBBRAIO 1994
«Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle Unità
Sanitarie Locali in materia di alunni portatori di handicap»
Decreta le funzioni delle USL ovvero:

la compilazione di documenti specifici quali:


- la Diagnosi Funzionale (DF)
- il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)
- il Piano Educativo Individualizzato (PEI)

la redazione di Accordi di Programma;

la partecipazione ai Gruppi di Lavoro per l’Handicap.


• TESTO UNICO - D.Lgs. n. 297/1994
L’assegnazione dell’insegnante per le attività di sostegno alla
classe rappresenta la «vera» natura del ruolo che egli svolge nel
processo di integrazione.

• LEGGE N. 17 DEL 28/01/1999


«Integrazione e modifica della legge-quadro 5 febbraio 1992,
n. 104, per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate». La Legge apporta modifiche e
integrazioni agli articoli 13 e 16 della Legge quadro 104/92 in
favore degli studenti handicappati iscritti all’università.
• NOTA MIUR DEL 4 AGOSTO 2009
Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con
disabilità.
Si innalza il livello degli interventi formativi ed educativi sugli
alunni portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali e si
conferma il principio della piena integrazione.

• NOTA MIUR PROT. N. 4798 DEL 25 LUGLIO 2015


Ribadisce la necessità del coinvolgimento di tutto il personale
docente, curriculare e per le attività di sostegno.
4. ORGANIZZAZIONE DELL’INCLUSIONE

L’inclusione diventa una scelta irrinunciabile per


rispondere adeguatamente ai crescenti bisogni di una scuola
per tutti (disabilità, difficoltà, svantaggi).

• LEGGE N. 328 DELL’8/11/2000


«Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato
di interventi e servizi sociali». In particolare:
✓ Art. 14: progetto individuale
• LEGGE N. 170 DELL’8/10/2010 SUI DSA
«Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di
Apprendimento in ambito scolastico»
✓ Linee Guida con D. M. n. 5669 del 12 luglio 2011
✓ Intesa Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012

• DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27 DICEMBRE 2012


«Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi
Speciali (BES) e organizzazione territoriale»: istituisce i GLI
(Gruppi di Lavoro per l’Inclusione) per potenziare la cultura
dell’inclusione e realizzare il diritto allo studio per tutti.
• CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6 MARZO 2013
Suggerisce azioni a livello di singola istituzione scolastica
e costituzione del GLI esteso alle problematiche relative
a tutti i BES.

• NOTA N. 1551 DEL 27 GIUGNO 2013


Piano Annuale per l’Inclusione (PAI)

• NOTA N. 2563 DEL 22 NOVEMBRE 2013


«Chiarimenti di applicazione alla Direttiva del 27/12/2012»
➢ PAI da redigere al termine di ogni anno scolastico;
➢ Gruppi di lavoro per l’Inclusione (GLI)
➢ Organizzazione territoriale per l’inclusione: scuole polo
per l’inclusione, CTS (Centri Territoriali di Supporto), CTI
(Centri Territoriali per l’Inclusione)
• LEGGE N: 107 DEL LUGLIO 2015 «LA BUONA SCUOLA»
Questa Legge ha dato una delega in bianco al governo in
merito all’inclusione scolastica degli alunni BES.
L’inclusione scolastica diventa un tema condiviso.

✓ Comma 7 lettera l: «Potenziamento dell’inclusione


Scolastica del diritto allo studio degli alunni con bisogni
educativi speciali attraverso percorsi individualizzati
e personalizzati»

✓ Comma 24: «L’insegnamento delle materie scolastiche agli


studenti con disabilità è assicurato anche attraverso il
riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione,
senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»
✓ Comma 84: «Il Dirigente Scolastico….riduce il numero
di alunni e di studenti per classe….allo scopo di migliorare
la qualità didattica anche in rapporto alle esigenze formative
degli alunni con disabilità»

✓ Comma 181, lettera c: «Promozione dell’inclusione


scolastica degli studenti con disabilità e riconoscimento
delle differenti modalità di comunicazione». L’inclusione
diventa una responsabilità diffusa all’interno del corpo
docente e non docente.
BES
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Individuazione degli alunni
Strumenti Didattici
Sostegno
LA FIRMA DEL PEI E DEL PdP
• Il Dirigente scolastico o un docente delegato

• La famiglia, che così prende consapevolezza


del piano personalizzato per il proprio figlio e
ne condivide strumenti e modalità di
attuazione
Individuazione “ALTRI BES”
Deve essere:
• basata su elementi oggettivi,
• fondata su considerazioni pedagogiche,
• avere carattere temporaneo,
• formalizzata con verbalizzazione,
• oggetto di valutazione
L’educazione inclusiva propone di modificare sistemi
e pratiche di insegnamento in modo da farle
corrispondere alle differenze di tutti gli studenti

adattamento richiesto all’istituzione


e agli insegnanti.
III PARTE

LE DISABILITÀ PIÙ DIFFUSE


E CONOSCIUTE A SCUOLA
Un po’ di DATI

Individui con disabilità (fisiche, intellettive, psichiche,


sensoriali) → 3 milioni circa (Italia)
= 5% della popolazione

Forme di disturbo «più lievi» = 6 milioni


Nella fascia di popolazione con deficit gli anziani
rappresentano circa il 77%

La percentuale di disabili aumenta con l’età:


dal 19% over 65 al 47% over 85

All’aumento del tasso di disabilità fra gli anziani


corrisponde l’aumento delle aspettative di vita

Servizi e presidi per la terza e la quarta età


LE DISABILITÀ PIÙ DIFFUSE E CONOSCIUTE A SCUOLA

minorazione visiva (CH)

minorazione uditiva (DH)

autismo (EH)

ritardo mentale (EH)

paralisi cerebrale infantile (EH)


MINORAZIONE VISIVA (CH)
Si definisce Minorazione Visiva l’assenza o la riduzione della
capacità di vedere. Assenza che crea diverse difficoltà sia
nelle azioni della vita quotidiana sia nell’apprendimento sia
nell’adattamento all’ambiente

cecità

2 concetti
ipovisione
visus o acutezza visiva
capacità di percepire i dettagli fini di un oggetto
2 parametri
campo visivo
porzione di spazio che un occhio percepisce di
fronte a sé
CECITÀ: comporta la privazione/riduzione elevata del
senso visivo.
Totale: quando il visus è assente o il campo visivo
binoculare risulta inferiore al 3% rispetto a quello
normale.
Parziale: quando il visus non supera 1/20, oppure il
campo
visivo binoculare risulta inferiore a 1/10 rispetto a quello
normale

IPOVISIONE: è una condizione di ridotta capacità visiva.


Grave, mediograve, lieve in relazione ai due parametri.
Cause del disturbo

congenita
presente dalla nascita o dai primissimi
anni di vita

2 categorie

acquisita
sopraggiunge dopo i 6-7 anni
Conseguenze sul piano educativo e didattico
Ricorso all’uso degli altri organi sensoriali soprattutto l’udito,
il tatto e l’olfatto che intervengono a funzionare in maniera
compensatoria.

Educatore deve tener presente che


Tatto: conoscenza ricca e significativa ma «a portata di mano»
Olfatto e Gusto: funzionano sia in simultanea che in sequenza
Linguaggio: ruolo a volte esclusivo come canale di
comunicazione e mezzo per acquisire conoscenze
Tecnologie informatiche: personal computer adattati,
stampanti, programmi software, apparecchiature varie…

Offrono opportunità di conversione del codice Braille tali


da garantire prestazioni veramente inclusive

Atteggiamento educativo: favorire l’autonomia,


evitare
l’iperprotezione
MINORAZIONE UDITIVA (DH)
Si definisce Sordità la conseguenza di una carenza
patologica nell’azione del sentire, quale espressione di una
lesione all’apparato uditivo

sordità

si distingue in

Ipoacusia o audiolesione
periodo di insorgenza
(prenatale, congenita, peri-post natale)

localizzazione del disturbo


(nell’orecchio esterno, medio o interno; in uno
solo o in entrambi gli orecchi)
classificazione
entità del danno
e
(sordità profonda o ipoacusia grave, media, lieve)
parametri
cause
(ereditarie o acquisite)

periodo di insorgenza considerato in


relazione con la fase di sviluppo del
linguaggio
(pre-verbale, post-verbale)
METODI per recuperare la comunicazione

Metodo Orale: sollecitare il soggetto all’apprendimento della


parola tramite la parola stessa

Metodo dei Segni: Lingua Italiana dei Segni (LIS)

Metodo Bimodale: utilizzare il gesto e la parola


contemporaneamente già dal primo anno di vita del
bambino
Progresso della Tecnologia riguardante gli ausili
(protesi acustiche digitali, protesi impiantabili,
dispositivi vari, programmi software per l’educazione
e la riabilitazione del linguaggio verbale)

Sta aumentando la richiesta, da parte delle famiglie,


del ricorso a modalità oralistiche

Grande diffusione degli impianti cocleari come


strumento elettivo per il contenimento dei problemi uditivi
profondi e più gravi
AUTISMO (EH)

«Disturbi dello spettro autistico»

1908 = Il termine «autismo» viene adottato per la prima volta


dallo psichiatra svizzero Bleuler

1943 = l’austriaco Kanner parla di autismo infantile precoce


per illustrare un complesso di sintomi presenti in un gruppo
di piccoli pz

1944 = Asperger, studioso di autismo, individua una


popolazione infantile con sintomi simili, ma con buona
comunicazione verbale e buon livello intellettivo, a fronte di
una interazione sociale molto disturbata (Sindrome di
Asperger o Autismo ad alto funzionamento)
1960 = teorie psicodinamiche: il comportamento autistico
costituisce un meccanismo di difesa attivato dal bambino in
conseguenza all’alterazione del rapporto madre-figlio

Fine anni ’90 = si fa strada la consapevolezza che la causa


della sindrome non siano i genitori, ma problemi di origine
organica (Linee Guida)
Nosografia

L’Autismo è un disturbo del comportamento causato da un


disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con
manifestazione nei primi 3 anni di vita. Si configura come
una disabilità permanente, pur con manifestazioni variabili
nel tempo.
Aree interessate: interazione sociale, abilità di comunicare
idee e sentimenti, capacità di stabilire relazioni con gli altri
Ipotesi

✓ Teoria socio-affettiva
Innata incapacità di interagire emozionalmente con l’altro,
con conseguente compromissione del linguaggio;

✓ Teoria della mente


Incapacità del soggetto di comprendere e riflettere
sugli stati mentali propri e altrui e dunque comprenderne
il comportamento;

✓ Debolezza della coerenza centrale


L’incapacità a cogliere un’esperienza nel suo complesso
rimanendo ancorato ai frammenti esperienziali;

✓ Deficit delle funzioni esecutive


L’incapacità di formulare un piano di azione.
Interventi educativi

Programmi di intervento mediati dai genitori, come


partner degli educatori e dei tecnici.

Aiutare le famiglie a interagire meglio con i figli stessi e


accrescere il loro empowerment e il benessere emotivo.

Ogni intervento educativo DEVE essere orientato a


promuovere competenze soprattutto di tipo
comunicativo.

I luoghi deputati alla rieducazione/educazione sono la casa,


la scuola e gli altri contesti in cui il bambino trascorre gran
parte del tempo
RITARDO MENTALE o deficit dello sviluppo
delle funzioni intellettive (EH)
Quoziente Intellettivo (QI)

Indicatore utilizzato per definire il livello di intelligenza


della persona, misurato attraverso un insieme di prove
(item) che compongono i test di intelligenza
lieve
R. M. moderato
grave
gravissimo
Le Forme del deficit dello sviluppo delle funzioni intellettive

✓ Lieve = QI da 50-55 a 70

✓ Moderato = QI da 35-40 a 50-55

✓ Grave = QI 20-25 a 35-40

✓ Gravissimo = QI inferiore 20-25


… è un disturbo più o meno grave del funzionamento
intellettivo «che appare qualitativamente irregolare e non
omogeneo, specialmente per ciò che riguarda i processi di
adattamento ambientale e sociale» (Lascioli 2011)

prenatali o perinatali

CAUSE postnatali
Interventi Educativi

Accurata conoscenza del profilo funzionale del soggetto,


con particolare attenzione al funzionamento intellettivo e
globale e alla storia di vita
PARALISI CEREBRALE INFANTILE (EH)
(PCI)

«Turba persistente, ma non immutabile (quindi suscettibile


di cambiamenti migliorativi o peggiorativi, spontanei o
indotti) dello sviluppo della postura e del movimento,
dovuta ad alterazioni della funzione cerebrale, per cause
pre, peri o post-natali, prima che se ne completi la crescita
e lo sviluppo (Linee Guida per la riabilitazione dei bambini
affetti da PCI 2005-2006)
Classificazione

(Localizzazione del danno)

Tetraplegia = compromissione dell’uso di tutti e quattro gli arti

Diplegia = compromissione degli arti inferiori

Emiplegia = compromissione di una parte del corpo

Intervento multidisciplinare e multiprofessionale


SENTENZA CORTE L. 17/99
104/92 COSTITUZIONALE Integrazione
N. 215 DEL 1987 e
L. 517/77 Legge Quadro: successiva
Art. 13 e 16
Abolizione Diritti C.M. N. 262/1988
Legge Quadro:
per le persone Inserimento
classi Promuove il Diritto
a frequentare le persone
differenziali con disabilità con disabilità
scuole medie
superiori agli nelle Università
alunni disabili

D.Lgs. 66/2017
Norme per la
Promozione L. 107/2015 C.M.
Inclusione 27.12.2012
L. 170/10
cc. 7, 24, 84,
scolastica
e 181 sui Bes Sui DSA

D.Lgs. 96/2019
Norme per la promozione dell’inclusione scolastica
IV PARTE

DECRETO LEGISLATIVO
13 aprile 2017, n. 66

Norme per la promozione dell’inclusione


scolastica degli studenti con disabilità,
a norma dell’articolo 1, commi 180 e
181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107
DECRETO LEGISLATIVO n. 96 del 7
agosto 2019

“Norme per la promozione dell’inclusione


scolastica degli studenti con disabilità, a
norma dell’articolo 1, commi 180 e 181,
lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107”
PRINCIPI ISPIRATORI

STUDENTE
Ma soprattutto…

• L’ASSEGNAZIONE DELLE ORE DI SOSTEGNO – Nel nuovo


decreto viene confermata la correzione già annunciata nei mesi
scorsi: a quantificare le ore di sostegno sarà ancora il PEI, stilato dal
gruppo di lavoro operativo che prende in carico il processo di
inclusione dell’alunno con disabilità. Tale delicata decisione, ha
affermato il sottosegretario Giuliano, non può essere affidata ad un
ufficio che si basa solo su documenti: chi meglio delle persone che
lavorano o sono a fianco dello studente nella vita di tutti i giorni può
prendere delle decisioni più adatte per lui? I suoi docenti, i
genitori, lo psicologo, un rappresentante del comune ed anche
lo studente stesso quando è maggiorenne: per la prima volta si
parla di diritto all’autodeterminazione e alla
autorappresentanza. Il PEI diviene parte del progetto individuale,
la scuola entra nel progetto di vita.
D. Lgs.
n. 66/2017

6 CAPITOLI 20 ARTICOLI
CAPO I
PRINCIPI GENERALI

Art. 1 Principi e finalità


- Comunità scolastica + Famiglia + Associazioni
Art. 2 Ambito di applicazione
- Disabilità certificata ai sensi * della L. 104/1992
- Inclusione scolastica attuata attraverso la definizione
e la condivisione del Piano Educativo Individualizzato
PEI

PI
(Progetto Individuale)
di cui all’art. 14 L. n. 328/2000
*Con il D.Lgs. 96/2019 «CERTIFICATI»
CAPO II
PRESTAZIONI E INDICATORI DI QUALITÀ
DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA

Art. 3 Prestazioni e competenze


STATO
- assegnazione insegnanti di sostegno
- assegnazione personale ATA
- assegnazione personale per l’assistenza (genere)
- contributo economico
ENTI LOCALI (EE.LL.) * ENTI TERRITORIALI
- assicurano l’educatore
- servizi per il trasporto
- accessibilità e fruibilità degli spazi fisici * delle scuole
STATO+REGIONE+EE.LL.=garantiscono l’accessibilità e la
fruibilità dei sussidi didattici e degli strumenti tecnologici
necessari per l’Inclusione Scolastica
* D. Lgs. 96/2019 Fisica, senso percettiva e comunicativa degli
spazi e degli strumenti
Art. 4 Valutazione della qualità dell’inclusione scolastica
La valutazione della qualità dell'inclusione scolastica e'
parte integrante del procedimento di valutazione delle istituzioni
scolastiche previsto dall'articolo 6 del decreto del Presidente
della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80

L'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo


di istruzione e di formazione (INVALSI), sentito
l'Osservatorio permanente per l'inclusione scolastica di cui
all'articolo 15 del presente decreto, definisce gli indicatori
per la valutazione della qualità dell'inclusione scolastica:
- Piano triennale dell'offerta formativa;

- Realizzazione di percorsi per la personalizzazione,


individualizzazione e differenziazione dei processi di
educazione, istruzione e formazione;

- Coinvolgimento di diversi soggetti nell’elaborazione


del Piano di Inclusione;

- Realizzazione di iniziative formative rivolte al


personale della scuola;

- Utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la


valutazione dei risultati di apprendimento delle alunne
e degli alunni;
- Grado di accessibilita' e di fruibilita' delle risorse,
attrezzature, strutture e spazi e, in particolare, dei libri
di testo adottati e dei programmi gestionali utilizzati
dalla scuola.
CAPO III
PROCEDURE DI CERTIFICAZIONE E DOCUMENTAZIONE
PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA
Art. 5 Commissioni mediche. Modifiche alla Legge 5
febbraio 1992, n. 104
1. Domanda di accertamento della disabilità * in età
evolutiva (D. Lgs. 96/2019)
INPS

COMMISSIONE
- MD Legale (presidente)
- 2 MD specialisti (scelti tra pediatria, neuropsichiatria
infantile o nella specializzazione inerente la condizione
di salute del soggetto
- Operatore Sociale (E. L.)
- MD INPS
2. Redazione Profilo di Funzionamento
(ICF modello bio-psico-sociale)

Diagnosi Funzionale + Profilo Dinamico Funzionale

UNITÀ DI VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE (UMEE)

- MD specialista o un esperto della condizione di salute


della persona
- MD specialista in neuropsichiatria infantile
- Terapista della riabilitazione
- Uno psicologo dell’età evolutiva (D. Lgs. 96/2019)
- Assistente sociale o un pedagogista o un rappresentante
dell’Ente Locale di competenza che ha in carico il
soggetto
PROFILO DI FUNZIONAMENTO
a) è il documento propedeutico e necessario alla
predisposizione del progetto individuale (PI) e del PEI;

b) definisce anche le competenze professionali e la tipologia


delle misure di sostegno e delle risorse strutturali
necessarie per l’inclusione scolastica;

c) è redatto con la collaborazione dei genitori dell’alunno


con disabilità, nonché con la partecipazione di un
rappresentante dell’amministrazione scolastica,
individuato preferibilmente tra i docenti della scuola
frequentata;

d) è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione,


a partire dalla scuola dell’infanzia, nonché in presenza
di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento
della persona.
FAMIGLIA

trasmette la CERTIFICAZIONE DI DISABILITÀ

UMEE SCUOLA
Profilo di PEI
Funzionamento

E.L.
Progetto Individuale
CAPO IV
PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA
PER L’INCLUSIONE

Art. 6 Progetto Individuale (PI)

Redatto dall’E.L. d’intesa con la competente Azienda


Sanitaria Locale sulla base del Profilo di Funzionamento,
su richiesta e con la collaborazione dei genitori e * con la
partecipazione di un rappresentante dell’Istituzione
Scolastica interessata.

* Modifica del D. Lgs. 96/2019


Art. 7 Piano Educativo Individualizzato (PEI)
- È elaborato e approvato dai docenti del Consiglio di
Classe, con la partecipazione dei Genitori, delle figure
professionali specifiche interne ed esterne alla scuola
che interagiscono con la classe e con l’alunno con
disabilità nonché con il supporto dell’Unità di Valutazione
Multidisciplinare
TIENE CONTO
- della Certificazione di Disabilità e del Profilo di Funzionamento;
- individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente
di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della
socializzazione, della comunicazione, dell’interazione,
dell’orientamento e delle autonomie;
- esplicita le modalità didattiche e di valutazione;
- definisce gli strumenti per lo svolgimento dell’alternanza scuola-
lavoro;
- indica le modalità di coordinamento degli interventi e l’interazione
con il PI (Progetto Individuale);
- è redatto all’inizio dell’ a.s., è aggiornato in presenza di nuove e
sopravvenute condizioni di funzionamento della persona. Nel
passaggio tra i gradi di istruzione, compresi i trasferimenti tra
scuole, è assicurata l’interlocuzione tra i docenti della scuola di
provenienza e quelli della scuola di destinazione;
- è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell’anno scolastico
al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi ed
apportare eventuali modifiche e integrazioni.
Art. 8 Piano per l’Inclusione (EX PAI - Piano Annuale per
l’inclusione)

È redatto dalla scuola nell’ambito del Piano Triennale


dell’Offerta Formativa (PTOF)
Art. 9 Gruppi per l’Inclusione Scolastica

GLIR
(Gruppo di Lavoro per l’Inclusione Regionale)
(D.M. n. 338, 26 aprile 2018)

Istituito presso l’USR composto da:

- Direttore Generale USR (presidente)


- Dirigente Tecnico USR
- Dirigenti Scolastici (max 4, diversi ordini e gradi di scuola)
- Coordinatori didattici scuole paritarie (max 3)
- Docenti esperti (max 5, scuola/università)
- Rappresentanti della Regione (max 5)
- Rappresentanti EE. LL. (max 5)
- Rappresentanti federazioni e associazioni delle persone
con disabilità (max 5) (nella Regione Marche ANFASS,
ENS, UICI)
Funzioni:

- Consulenza e proposta all’USR per la definizione,


l’attuazione e la verifica degli Accordi di programma,
particolare riferimento alla continuità delle azioni sul
territorio, all’orientamento e ai percorsi integrati
scuola-territorio-lavoro;
- Supporto ai Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT);
- Supporto alle reti di scuole per la progettazione e la
realizzazione dei Piani di formazione in servizio del
personale della scuola.
GIT
(Gruppo per l’Inclusione Territoriale)

Istituito presso ciascuna provincia composto da:

- Dirigente Tecnico USR (presidente)


- n. 3 Dirigenti Scolastici
- n. 3 Docenti (n. 2 I ciclo, n.1 II ciclo)
Funzioni:

- Il GIT riceve dai dirigenti scolastici le proposte di


quantificazione delle risorse di sostegno didattico, le
verifica e formula la relativa proposta all’USR;
- Consultazione e programmazione delle attività nonché
coordinamento degli interventi di competenza (con
associazioni rappresentative delle persone con
disabilità, EE.LL., Aziende Sanitarie Locali)
GLI
(Gruppo di lavoro per l’inclusione)

Istituito presso ciascuna istituzione scolastica, composto


da:
- Dirigente scolastico (che nomina e presiede)
- Docenti curriculari
- Docenti di sostegno
- Eventualmente personale ATA
- Specialisti dell’Azienda Sanitaria Locale
Funzioni:

- Supportare il Collegio dei Docenti nella definizione e


realizzazione del Piano per l’Inclusione nonché
supportare nell’attuazione del PEI
SCUOLE POLO per l’Inclusione
Formazione

Istituite presso ciascuna provincia e svolgono azioni di


supporto e consulenza con le reti del territorio per la
promozione di ricerca, sperimentazione e sviluppo di
metodologie ed uso di strumenti didattici per l’inclusione.

ANCONA ISC Grazie-Tavernelle – ISC Marco Polo di Fabriano


ASCOLI PICENO IPSIA SBT – ISC Don Giussani AP
FERMO IPSIA Ricci –Polo Urbani PSE
MACERATA IIS Bramante Pannaggi – ISC Don Bosco
PESARO URBINO Liceo Mengaroni – ISC G.Leopardi Colle al
Metauro
CTS
Ausili Didattici
• ANCONA ISC Falconara Centro
• ASCOLI PICENO/FERMO IPSIA SBT
• MACERATA IIS Bramante
• PESARO URBINO ISC Gandiglio di Fano
LE PRINCIPALI LEGGI
SULLA DISABILITA’
SCOLASTICA
DEGLI ULTIMI 40 ANNI
IN ITALIA
SENTENZA CORTE L. 17/99
104/92 COSTITUZIONALE Integrazione
N. 215 DEL 1987
L. 517/77 Legge Quadro: C.M. N. 262/1988
Art. 13 e 16
Abolizione Diritti Promuove il Diritto
Legge Quadro:
per le persone Inserimento
classi a frequentare le
scuole medie persone
differenziali con disabilità con disabilità
superiori agli
alunni disabili nelle Università

D.Lgs. 66/2017
Norme per la
Promozione L. 107/2015 C.M.
Inclusione 27.12.2012
L. 170/10
cc. 7, 24, 84,
scolastica
e 181 sui Bes Sui DSA

D.Lgs. 96/2019
Norme per la promozione dell’inclusione scolastica
ULTIME MODIFICHE AL D. Lgs. 66/2017

CON DECRETO LEGISLATIVO 7 agosto 2019, n.96

Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13


aprile 2017, n. 66 recante: «Norme per la promozione
dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a
norma dell’art.1, commi 180 e 181, lettera c), della Legge 13
luglio 2015, n.107»

- Coinvolgimento delle famiglie nell’assegnazione delle ore di


sostegno
- GIT operante in ambito provinciale
- Ripristino del GLO (ex GLHO) con la presenza del
rappresentante dell’EE.LL. e dello studente, se maggiorenne
1. Procedure di
certificazione e 2. Le modifiche 3. Il profilo di
documentazione alla legge funzionamento
per l’inclusione 104/1992
scolastica

I 12 PUNTI SALIENTI
del D.lgs. 96/2019

5. Il Piano
4. Il progetto educativo 6. Il piano per
individuale individualizzato l’inclusione
7. I gruppi per 8. I centri 9. Le misure di
l’inclusione territoriali sostegno
scolastica di supporto

I 12 PUNTI SALIENTI
del Dlgs. 96/2019

10. Corso di
specializzazione
per il sostegno didattico 11. Continuità 12. Misure
nella scuola dell’infanzia didattica di
e primaria accompagnamento
1. Procedure di certificazione e documentazione per
l'inclusione scolastica

• La domanda per l'accertamento della condizione


di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione
scolastica di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.
104, è corredata dal certificato medico
diagnostico-funzionale contenente la diagnosi
clinica e gli elementi attinenti alla valutazione del
funzionamento a cura della Azienda Sanitaria
Locale, è presentata all'Istituto Nazionale della
Previdenza Sociale (INPS), che vi dà riscontro
non oltre 30 giorni dalla data di presentazione».
2. Le modifiche alla legge 104/1992
• Le commissioni mediche sono composte da un medico
legale, che assume le funzioni di presidente, e da due
medici, di cui uno specialista in pediatria o in
neuropsichiatria infantile e l’altro specialista nella
patologia che connota la condizione di salute del
soggetto + un assistente specialistico o da un operatore
sociale, o da uno psicologo in servizio presso strutture
pubbliche. Le commissioni mediche effettuano, ove
richiesto dai genitori della bambina o del bambino,
dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello
studente con disabilità, o da chi esercita la responsabilità
genitoriale, l'accertamento della condizione di disabilità
in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica.
……….
• Tale accertamento è propedeutico alla
redazione del profilo di funzionamento,
predisposto secondo i criteri del modello bio-
psico-sociale della Classificazione
internazionale del funzionamento, della disabilità
e della salute (ICF) dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), ai fini della
formulazione del Piano Educativo
Individualizzato (PEI) facente parte del Progetto
Individuale di cui all’articolo 14 della legge 8
novembre 2000, n. 328».
3. Il Profilo di Funzionamento

• «Il Profilo di Funzionamento ha lo scopo di sostituire la


diagnosi funzionale e il profilo dinamico-funzionale,
come modificato dal presente decreto, è redatto da una
Unità di Valutazione Multidisciplinare composta da: a)
uno specialista in neuropsichiatria infantile o un medico
specialista, esperto nella patologia che connota lo stato
di salute del minore; b) almeno due delle seguenti figure:
un esercente di professione sanitaria nell’area della
riabilitazione, uno psicologo dell’età evolutiva, un
assistente sociale in rappresentanza dell'Ente Locale di
competenza».
…………….
• Il Profilo di Funzionamento «definisce anche le
competenze professionali e la tipologia delle misure di
sostegno e delle risorse strutturali utili (nel decreto 66
c’era “necessarie”) per l'inclusione scolastica; «è redatto
con la collaborazione dei genitori della bambina o del
bambino, dell'alunna o dell'alunno, nonché, nel rispetto
del diritto di autodeterminazione nella massima misura
possibile, della studentessa o dello studente con
disabilità, con la partecipazione del dirigente scolastico
ovvero di un docente specializzato sul sostegno
didattico, dell’istituzione scolastica ove è iscritto la
bambina o il bambino, l'alunna o l'alunno, la studentessa
o lo studente».
4. Il Progetto Individuale

• “Il Progetto Individuale è redatto dal competente


Ente Locale d’intesa con la competente Azienda
Sanitaria Locale sulla base del Profilo di
Funzionamento, su richiesta e con la
collaborazione dei genitori o di chi ne esercita la
responsabilità. Le prestazioni, i servizi e le
misure di cui al Progetto Individuale sono
definite con la partecipazione di un
rappresentante dell’istituzione scolastica
interessata”.
5. Il Piano Educativo Individualizzato
• Il PEI viene elaborato «dal Gruppo di Lavoro
Operativo per l’Inclusione di cui al comma 10
dell’articolo 9»; «tiene conto dell’accertamento
della condizione di disabilità in età evolutiva ai
fini dell’inclusione scolastica, di cui all’articolo
12, comma 5, della Legge 5 febbraio 1992, n.
104, e del Profilo di Funzionamento, avendo
particolare riguardo all’indicazione dei facilitatori
e delle barriere, secondo la prospettiva bio-
psico-sociale alla base della classificazione ICF
dell’OMS»;
…………
• «individua obiettivi educativi e didattici,
strumenti, strategie e modalità per realizzare un
ambiente di apprendimento nelle dimensioni
della relazione, della socializzazione, della
comunicazione, dell'interazione,
dell'orientamento e delle autonomie anche sulla
base degli interventi di corresponsabilità
educativa intrapresi dall’intera comunità
scolastica per il soddisfacimento dei bisogni
educativi individuati».
……………
• E ancora: «esplicita le modalità di sostegno
didattico, compresa la proposta del numero di
ore di sostegno alla classe, le modalità di
verifica, i criteri di valutazione, gli interventi di
inclusione svolti dal personale docente
nell’ambito della classe e in progetti specifici, la
valutazione in relazione alla programmazione
individualizzata, nonché gli interventi di
assistenza igienica e di base, svolti dal
personale ausiliario nell’ambito del plesso
scolastico e le risorse professionali da destinare
all’assistenza, all’autonomia e alla
comunicazione».
………………
• «È redatto in via provvisoria entro giugno e in via
definitiva, di norma, non oltre il mese di ottobre, è
redatto a partire dalla scuola dell'infanzia ed è
aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute
condizioni di funzionamento della persona. Nel
passaggio tra i gradi di istruzione, è assicurata
l'interlocuzione tra i docenti della scuola di
provenienza e quelli della scuola di destinazione.
Nel caso di trasferimento di iscrizione è garantita
l’interlocuzione tra le istituzioni scolastiche
interessate ed è ridefinito sulla base delle
eventuali diverse condizioni contestuali della
scuola di destinazione».
6. Il Piano per l'Inclusione (EX PAI)
• Ciascuna istituzione scolastica, nell'ambito della
definizione del PTOF predispone il Piano per
l'Inclusione che definisce le modalità per l'utilizzo
coordinato delle risorse, compreso l’utilizzo
complessivo delle misure di sostegno sulla base
dei singoli PEI di ogni bambina e bambino, alunna
o alunno, studentessa o studente, e, nel rispetto
del principio di accomodamento ragionevole, per il
superamento delle barriere e l'individuazione dei
facilitatori del contesto di riferimento nonché per
progettare e programmare gli interventi di
miglioramento della qualità dell'inclusione
scolastica».
7. I Gruppi per l'inclusione scolastica

• IL Gruppo per l'Inclusione Territoriale


(GIT)
• IL Gruppo di lavoro per l'inclusione (GLI)
• IL Gruppo di Lavoro Operativo per
l’inclusione dei singoli alunni con disabilità.
8. I Centri Territoriali di Supporto (CTS)
• I Centri Territoriali di Supporto (CTS), istituzioni
scolastiche di riferimento per la consulenza,
formazione, collegamento e monitoraggio a
supporto dei processi di inclusione, per lo
sviluppo, la diffusione e il miglior utilizzo di ausili,
sussidi didattici e di nuove tecnologie per la
disabilità. I CTS, al fine di ottimizzare
l’erogazione del servizio, attivano modalità di
collaborazione con i GIT per il supporto alle
scuole del territorio per i processi di inclusione».
9. Le misure di sostegno

• «Il dirigente scolastico, raccolte le osservazioni e


i pareri del GLI, sentito il GIT, tenendo conto
delle risorse didattiche, strumentali, strutturali
presenti nella scuola, invia all’Ufficio Scolastico
Regionale la richiesta complessiva dei posti di
sostegno. L'Ufficio Scolastico Regionale
assegna le risorse nell'ambito di quelle
dell'organico dell’autonomia per i posti di
sostegno.
………………..

• Il dirigente scolastico trasmette sulla base


dei PEI, di cui all’articolo 7, comma 2, la
richiesta agli enti preposti all’assegnazione
delle misure di sostegno ulteriori rispetto a
quello didattico». Il Direttore dell’Ufficio
Scolastico Regionale procede
all’assegnazione dei posti di sostegno.
10. Corso di specializzazione per il sostegno
didattico nella scuola dell'infanzia e nella scuola
primaria
• Il Ministero ha definito «i piani di studio, le
modalità attuative e quelle organizzative» «del
corso di laurea in scienze della formazione
primaria, anche con l’integrazione dei CFU di cui
al comma 3, i piani di studio, le modalità
attuative e quelle organizzative del corso di
specializzazione in pedagogia e didattica
speciale per le attività di sostegno didattico e
l'inclusione scolastica, nonché i crediti formativi
necessari per l'accesso al medesimo corso di
specializzazione».
11. Continuità didattica

• La “riconferma” dell’insegnante di sostegno con


contratto a tempo determinato, previa
valutazione dell'interesse dell’alunno e
l'eventuale richiesta della famiglia può essere
proposta «ai docenti con contratto a tempo
determinato e con titolo di specializzazione per il
sostegno».
12. Misure di accompagnamento
• In particolare, dovranno essere definite misure
di accompagnamento in ordine a:
• a) iniziative formative per il personale scolastico;
• b) attivazione di progetti e iniziative per il
supporto delle istituzioni scolastiche;
• c) composizione di un comitato per la direzione
e il coordinamento delle misure di
accompagnamento».
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito:
• «Le norme vengono riviste mettendo sempre di più
al centro lo studente e le sue necessità. A partire
dall’assegnazione delle ore di sostegno che, d’ora in
poi, avverrà anche con il coinvolgimento delle
famiglie, fino ad oggi lasciate fuori da questo
processo. Sussidi, strumenti, metodologie di studio
più opportune saranno decisi non in modo
‘standard’, in relazione al tipo di disabilità, ma con
un Piano Didattico veramente Individualizzato che
guarderà alle caratteristiche del singolo studente.
L’intera comunità scolastica sarà coinvolta nei
processi di inclusione»

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