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Cap 2-3:

La rifoma gentile nell’ Italia fascista


Giovanni gentile (insieme a Benedetto Croce)-> esponente del neo-idealismo italiano; Gentile è chiamato da Mussolini nel suo primo governo di
coalizione all’indomani della marcia su Roma (1922).
Un anno dopo Gentile realizza la riforma scolastica discussa durante il governo di Giolitti (1901-1914) -> considerata l’atto di nascita della
scuola odierna.

Mussolini definisce la riforma Gentile “la più fascista delle riforme”, nonostante sia liberale nella sostanza e fascista solo nella forma. La politica
scolastica diventa il cardine di un progetto culturale -> costruire l’ uomo nuovo ed a completare la nazionalizzazione avviata nell’ Italia liberale.

Gentile recupera la tradizione classica, la divisione in percorsi di non pari dignità ed il carattere autoritario della scuola. Nonostante le pressioni
della piccola borghesia forzano il carattere dell’istruzione secondaria gentiliana, le modifiche non demoliscono l’impalcatura della riforma-> si
limitano a diminuire l’organicità.
Nonostante scontri Gentile continua ad occupare posizioni all’interno del regime-> non si ha una corrispondenza tra il suo progetto scolastico e
le realizzazioni del fascismo: il sistema è reso da Gentile autonomo all’interno dell’organizzazione statale e occupa un ruolo nell’
amministrazione e nel bilancio dello stato.
La scuola di Gentile è meno fascista di quanto appare: il partito fascista cerca un radicamento e l’ istruzione si rivela un grande strumento di
mobilità sociale.

La struttura della scuola con la riforma gentile si ha:

 scuola materna (3 anni) non obbligatoria

 scuola elementare (5 anni) obbligatoria, dopo la quale si può scegliere tra 4 percorsi:

1. Ginnasio (5anni) dà accesso:


- liceo classico (3 anni): accesso facoltà universitarie;
- liceo scientifico (3 anni): accesso facoltà universitarie tranne lettere e filosofia, giurisprudenza;
- liceo femminile (3 anni): non dà accesso all’ università.

2. Istituto tecnico inferiore (4 anni): dà accesso


- liceo scientifico (3 anni)
- istituto tecnico superiore commerciale (4 anni);
- istituto tecnico superiore agrario (4 anni);
- istituto tecnico superiore industriale (4 anni).

3. Scuola complementare (3 anni):


Accesso agli istituti tecnici superiori industriale, agrario, commerciale ed artistico.

4. Istituto magistrale inferiore (4 anni):


Accesso all’ istituto magistrale superiore (4 anni)-> si può insegnare alla scuola elementare ed iscriversi all’ università.

Gentile è gradito ai cattolici, che condividono l'obiettivo della libertà della scuola. Al Ministero di Gentile collabora anche Lombardo Radice.
La legge prima è la riforma dell’Istruzione media con introduzione dell’esame di stato e riduzione di posti nelle scuole medie statali attraverso
selezione.
Obiettivo: potenziare l’istruzione primaria. La scuola materna viene affidata ad enti pubblici e privati, anche se l’ offerta rimane inferiore al
fabbisogno.
Gentile introduce una disciplina-> L’ istruzione media è divisa in 4 rami (complementare, ginnasio, tecnico e magistrale) dotati di diverse
opportunità.

2 tipologie di scuola per gli “inadatti” allo studio:

1. Scuola complementare: scuola basata su nozioni con finalità pratiche.

2. Liceo femminile: destinato a chi non aspira nè agli studi superiori né diploma professionale; scopo è di diminuire gli iscritti all’istituto
magistrale.

Le ammissioni all'istruzione media inferiore e successivi sono regolati da esami.


La maturità conseguita sono validi per l’accesso nelle amministrazioni pubbliche e per l’ esercizio di alcune professioni.
-> rafforzamento della cultura umanistica ed in tutti i corsi inferiori è presente il latino: il fascismo, che stabilisce un legame di continuità con
l’antica Roma, carica questo insegnamento di significato ideologico.

Il ginnasio ed il liceo classico sono l’ unico percorso con istruzione classica-> fine è preparare a qualsiasi indirizzo universitario e di orientare
alla vita politica.
Un ruolo importante è alle materie scientifiche: si ha lo studio del latino e di una lingua straniera al posto del greco e si dà maggiore spazio alle
scienze.

La formazione dell’insegnante
Insegnante con gli stipendi bassi. La didattica di Gentile rifiuta qualsiasi metodo imponendo al docente una formazione letteraria e filosofia (“chi
sa, sa anche insegnare”); inoltre l’ esame di stato permette di separare la persona dell’ insegnante da quella dell’ esaminatore.
I nuovi programmi per l’istruzione elementare fanno affidamento sulla figura del docente, visto però come maestro attivo all’ interno di una
scuola attiva, educatore di cittadini.
Gli insegnanti secondari acquisiscono la preparazione con gli studi universitari: con esame di stato abilitante ed albi professionali.
Per diventare maestri si studia invece negli istituti magistrali; nei nuovi istituti magistrali del 1923 le materie strumentali vengono ridotte ed il
tirocinio riassorbito dall’insegnamento della filosofia e della pedagogia. -> da qui distanza gerarchica tra istruzione primaria ed istruzione
secondaria.

La riforma amministrativa
La riforma Gentile si applica in poco tempo grazie aipoteri del governo Mussolini.
Il ministro Gentile snellisce l’apparato amministrativo, imprimendogli una struttura piramidale che favorisce l’irradiamento del potere dal centro
alla periferia-> Gentile inserisce all’ interno dell’amministrazione persone di fiducia

La riforma del consiglio superiore della pubblica istruzione cancella le commissioni degli insegnanti introdotte nel corso dell’ età giolittiana. ->
il provveditore regionale ha il compito di vigilare sui direttori e sui capi di istituto. Gentile avrebbe voluto conferire al provveditore un’ autorità
esclusiva ed autonoma, respinta dal governo onde evitare conflitti tra i funzionari.

La posizione del provveditore si rivela debole-> collocato nell’ordinamento gerarchico dell’ amministrazione allo stesso livello del preside.
I provveditori nominati da Gentile sono quasi tutti uomini di scuola a lui vicini e fascisti. Il nuovo rapporto tra centro e periferia dell’
amministrazione scolastica non si rivela in grado di attuare il decentramento su cui si era insistito: il sistema scolastico diviene una realtà
burocratica che non riesce a garantire un'aderenza alle esigenze dell’ Italia e valorizzare il patrimonio locale.

La programmazione scolastica -> affidata a criteri rigidi e si afferma un modello nazionale uniforme.
All’ insegnante la riforma riconosce un ruolo come educatore e come funzionario statale.
Gentile attua un allontanamento degli insegnante secondari in applicazione delle norme previste per il pubblico impiego: l’intento è operare un
ricambio, liberando la scuola dagli elementi indesiderati per poi reclutare i migliori con i nuovi concorsi->riqualificare il corpo docente sulla
base di prove selettive.
Il nuovo stato giuridico degli insegnanti e docenti estendono loro la formula del giuramento per gli impiegati statali-> fedeltà allo statuto ed alle
leggi, imponendo di conformare la condotta pubblica e privata alla dignità dell’ impiego e vietando l’ appartenenza ad associazioni e partiti la
cui attività non sia coerente con i doveri che esso implica.
Il giuramento è esteso anche ai maestri nel 1928.

Il rapporto tra il rendimento e l’ avanzamento di carriera sottopone gli insegnanti secondari ad un controllo continuo da parte dei presidi. Gentile
contribuisce all’ indebolimento delle vecchie organizzazioni eliminate negli anni successivi. Si rivela la condizione di inferiorità dei docenti
rispetto ai funzionari laureati di altri settori dello stato. Gentile pregiudizio: le doti dell’ insegnante donna possano essere adatte solo ai gradi
inferiori e corsi di studio meno prestigiosi: 1926 il fascismo sanziona l’esclusione delle donne dalle cattedre più importanti dei corsi superiori;
successivamente negata alle donne la carica di preside.

I limiti della riforma


A non funzionare è il meccanismo secondo cui il risparmio nel settore dell’ istruzione media avrebbe dovuto liberare fondi per potenziare la lotta
contro l’ analfabetismo ed aumentare gli stipendi degli insegnanti.
-> In realtà il peso finanziario dell’ istruzione media si riduce solo dell’ 1%, mentre le tasse degli studenti incrementano di oltre il 50%. Si ha
una riduzione del 40% degli iscritti agli istituti secondari.

Cresce a scuola privata, a vantaggio degli istituti cattolici: cominciano a beneficiare di un trattamento di favore da parte dell’ amministrazione.
1923 realizzata un’indagine- evidenziare lo spreco dalle scuole poco frequentate: la riforma lascia al provveditore solo la gestione delle scuole
classificate, mentre le scuole con un numero di alunni compreso da 15 e 40 vengono delegate al comitato contro l’ analfabetismo e quelle con
meno di 15 alunni vengono lasciate ai privati oppure chiuse.

Differenza:

 Scuole con meno alunni sono pluriclassi con un solo maestro e spesso sistemate in locali di fortuna. Il criterio sul numero degli iscritti
avvantaggia i centri cittadini e penalizza le zone più disagiate, dove i bambini sono impiegati nel lavoro e tendono a sfuggire all’ obbligo
scolastico.

 Durante il fascismo l’ interesse per l’ istruzione risulta accresciuto, ma la frequenza dipendono dalla distanza della scuola. La
trasformazione della scuola tecnica in complementare e la soppressione dei corsi magistrali (che vengono rinnovati) penalizzano soprattutto
i centri minori, dove non sono presenti altri tipi di scuola; inoltre nelle grandi città il re- golamento impone di dare la precedenza ai
residenti.

 La riforma Gentile accentua il legame tra la scuola media e l’urbanizzazione difforme dell’ Italia. La guerra all’ analfabetismo dichiarata
dal governo Mussolini individua un punto critico nella spesa per i libri di testo con il rischio di gratuità dell’ istruzione elementare (-> poi
introdotta una tassa scolastica per poter affrontare i problemi).
Autoritarismo della scuola fascista
Scuola fascista è attraversata da rapporti affettivi, sociali e morali e si estende oltre l'attività didattica- formando una società dominata dal dovere
e costruita sui rapporti di potere.

 Tra gli insegnanti più meritevoli vengono scelti i responsabili della biblioteca ed i fiduciari dell’opera nazionale;

 tra gli alunni migliori si scegli il capoclasse;

 i temi ed i lavori migliori vengono letti davanti a tutta la scuola.

Gerarchia, disciplina ed ordine sono gli attributi dello stato Gentile e Mussolini. I rapporti tra gli alunni sono regolati con rigidità e la
declinazione al maschile della vita scolastica si traduce in una penalizzazione delle donne.
Gli insegnanti si privilegiano i meriti dell’uomo e del cittadino che quelli di intellettuale e studioso.
-> Preside diviene il capo ed il responsabile del suo istituto, con il compito di scrivere note sull’attività degli insegnanti. Ai presidi è richiesta
l’iscrizione al partito fascista.
Le donne insegnanti->il controllo morale diviene opprimente e penalizzante.

La riforma culturale
Istruzione elementare e istruzione media costituiscono 2 momenti di un programma di educazione nazionale organico, le cui fasi sono scandite
da criteri rigidamente gerarchici.

 Ciclo primario: la cultura regionale e l’ insegnamento della religione cattolica valorizzano lo spontaneismo del bambino.

 Scuola media, la cultura si apprende tramite la lettura di testi con lo scopo di favorire lo sviluppo della personalità individuale, dello spirito
critico e del gusto estetico. Libere sono anche la distribuzione delle ore e temi di lezione e scelta dei libri di testo.
Le commissioni recuperano i capolavori della letteratura per ragazzi. Ha una grande importanza lo spazio riservato alla grande guerra. Si ha
poi l’ approvazione dei testi per la scuola primaria, voluta per attuare una selezione in base ai criteri della riforma, che equivale in pratica ad
una censura.

 L’ insegnamento delle materie umanistiche: affidato nella scuola media inferiore ad un unico insegnante di lettere. - abolizione del vecchio
tema retorico, costituendo una rivoluzione didattica per i cicli inferiori: le nuove esercitazioni di scrittura richiedono l’osservazione diretta
della realtà o l’analisi letteraria, in modo da garantire l’ autenticità delle riflessioni; nascono i temi come “il mio compagno di banco”,
“quale personaggio preferite dell’ odissea”.

 Nei primi 3 anni del ginnasio l’insegnamento della lingua italiana si unisce allo studio di brani tratti dall’ iliade, dall’ odissea, tragedie di
shakespeare e promessi sposi.

 Ginnasio superiore sono proposti Dante, Boccaccio... Ai corsi superiori i temi di letteratura e di analisi dei testi esigono anche un giudizio
sulla base di una concezione filosofica; il programma per l’ abilitazione magistrale comprende pedagogisti stranieri (Rousseau, Froebel).
Scopo dello studio della letteratura è fare emergere l’ immagine di un’ Italia unita e continuatrice di una tradizione di grandezze. Poche ore
matematica, teorica e ridotta ai minimi termini. La storia, separata dalla geografia, è funzionale all’ educazione patriottica e civile. Storia
come strumento di manipolazione delle coscienze. La filosofia secondo Gentile consente di organizzare il sapere in vera cultura. Negli
istituti magistrali la scelta degli argomenti è centrata sulla questione educativa.

 Al liceo scientifico il programma verte sulla storia delle idee scientifiche e sul problema filosofico della scienza. I programmi suscitano
problemi di attuazione pratica e ripiegano sull’ausilio del manuale, che non è indicato da Gentile ma reinserito nel 1925 da Fedele, ->
sopprime la libertà di scelta delle letture. I successori di Gentile (Casati e Fedele) -> temperare il rigore dell'esame di stato, che a causa dell’
alto numero delle bocciature, suscita proteste.
Nel 1924 Casati firma nuovi programmi nei quali inserisce lo studio in filosofia di Agostino, Tommaso d’ Aquino..i programmi aggiornati
da Fedele nel 1925 prevedono un capitolo di filosofia del cristianesimo e la lettura di un’antologia del nuovo testamento;

 Scuole magistrali si studia anche Giovanni bosco; il programma di storia del cristianesimo è ampliato.

Il testo unico
1929 - svolta per la scuola del regime: 1929-1930 -> riorganizzazione dell’ istruzione obbligatoria e professionale. Obiettivi: controllo politico e
la razionalizzazione della macchina totalitaria.

1928-1929: affrontano i problemi della riforma Gentile. Nel 1928 tutte le scuole passano dall’ economia nazionale alla pubblica istruzione

1929 il ministro Belluzzo fonda il corso integrativo e la scuola complementare istituiti da Gentile con i trienni professionali dipendenti dal
ministero economico nella scuola secondaria di avviamento al lavoro.

1931: riordinamento dell’istruzione professionale con l’istituzione di corsi che dopo l'avviamento consentano di arrivare agli istituti superiori di
economia, commercio ed agricoltura (poi facoltà).
L’ attività dell’ organizzazione nazionale balilla (ONB) si occupa dell’ educazione fisica, morale e premilitare, dell’ istruzione tecnico-
professionale, dell’ assistenza religiosa e delle attività di sostegno.
La gestione della scuola rurale passa all’ ONB. -> collaborazione organica tra scuola e pnf, a favore della pubblica istruzione. L’ istituzione del
libro di stato per le elementari è parte integrante della riforma: il pnf può distribuire libri a prezzi ridotti, con vantaggi sul piano del consenso. I
libri di stato si caratterizzano anche nei contenuti per la fusione tra piano privato e piano pubblico.

Le letture hanno un posto principale: la struttura dei racconti, sfruttano il meccanismo di identificazione e riescono a trasfondere il fascismo e la
religione cattolica. -> ripercorrere itinerario storico nazionale, nel quale domina la grande guerra come anello di saldatura tra risorgimento e
fascismo. Il libro di stato non rappresenta un successo ed all’ insuccesso delle vendite si associano dubbi sull’ efficacia didattica.
Il testo uguale per tutti non si può adattare alla disomogeneità dell’ Italia- la questione si chiude con la campagna contro i dialetti ed i
regionalismi e con i programmi firmati dal ministro ercolano nel 1934, che cancellano ogni allusione al dialetto (sostituendo la parola “popolo”
con “nazione”).

Indottrinamento e autorità
Il fascismo penetra nell’ identità individuale e collettiva infantile attraverso l’ indottrinamento-> mediante il meccanismo di identificazione
presente nei libri di stato. La scuola come primo luogo di socializzazione, tra famiglia e stato, fulcro del progetto educativo fascista.

Autorità: figure del padre, del maestro e del duce-> immagine paterna, severa ma giusta, che riflette un’ interiorizzazione del principio, tale da
indurre ad approvare e fare proprie le stesse punizioni.

Le scuole rurali negli anni 30


'30 la frequenza scolastica regista regolarità e durata maggiori. Nelle zone rurali incidono il lavoro minorile, domestico e contadino e la distanza
delle sedi scolastiche.
Le condizioni delle scuole rurali sono svantaggiate: solo corso inferiore e con unico insegnante, con una sola stanza senza riscaldamento, con
banchi e materiale didattico insufficienti.
'30 impulso all’edilizia scolastica: costruite scuole-> tendenza ad aggiungere il ciclo superiore a quello inferiore, rafforzando la rete scolastica.
L’alto numero delle bocciature conduce ad un cattivo rapporto- scuola(umiliazione, punizioni corporali)
Obiettivo perseguito dal fascismo di virilizzare la professione magistrale trova ostacoli in una crescente tendenza alla femminilizzazione - si
registra una crescita anche della scuola media.

I libri di testo nella scuola media


Interessi editoriali hanno un peso nella rinuncia ad estendere il testo unico anche nella scuola media; anche il regime ne trae vantaggi, in quanto
mantiene un’apparenza di libertà, mentre sono eliminati i margini di autonomia.

1929- revisione dei testi e sono dettate regole precise per la nuova produzione; con circolari del ministro Belluzzo è richiesto l’invio di elenchi
dei testi adottati nelle scuole medie e formulato l’ordine di scegliere solo libri di testo conformi alle direttive (revisione da parte degli editori dei
libri in uso).

L’ intento è coinvolgere i docenti sfruttando il senso di responsabilità. I testi non approvati sono i libri di storia della vita nazionale e dei trattati
di economia ormai superati. Con i nuovi programmi del ministro Giuliano le discipline di lettere, storia e filosofia tendono a convergere sull’ età
contemporanea.

Gli autori introdotti da Gentile sono sostituiti da altri graditi alla chiesa. I divieti riguardano tutti i manuali volti a tutelare l'immagine dell’ Italia
nel mondo. L’ interesse verso i libri di storia è quello più significativo: vietata è la produzione di storici non fascisti o antifascisti. La politica
scolastica e la produzione editoriale costituiscono 2 aspetti legati, in un rapporto che consolida un sistema di autocensura.

I manuali de vecchi
Il ruolo strategico attribuito alla scuola ed all’editoria riflette il rafforzamento dell’ apparato culturale e propagandistico e la presenza del
fascismo in ogni aspetto della società.

Il ministro De Vecchi porta all'estreme conseguenze l’ accentramento amministrativo e l’ ideologizzazione dei contenuti dell’insegnamento,
cancellando ogni residuo di autonomia didattica anche nell’ istruzione superiore. I programmi firma nel 1936 costituiscono la tappa del sistema
di controllo della libertà dell’ insegnamento-> sacrificano le letture dei classici letterari e filosofici a vantaggio della trattazione antologica;
persiste un approccio linguistico all’ insegnamento del latino.

I programmi 1936 segnano un ritorno rispetto alla libertà della riforma Gentile perché ripristinano la ripartizione delle materie per classe e non
per ciclo scolastico e tendono ad uniformare le materie comuni dei corsi inferiori in direzione di un canone standardizzato.

Obiettivi -> favorire i manuali migliori e di ridurre la massa di libri in uso. Alla metà degli anni 30 si conclude il processo di rinnovamento dei
testi per l’ insegnamento avviato dalla riforma Gentile- introduce una nuova materia obbligatoria, la cultura militare, finalizzata a formare il
cittadino- soldato, mentre l’ addestramento pre-militare è assolto dall’ ONB. L’ insegnamento è tenuto da ufficiali e comprende conoscenze di
base sulla costituzione e funzione delle forze armate.

Il ministero bottai
1936 bottai sostituisce De Vecchi come ministro dell’ istruzione-> ministero volto a conciliare l’istruzione con le necessità economico-sociali.

1939 approvata la carta della scuola: presentata come provvedimento che porta a conclusione la rivoluzione scolastica fascista iniziata da Gentile
e concepita da Bottai. Secondo Bottai la scuola deve essere restituita al popolo ed allo stato fascista. Il lavoro trova una protezione speciale all’
interno dello stato fascista-> considerato principio educativo per l’ intero ciclo di studi.
Alla vita scolastica è chiamata a partecipare anche la famiglia, per condividerne metodi ed obiettivi. Gli ultimi due anni del ciclo elementare ->
“scuola del lavoro”, dove si insegna il lavoro con il fine di orientamento. La concezione del lavoro come fattore di coesione tra scuola diversi
fallisce nei 3 canali separati della scuola media. Bottai -> stabilire un legame tra insegnamento superiore-cultura-arte attraverso il provvedimento
che permette agli artisti di accedere all’ insegnamento ed all’ amministrazione scolastica.

La scuola razzista
Bottai dà il via alla discriminazione degli ebrei a partire dalla scuola nel 1938. L’ antisemitismo è sostenuto da molti articoli su “la critica
fascista”.
Dopo la pubblicazione del manifesto del razzismo italiano (1938), Mussolini comunica a Bottai intenzione di allontanare gli ebrei dall’esercito,
dalla magistratura e dalla scuola, dove il ministro dell’educazione nazionale ordina la diffusione del concetto di “difesa della razza”.

Divieto: adozione di testi di autori di razza ebraica. Successivamente firmato il decreto per l’ allontanamento di insegnanti ed alunni ebrei dagli
istituti pubblici.
Per Bottai la difesa della razza non è una persecuzione ma una separazione degli ebrei dagli italiani.
-> emerge senso di “responsabilità” del personale docente e degli editori. La carta della scuola conferma i libri di stato per l’ istruzione
elementare ed introduce la censura dei libri per l’ ordine medio e superiore, resa possibile proprio dalla revisione antisemita.

La letteratura di bottai
Bottai - cambiamenti sui contenuti della scuola media: i programmi 1940 modificano il canone letterario, il cui baricentro è individuato pnegli
autori più recenti, con uno spostamento di tutto l’asse culturale sulla contemporaneità.

Gli ambienti letterari '30 criticano l’ inadeguatezza delle antologie ad accendere la passione per la lettura.
Secondo Bottai: dal libro di testo nasce l’ interesse e la curiosità per gli altri libri; Bottai -> allargare il mercato editoriale nel suo complesso.
L’ inserimento degli autori contemporanei nei libri di testo favorisce un editore in particolare: Mondadori- poi Montale, Ungaretti..
Presenza delle riproduzioni di pitture e sculture-concezione dell’arte in cui ricorrono più forme espressive.

Cap. 4
la transizione alla repubblica
Passaggio da regime fascista alla democrazia repubblicana non è lineare per la scuola. Gli effetti della guerra minacciano la sua stessa
sopravvivenza: chiusa per lunghi periodi e colpita dai bombardamenti.

Dopo la cauta del fascismo (25 luglio 1943) intervengono il governo Badoglio- viene sancito l’ ordine di assicurare il funzionamento della
scuola. La politica scolastica non ha il potere di incedere sulla realtà di questo periodo: la defascistizzazione dei libri di testo non è favorita dalla
condizione del mondo produttivo. Prima della transizione alla democrazia, si verifica un periodo di “continuità dello stato”, dovuta al
mantenimento dei vecchi apparati.

Nel caso della scuola, il problema della continuità si pone con forza rispetto agli altri settori dello stato. La mancata riforma della scuola con la
conferma del modello gentiliano e l’ inserimento del concordato nella costituzione sembrano contrapporsi all’ idea stessa di un cambiamento.

I 45 giorni
Durante i 45 giorni del governo Badoglio->nominato ministro della pubblica istruzione Leonardo Severi-> prende le distanze da Gentile e dal
fascismo.
Il proposito di Severi è di recuperare la riforma Gentile nelle sue parti più liberali ed immuni al fascismo.
Agli insegnanti si raccomanda di evitare l’ esposizione di eventi posteriori alla prima guerra mondiale-> è soppresso il libro di stato, che non
corrisponde ai principi politici del nuovo governo; i libri di stato sostituiti da quelli approvati dalla commissione presieduta da Radice
Anche gli alleati iniziano ad occuparsi di scuola: affidata all’ americano washburne, esponente dell’ attivismo pedagogico di dewey, la
sottocommissione all’ istruzione procede alla riapertura delle scuole.

Sono poi fronteggiate anche le urgenze didattiche: come la sostituzione degli ideali fascisti con quelli democratici.
Un team si occupa della cassazione e sostituzione di ogni contenuto di propaganda nei testi fascisti e vengono stampati e distribuiti nuovi libri. Si
interviene sui programmi e si cancella l’ educazione militare-> insiste su un’ educazione morale che sostituisca quella fascista del “credere,
obbedire, combattere”; si dà rilievo al gioco ed al lavoro..

Il ministro della repubblica socialista italiana (rsi) Biggini è incaricato da Mussolini di redigere una nuova costituzione: nella bozza ruolo di
primo piano è il duce-capo e la discriminazione razziale; la scuola è ispirata ai valori della razza italiana e la religione cattolica è posta a
fondamento e coronamento di ogni sapere.
La possibilità di proseguire gli studi viene affidata al criterio di capacità-Biggini migliora lo stato giuridico ed il trattamento economico dei
maestri (importanza politica) e mantiene solo per gli amministrativi l’obbligo di giuramento.
Libri scolastici-> editoria non è in grado di rispondere ai voleri della politica;, Biggini annuncia una revisione dei libri esistenti (opuscoli
propagandistici nei quali badoglio è presentato come un traditore).

Epurazione e defascistizzazione
I ministri che succedono alla pubblica istruzione nei governi Badoglio e Bonomi dal 1944 alla liberazione del paese nel 1945 sono intellettuali
liberali formatisi nella scuola di Croce e di Gentile, fedeli ad un’ istruzione selettiva.

Il ministro Omodeo (ministro dal 1944) si dichiara favorevole alla sospensione dei funzionari di ogni grado, senza procedere all’ interruzione
dello stipendio.
L’ 85% dei libri è giudicato ancora utilizzabile; 1945 la sottocommissione invia agli editori di tutta la nazione l’ elenco dei testi da sequestrare
(specificando che i libri delle scuole elementari devono essere approvati dal ministero e dalla sottocommissione, mentre quelli per le scuole
medie dal provveditore.

Dopo la liberazione 1945 il governo Parri nomina Ruiz, che si dichiara inflessibile con i “diplomati del duce” e con chi ha ottenuto la cattedra
senza concorso. Ruiz cancella i divieti di insegnamento che gravavano sulle donne ed abolisce il giuramento dei professori universitari.

I testi di religione si devono conformare alla “guida di insegnamento religioso”. Concepita come misura di emergenza, l’ approvazione dei testi
per la scuola elementare è accantonata per ristabilire la libertà di mercato e di scelta.

Il governo Parri viene sostituito da quello de Gasperi nel 1945. Al ministero della pubblica istruzione viene nominato Gonella, sostenitore della
battaglia per la libertà di insegnamento. La dc (democrazia cristiana) si pone come alternativa allo statalismo fascista e comunista/socialista.
I problemi della defascistizzazione nascono dalla difficoltà di capire cosa ha comportato la fascistizzazione.
Gonella 1948 sostiene -> scuola ci siano state resistenza alla pressione del totalitarismo e svuotamento della sostanza dei programmi
propagandistici. Gli insegnanti sono stati strumenti della politica educativa del regime-> è difficile tracciare confini tra chi è stato e non è stato
fascista, tra chi è colpevole e chi è innocente.

L’ istruzione nella stesura della costituzione


Intervento sulla scuola -> come parte per la ricostruzione del paese sia dal ministero che dall’assemblea costituente. Alla fine della guerra la
situazione è grave: alto numero di aule, edifici è distrutto, gli insegnanti sono impoveriti e scoraggiati ed inoltre hanno assistito ad un
peggioramento del loro già debole status.

I miglioramenti introdotti da Gonella nella carriera e nel trattamento economico degli insegnanti si inserisce all’ interno dell’ attenzione della dc
nei confronti dei ceti medi ai fini di consenso; la dc -> mantenere l’ influenza che i cattolici t hanno sugli insegnanti.

Gonella revoca il provvedimento che rende nulla l’ abilitazione all’ insegnamento medio ottenuta durante la rsi e porta a termine il processo di
statalizzazione dei maestri. Manca ogni indicazione sulla scuola materna.
L’ assemblea si concentra su 5 temi scolastici:

 obbligo

 il rapporto tra istruzione pubblica e privata

 insegnamento della religione

 istruzione professionale

 assistenza scolastica.

-> caratteristiche che si vogliono imprimere alla nuova repubblica. Dopo discussioni per salvaguardare la pace religiosa, vengono inseriti nella
carta costituzionale i patti lateranensi, che comportano il riconoscimento dell’ insegnamento della religione cattolica dell’ istruzione pubblica.

La discussione sull’ istruzione media si conclude senza discontinuità con il passato: l’ istruzione classica continua ad essere ritenuta formativa
della classe dirigente. Prive di controversie sono anche le discussioni sul diritto all’ istruzione e sull’ obbligo di istruzione fino ai 14 anni.
I democristiani puntano alla difesa della libertà dei cittadini, mentre la sinistra difende la scuola come unica in grado di educare allo spirito
critico e di confrontarsi con tutte le credenze.

Cap.5
Dc e l’ egemonia cattolica
Inserimento del concordato nella Costituzione-> determinare una situazione conflittuale che tende a polarizzare il dibattito scolastico tra cattolici
e sinistra laica in funzione dello scontro politico. Nei governi de Gasperi (1946-1951) siede il democristiano Gonella.

Gonella-> la scuola è il primo problema dello stato democratico-repubblicano. Commissione nazionale di inchiesta nel 1947 - raccogliere
indicazioni per i programmi da coloro che esercitano l’ insegnamento al fine di ripristinare la dignità della scuola e l’ efficacia degli ordinamenti.

Della commissione fanno parte 88 esperti, tra cui Gonella e tutti i ministri che lo hanno preceduto a partire dal 1943. I questionari sono elaborati
dalle 5 sottocommissioni ed inviati alle scuole; -> diretti agli insegnanti di tutti i gradi ed anche agli operatori non appartenenti al corpo docente.

Necessario un prolungamento dell’ obbligo ed oltre i 3/4 chiedono ci sia un percorso post-elementare senza sbocchi.
Gli insegnanti si rivelano sostenitori del modello selettivo a riprova di un rapporto tra posizioni politiche e culturali.
Non emergono indicazioni sulla scuola materna -> ma necessità di un educazione della donna conforme ad un tradizione domestica.

L’ analfabetismo è di circa il 15% della popolazione, con punte del 40% al sud; il 75% dei lavoratori sono sprovvisti di licenza elementare.
Negli anni del ministero Gonella la ripresa della scuola italiana è innegabile, gli avversari politici riconoscono i risultati ottenuti da gonella sui
problemi del bilancio della pubblica istruzione, su cui gravavano soprattutto la retribuzione degli insegnanti e la ricostruzione degli edifici.
Aumentano i fondi per la scuola materna. Gonella interveniene sulla disoccupazione che colpisce i maestri. Nel 1946 circa 40.000 maestri sono
disoccupati.
Gonella procede anche alla riorganizzazione dell’ educazione popolare-> è una legge di emergenza condizionata dalle condizioni del paese- idea
di democrazia solidale fatta dalla dc di De Gasperi, ispirata all’ obiettivo di rendere tutti uguali di fronte alle urne, perché senza istruzione e
formazione non c’ è sovranità popolare.

Attraverso il bilancio iniziale ed i fondi del piano Marshall è istituita nel 1947 la scuola popolare, che combatte la lotta all’analfabetismo. La
scuola popolare è rivolta ai maggiori di 12 anni ed ha corsi di 3 tipi:

 analfabeti

 semi-analfabeti

 aggiornamento culturale.

Il numero dei corsi popolari è proporzionale al tasso di analfabetismo di ciascuna provincia. -> soluzione all’ analfabetismo risiede nel
potenziamento dell’ istruzione elementare e rurale.

Gonella riconosce alle supplenze punteggi validi per l’ insegnamento nelle statali; 1946 -1952 alto numero di autorizzazioni all'apertura di nuovi
istituti e di riconoscimenti legali, giustificati da Gonella con le sofferenze scolastiche dei piccoli centri rurali dove lo stato fatica ad arrivare->
assicurare la penetrazione del cattolicesimo nella scuola statale, reintroducendo i parroci in quanto tali e non come professori.

Il fallimento della riforma


1949-> chiusa l’inchiesta, è nominata una commissione di 30 funzionari con l’ incarico di approntare un progetto di riforma - sorta di primo
codice della scuola. 1951 si ottiene un testo dal consiglio dei ministri. Ha inizio il lavoro di una consulta didattica incaricata di redigere i
programmi per la scuola.
Il disegno di legge decade con crisi di governo; Gonella lascia il posto a Segni, il cui ministero si rivela poco incisivo e non rilancia il progetto di
Gonella.
La riforma organica delineata da gonella riguarda il sistema scolastico in ogni suo aspetto- l’istruzione è concepita come diritto dell’ uomo.

Gonella riprende la sussidiarietà della dottrina sociale della chiesa, che assegna allo stato il diritto-dovere di intervenire solo quando la libera
iniziativa non è in grado di soddisfare le necessità del territorio.
Istruzione elementare: lo stato debba intervenire solo quando ci sono almeno 20 obbligati cui manca una scuola idonea.
La scuola materna: è un settore in cui prevale l’ iniziativa privata.

Equilibrio stato-chiesa è evidente nella scelta di introdurre accanto all’ insegnamento religioso uno che sviluppi la coscienza dei diritti e dei
doveri del cittadino, diffondendo gli ideali democratici.
Centro della riforma pedagogica è l’ insegnante-> formazione con grande attenzione.

Scuola media. Gonella ipotizza un triennio nella forma e differenziato nella sostanza, che comprende 3 tipi di percorsi:

 classico

 tecnico (ex avviamento)

 normale (un pre-professionale, destinato a chi deve completare l’ obbligo nei piccoli centri rurali).

Scuola superiore: valorizzare il liceo scientifico e quello magistrale, è lasciato spazio alla regione ed ai privati nel settore professionale,
trascurato dallo stato.

L’ inizio della guerra fredda


1949 l’ Italia aderisce al patto atlantico e pio 12° emana il provvedimento di scomunica dei comunisti.
I maestri ed i professori sono presi di mira per idee e principi in realtà garantiti dalla costituzione. Emerge anticomunismo.

Le segnalazioni partono dagli uffici degli interni per giungere alle autorità scolastiche, ma prendono le mosse anche dai genitori degli alunni,
che sollecitano l’ intervento di autorità politiche-> l’ insegnamento non rechi turbamento alla sensibilità morale, religiosa e politica degli alunni.
Nelle scuole superiori il controllo come censura degli argomenti politicamente più sensibili, sia storia che filosofia.

Comunità operante: presente nei programmi washburne offre opportunità per sperimentazioni innovative (es. scuola-città pestalozzi, privata ma
laica, concepita come una comunità di autogoverno dove si saldano diritti e doveri)
Dopo la caduta del fascismo sono riscritti solo i programmi per le scuole elementari e per gli istituti magistrali.
I programmi per le scuole elementari sono redatti da Washburne, sostenitore delle idee di Dewey, ma difficilmente conciliabili con la tradizione
pedagogica italiana e con la dc; lo stesso programma di religione punta su principi anche dai laici (solidarietà, fratellanza, armonia) tanto che

Gonella propone interventi.-> Obiettivi dei nuovi programmi: analfabetismo strumentale e analfabetismo spirituale (esigenza di educazione del
cittadino alla democrazia)
Scuola primaria: libri di testo recuperati dalla lista dei volumi approvati nel 1923 e la religione cattolica si conferma asse portante dell’
educazione. Manca l’ educazione cittadina repubblicana, sostituita dal valore di appartenenza alla patria.
Privilegiato il mondo rurale e dai libri di geografia non scompaiono i residui di razzismo-> si riafferma apoliticità della scuola, con rifiuto del
progresso, della modernità e dei conflitti che essa implica. La defascistizzazione dei libri per le scuole medie è rapida e non è accompagnata
dalla revisione dei programmi, lasciando inalterati i modelli culturali del programma de vecchi del 1936.

Cap. 6
il boom economico
1953-1962, prima dell’ istituzione della scuola media unica, gli iscritti alla scuola media (inferiore e superiore) raddoppiano.
1950-1970 durante il boom economico, i tassi di istruzione crescono in tutto il mondo, registrando un'accelerazione nei paesi più poveri,
interessati dal processo di decolonizzazione.
Si stabilisce un nesso tra istruzione e sviluppo e si tende all’ unificazione dei percorsi post- elementari, mettendo in crisi il modello selettivo
tradizionale.

Scuola e industrializzazione
1955-1965 l’ Italia vive un processo di modernizzazione. Il passaggio da paese agricolo a paese industriale e l’ affermarsi della società dei
consumi contribuiscono a portare a termine il processo di nazionalizzazione.
Al ruolo dei soggetti istituzionali (stato e partiti) si affianca quello dei media. Il boom economico è però anche traumatico per i fenomeni delle
migrazioni interne e dell’ urbanizzazione. -> incide sulle dinamiche dell’ istruzione e sulla politica scolastica.

Importante sia l’ istruzione professionale sia la formazione in generale, grazie alla crescita economica ed all’ aumento del reddito.
1958- le lezioni politiche vedono la vittoria di Fanfani: fine del centrismo e avvio di un avvicinamento tra i democristiani ed i socialisti,
approdato poi nel centro-sinistra.

Firma 1959 dal ministro democristiano medici->l’ introduzione al piano della scuola: istruzione come servizio della collettività-> il surplus dei
laureati è c riassorbito; nel 1961 è concesso l’ accesso agli studi universitari ai diplomati tecnici, geometri e industriali ed è abolito anche l’
esame di ammissione alla scuola media.
La scuola è vista come uno strumento di occlusione più che di mobilità, che perpetua le differenze sociali.

L’ arretratezza italiana
Aumento iscritti all’ istruzione media ed universitaria->attenzione sull’ allentamento della selezione del triennio post-elementare e sulla
scolarizzazione femminile che riflettono fenomeni di trasformazione più generali come le migrazioni interne e l’ urbanizzazione, che inducono le
famiglie ad investire sull’ istruzione dei figli senza discriminazioni di genere.

Limiti della scuola italiana:

 crescita della scolarizzazione media superiore senza che sia consolidata quella di base

 persistenza dell’ analfabetismo

 presenza di comuni sprovvisti di una scuola media.

La crescita del corpo docente è straordinaria, ma ad aumentare sono gli insegnanti delle medi superiori, mentre l’ incremento dei maestri
elementari è il minimo. I maestri ottengono la qualifica di impiegati statali e si trasformano in operatori sociali.
Per migliorare lo status degli insegnanti: proposta di istituzione di un comitato per la formazione degli insegnanti con procedura di immissione in
ruolo; con corsi speciali abilitanti per la scuola media unica.
Gli insegnanti del boom sono disorientati e vivono la crisi delle certezze tradizionali; si aggiungono anche le resistenze della chiesa all’
istituzionalizzazione dei percorsi di formazione per gli insegnanti.

I rapporti scuola-chiesa
Rapporti tra istruzione pubblica-privata si rivelano incompatibili.
->“disgelo costituzionale”: rottura tra socialisti e comunisti; Durante questo periodo i protagonisti della vita politica sono i 3 grandi partiti di
massa: DCI, PCI, PSI

1955: scioperi agitano gli insegnanti, suscitando preoccupazione nella DC, che aveva individuato una base di consenso-> richiesta di
equiparazione allo stato giuridico di magistrati ed al rifiuto dell’ affidamento della post-elementare ai maestri elementari.
La protesta è sconfitta ma porta effetti positivi: induce il comitato centrale del PCI a porre la questione scolastica come questione politica,
favorendo la riunificazione dei sindacati del settore nel fronte unico della scuola.

Perde rilevanza l’ idea di una scuola cattolica e l’ attenzione si sposta su quella pubblica. 1955 approvati i programmi per la scuola elementare,
che ripropongono la religione a fondamento; i programmi lasciano largo margine all’ iniziativa del maestro.
I cattolici italiani ritengono l’ istruzione statale indispensabile per fronteggiare le esigenze educative nella società di massa ed anche per educare
ai valori cristiani.
La scuola e l’ educazione sono i settori su cui il concilio vaticano 2° ha più difficoltà ad esprimersi - riconosce importanza alla scuola ma rifiuto
di ogni monopolio statale e libertà di scelta delle famiglie-> riconoscimento della funzione pubblica svolta dagli istituti cattolici.

La nascita della scuola media unica


Avvenuta nel 1962 per offrire una formazione di base a chi avrebbe e non avrebbe continuato gli studi.
La riforma trasforma il sistema scolastico in uno dei più aperti d’ Europa. Istituzione della scuola media unica apporta una correzione al modello
gerarchico di Gentile. -> Prevista l’ attribuzione di una scuola media in tutti i comuni superiori ai 3.000 abitanti, con l’ effetto di sommossa del
rapporto con il territorio, che ha determinato una differenza tra campagna e città.

1959 proposta di legge comunista caratterizzata da una struttura unica senza il latino, ma baricentro scientifico e storico.
Segue poi il disegno di legge del ministro democristiano Medici: non rinuncia agli indirizzi diversi che riproducono la tradizionale gerarchia
delle opportunità; la legge viene approvata.

La scuola media unica è vista come il rinnegamento della riforma gentile. L’ insegnamento del latino deve essere impartito a tutti nella seconda
media, mentre diventa facoltativo in terza media.
Il PCI mira all’ abolizione del latino ed è contrario all' esame come condizione di accesso al liceo classico.

La battaglia della scuola media unica si svolge anche sul piano degli altri contenuti: le materie classiche che si oppongono alle scienze; si trova
soluzione nel binomio storia-scienza, che riconosce un ruolo alla storia contemporanea.

1958 il ministro Moro introduce l'educazione civica abbinata alla storia nella scuola media, che però secondo la destra potrebbe politicizzare
l’insegnamento in favore del PCI; si lamenta però che i giovani abbiano conoscenze del passato ma siano impreparati sul mondo in cui vivono.
1959 -> sancisce abolizione della versione dall’ italiano al latino nell’ esame di licenza media.
La legge sulla scuola media unica istituisce un doposcuola facoltativo e gratuito di almeno 10 ore, ritenuto indispensabile per recuperare gli
alunni in difficoltà.

Vengono istituite le classi per gli “alunni disadattati scolastici” per chi proviene da situazioni di svantaggio socio-economico e le classi di
aggiornamento per i ripetenti. -> 1952 i bambini sono chiamati a frequentare lo stesso tipo di scuola uguale nei programmi, negli orari e nelle
opportunità. Vengono immessi in ruolo 20.000 insegnanti. Negli anni successivi si estende la scolarizzazione superiore, i cui iscritti
raddoppiano.
Viene confermato il ruolo cruciale dell’ insegnamento dell’ italiano all’ interno del processo formativo; l’ insegnamento della matematica
nascono testi di successo, che rivoluzionano la didattica di una disciplina incapace di catturare l’ interesse degli adolescenti.

La scuola materna di stato


Educazione della prima infanzia: stato italiano è latitante ed è solo la riforma Gentile ad inserire all’ interno del sistema scolastico un grado
preparatorio all’ istruzione elementare.

I governi a guida democristiana continuano i finanziamenti alle istituzioni cattoliche impegnate nell’ educazione dell’ infanzia.
La cattolica associazione educatrice italiana gestisce la maggioranza delle istituzioni prescolastiche; e lo fa sulla base degli orientamenti per l’
attività educativa della scuola materna 1958-> impostazione pre-gentiliana come parte separata dall’ iter scolastico che inizia con la 1°
elementare.

Con il piano della scuola: fondi per la costruzione di scuole materne statali e finanziamento degli istituti privati, fino all’ inclusione della scuola
materna statale nel programma del primo governo di centro-sinistra dal 1962 da Fanfani.

L’ istituzione della scuola materna di stato, segue un iter tormentato con rallentamenti che ricalcano lo scontro politico-> predominanza della
chiesa, la scuola materna è legata alle contraddizioni del processo di secolarizzazione; l’ istituzione della materna statale rappresenta per i
cattolici l’ inizio della scristianizzazione dell’ infanzia.

Nel 1964 il PCI presenta un progetto di legge: scuola materna come grado preparatorio alla scuola elementare. La proposta ha avverso il mondo
cattolico, che vede l’ invasione dei social-comunisti.
Il mondo cattolico si divide; la DC si fa interprete di una difesa della materna non statale.

La scuola materna statale è una risposta dello stato alle trasformazioni dell’ Italia del boom, dalla distruzione del mondo contadino alla
mobilitazione femminile. La scuola materna fatica a prendere campo: nel 1965 solo il 50% dei bambini la frequenta.

La legge presentata dal partito comunista è approvata nel 1968; 1969 pubblicati i nuovi orientamenti. Vengono eliminati gli interventi
precedentemente apportati: 25 bambini per classe è portato a 30, l’ orario scende da 8 a 7 ore, è ripristinato l’ insegnante unico per classe e sono
esclusi i maschi dal corpo docente. -> Nasce la scuola materna statale: gratuita ma non obbligatoria, cui sono attribuite le funzioni pedagogica,
assistenziale e sociale.

L’ istituzione della scuola media unica pone le basi per un innalzamento culturale degli italiani, ma limiti:

 generale impreparazione degli insegnanti

 scuola media come unica realtà riformata all’ interno di strutture antiquate.

 scuola media apre l’ accesso fino ad allora limitato all’ istruzione superiore, ma lascia inalterato tutto il resto
Cap.7
la contestazione del 68
1971 eletto presidente della repubblica Giovanni Leone. Nelle scuole sono presenti le classi differenziali per alunni con svantaggio socio
economico e attribuzione dei posti: davanti i figli dei professionisti e dei più abbienti; il doposcuola è frequentato solo da chi non può
permettersi niente di meglio. (distinguere “bravi” dagli “asini”)

L’ inizio della contestazione


1968 - contestazione in ambito universitario dà agitazione che individua nella scuola un apparato ideologico dello stato-> il governo interviene
sull’ istruzione secondaria.

Esigenza di rinnovamento non trova risposte adeguate sul piano legislativo ed è costretta ad agire seguendo altri percorsi:

 scuola diventa un logo di conflitto dove l’ aspetto generazionale si fonde con le rivendicazioni politiche e scolastiche. Le battaglie per la
democratizzazione della scuola si legano all’ antifascismo.

'70 - definitivo dissolversi del mito della riforma organica che ha dominato il ‘900.
1968 gli studenti diventano i protagonisti della vita scolastica; con insegnanti della nuova leva. I giovani si battono nella sfida alla morale
borghese, disorientando tutto l’ occidente; in italia l'impatto è più violento.
Durante la contestazione la carica antifascista si materializza con la critica dei modelli gentiliani.

1968 si diffondono le occupazioni delle università, dove si sconsigliano le innovazioni, si puniscono i democratici, si esaltano gli autoritari con il
risultato che la scuola italiana finisce per restare il settore culturalmente più arretrato. Nell’ anno scolastico 1968-69 studenti delle scuole
superiori scioperano, occupano e partecipano alle assemblee->esigenza di esperienze innovative, cui il successo di "Lettera a una professoressa"
contribuisce a dare risonanza.

L’ aula associata ad una cella carceraria e la condizione dello scolaro a quella dell’ operaio.Nelle scuole superiori le proteste reclamano il diritto
di assemblea; si associano come lavori di gruppo e abolizione del voto individuale (contagio si diffonde). Le risposte del governo non sono
efficaci: continua la richiesta di diminuzione del numero degli esami previsti dalla riforma gentile.

I primi successi comprendono:

1. Eliminazione dell’esame di licenza ginnasiale;

2. Attenuazione della difficoltà dell’esame di maturità, considerato obsoleto: le prove limitate su 4 materie a sorte- 2 scritte e 2 orali;

3. Abolizione degli esami di riparazione;

4. Introduzione dell’ anno integrativo per i corsi quadriennali (es. istituto magistrale, istituto artistico) ed allungamento dei corsi triennali a 5
anni (es. Istituti professionali);

5. Apertura dell’ università ai diplomati di qualsiasi istituto quinquennale;

6. Liberalizzazione dei piani di studio universitari;

Il corpus dei provvedimenti -> spostare la selezione all’ università estesa anche alle classi sociali inferiori. Dal 1960 al 1968 aumenta la
popolazione scolarizzata e diminuisce il tasso di occupazione.

Il nuovo esame di maturità


1969 - esame di maturità nella nuova versione firmata dal ministro Sullo-> rottura netta con il modello gentiliano pensato per la scuola di elite. '
60 l’ esame concentrato sugli argomenti dell’ ultimo anno ed i promossi passano dall’ 80% al 90%.
Frequente è la denuncia delle domande assurde poste in passato alla maturità. La scelta del tema conferma la volontà di dialogo del ministero: è
richiesto ai giovani un giudizio della società contemporanea. La nuova formula non accontenta nessuno, suscita polemiche all’ interno del movi-
mento studentesco.

Una conflittualità permanente


Istituti medi superiori il clima di tensione si trasforma nel corso ' 70 in una sorta di conflittualità permanente che vede contrapporsi studenti ed
autorità. Le particolarità sono 3:

 estensione dei disordini a licei scientifici ed istituti tecnici e professionali

 il protagonismo di insegnanti

 coinvolgimento delle forze dell’ ordine e della magistratura, chiamate in causa dai presidi, dai provveditori e dal ministero.

Il difficile dialogo con le autorità non favoriscono la pacifica evoluzione della contestazione; i problemi scolastici -> lotta contro una scuola
ideologica dello stato, al pari delle istituzioni.
La partecipazione dei professori riflette le inquietudini di una categoria che il processo di scolarizzazione ha reso più precaria-gli insegnanti più
innovativi sostengono scelte didattiche alternative.

CGIL svolge un lavoro di coordinamento e sostegno delle azioni di base degli insegnante, diventando parte del “riformismo senza riforma”. Sul
fronte scolastico assumono un ruolo nuovo i genitori, che si dividono tra chi difende l’ ordine ed il regolare svolgimento delle lezioni (e chi si
schiera con la contestazione-> nasce il centro operativo tra i genitori per l’ iniziativa democratica antifascista nella scuola.

Contenuti: si richiede di avvicinare l’ insegnamento alla società-> spostare sui fatti dell’ attualità gli argomenti scolastici e di favorire un
approccio interdisciplinare.
Piano didattico: rifiuto del voto o la richiesta del voto unico e la pratica dei lavori di gruppo, con l’ obiettivo di non penalizzare gli svantaggiati
favorendo un approccio critico. Si chiede lo svecchiamento dei libri scolastici.
Obiettivo: isolare gli insegnanti colpevoli dal resto dei colleghi, accusandoli di aver portato all’ attenzione pubblica gli affari interni.

1971: scontro tra i movimento studentesco ed il ministero guidato da Andreotti. Lo spostamento a destra consente di riprendere il centrismo.Fine
1968 il ministero riconosce la possibilità di riunirsi in assemblea, ma al di fuori dell’ orario scolastico; il ministro Sullo concede 2 assemblee al
mese all’ interno dell’ oario scolastico; il diritto di assemblea viene riconosciuto dopo anche agli insegnanti.

Il ministro Misasi nel 1970 istituisce: consiglio dei genitori, consiglio degli studenti ed il comitato scuola-famiglia.
Agli istituti è concessa la possibilità di affrontare questioni sociali come la droga e il sesso, di programmare viaggi di istruzione e di utilizzare a
fini didattici televisioni...

Cap.8
la riforma degli anni 70
' 70 - recessione economica acausa della crisi petrolifera del 1973. Nonostante questo continuano a crescere gli iscritti alla scuola superiore, si
arriva vicino ad una riforma della scuola superiore come priorità dopo l’ istituzione della scuola media unica e della contestazione del 68.
E' diffusa l’ insoddisfazione di un’ istituzione che non offre spazi di autonomia ed occasioni di crescita. Continua a crescere la disoccupazione
intellettuale già emersa nel 68. Necessario: dare ordine a tendenze evidenti da tempo, come l’ allungamento dell’ obbligo e la trasformazione del
sistema gentiliano in una struttura unitaria non professionalizzante.

La proposta del pci per la secondaria


1970 svolto a Roma per la formazione degli insegnanti diviene punto di riferimento nella discussione della secondaria. L’ idea nasce dalla
collaborazione tra il governo italiano, l’ OCSE ed il centro per la ricerca sull’ innovazione in materia educativa.

10 punti di Frascati disegnano un modello quinquennale articolato con materie opzionali in vari indirizzi (letterario-linguistico, scientifico,
tecnologico, sociale, artistico) cui è negato ogni carattere professionale-> prevede obbligo a 5 anni ed prolungamento ai 16.
Conclusioni: non offrono soluzioni, ma ipotesi pedagogiche soggette a continui aggiustamenti-> La legge 1970 viene respinta: prevedeva la
sostituzione degli esami di settembre con corsi di recupero, l’ istituzione dei quadrimestri, l’ aumento dei corsi integrativi per i professionali ed il
prolungamento delle scuole magistrali a 5 anni.

Scalfaro ha posizioni conservatrici-> sul latino nella scuola media e sul diritto di assemblea; Cerca di favorire la parità scolastica e rinnovata
serietà all’ esame di maturità.
Il PCI presenta la sua proposta di legge sulla riforma della secondaria: mira ad innalzare il livello formativo di base. L’ idea è quella di una
scuola superiore unitaria, con una struttura semplice: un biennio obbligatorio e gratuito senza esami di riparazione seguito da un triennio volto ad
accrescere le competenze culturali e professionali, si conclude con l’ esame di stato.

Sono previste attività di 3 tipi: comuni, opzionali e di ricerca autonoma, che vanno incontro alle esigenze della vita scolastica; nel triennio è
presente lo studio del pensiero filosofico e scientifico.
“imparare facendo” - espressione che sintetizza il nuovo asse culturale e formativo.

Nella gestione amministrativa gli istituti collaborano all’ interno con le regioni, i sindacati, le università e gli altri centri di ricerca. Favorire
l’acquisizione di un approccio critico, comunicazione ed espressione. Sono previste misure perché il diritto allo studio sia effettiva; è presente la
possibilità di chiedere corsi facoltativi di cultura religiosa organizzati dalla chiesa cattolica. Il progetto del PCI è un’ ipotesi di difficile
rappresentazione all’ interno di una scuola ancora impreparata.

150 ore e decreti delegati


1973 rappresentanze unitarie dei metalmeccanici firmano un nuovo contratto nel quale è riconosciuta la possibilità di 150 ore di congedo
retribuito ai fini di studio ogni 3 anni; poi estesa altre tipologie di lavoratori ed è sentita come una vittoria del movimento operaio.
L’ accordo sigla l’avvicinamento delle separate scuola e fabbrica.
1973- sotto minaccia di sciopero si chiude la lite sullo stato giuridico degli insegnanti, che entra tra le materie della legge delega n477 del 1974.

I decreti delegati sulla legge nel 1974 sono presentati come una sorta di rivoluzione silenziosa della scuola, suscitando aspettative destinate ad
andare deluse. Gli studenti, le famiglie e tutti gli operatori scolastici partecipano alle prime elezioni dei nuovi organi collegiali delegati.
I decreti delegati rappresentano un desiderio di partecipazione che coinvolge la maggioranza delle famiglie.

Si afferma la necessità di impostare la riforma dell’istruzione non solo miglioramento del servizio, ma rinnovamento sul piano delle strutture e
dei contenuti che tenga conto di un collegamento tra scuola, sindacato e lavoratori.

Proposta 150 ore ha lo scopo di saldare il diritto di studio al diritto al lavoro in una strategia volta al controllo operaio sull’ istruzione ed all’
inquadramento contro le gerarchie dell’ organizzazione del lavoro. Emergono ambiguità:
 indicazioni per la sua attuazione sono poche chiare e problematici i rapporti tra l’ istruzione secondaria

 150 ore rappresentano una conquista nel dibattito sulla scuola superiore in direzione del recupero della dimensione professionalizzante
contro l’ipotesi licealizzante.

 150 ore si è rivelato deludente.

La differenza tra intenzioni e realizzazione dei decreti legati è colossale-i decreti delegati includono lo stato giuridico del personale docente e
non, la sperimentazione, il lavoro straordinario del personale ispettivo e direttivo e gli organi collegiali.

Tutte le forze politiche si organizzano per poter controllare dall'interno i nuovi organi collegiali. È così tutelata la libertà di insegnamento sancita
dalla costituzione, nel rispetto della coscienza morale e civile degli alunni stessi; anche la sperimentazione è concessa, ma sotto controlli
burocratici. La conquista delle 150 ore e dei decreti delegati rimane limitata dai pressanti controlli della burocrazia.

L’ avanzata elettorale del PCI alle amministrative 1975 ed alle politiche 1976 genera grandi aspettative:

 PCI mette al centro il rinnovamento della scuola. Nell’ opinione pubblica di sinistra è diffusa la percezione di un possibile smascheramento,
da parte del PCI, dei limiti e degli inganni della DC.

 Quasi tutti condividono una struttura che associa materie comuni, materie di indirizzo e materie elettive.

Differenze si riscontrano:

 Innalzamento dell’ obbligo

 Insegnamenti qualificanti - rapporto tra formazione generale e formazione professionale

 Validità dei titoli

 Composizione degli esami di stato.

DC ripropone programmi e strutture vecchie e richiama la dottrina del cristianesimo, suscitando disaccordo nei partiti laici. Caratteristica
comune è quella di stabilire una coerenza tra studi secondari e studi universitari, con l’ idea di correggere gli effetti della liberalizzazione degli
accessi senza precludere la possibilità di passag- gi tra le varie aree. Comuni sono anche il ruolo riconosciuto alla re- gione nella formazione
professionale e l’ attenzione per il lavoro manuale.

Il progetto socialista è quello che più concede spazio alla formazione generale, insistendo su metodo critico e approccio scientifico-> Rifiuto di
un’ impostazione meritocratica (divisioni classiste della società).

L’ ipotesi della riforma dell’ istruzione superiore si chiude alla fine '70, quando il PCI è coinvolto nei governi di solidarietà nazionale presieduti
1976-1979.

I movimenti del 77
Scuola - luogo in cui la questione giovanile si manifesta in maniera esplosiva e preoccupante, contribuendo a togliere senso alla sua funzione
educativa. Rispetto al 68 il movimento ha un rapporto meno diretto con la scuola.

L’ università è l’ epicentro da cui scaturiscono proteste che coinvolgono gli studenti degli istituti superiori- contestano la politica dell’ ordine
dichiarata dal governo. Gli scontri raggiungono 1977-> esplode collera giovanile che nessuna forza politica è in grado di decodificare.

Le componenti esistenziali e culturali della questione giovanile (rifiuto del lavoro, rifiuto della legalità, uso di droghe leggere, comportamenti
sessuali disinvolti) aprono un baratro con la generazione precedente e con il PCI-> isolamento della parte colpevole del movimento da quella
innocente.
Si ha crisi in tutto l’ occidente, nata dal distacco tra sistema formativo-produzione, determinato dalla scolarizzazione di massa e che impone
scelte come quella di una scuola selettiva o aperta a tutti..

Il doposcuola e le riforme alla secondaria


Rispetto ' 70 si osservano cambiamenti perché l’emergenza disoccupazione e l’ evoluzione tecnologica in atto impongono una revisione con la
necessità di trovare un raccordo tra sistema formativo, mercato ed organizzazione del lavoro.

Occorre puntare su un’ istruzione tecnico-professionale in grado di adattare il capitale umano alle esigenze in pieno cambiamento della
produzione.
Il rapporto tra scuola secondaria ed istruzione professionale riflette le difficoltà del rapporto scuola-lavoro.
Il progetto di Malfatti viene approvato con correzione dal Consiglio dei Ministri 1977 e presenta novità:

 il primo anno della scuola superiore assume una funzione di orientamento con l’ insegnamento della tecnologia e del lavoro manuale
 presente solo un membro esterno nelle commissioni dell’ esame di stato

 aboliti gli esami di riparazione

 prevede una congruenza tra indirizzo conseguito e scelta universitaria.

Il PCI ritiene il progetto governativo solo un punto di partenza per avviare il processo di riforma perché molte questioni rimangono in sospeso:
non si compie una scelta tra liberalizzazione eccessiva, chiusura parziale e chiusura totale per il timore di reazione da parte degli studenti.

Il testo definitivo approvato dalla camera 1978 ha discussioni: attribuisce alla scuola secondaria il compito di fornire una preparazione culturale
ed una formazione professionale utili all’ ingresso nel mondo del lavoro o nell’ università.

Malfatti assume atteggiamento che mira a circoscrivere le iniziative con regole, con il tentativo di limitare le sperimentazioni riaffermando
l’importanza dei libri di testo. Il concetto di scuola integrata è implicito nella materna, istituita 1968 e ritoccata 1978, quando sono previste 2
educatrici per ogni sezione.

Nel 1971 è esteso alle elementari il doposcuola in ore aggiunte con docenti di ruolo: avviati dei progetti di tempo pieno sperimentale.
La legge n517 del 1977 rende più inclusiva la scuola media, abolendo i voti, gli esami riparazione e le classi differenziali ed istituendo il
sostegno.
1977 questione delle materie facoltative con però conseguenze negative anche sull’ organizzazione degli orari- sono obbligatorie l’ educazione
musicale e quella tecnologica, mentre soppressi l’ insegnamento del latino, che rimane all’ interno dell’ italiano solo in riferimento all’ origine
della lingua, ed il relativo esame per l’ accesso al liceo classico.

I libri di testo
Nel momento in cui lo stato non riesce a guidare i processi e la società acquisisce autonomia, l’ editoria scolastica si rivela uno strumento in
grado di dare voce alle nuove esigenze.
I libri scolastici portano i segni di una cultura scolastica obsoleta: '70 il libro di testo diventa oggetto di un opera di controInformazione.
I libri di testo per le medie sono gli unici ad aver conosciuto un processo di svecchiamento.
Battaglia autonomia dell’ insegnante per la scelta dei testi, assume una valenza politica. ' 70 come crescita per il giro di affari dei libri di testo,
nell’ambito di un mercato librario. L’ affermazione di alcuni testi segna una concentrazione nelle mani di pochi editori, che diffonde un allarme
sul rischio di controllo da parte del capitalismo su comunicazione sociale, stampa, editoria, televisione e cinema.

Cap.9
gli anni 80
1981- legge abolisce il giuramento richiesto fino ad allora agli insegnanti->previsto per il pubblico impiego a partire dal 1908 ed esteso:

 insegnanti universitari

 insegnanti superiori

 maestri elementari

Immagine dell’ insegnante come funzionario statale che si afferma nell’ itaia fascista sopravvissuta nella nuova repubblica.
1945 cancellato solo il giuramento ai docenti universitari, divenuto nel 1931 esplicito giuramento al regima fascista. È lo stato giuridico
approvato dai decreti delegati del 1974 a porre le condizioni di un cambiamento.

Con la fine della guerra fredda si assiste in tutto l’ occidente concezione più “leggera” dello stato con implicazioni sul piano scolastico. In italia
il governo 1983-1987 presieduto da Bettino Craxi (psi) rilancia una collaborazione tra PSI, DC e partiti laici.

1984 Craxi firma un nuovo concordato con la chiesa-> sul piano scolastico riaccende una discussione. La globalizzazione impone un’ ottica di
comparazione anche per quanto riguarda le politiche educative, con la necessità di individuare parametri oggettivi di giudizio e obbiettivi dell’
istruzione cambiano priorità:

 attenzione si sposta dalla formazione dei cittadini alle urgenze del sistema economico e delle trasformazioni in corso

 dalla necessità di dettare dall’alto regole uniformi a lasciare spazio alle richieste della società.

 scuola più permeabile nei confronti delle richieste avanzate delle famiglie e del mercato.

La protesta dell’ 85
1979-1980 violenze mentre anno successivo tutto tace: niente più scioperi e niente più disordini. Nei confronti dell’ educazione i giovani non
sono indifferenti-> danno segnali di disagio ed insoddisfazione: non piacciono gli insegnanti, ciò che si impara non è ritenuto utile per il futuro
impiego e per affrontare un mondo sempre più complesso e competitivo

L’ italia è l’ unico paese nel quale la crisi della scuola non è dichiarata dall’ alto ma si manifesta con il movimento dell’ 85: studenti delle scuole
superiori e delle università partecipano alle manifestazioni-> la protesta nasce:
 mancanza di aule e di sedi

 carenza di insegnanti e strumenti didattici

 aumento delle tasse universitarie prefigurato dalla finanza, evidenziando la contraddizione di uno stato che chiede e non dà nulla in cambio.

Franca Falcucci, ministro1982-1987 è bersaglio della contestazione; Falcucci è esponente del movimento femminile democristiano e dell’
associazionismo cattolico ed esperta di problemi scolastici.

Gli studenti italiani tornano a protestare anche 1986; rispetto all’ anno prima il movimento è più politicizzato. Si protesta contro:

 edilizia scolastica

 si rivendicano i diritti democratici

 contestano le norme sull’ insegnamento della religione cattolica legate al nuovo concordato del 1984, di cui il movimento del 1985 non si
era occupato.

Le contestazioni studentesche si ripresentano 1990: gli studenti protestano contro:

 progetti del ministro Galloni e di Ruberti, accusati di voler privatizzare l’istruzione.

I movimenti studenteschi ' 80 differiscono da quelli '70 -> per l’ assenza di conflitto generacionale: adesso giovani, insegnanti e famiglie
combattono sullo stesso fronte e non attaccano la scuola come “apparato ideologico” di una società rifiutata in toto, ma le chiedono di svolgere il
suo ruolo primario, cioè insegnare.

I nuovi modelli di istruzione pubblica


Movimento 85 si svolge mentre tutto il mondo occidentale è influenzato dal rapporto dalla national commission on exellence in education
durante l’ amministrazione di Ronald Regan: negli anni della svolta neoliberista “the nation at risk” rappresenta la presa d’ atto del fallimento
della scuola americana.
Il rapporto dà il via alla discussione del modello inclusivo ed espansivo adottato nel secondo dopoguerra dalle società occidentali-> inadeguato a
superare le disparità culturali di partenza.
Il responsabile di questo fallimento è il sistema dell’ istruzione pubblica nella sua uniformità.

La discussione sulla scuola si intreccia ad una crisi del sistema dei partiti con logiche di scontro; l’ interesse per l’ istruzione non è centrale: nel
programma di governo 1983 non si parla di educazione -> la denuncia della crisi scolastica parte dalla protesta studentesca e la politica dà
risposte contraddittorie: Falcucci tace mentre il responsabile dell’ ufficio scuola della DC Tesini riconosce le ragioni degli studenti.
in Italia l’ idea c'è ridimensionamento del ruolo dello stato: sono necessari strumenti e modelli nuovi rispetto a quelli usati '60 '70.

1984-> disegno di legge per l’ ordinamento dell’ istruzione privata che permetta alle famiglie di provvedere ad un’ educazione religiosa senza
aggravi di spesa, allineando l’ ordinamento scolastico italiano alle altre democrazie dell’ europa occidentale

Martelli, PSI, 1986 propone il buono scuola per le famiglie come forma di finanziamento degli istituti privati, ma trova e resistenze tra le forze
laiche ed anche all’ interno del suo stesso partito.

1987 passaggio da Falcucci a Galloni->rovesciare il significato della formula “senza oneri per lo stato” insistendo sul finanziamento statale all’
iniziativa privata: fa presente i problemi organizzativi, amministrativi e finanziari che lo stato dovrebbe affrontare se le scuole cattoliche e le
scuole libere interrompessero il loro servizio.

Continuità caratterizza l’ accordo tra la scelta degli insegnanti, programmi e libri di testo, su cui le autorità ecclesiastiche a decidere; l’ unico
cambiamento è l’ abolizione dell’ obbligatorietà di insegnamento della religione cattolica, in base ai principi costituzionali ed al nuovo
concordato, che cancella il principio della religione di stato.
L’ insegnamento della religione cattolica, introdotto anche nella scuola materna, è subordinato ad una scelta esplicita espressa al primo anno di
ciascun ciclo scolastico. La scelta delle materie per l’ ora alternativa ha problemi: mentre l’ ora di religione cattolica è stabilita dalle disposizioni
ministeriali, l’ ora alternativa è affidata all’ arbitrio dei singoli istituti e destinata a divenire un’ ora di seconda categoria.

A fianco della DC sono schierati il movimento popolare, l’unione insegnanti cattolici e le associazioni cristiane di lavoratori italiani. L’ accordo
suscita polemiche anche tra i cattolici: oltre all’ insegnamento facoltativo della religione, ne chiedono uno obbligatorio di cultura religiosa,
perchè la religione cattolica è una componente della storia del nostro paese.

I problemi del sistema italiano


La scuola italiana ha fallito la sfida dell’ uguaglianza e non ha smesso di riprodurre divisioni tra nord e sud, centro e periferia del paese. Gli
squilibri di partenza sono andati lentamente ricomponendosi, riflettendo limiti e difetti dello sviluppo italiano.
'80 la scuola con sviluppo: aumenta la scolarizzazione secondaria ed aumentano le donne iscritte. L’ istruzione diventa un bene diffuso.
Preoccupante il fenomeno della dispersione: gli abbandoni scolastici raggiungono numeri alti.
La riforma della scuola elementare
Il fallimento della riforma della scuola secondaria decreta idea di un intervento in grado di ridefinire nella struttura e nei fondamenti il sistema
scolastico.-> incidono la mancanza di consenso, l’ autoreferenzialità dei partiti e la complessità della società.

Si vengono a delineare vie alternative alle riforme-> nuovi programmi per le elementari 1985 ed applicati in via sperimentale, anticipano la ri-
strutturazione dell’ istruzione elementare approvata 1990 con l’ istituzione della scuola modulare (3 insegnanti su 2 moduli) e del tempo pieno,
cui segue l’ obbligo della laurea come titolo per accedere all’ insegnamento.

-> rivoluzione in 2 tempi, che coinvolge i maestri elementari, chiamati ad un aggiornamento per poter fare fronte a quanto previsto dai nuovi
programmi.

1985 svolta della scuola elementare con approccio nei confronti dei bambini-> si sollecita l’ intelligenza, cioè la capacità di capire e di
apprendere + idea dell’ istruzione primaria come strumento di educazione alla convivenza democratica + formazione dell’ uomo e del cittadino.

Il pluralismo culturale e religioso sostituisce il ruolo della religione cattolica. La famiglia è chiamata a partecipare attraverso gli organi collegiali.
La scuola sembra aver perso la sua caratteristica di agenzia esclusiva della trasmissione culturale.
La programmazione didattica prevista dai decreti, la libertà didattica e la professionalità del nuovo maestro hanno scopo di rispondere a questa
sfida.

Attenzione all 'handicap: la scuola deve rapportare l’ azione educativa elle potenzialità di ogni allievo, appare la struttura più appropriata per far
superare la condizione di emarginazione. Concetto di apprendimento allargato-> accanto all' intelligenza logica-astrattiva venga considerata
anche l’intelligenza sensorio-motrice e pratica con processi di socializzazione.
L’ integrazione dei bambini disabili avrà un passaggio decisivo con la legge quadro n104 1992.

Scuola secondaria e decreti 1974 : fase sperimentale nei percorsi di studi, nei contenuti e nei metodi. Il ministero Falcucci rilancia riforma,
presentando un piano per il biennio e per l’ estensione dell’ obbligo: fare ordine all’ interno di una situazione sempre meno gestibile-> si
propone:

 riduzione di indirizzi di istruzione tecnica

 rafforzamento dei programmi di matematica e fisica

 estensione della lingua straniera

 preferenza alla storia contemporanea nel biennio.

Brocca (successore) incarica pedagogisti, presidi, ispettori ed insegnanti di produrre un nuovo progetto. La commissione produce un progetto di
sperimentazione strutturato su un impianto comune a tutti gli indirizzi.

Ad un comitato è affidato il compito di redigere i programmi per il biennio. L’ obiettivo è fornire una formazione generale della specializzazione
ma senza perdere il carattere professionalizzante. La sperimentazione è usata per sopperire alle mancanze dei licei linguistici, per rafforzare
l’area psicologica e per introdurre la lingua straniera nei licei classici.

Le critiche ai nuovi programmi denunciano la tendenza di nuove discipline senza insegnare un metodo.
Brocca-> eliminare attuale specializzazione differendola al post-secondario: la vera specializzazione avverrà a 18 anni, con alternanza scuola-
lavoro-> rafforzamento della cultura generale in tutti i percorsi: espansione della cultura classica e filosofica nei percorsi tecnologici ed
economici- attenzione alla cultura artistica, musicale, lingue straniere ed scienze sperimentali...

L’ autonomia della scuola


Italia divisa tra berlusconiani ed antiberlusconiani- scuola è oggetto di interventi di un certo rilievo ed inizia un’ altra storia che continua ad
essere contrassegnata da un profilo legislativo incerto e proposte e tentativi di riforme. Questioni '80 è autonomia e la parità solo le ricadute per
il futuro della scuola: i cambiamenti che interessano il rapporto tra centro e periferia e tra iniziativa statale ed iniziativa privat, trasformano il
sistema scolastico.

Le norme in materia di autonomia e di parità delle istituzioni scolastiche sono '90 dai governi di centro-sinistra (Prodi e d’ Alema).
Responsabile è Berlinguer, ministro della pubblica istruzione e dell’ università.
Il decreto sull’ autonomia si inserisce nell’ ambito della legge Bassanini 1997- istituzioni scolastiche riconosciute personalità giuridica ed
autonomia organizzativa e didattica.

Autonomia scolastica ha discontinuità rispetto al sistema scolastico sancito dalla costituzione. Con la legge sulla parità entrano a far parte del
sistema scolastico anche le scuole paritarie private-> istituti, statali e paritari, sono chiamati ad elaborare e realizzare piani di educazione,
formazione ed istruzione adeguandoli ai diversi contesti in coerenza con le finalità del sistema di istruzione nazionale.

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