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37 TEACCH

DEFINIZIONE:
Il programma TEACCH (Treatment and Education of Autistic and related Communication
Handicapped Children) è nato nella Carolina del Nord ad opera di Eric Schopler e della sua
équipe (1971) e rappresenta una modalità di presa in carico globale della persona con disturbo
dello spettro autistico. Tra gli approcci che, negli ultimi trent’anni, si sono posti l’obiettivo di
rispondere ai bisogni delle persone con autismo e delle loro famiglie, il programma TEACCH si
è distinto per rigore metodologico ed efficacia.

Tale intervento prevede un’organizzazione degli spazi, dei tempi e delle attività mediante una
chiara strutturazione visuo-spaziale che rende maggiormente prevedibile il contesto.
L’organizzazione concreta della sequenza di azioni o attività che si svolgono nel tempo si
traduce nella costruzione di uno schema della giornata, composto da oggetti, immagini,
fotografie, scritte, o anche vere e proprie agende, a seconda delle abilità della persona. Le
persone con disturbo dello spettro autistico o con ritardo mentale grave necessitano di un
ambiente coerente e prevedibile, poiché hanno difficoltà a tollerare qualsiasi cambiamento
improvviso generato dall’ambiente circostante. La strutturazione visiva aiuta il soggetto a
comprendere cosa ci si aspetta da lui in un dato momento, in un dato luogo, dove dovrà
impegnarsi, per quanto tempo, cosa succederà dopo. Gli ausili utilizzati sono solitamente di
tipo visivo: fotografie, disegni, oggetti o etichette scritte. È bene, inoltre, eliminare o ridurre
stimoli potenzialmente in grado di distrarre la persona e preparare attività che «parlino da sé»,
suggerendo cosa fare e come, poiché una delle difficoltà fondamentali delle persone con
disturbo autistico è quella di riconoscere alle attività un significato socialmente condiviso,
significato che normalmente costituisce la molla dell’apprendimento.

Il programma dovrebbe essere impiegato non solo a casa del soggetto, bensì in tutti i suoi
ambienti di vita, dalla scuola al centro riabilitativo, dal laboratorio protetto alle strutture o
case-famiglia per adulti, e in senso sia «orizzontale» che «verticale», cioè in ogni momento
della giornata, in ogni periodo dell’anno e della vita.

Poiché il disturbo autistico è da ritenere come organico e irreversibile, il programma non si


prefigge il raggiungimento della «normalità», ma piuttosto il potenziamento delle autonomie
personali della persona, migliorando la sua qualità di vita e di adattamento nella società. Il
TEACCH ha proprio lo scopo di favorire lo svolgimento indipendente di compiti e azioni
quotidiane.

I genitori vengono coinvolti nel programma di intervento, svolgendo un lavoro parallelo a


quello dei terapisti.

CITAZIONE:
«I terapisti della Division TEACCH hanno […] cominciato a sperimentare modi di insegnare che,
per aggirare le difficoltà del ragazzo autistico, sfruttavano una organizzazione di spazi, compiti
e materiali visivo-spaziale. Di qui l’attenzione alle componenti visive che potevano aiutare i
bambini a comprendere le sequenze di compiti nel tempo, la ricerca di uno schema di lavoro
adatto alle caratteristiche di funzionamento di ogni ragazzo». [Micheli E. e Zacchini M., Verso
l’autonomia. La metodologia TEACCH del lavoro indipendente al servizio degli operatori
dell’handicap, Vannini, Gussago, 2007, p. 18].

NOTA:
Ogni bambino con autismo è unico e per questo l’intervento dovrà essere altamente
personalizzato: l’approccio TEACCH non propone un percorso rigido da applicare passo per
passo a tutti i bambini, ma fornisce linee e strumenti per individuare i punti di forza, gli stili di
apprendimento, le difficoltà, gli obiettivi e le priorità di ciascuno. [Arduino G., Avagnina N.,
1
Danna E., Destefanis L., Gonella E., Peirone S. e Terzuolo C., L'approccio TEACCH: esperienze
ambulatoriali, domiciliari e scolastiche con un gruppo di bambini autistici, Difficoltà di
apprendimento, 8, 1, 2002, pp. 85-102].

BIBLIOGRAFIA:
Arduino G., Avagnina N., Danna E., Destefanis L., Gonella E., Peirone S. e Terzuolo C.,
L'approccio TEACCH: esperienze ambulatoriali, domiciliari e scolastiche con un gruppo di
bambini autistici, Difficoltà di apprendimento, 8, 1, 2002, pp. 85-102.
Mesibov G.B. e Shea V., The TEACCH program in the era of evidence-based practice, Journal of
Autism and Developmental Disorders, 40, 2010, pp. 570-579, trad. it. Il programma TEACCH
nell’era della pratica basata sull’evidenza, Autismo e disturbi dello sviluppo, 11, 1, 2013, pp. 9-
30.
Mesibov G.B., Shea V. e Schopler E., The TEACCH Approach to Autism Spectrum Disorders,
Springer, New York, 2004.
Micheli E. e Zacchini M., Verso l’autonomia. La metodologia TEACCH del lavoro indipendente al
servizio degli operatori dell’handicap, Vannini, Gussago, 2007.
Schopler E., Mesibov G.B. e Hearsey K., Insegnamento strutturato nel sistema TEACCH,
Apprendimento e cognizione nell’autismo, McGraw-Hill, Milano, 1998, pp. 277-306.
Sepe D., Onorati A., Zeppetella L., Folino F., Totino M.G. e Manganaro V., L’intervento precoce
nell’autismo: integrazione tra TEACCH e contenimento emotivo. Uno studio su caso singolo,
Autismo e disturbi dello sviluppo, 8, 2, 2010, pp. 235-252.
Visconti P., L’approccio TEACCH, in M.M. Formica (a cura di), Trattato di Neurologia
Riabilitativa, Cuzzolin, Napoli, 2003, pp. 951-986.

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