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QUIZ su Elementi di Storia della scuola italiana.

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STORIA DELLA SCUOLA

1.- Nell’alto medioevo e ancora nel secolo XI l’istruzione in Italia, come anche nel resto
d’Europa, era interamente fornita:
A. dai monitori privati
B. da precettori mercenari
C. dalla Chiesa
D. dal clero

2.- La situazione della scuola inizia a cambiare nel secolo:


A. XII
B. XIII
C. X
D. XIV

3.- Le scuole d’abaco insegnavano:


A. l’abc
B. le tecniche di calcolo con le cifre arabe e i metodi della matematica mercantile
C. il leggere, lo scrivere e far di conti
D. la lettura attraverso l’insegnamento del catechismo

4.- Quando e dove apparirono per la prima volta le scuole comunali gratuite?
A. Nel seicento e a Napoli
B. Nel cinquecento e a Lucca
C. Nel settecento e a Firenze
D. Nell’ottocento a Roma

5.- Importanza ben maggiore nella storia delle istituzioni scolastiche ebbero le scuole istituite,
nell'ambito della Riforma cattolica, dai:
A. Gesuiti prima e poi da altri ordini religiosi
B. Dalla curia romana e poi, a seguire, dai parroci.
C. Dai parroci e dalle suore
D. Dai fratelli cristiani.

6.- La legge Casati sancisce:


A. una linea accentratrice dello Stato di fronte al problema dell’istruzione
B. una delega alle istituzioni ed alle iniziative private e religiose, che mostra chiaramente
quanto gravosa fosse la situazione dell’istruzione nell’Italia postunitaria

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C. il diritto del cittadino di provvedere direttamente o tramite scuole private
all’istruzione dei figli e concede a chiunque abbia compiuto i 25 anni di età la facoltà di
aprire scuole, purché detentore di certi requisiti e previa accettazione del controllo
statale
D. con le sue insite insicurezze una serie d’incomprensioni e opposizioni, in città ed in
campagna, gestori religiosi e laici del problema dell’istruzione.

7.- Quando nacquero i primi asili infantili in Italia?


A. nel 1828 su iniziativa del sacerdote Ferrante Aporti
B. nel 1896 su iniziativa di Rosa e Carolina Agazzi
C. nel 1907 su iniziativa di Maria Montessori
D. nel 1896 su iniziativa di Pietro Pasquali.

8.- La legge Gentile deve essere collocata all'interno:


A. Della nuova organizzazione politico e ideologico dello Stato fascista, che concepiva una
scuola asservita al partito nazional fascista.
B. Delle nuove strutture sociali, economiche e politiche dello Stato fascista.
C. Dell’ispirazione ideologica del pensiero di Benedetto Croce.
D. Di un'operazione culturale, istituzionale, politica che ha radicalizzato lo spirito e gli
intenti della legge Casati fino ad accentuare i criteri del centralismo, del nazionalismo,
dell'uniformità, della gestione burocratica e fiscale, della divisione tra la scuola
popolare e la scuola per le élites.

9.- Negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale il problema


dell’istruzione e della formazione:
A. ha avuto un cambiamento epocale
B. si è continuato con l’organizzazione scolastica voluta dalla legge Gentile
C. ha sofferto una fase di stallo
D. è stato accantonato di fronte ai troppi problemi seguito allo sfascio di un Paese che
usciva perdente da una guerra devastante.

10.- La legge Coppino:


A. non modifico di molto la percentuale di analfabeti nel nuovo Regno d’Italia, anzi...
B. è uno dei punti qualificanti del programma e della politica della Sinistra Storica
C. è in perfetto continuum con la legge Casati
D. sottolinea la necessità di un insegnamento attento al metodo sperimentale alimentato
da "lezioni di cose".

11.- Che cosa diede origine ai decreti delegati del 1974?


A. Le conquiste della rivoluzione culturale del ‘68
B. L'esigenza di una scuola in cui le diverse componenti avessero maggiore spazio e
potessero contribuire al miglioramento della didattica
C. La necessità di tacitare le spinte democratiche provenienti dagli intellettuali di sinistra
e dai centri sociali
D. L’impostazione data ai nuovi programmi della scuola elementare.

12.- Chi elaborò nel 1945 i programmi diretti a dare forma democratica alla scuola italiana, da
quella elementare all’Istituto magistrale?
A. Gli Alleati con il tentativo di Carleton Washburne
B. Dewey, che viaggiava al seguito degli alleati

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C. Gramsci con il partito comunista
D. Ernesto Codignola con l’esperienza di “scuola città”.

13.- Nel 1990 nacquero le “Nuove Elementari”, con:


A. La standardizzazione della scuola a tempo pieno
B. L’introduzione delle attività integrative per l’arricchimento formativo del curricolo
C. Con lo stop al maestro unico e l’avvio dei moduli con tre docenti che insegnano in due
classi
D. Con una nuova organizzazione oraria che passa da 27 ore a 36 ore settimanali.
14.- La legge Orlando n.407 dell'8 luglio 1904, dal nome del ministro Orlando che l’emanò,
ribadiva l'obbligatorietà dell'istruzione elementare. Infatti essa portava l'obbligo scolastico
sino al:
A. quindicesimo anno
B. dodicesimo anno
C. tredicesimo anno
D. sedicesimo anno

15.- La riforma Bottai nel 1940, impedì:


A. all'utenza di vivere la scuola come una reale opportunità di crescita sociale, si pone in
contrasto con lo spirito egualitario teorizzato dell'articolo 3 della Costituzione
B. la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale del Paese
C. la successiva iscrizione per tutti a tutti i tipi di istruzione superiore
D. nessuna delle tre risposte precedenti.

16.- Nell’art. 34 della Costituzione della Repubblica Italiana viene stabilita:


A. la scuola elementare quinquennale
B. l’istruzione e la formazione binaria con indirizzo umanistico e tecnico professionale
C. l'istruzione pubblica, gratuita e obbligatoria per almeno 8 anni. Viene sancita la libertà
di istituire scuole "senza oneri per lo stato" formula che avrà un’interpretazione
controversa nei decenni successivi
D. l'istruzione pubblica, gratuita e obbligatoria per almeno 8 anni.

17.- Quando fu aumentato in Italia il numero delle classi miste maschili e femminili?
A. Dopo la riforma Gonella del 1951
B. Dopo l’istituzione, nel 1948, del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione
C. Dopo la proposta Luporini del 1959
D. Con la riforma della scuola media del 1962.

18.- Nella Lettera ad una professoressa di Don Lorenzo Milani venne evidenziata:
A. L’alto tasso di evasione scolastica
B. La gravità del metodo di “selezione classista” adoperato dall’ancora antica mentalità
elitaria dei docenti
C. Il fenomeno della “selezione esplicita”
D. Il fallito tentativo di riforma della scuola secondaria superiore.

19.- Con i Programmi del 1985 intervennero significativi mutamenti della scuola elementare
in relazione:
A. Alla formazione di classi a tempo pieno con attività curricolari antimeridiane e attività
integrative pomeridiane
B. All’orario di lezione che passò da 24 ore settimanali a 40 ore settimanali

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C. A una sorta di autogoverno delle culture professionali degli insegnanti, di cui anche la
pedagogia accademica fu in larga parte espressione
D. Nessuna delle tre risposte precedenti.

20.- Quando furono aboliti gli esami di riparazione?


A. Nel 1995 dal Ministro berlusconiano Francesco D’Onofrio
B. Dal Governo Berlusconi nel 1955
C. Furono aboliti dal Ministro Gelmini, in ossequio ai tagli stabiliti dalla finanziaria del
1960
D. Mai, tanto è vero che d’estate gli alunni con il debito sono vincolati a fare appositi corsi
di recupero che si concludono con una prova di valutazione.

21.- Con la Legge 10 dicembre 1997, n. 425 è stato riformato:


A. il susseguirsi dei cicli nel sistema scolastico italiano
B. l'approfondimento degli insegnamenti comuni e per la progressiva estensione dell'area
degli insegnamenti disciplinari specifici dell'indirizzo prescelto
C. la scansione della scuola italiana, dopo la scuola d'infanzia, in tre gradi scolastici
D. l'esame di maturità.

22.- Con la legge 28 marzo 2003 n. 53 entro in vigore:


A. in Italia, la riforma Berlinguer del sistema scolastico italiano
B. la riforma Moratti che apportò alcune modifiche sostanziali all'ordinamento scolastico
italiano
C. l’abolizione della riforma Berlinguer varata nel 2000
D. l’obbligatorietà della frequenza della scuola dell’infanzia a 28 mesi di età compiuti.

23.- La riforma Moratti introdusse i piani di studio personalizzati che:


A. prevedevano un nucleo fondamentale di materie obbligatorie, omogeneo su base
nazionale e una quota di materie riservata alle regioni, anche collegata alle realtà
locali; materie opzionali e laboratori secondo il progetto professionale di ciascuno
B. introdussero le materie opzionali secondo il progetto professionale di ciascun indirizzo
di studio
C. avviarono l’idea di un curricolo aperto anche alle esigenze del territorio, comunque,
sotto stretto controllo dello Stato centrale
D. prevedevano una valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del
comportamento degli studenti affidata ai docenti così come quella dei periodi didattici,
i bienni.

24.- Le scuole in Italia durante la riforma del cattolicesimo sulla spinta del Concilio di Trento
sono:
A. tutte appartenenti agli ordini religiosi scolastici
B. sono sorte come reazione alla secolarizzazione della Curia romana, per il recupero di
un’esperienza religiosa più intima, una scelta di vita religiosa intesa come diretta
testimonianza dei valori evangelici nell’impegno sociale e educativo
C. tutte e solo scuole per il popolo che doveva essere istruito ai canoni del Vangelo
attraverso lo studio del catechismo
D. religiose (di religione) e basta.

25.- Quando avvenne la secolarizzazione dell’istruzione?


A. Nell’800

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B. Nel primo ‘800
C. Nel ‘700
D. Dal ‘700 al ‘900 gradualmente.

26.- La scuola dell’800 ricalca un particolare modello organizzativo:


A. quello religioso
B. quello industriale
C. quello laico
D. nessuno dei tre
27.- La legge Coppino del 15 luglio 1877, a proposito dell’alfabetizzazione, non sortisce:
A. l’insuccesso nella lotta contro l’analfabetismo che connotò l’entrata in vigore su tutto il
territorio del Nuovo Regno della legge Casati
B. l’entusiasmo della politica, molto della quale contraria all’alfabetizzazione del popolo
C. il consenso degli industriali che preferivano operai schiavi e ignoranti
D. migliori risultati per quel che riguarda il proposito dell’alfabetizzazione, nonostante lo
stanziamento dei fondi necessari ai Comuni per istituire le scuole occorrenti, e
l’imposizione ai genitori di inviare i propri figli a scuola fino all’età di 9 anni.

28.- Dai tre anni di obbligatorietà della scuola elementare sanciti dalla legge Coppino si salì
fino al dodicesimo anno d’età dell’allievo con:
A. la legge Daneo – Credaro 1911
B. la riforma Gentile 1923
C. la legge Orlando 1904
D. i programmi scolastici di Aristide Gabelli 1881.

29.- "Nella scuola lo Stato realizza se stesso… Perciò lo Stato insegna e deve insegnare. Deve
mantenere e favorire le scuole…". L’affermazione è:
A. Benito Mussolini
B. Giovanni Gentile
C. Terenzio Mamiani
D. Nessuno dei tre.

30.- La carta della scuola 1939 è dovuta a:


A. Giuseppe Bottai
B. Giovanni Gentile
C. Luigi Credaro
D. Edoardo Daneo.

31.- I programmi provvisori del 1945, emanati subito dopo la Liberazione, furono:
A. elaborati dal pedagogista Giorgio Gabrielli
B. elaborati dal colonnello alleato Carleton W. Washburne
C. ispirati da J. Dewey
D. elaborati da una Commissione interalleata, insediata nel 1944.

32.- L’idea di scuola che emerge dalla Costituzione della Repubblica italiana promulgata il 27
dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, è:
A. improntata a rigidi principi democratici
B. una scuola democratica, ponte di passaggio tra la famiglia, primigenio nucleo formativo
della persona, e la società come luogo di integrazione con gli altri individui e di
esplicazione della propria personalità

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C. una scuola delle pari opportunità senza distinzione di genere
D. la scuola dei cittadini

33.- Quale articolo della Costituzione dice: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire
ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nel caso di incapacità dei genitori, la
legge provvede a che siano assolti i loro compiti”?
A. art. 30
B. art. 9
C. art. 33
D. art. 3

34.- Quale articolo della Costituzione è alla base della legge sull’integrazione degli alunni
disabili nella scuola comune?
A. Art. 3
B. Art. 9
C. Art. 38
D. Nessuno dei tre

35.- Il presupposto dell’istituzione della scuola media unica è:


A. nel preambolo alla Costituzione italiana
B. in alcuni articoli inattuati – fino al 1962 – della Costituzione
C. nei programmi della scuola elementare del 1955
D. nel programma politico del 1° Governo di Centro-sinistra

36.- Nella premessa ai nuovi programmi del 1979 si afferma che:


A. è finalizzata all’accesso alla scuola secondaria di 2° grado
B. è finalizzata ad orientare prioritariamente gli alunni alla scelta del successivo percorso
di studio
C. è finalizzata all'accesso alla scuola secondaria di secondo grado pur costituendo il
presupposto indispensabile per ogni ulteriore impegno scolastico
D. è finalizzata ad un ruolo di scuola preparatoria, senza sbocchi.

37.- La L. 18-3-1968, n. 444 istituisce:


A. un anno ponte tra la scuola elementare e la scuola media
B. la scuola media unica
C. i decreti delegati
D. istituisce la scuola materna statale che "accoglie bambini nell’età prescolastica dai tre
ai sei anni.

38.- Nel 1971 con quale legge fu ridotto il numero massimo di alunni per ciascuna classe a 25?
A. Con la legge istitutiva della scuola media unica
B. Con la legge 24-9-1971, n. 820 istitutiva della scuola "a tempo pieno"
C. Con i programmi 1985 della scuola elementare
D. Con la legge 18-3-1968, n. 444, istitutiva della scuola materna statale.

39.- La legge 30 luglio 1973, n. 477:


A. delega il Governo a emanare norme sul riordinamento dell’organizzazione della scuola
e sullo stato giuridico del personale direttivo, ispettivo, docente e non docente della
scuola dello Stato
B. istituisce gli Organi collegiali della scuola

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C. lancia la riforma di una scuola diversa, orientativa e promozionale al posto di quella
selettiva contestata a gran voce dagli studenti in tutte le piazze e le scuole d’Italia nel
‘68
D. ingressa le persone disabili nelle classi e sezioni comuni della scuola italiana.

40.- Cosa introducono di rilevanti i decreti delegati nella scuola italiana? Una delle opzioni di
risposta è inesatta, quale?
A. Introducono una nuova professionalità dei docenti,
B. definiscono e creano nuovi organismi di gestione anche a livello nazionale (Consiglio
Nazionale della P.I., I.R.S.S.A.E., distretti scolastici)
C. Il governo della scuola si apre alla politica
D. La scuola diviene una struttura non più verticistica ma orizzontale in cui
l’organizzazione ed il funzionamento, sul piano amministrativo e sul piano didattico ed
educativo, sono affidati ad organi a carattere collegiale democratico.

41.- Secondo la legge 517/77 l’integrazione degli alunni diversamente abili deve avvenire
didatticamente attraverso:
A. la diagnosi funzionale
B. la collegialità dell’insegnamento
C. anche la nomina di assistenti materiali
D. attività di sostegno ad hoc predisposte e realizzate da insegnanti specializzati

42.- Con quale legge nella rinnovata scuola elementare trovò posto anche l’insegnamento di
una lingua straniera?
A. La legge 517/77
B. La Legge 114/93
C. Con la L. 5-6-1990, n. 148
D. Nessuna delle tre.

43.- Il Testo unico: D.Lgs. 16-4-1994, n. 297 esaurisce in sé la disciplina in materia di


istruzione?
A. SI
B. NO
C. In parte
D. Solo per la gestione del personale e l’organizzazione e il funzionamento degli OO.CC..

44.- La Carta dei servizi scolastici è adottata:


A. dal collegio dei docenti
B. dal Dirigente scolastico come organo monocratico
C. dalla Giunta esecutiva
D. dal Consiglio di circolo o di istituto

45.- L’adozione della Carta dei servizi scolastici (DPCM 7-5-1995) impegna:
A. ciascuna unità scolastica a garantire un servizio più orientato allo studente e perciò
qualitativamente migliore perché ancorato a precisi standard o fattori di qualità
B. ciascuna unità scolastica a declinare i servizi offerti, le modalità ed i tempi attuativi
C. l’unità scolastica ad inviarne copia alla presidenza del Consiglio dei Ministri
D. l’unità scolastica ad inviarne copia agli ex provveditorati agli studi e alla
sovrintendenza scolastica regionale

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46.- A quale articolo della Costituzione dà applicazione la legge n. 241/90, in riferimento alle
autonomie locali:
A. all’art. 33
B. all’art. 34
C. all’art. 5
D. a nessuno dei tre.

47.- Il decentramento amministrativo si realizza secondo il principio:


A. di trasparenza
B. di sussidiarietà
C. di imparzialità
D. di equilibrio tra i poteri dello Stato e quelli degli Enti Locali.

48.- La parola magica nei documenti ministeriali sull'autonomia è:


A. flessibilità
B. autonomia
C. efficienza
D. sussidiarietà.

49.- Le parti dei curricoli sono:


A. 2
B. 5
C. 1
D. 3

50.- La L. 10-12-1997, n. 425 riforma:


A. il reclutamento del personale della scuola
B. la procedura per l’iscrizione degli alunni
C. l’esame di maturità conclusivo degli istituti di istruzione secondaria superiore
D. l’anno di prova del personale della scuola

51.- La L. 20-1-1999, n. 9 dispone che:


A. l’obbligo scolastico per 8 anni
B. l’obbligo di istruzione è elevato da otto a dieci anni
C. l’obbligo avrà durata novennale
D. l’obbligo scolastico è elevato fino al diciottesimo anno di età.

52.- Con la legge 10-2-2000, n. 30 venne varata:


A. la riforma della scuola elementare
B. la creazione degli istituti comprensivi
C. il dimensionamento scolastico
D. la riforma dei cicli.

53.- Il decreto legislativo 30-3-2001, n. 165 definisce:


A. ruolo e compiti del personale scolastico
B. ruolo e mansioni del dirigente scolastico
C. ruolo e mansioni dei docenti
D. nessuna delle tre.

54.- Ad appena tre anni dall’entrata in vigore la riforma Berlinguer-De Mauro fu abrogata:

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A. dalla riforma del Ministro D’Onofrio
B. dalla riforma del Ministro Profumo
C. dalla riforma del Ministro Moratti
D. dalla riforma del Ministro Gelmini.

55.- La scuola dell'infanzia secondo la riforma Moratti:


A. Dai 3 ai 5 anni ma non obbligatoria. Chi la frequenta matura però un bonus (credito)
utilizzabile nella scuola dell'obbligo.
B. Dai 3 ai 6 anni ma non obbligatoria. Chi la frequenta matura però un bonus (credito)
utilizzabile nella scuola dell'obbligo.
C. Dai 2 anni e mezzo ai 5 anni ma non obbligatoria. Chi la frequenta matura però un
bonus (credito) utilizzabile nella scuola dell'obbligo.
D. Nessuna delle tre.

56.- Nella riforma Moratti come cambia l’esame di maturità?


A. Tre membri della commissione sono interni e tre, più il presidente esterni
B. Tutti i membri della commissione, a eccezione del presidente, sono interni
C. I membri delle commissioni variano in relazione all’indirizzo di studio
D. Viene ripristinato il vecchio sistema: un solo membro interno e tutti esterni.

57.- Con il riordino dell’istruzione professionale si supera:


A. la dicotomia tra scuole tecniche e scuole umanistiche
B. la frammentazione di una miriade di indirizzi di studio introdotti sperimentalmente
dalla Riforma Brocca
C. la sovrapposizione con l’istruzione tecnica ponendo le basi per un raccordo organico
con il sistema d’istruzione e formazione professionale di competenza delle regioni
D. la statalizzazione dell’istruzione e formazione tecnica e professionale.

CTP – CPA EDUCAZIONE DEGLI ADULTI e ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

58.- Per personalizzare il percorso di un adulto che rientri in formazione, CTP e Istituti di
istruzione superiore di secondo grado possono stringere Accordi di Rete ai sensi dell’:
A. art.2 del Decreto del Presidente della Repubblica del 18 giugno 1998, n 233
B. art.7 del Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275
C. art. 3 del Decreto 29 novembre 2007 del Ministro dell'Istruzione di concerto con il
Ministro del Lavoro e della previdenza sociale
D. art. 1 del Decreto 86/2004 del Ministro dell'Istruzione di concerto con il Ministro del
Lavoro e delle Politiche Sociali.

59.- L'Ordinanza del Ministro della pubblica istruzione del 29 luglio 1997, n. 455 istituisce e
disciplina:
A. i Centri Territoriali Permanenti
B. i corsi serali gestiti dagli istituti di istruzione secondaria superiore
C. i corsi di alternanza/ scuola lavoro
D. i percorsi di formazione professionale regionale.

60.- Ai sensi della Circolare Ministeriale n 7809 del 25 luglio 1990 in caso di frequenza
parziale dei corsi:
A. non viene effettuata nessuna valutazione
B. la valutazione è a discrezione del consiglio di classe

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C. va comunque effettuata la valutazione del profitto conseguito
D. la valutazione è a discrezione del dirigente scolastico.

61.- Come per l’ASL anche per i PCTO i corsi del secondo ciclo ex alternanza scuola-lavoro, da
chi sono progettati, attuati e valutati?
A. Dalle imprese con le rispettive associazioni di rappresentanza, ivi comprese le camere
di commercio, industria, artigianato e agricoltura
B. Dall’istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, con le rispettive
associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura
C. Dal docente tutor e dal tutor formativo esterno
D. Dal docente tutor interno, che presenta i risultati al Consiglio di classe

62.- Secondo l'art. 5. del Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77 da chi è svolta la funzione
tutoriale nei percorsi in alternanza oggi PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per
l’orientamento)?
A. Dal dirigente scolastico
B. Dal Comitato Tecnico Scientifico
C. Dal consiglio di classe
D. Dal docente tutor interno e dal tutor esterno.

63.- La Circolare Ministeriale n. 305 del 20 maggio 1997:


A. fornisce indicazioni ai coordinatori dei Centri Territoriali Permanenti riguardo
all'organizzazione dei corsi di Italiano per stranieri
B. introduce importanti innovazioni organizzative e didattiche nell'impianto didattico ed
organizzativo dei corsi serali
C. descrive i criteri per il conferimento dell'autonomia ai Centri Territoriali Permanenti
D. fissa un tetto alle iscrizioni degli studenti ai corsi serali gestiti dagli istituti di istruzione
superiore di secondo grado.

64.- Da parte di chi sono oggetto di verifica e valutazione i PCTO?


A. I PCTO sono oggetto di verifica e valutazione del collegio dei docenti
B. I PCTO sono oggetto di verifica e valutazione da parte dell'istituzione scolastica o
formativa
C. I PCTO sono oggetto di verifica e valutazione del consiglio di istituto
D. I PCTO sono oggetto di verifica e valutazione del docente referente.

65.- Qual è il ruolo del docente tutor interno nei percorsi di PCTO in base all'art. 5 comma 2
Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77?
A. Il docente tutor interno svolge il ruolo di monitorare i progetti di alternanza scuola
lavoro
B. Il docente tutor interno svolge il ruolo di riportare al Comitato Tecnico Scientifico gli
esiti degli apprendimenti degli studenti iscritti ai percorsi di alternanza
C. E' a discrezione del collegio dei docenti.
D. Il docente tutor interno svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono
percorsi in alternanza.

66.- L'Ordinanza del Ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca del 3.12.2004, n.
87 disciplina:

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A. il passaggio dal sistema della formazione professionale e dall’apprendistato al sistema
dell’istruzione
B. il conferimento dell'autonomia ad un'istituzione scolastica
C. il funzionamento di un CTP
D. Il funzionamento dei corsi serali gestiti dagli istituti superiori di secondo grado.

67.- Quali sono le funzione del tutor formativo esterno previste dall'art.5 D.lgs. 77/2005
comma 3?
A. Il tutor formativo esterno organizza il calendario delle lezioni previste nella istituzione
scolastica per facilitare l'inserimento dello studente nell'impresa
B. Il tutor formativo esterno favorisce l'inserimento dello studente nel contesto operativo,
lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o
formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e
l'efficacia dei processi formativi
C. Nei percorsi di PCTO non è prevista la figura del tutor formativo esterno
D. Il tutor formativo esterno organizza il curricolo dei PCTO, selezionando le competenze
che gli studenti possono acquisire a scuola e quelle che possono essere sviluppate
nell'impresa.

68.- Ai sensi della Circolare Ministeriale N. 7809 del 25 luglio 1990 a quali condizioni possono
essere realizzati corsi serali presso aziende o centri formativi aziendali?
A. purché l'azienda non sia partner di un percorso di alternanza/ scuola lavoro
B. solo se l'Ufficio Scolastico Provinciale ha concesso l'autorizzazione
C. qualora il numero dei dipendenti interessati giustifichi l'istituzione del corso e venga
garantito il pieno espletamento dell'attività didattica
D. solo se i sindacati hanno approvato l'iniziativa.

69.- I percorsi di PCTO rientrano all'interno del piano dell'offerta formativa ?


A. Sì, i percorsi di PCTO sono definiti e programmati all'interno del piano dell'offerta
formativa
B. No, i percorsi di PCTO sono extracurricolari e pertanto non sono programmati
all'interno del piano dell'offerta formativa
C. No, i percorsi di PCTO non sono inseriti nel piano dell'offerta formativa in quanto sono
percorsi attuati nella quota di autonomia
D. E' a discrezione del collegio dei docenti.

70.- Secondo il testo dell'art.7 dell' Ordinanza Ministeriale 29 luglio 1997, n. 455, quali
certificazioni può rilasciare un Centro Territoriale Permanente?
A. titolo di licenza elementare, titolo di licenza media, diploma di scuola secondaria di
secondo grado, attestato delle attività di cultura generale seguite
B. titolo di licenza elementare, titolo di licenza media, attestato delle attività di
professionalizzazione o di riqualificazione professionale, nei casi in cui siano state
attivate specifiche intese, attestato delle attività di cultura generale seguite
C. titolo di licenza elementare, titolo di licenza media, diploma di qualifica professionale,
diploma di scuola secondaria di secondo grado
D. solo titoli di studio relativi all'obbligo scolastico.

71.- Quali sono le finalità del Comitato dell'alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO, previste
dall’art. 3 del decreto legislativo del 15 aprile 2005 n.77?
A. Creare un linguaggio comune tra i diversi operatori dell’alternanza scuola-lavoro

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B. Diffondere l’alternanza scuola- lavoro in modo più organico e significativo
C. Lo sviluppo, nelle diverse realtà territoriali, dei percorsi di alternanza che rispondano
a criteri di qualità sotto il profilo educativo e di monitoraggio e della valutazione
dell'alternanza scuola lavoro
D. Tradurre le riforme in pratica e controllare che l’interpretazione data all'alternanza
corrisponda alle norme di legge.

72.- Ai sensi della circolare ministeriale n. 7809 del 25 luglio 1990 ai fini della formazione dei
singoli corsi serali sono necessarie per le classi iniziali almeno:
A. 40 richieste di iscrizione
B. 30 richieste di iscrizione
C. 50 richieste iscrizione
D. 20 richieste di iscrizione.

73.- Nel caso di attività scuola-lavoro promosse dalle istituzioni scolastiche è necessario
attivare una specifica posizione assicurativa presso l’INAIL ?
A. Nel caso di attività scuola-lavoro promosse dalle istituzioni scolastiche non è
necessario attivare una specifica posizione assicurativa presso ‘INAIL, a norma del DPR
n.156 del 9 aprile 1999
B. Sì, è sempre necessario
C. E' a discrezione del collegio dei docenti
D. E' a discrezione del consiglio di classe.

74.- L'alternanza, oggi PCTO, secondo il Decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, art. 1, comma
1, è indicata come una modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo. In quale sistema
può essere realizzata?
A. Nel sistema dell'istruzione tecnica
B. Nel sistema dell'istruzione tecnica e della formazione professionale
C. Sia nel sistema dei licei, sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale
D. Nel sistema dei licei.

75.- Ai sensi del Decreto del Ministero degli Interni del 4 giugno 2010, qual è il livello di
conoscenza della lingua italiana del quadro comune di riferimento europeo che uno straniero
deve dimostrare di possedere per ottenere un permesso di soggiorno CE?
A. B1
B. A1
C. A2
D. B2

76.- Chi verifica il corretto svolgimento dei percorsi PCTO in base all’ex art. 5 Decreto
Legislativo 15 aprile 2005 n 77?
A. Il docente tutor interno verifica, con la collaborazione del tutor esterno, il corretto
svolgimento del percorso in alternanza
B. Una struttura formativa accreditata dalla Regione incaricata di svolgere questa
funzione
C. L' Ente locale, in collaborazione con le imprese e le loro associazioni
D. La Camera di commercio in collaborazione con le imprese che ospitano gli studenti.

77.- Con quale testo normativo viene istituita l’Alternanza Scuola-lavoro poi diventata PCTO?
A. D.l.vo 88/2010

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B. D.P.R. 89/2010
C. D.l.vo 77/2005
D. D.P.R. 275/1999
78.- L’Alternanza Scuola-lavoro, oggi PCTO, è indirizzata:
A. Al sistema dei licei e all’istruzione tecnico-professionale
B. All’istruzione tecnica e professionale
C. Al sistema dei licei e all’istruzione tecnica superiore
D. Ai licei musicali e coreutici e a quelli delle scienze umane.

79.- I progetti di Alternanza Scuola-lavoro, oggi PCTO, sono strumenti preziosi per le stesse
aziende, in quanto:
A. Orientano le aziende nel marketing, come sottolineato dal Testo Unico sulla
Rappresentanza della Confindustria del 2014
B. Creano luoghi dedicati all’apprendimento attivo da parte dei discenti
C. Costringono le aziende ad individuare i tutor aziendali
D. Rappresentano per le aziende un investimento strategico in capitale umano, come si
afferma nell’ European Roundtable of Industrialists del 1983.

80.- Quale tra questi atti amministrativi è necessario alla scuola nella fase istruttoria dei
percorsi formativi di alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO?
A. L’attribuzione di finanziamenti adeguati da parte degli Uffici Scolastici Regionali
B. L’ autorizzazione ministeriale a svolgere attività negoziale nell’ambito di tali progetti
C. La stipula di apposita convenzione con l’impresa partner
D. La stipula del contratto di lavoro con i tutor aziendali.
81.- Cos’è la sperimentazione SIRIO?
A. Si tratta dell’acronimo utilizzato per indicare il sistema di educazione permanente per
gli adulti
B. È il dipartimento ministeriale che si occupa dell’educazione agli adulti
C. È l’ente nazionale per il monitoraggio dei progetti di alternanza scuola-lavoro
D. È un progetto di sperimentazione scolastica che favorisce l’approccio ai saperi in età
adulta

82.- L’Alternanza Scuola Lavoro e la disabilità, come oggi i PCTO, secondo l’art. 4, quinto
comma, del D.Lgs n. 77/2005:
A. Non è rivolta agli alunni con disabilità
B. È rivolta agli alunni con disabilità e va particolarmente promossa e valorizzata
C. È praticabile solo nei casi rigidamente selezionati di condizioni di sicurezza e sempre
con la presenza di tutor esperti
D. Non può sempre promuovere l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del
lavoro

83.- Quando vengono istituiti i Centri Territoriali Permanenti?


A. Nel 1997 (OM 455)
B. Nel 1998 (D.L.vo 112)
C. Nel 2001 (Direttiva 22)
D. Nel 1999 (DPR 275)

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84.- Quali sono le quattro aree dell’alfabetizzazione funzionale EDA indicate nella direttiva 22
del 2001?
A. Lingue, Tecnologia, Matematica e Scienze
B. Dei linguaggi, Socio-economica, Scientifica e Tecnologica
C. Semiotica, Matematico-tecnologica, Scientifica e Informatica
D. Digitale, Linguistica, Tecnica e Matematica

85.- I Centri Territoriali Permanenti ai sensi del DM del 25 ottobre 2007 sono trasformati in:
A. Fondazioni
B. Centri Provinciali per l’Istruzione agli Adulti
C. Scuole serali con annessi Istituti carcerari
D. Istituzioni Scolastiche Autonome

86.- Possono essere inseriti nei percorsi di EDA i soggetti diversamente abili?
A. No, perché ad essi sono destinati solo i percorsi formativi ordinari
B. Sì, ma a patto che abbiano compiuto i 25 anni di età
C. No, in quanto gli organici dei centri EDA non prevedono insegnanti di sostegno
D. Sì, nonostante gli organici dei centri EDA non prevedano docenti di sostegno

87.- Qual è la consistenza organica dei centri EDA rispetto alla consistenza dell’utenza?
A. 1 docente ogni 32 studenti
B. 1 docente ogni 25 studenti
C. 1 docente ogni 8 studenti
D. 1 docente ogni 12 studenti

88.- Le finalità e gli obiettivi dell’educazione degli adulti, in ambito europeo, sono stati
definiti:
A. nella Conferenza di Amburgo nel 1997
B. nel trattato di Maastricht il 7 febbraio 1992
C. nel trattato di Amsterdam del 1997
D. nel trattato di Nizza del 2001

89.- Quanti docenti di scuola secondaria superiore sono previsti in un centro EDA di 120
alunni?
A. 1 per ogni asse disciplinare previsto dalle leggi sull’obbligo scolastico
B. 10, in base alla normativa sugli EDA
C. 7 per le discipline linguistiche e 7 per quelle scientifiche
D. Quanti richiesti in base all’età media dell’utenza

90.- I centri EDA:


A. Rilasciano titoli di studio validi
B. Sono gestiti da cooperative di docenti
C. Stipulano accordi con le istituzioni scolastiche per il conseguimento dei diplomi
D. Possono conferire titoli di studio, solo previa costituzione di una rete di centri di
formazione

91.- Chi certifica le competenze acquisite dagli studenti nei percorsi di alternanza, oggi PCTO?
A. L'istituzione scolastica o formativa
B. Il tutor esterno
C. Il docente tutor interno con la collaborazione del tutor esterno
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D. Il Comitato Tecnico Scientifico, costituito presso l'istituzione scolastica.

92.- Indicare fra le scelte proposte quali sono gli studenti che possono svolgere l'alternanza,
oggi PCTO:
A. Gli studenti che hanno compiuto il tredicesimo anno di età
B. Gli studenti che hanno compiuto il diciottesimo anno di età
C. Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età
D. Gli studenti che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età.

93.- Quale norma ha istituito i PCTO?


A. Legge n.196 del 24 giugno 1997
B. La Legge di bilancio 2019 (L. 145/2018: art. 1, co. 784-787)
C. Decreto legislativo n. 77 del 15 aprile 2005
D. Decreto Legislativo 17 ottobre 2005, n. 226.

94.- Secondo il testo dell'art.1 dell'Ordinanza Ministeriale 29 luglio 1997, n. 455, qual è il
flusso di utenza sulla base del quale poteva essere istituito un CTP?
A. 40/50 utenti
B. 90/110 utenti
C. 200/250 utenti
D. 300/400 utenti.

ITS E IFTS ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE

95.- È un nuovo percorso formativo di livello post-secondario di tipo non universitario:


A. L’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore
B. Il baccalaureato tecnologico
C. Istituti Tecnici Superiori
D. Nessuno dei tre.

96.- I punti di forza dei corsi IFTS:


A. il riconoscimento dei crediti formativi
B. le certificazioni delle competenze
C. i crediti rilasciati al termine del percorso di formazione
D. l’integrazione di 4 sistemi: scuola, università, formazione professionale, aziende.

97.- Roberto non ha la capacità di comprendere e scrivere la lingua inglese, può entrare in un
corso IFTS?
A. SI
B. NO
C. Deve avere almeno una competenza B1
D. Se extracomunitario sempre.

98.- Come ci s’iscrive ai corsi IFTS?


A. Recandosi presso i Centri Informa Giovani delle province/città metropolitane
B. Recandosi presso i Servizi Istruzione, Formazione e Lavoro delle Regioni
C. Seguendo le indicazioni che si trovano nei bandi che sono emanati dagli organizzatori
del corso e che sono sicuramente resi pubblici mediante manifesti
D. Recandosi nei Centri per l’Impiego.

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99.- Qual è la finalità dei Poli tecnico-professionali?
A. Condividere le risorse pubbliche e private disponibili, ai fini di un più efficiente ed
efficace utilizzo degli spazi di flessibilità organizzativa delle istituzioni scolastiche e
formative, con il pieno utilizzo degli strumenti previsti dagli ordinamenti in vigore
B. Consentire l’apertura della formazione tecnico-professionale verso momenti
diversificati di approfondimento e di specializzazione, in ragione delle emergenze
scaturenti dal mondo economico ed industriale
C. Valorizzare le risorse della scuola in modo sinergico con le altre offerte culturali del
territorio
D. Nessuna delle tre.

100.- In quale sede è stata decisa l’uscita delle linee guida per realizzare misure di
semplificazione e promozione dell'istruzione tecnico professionale a norma dell'art. 52 del
Decreto Legge n.5/2012 convertito, con modificazione, dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35?
A. Nella Conferenza Stato-Regioni del 15 marzo 2010
B. Nella Seduta della Conferenza Unificata del 26 settembre 2012
C. In seno al Consiglio dei Ministri del Lavoro, dell’Istruzione e dell’università, dello
sviluppo e dell’industria
D. Nelle nuove prerogative assegnate dal Titolo V alle Regioni e Province.

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RISPOSTE ESATTE E COMMENTATE

1.- C. Nell’alto medioevo e ancora nel secolo XI l’istruzione in Italia, come anche nel resto
d’Europa, era interamente fornita dalla Chiesa, , infatti l'esistenza di scuole laiche, che è stata
più volte ipotizzata, non è documentata. Sintetizzando una situazione che in realtà è variata
molto nell'arco dei secoli qui considerati, si può dire che vi erano tre tipi di scuole religiose:
 scuole parrocchiali, che fornivano un'alfabetizzazione di base,
 scuole vescovili,
 scuole cenobiali dell'ordine benedettino.
Le scuole parrocchiali fornivano un'istruzione forse limitata, ma comunque l'unica che fosse
accessibile, a una piccola parte della popolazione, in quanto si preferiva far lavorare i figli
piuttosto che farli studiare.
Il fine delle scuole religiose era essenzialmente la preparazione del clero, o meglio di una sua
parte minoritaria. Alcune delle scuole vescovili e cenobiali ammettevano però come studenti
anche alcuni laici. Il livello medio di istruzione era comunque molto basso anche tra i nobili,
tra i quali era diffuso l'analfabetismo. Alcune famiglie assumevano però religiosi come
precettori privati per i propri figli.

2.- A. La situazione della scuola inizia a cambiare nel secolo: XII. La situazione scolastica si
trasforma profondamente nel corso del secolo successivo. Nell'ambito delle scuole religiose,
mentre le scuole parrocchiali tendono a sparire, per l'insegnamento superiore i benedettini
sono affiancati da altri ordini, come i domenicani, che istituiscono anch'essi scuole. Inoltre
anche lo stato diventa sensibile a questo fenomeno e si assiste a uno sviluppo abbastanza
rapido di scuole laiche a tre diversi livelli, all’incirca corrispondenti alle attuali scuole
primaria, secondaria e universitaria.
L'insegnamento elementare laico si sviluppa grazie al moltiplicarsi di scuole sia private che
comunali. Ogni scuola impegnava in genere un solo maestro che nel caso delle scuole private
viveva solo delle quote pagate dagli scolari. Anche quando la scuola era finanziata dal comune
il maestro integrava il suo stipendio con quote dovute dagli studenti in misura fissata dal
comune. Un maestro poteva insegnare a cento o centocinquanta scolari. Quando la scuola era
comunale e il numero degli scolari era ritenuto eccessivo anche secondo i criteri dell'epoca il
comune poteva obbligare il maestro ad assumere un ripetitore, al quale doveva corrispondere
una parte (minore) dei proventi.
Nel corso del XIII secolo si svilupparono anche scuole laiche secondarie, rivolte ad alunni già
alfabetizzati. Esse erano per lo più di due tipi:
 scuole d'abaco, nelle quali si apprendevano le tecniche di calcolo con le cifre arabe e i
metodi della matematica mercantile. Si tratta di scuole che nacquero in Italia e
costituiscono una tradizione della nostra cultura.
 scuole di grammatica, il cui programma d'insegnamento era basato sullo studio della
lingua latina e la lettura di autori classici e soprattutto medievali.

3.- B. Le scuole d’abaco insegnavano: le tecniche di calcolo con le cifre arabe e i metodi della
matematica mercantile. Si tratta di scuole che nacquero in Italia e costituiscono una tradizione
della nostra cultura.

4.- B. Quando e dove apparirono per la prima volta le scuole comunali gratuite? Nel
cinquecento e a Lucca. Nella prima metà del secolo il Comune di Lucca nominò sei maestri
comunali di latino ai quali aveva proibito di esigere pagamenti dagli alunni.

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5.- A. Importanza ben maggiore nella storia delle istituzioni scolastiche ebbero le scuole
istituite, nell'ambito della Riforma cattolica, dai Gesuiti prima e poi da altri ordini religiosi. Il
primo collegio dei gesuiti fu inaugurato a Messina nel 1548: nel 1600 i collegi aperti in Italia
erano 49 ed erano diventati 111 alla fine del Seicento[6]. I collegi avevano in genere due-
trecento iscritti ciascuno, mentre l'istituzione educativa più prestigiosa, il Collegio Romano
(fondato nel 1551), alla fine del Cinquecento aveva 1500 allievi. All'inizio i gesuiti
insegnavano anche a leggere e scrivere, ma abbastanza rapidamente fu abolito l'insegnamento
elementare e i collegi si trasformarono in istituzioni rivolte a ragazzi dei ceti medi e
soprattutto superiori (molti collegi erano riservati ai nobili) già alfabetizzati e con conoscenze
elementari di latino, ai quali fornivano un'istruzione di alto livello. Gli studenti erano divisi in
cinque classi successive: tre di grammatica, una di umanesimo e una di retorica.

6.- C. La legge Casati sancisce: il diritto del cittadino di provvedere direttamente o tramite
scuole private all’istruzione dei figli e concede a chiunque abbia compiuto i 25 anni di età la
facoltà di aprire scuole, purché detentore di certi requisiti e previa accettazione del controllo
statale: questa presa di posizione mostra chiaramente la debolezza organizzativa ed
economica del nuovo Stato unitario. La linea accentratrice dello Stato deve fermarsi
bruscamente di fronte al problema dell’istruzione: l’introduzione dell’obbligo
dell’insegnamento religioso (artt. 315 e 325 della legge Casati) e la deroga dell’insegnamento
elementare, della gestione degli asili infantili, delle scuole materne e, in generale, delle
istituzioni e comunità infantili ai Comuni (nella stragrande maggioranza impossibilitati ad
assolvere tale compito) e la delega concessa alle istituzioni e alle iniziative private e religiose,
mostrano chiaramente quanto gravosa fosse la situazione dell’istruzione nell’Italia
postunitaria, soprattutto nell’ambito della scuola materna; d’altronde la legge sulla scuola
materna statale è stata approvata solo nel 1968.

7.- A. Quando nacquero i primi asili infantili in Italia? Nel 1828 su iniziativa del sacerdote
Ferrante Aporti. In Italia i primi asili infantili furono fondati nel 1828 a S. Martino dell’Argine
su iniziativa del sacerdote Ferrante Aporti (1791-1858); questi istituti si preoccupavano di
salvare l’infanzia dalla miseria, dall’analfabetismo, dall’ignoranza, dai pregiudizi, di offrire
un’esistenza decorosa, un’educazione ispirata ai principi cristiani, un’istruzione semplice, ma
dignitosa, in un ambiente possibilmente accogliente e con metodologie ispirate al rispetto,
all’affetto per l’infanzia. Presenti, pur tra molte difficoltà, incomprensioni e opposizioni, in
città e in campagna, gestiti ora da religiosi, ora da laici, gli asili aportiani costituirono il primo
nucleo di quell’educazione popolare rivolta alle famiglie, ai bambini dell’età prescolastica in
armonia con la convinzione che l’educazione della prima infanzia fosse un atto dovuto e una
necessità per vincere antichi pregiudizi, per inserire nuove modalità di vite oneste e
controllare lo sviluppo morale delle nuove generazioni.

8.- D. La legge Gentile deve essere collocata all'interno: di un'operazione culturale,


istituzionale, politica che ha radicalizzato lo spirito e gli intenti della legge Casati fino ad
accentuare i criteri del centralismo, del nazionalismo, dell'uniformità, della gestione
burocratica e fiscale, della divisione tra la scuola popolare e la scuola per le élites. Giovanni
Gentile (1875-1944) in tutto l'arco della sua produzione culturale, dell'attività di docente e di
ministro, sostenne sempre i principi su cui impostò la sua riforma. Un programma variamente
documentato e argomentato, che ruota attorno alla differenziazione della scuola popolare, dei
lavoratori e dei tecnici, da quella delle élites sensibili alle problematiche culturali e filosofiche:
proprio nel momento in cui la richiesta scolastica comincia a farsi sentire Gentile (e non solo
lui) punta sul contenimento.

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9.- C. Negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale il problema
dell’istruzione e della formazione: ha sofferto una fase di stallo. Si ha come la sensazione di
aver perso un treno che correva troppo, ma che avrebbe dato una scossa radicale alla
ieraticità della scuola di stampo ottocentesco, presente ancora negli anni della dittatura. La
caduta del fascismo (25 luglio 1943), l’8 settembre 1943, la lotta di Liberazione, la fine della
seconda guerra mondiale (25 aprile 1945), l’avvento della Repubblica (2 giugno 1946),
l’Assemblea Costituente e l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana (1° gennaio
1948), sono stati avvenimenti quanto mai importanti, sui quali influirono presenze e
situazioni internazionali e schieramenti, forze, movimenti, partiti italiani.
Il periodo che va dalla caduta del fascismo (25 luglio 1943) all’8 settembre 1943 non registrò
per la scuola e la cultura pedagogica innovazioni di rilievo se non la presa di coscienza di una
nuova politica resistenziale, il coagularsi intorno ai programmi dei partiti politici (più tollerati
che incoraggiati); un periodo a dir poco drammatico – continuazione della guerra, sbarco
degli Alleati in Sicilia (10 luglio 1943) – che poteva significare molto e che, purtroppo, il
governo Badoglio chiuse entro gli antichi schemi.

10.- B. La legge Coppino: è uno dei punti qualificanti del programma e della politica della
Sinistra Storica. Essa porta la durata delle elementari a 5 anni, e introduce l'obbligo scolastico
nel primo triennio delle elementari stesse. Definisce le sanzioni per i genitori degli studenti
che non adempiono tale obbligo. La necessità di un insegnamento attento al metodo
sperimentale alimentato da "lezioni di cose", la si deve ad Aristide Gabelli, autore dei
programmi della scuola elementare del 1888.

11.- B. Che cosa diede origine ai decreti delegati del 1974? L'esigenza di una scuola in cui le
diverse componenti avessero maggiore spazio e potessero contribuire al miglioramento della
didattica diede origine ai decreti delegati del 1974, che istituirono gli organismi collegiali per
la gestione democratica della scuola e introdussero la possibilità di sperimentazione, sia
curriculare sia didattica, all'interno delle scuole di ogni ordine e grado.

12.- A. Chi elaborò nel 1945 i programmi diretti a dare forma democratica alla scuola italiana,
da quella elementare all’Istituto magistrale? Gli Alleati con il tentativo di Carleton
Washburne. Tentativo che riuscì solo in parte, per il rifiuto della Chiesa ed anche la diffidenza
del Partito comunista che intravvedeva in quel modello pedagogico l’influenza degli Stati
Uniti.

13.- C. Nel 1990 nacquero le “Nuove Elementari”, con lo stop al maestro unico e l’avvio dei
moduli con tre docenti che insegnano in due classi. Le ore di lezioni settimanali passano da 24
a 27.

14.- B. La legge Orlando n.407 dell'8 luglio 1904, dal nome del ministro Orlando che la emanò,
ribadiva l'obbligatorietà dell'istruzione elementare. Infatti essa portava l'obbligo scolastico
sino al: dodicesimo anno. Estendeva tale obbligo anche per le classi del corso elementare
superiore (quarta e quinta).Nei Comuni dove esisteva il corso elementare superiore, si faceva
obbligo non solo ai genitori o a chi ne facesse le veci, ma anche ai datori di lavoro nei confronti
dei lavoratori alle loro dipendenze e obbligava all'istruzione elementare anche gli adulti
analfabeti, che alla leva militare fossero stati assegnati alla terza categoria o dichiarati
rivedibili o riformati. La legge veniva inoltre a stabilire l'istituzione della sesta elementare che
con la classe quinta costituiva il corso popolare e alla scuola secondaria si passava dalla
quarta classe, superato l'esame di maturità. Se da un lato la legge Orlando limitava il corso
elementare alle prime quattro classi, dall'altro istituiva obbligatoriamente in tutti i Comuni

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con più di 4000 abitanti di popolazione agglomerata, il Corso Popolare, avente carattere di
scuola di avviamento professionale, a conclusione del quale si conseguiva la licenza
elementare. Possiamo dire che la legge Orlando si basava su questi punti:1) l'obbligo
scolastico veniva esteso dal 9° al 12° anno d'età, 2) il corso elementare diventava comune a
tutti i ragazzi fino alla quarta classe, 3) i Comuni erano autorizzati a deliberare le spese per
l'assistenza scolastica, 4) si istituivano 3000 scuole serali e festive nei comuni dove la
percentuale degli analfabeti era più alta. Il nucleo della riforma era considerato la creazione
del corso popolare che si restrinse nei primi anni soltanto ai capoluoghi di provincia. Per
evitare che i ragazzi dovessero abbandonare le loro occupazioni per tutta la giornata il corso
popolare si ridusse a tre ore ed il programma si risolse in un ampliamento di quello
elementare.

15.- A. La riforma Bottai nel 1940, impedì: all'utenza di vivere la scuola come una reale
opportunità di crescita sociale, si pone in contrasto con lo spirito egualitario teorizzato
dell'articolo 3 della Costituzione. Infatti, la riforma Bottai, per la fascia di età compresa fra i 11
e 14 anni, prevedeva l'opzione tra una scuola media triennale, istituita, appunto, dalla riforma
Bottai nel 1940, cui si accedeva con un impegnativo esame di ammissione, e altre
specializzazioni professionalizzanti, tutte di derivazione gentiliana. Il problema era però che
mentre la prima opportunità consentiva il successivo proseguimento degli studi in tutti i
settori dell'istruzione secondaria superiore, l'altra scelta non lo permetteva. Si trattava, in
questo secondo caso, per le fasce sociali meno abbienti, di optare o per i corsi di avviamento
professionale o per i percorsi di scuola post-elementare. Scelte che però vincolavano
l'eventuale proseguimento degli studi solamente alle scuole e agli istituti professionali;
un'opzione quindi che, impedendo all'utenza di vivere la scuola come una reale opportunità di
crescita sociale, si poneva in contrasto con lo spirito egualitario teorizzato dell'articolo 3 della
Costituzione, il quale afferma invece l'importanza di assicurare pari dignità e opportunità a
tutti i cittadini.

16.- C. Nell’art. 34 della Costituzione della Repubblica Italiana viene stabilita: L'istruzione
pubblica, gratuita e obbligatoria per almeno 8 anni. Viene sancita la libertà di istituire scuole
"senza oneri per lo stato" formula che avrà un’interpretazione controversa nei decenni
successivi. Tuttavia restava il sistema scolastico precedente: scuola elementare quinquennale
e i tre anni successivi divisi in “scuola media” (che permetteva di proseguire gli studi grazie
alla materia del latino) e “scuola di avviamento professionale” (che senza l'insegnamento del
latino, escludeva da qualsiasi proseguimento degli studi).

17.- D. Quando fu aumentato in Italia il numero delle classi miste maschili e femminili? Con la
riforma della scuola media del 1962. La risposta A è errata, perché il Ministro Gonella
promosse una grande inchiesta che sfociò in un progetto di riforma destinato ad arenarsi
anche per i contrasti sulla questione della scuola di completamento dell'obbligo che
interessava i contrastanti interessi dell'associazionismo dei maestri e dei professori, entrambi
largamente rappresentati negli ambienti culturali e politici che avevano la Democrazia
Cristiana come principale referente. La risposta B è altrettanto errata perché il Consiglio
Superiore della Pubblica Istruzione fu inaugurato nel 1948 dal presidente del Consiglio De
Gasperi e dal ministro Gonella, con competenze dalla scuola primaria a quella universitaria,
ma non si occupò della formazione delle classi miste. L’opzione C è anch’essa errata perché la
proposta Luporini non atteneva alle classi miste, bensì all'istituzione di una scuola media
unica con l'obbligo dall'età di sei anni fino ai quattordici. La risposta esatta è, quindi, la D
perché nello stesso periodo dell’istituzione della scuola media unica vengono aumentate in

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Italia le classi miste maschili e femminili, che progressivamente sostituirono le classi
composte esclusivamente da elementi del medesimo sesso.

18.- B. Nella Lettera ad una professoressa di Don Lorenzo Milani venne evidenziata: La
gravità del metodo di “selezione classista” adoperato dall’ancora antica mentalità elitaria dei
docenti.

19.- C. Con i Programmi del 1985 intervennero significativi mutamenti della scuola
elementare in relazione: A una sorta di autogoverno delle culture professionali degli
insegnanti, di cui anche la pedagogia accademica fu in larga parte espressione. I mutamenti
significativi della scuola elementare con i Programmi del 1985, seguiti dalla legge del 1990,
ebbero come conseguenza la introduzione di una pluralità di docenti per la stessa classe.
Secondo gli oppositori essa fu talvolta realizzata senza tenere conto delle specifiche
abilità/competenze degli insegnanti, e spesso fonte di dinamiche perturbanti relativamente
alla "prevalenza" dell'uno o dell'altro componente. I programmi delle scuole elementari del
1985 e gli orientamenti delle scuole materne del 1991 segnano una stagione marcata da
riforme che non derivano tanto da un impulso politico, quanto da una sorta di autogoverno di
culture professionali, di cui anche la pedagogia accademica è in larga parte espressione.

20.- A. Quando furono aboliti gli esami di riparazione? Nel 1995 dal Ministro berlusconiano
Francesco D’Onofrio, nel primo Governo Berlusconi. Fu un cambiamento critico, tuttora fonte
di polemiche e recriminazioni.

21.- D. Con la Legge 10 dicembre 1997, n. 425 è stato riformato: l'esame di maturità. L'esame
di Stato comprende tre prove scritte e un colloquio. La prima riguarda la Lingua Italiana, la
seconda una delle materie caratterizzanti l'indirizzo di studio e la terza, multidisciplinare, è
una serie di quiz a risposta multipla. Il colloquio si verte su argomenti multidisciplinari. Il
punteggio di valutazione, passa dai sessantesimi ai centesimi e viene introdotto il credito
formativo. I commissari saranno membri interni alla scuola. Il presidente della commissione è
esterno. La riforma viene avviata con l'anno scolastico 1998/1999 (in pratica i nati dal 1980
in poi si sono diplomati con la votazione in centesimi). La risposta A è errata perché il
tentativo di modificare i cicli fu fatto dal ministro Berlinguer, ma senza successo.
L’approfondimento degli insegnamenti comuni... (risposta B) faceva parte della "Legge
Quadro in materia di Riordino dei Cicli dell'Istruzione" presentata dal governo, in cui era
ministro Berlinguer, il 3 giugno 1997 e mai approvata. La scansione della scuola italiana, dopo
la scuola d'infanzia, in tre gradi scolastici (risposta C) fa parte della proposta di Forza Italia di
rimodulare il sistema scolastico italiano. Proposta del 1997, contemporanea a quella di
Berlinguer.

22.- B. Con la legge 28 marzo 2003 n. 53 entrò in vigore la riforma Moratti che apportò alcune
modifiche sostanziali all'ordinamento scolastico italiano.
Contenuto della legge: Nella scuola dell'infanzia è permessa l'iscrizione ai bambini con 28
mesi compiuti (prima erano 36), non ha carattere di obbligatorietà.
Nella scuola primaria è prevista l'iscrizione di un bambino a partire dai 5 anni e mesi 4
compiuti. Fino dal primo anno è previsto l'insegnamento dell'inglese e dell'uso del computer e
di una valutazione biennale. Abolizione dell'esame di 5ª elementare.
I programmi ministeriali hanno subito un cambiamento drastico per quanto riguarda lo
studio delle materie storia, geografia, scienze.

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nºclasse Storia Geografia Scienze

1ª Avviamento disciplina Avviamento disciplina Avviamento disciplina

Conoscenza degli
Concezione del tempo in Conoscenza paesaggi e
2ª elementi/fenomeni naturali e
generale e del proprio concezione orientamento
degli animali

Studio dalla Preistoria alla Conoscenza approfondita dei Studio approfondito di animali,

scoperta della scrittura paesaggi piante; fenomeni naturali

Studio dei paesaggi, Studio della natura e della


4ª Studio delle civiltà antiche comprensione della struttura corporea degli
suddivisione dello Stato Italiano animali

5ª Studio della civiltà Romana Studio delle regioni italiane Studio del corpo umano

Nella scuola secondaria di primo grado è prevista una valutazione dopo il secondo anno,
mentre al termine del terzo l'esame di Stato. La durata dell'anno scolastico veniva ridotta a
ventisette settimane, e si riducevano da tre a due le ore di insegnamento della seconda lingua
comunitaria (solitamente lingua francese); era prevista l'introduzione del cosiddetto
"portfolio", un dossier che documentava le esperienze, scolastiche o meno, tramite le quali
ogni studente aveva acquisito le varie "abilità". Come per la scuola primaria, anche nella
scuola secondaria di primo grado veniva abolito il tempo prolungato.
Nella scuola secondaria di secondo grado è previsto un primo biennio e un secondo biennio al
quale si aggiunge un ulteriore anno. La maturità è necessaria per accedere all'Università degli
studi. Nelle scuole professionali è prevista una durata graduata nel corso degli anni con
periodi di alternanza fra scuola e lavoro. Al termine di tre anni viene consegnato un diploma
di qualifica. Ha dato inizio inoltre all'adeguamento agli altri Stati europei (con l'alternanza
scuola-lavoro appunto e prevedendo la laurea, almeno in Scienze della formazione primaria,
obbligatoria per i docenti di scuola primaria). È possibile cambiare indirizzo senza dover
perdere gli anni già superati e facendo solo un piccolo esame integrativo delle materie
differenti tra gli altri indirizzi (le materie base quali: matematica-storia ecc. fanno le stesse
tappe per tutti gli indirizzi).

23.- A. La riforma Moratti introdusse i piani di studio personalizzati che: prevedevano un


nucleo fondamentale di materie obbligatorie, omogeneo su base nazionale ed una quota di
materie riservata alle regioni, anche collegata alle realtà locali; materie opzionali e laboratori
secondo il progetto professionale di ciascuno.

24.- B. Le scuole in Italia durante la riforma del cattolicesimo sulla spinta del Concilio di
Trento sono sorte come reazione alla secolarizzazione della Curia romana, per il recupero di
un’esperienza religiosa più intima, una scelta di vita religiosa intesa come diretta
testimonianza dei valori evangelici nell’impegno sociale e educativo. È all’interno di questa
«tradizione», di un Cattolicesimo emendato per forza propria, che ha origine la scuola

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popolare, di cui faccio cenno qui solo alle espressioni più mature: il modello delle Scuole Pie di
Giuseppe Colasanzio e quello introdotto dai Fratelli delle Scuole Cristiane di Giovan Battista
de La Salle.

25.- C. Quando avvenne la secolarizzazione dell’istruzione? Nel ‘700. La bolla papale del 1773
Dominus ac Redemptor noster, con il quale fu soppresso l'ordine dei Gesuiti ebbe una grande
rilevanza in quel generale processo di "secolarizzazione dell'istruzione" che vedeva impegnati
in prima fila i sovrani illuminati austriaci (Maria Teresa e Giuseppe II). Ancora più importante
fu la legislazione scolastica del periodo napoleonico: secondo gli ideali rivoluzionari, la scuola
doveva essere laica e gratuita.

26.- B. La scuola dell’800 ricalca un particolare modello organizzativo: quello industriale.


Nell'Ottocento si compie un processo che produce una crescita sociale della scuola, un suo
sviluppo nell'organizzazione, che rispecchia molto da vicino quella industriale, un ruolo
politico più forte. Siamo di fronte ad una scuola ormai lontanissima da quella dell'ancien
régime, adesso laicizzata e organizzata in un preciso programma didattico che ha dato, con
strumenti giuridici e con interventi amministrativi, un volto nuovo alla vita scolastica; che ha
assunto sempre più un aspetto apertamente disciplinare, di controllo, di sanzione e insieme di
produzione di comportamenti delineati come normali e che escludono ogni possibilità di
devianza, per andare verso una scuola più uniforme, più conformatrice, più rigida nelle
strutture e nei comportamenti, più programmata e più laica: una scuola più razionale, da un
lato, e più democratica e aperta alle varie classi sociali, dall'altro.

27.- D. La legge Coppino del 15 luglio 1877, a proposito dell’alfabetizzazione, non sortisce:
migliori risultati per quel che riguarda il proposito dell’alfabetizzazione, nonostante lo
stanziamento dei fondi necessari ai Comuni per istituire le scuole occorrenti, e l’imposizione
ai genitori di inviare i propri figli a scuola fino all’età di 9 anni. Mancavano, però, ancora le
sanzioni contro gli inadempimenti, il termine prescrittivo di adempimento dei loro obblighi
per i Comuni, e soprattutto, la coscienza popolare della valenza e della necessità
dell’istruzione.

28.- C. Dai tre anni di obbligatorietà della scuola elementare sanciti dalla legge Coppino si salì
fino al dodicesimo anno d’età dell’allievo con: la legge Orlando 1904. Siamo a inizio secolo e la
discussione sul tema della scuola è molto accesa. Infatti appena sette anni dopo la legge
Orlando (1911) viene promulgata la legge Daneo-Credaro che definì la scuola elementare
come una scuola di tipo statale e i maestri diventarono quindi impiegati dello Stato. Tale
trasformazione mirava a un maggior controllo sulla frequenza degli scolari, e a una più
efficace lotta all’analfabetismo, puntando anche all’unificazione del sistema scolastico
nazionale, disattesa quest’ultima a causa dell’arretratezza sociale ed economica di molte zone
del sud che mettevano ancora più in evidenza il forte divario esistente con il nord.

29.- B. "Nella scuola lo Stato realizza se stesso… Perciò lo Stato insegna e deve insegnare.
Deve mantenere e favorire le scuole…". L’affermazione è: di Giovanni Gentile. Intorno a questa
frase ruota l’idea di riforma scolastica del filosofo, che riserva alle classi più modeste e meno
abbienti l’educazione del lavoro, ritenuta una degli obiettivi primari del processo educativo, e
svolta attraverso la frequenza della scuola di avviamento professionale, riordinata dalla L. 22-
4-1932, n. 490.

30.- A. La carta della scuola 1939 è dovuta a: Giuseppe Bottai. L’allora Ministro della P.I
Giuseppe Bottai propose una riforma complessiva del sistema scolastico, nella quale

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esprimeva la consapevolezza della necessità di una scuola di massa, distinta e gerarchizzata al
suo interno, per le esigenze dell'economia e del regime. Anche a causa dello scoppio della
Seconda Guerra Mondiale, rimase sulla carta, ad eccezione della legge del 1940 che creava la
Scuola media, triennale, unificando i corsi inferiori di Licei, Istituti tecnici ed istituti
magistrali, ma lasciando permanere un secondo canale costituito dalla Scuola di Avviamento
professionale.

31.- D. I programmi provvisori del 1945, emanati subito dopo la Liberazione, furono:
elaborati da una Commissione interalleata, insediata nel 1944. Subito dopo la Liberazione
un'apposita commissione, presieduta dagli alleati, compila in via provvisoria i programmi
della scuola, eliminando gli aspetti ideologici più marcati, ma mantenendo inalterata la
struttura complessiva.
Gli ispiratori del testo programmatico del 1945 furono il Colonnello Carleton W. Washburne
per la parte alleata e il pedagogista Giorgio Gabrielli per quella italiana; tale testo era stato
elaborato da una Commissione interalleata, insediata nel 1944.

32.- B. L’idea di scuola che emerge dalla Costituzione della Repubblica italiana promulgata il
27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, è: una scuola democratica, ponte di
passaggio tra la famiglia, primigenio nucleo formativo della persona, e la società come luogo
di integrazione con gli altri individui e di esplicazione della propria personalità.

33.- A. Quale articolo della Costituzione dice: “È dovere e diritto dei genitori mantenere,
istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nel caso di incapacità dei
genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti”? Art. 30. L’art. 9 dice: “La
Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il
paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della nazione”. L’art. 33 dice: “La Repubblica
detta le norme generali sull’istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo
Stato”. (.....) L’art. 3 dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
Legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali. Etc.”.

34.- C. Quale articolo della Costituzione è alla base della legge sull’integrazione degli alunni
disabili nella scuola comune? Art. 38, che dice: “Gli inabili e i minorati hanno diritto
all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in quest’articolo provvedono
organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato”.

35.- B. Il presupposto dell’istituzione della scuola media unica è: in alcuni articoli inattuati –
fino al 1962 – della Costituzione. Va detto subito che essa trova i suoi presupposti in alcuni
articoli inattuati della Costituzione: nello specifico si dà finalmente seguito all'articolo 34
(istruzione obbligatoria per almeno otto anni) per cui si viene a prescrivere che la fascia
dell'obbligo venga elevata fino all'età di 14 anni e abbia carattere gratuito. Nell'intenzione del
legislatore viene auspicato che questo segmento di istruzione sia chiamato a svolgere non già
una funzione di filtro selettivo, come avveniva nella vecchia scuola media, bensì abbia il
compito di formare su un ampio ventaglio di materie i preadolescenti, favorendo così la scelta
del percorso a loro adatto nel successivo ciclo di studi. Recita la legge infatti all'art.1: “La
scuola media concorre a promuovere la formazione dell’uomo e del cittadino secondo i
principi sanciti dalla Costituzione e favorisce l’orientamento dei giovani ai fini della scelta
dell’attività successiva”. Infatti la nuova Scuola media riunifica in un unico ambito la
molteplicità delle opzioni presenti dopo il ciclo primario che obbligava, con la precedente

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normativa, le famiglie a una scelta di vita sin troppo precoce, con un'opzione che, impedendo
all'utenza di vivere la scuola come una reale opportunità di crescita sociale, si poneva in
contrasto con lo spirito egualitario teorizzato dell'articolo 3 della Costituzione.

36.- C. Nella premessa ai nuovi programmi del 1979 si afferma che: è finalizzata all'accesso
alla scuola secondaria di secondo grado pur costituendo il presupposto indispensabile per
ogni ulteriore impegno scolastico e dunque meno propensa ad appiattirsi su una funzione
meramente 'ginnasiale' come di fatto accadeva nella vecchia scuola media della riforma Bottai
del 1940.

37.- D. La L. 18-3-1968, n. 444 istituisce: istituisce la scuola materna statale che "accoglie
bambini nell’età prescolastica dai tre ai sei anni”.

38.- B. Nel 1971 con quale legge fu ridotto il numero massimo di alunni per ciascuna classe a
25? Con la legge 24-9-1971, n. 820 istitutiva della scuola "a tempo pieno". Riduce il numero
massimo di alunni per ciascuna classe a 25, avvia la sperimentazione di attività integrative
che affiancano le materie curricolari richiedendo un impegno scolastico temporale più lungo e
il coinvolgimento di tutti i docenti in lavori integrati e pluridisciplinari.
L’intento della L. 820/71 è, dunque, quello di fornire alla scuola nuovi strumenti e metodi in
grado di garantire una "piena e completa" educazione.

39.- A. La legge 30 luglio 1973, n. 477: delega il Governo a emanare norme sul riordinamento
dell’organizzazione della scuola e sullo stato giuridico del personale direttivo, ispettivo,
docente e non docente della scuola dello Stato. Da questa legge delega scaturirono i decreti
delegati del 1974.

40.- C. Cosa introducono di rilevanti i decreti delegati nella scuola italiana? Una delle opzioni
di risposta è inesatta, quale? Il governo della scuola si apre alla politica. Si apre alla
partecipazione degli utenti alla gestione della scuola, ma non alla politica.

41.- D. Secondo la legge 517/77 l’integrazione degli alunni diversamente abili deve avvenire
didatticamente attraverso: attività di sostegno ad hoc predisposte e realizzate da insegnanti
specializzati il cui ingresso nella scuola rompe l’impostazione didattica individualistica
tradizionale per consentire "l’apertura delle classi" e la "collegialità dell’insegnamento".

42.- B. Con quale legge nella rinnovata scuola elementare trovò posto anche l’insegnamento di
una lingua straniera? Con La Legge 114/93. La legge 517/77 (A), invece introdusse una nuova
modalità di valutazione degli alunni, abolì le classi differenziali e avviò l’integrazione degli
handicappati nelle classi comuni. La legge 5-6-1990, n. 148 (C) dà attuazione alla tanto attesa
ed auspicata riforma dell’ordinamento della scuola elementare.

43.- B. Il Testo unico: D.Lgs. 16-4-1994, n. 297 esaurisce in sé la disciplina in materia di


istruzione? NO. La legislazione confluita nel Testo unico vige — secondo quanto disposto
dall’art. 676 — nella formulazione da esso risultante; quella non inserita resta ferma nella sua
vigenza; quella che risulti ad esso contraria o incompatibile è abrogata.
La chiarezza testuale della norma finale ci fa intendere che, pur sostituendosi alla legislazione
scolastica previgente con l’intento di coordinare disposizioni talora contrastanti o di ambigua
interpretazione, il Testo unico non esaurisce in sé la disciplina in materia di istruzione.
Altre fonti vanno, infatti, a completare il quadro normativo scolastico:

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— le disposizioni in materia contrattuale succedutesi nel tempo a partire dal D.P.R. 10-4-
1987, n. 207 fino al contratto collettivo nazionale di categoria stipulato il 4 agosto 1995;
— la disciplina del pubblico impiego che trova applicazione anche per il personale della
scuola (D.P.R. 10-1-1957, n. 3; D.Lgs. 3-2-1993, n. 29 e succ. modif.);
— la congerie di norme di fonte secondaria (decreti ministeriali, circolari, regolamenti)
necessariamente escluse dal Testo unico perché la delega di cui alla L. 121/91 era riferita a
disposizioni di natura legislativa;
— le norme di legge intervenute successivamente a regolare la materia scolastica.

44.- D. La Carta dei servizi scolastici è adottata: dal Consiglio di circolo o di istituto. Ai sensi
dell'art. 2 del D.P.C.M. 7 giugno 1995, pubblicato sulla G.U. n. 138 del 15 giugno 1995, le
istituzioni scolastiche adottano, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del predetto
decreto, una "Carta dei servizi scolastici". La Carta dei servizi scolastici è adottata dal
Consiglio di circolo o di istituto, che a tal fine acquisisce preventivamente il parere del collegio
dei docenti. Quest'ultimo ha carattere vincolante per gli aspetti pedagogico-didattici.

45.- A. L’adozione della Carta dei servizi scolastici (DPCM 7-5-1995) impegna: ciascuna unità
scolastica a garantire un servizio più orientato allo studente e perciò qualitativamente
migliore perché ancorato a precisi standard o fattori di qualità. Le altre opzioni sono errate C
e B perché a seguito del conferimento dell’autonomia scolastica e della personalità giuridica
alle scuole non c’è più il vincolo gerarchico di messa a conoscenza degli Organi superiori delle
decisioni assunte dagli OO.CC. della scuola; la risposta B è la risposta “distrattore”, perché
rientra nella carta dei servizi declinare il tipo di servizio offerto, le modalità ed i tempi
attuativi, soprattutto per quanto riguarda le pratiche amministrative.

46.- C. A quale articolo della Costituzione dà applicazione la legge n. 241/90, in riferimento


alle autonomie locali: all’art. 5. La Legge 7 agosto 1990 n. 241, che detta le nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto d’accesso ai documenti amministrativi,
meglio nota come legge sulla “trasparenza amministrativa”, crea rispetto al passato un nuovo
rapporto tra la Pubblica Amministrazione ed i cittadini.
Nasce quindi, forte l’esigenza, di dar voce, ma soprattutto piena applicazione all’articolo 5
della Costituzione, che sancisce che la Repubblica Italiana riconosce e promuove le autonomie
locali, attua nei servizi dello Stato il più ampio decentramento amministrativo e adegua i
principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

47.- B. Il decentramento amministrativo si realizza secondo il principio: di sussidiarietà.


Infatti, in base a questo principio le funzioni devono essere assegnate al livello di governo in
cui possono essere meglio esercitate nell’interesse delle comunità locali con la conseguente
attribuzione della generalità dei compiti e delle funzioni amministrative agli Enti Locali, al fine
di favorire l’assolvimento di funzioni e compiti di rilevanza sociale all’Autorità
territorialmente e funzionalmente più vicina ai cittadini.

48.- A. La parola magica nei documenti ministeriali sull'autonomia è: flessibilità. L’autonomia


didattica consisterà nella formulazione dei curricoli a livello delle scuole. In pratica ogni
scuola, in base alle indicazioni nazionali (su cosa e come si deve conoscere alla fine dell'anno)
dettate dal Ministero della Pubblica Istruzione, fissa gli obiettivi formativi, con riferimento
agli indirizzi delle singole discipline, come indicati negli obiettivi formativi specifici. Non
esisteranno più i programmi nazionali da svolgere, ma solo una serie di capacità che ogni
studente dovrà possedere a fine anno. Tutto l’insegnamento dovrà essere perciò regolato sui
ritmi di apprendimento del singolo alunno.

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49.- D. Le parti dei curricoli sono: 3. I curricoli saranno composti da tre parti:
- una quota di discipline ed attività obbligatorie, stabilite dal Ministero, insieme al loro
relativo monte ore minimo (quota obbligatoria nazionale);
- una quota di discipline obbligatorie d’istituto, relative ai diversi indirizzi;
- una quota di discipline liberamente scelte dalle scuole. I curricoli possono poi essere
integrati con discipline ed attività facoltative.

50.- C. La L. 10-12-1997, n. 425 riforma: l’esame di maturità conclusivo degli istituti di


istruzione secondaria superiore.

51.- B. La L. 20-1-1999, n. 9 dispone che: l’obbligo di istruzione è elevato da otto a dieci anni.
La L. 20-1-1999, n. 9 dispone che, a decorrere dall’anno scolastico 1999-2000 l’obbligo di
istruzione è elevato da otto a dieci anni. Tuttavia, in sede di prima applicazione della legge,
l’obbligo avrà durata novennale fino ad estendersi — in concomitanza al generale riordino del
sistema dei cicli scolastici — al diciottesimo anno di età (cd. obbligo formativo) con un corso
di studi a conclusione del quale gli studenti possono acquisire un diploma di scuola
secondaria superiore o una qualifica professionale.

52.- D. Con la legge 10-2-2000, n. 30 venne varata: la riforma dei cicli. O riforma Berlinguer-
De Mauro, che avrebbe dovuto sostituire la scuola elementare e la scuola media con un unico
ciclo di sette anni seguito da un secondo ciclo di cinque (di cui i primi due obbligatori e i
restanti tre facoltativi), anticipando la conclusione degli studi secondari superiori ai 18 anni
di età e rimandando la scelta dell’indirizzo della secondaria superiore al 15° anno di età, dopo
la frequenza, all’inizio del secondo ciclo, di un biennio comune ed eguale per tutti. Stretto
corollario della riforma Berlinguer-De Mauro è la legge 10-3-2000, n. 62 (“Norme per la parità
scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”): in essa compare una nuova
entità, denominata “sistema nazionale di istruzione”, di cui fanno parte le scuole statali, le
scuole paritarie private e le scuole degli enti locali; la legge definisce i requisiti necessari per il
riconoscimento della “parità scolastica” alle scuole private, e le modalità per il loro
finanziamento da parte dello Stato tramite le regioni, grazie a un’ingegnosa interpretazione
dell’articolo 33 della Costituzione (terzo comma: «Enti e privati hanno il diritto di istituire
scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato»).

53.- B. Il decreto legislativo 30-3-2001, n. 165 definisce: ruolo e mansioni del dirigente
scolastico (non più “preside”) all’interno delle istituzioni scolastiche autonome.

54.- C. Ad appena tre anni dall’entrata in vigore la riforma Berlinguer-De Mauro fu abrogata:
dalla riforma del Ministro Moratti. La riforma Moratti sostituisce bensì il sistema nazionale di
istruzione con il sistema educativo di istruzione e formazione, ma non abroga la legge
62/2000 sulla parità scolastica.

55.- A. La scuola dell'infanzia secondo la riforma Moratti: Dai 3 ai 5 anni ma non obbligatoria.
Chi la frequenta matura però un bonus (credito) utilizzabile nella scuola dell'obbligo.

56.- B. Nella riforma Moratti come cambia l’esame di maturità? Tutti i membri della
commissione, a eccezione del presidente, sono interni. L'esame era articolato su tre prove
scritte: una, multidisciplinare, unica a livello nazionale; un'altra d'italiano affidata alla

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commissione; una terza, diversa a seconda del tipo di scuola, sempre affidata alla
commissione. Una prova orale era facoltativa, a richiesta del maturando.

57.- C. Con il riordino dell’istruzione professionale si supera: nell’attuale sistema la


sovrapposizione con l’istruzione tecnica ponendo le basi per un raccordo organico con il
sistema d’istruzione e formazione professionale di competenza delle regioni.

CTP – CPA EDUCAZIONE DEGLI ADULTI E ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

58.- B. Per personalizzare il percorso di un adulto che rientri in formazione, CTP e Istituti di
istruzione superiore di secondo grado possono stringere Accordi di Rete ai sensi dell’art.7 del
Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275.

59.- A. L'Ordinanza del Ministro della pubblica istruzione del 29 luglio 1997, n. 455 istituisce
e disciplina: i Centri Territoriali Permanenti. I Centri Territoriali Permanenti (CTP), istituiti
con l’Ordinanza Ministeriale 455 del 1997, occupano oggi più che mai un posto di primo piano
all’interno del segmento formativo rivolto agli adulti e ai giovani adulti italiani e stranieri. Fin
dalla loro creazione i CTP si sono connotati come luoghi di lettura dei bisogni, di
progettazione, di concertazione, di attivazione e di governo delle iniziative di istruzione e
formazione destinate alla popolazione adulta.

60.- C. Ai sensi della Circolare Ministeriale n 7809 del 25 luglio 1990 in caso di frequenza
parziale dei corsi: va comunque effettuata la valutazione del profitto conseguito.

61.- B. Come per l’ASL anche per i PCTO i corsi del secondo ciclo ex alternanza scuola-lavoro,
da chi sono progettati, attuati e valutati? Dall’istituzione scolastica e formativa in
collaborazione con le imprese, con le rispettive associazioni di rappresentanza e con le
camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

62.- D. Secondo l'art. 5. del Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77 da chi è svolta la funzione
tutoriale nei percorsi in alternanza oggi PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per
l’orientamento)? Dal docente tutor interno e dal tutor esterno.

63.- B. La Circolare Ministeriale n. 305 del 20 maggio: "introduce importanti innovazioni


organizzative e didattiche nell'impianto didattico ed organizzativo dei corsi serali".

64.- B. Da parte di chi sono oggetto di verifica e valutazione i PCTO? I PCTO sono oggetto di
verifica e valutazione da parte dell'istituzione scolastica o formativa.

65.- D. Qual è il ruolo del docente tutor interno nei percorsi di PCTO in base all'art. 5 comma 2
Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77? Il docente tutor interno svolge il ruolo di assistenza
e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza.

66.- A. L'Ordinanza del Ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca del 3.12.2004,
n. 87 disciplina: il passaggio dal sistema della formazione professionale e dall’apprendistato al
sistema dell’istruzione.

67.- B. Quali sono le funzione del tutor formativo esterno previste dall'art.5 D.lgs. 77/2005
comma 3? Il tutor formativo esterno favorisce l'inserimento dello studente nel contesto

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operativo, lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o
formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei
processi formativi.

68.- C. Ai sensi della Circolare Ministeriale N 7809 del 25 luglio 1990 a quali condizioni
possono essere realizzati corsi serali presso aziende o centri formativi aziendali? qualora il
numero dei dipendenti interessati giustifichi l'istituzione del corso e venga garantito il pieno
espletamento dell'attività didattica.

69.- A. I percorsi di PCTO rientrano all'interno del piano dell'offerta formativa ? Sì, i percorsi
di PCTO sono definiti e programmati all'interno del piano dell'offerta formativa.

70.- B. Secondo il testo dell'art.7 dell' Ordinanza Ministeriale 29 luglio 1997, n. 455, quali
certificazioni può rilasciare un Centro Territoriale Permanente? titolo di licenza elementare,
titolo di licenza media, attestato delle attività di professionalizzazione o di riqualificazione
professionale, nei casi in cui siano state attivate specifiche intese, attestato delle attività di
cultura generale seguite.

71.- C. Quali sono le finalità del Comitato dell'alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO, previste
dall’art. 3 del decreto legislativo del 15 aprile 2005 n.77? Lo sviluppo, nelle diverse realtà
territoriali, dei percorsi di alternanza che rispondano a criteri di qualità sotto il profilo
educativo e di monitoraggio e della valutazione dell'alternanza scuola lavoro.

72.- B. Ai sensi della circolare ministeriale n. 7809 del 25 luglio 1990 ai fini della formazione
dei singoli corsi serali sono necessarie per le classi iniziali almeno: 30 richieste di iscrizione.

73.- A. Nel caso di attività scuola-lavoro promosse dalle istituzioni scolastiche è necessario
attivare una specifica posizione assicurativa presso l’INAIL ? Nel caso di attività scuola-lavoro
promosse dalle istituzioni scolastiche non è necessario attivare una specifica posizione
assicurativa presso ‘INAIL, a norma del DPR n.156 del 9 aprile 1999.

74.- C. L'alternanza, oggi PCTO, secondo il Decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, art. 1,
comma 1, è indicata come una modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo. In quale
sistema può essere realizzata? Sia nel sistema dei licei, sia nel sistema dell'istruzione e della
formazione professionale.

75.- C. Ai sensi del Decreto del Ministero degli Interni del 4 giugno 2010, qual è il livello di
conoscenza della lingua italiana del quadro comune di riferimento europeo che uno straniero
deve dimostrare di possedere per ottenere un permesso di soggiorno CE? A2.

76.- A. Chi verifica il corretto svolgimento dei percorsi PCTO in base all’ex art. 5 Decreto
Legislativo 15 aprile 2005 n 77? Il docente tutor interno verifica, con la collaborazione del
tutor esterno, il corretto svolgimento del percorso in alternanza.

77.- C. Con quale testo normativo viene istituita l’Alternanza Scuola-lavoro poi diventata
PCTO? D.l.vo 77/2005. L’alternanza scuola-lavoro poi diventata PCTO si configura,
nell’attuale sistema formativo, come strumento di raccordo tra istruzione e formazione
professionale, partendo da tre assunti:
• L’Italia è in grave ritardo rispetto agli obiettivi di Lisbona, come è confermato dalle
indagini internazionali PISA e OCSE;

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• Il nuovo contesto europeo, l’autonomia scolastica e il decentramento amministrativo
hanno ridistribuito responsabilità,funzioni e compiti, soprattutto per quanto attiene al
rapporto fra istruzione e formazione professionale;
• La scuola non è più l’unica agenzia formativa, ma agisce all’interno di una rete
policentrica di organizzazioni, istituzionali e non, formali e non formali .
Oggi il mondo del lavoro va sempre più affermandosi come centro di apprendimento che
ribalta il rapporto gerarchico tra sapere teorico e sapere pratico, stabilendo una equivalenza
tra competenze acquisite in aula e competenze acquisite sul lavoro. Il nuovo principio che ne
deriva è che in tutti i percorsi formativi certe competenze possono essere acquisite a pieno
titolo non solo da un lavoratore che torna in formazione, ma anche da uno studente che, in
quanto tale, fa un’esperienza di lavoro.

78.- A. L’Alternanza Scuola-lavoro, oggi PCTO, è indirizzata: Al sistema dei licei e all’istruzione
tecnico-professionale.

79.- D. I progetti di Alternanza Scuola-lavoro, oggi PCTO, sono strumenti preziosi per le stesse
aziende, in quanto: Rappresentano per le aziende un investimento strategico in capitale
umano, come si afferma nell’ European Roundtable of Industrialists del 1983, che altro non è
che la Tavola rotonda europea degli industriali, ERT abbreviato, è un influente gruppo di
pressione nella Unione europea composta da circa 50 dirigenti industriali europei che
lavorano per rafforzare la competitività in Europa . Il gruppo lavora sia a livello nazionale che
europeo. Un esempio più recente dell’influenza-collaborazione tra l’ERT e Commissione
europea è rappresentato dal nuovo obiettivo UE di diventare “l'economia della conoscenza più
competitiva e dinamica del mondo”. Lanciata nel 2000, questa “Strategia di Lisbona” ed alcune
delle sue caratteristiche (per esempio il cd “benchmarking” delle performance economiche
degli stati membri) sono molto care alle idee tradizionalmente attribuite all’ERT. Nel quadro
di rapporti pubblicati a cavallo tra fine anni ‘90 e inizio 2000, l’ERT elaborò l’obiettivo di
fondo della strategia: l’innovazione basata sulla conoscenza, la competizione dinamica ed un
Mercato Unico degno di questo nome dovrebbero incentivare la crescita economica e
generare posti di lavoro. Non sorprende quindi che, nei suoi rapporti regolari, l’ERT adesso
punti il dito contro la lentezza con la quale l’Europa stia avanzando nel senso di traguardi che
essa stessa ha contribuito a fissare.

80.- C. Quale tra questi atti amministrativi è necessario alla scuola nella fase istruttoria dei
percorsi formativi di alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO? La stipula di apposita convenzione
con l’impresa partner. Ma che cos’è una convenzione? Accordo raggiunto fra due o più
persone (in questo caso tra una scuola ed un’impresa partner), mediante il quale ciascuna
delle parti si obbliga a mantenerne i reciproci impegni: c. alternanza; c. commerciale, c.
doganale, c. navale.

81.- D. Cos’è la sperimentazione SIRIO? È un progetto di sperimentazione scolastica che


favorisce l’approccio ai saperi in età adulta. Il progetto SIRIO è un nuovo modello di
organizzazione per il settore della formazione degli adulti. L'idea-forza di questo progetto
consiste in un percorso flessibile che valorizza l'esperienza di cui sono portatori gli studenti e
che si fonda sia sull'approccio al sapere in età adulta sia sull'integrazione di competenze in
genere separate come quelle relative alla cultura generale e alla formazione professionale.

82.- B. L’Alternanza Scuola Lavoro e la disabilità, come oggi i PCTO, secondo l’art. 4, quinto
comma, del D.Lgs n. 77/2005: È rivolta agli alunni con disabilità e va particolarmente

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promossa e valorizzata, offrendo agli allievi opportunità formative adeguate alla loro
condizione, che promuovano l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro
(art. 4, quinto comma, del D.Lgs n. 77/2005).
Occorre infatti promuovere una programmazione e personalizzazione delle attività
congiuntamente con le imprese/enti disponibili, che assuma ad imprescindibile e scrupoloso
riferimento il PEI dello studente, nello spirito dei principi ispiratori della legge n. 104/1992.
I tempi e le modalità di svolgimento dei percorsi terranno coerentemente conto degli obiettivi
didattici e formativi del ragazzo e potranno essere opportunamente flessibilizzati, nella
durata e nella distribuzione annuale, al fine di offrire il supporto più adeguato allo studente
interessato.

83.- A. Quando vengono istituiti i Centri Territoriali Permanenti? Nel 1997 (OM 455).

84.- B. Quali sono le quattro aree dell’alfabetizzazione funzionale EDA indicate nella direttiva
22 del 2001? Dei linguaggi, Socio-economica, Scientifica e Tecnologica. Le quattro aree
accolgono una parte della tradizione disciplinare dei percorsi scolastici arricchita da
contenuti emergenti che interessano il panorama culturale dell’istruzione di base rivolta agli
adulti. Discipline come la geografia, la storia, la seconda lingua, la matematica, ricollocano i
loro contenuti dentro gli standard assieme a discipline tradizionalmente non appartenenti ai
percorsi scolastici della scuola dell’obbligo, come diritto, economia, tecnologia e connotano
l’orientamento sociale dell’Educazione degli adulti.

85.- B. I Centri Territoriali Permanenti ai sensi del DM del 25 ottobre 2007 sono trasformati
in: Centri Provinciali per l’Istruzione agli Adulti. Con l’anno scolastico 2014/2015 prendono
avvio i nuovi Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). I nuovi centri svolgeranno
le funzioni finora realizzate dai Centri Territoriali Permanenti (CTP) e dalle Istituzioni
scolastiche sede di Corsi serali.

86.- D. Possono essere inseriti nei percorsi di EDA i soggetti diversamente abili? Sì,
nonostante gli organici dei centri EDA non prevedano docenti di sostegno. L’educazione degli
adulti in riferimento ai soggetti con problemi di disabilità nei centri EdA è sì una sfida, ma non
un discorso a parte o aggiuntivo, anzi. Sia gli attuali CTP che i prossimi CPIA devono anch’essi
considerare a tutto tondo la presenza, ideale oltre che fattuale, della diversità come
manifestazione connaturata alla vita, nel suo impasto di natura/cultura, significa
considerarne il valore e il potenziale, la suscettibilità trasformativa e trasformatrice e, non
ultimo, ritenere che l’integrazione di tali diversità sia, al fondo, il motore stesso
dell’educazione.

87.- D. Qual è la consistenza organica dei centri EDA rispetto alla consistenza dell’utenza? 1
docente ogni 12 studenti.

88.- A. Le finalità e gli obiettivi dell’educazione degli adulti, in ambito europeo, sono stati
definiti: nella Conferenza di Amburgo nel 1997 che ha riconosciuto il diritto
all’alfabetizzazione, alla formazione, all’educazione permanente e fissato gli obiettivi sociali
dell’educazione permanente: l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, la lotta alla
disoccupazione, l’accoglienza agli immigrati, l’integrazione degli emarginati.
L’ottica è di fornire occasioni di esercitare una cittadinanza attiva in ogni fase dellavita,
intervenendo su tutte le forme di esclusione e per tutte le fasce d’età.”
Le altre risposte sono errate, perché (B) nel trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 sono
state fatte modifiche i trattati UE con riferimento all'unione economica e monetaria, all'unione

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politica, istituendo la politica estera e di sicurezza comune e la cooperazione nel settore della
giustizia e degli affari interni e istituita la Commissione europea per l’educazione. Nel trattato
di Amsterdam (C) del 1997 si rivedono alcuni punti problematici del trattato di Maastricht e si
prepara il futuro allargamento dell’UE. Nel trattato di Nizza (D) del 2001, trattato
fondamentale dell'Unione europea, perché riguarda le riforme istituzionali da attuare in vista
dell'adesione di altri Stati.

89.- A. Quanti docenti di scuola secondaria superiore sono previsti in un centro EDA di 120
alunni? 1 per ogni asse disciplinare previsto dalle leggi sull’obbligo scolastico.

90.- C. I centri EDA: Stipulano accordi con le istituzioni scolastiche per il conseguimento dei
diplomi.

91.- A. Chi certifica le competenze acquisite dagli studenti nei percorsi di alternanza, oggi
PCTO? L'istituzione scolastica o formativa. L’articolo 6 del D.L. n° 77 del 15/04/2005,
"Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, a norma dell'articolo 4
della legge 28 marzo 2003, n. 53", prevede la valutazione, certificazione e riconoscimento
delle competenze acquisite nei percorsi in “alternanza”. Tale certificazione costituisce crediti
per il proseguimento del percorso scolastico o formativo e per gli eventuali passaggi tra i
sistemi.

92.- C. Indicare fra le scelte proposte quali sono gli studenti che possono svolgere
l'alternanza, oggi PCTO: Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età.

93.- B. Quale norma ha istituito l'alternanza scuola lavoro? La Legge di bilancio 2019 (L.
145/2018: art. 1, co. 784-787) che oltre a modificarne il nome, ne ha ridotto il numero di ore
minimo complessivo da svolgere. In particolare, i nuovi percorsi avranno una durata
complessiva minima di:
210 ore nel triennio terminale dei percorsi di istruzione professionale (a fronte delle
previgenti 400 ore dei percorsi di alternanza scuola-lavoro);
150 ore nel secondo biennio e nel quinto anno degli istituti tecnici (a fronte delle previgenti
400 ore dei percorsi di alternanza scuola-lavoro);
90 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei percorsi liceali (a fronte delle previgenti 200
ore dei percorsi di alternanza scuola-lavoro).

94.- B. Secondo il testo dell'art.1 dell'Ordinanza Ministeriale 29 luglio 1997, n. 455, qual è il
flusso di utenza sulla base del quale poteva essere istituito un CTP? 90/110 utenti.

ITS E IFTS ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE

95.- A. È un nuovo percorso formativo di livello post-secondario di tipo non universitario:


L’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS). È nata in seguito all’applicazione
dell'articolo 69 della legge 17 maggio 1999 n. 144, che ha istituito il sistema dell'Istruzione e
Formazione Tecnica Superiore, prevedendo l'istituzione di un apposito Comitato Nazionale
con il compito di definire le linee guide e la programmazione, progettazione e realizzazione
dei corsi di Istruzione Formazione Tecnica Superiore.

96.- D. I punti di forza dei corsi IFTS: l’integrazione di 4 sistemi: scuola, università,
formazione professionale, aziende sinergicamente coinvolte nel processo formativo avviato.

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97.- B. Roberto non ha la capacità di comprendere e scrivere la lingua inglese, può entrare in
un corso IFTS? NO. I requisiti minimi per l'accesso al percorso formativo dell'IFTS sono delle
competenze specifiche verificabili e certificabili, come, per esempio, la capacità di scrivere e
comprendere la lingua italiana e la lingua inglese, la capacità d'uso del personal computer.

98.- C. Come ci s’iscrive ai corsi IFTS? Seguendo le indicazioni che si trovano nei bandi che
sono emanati dagli organizzatori del corso e che sono sicuramente resi pubblici mediante
manifesti.

99.- A. Qual è la finalità dei Poli tecnico-professionali? Condividere le risorse pubbliche e


private disponibili, ai fini di un più efficiente ed efficace utilizzo degli spazi di flessibilità
organizzativa delle istituzioni scolastiche e formative, con il pieno utilizzo degli strumenti
previsti dagli ordinamenti in vigore. Questa sinergia deve tradursi in un processo finalizzato
alla costituzione dei Poli tecnico-professionali non solo per determinare un sistema di
istruzione e di formazione coerente con i fabbisogni formativi dei processi produttivi, ma
capace di consentire la sua apertura verso momenti diversificati di approfondimento e di
specializzazione e la sua valorizzazione come risorsa utilizzata in modo sinergico con le altre
offerte culturali del territorio.

100.- B. In quale sede è stata decisa l’uscita delle linee guida per realizzare misure di
semplificazione e promozione dell'istruzione tecnico professionale a norma dell'art. 52 del
Decreto Legge n.5/2012 convertito, con modificazione, dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35? Nella
Seduta della Conferenza Unificata del 26 settembre 2012, dove si raggiunse l’intesa
riguardante l'adozione di linee guida per consolidare e sviluppare i rapporti tra istituti tecnici,
istituti professionali, centri di formazione professionale e imprese e tracciano la mappa dei
collegamenti tra aree economiche e professionali, filiere produttive, cluster tecnologici, aree
tecnologiche, ambiti e figure degli ITS, gli indirizzi degli istituti tecnici e degli istituti
professionali, i diplomi e le qualifiche professionali. Le linee contengono gli standard per
realizzare i Poli tecnico professionali e indirizzi per l'istruzione tecnica superiore.

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