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"Pillar Safety - La Linea Guida UNI/TR 11542:

la nuova sicurezza in azienda"


Modulo 1 - Il WCM (World Class Manufacturing)
e la sicurezza in azienda
Unit didattica 1 - Introduzione al WCM e levoluzione dei sistemi produttivi

Introduzione al modulo
Benvenuto nel primo modulo del corso dedicato al nuovo modo di fare Sicurezza in Azienda con la
Linea Guida UNI/TR 11542, il World Class Manufacturing e il Pilastro della Sicurezza Aziendale (Pillar
Safety).
In questo modulo faremo unintroduzione al WCM e allevoluzione dei sistemi produttivi. Illustreremo la
struttura del WCM con i 10 Pilastri Tecnici e dei 10 Pilastri Manageriali e approfondiremo la metodologia di
sviluppo applicativo in 7 step. Ci si concentrer quindi nello spiegare come lintroduzione della nuova linea
guida UNI/TR 11542 permette di affrontare in modo nuovo il tema della sicurezza Aziendale tenendo anche
in considerazione come ci si aspetta che il WCM applicato alla sicurezza porti una diminuzione del
fenomeno infortunistico. Infine delle considerazioni legate a quando opportuno applicare il WCM e quale
tipo di aziende possono pensare di adottare questo sistema concluder questo modulo 1.

Introduzione alla lezione


Nella prima unit didattica effettueremo un breve excursus introducendo il WCM World Class
Manufacturing e facendo una sintetica ma interessante carrellata sullevoluzione dei principali sistemi
produttivi delle aziende a partire dallinizio del XX secolo.

Introduzione al WCM e levoluzione dei sistemi produttivi (1/3)


Cos il WCM? Fra le tante prendiamo la definizione inserita nel testo della UNI/TR 11542.
Il World Class Manufacturing (WCM) un sistema per la gestione integrata di tutti gli aspetti produttivi di
un'organizzazione aziendale, basato sul miglioramento dell'efficienza. La scelta di adottare tale sistema
nasce dal bisogno di essere al passo con un contesto economico sempre pi concorrenziale dinamico. A tal
fine necessario perseguire vantaggi competitivi che non sono facilmente ottenibili attraverso la riduzione
dei costi di produzione in aree geografiche dove sono presenti sistemi sociali e legislativi avanzati, fiscalit
considerevoli, con il relativo costo del lavoro elevato, e dove i costi delle materie prime dell'energia sono
difficilmente comprimibili.
pi percorribile la strada dell'efficienza, della produttivit, della flessibilit, dellinnovazione tecnologica e
dell'aderenza dei prodotti alle aspettative dei clienti.
Ladozione di questo sistema mira all'eliminazione degli sprechi, delle inefficienze dell'organizzazione e
all'ottimizzazione delle risorse interne da cui deriver una competitivit che permetter di consolidare ed
espandere la propria porzione di mercato. Un approccio sistematico ed integrato ai diversi aspetti produttivi
aziendali, quale soluzione gestionale suggerita dal WCM, consente di compiere scelte mirate ad obiettivi
globali e quindi massimizzare i risultati ottenibili. In tale visione, anche la gestione di tutti gli aspetti legati alla
Salute e alla Sicurezza sul Lavoro (SSL) parte integrante della normale gestione dell'attivit produttiva.
La progettazione di un'organizzazione aziendale motto influenzata dal settore produttivo in cui opera e
dalla sua evoluzione, oltre che dalle dimensioni dell'unit produttiva, dai processi che si adottano allinterno e
dal tipo di prodotto o servizio generato. Lintento del documento UNI/TR 11542 quello di fornire le
indicazioni di base per l'avvio del processo di trasformazione gestionale dellorganizzazione produttiva,
ponendo l'accento proprio sugli aspetti di Salute e Sicurezza sul Lavoro (SSL), quali elementi fondamentali
per lo sviluppo delle risorse umane chiamate a dare un contributo decisivo alla crescita dell'organizzazione
stessa.
Introduzione al WCM e levoluzione dei sistemi produttivi (2/3)
Come documentato da aziende che l'hanno introdotto e reso operativo, l'adozione del modello WCM
permette di ottenere benefici misurabili, tra cui si segnalano:
il miglioramento della qualit dei prodotti erogati in termini di soddisfazione del cliente, valutata
anche come disponibilit ed apertura alle richieste ed esigenze dello stesso;
linstaurazione di rapporti pi armonici con tutte le parti sociali coinvolte nell'attivit, con i clienti e
con i fornitori, al fine di ottenere vantaggi economici e d'immagine:
lottimizzazione delle performance dell'organizzazione, riducendo inefficienze e costi di gestione,
aumentando prestazioni e competitivit;
laumento della flessibilit della struttura ai necessari cambiamenti;
leliminazione delle attivit prive di valore aggiunto o poco efficienti;
la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali, con la conseguente riduzione dei costi ad
essi collegati a carico dellorganizzazione e il miglioramento del rapporto di fiducia con le risorse
umane;
la riduzione delle scorte di magazzino e di processo, degli scarti, dei difetti e delle rilavorazioni;
lottimizzazione del lay-out tale da evitare inefficienze, tempi morti e sprechi;
la riduzione dei costi diretti ed indiretti di manutenzione, attraverso l'affidamento agli stessi operatori
non solo del controllo preliminare e continuo delle macchine e degli impianti di competenza ma
anche degli interventi ordinari semplici;
la riduzione dei costi e delle inefficienze della logistica rendendola sempre pi calibrata alle esigenze
specifiche dell'unit produttiva.

Introduzione al WCM e levoluzione dei sistemi produttivi (3/3)


Alla base del WCM vi il pieno coinvolgimento di tutto il personale, determinante per il successo del
modello, che chiamato a svolgere un ruolo proattivo, facendosi promotore di proposte di miglioramento,
utilizzando e valorizzando le proprie esperienze e competenze. Esclusivamente attraverso una
collaborazione attiva, convinta e partecipe agli obiettivi dell'organizzazione da parte di tutti i lavoratori ,
infatti, possibile realizzare gli obiettivi di crescita e di miglioramento ottenibili dall'implementazione del WCM.
Un approccio costruttivo e proficuo alla vita aziendale si pu ottenere esclusivamente da personale motivato
che si sente tutelato dall'organizzazione e che si sente esso stesso artefice convinto di questa tutela. da
questa considerazione che deriva la necessit di valorizzare limportanza decisiva della SSL. Soltanto sulla
convinzione di questa certezza e sulla percezione di vivere luoghi di lavoro sicuri e a misura umana,
possibile costituire le fondamenta su cui costruire la partecipazione attiva e corale di tutti agli obiettivi ed
interessi dellorganizzazione, ponendo cos al loro servizio il proprio impegno e la propria diretta esperienza
quotidiana.
In quest'ottica la SSL non pi un adempimento da rispettare in forza di disposizioni cogenti, ma una leva
strategica di gestione che sta alla base della riduzione dei costi, del miglioramento produttivo, dello sviluppo
competitivo, del progresso delle risorse umane e che contribuisce all'assunzione delle responsabilit sociali
dell'organizzazione.
Per poter comprendere cos il WCM bisogna fare un passo indietro, ripercorrendo in modo sintetico la storia
dei sistemi produttivi, evidenziando i principali.
Si pu definire sistema produttivo un insieme di elementi di qualsiasi specie, allo scopo di produrre beni o
servizi. Si trasformano quindi degli elementi di ingresso quali ad esempio, il lavoro delluomo, attrezzature e
gli impianti, le materie prime, ecc. in elementi di uscita cio i prodotti. Questo accade attraverso un processo
produttivo. I prodotti possono essere di ogni tipo, materiali, servizi, etc.
Nel corso del XX secolo si passati da Sistemi Produttivi Artigianali (inizio del XX secolo) poi a Sistemi
Produttivi di Massa (a met del XX secolo) fino ad arrivare a Sistemi Produttivi di tipo Lean, cio Snelli, (fine
del XX secolo).
Questa evoluzione, cos significativa, in un lasso di tempo breve, stata sospinta sicuramente dalla
fortissima innovazione tecnologica, che ha permesso soluzioni prima impensabili, dallevoluzione della
societ che si permeata del concetto di consumo e dai mercati sempre pi grandi, internazionali e
competitivi.

Il sistema produttivo di tipo artigianale e la produzione di massa


Illustriamo brevemente gli aspetti principali che caratterizzano Il Sistema Produttivo di tipo artigianale e la
produzione di massa.
Nel sistema produttivo artigianale cliente al centro di ogni attivit dellazienda, pu fare richieste specifiche
che richiedono la personalizzazione del processo produttivo aziendale.
Lorganizzazione della produzione si sviluppa in relazione alle potenzialit delle macchine e attrezzature che
devono potersi adattare ad una personalizzazione del prodotto. Proprio la possibilit di personalizzazione da
parte del cliente, da un lato non permette grandi produzioni, ma contemporaneamente pretende una buona
capacit di sviluppo dello stesso.
Poich il personale tecnico aziendale in grado di elaborare ogni tipo di modifica e adattamento, ci si
avvicina molto alla metodologia di lavoro dellartigiano il quale appunto concepisce, progetta e realizza il suo
prodotto mutandolo al variare delle richieste. Il limite di una organizzazione di questo tipo che difficilmente
si pu pensare di uscire da un mercato locale e il know-how rimane saldamento allinterno dellazienda.

La produzione di massa
Laffinarsi di nuove tecnologie produttive e il conseguente aumento delle dimensioni industriali favoriscono la
produzione di massa dei prodotti. Di conseguenza i mercati non sono pi locali ma sempre pi vasti. Anche i
cambiamenti sociali influiscono molto, infatti le persone sono spinte ad un maggior consumo grazie alle
migliorate condizioni economiche.
La richiesta di prodotti alla portata di tutti e non solo di una lite.
Inizia la produzione in serie, lo sviluppo di negozi e di reti commerciali.
La produzione in serie non richiede ai lavoratori lelevata competenza di quella artigianale per, di
conseguenza, diventa impossibile la personalizzazione del prodotto.
Nasce la catena di montaggio con macchinari meno adattabili, con meno funzioni e sempre pi specialistici
Nasce la teoria della produzione di massa di Adam Smith, il quale enuncia la teoria della" divisione del
lavoro", ossia dividere lattivit in fasi elementari.
Cito: Allo scopo di aumentare la produttivit e lefficienza dei lavoratori necessario assegnare attivit
semplici. In questo modo il lavoro pu essere eseguito anche da personale non specializzato ma istruito e
controllato.
Successivamente Taylor pubblica "Principi di organizzazione scientifica del lavoro" ove propone un suo
metodo che si basa sullo studio sistematico e scientifico del lavoro in fabbrica; cronometrando i tempi e i
metodi per compiere ogni singola operazione, e quindi definendo regole e protocolli di lavoro per gli operai.
I principi di Taylor sono in sintesi i seguenti:
Principio 1 - Selezionare un gruppo di lavoratori esperti nel lavoro oggetto di analisi;
Principio 2 - Studiare la serie delle operazioni necessaria per svolgere il lavoro unitamente alle
attrezzature necessarie;
Principio 3 - Cronometrare il tempo per compiere i singoli movimenti elementari e individuare il
modo migliore per lo sviluppo di ogni operazione;
Principio 4 - Eliminare ogni attivit inutile o ridondante;
Principio 5 - Analisi e individuazione delle serie di movimenti e delle attrezzature pi efficaci.
In sintesi si studia e si approfondisce ogni modalit lavorativa elementare.
Bisogna sottolineare che principio teorico di Taylor ha avuto, in diversi casi, distorsioni gravi quali ad
esempio il lavoro disumano, il massimo sfruttamento e la dequalificazione degli operai.

La produzione snella o Lean Production


Ci sarebbe moltissimo da dire, la materia interessante e molto variegata, far solo una breve carrellata,
scegliendo quanto ritengo pi significativo per far comprendere gli aspetti principali della Lean Production.
un ingegnere della Toyota M. Corporation, John Krafcik, che per primo utilizza questo termine, Produzione
Snella o Lean Production, per indicare una produzione che con meno risorse, da pi valore per il cliente
finale.
Il "pensiero snello" nasce in Giappone e, in estrema sintesi, si pu spiegare che, in seguito alla sconfitta
subita nella seconda Guerra Mondiale, il paese si trova in una crisi economica profonda e con il rischio di
essere invaso commercialmente dallindustria occidentale. La politica protezionistica porta molte aziende
giapponesi a riconvertire le industrie militari in industrie civili; inoltre la domanda di prodotti bassa e
diversificata e questo rende molto difficile una produzione di massa. Il Giappone deve quindi trovare una sua
visione del lavoro e dellindustrializzazione, ed applicarla.
Nasce il sistema di produzione automobili Toyota che si riveler una scelta vincente per il Giappone, il nuovo
modo di concepire la fabbrica ingloba una grande flessibilit della organizzazione e della produzione. Si
riesce a far coesistere infatti una produzione di massa con una diversificazione e personalizzazione dei
modelli.
Alla Toyota il lavoro si organizza facendo leva sul senso di responsabilit dei lavoratori ed essi arrivano ad
identificarsi nellazienda stessa. I lavoratori si sentono parte del team aziendale, non sono pi solo meri
esecutori, ma gestori del loro processo produttivo, piccolo o grande che sia.
Il lavoro di squadra viene esaltato e con esso un insieme di mansioni di miglioramento e controllo.
Successivamente anche la catena degli approvvigionamenti subisce modifiche di principio con levoluzione
del metodo denominato Just in Time detto JIT, cio giusto in tempo (JIT un pilastro della Lean
Production) il cui cardine : produrre solo ci che stato venduto o che si pensa di vendere in tempi brevi,
riducendo gli sprechi.

Classificazione degli sprechi


Gli sprechi si possono raggruppare in sette classi:
Sprechi di sovrapproduzione (overproduction);
Sprechi di tempo di attesa (waiting);
Sprechi di trasporto (transporting);
Sprechi nei processi inutilmente costosi;
Sprechi dovuti alle scorte (inventory);
Sprechi di movimentazione (motion);
Sprechi dovuti ai prodotti difettosi (defects).
Levoluzione del pensiero snello va applicandosi ad ogni settore e sviluppandosi via via in diverse aree del
lavoro. Allora al fine di minimizzare o eliminare questi sprechi il metodo NVAA - Non Value Added Activity
viene utilizzato e consiste nellevidenziare sprechi ed attivit inutili; si procede elencando e classificando
tutte le attivit svolte da un lavoratore ed eliminare tutte quelle che non hanno alcun valore aggiunto.
Nella Lean Production, perseguendo il pensiero snello delleliminazione di ogni ridondanza perseguendo lo
zero defect (cio zero difetti), si utilizza e anche la tecnica denominata Poka-Yoke, termine giapponese che
significa a prova di errore" o meglio "evitare (yokeru) gli errori di distrazione (poka)", per l'ottimizzazione del
processo produttivo.
Faccio un esempio che viene utilizzato abitualmente per spiegare il sistema Poka-Yoke: progettare il
cruscotto dell'automobile, che impedisce estrazione della chiave se il motore ancora acceso.

Il CWCQ - Company Wide Quality Control


sempre il Giappone che spinge verso nuove strategie produttive e viene introdotto il principio della qualit
del prodotto e del miglioramento continuo dello stesso.
La stessa azienda viene vista come una catena fornitore - cliente, anche nei rapporti interni aziendali fra
reparti. Si arriva cos al concetto della Qualit Totale.
La Qualit Totale si fonda sul miglioramento continuo che sostanzialmente si pu sviscerare in due aspetti
applicativi:
il primo: su un miglioramento che concentra un grande sforzo;
il secondo: su un miglioramento che si raccoglie in tanti piccoli miglioramenti.
Generalizzando, si pu dire che una struttura organizzativa orientata verso la Qualit Totale ad ogni livello
riserva valutazioni e decisioni, crea sistemi di incentivazione, forma e addestra e analizza i problemi in forma
integrata.
Il processo del miglioramento continuo avviene quando lattivit sotto controllo; questo processo pu
essere rappresentato dalla spirale di Deming o Ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act).
Il ciclo PDCA stabilisce che per attuare un efficiente miglioramento continuo, occorre procedere applicando
iterativamente i seguenti quattro passi:
Plan: Pianificare l'intervento migliorativo;
Do: Eseguire l'intervento;
Check: Controllare il risultato;
Action: Sviluppare l'attivit.
A questo punto si continua pianificando nuovi miglioramenti e ripetendo il ciclo tutte le volte che si vuole.
Levoluzione dei processi produttivi prosegue e si evolve con lo sviluppo di diverse altre teorie fino ad
arrivare al WCM, cio al World Class Manufacturing.

Conclusione
Bene, abbiamo concluso la prima lezione del primo modulo in cui abbiamo appreso cos il WCM - World
Class Manufacturing e abbiamo ripercorso levoluzione dei principali sistemi produttivi delle aziende a partire
dallinizio del XX secolo.

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