Nell’anno scolastico 2001/2002 il sistema scolastico italiano è stato radicalmente modificato. Il nuovo sistema educativo si fonda sulla frequenza facoltativa della scuola dell’infanzia, sulla frequenza obbligatoria della scuola di base e sulla frequenza di cinque anni di scuola secondaria superiore, di cui obbligatori soltanto i primi due. La Scuola dell’Infanzia accoglie bambini dai 3 ai 6 anni e può essere statale o privata. In quella statale la frequenza è gratuita, nella privata a pagamento. La Scuola di Base va dai 6 ai 14 anni e si divide in Scuola Elementare, che va da 6 a 11 anni e Scuola Media, che va da 11 a 14. Nella scuola elementare vengono insegnate le seguenti materie: Lingua italiana, Matematica, Scienze, Storia, Geografia, Studi sociali, Lingua straniera, Educazione all’immagine, Educazione al suono e alla musica, Educazione motoria. Alla fine della scuola elementare gli scolari devono sostenere un esame con il quale conseguono la Licenza Elementare. La scuola media, anche se obbligatoria, non è del tutto gratuita visto che i libri li devono pagare le famiglie. Vengono insegnate le seguenti materie: Italiano, Storia, Educazione Civica, Geografia, Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali, Lingua straniera (di solito inglese e/o francese), Educazione artistica, Educazione tecnica, Educazione musicale, Educazione fisica, e chi vuole può frequentare anche le lezioni di religione cattolica. Alla fine della scuola media gli scolari sostengono nuovamente un esame e conseguono la Licenza Media, titolo indispensabile per l’iscrizione alla Scuola Superiore. La Scuola Secondaria Superiore è suddivisa in licei, che offrono un’istruzione basata sulla cultura generale e non sulla preparazione professionale, e in istituti tecnici, che danno in primo luogo una preparazione professionale ma offrono anche una valida preparazione generale. I licei si distinguono in: liceo classico, scientifico, linguistico, socio-psico-pedagogico e artistico; gli istituti tecnici si dividono in: commerciale, industriale e turistico. Alla fine della Scuola Secondaria Superiore gli studenti sostengono l’Esame di stato. Esso consiste in tre prove scritte – una prova di italiano, una prova sulla materia caratterizzante il corso di studi (per esempio, matematica nel liceo scientifico o greco in quello classico) e una prova pluridisciplinare il cui contenuto viene scelto dalla commissione d’esame sulla base delle materie studiate nell’ultimo anno – e in un colloquio interdisciplinare sugli argomenti trattati durante l’ultimo anno. Con l’Esame di stato gli studenti conseguono il Diploma di Stato che è l’unico titolo che consente l’iscrizione all’Università. L’Università: l’accesso all’università è generalmente libero, ad eccezione di alcune facoltà e corsi di laurea in cui vige il numero chiuso e si deve, quindi, sostenere un esame di ammissione. Gli studenti universitari italiani pagano tasse di iscrizione che variano a seconda delle facoltà. Gli esami universitari, di regola orali ma in alcuni casi preceduti da una prova scritta preselettiva, sono sostenuti su singole materie. Un esame è superato positivamente se il candidato ottiene una votazione da 18 a 30 e Lode. L’istruzione universitaria è organizzata secondo il sistema europeo: tre anni di base più due anni di specializzazione. Al termine dei primi tre anni gli studenti devono discutere una tesi per ottenere la laurea triennale e poter frequentare, se vogliono, il corso di laurea specialistica di due anni. Questo si conclude nuovamente con la discussione della tesi che segna la conclusione degli studi. Chi dopo la laurea specialistica volesse continuare a studiare, può provare a ottenere un dottorato di ricerca o può iscriversi alle scuole di perfezionamento. A entrambi si accede attraverso una forte selezione. Studiare in Italia da straniero: i cittadini dell’Unione Europea che desiderano frequentare l’università in Italia devono avere un titolo che permette l’accesso all’università nel loro Paese. In tutti i corsi di studio il numero di studenti stranieri è limitato. Gli studenti dell’Unione hanno la precedenza; i cittadini dell’Unione residenti in Italia non sono soggetti a questa limitazione. Anche gli studenti stranieri devono sostenere i test d’ingresso previsti per gli studenti italiani.
Scuole "sparse" sul territorio?: Che cosa nasconde la “riforma” dell’Istruzione Professionale di Stato? La verità sul decreto delegato della 107 (Buona Scuola)