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L’istruzione negli Stati italiani preunitari mostra un quadro molto differenziato, non solo vi erano diversità tra

uno stato e l’altro, ma le rispettive politiche scolastiche conoscevano tentativi di innovazione da un lato, e di
arretramento dall’altro; in particolar modo la regione più avanzata da questo punto di vista era quella del
lombardo Veneto dove si era instaurata una buona rete di scuole elementari professionali e normali, ovvero
quella per la formazione degli insegnanti non a caso la Regione Lombardo Veneto risulterà nel censimento
del 1861 la regione più alfabetizzata dello Stato.

Lo sviluppo scolastico e la sua diffusione in tutto il territorio italiano si deve ai Processi di modernizzazione
sul piano economico, agricolo, e sociale effettuati dalla nascente spinta della borghesia. sarà infatti la
borghesia a puntare sulle scuole in particolar modo le scuole tecniche per la modernizzazione
dell’agricoltura, per la nascente industria e in questo modo si allargò l’affluenza scolastica che non era più
solo limitata all’aristocrazia e alla nobiltà ma anche alle piccole famiglie borghesi. un importante esponente
politico che riformò con l'obiettivo di modernizzare la società di conseguenza quindi anche quella scolastica
su Camillo benso di Cavour che appunto attuò questa riforma all’interno del Regno di Sardegna. Dopo la
restaurazione del 1815 vanno ricordati due in particolar modo provvedimenti attuati:

la reggia lettera del 1847 dove Carlo Alberto istituiva il ministero dell’istruzione che aveva come compito
quello di sorvegliare l’istruzione che venisse attuata attraverso sane dottrine questo andò anche molto in
conflitto con la chiesa di cui prerogative in campo scolastico vennero ridotte

legge Boncompagni del 1848 che poneva sotto il controllo dello Stato l’istituzione pubblica e privata sia dal
punto di vista elementare secondario che universitario limitava fortemente le prerogative religiose al
nell’istruzione e disegnava una riforma scolastica a forma piramidale che che vedeva al vertice il ministro
affiancato dal consiglio superiore della pubblica istruzione la riserva massima attenzione era per l’università
e l’istruzione classica che erano considerate scuole prettamente riservate alle classi dirigenti

Tra le più importanti riforme scolastiche della restaurazione vi è sicuramente la legge Casati

la legge Casati Che fu emanata da Vittorio Emanuele secondo nel 1859 avendo come obiettivo quello di
consolidare le istituzioni scolastiche sabaude. In particolar modo la riforma presentava un carattere
fortemente statalista e accentratore sottolineato da tutti gli osservatori in particolar modo da Carlo Cattaneo il
quale affermava che questa riforma mortificava le energie popolari e soffocavano articolazione federalista
dello Stato cercando di centralizzare l’istruzione solo nelle classi più abbienti. Il modello ispiratore nella legge
Casati è abbastanza chiaro si guarda la Germania e alla prussia che possedevano anche una vicenda
storica molto simile a quella dell’antico Ducato di Savoia la problematica che però distingueva l'Italia era lo
scontro, il rapporto con la chiesa la quale ha sempre rivendicato l altissima autorità spirituale in quanto
guida di un paese per lo più cattolico.

Legge Casati” che sanciva

● l’obbligo dell’istruzione elementare per il corso inferiore in forma gratuita a partire dai 6 anni per 4
anni impartita dai comuni, i quali avevano anche il compito di assumere insegnanti. Gli allievi
dovevano imparare a “leggere, scrivere e far di conto”. Non tutti i bambini, però, avevano la
possibilità di andare a scuola e, tra l’altro, i comuni in difficoltà economiche non potevano assumere
professionisti qualificati. Ed è qui che nascono le prime differenze. Mentre le famiglie benestanti
optarono per avere nelle proprie abitazioni insegnanti privati, quelle più povere erano costrette a
mandare i propri figli a lavorare nei campi per sbarcare il lunario e così rinunciano alla scuola: del
resto,

la “Legge Casati” non prevedeva nessuna sanzione per i genitori ‘inosservanti’ nonostante l’obbligo.
Tuttavia tra quelli ‘poveri’ qualcuno riusciva ad andarci con non pochi sacrifici a partire dai tanti
chilometri a piedi in mancanza di automobili. Quindi con la loro ‘precaria’ cartella fatta di tela di
sacco o di cartone, o di assi di legno legati da una cinghia di cuoio a tener tutto (e quel tutto era un
quaderno ed un astuccio con il pennino che si intinge nel calamaio), si incamminarono per
raggiungere i banchi di scuola: banchi di legno stretti, talmente stretti che ogni movimento era
un’impresa. Si parlerà infatti di scuole rurali (in campagna con evidenti problematiche strutturali) e
urbane solitamente più organizzate e finanziate.

● Per essere eletto maestro in una scuola pubblica elementare era necessario essere muniti di una
patente di idoneità. Questa patente si conseguiva nelle scuole normali. in Europa la necessità di una
formazione per gli insegnanti era già stata avvertita alla da parte della seconda metà del diciottesimo
secolo. Ciononostante all’interno delle scuole normali la formazione dei maestri era esilissima
perché non dovevano essere troppo colti affinché non aumentassero movimenti emancipativi o che
spingessero escalazione sociale.

La scuola normale prevedeva una durata di tre anni il biennio al termine del biennio si conseguiva la
patente per l’insegnamento il con il complimento invece del terzo anno si aveva la possibilità di
insegnare anche successivamente per accedere alla scuola normale era necessario effettuare
l'esame di ammissione che richiedeva per i maschi 16 anni compiuti invece per le femmine 15 anni.
Gli stipendi dei maestri erano a carico dello Stato ed erano molto bassi in particolar modo quelle
delle donne che venivano pagate 1 / 3 rispetto a quello degli uomini ciò nonostante l’accesso alla
scuola all’insegnamento per la donna fu il primo passo verso l’emancipazione in quanto era uno dei
pochissimi lavori intellettuali riservato alle donne e concedeva loro di studiare di alfabetizzarsi e
istruirsi un minimo. l’accesso alla scuola normale di fatti si compiva a 16 anni quando la scuola
elementare finiva a 12 per cui in questi anni di pausa l’uomo era costretto a lavorare in questo modo
era più difficile che si avvicinasse a un contesto come l’insegnamento piuttosto che la donna . Difatti
troviamo una grandissima carenza a tutt’oggi nel contesto scolastico della figura maschile Nel 1870
la scuola normale era per lo più frequentata per circa l’ottanta percento degli iscritti da donne. la
donna era vista come una risorsa all’interno del contesto scolastico dal punto di vista in sociale, in
quanto rappresentava una figura materna, meno soggetta a reati e vizi di cattivo gusto come
l’alcolismo e il brigantaggio.i maestri e in gran parte le maestre vivevano in condizioni durissime
soprattutto nelle scuole rurali che dipendevano dal comune in particolar modo dal sindaco il quale
sceglieva di nominare o far continuare un singolo docente. per le donne per cui era molto dura
subivano stupri o comunque vivono in condizioni fortemente discriminatorie in particolar modo
ricordiamo la figura di Italia donati la quale racconta le Molestie subito nel campo lavorativo che da
portarono al suicidio lasciando una lettera dove confessa tutto quello che era costretto a subire
questo creerà un forte scalpore.

con la nascita delle associazioni magistrali alla fine dell’800 la figura dei maestri iniziò a diffondersi
sul piano quantitativo e qualitativo diventando una presenza di rilievo nella comunità. le varie
federazioni e unioni si occuparono di arricchire la formazione degli insegnanti e dei maestri
organizzando conferenze, biblioteche e diffondendo riviste tecniche si ricorda “il giornale delle
maestre”. (accenno all’UMN)

● A seguito delle elementari era possibile frequentare una scuola secondaria che era costituita:

● da scuola Il ginnasio di 5 anni il liceo di tre per accedere a ciascuno degli anni era
necessario sostenere un esame di ammissione, mentre l’esame di licenza, qualcosa come il
nostro esame di maturità, era quello che si effettuava al termine degli studi i ginnasi poi
devono essere istituiti nei capoluoghi di provincia ed erano e venivano distinti in tre
categorie in base al numero degli abitanti e dalle spese che dovevano sostenere i comuni si
voleva
● Per la classe media vi era l’istruzione tecnica che aveva lo scopo di Puntare il giovane
direttamente sulla carriera per il pubblico servizio per l’industria il commercio le è una scuola
più specialistica più tecnica si divideva in scuola tecnica inferiore cioè impartire nelle scuole
tecniche e istituti tecnici che si sviluppavano in maniera differente dai ginnasti e dai licei e
prevedevano una durata di quattro anni.

ovviamente la privilegiata era l’istruzione classica perché considerata una delle migliori,
delle più complete inoltre l’unica che permetteva l’accesso all’università in particolar modo
appunto dalle classi più abbienti

● l’università promuove non solo la didattica ma anche la ricerca scientifica e si divideva in 5 facoltà
teologia e giurisprudenza medicina matematica lettera e filosofia

A seguito dell’unità d’Italia salirà al governo la destra storica. La classe dirigente proponeva una politica
scolastica piuttosto deludente caratterizzata da stanziamenti esigui, inchieste sullo stato dell’istruzione ma
prive di conseguenza o bolle contro l’analfabetismo. Lo stato di arretratezza in cui versava la nazione dal
punto di vista scolastico, per alcuni storici è considerata una “scelta politica”: dal punto di vista geografico
erano evidenti i divari tra la scolarizzazione nell'italia settentrionale, molto più progredita di quella
meridionale, inoltre venne rilevata la forte percentuale di maestri ecclesiastici che raggiungevano i 2⁄3
dell'intera classe magistrale e la diminuzione di maestri, in contrasto con l'aumento delle maestre,
nonostante venissero pagate molto meno dei precedenti. Anche dal punto di vista universitario la situazione
era in netto peggioramento, si assistette a una diminuzione degli iscritti alle facoltà di giurisprudenza e
medicina e un aumento delle facoltà di lettere ecc.

A descrivere meglio questa situazione scolastica vi furono le numeroso inchieste promosse dal governo, in
particolar modo si ricorda la relazione del consiglio superiore della pubblica istruzione del 1864 ricordata
come la “grande inchiesta” che mostrò come l'istruzione pubblica a distanza di cinque anni dall unificazione
fosse tutt'altro che brillanti, e che l'istruzione elementare si conferma la “grande malata” del sistema
scolastico. vi era un atteggiamento fortemente avverso all’ istruzione elementare sottovalutata e denigrata
dalla classe dirigente e da quella ecclesiastica che rivendicava il diritto di educare i bambini in casa o in
un’opera che la chiesa poteva e doveva guidare.

A dar vita a un cambiamento effettivo dal punto di vista scolastico e sociale fu la salita al governo di Agostino
Depretis (1976) appartenente alla sinistra. Difatti attraverso una serie di riforme impose l'obbligo scolastico,
l’abolizione della tassa sul macinato, una nuova politica agraria e allargò il diritto al voto. questa nuova
direzione politica attribuiva grande importanza allo sviluppo scolastico tra il 76 e l’86 venne aumentato lo lo
stipendio dei maestri del 10%; agevolazioni per l’edificazione di scuole nei comuni in difficoltà; istituzione di
pensioni per i maestri, introduzione della ginnastica nella scuola. la legge coppino rappresenta una dei
provvedimenti più significativi del governo depretis.

la legge coppino 1877

aveva come obiettivo primario quello di rendere effettivo l’obbligo scolastico fino a nove anni, seguito
dall’instaurazione di un’anagrafe scolastica che segnava appunto la frequenza degli studenti. l’evasione da
questo obbligo sarebbe stata sanzionata. questo troverà numerosi scontri all’interno della società la quale
era già avversa alla scolarizzazione del territorio e quindi in particolar modo nei ceti meno abbienti della
manodopera nei campi nell’industria nella famiglia e che in qualche modo costringeva quindi in questo caso
il popolo a scolarizzare i propri figli.

C. rilancia la discussione sulla laicità nella scuola. all’interno dell’elenco delle materie scolastiche non inserì
la religione ma nozioni sui diritti e doveri del cittadino, ciò che noi ad oggi chiameremo educazione civica.

● sancirà una sanzione in caso di evasione scolastica con obbligo fino ai 9 anni
● stabilirà che la religione cattolica verrà sostituita o comunque accompagnata dai diritti e doveri dei
cittadini quindi una materia che predispone il popolo a una consapevolezza politica del tutto nuova.

Negli ultimi decenni del XIX secolo la scuola italiana conobbe qualche novità di rilievo sul piano
pedagogico :ovvero la teoria e la prassi dell’attivismo diffuso a partire dalla fine dell’Ottocento in Italia
arriverà con la figura emblematica di Maria Montessori. M. che si occupa di educazione già a partire dalla
fascia 0-6 anni totalmente sottovalutata finora. inizialmente infatti esistevano solo aule contenitive per
mantenere buoni bambini ma senza alcuna funzione educativa. La scuola dei bambini di Montessori nasce
su invito di Giuseppe Talamo, colui che costituirà l’intero quartiere San Lorenzo un quartiere operaio.
Condurrà infatti una serie di lavori per strutturare gli edifici nel quartiere da qui nascerà l’esigenza di avere
un asilo che aveva un ruolo socio – pedagogico importantissimo in quanto per la prima volta andava incontro
alle necessità delle madri lavoratrici; e quindi riuscivano a portare avanti appunto il proprio lavoro avendo la
consapevolezza di lasciare i propri bambini in un luogo che gli avrebbe in qualche modo educati secondo le
teorie del puerocentrismo.

Per puerocentrismo si intende bambino al centro dell’attività didattica, per cui si abbandona l’idea del
magister dell’insegnante come protagonista come colui che deve insegnare, ma si pone il bambino
protagonista, il bambino al centro delle sue emozioni del contesto è protagonista a lui stesso del proprio
apprendimento. egli combina attraverso un approccio creativo e didattico il proprio sistema di apprendimento
Da qui l 'attivismo pedagogico perché l’apprendimento è attivo: ciascuno di noi mette in comunicazione una
serie di indizi e costruisce il proprio sapere anche attraverso quindi delle esperienze e la risoluzione dei
problemi. si educa il bambino a risolvere i propri problemi in autonomia fornendogli però degli strumenti
necessari. sarà infatti la Montessori a dedicare moltissimo del suo tempo al metodo educativo potenziando
tutti i sensi verso l’autoeducazione quindi cercare di fornire al bambino tutti gli strumenti necessari per
correggersi per migliorarsi in autonomia.

Si può considerare quindi la Montessori come una figura rivoluzionaria sia da un punto di vista educativo
pedagogico ma anche come una delle donne che ha contribuito all’emancipazione delle donne stesse infatti
lei va ad esaltare la figura della donna in quanto maestra in quanto madre lavoratrice in quanto figura che
contribuisce al contesto sociale economico della della società in particolar modo possiamo ricordare anche il
trattato che lei effettuerà contro la teoria di Cesar Lombroso che affermava l’infinità femminile invece
montessori in maniera quasi attivista anche in questo senso lo contraddirà.

Sarà proprio seguendo le teorie positiviste dell’attivismo pedagogico che Aristide Gabelli nel 1888 rinnoverà i
programmi della scuola elementare attenendosi a strategie comunicative e didattiche meno nozionistiche ma
più preparate al ragionamento critico per formare il cosiddetto strumento testa. introdusse il concetto di
metodo, di osservazione del reale e il legale tra scuola e realtà tra morale e civile. La portata innovativa
scolastica fu apprezzata dagli storici ma meno dai conservatori che si trovavano al governo di fatti nel 1894 il
ministro baccelli annuncio in parlamento un nuovo slogan per quel che riguarda la scuola primaria ovvero
istruire il popolo quanto basta e educarlo più che si può.

Si diffonderanno per cui in tutto il territorio fermenti di cambiamento e si verificherà uno scontro tra teoria e
scarti in particolar modo nasceranno due tipi: la scuola nuova e la scuola serena.

la scuola nuova presentava una connotazione particolare in base a chi la istituisce e si sperava si ispirava a
metodi personalissimi si fa riferimento alla Montessori stessa rosa e Carolina Agazzi a don Giovanni Bosco
ogni personalità possedeva un metodo specifico

la scuola serena invece si presentava come una serie di scuole che si agganciavano alle teorie di Lombardo
Radice e della e alla riforma gentile un connubio tra idealismo e attivismo.

Un'ulteriore è legge che determinò numerosi cambiamenti nel contesto ehm della scuola elementare fu la
legge Orlando del 1904 la quale si impegnava

● in elevare l'obbligo scolastico a 12 anni


● la formazione di classi miste
● corsi serali e festive in particolar modo per gli adulti
● l'abolizione la differenza retributiva tra am i maestri che insegnano nel corso inferiore qui del corso
superiore
● in particolar modo l'elemento più significativo della riforma è severamente l'istituzione il corso
popolare. Al termine della classe 4ª gli alunni intenzionati a proseguire gli studi dovevano superare
un esame che li ammetteva all'istruzione secondaria mentre gli altri potevano frequentare una 5ª una
6ª classe al termine delle quali conseguivano la licenza di scuola primaria. il corso popolare, cioè le
due classi finali, essenzialmente era composto da 3 ore di lezioni giornaliere per favorire la
frequenza a colori uguali lavoravano. si deduce che il corso popolare fosse la nuova scuola del
popolo. si cercava di offrire qualcosa in più della sola struttura istruzione elementare a coloro che
avevano difficoltà economiche in abbinamento alla necessità di lavorare.

Di fronte a questa nuova visione scolastica si è sentita anche l'esigenza di essere rappresentati come
maestri e insegnanti quindi nascerà il fronte di avocazione impegnato nel tentativo di ricondurre la scuole
elementari alle responsabilità finanziarie amministrative dello stato per basandosi su motivazioni diverse.

● vi sono infatti le motivazioni di ordine economico, che fanno riferimento alla difficoltà dei comuni di
fronteggiare le spese per l'istruzione primaria, la domanda di professioni e di istruire i maestri stessi.
● inoltre vengono le motivazioni di ordine educativo culturale, per cui l'uso della lingua nazionale e la
condivisione di valori che sono alla base della comune identità e quindi per acquisirli è necessario
puntare investire sulla scuola.

Da qui nascerà l'unione magistrale nazionale avente come leader Luigi Credaro, il neorealista Giovanni
Gentile e Filippo Turati. Ciononostante l UMN è fortemente esponente della cultura laica, dell'anticlericalismo
quindi questo creava delle forti tensioni tra le forze cattoliche e quelle socialiste. è proprio questo scontro a
determinare la nascita di un ulteriore associazione magistrale nel 1907 intitolata a Nicolò Tommaseo
vediamo per cui da un lato l’associazione laica e dall'altra la cattolica Tommaseo. Uno dei terreni di
disaccordo tra le 2 organizzazioni era il ruolo dello stato nella gestione della scuola elementare. l'unione
spingeva in direzione di questa importante modifica dell'assetto di istruzione primaria mentre i maestri
cattolici erano per mantenerla i comuni

Per quel che riguarda invece gli insegnanti della scuola secondaria nel 1901 ebbero una brava
organizzazione la FNISM. Ebbe una storia più lineare e meno travagliata della umn in quanto riusciva a
includere sia agli insegnanti di orientamento laico che quelli cattolici avendo entrambi e le fazioni lo scopo di
Svolgere sia la funzione di associazione professionale di insegnanti che il ruolo di un'organizzazione
sindacale

In generale l'importanza delle associazioni degli insegnanti e dei maestri era quello a vivere voce è di portare
alla conoscenza comune una figura intellettuale che lavoro dell'insegnante come dipendente dello stato ma
come una propria autonomia né servo né ribelle ma non più subordinato o in opposizione allo stato ma una
modalità di collaborazione con esso.

nel 1911 la legge credaro- daneo portò alla statalizzazione delle scuole primarie, prima gestite dai comuni.

In Italia dopo la prima guerra mondiale vi furono molte difficoltà economiche che generarono un profondo
malessere sociale. La spesa pubblica era crollata e le industrie del Nord furono costrette a una riconversione
produttiva, cioè al passaggio da un'economia di guerra a una di pace. pesante inflazione e il crollo della
produzione agricola a causa dell’abbandono delle campagne da parte degli uomini che combattevano al
fronte.

Questa crisi colpì la piccola e media borghesia. Ad aggravare il quadro sociale contribuì la smobilitazione di
6.000.000 di uomini chiamati alle armi all’inizio del conflitto che ora si trovavano in ruoli inferiori o addirittura
senza occupazione. Questo spingeva rivendicazioni di ordine economico e sociale inasprite in primo luogo
dal fatto di pretendere una più equa ripartizione delle terre incolte, che erano state promesse nei duri giorni
del fronte, ma che non erano poi state riassegnate con alcuna riforma agraria.

nello scenario caratterizzato da scontri tra classi operaie e organizzazioni padronali si verificano una serie di
cambiamenti dal punto di vista politico: da un lato vi era il partito socialista di togliatti, dall’altro quello
comunista di gramsci e bordiga si stava affermando inoltre il partito popolare cristinao di don luigi sturzo. è in
questo contesto di instabilità politica che si istituirà lo squadrismo, costituito da ex militari, delinquenti
interventisti che diffondono il panico nella nazione uccidendo militanti di vari partiti politici in particolar modo
quelli di sx. a capo dello squadrismo ci sarà benito mussolini che nel 1921 fondò il partita fascista. primo
martire di questo sistame violento sarà piero gobbetti, un giornalista e filosofo antifascista che morì pestato
dalle camicie nere. g. aveva definito il fascismo come l’ autobiografia della nazione, l’insieme dei difetti
dell’italia. a seguito della marcia su roma avvenuta nel 1922, M. verrà investito dal re vittorio emanuele delle
funzioni di presidente del consiglio.

Il primo provvedimento che avviò fu la legalizzazione dello squadrismo attraverso la costituzione della milizia
volontaria per la sicurezza nazionale.

per quel che riguarda il contesto scolastico: crescente era la domanda di istruzione nei ceti popolari,
dinamismo di fronte ai nuovi approcci politico alla scuola idealismo, liberalismo e la questione insegnanti i
quali nonostante le unioni magistrali e l'innalzamento dello stipendio (Baccelli 1919) vivevano ancora in un
forte arretramento. M. articolò molto bene il suo piano politico affinché potesse raccogliere consensi dalle
classi colte come filosofi storici, scienziati per cui istituì come ministro dell’istruzione Giovanni Gentile uno
dei più grandi pedagogisti del primo novecento.

riforma gentile 1923:

aveva come obiettivo quello di superare la legislazione precedente fondata sul positivismo ma proponendo
una scuola che fosse rispondente della filosofia idealista, secondo una visione fortemente classista,
autoritaria, selettiva e gerarchica ma NON fascista. infatti gentile in seguito alla fascistizzazione delle scuole
si dimetterà perché in totale disaccordo. si definisce una scuola classista in quanto aveva come priorità
quella di formare le classi dirigenti, le grandi classi “ad ogni classe una sua scuola”. per cui non scuole di
massa poche scuole ma buone, senza permeabilità tra i percorsi; selettiva in quanto vi erano numerosi
esami alla fine di ogni anno scolastico con un’elevata difficoltà in particolar modo per le classi meno abbienti
che non erano viste di buon occhio.
● smantellamento sistematico e complessivo dei vari organi che furono istituiti per l'ordinamento
scolastico, si verifica un enorme accentramento del potere per nomina regia, e dei presidi e direttori
d’istituto (ordinamento gerarchico e centralistico
● scuola dell’infanzia considerata preparatoria del tutto facoltativa gestita dai privati, in maggior parte
dallo stato solo nel 68 si otterrà il primo asilo pubblico
● elementari divise in inferiore dalla prima alla terza e superiore dalla 4 alla 5. ciascun anno si
concludeva con un esame. l’ultimo anno prevede una commissione prevalentemente esterna
nominata dal direttore, che concedeva un certificato di idoneità al lavoro. si poteva provare la 5 fino
ai 14 anni d'età che era il limite di istruzione obbligatoria.
● programmi scolastici di lombardo radice il quale non era a conoscenza delle atrocità del fascismo
fino all’omicidio matteotti del 24, che ponevano in risalto l’espressività del bambino
● Dopo anni di lotta tra cattolici e laici nel mondo scolastico, la riforma gentile per motivi del tutto
politici inserisce l'insegnamento della religione nelle scuole primarie. fu l'unica concessione che fa a
mussolini, in quanto gentile considera la religione la filosofia dei poveri delle masse; per mussolini
invece era un momento per raccogliere i consensi dei cattolici della chiesa che si rafferzeranno in
seguito ai patti lateranensi del 29
● L'istruzione secondaria era distinta in due gradi: istituto complementare di primo grado: ginnasio e i
corsi inferiori degli istituti tecnici e magistrali: istituiti di secondo grado: i corsi superiori dell’istituto
tecnico, magistrale, scientifico e femminile. l’accesso alle scuole si verificava molto presto nell’età
dello sviluppo di un bambino a circa undici anni questo determinava un percorso scolastico
prevalentemente scelto dai genitori, per l’utilità della famiglia e del lavoro. si trattava di un percorso
durissimo di ⅞ anni prodigo di esami d’ammissione, di maturità, di idoneità. questa serie di
sbarramenti aveva l'obiettivo di intensificare il controllo dello stato sull'istruzione, inasprire le
differenze sociali e il divario tra scuola pubblica e privata anche da un punto di vista economico
(tasse scolastiche)
● il liceo classico e il sapere umanistico (filosofia, storia e lingue classiche) si riconfermano come il
sapere per eccellenza; è la scuola d'elite per i futuri membri delle classi dirigenti. diviso in 5 anni con
accesso a tutte le facoltà universitarie a differenza del liceo scientifico che dava l’accesso alle facoltà
scientifiche e di medicina
● l’istituto femminile era invece una scuola di ripiego che non dava sbocchi di alcun tipo ma aveva la
funzione di proseguire un minimo l'istituzione delle giovinette senza spirazione nè l’intenzione di
proseguire gli studi, ottenne poco successo e fu abolito in pochi anni.
● scuola complementare per la classe contadina, più povera senza sbocchi
● istituto tecnico 8 anni, rivolto alla piccola e media borghesia, con il latino nel livello inferiore a
marcatura dell'importanza delle scienze umanistiche.
● istituto magistrale 7 anni di durata, studio della filosofia e pedagogia. quest’ultima venne soppressa
e con lei abolito il tirocinio, la formazione di un insegnante era per cui limitata a un sapere culturale
nozionistico non c’era bisogno di meditare e riflettere a livello pedagogico per il ministro gentile.
● università mantenne il diritto agli studi e alla ricerca ma in subordinazione allo stato. separa la
formazione universitaria delle professioni: dopo la laurea era necessaria l’abilitazione a seguito di
un esame abilitante.

la fascistizzazione delle scuole si verifica a partire dall’uccisione dell’antifascista giacomo matteotti.


l’omicidio matteotti segna il passeggio alla dittattura al sistema totalitario fascita e l’inizio di una politica che
prende il nome di politca dei ritocchi. Dopo le dimissioni di Giovanni Gentile, Pietro Casati venne nominato
ministro dell’istruzione, aumento i licei scientifici e attenua la rigidità degli esami per favorire un minimo di
permeabilità sociale. colui che però è realmente il fautore della fascistizzazione delle scuole è il ministro
Fedele a fianco ovviamente da mussolini.

il primo passo per la f. della scuola è la diffusione del libro unico di stato del 1931 distribuito in maniera
gratuita in tutto lo stato; l’obbligo di fedeltà al regime dei docenti universitari, della tessera del partito per
insegnare e avere il ruolo, inoltre è possibile licenziare gli insegnanti aventi comportamenti antifascisti o che
non incitavano alla partecipazione attiva al regime. A tal proposito si sviluppa un consiglio di disciplina nel
1935 che articola le sanzioni e le segnalazioni degli insegnanti. determinante fu la nascita dell ONB opere
nazionali balilla che avevano l’apparente compito di regolare l’attività fisica ma in realtà erano il braccio
destro del regime nel sistema scolastico. infatti si occupano dell'indottrinamento militare, dell’educazione
mentale e bellica dei ragazzi dagli 8-18 anni. si inserì nei contesti pubblici come in quelli privati delle colonie
ad esempio emulando nelle fattezze le azioni della chiesa ma avendo scopi nettamente diversi (basta
pensare agli scout). in merito la chiesa si espresse attraverso l'enciclica del divini illius magistri in cui si
rivendica l’importanza della chiesa nell'ambito educativo discostandosi però totalmente dai principi fascisti

le leggi razziali del 1938 stabiliranno l’apice del sistema totalitario nelle scuole impedendo a tutti i bambini,
insegnanti e dipendenti ebrei di non frequentare la scuola. i bambini ebrei che volevano studiare andavano
nelle scuole ebraiche istituite nelle comunità stesse ma l’esame di stato era in comune e questi venivano
maltrattati privati di ogni diritto civile.

Un anno dopo Giuseppe Bottai fece approvare dal gran consiglio fascita la carta della scuola, che non venne
mai messa in pratica a causa della guerra. proponeva

● una scuola elementare di 5 anni i cui ultimi due detti scuola del lavoro al termine della quale vi era la
possibilità di frequentare
● la scuola artigiana triennale, la scuola professionale triennale, la tecnica biennale e la scuola media
che dava l’accesso alle scuole secondarie con lo studio del latino.

la scuola di bottai se può controversa e contraddittoria si differenzia da quella gentilina molto più statista e
classista in quanto basata su una classe d'elite alla guida del paese. l’avvento della dittatura fascista aveva
però sottolineato come proprio i ceti più umili, la classe operaia, contadine fosse la maggioranza per cui
fonte di consenso e voti essenziali nella politica mussoliniana. la loro ignoranza era uno strumento utilissimo
al regime, facile era la manipolazione attraverso mezzi di propaganda efficace e facile era il raggiungimento
di un controllo statale in ogni ambito pubblico e privato che sia. proprio per questa motivazione la carta della
scuola fu approvata dal consiglio.

In seguito alla fine della seconda guerra l’italia era intrisa di violenza e di censura divisa in tre governi: gli
americani a sud, la repubblica di salò di mussolini, i tedeschi nazzisti nel resto del territorio italiano in
contrasto con la resistenza. all’indomani della liberazione i partiti politici si riunirono in un’unica assemblea
costituente avente obiettivi comuni: la restaurazione della libertà e dei diritti civili in una società civile che si
impegna a seconda delle abilità e sensibilità di ogni classe sociale. in questo processo di defascistizzazione
fondamentale fu il colonnello americano Washburne, seguace di dewey credeva fortemente nei principi
democratici liberali, nel superamento del principio nazionalistico. comincia dai libri di testo e da nuovi
programmi per la scuola elementare redatti da Ernesto Codignola, pedagogista italiano e da gino ferretti
docente universitario di palermo, programmi che non verranno mai applicati a causa della chiesa.

l’assemblea costituente in seguito al referendum del 1946 per la repubblica era il risultato delle forze che
liberarono l’italia dalla dittatura fascista: azionari, comunisti e cattolici. tra i rappresentanti del partito
comunista tra i più vicini al lavoro della riforma scolastica vi furono togliatti e marchesi; questi chiedevano la
difesa di una scuola pubblica laica, una maggiore diffusione delle scuole con un obbligo scolastico
prolungato e migliori programmi e strutture nelle scuole di secondo grado. dall’altro lato si individua la
democrazia cristiana che rivendica la sua figura come educatore nelle scuole private.

i socialisti come i comunisti volevano un prolungamento dell’obbligo scolastico a 15 anni, volevano un


potenziamento degli insegnanti e principalmente l’istituzione di una scuola media unica senza latino.

se lo schieramento laico di sinistra si mostrava molto differenziato e carico di differenziazioni profonde quello
dei cattolici si dimostrò più compatto. I punti maggiormente controversi riguardavano appunto l’insegnamento
della religione nelle scuole e la diffusione di scuole pubbliche o private. il risultato di questa discussione è
compendiato nei due articoli che riguardano l’istruzione nella costituzione italiana il 33 e il 34:

art. 33.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli
ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo
Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve
assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello
degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la
conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti


autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico


dell’attività sportiva in tutte le sue forme.
evidenti sono le differenze tra le precedenti caratteristiche politiche della scuola: insegnamento libero non più
soggetto al fascismo e alle sue condizioni; le scuole sono istituite e gestite dallo stato di qui la responsabilità
della repubblica di fornire l’istruzione. viene legittimata la scuola privata, particolarmente voluta dalla chiesa,
il pedagogista lombardo radice vedeva la scuola privata come un mezzo per sperimentazioni pedagogiche.
importante era l'uguaglianza nella scuola, la parità.

art.34.

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
si verifica l'innalzamento dell’obbligo formativo a 16 e scolastico a 18, uno stato che aiuta i meno fortunati
per proseguire l’insegnamento in quanto l’istruzione è un diritto.

in primo luogo si nota come per la prima volta la scuola ha un ruolo nella carta costituzionale del paese a
testimonianza dell’esigenza del popolo di essere istruiti. in secondo luogo si afferma grande libertà
d’insegnamento libera è la scienza e libero ne è l’insegnamento. questa libertà si articola su due poli: quello
pubblico gestito quindi dallo stato e quello privato che invece era gestito per la maggior parte dalla chiesa. in
terzo luogo viene risolto il dibattito sull'istruzione per pochi-istruzione per tutti” la scuola è aperta a tutti anche
ai meno fortunati tramite lo stanziamento di fondi per le borse di studio.

Il primo ministro dell’istruzione nel secondo dopoguerra fu Guido Gonella esponente del partito democratico
cristiano. questo afferma che in uno stato prevalentemente cattolico è impossibile proporre una scuola laica,
uno stato laico; poiché ogni educazione ha intrinseco un contenuto spirituale e morale. nel 1951 promulgò
una la legge che abbracciava tutto il sistema d'istruzione e quindi aveva l'ambizione di porsi al livello della
legge Casati e della riforma Gentile.Si limitava a ribadire le posizioni dei cattolici in tema di istruzione e
prendeva un amplissima delega al governo in campo normativo e regolamentare aumentando i poteri del
ministro a scambio dell'autonomia della scuola. tra le iniziative più importanti ricordiamo:

● Il finanziamento pubblico alla scuola privata


● L'istituzione della scuola post elementare varata in via sperimentale a metà degli anni 50 e poi
estesa a tutto il paese soprattutto nelle aree rurali considerata da molti la scuola dei poveri la scuola
minore in quanto riesumava la vecchia scuola complementare orientata al lavoro
● I pochi provvedimenti per la scuola secondaria vennero però sanati dal ripristino del tirocinio abolito
precedentemente da gentile affidandolo a maestri elementari l'istruzione professionale può
modificata ponendola in concorrenza con l'istruzione tecnica.Una grande scontro si verificò per quel
che riguardava l'insegnamento della filosofia che tentò di essere assoggettato e condizionato da un
punto di vista confessionale ma questo appunto avviava ci proteste nel mondo della cultura a
cominciare da Benedetto croce e resta ancora oggi una testimonianza inquietante del tipo di
istruzione che alcuni settori del mondo cattolico avrebbero voluto imporre in determinati paesi
● Negli anni 50 Gonella istituì a Firenze il centro didattico nazionale di studi e documentazioni
trasformando il precedente museo nazionale. i centri didattici nazionali erano gestiti da organismi di
rigorosa nomina ministeriale disponevano di personale finanziamenti pubblicazioni e curavano
l'organizzazione di corsi eventi ma soprattutto l'elaborazione e la promozione di una pedagogia
ministeriale
● Per combattere l'analfabetismo gonella istituì la scuola popolare che sarebbe stato un
completamento dell'istruzione alimentare per orientare all'istruzione media e professionale la scuola
popolare è gratuita diurni e serale per i giovani e gli adulti viene istituita presso le scuole elementari
le fabbriche e le aziende agricole le istituzioni per i migranti le caserme e gli ospedali. l'iniziativa
nasce dal proposito del governo di avviare a soluzioni due problemi gravi la disoccupazione
magistrale e l'analfabetismo degli adulti.La lotta magistrale si presentava sempre come un contrasto
dal momento che i maestri senza posto potevano accumulare il punteggio necessario per entrare nel
ruolo ricorrendo all'insegnamento dei corsi popolari l'economia erano a descrizione dei direttori
didattici per cui la scuola popolare andava ovviamente il problema della disoccupazione nei maestri
e all'analfabetismo nel territorio. nel 1947 nasce UNLA associazione nazionale per la lotta
all’analfabetismo avente come fondatrice Anna Lorenzetti.

I continui scontri tra cattolici e laici all'interno delle scuole portò una grande difficoltà nel legiferare in materia
scolastica di conseguenza un ritardo nell'auto nell'autonomia scolastica.Inoltre ci troviamo in un contesto
storico davvero turbolento caratterizzato da un periodo instabile come quello della guerra fredda, che però fu
Portatore anche di notevoli innovazioni sia da un punto di vista scientifico sociale come l'introduzione della
televisione, delle automobili, che da un punto di vista pedagogico. Si diffusero varie correnti pedagogiche:

● quella attivistica composta e nata nella seconda metà dell'Ottocento da figure come Montessori
frene cucine in particolar modo in America dewy considerato il più importante.La scuola di dewey .E
dimostrato essere la migliore perché permette di sviluppare la propria personalità all'interno di una
società democratica
● vi è poi la corrente marxista in Italia sul piano pedagogico si diffonde a seguito della pubblicazione
dei diari di Gramsci e Bordiga dove verranno sottolineati Non solo aspetti storici e politici ma anche
pedagogici

Il fallimento della riforma Gonella comportò una grande e permanente difficoltà del sistema politico e
istituzionale a legiferare in maniera scolastica favorendo l'abbandono di ogni tentativo di riforma generale del
sistema scolastico e la tendenza a governarlo per via amministrative ed extra parlamentare. Questo ha
ampliato a dismisura il potere discrezionale del ministro e dell'amministrazione mortificando le istanze di
economia scolastica e il decentramento amministrativo.

Importante punto di Svolta fu la riforma della scuola media unica promossa il 31 dicembre del 1962 Che
venne definita la vittoria dopo trent'anni di guerra da Dristano di Conigliola è una riforma importantissima
perché è un prerequisito per offrire una maggiore mobilità sociale e un percorso unitario infatti sono 8 anni
dalle elementari alle medie uguali per tutti.L'idea di una scuola media unica nasceva non già da una
modellistica scolastica o da un'impostazione pedagogica ma investiva le finalità stesse nell'intero sistema
scolastico e il suo ruolo sociale.Il fronte riformatore costituito da comunisti e socialisti si batteva per
un'istruzione media realmente unica, obbligatoria e gratuita per tutta la struttura organizzativa, per ogni
classe sociale allo scopo di consentire l'evasione dalle vecchie impostazioni, ovvero da una scuola classista
legata a difficili tentativi di scalata sociale. quel che riguarda i programmi di insegnamento si riproponeva la
questione del latino considerato un'asse portante della formazione retorica umanistica. all'interno però di
questa riforma il latino, come anche la musica e le applicazioni tecniche vennero considerate materie
facoltative a partire dal secondo o dal terzo anno, in maniera che ogni ragazzo avrebbe potuto usufruire di
un orientamento per loro scelta. Inoltre per favorire le classi sociali di un abbienti erano previsti corsi di
recupero che affinché fosse più semplice superare le prove scolastiche come anche quelle di latino. Nasce
così il concetto di doposcuola, che raccoglieva la richiesta di diverse associazioni professionali di insegnanti,
di esperti educatori e segnala l'inizio del tempo pieno si riconoscevano più ampi poteri ai consigli di classe ai
rappresentanti d'istituto alle personalità di ogni alunno nella prospettiva del proprio orientamento.la nascita
della scuola media unica avvia un processo di scolarizzazione di massa che pur procedendo con grande
lentezza tra difficoltà e resistenza rappresenta l'effetto ma anche in buona parte la causa di un profondo
cambiamento della società italiana.Nonostante questi grandi passi in avanti la società non era ancora pronta
per accogliere lo spirito della riforma, in particolar modo Gli insegnanti, coloro i quali non avevano effettuato
una riflessione approfondita e diffusa sulle implicazioni educative didattiche connesse all'istituzione di una
scuola media obbligatoria fino ai 14 anni. la maggiore affluenza alla scuola Abbassava la serietà degli studi
per cui era necessario selezionare e bocciare in maniera più considerevole .Questo andava contro la
funzione della scuola dell'obbligo che non era più una scuola di selezione ma una scuola di promozione di
una comune formazione di base e orientamento per le scelte successive.
la scuola materna è sempre stata un’utopia, pochi leggi la riguardavano considerandola facoltativa, non
propriamente una scuola piuttosto un luogo di custodia e assistenza.Il crescente sviluppo della società sia da
un punto di vista industriale che lavorativo richiedeva quindi un certo tipo di assistenza alle famiglie che
erano sempre più assorbite dalle attività lavorative furono ancora una volta i partiti della sinistra a proporre a
proporre l'istituzione di una scuola materna materna statale cioè a gestione pubblica mossi da motivazione di
ordine psico pedagogico di ordine scolastico e di ordine sociale nel 1963 i socialisti presentarono un progetto
di legge per l'istruzione della scuola materna nel 64 venne presentata dai comunisti che preferivano definirla
scuola dell'infanzia per sottolineare quel modello politico pedagogico differente da quello tradizionale
promosso dai cattolici e avvallato dal governo.Nel 1969 verrà varata la legge che stabilisce l'ordinamento
della scuola materna statale. Si tratta di una scuola materna facoltativa L'educazione doveva essere
necessariamente femminile per proseguire il carattere materno dell'educazione infantile la scuola materna
statale non doveva, in alcun modo, ostacolare la scuola materna privata detenuta per la maggior parte dalla
chiesa cattolica avente una forte impronta religiosa.La scuola del 69 non presenta programmi, ma
orientamenti aventi obiettivi specifici legati alla formazione del bambino secondo i principi i principi attivisti di
Dewey.

Negli anni 60 in una situazione di crescente benessere le famiglie vedevano nella scuola un canale di
promozione sociale per i propri figli la possibilità che acquisissero attraverso un titolo di studio o una
qualificazione professionale spendibile sul mercato del lavoro le istruzioni ci stava di essere privilegio per
pochi e la nascente scuola di massa se non era aperta a tutti solo sul piano formale ne accoglieva pur
sempre molti.

la popolazione studentesca si modificava sia sul piano della quantità sia sul piano della qualità. vi erano
infatti varie classi sociali che accedevano all'istruzione, (per scuola di massa infatti non si intende che tutti la
frequentassero ma che aumenta pian piano in modo considerevole il numero di quanti potevano farlo).
l'afflusso di persone provenienti da vari casi sociali, i ceti più deboli come i contadini, gli operai provenienti
da residenze meno più svantaggiate o appartenenti a fasce d'età più anziane da 14 anni in su avrebbe
dovuto prevedere anche una modifica nel metodo pedagogico dell'insegnamento che però non venne
applicato. Vi erano infatti continue differenziazioni di classe all'interno delle scuole, una selezione molto dura
fatta di bocciature ripetenze che comportava quindi molti abbandoni scolastici. A testimoniare questo
contesto sociale e scolastico vi è sicuramente sicuramente don Lorenzo Milani nella sua scuola di barbiana
aveva costruito all'interno di una serie di baracchi una scuola attiva 365 giorni l'anno, una scuola che
promuove all'individuo per le sue caratteristiche, lo poneva in un contesto sociale attraverso l'utilizzo di
strumenti utili e quotidiani: Il giornalino scolastico, la lettura di quotidiani per entrare in contatto con la società
che lo circonda. in particolar modo egli fu il fautore di un libro, redatto allo scopo di denunciare le condizioni
scolastiche del 69 che prende il nome di lettera alla professoressa. lettera a una professoressa appunto è
una testimonianza destinata a incidere affondo sul dibattito di questi anni, e mettere in risalto come la scuola
d'obbligo operava una forte selezione all'interno del del proprio contesto che però avveniva principalmente
per un carattere sociale, geografico e anagrafico. colpiva in maggiore misura lo "strano studente" il
cosiddetto "Gianni" all'interno del libro, mentre "i Pierini", ovvero quelli che provenivano da famiglie
benestanti urbanizzate come i medici eccetera, venivano promossi più regolarmente. queste circostanze
concorsero per molti anni a una strana torsione della scolarizzazione di massa, che era tale in più in entrata
per le possibilità di accesso a livello formativo, che in uscita per le persistenti forme di selezione che
restavano di fatto ancorate alla condizione sociale.

Sardelli sostiene che gli alunni per cambiare la propria posizione devono acquisire una coscienza di classe,
deve acquisire la consapevolezza che la sua classe sociale è emarginata e trascurata, solo prendendo
consapevolezza, coscienza si potrà affrontare un percorso di trasformazione e di battaglia. Anche
l’assegnazione delle case popolari per Sardelli prima era una vittoria ma poi divenne una sconfitta in quanto
costruite nelle periferie della città, senza santità, non hanno scuole,negozi, non ci sono spazi di
aggregazione sociali, gli individui diventano nomadi senza contatti con la società, non hanno più relazioni
significative, diventa un modo per isolarli, questo viene fatto per estirpare la solidarietà e la voglia di
cambiare la realtà. Nelle baracche invece si era formata una comunità. Collettività è diversa dalla comunità.
La prima rappresenta un insieme di individui che portano avanti soltanto gli interessi individuali, la comunità
invece costituisce un elemento di unione, solidarietà, si batte in vista di un bene che riguarda tutti non solo i
singoli è qualcosa che porta i problemi di tutti e la scuola dovrebbe avere questa funzione, uniti per una
funzione che serve per il bene di tutti, la dimensione solidale e cooperativa è un aspetto della vita
comunitaria, molto importante ad esempio nell'apprendimento attivo
In questo contesto vi era anche una forte lacuna da parte degli insegnanti, in particolar modo quelli della
scuola media che non avevano, non erano stati soggetti a una particolare formazione. questo comportava
che fossero molto frustrati che quindi non riuscissero a trasmettere il sapere nella maniera più adeguata
possibile alcuni. Alcuni preferirono andare in pensione piuttosto che continuare l'impiego lavorativo, i continui
fallimenti da parte delle degli alunni si riversavano in qualche modo sugli insegnanti che divennero vittima di
questo sistema che non considerava le necessità né dell'alunno né degli insegnanti stessi . Nel generale
cambiamento del sistema scolastico gli aspiranti maestri e professori continuavano a ricevere la formazione
ancora legata a modalità sorpassate

La scuola presentava un ottimo ordinamento amministrativo in ministeriale Ma vi erano ancora numerose


problematiche per quel che riguarda il rapporto scuola famiglia. difatti la relazione educativa della scuola era
quasi nulla. inoltre la famiglia assume un atteggiamento o eccessivamente intrusivo o eccessivamente
antieducativo scaricando sulla scuola anche le responsabilità educative della famiglia.la scuola degli anni '70
presentava ancora numerose è lacune da un punto di vista strutturale, di qua l'importante ruolo degli enti
locali chiamati nell'assicurare la costruzione e la manutenzione degli edifici necessari per provvedere alle
biblioteche, centri culturali, alle scuole. in sé e per sé importante fu sicuramente il terreno delle
comunicazioni sia esterna che interna, la televisione fu ed è una forza crescente da un punto di vista
educativo una sorta di scuola parallela capace di regolare i modelli comportamentali.

Nel 1968 nasce il movimento studentesco che esordì come protesta da una parte di giovani per le
contraddizioni, s'intende nell'ambito universitario, nella scuola eccessivamente rigida o nozionistica nella
quale persisteva una forte selezione di classe basata più sulle estrazione sociale che si meriti degli studenti.
Solo con la riforma del 69 infatti si ottenne la possibilità, da parte di qualsiasi diploma di scuola secondaria
quinquennali, di iscriversi a qualsiasi facoltà. venne introdotto l'anno integrativo di un corso secondario
quadriennale bene quanti volessero accedere all'università venivano liberalizzati viale di studio consentendo
agli studenti di costruirsi un proprio curriculum da sottoporre all'approvazione delle facoltà. nel'1971 invece
arriva il tempo pieno nella scuola elementare, per lo svolgimento di attività integrative di insegnamenti
speciali una fortissima Risorsa per le famiglie lavoratrici, per associazioni di insegnanti e per il movimento
studentesco. si trattava di superare la mortificante esperienza del doposcuola e di dispiegare in offerte
educative più organizzata che affiancassero gli insegnamenti curricolari, un ulteriore attività di crescita
culturale personale. Si presenta per cui un sistema scolastico di massa molto più articolato rispetto alla
scuola d'élite con differenti e fine dai obiettivi.

Nel 1974 viene Emanato il decreto delegati che avrebbe dovuto rispondere alla necessità di articolare il
sistema formativo su base territoriale e di aprirla una maggiore partecipazione delle componenti scolastiche
ed extrascolastiche. inoltre la questione degli insegnanti aveva prodotto fra gli altri effetti anche la richiesta di
un generale riassetto dello stato. La normativa indicava gli ambiti territoriali per la gestione di alcuni servizi
educativi ed una serie di organi collegiali come quello provinciale, distrettuali, d'istituto,di classe aperti alla
partecipazione di insegnanti famiglie e studenti. Il ministro che varò i cosiddetti decreti malfatti fu Franco
Maria Malfatti il quale parlò di rivoluzione silenziosa per indicare la portata innovativa di provvedimenti ma
anche per sottolineare i problemi di come la maggioranza silenziosa del paese si fosse presa una sorta di
rivincita sulla rumorosa contestazione studentesca degli anni precedenti. In seguito a questa riforma infatti le
novità più importanti si verificarono dal punto di vista Giuridico i poteri dei presidenti, direttori furono
ridimensionati fu blindata la stabilità del posto di lavoro a prova di reato penale. Maggior peso è della legge
del 1978 che soppresse gli esami di riparazione della scuola elementare e media, modifica gli strumenti,
criteri di valutazione, elimina le classi differenziali per i portatori di handicap avviando il difficile cammino
verso il binomio formazione selezione. Così finalmente verso la fine degli anni '70 si potrà utilizzare
l'espressione sistema scolastico intendendo una costruzione più complessa e articolata di una semplice
scuola aperta sia da un punto di vista interno che esterno, dall'insieme gli elementi e da una forte
interdipendenza tra i vari organi che la compongono. Parlare perciò di sistema scolastico sottolinea la
diversa articolazione e finalizzazione dei processi di scolarizzazione disposti ormai nella prospettiva di
espansione piuttosto che in quella del Punto Contenimento.

Nel’85 fu istituito il Modulo: consiste nella compresenza di insegnanti di diverse discipline che lavoravano
all’interno della stessa classe in piccoli gruppi ed ogni gruppo di studenti affronta lo stesso argomento
secondo le diverse materie che ogni insegnante proponeva. Alla fine venivano presentati i diversi percorsi. In
questo modo si introduceva il concetto di interdisciplinarità, non esistono saperi stagni. Questo esperimento
dura un decina di anni e poi viene soppresso perché ritenuto troppo costoso.
Nello stesso anno vennero redatti dei nuovi programmi dell'infanzia si ribadiva il carattere specifico della
scuola dell'infanzia sottolineando la prospettiva della continuità con l'istruzione elementare in un percorso
formativo articolato e unitario per tutta l'istruzione base.I nuovi programmi prevedevano discipline
psicopedagogiche ricerca didattica realizzando un buon equilibrio tra istanze cognitivetese di Metizzazione
culturale, riferimento e attenzione alla propensione personale affettiva dello sviluppo del bambino. Si
promuovevano inoltre lo studio di nuove materie come la lingua straniera e la l'educazione motoria
all'immagine e al suono. Basta pensare alla scomparsa della maestra unica considerata alla base della
legge Casati della riforma gentile che viene sostituita da una pluralità di insegnanti titolari di diversi ambiti
disciplinari cooperavano su moduli diversi. nel 1989 Fu istituito il ministero dell'università della ricerca
scientifica e tecnologica scorporando le relative competenze del ministero della pubblica istruzione e
segnalando anche la volontà di potenziare l'istruzione superiore ammodernando gli ordinamenti garantendo
l'autonomia.

L'italia assiste al passaggio dalla prima alla seconda repubblica tra il 1992 e il 1994 la parte della classe
dirigente, politica, imprenditoriale che per cinquant'anni ha retto le sorti del paese viene travolta dalle
inchieste penali, diffuso un senso di antipolitica accompagnato per implosione dei partiti come quello
comunista e socialista. Nuove leggi spingono in nuove direzioni, come il sistema della rappresentanza
maggioritario Fondato su criteri proporzional:i impallidisce l'ora del parlamento cresce quello del governo del
presidente del consiglio. L'unione europea stimola gli stati membri a un forte rilancio delle politiche
d'istruzione . La formazione dell'OSCE ovvero l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
incrementa la pratica della valutazione comparativa tra sistemi scolastici dei diversi paesi. inoltre
l'emigrazione porta nel paese, nelle scuole quantità crescente di studenti provenienti dai quattro angoli della
terra con una diversa cultura ,dalla nostra una lingua e una religione di cui non hanno competenze dirette in
materia scolastica e di singoli stadi.

Il trattato di maastricht emanato il 1993 definirà gli obiettivi comunitari in tema di istruzione di qualità e di
formazione professionale ma sempre nel pieno rispetto della responsabilità degli stati membri in oltre il libro
bianco di Jacques delors del 1993 definisce la formazione come valorizzazione del capitale umano e il cui
obiettivo è imparare per tutto il corso della vita la necessità di apprendere nella prospettiva di long life
morning all'interno della comunità educante. Il sistema scolastico ciononostante non è sfuggita al clima
neoliberista generale che ha investito la società italiana di 2 schieramenti che per vent'anni sono fronteggiati
anche a colpi di riforme scolastiche hanno mostrato sia continuità che differenze nella seconda metà degli
anni '90 l'autonomia il sistema scolastico universitario diventa la parola d'ordine del legislatore per diversi
motivazioni.

RIFORMA MORATTI E BERLINGUER

Una riforma berlinguer o leggi 30

● innalzava l'obbligo scolastico dal 6º al 15º anno di età introduceva l'obbligo formativo fine del 18º
anno che poteva essere assolto anche nei centri professionali privati delle regioni Mi senti
professionali gravano in condizioni davvero disastrose sopravvissero per una cospicua rete di centri
di potere diffuse sul territorio.

● La legge berlinguer prevedeva 3 anni di scuola d'infanzia 7 anni di scuola di base cioè di scuole
elementali più scuola media da concludere con un esame a forte rilevanza orientativa è poi
seguivano 5 anni di scuola secondaria articolate in 4 vari classico umanistica e scientifica tecnica del
knowhow di artistica musicale divisa in diversi indirizzi.

La legge moratti invece che prende il nome di legge cinquantatré

● Prevede l'istituzione del servizio nazionale di valutazione e formazione del sistema scolastico lo
sviluppo dell'alfabetizzazione in una lingua comunitaria nell'informatica secondo lo slogan del
governo delle tre i
● il diritto all'istruzione alla formazione per almeno dodici anni fino al diciottesimo anno di. Il sistema
educativo di istruzione e formazione si articola a partire dalle scuole dell'infanzia fino a quello è dei
licei comprendendo anche le istruzioni professionali

● sono previsti passaggi trasversali in base ai crediti certificati all'interno delle classi secondarie

● per i quindicenni la possibilità di corsi nel secondo ciclo in alternanza scuola lavoro organizzata
dalle scuole in collaborazione con imprese.

La riforma moratti e la riforma berlinguer si presentano come le più importanti dai tempi della riforma gentile
in cui si indica una scuola secondaria come duale divisa tra un canale liceale e uno professionale ma
entrambi assolvono il diritto all'istruzione e una formazione necessaria non come avveniva in passato in cui
l'antica preparazione del sapere della cultura di destra era solo all'interno dei licei. Successivamente la
legge moratti sarà modificata dal ministro Fioroni a partire dal 2004 con la nascita dell'agenzia nazionale per
lo sviluppo dell'autonomia e le indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia del primo ciclo
d'istruzione emanata nel 2007.

Anche un insegnamento della religione all'interno delle scuole comincia a prender forma diventerà una
materia facoltativa Proponendo in alternativa una materia che potresti essere un po' di insieme mento in
qualche maniera precedente una materia a parte vengono inoltre introdotti gli insegnanti di ruolo di religione
non per forza appartenenti alla chiesa cattolica quindi suore o preti ma anche è insegnanti laici che
insegnano nella materia stessa.

Per quel che riguarda invece la formazione degli insegnanti comincia a migliorare da un punto di vista
universitario infatti nasce nel 1990 al corso di Scienze della formazione primaria per la formazione degli
insegnanti della scuola dell'infanzia è di quelle elementare. Inizialmente il corso di laurea prevedeva 4 anni
con è un biennio comune (SIS) seguito da 2 indirizzi uno per la scuola di infanzia per la scuola elementare,
entrambi accompagnati da un robusto tirocinio nelle scuole guidare da insegnanti di ruolo robusto. Il sis
biennale con prova di accesso al numero programmato attiva degli indirizzi e comprende 1000 ore di attività
formative compresi i laboratori didattici e il tirocinio nelle scuole è monitorato da professori di scuole
secondaria esame finale ha valore abilitante. Il reclutamento è regolato da una quantità incredibile di
disposizioni ispirate al principio per cui data una norma è sempre possibile trovare un altro che ne affermi il
contrario.infatti era un sistema totalmente corrotto dalla raccomandazioni e che non contemplasse il Marito
delle conoscenze disciplinari del candidato. il reclutamento annuale si fondava su 2 variabili entrambi fuori
controllo: l'organo di diritto e l'organo di fatto ovvero quello che si occupa di recuperare posti di
insegnamento che non si era riusciti a ottenere in sede di fissazione degli organici.

Altra riforma importante è la riforma universitaria del 1990, attuata solo nel 99 che costruisce percorsi
universitari con il 3+2. Si abbandona la formula quadriennale del passato e si introduce la formula della
laurea base triennale più il biennio di laurea specialistica. Con questa riforma entra il CFU (crediti
universitari) che quantificano il lavoro dello studente. Nel 1991 viene fatta la riforma per l’autonomia
scolastica che viene attuata anche questa nel 1999. Grazie ad un altra legge del 1999 viene stabilita la figura
del POF= Piano offerta formativa che prima non esisteva, esisteva solo una programma nazionale. il POF
rientra nell’autonomia scolastica, è quasi il documento d’identità della scuola stessa in quanto si ha in esso
la progettazione curricolare della scuola ma anche quella extracurricolare . Quasi il documento d’identità
dalla scuola stessa. In esso abbiamo la progettazione curricolare della scuola ed extracurricolare, con il POF
la scuola deve spiegare attraverso quali strumenti sia organizzativi che economici come vuole raggiungere i
suoi obiettivi.

Consiglio di Lisbona nel 2010: siamo all’interno delle direttive europee,l'Europa ci dà delle direttive e noi
dobbiamo adattare la nostra normativa alle direttive europee. Questo consiglio di Lisbona ci dà un quadro
dei nostri problemi scolastici e sostiene che
● bisogna ridurre il numero di abbandoni scolastici del 10%, questo vuol dire che l’Italia aveva un
livello di abbandono altissimo. Ad esempio nel 1900 c’era un tasso di abbandono scolastico del 25%
e di bocciatura del 50%, ancora nel 2010 il tasso di abbandono era superiore al 10%.
● Lo stesso consiglio stabilisce di ridurre del 20% la percentuale di ragazzi che si fermavano ai livelli
inferiori di capacità di lettura e di interpretazione del testo molto bassi, • inoltre si doveva portare il
tasso di scolarizzazione secondaria ad almeno l’85%. Quindi c’era un evasione della scuola
secondaria altissima.
● Altro problema era quello delle facoltà scientifiche e tecnologiche che in Italia hanno una prevalenza
del genere maschile del 90%. Il fatto che in Italia sono donne nelle facoltà educative, umanistiche e
di cura, sono presenti in misura elevatissima mentre nelle facoltà scientifiche, hanno una
scarsissima presenza femminile L'Europa ha investito molti soldi per questo e attraverso una
campagna di pubblicizzazione, oggi la presenza femminile è aumentata significativamente, non in
maniera risolutiva ma i dati sono comunque buoni.
● Abbiamo un'alta percentuale di NET, ovvero gli studenti che conseguono il titolo di laurea non
entrano nel mondo di lavoro e sono fuori dalla formazione e questa una percentuale di inattivi
conseguiti il titolo. Nel 1998 viene introdotto il progetto Pisa ovvero la messa a punto di un
questionario di valutazione delle capacità delle capacità di lettura, della matematica e delle scienze
possidenti dai quindicenni in Europa. Aumentano quindi i controlli sull'efficienza dell’attività
scolastica.

La legge Bassanini del 1997 : conferisce al Governo il potere di riorganizzare il “Servizio istruzione”
mediante il potenziamento dell'autonomia intestata alle istituzioni scolastiche ed educative. Patto educativo
di corresponsabilità nel 2007 ovvero la sottoscrizione da parte di genitori e studenti di un patto educativo di
corresponsabilità che stabilisce diritti e doveri del rapporto scuola-famiglia studente.

Le rilevazioni nazionali sugli apprendimenti degli studenti sono state introdotte con la legge n. 176 del 25
ottobre 2007 con cui è stato fissato il mandato per l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema
dell’Istruzione (INVALSI) con l’obiettivo di rilevare, attraverso apposite prove, i livelli di apprendimento di
conoscenze e abilità degli alunni. Tali prove non mirano a valutare i singoli studenti, le singole classi, i singoli
insegnanti, le singole scuole, ma hanno lo scopo di valutare l’efficacia del sistema scolastico nei singoli
segmenti scolastici.Obiettivo di sistema della valutazione esterna degli apprendimenti è quello di promuovere
un generale e diffuso miglioramento della qualità degli apprendimenti nel nostro Paese, avendo riguardo, in
particolare, agli apprendimenti di base.

Per ciascuna scuola le rilevazioni nazionali consentiranno di acquisire i risultati nazionali di riferimento e i
propri dati aggregati a livello di classe e disaggregati per ogni singolo item. Ciò con l’obiettivo di disporre
della necessaria base conoscitiva per:

● individuare elementi di criticità in relazione ai quali realizzare piani di miglioramento dell’efficacia


dell’azione educativa, e aspetti di qualità da mantenere e rafforzare;

● apprezzare il valore aggiunto realizzato in relazione al contesto socio-economico-culturale, al fine di


promuovere i processi di autovalutazione d’istituto.

Nel 2010 entra in vigore la legge le norme legate alla scuola secondaria, prevedevano 6 licei rispetto alla
riforma Moratti, si introduce la filosofia a partire dal 3 anno; inoltre la laurea scienze della formazione
primaria passa da 4 a 5 anni a ciclo unico con test d’ingresso. inoltre il percorso di laurea per la scuola
secondaria si modifica in una laurea triennale e una magistrale più un anno di tirocinio attivo nelle scuole che
comportava 60 cfu

Legge 107 del 2015, è la legge della buona scuola, voluta da Renzi quando era presidente del consiglio.
Essa ha attuato un attività sanatoria, dal punto di vista dell’offerta formativa:

● ha introdotto una maggiore valorizzazione della musica, dell’arte, delle lingue, delle competenze
digitali e dell’economia.
● Le scuole secondarie possono attivare delle materie opzionali per rispondere meglio ai bisogni dei
ragazzi. (Potenziamento matematico, artistico ecc…).
● La legge introduce l’alternanza scuola lavoro, oggi detta PCTO, questo era un modo per dare al
ragazzo un certo orientamento che lo rendesse poi capace di scegliere l’università finita la scuola
secondaria. Teoricamente questa attività può sembrare veramente utile ma in realtà la pedagogia
italiana lo critica perché ritiene che sia un istituto che interpreta la scuola nel suo adattamento al
mondo del lavoro. Non si può immaginare una scuola che si modelli solo sulle esigenze del mondo
del lavoro e della società. I rischi infatti sono tanti: perdere l’autonomia della formazione dal mondo
del lavoro, in quanto la scuola deve rimanere un luogo di formazione libero, solo nella libertà si
forma un individuo con una consapevolezza, capacità di giudizio ecc ; Non è detto che il mondo del
lavoro sia bello, adeguato, magari i ragazzi vogliono trasformare quel mondo del lavoro. Quindi il
rischio è che la scuola si possa affiancare al mondo del lavoro precario, pieno di disuguaglianze,
ingiusto. La scuola dovrebbe far in modo che il mondo del lavoro cambi.

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