Sei sulla pagina 1di 2

Il sistema scolastico italiano si è radicalmente evoluto nel corso dei secoli ed è stato oggetto di numerose

riforme. In questo articolo vediamo quali sono stati i passi fondamentali dell’istruzione italiana, dalla Legge
Casati alla riforma che ha introdotto la formazione docenti continua (con la conseguente affermazione dei
corsi di formazione docenti tramite ebook), ovvero la Buona Scuola.

La scuola italiana nel 1800.

L’obbligo scolastico in Italia venne introdotto con la Legge Casati, promulgata dal Ministro della Pubblica
Istruzione Gabrio Casati nel 1860. Tale legge affidò la normativa generale e la gestione della scuola pubblica
allo Stato e sancì la libertà dei privati di fondare e gestire istituti, senza però avere la possibilità di emettere
diplomi e/o certificazioni.

In questo periodo l’istruzione elementare divenne gratuita, obbligatoria solamente per i primi due anni su 4
(ovvero per gli alunni dai 6 ai 7 anni d’età) ma presente solamente nelle città aventi oltre 4.000 abitanti o
sedi di istituti di istruzione secondaria. Quest’ultima era presente in tutti i capoluoghi di provincia e
comprendeva l’istruzione secondaria classica e quella tecnica: si poteva accedere all’università solamente
completando il ciclo d’istruzione classica.

Il 15 luglio 1877 venne promulgata la Legge Coppino, che portò l’istruzione elementare da 4 anni a 5 e
l’obbligo scolastico a 3 anni. Tale legge è ritenuta importantissima per l’istruzione italiana in quanto
contribuì ad innalzare il tasso di alfabetizzazione.

L’istruzione nella prima metà del ‘900.

Nel 1904 la Legge Orlando portò l’obbligo scolastico fino ai 12 anni ed obbligò i comuni ad istituire istituti
elementari almeno fino alla quarta classe.

La legge Daneo-Credaro del 1911 portò alla statalizzazione delle scuole elementari, fino a quel momento
gestite dai comuni, seguita nel 1923 dalla riforma Gentile. Quest’ultima venne promulgata durante il
governo Mussolini.

Ecco come la riforma Gentile ripartì la scuola:

scuola materna: della durata di 3 anni

scuola media inferiore (ovvero la scuola elementare): della durata di 5 anni

scuola media superiore

liceo classico, della durata di 3 anni; liceo scientifico, della durata di 4 anni; istituto tecnico, conservatorio e
istituto magistrale, della durata di 3/4 anni.

Tale riforma sancì l’obbligatorietà scolastica fino ai 14 anni.

Nel 1928 venne istituita la Scuola di avviamento professionale che, dopo la scuola elementare, introduceva
i ragazzi al mondo del lavoro o agli istituti tecnici.

La scuola italiana fino al 1997.

La seconda metà del ‘900 fu scandita da numerosi cambiamenti per quanto riguarda l’istruzione italiana.
Ecco di seguito le più importanti:
– la sopracitata Scuola di avviamento professionale venne abolita nel 1962, con la riforma della scuola
media. Tale riforma prevedeva un’unica tipologia di scuola media che permetteva agli studenti di accedere
a tutti gli istituti superiori.

– Nel 1969 gli accessi all’università vengono estesi anche agli studenti provenienti da qualsiasi istituto
superiore, togliendo il privilegio al liceo classico.

– Nel 1974 vengono approvati i decreti delegati, che introducono le seguenti figure:

i rappresentanti degli studenti delle scuole superiori

i rappresentanti del personale ATA

i rappresentanti dei genitori.

– La legge Falcucci, del 1977, introdusse l’assegnazione di docenti di sostegno alle classi che
comprendevano studenti diversamente abili.

– Nel 1979 il latino venne rimosso dalle discipline autonome delle scuole medie.

– Nel 1997 Luigi Berlignuer, ministro della Pubblica Istruzione, emanò il “Documento di discussione sulla
riforma dei cicli di istruzione”.

– Nello stesso anno, con la Legge 10 dicembre 1997 n. 425, venne riformato l’esame di maturità: la riforma
introdusse tre prove scritte e un colloquio. Il punteggio passò dai sessantesimi ai centesimi, e l’esame di
Stato veniva valutato da una commissione composta per metà da membri interni e per metà da membri
esterni. Il Presidente era compreso tra questi ultimi.

Potrebbero piacerti anche