“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua capacità
di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido” Albert Einstein
Ho deciso di iniziare il mio racconto per te Giacomo, con questa
saggia frase del celeberrimo Einstein, che tu stesso hai scritto all'inizio del libro che mi fa capire quanto sia importante essere accettati per ciò che si è, anzi non accettati ma amati. Leggere il tuo meraviglioso racconto è stato per me una stupenda pillola di umanità quella che tu hai utilizzato per capire che le differenze di tuo fratello non erano difetti o errori ma semplicemente specialità che solo le persone come Giovanni possono offrire al nostro cupo mondo, un mondo che purtroppo a volte non ricambia. Spesso l'uomo si diverte a classificare gli animali più pericolosi dimenticando però di mettere l'effettivo vincitore: se stesso, perché in effetti pur mettere a paragone tutte le creature di questo mondo con l'uomo esso vincerebbe a mani basse perché è l'unico ritenere pericolo la diversità. Basti pensare alla storia, Adolf Hitler temeva la razza ebrea e per questo decise di sterminarla. Personalmente penso che il tuo racconto sia così affascinante perché si vede che la mano che lo ha scritto è una mano sincera che ha creduto e fatto ogni determinata cosa presente nella narrazione e fidati non è un dono da tutti. Secondo me per scrivere il tuo racconto bisogna possedere una grande dosa di coraggio, per rivivere tutti quei momenti capitati nel corso della vita, per capirli e per saperli affrontare e sopratutto per rendere pubblica la narrazione con tutto ciò che comporta ad esempio: brutti giudizi ma sicuramente nel far sapere a tutti la propria storia aiuta a condividerla moralmente perché magari una persona qualsiasi nel leggere la tua vita si sentirà inspirata, sentirà che tu in quel momento le stai parlando e le starai dicendo che se è diversa non è un difetto o un'altra qualsiasi cosa negativa ma solo una persona unica, speciale. Di tutto il tuo racconto il mio personaggio preferito è tuo fratello Giovanni ma non perché abbia qualcosa in più di te ma proprio perché non ha una caratteristica che spesso mi piacerebbe non avere: l'inersia del mondo esterno. Tu stesso nel tuo racconto descrivi Giovanni come se fosse in macchina con il finestrino chiuso e fuori dalla macchina è la vita del mondo esterno, una vita che Giovanni non si preoccupa di capire anche perché non può, vorrei a volte essere come lui, essere totalmente estraniato da tutti i problemi e penso che mi sentirei libero come pochi. Sono veramente contento che la mia vita abbia avuto la fortuna di incontrare la tua storia, volevo dirti grazie per tutte le sagge espressioni che mi hai raccontato facendomi capire ancora di più il concetto di diversità ma ancora non capisco una cosa: dopo tutte le occasioni in cui la diversità ha vinto sulla normalità e ha sfatato ogni stereotipo, ha dimostrato che chi è diverso non è svantaggiato ma fortunato perché ancora nel mondo sono presenti razzie per il diverso, sono presenti torti per il diverso e perché molti pensano che proprio il diverso non meritano una vita libera e dignitosa come ogni altra persona? Spero che tu in quanto essere stato vicino alla diversità sappia rispondermi fino ad allora continuerò a considerare il diverso come sempre fatto: come un' uomo uguale a me.