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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

Sistema educativo di
istruzione e formazione

Ente Naz.le Don Orione – Formazione


Aggiornamento Professionale

A cura di
Centro studi e progettazione

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

Sistema educativo di istruzione e formazione

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

STRUTTURA GENERALE DEL SISTEMA EDUCATIVO

Il sistema educativo italiano è organizzato nel modo seguente:

Scuola dell’infanzia (età: da 3 a 6 anni di età), non obbligatoria, che prevede una
durata di 3 anni;

Primo ciclo di istruzione, della durata complessiva di 8 anni, articolato in due


segmenti:
scuola primaria (età: da 6 a 11 anni di età), che prevede una durata di 5 anni,
scuola secondaria di primo grado (età: da 11 a 14 anni), che dura 3 anni;

Secondo ciclo di istruzione, costituito da due percorsi:


-scuola secondaria di secondo grado di competenza statale, della durata di 5 anni,rivolta
agli alunni dai 14 a 19 anni di età. Appartengono a questo percorso i licei, gli istituti
tecnici, gli istituti professionali
-formazione professionale iniziale di competenza regionale, della durata di 3 anni, rivolta ai
giovani che hanno concluso il primo ciclo di istruzione;

Istruzione e formazione post-secondaria non superiore, che si svolge nell’ambito


del sistema di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) e che offre percorsi IFTS
e corsi degli Istituti Tecnici Superiori (ITS);

Istruzione superiore, costituita da istruzione superiore universitaria e non-


universitaria.
Il sistema di istruzione superiore è articolato in istituti statali e non-statali è organizzata in
3 cicli: il primo ciclo della durata di 3 anni per il conseguimento della Laurea (L); il secondo
della durata di 2 anni per il conseguimento della Laurea magistrale; il terzo ciclo
corrispondente al dottorato di ricerca. I corsi in medicina e chirurgia, veterinaria e
odontoiatria, continuano a essere organizzati in un ciclo unico della durata di 5 o 6 anni, al
termine del quale viene conseguita la laurea magistrale.

L’istruzione obbligatoria ha la durata di 10 anni , da 6 a 16 anni di età. Dai 14 ai 16 anni


l’obbligo di istruzione si può assolvere nel biennio della scuola secondaria superiore o nel
biennio dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale. Inoltre, tutti hanno il
diritto/dovere di formarsi per almeno 12 anni nel sistema di istruzine o, comunque, fino
al conseguimento di una qualifica professionale triennale entro il 18° anno di età (legge
n.53/2003).

L’obbligo di istruzione dura complessivamente 10 anni e si conclude al termine del secondo


anno di istruzione secondaria superiore. ( L .n.296 del 27 dicembre 2006 _ legge
finanziaria 2007- .

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SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E


FORMAZIONE

Obbligo formativo
(fino a 18 anni o qualifica)

Obbligo di istruzione
(fino a 16 anni )

3 5 3 3 4 5
3 2 3

Scuola Scuola Scuola Percorsi Università


dell’infanzia primaria secondaria I regionali
grado

Scuola secondaria
II grado

Primo Ciclo Secondo ciclo


Diploma di licenza conclusivo Diplomi di istruzione
del primo ciclo di istruzione secondaria superiore

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ISTRUZIONE OBBLIGATORIA

L’istituzione dell’obbligo formativo fino al diciottesimo anno di età risale al 1999; è infatti con la
Legge n. 144 del 17/5/1999 (art. 68) che viene definito tale obbligo.
Dall´anno scolastico 2000/2001 è entrato in vigore l´obbligo di frequenza di attività formative fino
a 18 anni.

Il quadro complessivo di riferimento è stato profondamente trasformato con la L. n. 53 del 2003


del 28/03/03 (legge Moratti) ha ridefinito ed ampliato l´obbligo formativo insieme all’obbligo
scolastico, introducendo il concetto di diritto/dovere alla istruzione e alla formazione per almeno
dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica o di un diploma entro il 18°danno
di età.
La Legge Moratti, infatti, assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione; l'attuazione di tale
diritto si realizza nel sistema dell'istruzione (con i licei) e nel sistema integrato di istruzione e
formazione professionale.

L’obiettivo della normativa in oggetto è quello di valorizzare la personalità degli allievi, garantendo
pari opportunità, al fine di permettere a tutti di raggiungere livelli culturali adeguati
all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro.

Con il Decreto legislativo n. 76/2005, l’istruzione e la formazione professionale per almeno 12


anni, o comunque fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età, diventano
un dovere giuridicamente sanzionabile.

Infine la Legge finanziaria 2007 (legge n. 296/2006) ha innalzato a 16 anni l’obbligo di


istruzione e l’età di accesso al lavoro, anche per il contratto di apprendistato.

L’istruzione obbligatoria prevede una durata di 10 anni (fino a 16 anni di età1), e comprende il
primo ciclo di istruzione (5 anni della scuola primaria e i 3 anni della scuola secondaria di primo
grado) e i primi due anni della scuola secondaria di secondo grado (licei, istituti tecnici e
professionali ) o dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionali (IeFP) di competenza
regionale (l’obbligo è stato elevato dalla legge finanziaria 2007 e successivo decreto D.M.
139/2007).

Il nuovo obbligo di istruzione che può essere assolto nel sistema scolastico o nei percorsi di
Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) di cui al Capo III del D. lgs. 226/2005, si
completa con l’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni
sino al conseguimento di un titolo di studio di istruzione secondaria superiore (all’interno del
sistema di istruzione) o comunque al conseguimento di una qualifica professionale (all’interno del
sistema di istruzione e formazione professionale) entro il 18° anno di età (legge n.53/2003).

L’accordo del giugno 2003 raggiunto in Conferenza Unificata che ha dato l’avvio definitivo alla
sperimentazione del secondo canale.

Per quanto riguarda la qualifica professionale, i percorsi triennali di istruzione e formazione

1
La Costituzione stabilisce che l'istruzione è obbligatoria fino a 14 anni di età. La durata dell'istruzione obbligatoria è
stata aumentata fino a 16 anni di età nell'a.s. 2007/08, in base alla legge finanziaria del 2007.

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professionale, che erano stati introdotti in via sperimentale dall’a.s. 2003/2004, sono diventati
definitivamente uno dei segmenti per assolvere all’obbligo di istruzione (legge n.133 del 06 agosto
2008). I percorsi regionali di durata almeno triennale, si concludono con una qualifica e si
avvalgono del riferimento a standard formativi congiuntamente definiti (nella sede nazionale della
Conferenza unificata Stato/Regioni) e di spendibilità completa in ambito nazionale.

Per disciplinare l’attuazione dell’obbligo di istruzione il Ministero della Pubblica Istruzione ha


approvato il D.M. n. 139 del 22/08/2007 che definisce i saperi e le competenze (gli assi
culturali) che devono obbligatoriamente essere previsti nei primi due anni di tutti i percorsi
formativi di istruzione secondaria superiore.

Gli ultimi due anni di istruzione obbligatoria, della durata complessiva di 10 anni coprono il primo
biennio della scuola secondaria superiore, sia generale che professionale. Di conseguenza, al fine di
assicurare una formazione equivalente a tutti i percorsi di istruzione, sono stati definiti i saperi e le
competenze “competenze chiave di cittadinanza” che tutti gli studenti devono aver acquisito al
termine dell'istruzione obbligatoria e che vanno a integrare i programmi specifici per i diversi
percorsi di istruzione secondaria superiore attualmente in vigore

Tali saperi e competenze sono organizzati in riferimento a quattro Assi culturali: dei linguaggi,
matematico, scientifico-tecnologico, storico sociale. Saperi e competenze costituiscono, a loro volta,
il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione di competenze
chiave idonee a preparare i giovani alla vita adulta e ad apprendere in tutto l’arco della vita. Le
competenze chiave sono: imparare a imparare, progettare, comunicare, collaborare e partecipare,
agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni,
acquisire e interpretare l’informazione (DM 139/2007).

Inoltre il Ministero della Pubblica Istruzione di concerto con il Ministero del Lavoro ha stabilito, con
D.I. del 29/11/2007, i criteri generali per l’accreditamento delle strutture formative che
realizzano percorsi di istruzione e formazione professionale, i criteri per il riparto dei contributi
statali e le misure di sistema per l’attuazione dell’obbligo d’istruzione.

Il citato decreto è stato successivamente inserito nell’Intesa del 20/03/2008 tra il MLPS, il MPI,
il MIUR, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano che definisce gli standard minimi del
nuovo sistema di accreditamento delle strutture formative per la qualità dei servizi.

Il 29/04/2010 è stato siglato l'Accordo tra il MIUR, il MLPS, le Regioni e le Provincie


Autonome di Trento e Bolzano che da avvio alla messa a regime del sistema di Istruzione e
Formazione Professionale attraverso la definizione di 21 figure nazionali di riferimento
rispettivamente per percorsi di durata triennale (qualifiche) e quadriennale (diplomi) l’accordo
riguarda la messa a sistema dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) 2010-2011,
è di particolare rilievo per l’intero sistema della pubblica istruzione italiana.

L’accordo del 29 aprile 2010, disciplinando a livello nazionale le figure di qualifica dei percorsi di
durata triennale (sono 21, da operatore dell’abbigliamento a operatore agricolo) e le figure
professionali dei percorsi di durata quadriennale (sono 21, da tecnico edile a tecnico della
trasformazione agroalimentare), nonché gli standard minimi delle competenze di base e di quelle
professionali, consente di dare avvio dall’anno scolastico 2010-2011 al percorsi IeFP come sistema
ordinamentale, sulla base della disciplina specifica di ciascuna regione, superando la fase di
sperimentazione.

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Per esemplificare, i percorsi triennali orientati alla qualifica dovranno avere competenze tecnico-
professionali in uscita (definire, approntare, monitorare, predisporre, sviluppare, effettuare,
eseguire, assemblare, verificare…) articolate in abilità minime e conoscenze essenziali.

Per quanto riguarda i percorsi quadriennali finalizzati al diploma professionale, ogni figura è
presentata tramite descrizione sintetica e competenze minime. Il tecnico dell’abbigliamento, per es.,
interverrà con autonomia, nel quadro di azione stabilito e delle specifiche assegnate, contribuendo
al presidio del processo di produzione capi di abbigliamento attraverso la partecipazione
all’individuazione delle risorse, l’organizzazione operativa, l’implementazione di procedure di
miglioramento continuo, il monitoraggio e la valutazione del risultato, ecc. Le sue competenze si
estendono dalla rilevazione dei bisogni del cliente/committente alla valutazione della rispondenza
del prodotto agli standard qualitativi previsti dalle specifiche di progettazione).

Dal prossimo anno scolastico 2010/2011, dunque, prende inizio, accanto al riordino della scuola
secondaria superiore (licei, istituti tecnici e istituti professionali), anche il sistema di istruzione e
formazione professionale (percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi
di durata quadriennale).

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EDUCAZIONE PREPRIMARIA (Scuola dell’infanzia2)

L’educazione preprimaria viene attuata nella scuola dell’infanzia che ha durata triennale ed rivolta
ai bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni. La scuola dell’infanzia è compresa nel sistema
educativo di istruzione e formazione, ma non ha carattere obbligatorio.

Nel 1968, con la legge n. 444 che istituiva le scuole materne statali, lo Stato ha assunto la completa
responsabilità nell’educazione prescolare. Inoltre, con la legge n.444 l’educazione preprimaria
assume una completa autonomia didattica pur in rapporto di continuità con l’istruzione primaria.

La materia è stata completamente riformata con il Decreto Legislativo n. 59 del 2004, emanato in
attuazione della legge delega n. 53 del 2003 di riforma dell’intero sistema di istruzione e
formazione. Ai sensi della riforma, la scuola dell’infanzia (questa la nuova denominazione) di durata
triennale, ha come obiettivo “l’educazione e lo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale,
religioso e sociale delle bambine e dei bambini (…)” assicurando anche una continuità educativa
con i servizi dell’infanzia e con la scuola. La scuola dell’infanzia ( ex materna) viene inserita a pieno
titolo nel sistema educativo con la denominazione di scuola dell’infanzia.

Nella scuola dell’infanzia

Iscrizioni
-sono accolti i bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni compiuti entro il 31/12 dell’a.s. di
riferimento;
-sono stati re-introdotti gli anticipi (bambini che compiono i 3 anni entro il 30 aprile successivo
dell’a.s. di riferimento) già previsti dalla Riforma Moratti
Sezione primavera
-prosegue l’esperienza delle “sezioni primavera” in collaborazione con le Regioni e gli Enti locali (è
previsto uno specifico finanziamento da parte del MIUR.

Modello orario
-È confermato il modello dell’orario normale di 40 ore (due docenti per sezione);
-La precedente normativa, confermata dal Regolamento attuativo dell’articolo 64, prevedeva anche
una opzione a 25 ore che può essere attivata solo a richiesta delle famiglie; in questo caso le
eventuali economie (ore e pasti) saranno utilizzate soltanto per espandere il servizio (nuove
sezioni).

Utilizzo del personale e tempo scuola


Tutti i modelli di orario introdotti saranno assicurati sempre e comunque dai docenti dell’istituto,
secondo modalità organizzative definite dalla scuola stessa. L’assistenza alla mensa sarà effettuata
dai docenti della classe. Non esiste, quindi, alcuna forma o modello
di dopo-scuola tanto meno a carico delle famiglie. Non esiste, neppure, alcuna ipotesi di ricorso a
“cooperative” o risorse esterne per garantire l’orario scolastico.

2
Variamente denominata – scuola dell’infanzia, scuola materna, giardino d’infanzia, asilo infantile o asilo -in Italia la legge
53/03 opta per l’espressione “scuola dell’infanzia” in sostituzione dell’espressione “scuola materna”.

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PRIMO CICLO

ISTRUZIONE PRIMARIA (Elementare)

La scuola primaria è stata completamente riformata con il Decreto Legislativo n.59 del 19 febbraio
2004, emanato in attuazione della legge delega n.53 del 28 marzo 2003, di riforma dell’intero
sistema di istruzione e formazione.
In base alla nuova organizzazione, il primo ciclo di istruzione, della durata complessiva di 8 anni, è
costituito dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado, che costituiscono il primo
segmento in cui si realizza il diritto/dovere all’istruzione e formazione. Pur nella unità del ciclo, si
conferma la specificità dei due momenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo
grado.
La scuola primaria è obbligatoria, ha la durata di 5 anni (da 6 a 11 anni di età) ed è articolata in
un primo anno di raccordo con la scuola dell’infanzia e in due bienni successivi. L’istruzione primaria
si svolge presso scuole statali e non statali legalmente riconosciute.

Iscrizioni
-si possono iscrivere i bambini che compiono 6 anni entro il 31/12 dell’a.s. di riferimento e
anticipatamente quelli che compiono i 6 anni entro il 30 aprile dell’anno successivo; -l’iscrizione può
essere effettuata presso la scuola del territorio di appartenenza o anche presso altra istituzione
scolastica.

Modelli possibili di orario


-Nei regolamenti si tiene conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più
ampia articolazione del tempo scuola.
• 24 ore
• 27 ore sino a 30 ore con attività opzionali facoltative
• 40 ore: tempo pieno I modelli di organizzazione della didattica trovano applicazione sulla base
della scelta delle famiglie e, per i modelli a 30 e 40 ore, in rapporto all’organico assegnato.

Modello 24 ore settimanali – insegnante unico di riferimento


-la legge 169/2008 introduce il modello dell’insegnante unico di riferimento attivabile a richiesta
delle famiglie.
La classe, funzionante con orario di 24 ore settimanali, è affidata al maestro unico di riferimento.
Dall’a.s. 2009/2010 si applica alle sole classi prime.
Le 2 ore di insegnamento che l’insegnante unico di riferimento è tenuto a prestare in aggiunta
all’orario d’obbligo, sono a carico del fondo di istituto da reintegrare con risorse a carico del
Ministero.

Modello 27 ore settimanali


-Corrisponde al modello didattico previsto dal D.L.vo 59/2004, con esclusione delle attività opzionali
facoltative e si applica a richiesta delle famiglie.
L’orario a 27 ore viene assicurato, a partire dall’a.s. 2009/2010, a tutte le classi prime e a regime
all’intero ciclo.

Modello fino a 30 ore settimanali


-corrisponde al modello didattico previsto dal D.L.vo 59/2004, incluse le attività opzionali facoltative
integrabili con risorse a carico delle scuole. Tale modello, dall’a.s. 2009/2010 e fino alla conclusione
del ciclo, si applica a tutte le classi successive alle prime.

Modello 40 ore settimanali – Tempo pieno

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-viene confermato l’intero organico del Tempo pieno: le attuali 34.270 classi (su un totale di
136.964 classi pari al 25.2%) non subiscono alcuna riduzione; -è previsto un ampliamento
sufficiente a soddisfare la domanda espressa dalle famiglie nel corrente anno scolastico;
-le modalità di realizzazione del tempo pieno rimangono quelle previste (legge n. 176 del 25 ottobre
2007) consistenti nell’articolazione di un unico progetto educativo sviluppato su tutte le 40 ore,
senza alcuna distinzione tra le attività didattiche del mattino e quelle del pomeriggio (2 insegnanti
titolari sulla stessa classe).

Sostegno
-Non è prevista nessuna modifica. Rimangono confermati i parametri già previsti dalla Legge
Finanziaria (n. 244 del 27 dicembre 2007). Tendenzialmente 1 docente ogni 2 alunni disabili.

Insegnamento delle lingue


-Lo studio delle lingue non subisce alcuna variazione:
o1 ora nella 1° classe
o2 ore nella 2° classe
o3 ore nelle 3°, 4° e 5° classi

Le attività opzionali o facoltative


-vengono ridotte o abolite le attività opzionali / facoltative
-a parziale sostituzione delle attività opzionali / facoltative viene attribuita alle scuole una dotazione
organica ad hoc, integrabile con eventuali risorse interne.

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ISTRUZIONE SECONDARIA E FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE DI


PRIMO LIVELLO

Il sistema educativo di istruzione e formazione si articola, in base alla legge di riforma n.53 del
28 marzo 2003, nella scuola dell’infanzia, in un primo ciclo comprensivo della scuola primaria e
della scuola secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo comprensivo del sistema dei licei e
del sistema dell’istruzione e della formazione professionale. In particolare, la scuola secondaria
di primo e di secondo grado è stata riformata dalla legge 53/2003 e dai successivi decreti
attuativi, per quanto riguarda la durata dell’obbligo di istruzione, la riforma del secondo ciclo di
istruzione e per alcuni aspetti organizzativi e curricolari della scuola secondaria di primo grado.
La stessa legge ha, inoltre, introdotto il diritto-dovere di istruzione e formazione per almeno 12
anni, a partire dai 6 anni di età. Il diritto-dovere si realizza all’interno del sistema di istruzione o,
comunque, sino al conseguimento di una qualifica all’interno del sistema di istruzione e
formazione professionale entro il 18° anno di età. Tuttavia, resta l’obbligo di istruzione per la
durata di 10 anni (dai 6 ai 16 anni di età).

Oltre alla ben nota legge di riforma n.53/2003, presentiamo qui di seguito, parte della
normativa che ha interessato l’istruzione secondaria inferiore e superiore in questi ultimi anni:

La Legge n.296 del 27 dicembre 2006 (Legge finanziaria 2007) ha previsto l’elevamento
a dieci anni dell’obbligo di istruzione a decorrere dall’anno scolastico 2007/2008, e a 16 anni
dell’età per l’accesso al mondo del lavoro; il Regolamento è stato emanato con DM n.139/2007;
La Legge n.1 dell’11 gennaio 2007 ha introdotto il nuovo esame di Stato conclusivo dei
corsi di studio di istruzione secondaria superiore;
La Legge n.133 del 6 agosto 2008 ha previsto la riforma dei licei e la riforma degli
istituti tecnici e professionali, i cui Regolamenti sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri
rispettivamente il 12 giugno e il 28 maggio 2009. Si attende l’emanazione dei relativi DPR per
l’entrata in vigore dei suddetti regolamenti;
Il DPR n.89 del 20 marzo 2009 dispone la revisione dell’assetto ordinamentale,
organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione a partire dall’a.s.
2009/2010 (come previsto dalla legge n.133 del 2008);
Il DPR n.122 del 22 giugno 2009 dispone il coordinamento delle norme vigenti in
materia di valutazione degli alunni del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di
secondo grado. Il Regolamento avrà applicazione dall’a.s. 2009/2010.

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ISTRUZIONE SECONDARIA

L’istruzione secondaria è articolata in due distinti livelli:

-Il livello secondario inferiore è costituito dalla scuola secondaria di primo grado, della durata di
3 anni (da 11 a 14 anni di età). Insieme alla scuola primaria costituisce il primo ciclo di
istruzione che ha una durata complessiva di 8 anni: Pur facendo parte dello stesso primo ciclo,
la scuola primaria e la secondaria di primo grado mantengono le loro specificità.

-Il livello secondario superiore, denominato secondo ciclo di istruzione, è costituito


dall’istruzione secondaria superiore di competenza dello Stato e dall’Istruzione e Formazione
Professionale (IeFP) di competenza delle Regioni.

L’istruzione secondaria superiore di competenza statale si svolge nei licei, negli istituti tecnici,
negli istituti professionali. Gli studi nei licei e negli istituti tecnici prevede 5 anni (da 14 a 19
anni). Il liceo artistico, invece, prevede un percorso di 4 anni più un eventuale anno integrativo,
mentre gli istituti professionali e gli istituti d’arte possono prevedere una durata di 3 o 5 anni.

La formazione professionale iniziale (FPI) di competenza regionale, è realizzata dalle agenzie


formative accreditate, presenti sul territorio nazionale. Questo ambito di formazione prevede:

percorsi di Istruzione e formazione professionale di base, rivolti a giovani che abbiano concluso
il primo ciclo di istruzione. Hanno una durata triennale e portano al conseguimento di un
attestato di qualifica regionale. Nella maggior parte dei casi si svolgono con il partenariato di
una istituzione scolastica;
percorsi di una o due annualità;
percorsi di formazione di secondo livello per giovani che hanno concluso il percorso di istruzione
secondaria o che hanno conseguito una qualifica professionale di base;
percorsi di apprendistato.

ISTRUZIONE SECONDARIA INFERIORE (SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO) Scuola


Media

In base alla riforma del sistema scolastico introdotta con la legge 53/2003 e il successivo
Decreto Legislativo 59/2004, il livello di istruzione secondaria inferiore, prima denominato
scuola media, assume ora il nome di scuola secondaria di I grado e costituisce, a conclusione
della scuola primaria, il secondo segmento in cui si articola il primo ciclo di istruzione. Inoltre,
costituisce il primo segmento, insieme alla scuola primaria, in cui si realizza il diritto/dovere
dell’istruzione e formazione.

L’istruzione secondaria di primo grado ‘è finalizzata alla crescita delle capacità autonome di
studio e di rafforzamento delle attitudini all’interazione sociale; […] è caratterizzata dalla
diversificazione didattica e metodologica, in relazione allo sviluppo della personalità dell’allievo;
[…] sviluppa progressivamente le competenze e le capacità di scelta corrispondenti alle
attitudini e vocazioni degli allievi […]; aiuta ad orientarsi per la successiva scelta di istruzione e

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formazione.’ (Decreto Legislativo 59/2004).

La scuola secondaria di I grado ha una durata complessiva di tre anni e si articola in un primo
biennio e in un terzo anno di orientamento e raccordo con il secondo ciclo di istruzione.
Frequentano la scuola secondaria di I grado gli alunni di età compresa fra 11 e 14 anni di età.
L’istruzione secondaria di I grado si svolge sia nelle scuole pubbliche che in quelle private
paritarie.

L’anno scolastico è costituito da almeno 200 giorni di lezione distribuiti fra il 1° settembre e il 30
giugno. Le scuole sono aperte 5 o 6 giorni a settimana. L’orario obbligatorio annuale delle
lezioni nella scuola secondaria di primo grado è di 957 ore che, distribuite su 33 settimane.

La valutazione degli apprendimenti degli alunni, sia periodica che annuale, è svolta dagli
insegnanti attraverso l'attribuzione di un voto numerico espresso in decimi.
Nella scuola secondaria di primo grado, gli alunni passano all'anno successivo se ottengono un
voto di almeno sei decimi in ciascuna materia.

A livello secondario inferiore, anche la valutazione del comportamento dell'alunno è espressa


con voto numerico (da 0 a 10). Un voto inferiore ai sei decimi, attribuito dal consiglio di classe,
comporta il mancato passaggio all'anno successivo e la non ammissione all'esame finale del
primo ciclo.
Al termine del primo ciclo di istruzione, gli alunni sostengono un esame di Stato che, se
superato con una valutazione complessiva superiore a sei decimi, porta all'ottenimento del
relativo diploma. Questo costituisce titolo di accesso al livello secondario superiore (secondo
ciclo di istruzione).

Articolazione oraria settimanale


Orario settimanale
Orario settimanale attuale
previsto
Tempo normale 30 ore 30 ore
Tempo prolungato 40 ore 36 ore
elevate fino a 40 ore su
richiesta
maggioritaria delle
famiglie

Articolazione oraria settimanale


Discipline – tempo normale (confermate le 30 ore settimanali)

Attuale Previsto
Italiano, storia, 11 ore 9 ore In quest’area è inserito
geografia. l’insegnamento di “Cittadinanza e
Approfondimenti 1 ora Costituzione”
Matematica e scienze 6 ore 6 ore
Tecnologia 3 ore 2 ore

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Inglese 3 ore 3 ore


2° lingua comunitaria - 2 ore Ore mutuate dall’insegnamento di
italiano, storia e geografia e
tecnologia
Arte e immagini 2 ore 2 ore
Corpo, movimento e 2 ore 2 ore
sport
Musica 2 ore 2 ore
Religione cattolica 1 ora 1 ora

Articolazione oraria settimanale


Discipline – tempo prolungato
Attuale Previsto
Italiano, storia, 15 ore 15 ore In quest’area è inserito
geografia. l’insegnamento di “Cittadinanza e
Costituzione”
Matematica e scienze 8 ore 9 ore
Tecnologia 3 ore 2 ore
Inglese 5 ore 3 ore
2° lingua comunitaria - 2 ore
Arte e immagini 3 ore 2 ore
Corpo, movimento e 2 ore 2 ore
sport
Musica 3 ore 2 ore
Religione cattolica 1 ora 1 ora
2 ore Approfondimento di discipline a
scelta della scuola

Insegnamento delle lingue


Non è prevista alcuna variazione -3 ore di inglese -2 ore seconda lingua comunitaria
22
Inglese potenziato ( )
-Soltanto a richiesta delle famiglie e compatibilmente con l’organico di ciascun istituto sarà
possibile l’introduzione dell’inglese potenziato a 5 ore settimanali.
3 ore + 2 ore della seconda lingua comunitaria a partire dall’a.s. 2009/2010.
2 ore della seconda lingua possono essere utilizzate anche per l’insegnamento dell’italiano
L2 per alunni stranieri.

Sostegno
Nessuna modifica prevista.
Rimangono confermati i parametri già previsti dalla l.G. n. 244 del 27 dicembre 2007.
Tendenzialmente 1 docente ogni 2 alunni disabili.

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SECONDO CICLO

ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE (SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO)

La riforma del sistema scolastico italiano è stata avviata con la legge n. 53/2003. Da allora, si
sono susseguiti altri due governi espressione di coalizioni politiche opposte. Questo ha fatto sì
che il settore della scuola sia stato sottoposto a diversi interventi che, da una parte, hanno
fermato il completamento della riforma e, dall'altra, hanno introdotto delle novità ulteriori a
quelle previste dalla riforma stessa, come ad esempio il prolungamento dell'obbligo di istruzione
fino a 16 anni di età.

Il livello secondario superiore, denominato secondo ciclo di istruzione, è costituito dall’istruzione


secondaria superiore di competenza statale, offerta dai licei, dagli istituti tecnici e dagli istituti
professionali; e dall’istruzione e formazione professionale di competenza regionale, offerta dalle
agenzie formative accreditate presenti sul territorio nazionale.
A livello regionale, sono offerti percorsi triennali di formazione professionale di base, nell'ambito
dei quali può essere assolto l'obbligo di istruzione.

Quasi tutti gli istituti di istruzione secondaria superiore sono distinti in un biennio e un triennio.
Il biennio è frequentato da ragazzi dai 14 ai 16 anni di età, il triennio da ragazzi fra i 16 e i 19
anni di età.

Riordino del 2°ciclo

In seguito alla già citata riforma dell’istruzione (L. 53/2003), l'istruzione secondaria superiore
rappresenta il secondo ciclo dell'Istruzione e Formazione, costituito dal sistema dalla riforma
dei licei e della riforma degli istituti tecnici e professionali e dal sistema di istruzione e
formazione professionale (IeFP). sulla base di quanto previsto dalla legge 133/2008 e della
legge n. 169/2008.

La riforma approvata il 12 giugno 2009 dal Consiglio dei Ministri e che entrerà in vigore
dall’anno scolastico 2010/2011. Il nuovo modello dal ministro Gelmini partirà gradualmente,
coinvolgendo a partire dall’anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde. La riforma entrerà
a regime nel 2013.

Per quanto riguarda i licei, la riforma prevede la riorganizzazione in 6 licei: artistico, classico,
scientifico, linguistico, musicale e coreutico, delle scienze umane.

La riforma dell’istruzione e formazione professionale prevede, il riordino degli istituti tecnici e


professionali. Gli istituti tecnici offriranno percorsi in 2 settori: il settore economico articolato in
2 indirizzi, e il settore tecnologico, articolato in 9 indirizzi. Gli istituti professionali offriranno
percorsi in 2 settori: il settore dei servizi, articolato in 5 indirizzi, e il settore industria e
artigianato, che prevede un indirizzo.
Per entrambi i tipi di percorsi, alcune delle novità introdotte sono: un maggior numero di ore di
laboratorio e di insegnamento della lingua inglese (nei tecnici), il potenziamento di stage,
tirocini e alternanza scuola-lavoro (nei professionali), ecc.

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

L’applicazione delle riforma è prevista a partire dall’a.s. 2010/2011.

SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE


Sistema dell’istruzione secondaria superiore Sistema dell’istruzione e formazione
professionale (IeFP)

È articolato in:
-Licei -percorsi formativi triennali
-Istituti Tecnici -formazione professionale attraverso
-Istituti Professionali l’apprendistato in diritto/dovere

Attualmente i giovani che lo frequentano


assolvono:
-all’obbligo di istruzione fino al 16° anno di
età (art. 1, comma 622 della L. 296/06 e art.
64, comma 4 bis della L. 133/08);
-al diritto-dovere all’istruzione e formazione
fino al 18° anno di età (decreti legislativi nn.
76 e 226/05).

Il 2° ciclo è articolato nel:

(sotto)Sistema di Istruzione Secondaria Superiore:


o Licei
o Istruzione Tecnica
o Istruzione Professionale

sotto(Sistema) di Istruzione e Formazione Professionale:


o Percorsi formativi triennali
o Formazione professionale attraverso l’apprendistato in diritto / dovere

Attualmente i giovani che lo frequentano assolvono:


-all’obbligo di istruzione fino al 16° anno di età (art. 1, comma 622 della L. 296/06 e art. 64,
comma 4 bis della L. 133/08);
-al diritto-dovere all’istruzione e formazione fino al 18° anno di età (decreti legislativi nn. 76 e
226/05).

Obiettivi generali della riforma


-dare sistematicità e rigore e coniugare tradizione e innovazione;
-razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie di
studio;
-caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale;
-riconoscere ampio spazio all’autonomia delle istituzioni scolastiche;
-consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo

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studente la possibilità di approfondire e recuperare le mancanze.

Alcune novità introdotte dagli attuali regolamenti

-lingua latina: il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico,
scientifico, linguistico e delle scienze umane, come opzione per gli altri licei;
-incremento delle ore di matematica, fisica e scienze: l’incremento di queste ore mia ad
irrobustire la componente scientifica nella preparazione liceale degli studenti (gli insegnamenti
di fisica e di scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del
liceo classico);
-potenziamento della lingua straniera: è sancita con la presenza obbligatoria
dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda
lingua straniera, usando la quota di autonomia;
-liceo tecnologico e liceo scientifico: presenza nel liceo scientifico di una opzione in cui
confluisce l’esperienza del liceo tecnologico che ha rappresentato negli anni trascorsi un
significativo filone di innovazione;
-presenza delle discipline giuridiche ed economiche: la presenza è garantiva sia nel liceo
scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico
– sociale), sia negli altri licei attraverso la quota di autonomia;
-insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera:
l’introduzione al quinto anno del CLIL (apprendimento integrato di lingua e contenuto), che
prevede l’insegnamento di una materia attraverso una lingua straniera, la proposta avvicina
l’Italia alle migliori esperienze del resto d’Europa.

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ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

1) LICEI Il nuovo sistema dei LICEI

La scheda descrive il nuovo sistema dei licei:

In tutti i licei di nuova istituzione è previsto lo studio di una seconda lingua straniera.
L’inglese viene studiato in tutti i licei obbligatoriamente per tutti e 5 gli anni.

I licei sono 6.
NOME DESCRIZIONE
Sono previsti 3 indirizzi, a partire dal III anno:
o arti figurative a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno
essere in grado di cogliere i valori estetici nelle opere artistiche ed
individuare le problematiche estetiche, storiche, economiche, sociali e
giuridiche connesse alla tutela e alla valorizzazione dei beni artistici e
culturali;
Liceo o architettura, design, ambiente a conclusione del percorso di studio gli
1)
artistico studenti dovranno essere in grado di conoscere e utilizzare i codici della
comunicazione visiva e audiosivisa nella ricerca e nella produzione artistica,
in relazione al contesto storico-sociale;
o audiovisivi, multimedia, scenografia a conclusione del percorso di
studio gli studenti dovranno essere in grado di impiegare tecnologie
tradizionali e innovative nella ricerca, nella progettazione e nello sviluppo
delle proprie potenzialità artistiche.
Sono rafforzati:
-la lingua inglese, che prosegue per tutti i 5 anni (prima era solo per il
2) Liceo classico
biennio);
-lo studio delle materie scientifiche.
Entra nel sistema dell’istruzione pubblica statale. Viene rafforzato
l’insegnamento delle lingue straniere con particolare riferimento alla terza
Liceo
3) lingua (che inizia già dal I anno). Dalla terza liceo un insegnamento non
linguistico
linguistico sarà impartito in lingua straniera. Dalla quarta liceo un secondo
insegnamento sarà impartito in lingua straniera.
È di nuova istituzione. Il liceo musicale sarà articolato nelle due sezioni
musicale e coerutica. Inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10
Liceo
coereutiche e potranno essere attivati in collaborazione con i conservatori e
4) musicale e
le accademie di danza per le materie di loro competenza.
coreutico

È rafforzato l’insegnamento delle materie dell’area scientifica. Più


matematica e materie scientifiche. Oltre al normale indirizzo scientifico le
Liceo scuole potranno attivare l’opzione scientifico – tecnologica che
5)
scientifico consentirà l’approfondimento della conoscenza dei concetti, principi e teorie
scientifiche e di processi tecnologici, anche attraverso esemplificazioni
operative.

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È la trasformazione degli Istituti magistrali e delle numerose sperimentali. Il


piano di studio si caratterizza sull’approfondimento dei principali campi di
indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-
Liceo delle
antropologica. Le scuole potranno attivare l’opzione sezione economico –
6) scienze sociale in cui saranno approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze
umane giuridiche, economiche, sociali e storiche.

2) ISTITUTI TECNICI

Con il nuovo regolamento si è puntato a limitare la frammentazione degli indirizzi, rafforzando il


riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale. Le norme introdotte
hanno come obiettivo la creazione di raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle
professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di
stage, tirocini, alternanza scuola – lavoro.
I risultati di apprendimento previsti a conclusione degli istituti tecnici saranno definiti entro
il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il più ampio confronto e il pieno
coinvolgimento dei docenti, dei dirigenti e del personale degli istituti tecnici.
Per preparare l’applicazione del regolamento sono previste misure di accompagnamento con
attività di informazione / formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con
una campagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l’ano
scolastico 2010/2011.
Gli Istituti tecnici sono riorganizzati in 2 settori e 11 indirizzi.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici
confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

ISTITUTI TECNICI
Settore Economico Tecnologico
3) Meccanica, meccatronica ed
energia
4) Trasporti e logistica
5) Elettronica ed elettrotecnica
6) 7) Informatica e telecomunicazioni
1) Amministrazione, finanza e 8) Grafica e comunicazione Chimica,
Indirizzi
2) marketing Turismo materiali e biotecnologie

9) Sistema moda Agraria e


10) agroindustria
11) Costruzioni, ambiente e
territorio

Modelli organizzativi:
Prevedono i seguenti modelli organizzativi:
-Dipartimenti: sono articolazioni funzionali del collegio dei docenti per un aggiornamento

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costante dei percorsi di studio, soprattutto nelle aree di indirizzo;


-Comitato tecnico scientifico: docenti e esperti del mondo del lavoro, delle professioni e della
ricerca scientifica e tecnologica. Il comitato ha funzioni consultive e di proposta;
-Ufficio tecnico: è organizzato per settore tecnologico. Ha il compito di organizzare i laboratori
in maniera funzionale, per il loro adeguamento alle innovazioni tecnologiche, alle misure
necessarie per la sicurezza delle persone e dell’ambiente;
-Monitoraggio e valutazione delle innovazioni anche in relazione alle indicazioni dell’Unione
europea.
Ore di insegnamento
Dall’attuale monte ore, 990 ore annue si propone di passare a 1.056 ore annuali di lezione.
L’orario settimanale è di 32 ore effettive, contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50
minuti).
Le ore dedicate alle due aree sono:
-1° biennio: 660 ore (area di istruzione generale) + 396 (area di indirizzo)
-2° biennio e 5° anno: 495 (area di istruzione generale) + 561 ore (area di indirizzo)

Struttura del percorso quinquennale


Il percorso è articolato in due bienni e in un quinto anno.
Il primo biennio è dedicato all’acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per
l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e di apprendimenti che introducono progressivamente
agli indirizzi in funzione orientativa.
Il secondo biennio e l’ultimo anno costituiscono l’articolazione di un complessivo triennio in cui
gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle
professioni.
Il quinto anno si conclude con l’esame di Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi
anche di esperti.
Autonomia delle scuole
Sono annunciate quote di flessibilità possibili entro il monte ore annuale del 20% nel primo
biennio, 30% nel secondo biennio e del 35% nel quinto anno. Questi spazi di flessibilità
(secondo biennio e quinto anno) si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al
monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole per rispondere meglio alle
particolari esigenze formative legate all’economia del Paese (plasturgia, metallurgia, cartario,
costruzioni aeronautiche, ecc.).
Nelle quote di flessibilità è possibile articolare le aree di indirizzo in opzioni anche con
insegnamenti alternativi che saranno compresi in un apposito elenco nazionale, definito con
regolamento ministeriale e continuamente aggiornato.
Principali caratteristiche innovative
Il curricolo prevede una forte integrazione tra saperi teorici e saperi operativi.
I risultati di apprendimento sono declinati in competenze, abilità e conoscenze secondo il
Quadro europeo dei titoli e delle qualifiche (EQF), per favorire la mobilità delle persone
nell’Unione europea.
Rivestono importanza centrale i laboratori: 264 ore nel biennio; 891 nel triennio di cui 561 ore
in terza e quarta e 330 in quinta.
Sono da promuovere: stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro, per apprendere anche in
contesti operativi.
Sono state incrementale le ore di inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio
di altre lingue straniere. E’ previsto l’insegnamento di scienze integrate, al quale
concorrono, nella loro autonomia, le discipline di “scienze della terra e biologia”, di “fisica” e di
“chimica” con l’obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica.
È possibile cooptare esperti esterni per arricchire l’offerta formativa e sviluppare competenze

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

specialistiche.
Valutazione ed esami di Stato
Sono previste prove finalizzate anche all’accertamento delle competenze in contesti applicativi.
Le Commissioni degli esami di Stato possono avvalersi anche di qualificati esperti del mondo
economico e produttivo.
Criteri di confluenza nel nuovo ordinamento
Tutti i corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli attuali Istituti tecnici confluiscono
nel nuovo ordinamento.
Legami con il (sotto)sistema della IeFP e formazione non accademica
Gli Istituti tecnici collaborano con le strutture formative accreditate dalle Regioni nel Poli
tecnico professionali costituiti secondo le linee guida adottate dal MIUR (legge 40/2007),
anche allo scopo di favorire i passaggi tra i sistemi di istruzione e formazione.
Agli Istituti tecnici si riferiscono gli Istituti tecnici superiori con l’obiettivo prioritario di
sostenere lo sviluppo delle professioni tecniche a livello terziario, con le specializzazioni richieste
dal mondo del lavoro, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese.
Fasi di attuazione
-Approvazione del Regolamento recante le norme concernenti il riordino degli Istituti tecnici.
-Provvedimento che descrive i risultati di apprendimento in competenze, abilità e conoscenze.
-Definizione degli ambiti, criteri e modalità per l’articolazione delle aree di indirizzo e la
predisposizione dell’elenco nazionale degli insegnamenti alternativi a quelli indicati nei quadri
orari allegati allo schema di regolamento.
-Definizione degli organici e delle classi di concorso del personale docente, compreso quello
da destinare all’Ufficio tecnico. –
Criteri generali per l’assegnazione degli insegnamenti tecnico-pratici ai laboratori.
-Misure di accompagnamento per gli studenti non promossi alla classe successiva.
-Definizione degli indicatori per la valutazione e l’autovalutazione di sistema degli Istituti tecnici
con riferimento al Quadro europeo per la qualità dei sistemi di Istruzione e Formazione
professionale (EQF).

3) ISTITUTI PROFESSIONALI

Con il riordino dell’istruzione professionale sarà riaffermata l’identità di questo tipo di scuola
nell’ambito dell’istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze
necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità di
inserimento nel mondo del lavoro e sul passaggio all’istruzione universitaria. Verrà superata la
sovrapposizione con l’istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il
sistema d’istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi di
istruzione saranno più efficaci e le risorse utilizzate più efficientemente.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali
confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Gli Istituti professionali saranno riorganizzati in 2 settori e 6 indirizzi.

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ISTITUTI PROFESSIONALI
Settore Industria e artigianato Servizi
2) Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo
rurale
3) Servizi socio-sanitari
Indirizzi 1) Produzioni industriali e 4) Servizi di manutenzione e assistenza
artigianali tecnica
5) Servizi per l’enogastronomia e
l’ospitalità alberghiera
6) Servizi commerciali

Ore di insegnamento
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione.
Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Flessibilità dell'offerta formativa
Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici.
In particolare gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali,
aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e
seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.
Nelle quote di flessibilità, è possibile: -articolare le aree di indirizzo in opzioni;
-introdurre insegnamenti alternativi inclusi in un apposito elenco nazionale, definito con decreto
ministeriale, per rispondere a particolari esigenze del mondo del lavoro e delle professioni,
senza incorrere in una dispendiosa proliferazione e frammentazione di indirizzi.

La struttura del percorso quinquennale


-1° biennio: 660 ore (area di istruzione generale) 396 ore (area di indirizzo);
-2° biennio e 5° anno: 495 ore (area di istruzione generale) 561 ore (area di indirizzo)
La struttura del percorso quinquennale
Il percorso è articolato in 2 bienni e 1 quinto anno. Il secondo biennio è articolato in singole
annualità per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione.
Più laboratorio e tirocini
-Aumento di ore in laboratorio; -Stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere in
contesti operativi soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.

Nuovi modelli organizzativi


Il Regolamento prevede l'introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle
scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di:
-Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per favorire l'integrazione
disciplinare e la progettazione formativa;
- l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione paritetica di docenti e di
esperti del mondo del lavoro, delle professioni, che ha funzioni consultive e di proposta per
organizzazione aree di indirizzo e utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità;
-la realizzazione di un Ufficio tecnico (per gli istituti settore industria e artigianato) con il
compito di organizzare in maniera funzionale i laboratori, il loro adeguamento alle innovazioni
tecnologiche, le misure necessarie per la sicurezza delle persone e dell'ambiente.

I risultati di apprendimento previsti a conclusione dei percorsi quinquennali degli istituti

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

professionali saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il
dialogo con i docenti, i dirigenti e il personale degli istituti professionali, e il confronto con le
Regioni e le parti sociali.
Per preparare l'applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con
attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con
una Campagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l'anno
scolastico 2010/2011.
Legami con il (sotto)sistema della IeFP e formazione non accademica
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il
conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale
nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle
Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell'istruzione, dell'università
e della ricerca.
Questa possibilità viene esplicitata in forma sussidiaria e in maniera integrativa e
complementare rispetto al (sotto)sistema di istruzione e formazione professionale.
Agli Istituti professionali si riferiscono gli Istituti tecnici superiori con l’obiettivo prioritario di
sostenere lo sviluppo delle professioni tecniche a livello terziario, con le specializzazioni richieste
dal mondo del lavoro, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese.
Titolo finale
Dopo 5 anni si consegue il “Diploma di tecnico”, con riferimento all’indirizzo seguito dallo
studente. I giovani possono conseguire anche qualifiche e diplomi professionali di competenza
delle Regioni, compresi in un apposito repertorio nazionale, secondo le linee guida predisposte
dal MIUR, d’intesa con la Conferenza Unificata.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE DI PRIMO LIVELLO

La formazione professionale di competenza delle Regioni è regolamentata dalle legislazioni


regionali nell'ambito della legge-quadro nazionale 21 dicembre 1978, n. 845 e della riforma
del titolo V della Costituzione approvata nel 2001.

La legge n. 3/2001, ha riformato il titolo V della parte II della Costituzione. In particolare,


l’art. 117 distingue:
a) l'istruzione, sulla quale lo Stato ha legislazione esclusiva in materia di norme generali, livelli
essenziali delle prestazioni e detta i principi fondamentali per la legislazione concorrente delle
Regioni, b) l’istruzione e formazione professionale demandata alla legislazione regionale, pur
rimanendo i livelli essenziali delle prestazioni di competenza esclusiva dello Stato anche in
questo settore.

La Formazione Professionale Iniziale riguarda l’offerta di formazione destinata ai ragazzi 14-


17enni e viene realizzata dalle agenzie formative accreditate e dalle scuole coinvolte nei
percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) in base all’Accordo Stato-
Regioni del 19 giugno 2003.

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

Tali percorsi devono avere durata almeno triennale, contenere discipline ed attività attinenti sia
alla formazione culturale generale sia alle aree professionali interessate e devono consentire il
conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente
almeno al II livello europeo (decisione del Consiglio 85/368/CEE), rilasciata dalle Regioni
attraverso le strutture formative accreditate che realizzano gli interventi e si consegue
presso le strutture formative accreditate dalle medesime nel rispetto dei livelli essenziali delle
prestazioni di cui al Capo III del D.Lgs. n. 226/05.

Per quanto riguarda la FPI, l’Accordo Stato-Regioni del 19 giugno 2003 , che ha istituito i
percorsi sperimentali triennali di IeFP , all’interno dei quali veniva assolto il diritto – dovere
all’istruzione e alla formazione fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno
di età, l’accordo ha dato l’avvio definitivo alla sperimentazione del secondo canale . In seguito,
base alla legge n. 296/06 ha poi introdotto, a decorrere dall’anno scolastico 2007/2008,
l’innalzamento dell’obbligo di istruzione per almeno 10 anni, (16 anni di età) i percorsi triennali
sono diventati, insieme alla scuola secondaria superiore e dopo la fine della scuola di primo
ciclo, un segmento per assolvere l’obbligo di istruzione.

Dal punto di vista dell’evoluzione del panorama normativo, per i giovani 14-17 enni, dal 1999 ad
oggi si è passati dall'obbligo scolastico (L.n. 9/99) e formativo (L. n. 144/99), all'attuale
diritto/dovere all'istruzione e formazione (L. n. 53/2003) per almeno 12 anni o fino al
conseguimento di una qualifica professionale entro il 18esimo anno di età – L. 296/06, comma
622) è disciplinato dalla legge delega n. 53/2003 ed dai relativi d.lgs. 76/05 e 226/05.
La legge 296/97 (Finanziaria 2007), la legge 40/07 (art. 13) e la legge 133/08 (art. 64) hanno
definitivo, in parte correggendo la legislazione precedente, il secondo ciclo di istruzione e
formazione, articolandolo in “istruzione secondaria superiore”e“istruzione e formazione
professionale” nel quale i giovani assolvono l’obbligo di istruzione fino a 16 anni e il diritto –
dovere all’istruzione e formazione fino al 18° anno di età.
La Legge n. 133/2008 ha in seguito reso ordinamentali i percorsi triennali di istruzione e
formazione professionale (IFP) (ex Accordo 19 giugno 2003), rendendoli uno dei canali in
cui assolvere l’obbligo di istruzione dopo la scuola secondaria di I grado.

I percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (IFP) sono stati realizzati a livello
nazionale in integrazione tra agenzie formative accreditate e scuole, con la titolarità,
tuttavia, delle prime o delle seconde in base alle scelte, realizzate a livello regionale, verso
modelli di percorso più bilanciati sulla formazione professionale o sulla scuola, con strutture,
logiche e modalità di intervento spesso assai diversi ma con riferimenti comuni nazionali.
Rilasciano l’attestato di qualifica o il diploma scolastico.

Tuttavia la prima architettura di un piano di accreditamento nazionale nasce con il D.


166/2001 che ha portato tutte le strutture formative che desiderano realizzare interventi con
risorse pubbliche a doversi preventivamente accreditare rispetto a specifici requisiti in funzione
di determinati servizi formativi/orientativi. L’Intesa recepisce in allegato il D.I. del
29/11/2007 del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero del lavoro con il quale si
stabiliscono i criteri generali per l’accreditamento delle strutture formative che realizzano
percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), i criteri per il riparto dei contributi
statali e le misure di sistema per l’attuazione dell’obbligo d’istruzione.
Con il regolamento dell'obbligo di istruzione (decreto n. 139/2007) e il Documento
tecnico sulle competenze chiave del cittadino, da raggiungere alla fine dell'obbligo, l'Italia

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Sistema educativo di Istruzione e Formazione

ha continuato il lavoro di allineamento del sistema educativo alle politiche dettate in sede
europea, garantendo a tutti gli allievi in obbligo - quelli che lo assolvono nell'istruzione
secondaria superiore, nei percorsi triennali gestiti dalle scuole e nei triennali gestiti dalle
agenzie accreditate - gli stessi obiettivi di apprendimento generali.

Vanno in questa direzione sia il decreto interministeriale del 29 novembre 2007 di


definizione dei criteri di qualità a cui devono rispondere le agenzie formative in cui si
realizzano i percorsi sperimentali di istruzione e formazione sia le Linee Guida del Ministero
dell'Istruzione e della Conferenza delle Regioni per l'attuazione dell'obbligo presso le scuole e le
agenzie formative, destinate a fornire indicazioni comuni per sostenere le modalità di
apprendimento delle Competenze chiave per il biennio, a prescindere dal canale prescelto.

Oltre il processo normativo che ha portato all'obbligo di istruzione/diritto-dovere, risulta


significativo anche il lavoro nato dalla collaborazione tra Stato e Regioni e Province autonome
che ha prodotto, in questi anni, una serie di tasselli che hanno connotato il sistema educativo
per una sempre maggiore flessibilità dei percorsi e possibilità di passaggi orizzontali e verticali
all’interno e tra i sistemi della scuola e della formazione professionale, al fine di prevenire
l'abbandono e la dispersione scolastica e formativa.

Al riguardo, una serie di documenti nati in sede di Conferenza Unificata hanno introdotto
importanti novità quali la definizione di standard formativi delle competenze di base per i
percorsi triennali (del gennaio 2004 e sostituiti dalle Competenze chiave del cittadino
contenute nel già citato decreto n. 139/2007), e la definizione a livello nazionale degli
standard minimi delle competenze tecnico professionali di 14 figure professionali
(ottobre 2006) e in seguito di ulteriori 5 figure (Accordo Stato-Regioni del 5 febbraio 2009).
Queste 19 figure costituiscono il repertorio nazionale al quale ricondurre le qualifiche relative
ai percorsi di istruzione e formazione.

In ultimo, sono stati introdotti dispositivi di certificazione nazionali finali e intermedi e il


riconoscimento dei crediti per favorire i passaggi tra i sistemi dell'istruzione e della IeFP
(ottobre 2004).

Nella seduta della Conferenza Stato-regioni del 29 aprile 2010 è stato sottoscritto un accordo
tra il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro del lavoro e delle politiche
sociali, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, riguardante il primo anno di
attuazione 2010/2011 dei percorsi di istruzione e formazione professionale a norma dell’articolo
27, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226.
L’accordo disciplina, nella fase di passaggio al nuovo ordinamento, i percorsi di qualifica e di
diploma professionale e contiene 21 figure professionali di durata triennale e quadriennale.
Dal prossimo anno scolastico, dunque, prende avvio - accanto al riordino della scuola
secondaria superiore (licei, istituti tecnici e istituti professionali riconosciuti a livello nazionale )
- anche il sistema di istruzione e formazione professionale (percorsi per il conseguimento di
qualifiche di durata triennale e di diplomi di durata quadriennale). I livelli essenziali delle
prestazioni di tali percorsi - che rientrano nell’esclusiva competenza delle regioni - sono definiti
a livello nazionale.

Gli standard formativi minimi relativi alle competenze di base, comuni per tutte le figure
sopraelencate, sono definiti dall’Accordo 15 gennaio 2004 e dal regolamento emanato con

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decreto n. 139 del 22 agosto 2007 del Ministro della Pubblica Istruzione, recante norme in
materia di adempimento dell’obbligo di istruzione che prevede, tra l’altro,“l’equivalenza
formativa di tutti i percorsi, nel rispetto dell’identità dell’offerta formativa e degli obiettivi che
caratterizzano i curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio”.

Nell’ambito del piano di lavoro previsto dall’accordo saranno predisposte anche le linee guida
(articolo 13, comma 1/quinquies, della legge n. 40/2007) per realizzare organici raccordi tra i
percorsi degli istituti professionali di Stato e i percorsi di istruzione e formazione professionale
regionali finalizzati al conseguimento di qualifiche e diplomi professionali

La frequenza di tali corsi è utile ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione e dell’esercizio


del diritto-dovere a conseguire entro i 18 anni almeno una qualifica professionale triennale.
Questi percorsi sono un’opportunità soprattutto per i giovani interessati ad una formazione che
privilegi l’apprendimento in contesti applicativi e metodologie che valorizzino il saper fare, anche
ai fini di un rapido inserimento nel mondo del lavoro. Chi fosse interessato a continuare gli
studi, avrà la possibilità di rientrare nel sistema scolastico per il conseguimento del diploma di
scuola secondaria superiore, o di frequentare un apposito corso di preparazione organizzato
d’intesa con le università. La stessa opportunità è offerta agli studenti della scuola secondaria
superiore che intendano passare al sistema di IeFP per conseguire qualifiche e diplomi
professionali.
Ecco l’elenco delle 21 figure professionali condivise con le Regioni, dal Ministero dell’Istruzione
con il Ministero del Lavoro, di cui 19 sono state già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 19
giugno 2009:

FIGURE TRIENNALI
1. Operatore delle calzature
2. Operatore delle produzioni chimiche
3. Operatore dell’abbigliamento
4. Operatore edile
5. Operatore elettrico
6. Operatore elettronico
7. Operatore grafico
8. Operatore di impianti termoidraulici
9. Operatore delle lavorazioni artistiche
10.Operatore del legno
11.Operatore del montaggio e della manutenzione di imbarcazioni di diporto
12.Operatore alla riparazione dei veicoli a motore
13.Operatore meccanico
14.Operatore del benessere
15.Operatore della ristorazione
16.Operatore ai servizi di promozione ed accoglienza
17.Operatore amministrativo – segretariale
18.Operatore ai servizi di vendita
19.Operatore dei sistemi e dei servizi logistici
20.Operatore della trasformazione agroalimentare
21.Operatore agricolo

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FIGURE QUADRIENNALI
1. Tecnico edile
2. Tecnico elettrico
3. Tecnico elettronico
4. Tecnico grafico
5. Tecnico delle lavorazioni artistiche
6. Tecnico del legno
7. Tecnico riparatore di veicoli a motore
8. Tecnico per la conduzione e la manutenzione di impianti automatizzati
9. Tecnico per l’automazione industriale
10. Tecnico dei trattamenti estetici
11. Tecnico dei servizi da sale e bar
12. Tecnico dei servizi di impresa
13. Tecnico commerciale delle vendite
14. Tecnico agrario
15. Tecnico dei servizi di animazione turistico- sportiva e del tempo libero
16. Tecnico dell’abbigliamento
17. Tecnico dell’acconciatura
18. Tecnico di cucina
19. Tecnico di impianti termici
20. Tecnico dei servizi di promozione e accoglienza
21. Tecnico della trasformazione agroalimentare

In attesa della messa a regime dell’ordinamento del secondo ciclo, a decorrere dall’anno
scolastico 2010 / 2011 (art. 37 della legge 14/2009) i giovani di 14 – 16 anni possono assolvere
l’obbligo di istruzione anche nei percorsi triennali sperimentali di istruzione e formazione
professionale (art. 28 del D.Lgs. n. 226/05, confermato dall’art. 64, comma 4bis, della L.
133/08).

Per quanto riguarda le fonti di finanziamento dei percorsi triennali, essi sono finanziati
annualmente dal MIUR (circa 40 milioni di euro annuali), dal MLSPS (circa 200 milioni di euro
ogni anno) e dalle Regioni avvalendosi del FSE. La ripartizione delle risorse e l’organizzazione
dei percorsi formativi triennali sono stati oggetto di accordi interistituzionali.

Sono due ad oggi le azioni formative prevalenti riguardanti il diritto – dovere all’istruzione e alla
formazione:
i percorsi formativi di IeFP triennali
la formazione attraverso l’esercizio dell’apprendistato in diritto – dovere.

I percorsi triennali della formazione professionale iniziale (FPI) di primo livello gestita dalle
Regioni, hanno l'obiettivo di far conseguire una qualifica ai giovani che abbiano concluso il
primo ciclo di istruzione e vogliano adempiere l'obbligo di istruzione (16 anni di età) nell'ambito
della Formazione professionale e acquisire una qualifica triennale entro i 18 anni di età
(assolvendo al diritto/dovere).

Gli ultimi due anni di istruzione obbligatoria, della durata complessiva di 10 anni coprono il
primo biennio della scuola secondaria superiore, sia generale che professionale. Di
conseguenza, al fine di assicurare una formazione equivalente a tutti i percorsi di istruzione,

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sono stati definiti i saperi e le competenze che tutti gli studenti devono aver acquisito al
termine dell'istruzione obbligatoria e che vanno a integrare i programmi specifici per i diversi
percorsi di istruzione secondaria superiore attualmente in vigore.

Tali saperi e competenze sono organizzati in riferimento a quattro Assi culturali: dei linguaggi,
matematico, scientifico-tecnologico, storico sociale. Saperi e competenze costituiscono, a loro
volta, il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione di
competenze chiave idonee a preparare i giovani alla vita adulta e ad apprendere in tutto l’arco
della vita. Le competenze chiave sono: imparare a imparare, progettare, comunicare,
collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi,
individuare collegamenti e relazioni, acquisire e interpretare l’informazione (D.M. 139/2007).

I corsi triennali sono organizzati secondo due macro- tipologie:

● percorsi di formazione professionale realizzati interamente presso le strutture formative


accreditate dalle Regioni, con prevalenza di docenti della formazione professionale, e finalizzati
al conseguimento di un attestato di qualifica professionale;

● percorsi realizzati presso le istruzioni scolastiche, integrati da moduli di formazione


professionale, con prevalenza di docenti scolastici, e finalizzati, oltre che al conseguimento dei
titoli di studio previsti dagli ordinamenti scolastici, al conseguimenti di un attestato di qualifica
professionale o al riconoscimento dei crediti per il passaggio alla Formazione professionale. In
alcune Regioni coesistono ancora percorsi biennali e, in alcuni casi, annuali, a cui spesso si
accede dopo uno o due anni di frequenza scolastica per completare i tre anni di formazione.

Per quanto riguarda le competenze tecnico-professionali dei percorsi professionali triennali,


sono stati stabiliti gli standard formativi minimi (articolati in competenze) relativi a 21
qualifiche professionali (a.s.2010/2011)) al fine di rendere possibile, anche grazie ai
dispositivi nazionali di qualifica e certificazione, la spendibilità delle qualifiche professionali su
tutto il territorio nazionale e permettere i passaggi tra i sistemi della istruzione scolastica e della
formazione professionale.

Inoltre, è previsto l'istituto dell'apprendistato che si svolge secondo le seguenti tre tipologie:
● Apprendistato ai fini dell'assolvimento del diritto/dovere: sulla base di questo contratto
possono essere assunti, in tutti i settori di attività, i giovani che abbiano compiuto i 16 anni di
età. Il contratto ha durata non superiore a 3 anni ed è finalizzato al conseguimento di una
qualifica professionale;
● Apprendistato professionalizzante: sulla base di questo contratto possono essere assunti i
soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni. La durata non può essere inferiore a due anni e
superiore a sei e varia in base al tipo di qualifica da conseguire. Inoltre è prevista una
formazione formale, sia esterna che interna, di 120 ore;
● Apprendistato per l'acquisizione di un titolo di secondo livello o per percorsi di alta formazione
per soggetti di età compresa fra i 18 e 29 anni.

Per tutte le tipologie di apprendistato la definizione dei profili formativi è demandata alle
Regioni e alle istituzioni coinvolte in base alla tipologia di apprendistato (Ministeri, parti sociali,

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università). In base alla normativa più recente (legge 133/2008), in caso di formazione
esclusivamente aziendale, la definizione dei profili formativi dell'apprendistato
professionalizzante è rimessa totalmente ai contratti collettivi nazionali.

I percorsi triennali di istruzione e formazione professionale sono erogati dalle Agenzie formative,
strutture di formazione professionale accreditate dalle Regioni.
Tutte le strutture formative che desiderano realizzare interventi con risorse pubbliche devono
essere preventivamente accreditate.

Per essere accreditate dalla Regione le singole sedi operative delle strutture formative devono
dimostrare il possesso dei seguenti requisiti: adeguate strutture logistiche e capacità gestionali,
situazione economica, competenze professionali, livelli di efficacia e efficienza nelle attività
pregresse e interrelazioni con il sistema sociale e produttivo del territorio.
I criteri e i livelli minimi per l'accreditamento delle strutture sono stati determinati a livello
nazionale; i requisiti e le procedure sono state definite dalle Regioni.

Recentemente, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi formativi e tecnico


professionali, nonché il successo formativo a tutti i giovani che decidono di assolvere l’obbligo di
istruzione nel canale della FPI, è stato emanato il decreto interministeriale del 29 novembre
2007 il quale definisce i criteri di qualità a cui devono rispondere le agenzie formative in cui si
realizzano i percorsi sperimentali triennali.

I requisiti Percorsi triennali di (IeFP)


I requisiti di ingresso ai percorsi triennali di istruzione e formazione professionale riguardano il
completamento della scuola secondaria di primo grado e, per l’iscrizione al I anno, in genere
un’età inferiore ai 15 anni. Per l’entrata dei giovani provenienti da altri percorsi nelle annualità
successive (le cosiddette passerelle), l’età consentita è inferiore ai 18 anni.
Organizzazione dei tempi, gruppi e locali scolastici
L’organizzazione e l'articolazione oraria dei percorsi triennali erogati dalle agenzie formative può
variare da Regione a Regione. Tuttavia in generale, gli allievi frequentano i percorsi triennali 5 o
6 giorni la settimana per circa 5-6 ore al giorno, scandite come a scuola, dalla pausa di metà
mattinata (ricreazione). Le lezioni dovrebbero iniziare a settembre, come le lezioni scolastiche, e
finire a giugnoluglio; tuttavia i tempi possono variare a livello territoriale, in base alla
programmazione regionale e alla disponibilità di finanziamenti stanziati annualmente dai
Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione.
L’anno formativo può essere diviso in 2 quadrimestri o in 3 trimestri, scadenzati da forme di
registrazione del profitto e di informativa alle famiglie sul rendimento degli allievi.
La durata complessiva dei percorsi, caratterizzata da momenti di aula e stage presso le aziende,
pur variando territorialmente, è in media di circa 1.000/1050 ore annue per un totale di circa
3.000 - 3200 ore nel triennio. Per gli allievi in situazione di handicap, e in genere per utenze con
bisogni specifici, vengono realizzati dalle Regioni anche percorsi di Formazione professionale
annuali e biennali.
In tutti i percorsi triennali, fondamentale risulta la misura dello stage per la sua natura
professionalizzante che è peculiare del sistema di FP. La durata dello stage è determinata dalle
singole Regioni, anche in base alla qualifica da conseguire. Nel primo anno tuttavia si presenta
in genere di natura orientativa e si realizza attraverso visite guidate alle aziende del territorio;
negli anni successivi è di natura applicativa e formativa, gli allievi lavorano in azienda e la loro
formazione è coordinata e gestita dal tutor di stage, per l’ente di formazione, e dal tutor
aziendale, per quanto riguarda l’azienda ospitante. Lo stage (200 ore circa l’anno) viene

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distribuito in uno o due blocchi, realizzati in genere dopo il I quadrimestre o il II trimestre


dell’anno formativo. L’esperienza di stage deve sempre prevedere periodi di rientro in aula per
permettere la rielaborazione dell’esperienza realizzata con i docenti del corso.

Le classi sono formate in genere da circa 20 giovani, anche se il limite massimo varia a seconda
delle Regioni. È opportuno, per la tenuta dei corsi e per questioni gestionali- amministrative,
che il gruppo classe non sia inferiore a un numero minimo di allievi (ad es.12 ). Ogni classe è
formata in base all’anno di iscrizione al corso (I, II e III anno) e in base alla denominazione
della qualifica rilasciata al termine dei percorsi (ad es. classe di I anno “Operatore servizi alla
ristorazione”).
Oltre ai docenti,che insegnano la propria materia in più corsi anche di annualità diverse per la
stessa qualifica (es: insegnamento di matematica al I, II e/o III anno di “Operatore
amministrativo segretariale”), sono presenti anche altre figure professionali quali il tutor d’aula
e il tutor di stage. Il primo, con funzioni di coordinamento del processo di apprendimento-
insegnamento all’interno dell’ente; il secondo, con funzioni di organizzazione, gestione e
coordinamento dello stage nelle fasi i cui gli allievi sono chiamati all’esperienza di alternanza
scuola-lavoro.

Curricolo
Non esistono, per i percorsi triennali di IeFP erogati dalle agenzie formative, programmi di
studio nazionali a cui le strutture formative debbano riferirsi. Per programmare e realizzare
l'intervento formativo le strutture predispongono invece un progetto didattico, sulla base
dell’analisi dei compiti e delle competenze caratterizzanti la figura professionale obiettivo
dell'intervento. È ormai diffusa la progettazione degli interventi articolata per moduli
riconducibili a tre tipologie di competenze: competenze di base, trasversali, tecnico-
professionali. In qualche caso le Regioni stabiliscono la percentuale o la quota minima di ore da
dedicare alle diverse tipologie di competenze e allo stage.

In qualche caso le Regioni stabiliscono la percentuale o la quota minima di ore da dedicare alle
diverse tipologie di competenze e allo stage.
La progettazione formativa degli enti e l'elaborazione dei curricula si riferiscono alla definizione
nazionale dei saperi e delle competenze chiave (Assi culturali)
Per quanto riguarda invece il versante tecnico professionale, la base della progettazione
formativa degli interventi prende a riferimento per lo più gli standard formativi minimi per le
competenze tecnico professionali riferite a 21 qualifiche.
I percorsi della formazione professionale prevedono un impianto articolato in momenti di
accoglienza (per la conoscenza, formazione del gruppo, rilevazione dei requisiti d’ingresso),
moduli didattici basati sulla centralità delle competenze, misure di supporto alle fasce deboli
(stranieri e ragazzi in situazione di handicap
o di disagio), orientamento e accompagnamento al lavoro, specie nella ultima annualità dei
percorsi.
La formazione d’aula prevede sempre più, dal punto di vista didattico, l’utilizzo di tecniche e
metodi didattici non tradizionali. Quindi, oltre alle lezioni frontali, sono sempre più diffusi il
metodo per progetti, l'approccio basato su problemi, l'approccio cooperativo, simulazioni, giochi
di ruolo, discussioni di gruppo, i quali non esauriscono l'intera didattica ma vengono utilizzati
per diversificarla al fine di individualizzare l'apprendimento. Questo serve ad andare incontro a
diverse tipologie di utenza, caratterizzate da demotivazione verso lo studio tradizionale, con una
carriera scolastica spesso non lineare, e con stili cognitivi legati all'interesse per l'esperienza e

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per la pratica. La sfida di questi corsi è quella di programmare il processo di apprendimento-


insegnamento in modo tale da conciliare le istanze sopra citate con l'acquisizione di conoscenze
e competenze di tipo culturale e tecnico-professionale. Un posto di rilievo come strumenti a
supporto sono lo stage, l'utilizzo dei laboratori, l'uso dell'informatica trasversale alle diverse
discipline.

Relativamente ai percorsi triennali svolti nelle agenzie formative, integrati con la scuola ma con
prevalenza di docenti della FP, il range delle ore complessive di formazione professionale può
variare territorialmente. La media è tuttavia di circa 1.000/1050 ore l’anno. La ripartizione oraria
non è regolamentata a livello nazionale; tuttavia l’indicazione di massima che emerge dai
monitoraggi nazionali dell’ISFOL prevede che all’apprendimento delle competenze di base e
trasversali si possa destinare tra il 24 ed il 50 % del monte ore ; a quello delle competenze
tecnico-professionali tra il 33 e il 50 % ; alla personalizzazione e recupero tra il 5 e il 15 % ; allo
stage tra l’8 e il 32 %. Relativamente ai percorsi integrati, svolti a scuola, con prevalenza di
docenti scolastici, le attività formative sono svolte all’interno dell’orario normale di istituto, con
la flessibilità curricolare (15 % del monte ore), utilizzando eventuali ore di approfondimento
degli Istituti professionali, per un totale generalmente non eccedente le 310 ore annue.

Per quanto riguarda le competenze chiave per la cittadinanza o di base, il riferimento per
la elaborazione del curriculum è il Documento sulle competenze chiave per il cittadino,
allegato al regolamento sull’obbligo di istruzione (già citato Decreto MPI n. 139/2007), che gli
allievi 14-16enni devono acquisire nel biennio svolto sia negli enti formativi sia nella scuola. Il
documento sulle competenze chiave non sostituisce le programmazioni curricolari o le
progettazioni di dettaglio dei singoli corsi, rappresenta tuttavia una guida importante per quanto
riguarda l’apprendimento-insegnamento di tali competenze. Esso infatti, richiamando le
raccomandazioni europee, prevede l’acquisizione di un insieme di obiettivi formativi riferiti ai
seguenti “Assi culturali” (declinati in
competenze, abilità/capacità e conoscenze):
_asse dei linguaggi;
_ asse matematico;
_ asse scientifico-tecnologico;
_ asse storico-sociale.

Questi sono accompagnati dalle seguenti competenze chiave quali: (D.M. 139/2007)

imparare ad imparare;
 progettare;
 comunicare;
 collaborare e partecipare;
 agire in modo autonomo e responsabile;
 risolvere problemi;
 individuare collegamenti e relazioni;
 acquisire ed interpretare informazioni.

Per quanto riguarda la progettazione degli obiettivi formativi relativi all’aspetto professionale, il
riferimento è l’Accordo Stato-Regioni del 5 febbraio 2009 che rappresenta il repertorio
nazionale delle qualifiche relative ai percorsi triennali. Per ogni figura sono riportate le attività
che deve saper svolgere e le competenze e abilità ad esse correlate.

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Le metodologie didattiche utilizzate negli interventi formativi sono le più varie: lezione frontale,
simulazioni, giochi di ruolo, discussioni di gruppo, visite ad aziende, ecc. In particolare, si
raccomanda l'utilizzo di metodologie didattiche attive per facilitare l’apprendimento e rispondere
alla necessità degli allievi di apprendere attraverso la pratica anche contenuti e discipline
teoriche. Lo stage, in questo senso, è una misura molto gradita dagli studenti proprio per la sua
capacità di rendere attuali e concrete le conoscenze e le competenze apprese in aula.

Esistono libri di testo specifici per la formazione professionale curati da case editrici che
pubblicano anche i testi scolastici. I formatori sono liberi di predisporre dispense o di indicare i
libri di testo che ritengono opportuni.

Valutazione, progressione e certificazione


I percorsi triennali gestiti dalle agenzie formative rilasciano a fine corso l’attestato di
qualifica professionale ed eventuali crediti per il passaggio al sistema dell’istruzione; quelli
gestiti dalle scuole, oltre al conseguimento del diploma previsto dall’ordinamento scolastico,
mirano al conseguimento dell’attestato di qualifica professionale o al riconoscimento dei crediti
per il passaggio alla FP.

In questo contributo si considereranno i percorsi triennali erogati dalle agenzie formative: quelli
erogati dalle scuole rispondono alle modalità proprie del sistema della istruzione.
Nell'ambito della formazione iniziale il responsabile della valutazione degli apprendimenti è il
docente della materia e/o il tutor formativo.
Si va inoltre sempre più diffondendo l’utilizzo del portfolio come strumento di raccolta
sistematica delle competenze acquisite attraverso la presentazione dei lavori realizzati, fornendo
documentazione, analisi, interpretazione e valutazioni. Il portfolio delle competenze permette di
valutare non solo le prestazioni ma anche i processi di apprendimento, le strategie messe in
opera dal soggetto e i progressi compiuti.

La valutazione degli apprendimenti viene realizzata in ingresso, in itinere e finale (esami di


qualifica). Questi ultimi vengono svolti alla fine dei 3 anni, con una commissione mista di
docenti interni, esterni, rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, esperti del mondo del lavoro e rappresentanti della amministrazione regionale che
rilascia la qualifica. La valutazione avviene per materie, accompagnata, in alcuni percorsi, da
una prova pratica o dalla discussione su un prodotto realizzato dall’allievo durante il corso
(valutazione autentica).

La valutazione è in trentesimi; a fine anno questi vengono trasformati in crediti che


possono andare da 60 a 100. Dopo i tre anni, per l’accesso all’esame finale, vengono calcolati i
crediti maturati nei tre anni (da 180 a 300 ). La valutazione dell’esame finale, nel caso della
qualifica conseguita nell’ente di formazione, è in trentesimi. Per l’accesso all’esame finale di
qualifica è di fondamentale importanza il calcolo delle assenze degli allievi che non possono
superare nel triennio il 20 % del monte ore totale o il 30%, in caso di giustificati motivi, solo
con l’accordo del Collegio docenti, l’organismo costituito da tutti i formatori del corso.

Gli allievi valutano 1 o più volte l’anno, attraverso questionari di gradimento, la didattica dei
docenti, l’organizzazione del corso e la struttura. In alcuni enti, questo avviene all’interno di
procedure standardizzate relative al controllo di qualità.

Per quanto riguarda le certificazioni finalizzate alla mobilità dei percorsi, nel sistema di
formazione professionale, come da decreto n. 174/01, esse servono a garantire la trasparenza

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dei percorsi formativi e il riconoscimento delle competenze acquisite dagli individui. La


certificazione è finalizzata al riconoscimento di titoli e qualifiche, per consentire l’inserimento o il
reingresso nel sistema di istruzione e formazione professionale. Le competenze certificate
costituiscono credito formativo. Nel caso in cui un allievo voglia cambiare percorso durante le
attività formative, al riconoscimento del credito provvede la struttura educativa che accoglie il
soggetto anche in collaborazione con la struttura di provenienza, attraverso una apposita
commissione che decide in quale annualità di corso inserirlo.
La funzione della certificazione finale e intermedia è svolta dalle Regioni che disciplinano le
procedure di attuazione, tenuto conto degli standard minimi e delle tipologie certificatorie
determinate a livello nazionale.
Queste opportunità sono operative a partire dall’Accordo siglato il 28 ottobre del 2004 in
Conferenza Unificata che ha sancito la certificazione a validità nazionale finale e intermedia e il
riconoscimento dei crediti maturati nei percorsi formativi, anche al fine di favorire il passaggio
tra i sistemi della istruzione e della formazione.
Il Decreto interministeriale (Ministeri dell’istruzione e del lavoro) n. 86 del 2004 ha poi previsto,
in relazione al sopra citato Accordo, l’approvazione di due modelli di certificazione per il
riconoscimento dei crediti, ai fini del passaggio dalla FP e dall’apprendistato al sistema
dell’istruzione.
Altro tassello significativo per favorire i passaggi tra sistemi è l’Ordinanza del Ministero
dell’Istruzione n. 87 del 2004, la quale riguarda il passaggio dal sistema della FP e
dall’apprendistato al sistema dell’istruzione, abolendo l’esame prima previsto e stabilendo che
apposite Commissioni valutino le certificazioni introdotte dal sopracitato decreto interministeriale
n. 86 e attestino che il giovane abbia le competenze adeguate per l’ammissione alla frequenza
di una determinata classe dell’istituto a cui abbia fatto richiesta.
Recentemente, con il decreto interministeriale del 10 ottobre 2005, è stato introdotto in Italia il
Libretto formativo, come strumento di registrazione delle esperienze di studio e lavoro.
Titolare del libretto formativo è il soggetto, unico responsabile del suo aggiornamento, mentre a
rilasciare il libretto sono le Regioni e Province che tuttavia possono delegare anche altri
soggetti. Nel 2006 il Libretto Formativo è stato introdotto in via sperimentale solo in alcune
Regioni e con modalità di applicazione differenziate a livello territoriale ma secondo un piano di
lavoro comune e condiviso. Al termine del 2006 si è considerata la opportunità di una più
capillare diffusione e della messa a regime del Libretto per tutti i cittadini che lo
richiederanno. Sono ancora in fase di discussione due aspetti: le modalità di compilazione e la
natura della struttura deputata a certificare tale libretto e supportare la persona nella
compilazione.

In ultimo, riguardo alla possibilità di accedere a percorsi ulteriori di istruzione e formazione,


l’acquisizione della qualifica alla fine del III anno dei percorsi rende possibile l’iscrizione al IV
anno di specializzazione erogato solo da alcuni enti formativi e solo per alcune figure
professionali; rende possibile l’iscrizione al III o IV anno delle scuole secondarie superiori
(soprattutto istituti tecnici e professionali). Inoltre con la qualifica professionale di I livello è
possibile iscriversi ai percorsi di formazione professionale post qualifica o post diploma o essere
assunti con un contratto di apprendistato professionalizzante (per i giovani over 18 anni).
Attraverso l’accertamento delle competenze in entrata è inoltre possibile iscriversi ai percorsi
degli IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore).

Formatori
I formatori della formazione professionale regionale sono dipendenti o collaboratori degli enti
locali (nel caso di strutture formative di proprietà delle amministrazioni pubbliche) o dei centri di

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formazione privati. Esiste un albo regionale, ma mancano canali formali per l'accesso al ruolo.
L'incarico è affidato per chiamata e selezione o per appartenenza ad un albo.
I docenti dei percorsi triennali erogati dalle scuole sono quelli scolastici reclutati dallo Stato
attraverso le sue specifiche modalità (abilitazione all’insegnamento).
Prima del decreto sugli standard di accreditamento delle strutture, in particolare quello degli
enti che realizzano percorsi triennali di IeFP in cui si assolve l’obbligo di istruzione e il diritto-
dovere all’istruzione e formazione, potevano insegnare negli enti persone esperte nel campo
professionale relativo alla qualifica del corso e persone con il diploma di scuola secondaria
superiore e laurea. Oggi, il decreto del 29 novembre 2007 sull’accreditamento delle strutture
per i percorsi dell’obbligo di istruzione prevede (art. 2, comma d) che i docenti siano in
possesso dell’abilitazione all’insegnamento per la scuola secondaria superiore o, in via
transitoria, di personale in possesso di un diploma di laurea inerente l’area di competenza e di
una sufficiente esperienza, o, almeno, di un diploma di scuola superiore e di una esperienza
quinquennale.

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Sede: Via Cavour, 238 - 00184 Roma

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