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Importante è il concetto di filiera di produzione, ovvero il complesso delle imprese che partecipano alla trasformazione
di una serie di materiali in prodotti finiti, contribuendo così alla realizzazione di un bene da destinare al mercato di
consumo o ad utilizzatori industriali. L’organizzazione del processo produttivo dipende essenzialmente dalla
complessità della domanda: più questa esige prodotti differenziati, più è suscettibile di ulteriori variazioni nel tempo;
meno ampio è il lead time concesso dal cliente, più variabile è il modello produttivo.
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Questi tipi di produzione si ordinano secondo il grado di ripetitività e di uniformità dei prodotti.
All'altro estremo si colloca la produzione continua, che è caratterizzata dalla continuità e dall'indifferenziazione dei
prodotti posti in essere; è il modello tipico delle lavorazioni petrolchimiche, del cemento e dell'acciaio, che si svolgono
secondo processi continui automatizzati.
Poi abbiamo la produzione di massa, che può assumere degli orientamenti diversi in funzione delle esigenze di
mercato. L'organizzazione di una produzione di massa standardizzata è comune nelle situazioni in cui è possibile
sfruttare a fondo il principio delle economie di scala. Questo è inteso quando l'omogeneità del mercato consente di
fornire agli acquirenti il medesimo tipo di prodotto. Nell'ipotesi di fronteggiamento di più strati diversi di consumatori, la
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Gli obiettivi di queste scelte sono quelli di disporre di strutture tecnicamente efficienti e in grado di minimizzare i costi
di produzione e i rischi di mercato. A questo proposito bisogna distinguere:
• Flessibilità economica → capacità dell'impianto di rimanere competitivo anche in condizioni di parziale utilizzazione
• Flessibilità tecnica → l'idoneità dell'impianto ad adattarsi a produrre beni differenti senza incorrere in sovraccosti
non facilmente sopportabili sotto il profilo competitivo.
La decisione circa il volume globale di produzione deriva essenzialmente dalla considerazione di fattori di mercato,
cioè dalla previsione delle quote di vendita ottenibili nei mercati in cui opera l’impresa. Importante è il
dimensionamento del processo produttivo che può avvenire su livelli più o meno elevati in rapporto all'esigenza di
soddisfare in qualsiasi momento la domanda di punta oppure a quella media. Se i ritmi di produzione dovranno
adeguarsi agli andamenti della domanda, gli impianti saranno caratterizzati da un grado di utilizzazione che andrà via
via diminuendo all'aumentare della variabilità del ciclo di vendita. Questo però non accade perché l'equilibrio
temporale rispetto alla vendita è ottenuto mediante la creazione di scorte di prodotti.
Nel caso del ricorso alle scorte, il problema si concreta nel dimensionare la capacità di produzione intorno al livello
medio della domanda, in modo da poter soddisfare, tramite la manovra delle giacenze, le esigenze attuali e
prospettiche del mercato, continuando a produrre
un quantitativo costante di output (strategia di
livellamento).
Poiché lo stock di prodotti dovrebbe consentire il
soddisfacimento continuo della clientela, il
regime di produzione andrebbe regolato in
funzione dell’entità e del periodo in cui
presumibilmente potrebbero verificarsi le
maggiori richieste da parte del mercato. Per
ottenere il bilanciamento tra quote di produzione
e richieste del mercato, l'impresa può ricorrere
anche ad altri strumenti come l'aumento dei turni
di lavoro, il lavoro straordinario, il lavoro
interinale e l'acquisto di prodotti da terzi.
La scelta dell'ampiezza di un impianto deriva essenzialmente da fattori tecnico economici, cioè dall'effetto sui costi
unitari di produzione di una diversa potenzialità di lavorazione. Posto che in ogni caso la potenzialità di un impianto è
definita dalla potenzialità della fase terminale del processo, il problema della dimensione sarà risolvibile globalmente
nell'ipotesi di impianti omogenei continui, mentre dovrà essere scomposto per le singole linee di lavorazione nel caso
di impianti con linee di produzione, oppure per le parti nell'ipotesi di organizzazione del ciclo per fasi.
Un impianto è un sistema complesso, costituito da una serie di macchine, automatismi, attrezzature, utensilerie, ecc.
Ciascuna macchina rappresenta un fattore quanto, cioè un bene a un flusso rigido di servizi, il cui costo prevalente è
in funzione del fluire del tempo più che della sua effettiva utilizzazione. L'impresa tende allo sfruttamento integrale dei
fattori quanti, in guisa da ridurre al minimo il costo unitario di produzione.
Il problema sorge per il fatto che non tutte le macchine che compongono le linee di produzione raggiungono lo stesso
ritmo di lavoro o hanno una capacità produttiva uguagliabile in ordine al numero delle operazioni da realizzare nella
stessa quantità di tempo.
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Il margine di sicurezza è rappresentato dalla differenza tra il previsto volume di utilizzo dell'impianto e quello a cui
corrisponde il punto di pareggio.
Nei mercati moderni, in cui sempre più spesso “i costi si fanno sui prezzi”, i principali fattori di efficienza nel processo
produttivo sono rappresentati:
a) dallo sfruttamento ottimale dell’impianto (massimizzazione delle ore lavorate, con riduzione dei tempi di fermate e
delle operazioni di set-up);
b) dalla massimizzazione della produttività mediante organizzazione del lavoro e formazione del personale;
c) dall’idoneità dei servizi di supporto alla produzione (magazzino, ricerca, trasporti interni, ecc.).
Altro obiettivo di fondo dell'organizzazione della produzione è costituito dalla riduzione degli scarti, dovuti a difetti di
materiali o di lavorazione. Questi possono essere relativi sia a materie prime e semilavorati sia prodotti finiti.
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1: la gestione finanziaria
Nella funzione finanziaria si comprende il complesso di decisioni e di operazioni volte a reperire e ad impiegare i fondi
aziendali.
La gestione finanziaria può essere inquadrata sotto il profilo strategico (decisioni di lungo periodo, tese ad ottimizzare
l’impiego e la raccolta dei fondi) e operativo (compiti di attuazione e controllo delle decisioni prese).
La gestione del piano finanziario richiede la creazione e il mantenimento dell'equilibrio tra fonti e impieghi nel lungo,
nel breve e nel brevissimo termine.
La gestione deve rispettare i tre tipi di equilibri fondamentali. Innanzitutto, deve puntare all'equilibrio economico tra
ricavi e costi. In secondo luogo, deve mirare all'equilibrio finanziario, ovvero al bilanciamento tra impieghi di capitali
e fonti di provvista dello stesso. In terzo luogo, nel tempo breve deve preservare la liquidità, cioè l'equilibrio
monetario tra entrate e uscite di cassa.
Nella gestione finanziaria sussiste una distinzione molto netta tra il momento della pianificazione finanziaria, di
competenza dell'alta direzione, e quello dell'attuazione delle scelte di piano, che può essere delegato a livelli inferiori
della struttura direzionale. A differenza delle funzioni di produzione di vendita, la finanza si caratterizza per un
maggiore accentramento al vertice dell'organizzazione e per la delega di responsabilità di carattere meramente
operativo a piani più bassi della struttura organizzativa.
I compiti della direzione finanziaria sono:
A) La programmazione finanziaria a lungo, breve e brevissimo termine
B) La gestione del piano finanziario
C) Il governo della liquidità
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Lo sfasamento tra differenti cicli di gestione comporta l'esigenza di capitale circolante, i cui principali componenti
sono:
• Le scorta necessaria per l'alimentazione dei processi di produzione di vendita
• I crediti commerciali verso i clienti
• I debiti commerciali verso i fornitori
• Le attività finanziarie occorrenti per assicurare la liquidità aziendale
• Le altre attività e passività correnti
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La scelta delle possibili vie di copertura del fabbisogno dovrebbe essere orientata dal rispetto di alcuni principi
fondamentali:
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Nel processo di decisione si inseriscono e si intrecciano una serie di fattori qualitativi e quantitativi, che vanno pesate
in rapporto alla strategia di gestione e all'uso che si vorrà fare della leva finanziaria. Le decisioni finanziarie devono
essere assunte in modo corretto sulla base di un adeguato livello informativo e di attente comparazioni quali-
quantitative. La gestione finanziaria dovrebbe essere orientata alla minimizzazione degli oneri e del rischio.
5: la leva finanziaria
Ogni impresa ha bisogno di un fondo di capitale, che le consenta di coprire le esigenze di costituzione della struttura e
di alimentazione della gestione corrente. Questo fondo è destinato a crescere di livello in funzione dell'aumento delle
dimensioni aziendali ed è soggetto a variazioni periodiche in rapporto ad esigenze della gestione.
Per scegliere le fonti di finanziamento bisogna analizzare/prevedere il fabbisogno di capitali e conoscere il mercato di
offerta degli stessi.
Il fabbisogno di capitali è la risultante di quattro tipi diversi di esigenze:
Fabbisogno strutturale → di lungo termine, permanente
Fabbisogno corrente → di breve termine, permanente
Fabbisogno straordinario → di lungo termine, non permanente
Fabbisogno occasionale → di breve termine, episodico
A seconda delle caratteristiche del fabbisogno l'azienda deve reperire capitali a diversa scadenza e con differenti
modalità di vincolo. La scelta delle fonti di finanziamento deve poter trarre vantaggio in modo ottimale dalle possibilità
offerte dal mercato finanziario in funzione degli obiettivi di economicità, omogeneità, flessibilità ed elasticità posti alla
gestione finanziaria nel suo complesso.
Il processo di scelta può partire dal fabbisogno come un dato di fatto è tradursi nella ricerca delle forme più idonee di
copertura, oppure può estendersi alla valutazione dell'ampliamento del fabbisogno stesso con la considerazione di
nuovi progetti di investimento e di una variazione del livello di indebitamento.
Una delle scelte fondamentali da assumere riguarda il livello di indebitamento da accettare per l’impresa. Questa
opzione, oltre che da fattori qualitativi concernenti la rischiosità e la rigidità connesse con un appesantimento della
situazione debitoria, deve essere orientata dal presumibile effetto del fattore leva finanziaria.
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Accanto alle forme tradizionali di finanziamento esterno, bancari e non bancari, ci sono le forme atipiche come il
leasing e il factoring. Con il leasing l'impresa non è costretta a sopportare immediatamente il peso dell'investimento
perché ottiene il bene di cui ha bisogno tramite un contratto di locazione con diritto di riscatto del bene dopo un certo
numero di anni e ad un prezzo prefissato (di solito molto basso). In questo modo si può utilizzare immediatamente il
bene, pagando un canone periodico e riservandosi alla fine del contratto di assumere una decisione circa l'acquisto
dell'oggetto dell'operazione di leasing. Una formula particolare di leasing è il lease back, che consiste nel vendere ad
una società di leasing un bene posseduto, con l'impegno di richiederlo contestualmente in locazione alla stessa
società acquirente. In questo modo l'azienda venditrice riesce ad ottenere due vantaggi: avere un finanziamento a
fronte dell’alienazione di un bene di proprietà e sfruttare l’effetto fiscale delle operazioni di leasing.
Il leasing appare la forma idonea di finanziamento per l'acquisizione di beni fungibili (perché il rischio per l'azienda di
leasing è limitato, data la possibilità di un eventuale ricollocazione di un bene non pagato), l'indebitamento è adatto
per i beni semi fungibili (perché su questi la banca richiede ipoteca o pegno e può rivalersi), il finanziamento con
mezzi propri è invece necessario per l'acquisizione di beni scarsamente fungibili.
Il factoring rappresenta una particolare forma tecnica di finanziamento, perché consente di rendere liquidi i crediti
verso la clientela non suffragati da documenti (titoli di credito) scontabili commercialmente. Il factoring a luogo su
fatture o titoli di credito imperfetti, solitamente con la cessione del credito al factor. Nel factoring la norma più comune
di cessione del credito è pro solvendo, cioè con il rischio di insolvenza condiviso tra il debitore e il cedente del credito
stesso.
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Nell'organizzazione della funzione di approvvigionamento deve essere operata una netta distinzione tra aspetti
strategici e tattici od operativi.
La funzione di approvvigionamento è condizionata da:
- Decisioni di make or buy: grado di integrazione verticale, politica di intesa con i fornitori, scelte di decentramento
produttivo.
- Caratteristiche dei cicli di produzione dei mercati di rifornimento.
L’aspetto strategico si lega a scelte più ampie e complesse (vedi i casi di integrazione verticale o di quasi integrazione
mediante rapporti di sub-fornitura) e dipende dalle caratteristiche dei cicli di produzione e dei mercati di rifornimento.
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La percentuale degli acquisti rispetto ai ricavi tende costantemente a crescere nel conto economico delle imprese di
produzione più grandi, per effetto del maggior ricorso all'esterno per molte lavorazioni precedentemente svolte in
fabbrica. Questo processo evolutivo porta alla riduzione del numero di fornitori, allo sviluppo in comune della
progettualità in tema di componenti e alla prevalenza dei fornitori di sistemi da montare nella costruzione del profilo
finito. La maggiore integrazione con pochi fornitori più evoluti migliora il coordinamento del processo, riducendo i
tempi medi di riapprovvigionamento e l'immobilizzo in scorte.
Sul primo aspetto l'impresa dovrà operare con un'assoluta garanzia di rifornimento per cui materiali, componenti, parti
o accessori che possono creare delle strozzature nel ciclo di lavorazione, bloccando fasi importanti o impedendo il
processo terminale di allestimento del prodotto finito.
Il secondo aspetto è altrettanto importante perché, se l'azienda lavora con un basso valore aggiunto, l'economicità
degli approvvigionamenti riveste un carattere fondamentalmente ai fini della competitività aziendale. Questo vale
maggiormente quando si riducono le possibilità di traslare i maggiori costi di acquisto sui prezzi di vendita. In questo
caso, cresce il rischio economico, che si massimizza se l'impresa dovesse adottare o operare secondo una strategia
di Price-competition.
Incrociando questi due elementi (criticità e impatto economico) è stata costruita una matrice, che consente di
distinguere i vari tipi di acquisti e suggerisce modelli organizzativi per gestire il relativo processo di
approvvigionamento.
I comportamenti e le decisioni d'acquisto devono essere congrui con la complessità di tale processo, la criticità dei
materiali da acquistare e l'impatto economico del relativo acquisto.
I materiali di possono suddividere in:
a) Materiali leva o chiave → Materiali con peso economico elevato, per l’elevato costo d’acquisto, ma con un basso
rischio di reperimento nel mercato.
b) Materiali strategici → Sono di difficile reperimento e di elevato impatto sulla redditività.
c) Colli di bottiglia → Difficile reperibilità, ma peso economico modesto.
d) Non critici → Facilmente reperibili nel mercato e incidono modestamente in rapporto al valore del bene da
produrre.
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Inoltre, il responsabile della funzione di approvvigionamento deve agire di concerto con i responsabili di altre funzioni
aziendali e più in particolare con:
- Il direttore di produzione per garantire la continuità dei processi di rifornimento e per concordare le caratteristiche
di affidabilità tecnica dei materiali.
- Il direttore del marketing per valutare i riflessi dell’approvvigionamento sulla politica di prodotto e sulla politica del
prezzo.
- Il direttore finanziario per determinare il fabbisogno di capitale circolante, potendo influire sulle quantità e sulle
dilazioni di pagamento.
- Il direttore della ricerca e sviluppo per valutare le possibilità di impiego di nuovi materiali utilizzabili in luogo di
materiali difficilmente approvvigionabili, soggetti a forti rischi congiunturali e più costosi.
La successiva selezione dei fornitori deve essere la risultante di un processo complesso di valutazione, nel quale
debbono essere pesata e l'affidabilità e l'economicità di ciascuna possibile fonte di acquisto. I criteri oggettivi di scelta
sono solitamente rappresentati dal costo, dalla qualità e dalla puntualità del fornitore.
In materia di acquisti, un aspetto di rilievo è rappresentato dal business to business ovvero dal ricorso ad Internet per
gli acquisti industriali. La propensione all'utilizzo del commercio online è infatti più elevata nel caso di transazioni tra
imprese e delle forniture industriali. La possibilità di visionare i prodotti disponibili in tempo reale e spiccare l'ordine in
modo più o meno autonomo rappresenta il vero punto di forza della B2B.
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Nella gestione del personale le funzioni di direzione si pongono obiettivi diversi. L'organizzazione allo scopo di
delineare le mansioni delle persone da inserire nella struttura, la programmazione deve porsi il problema dello
sviluppo delle carriere, la conduzione ha l’obiettivo di motivare a partecipare e a produrre in relazione alle esigenze
dell'impresa e il controllo ha l'amministrazione dei rapporti di lavoro.
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L'assunzione del personale è oggetto di programmazione da parte della direzione aziendale in funzione delle
esigenze della gestione. Questa attività è molto importante all'atto della costituzione dell'impresa perché deve
procurare le risorse umane previste nell'organico aziendale. Sia se le assunzioni sono il risultato di decisioni
programmate sia se rispondono ad esigenze contingenti dell'organizzazione, la procedura da porre in essere
dovrebbe seguire le stesse fasi.
Nella procedura due sono i passaggi fondamentali: corretta definizione dei profili lavorativi da ricercare e
adeguata valutazione dei requisiti professionali e caratteriali dei dipendenti da assumere.
Riepilogando, nella scelta delle persone dovranno essere attentamente valutate:
• Qualità personali ed elementi caratteriali.
• Esperienze pregresse in settori o imposizioni di particolare interesse per le mansioni da ricoprire in azienda.
• Titoli di studio posseduti.
• Risultati di prestigio ottenuti in ambito lavorativo.
• Disponibilità alla mobilità e ai trasferimenti di sede.
• Aspettative e bisogni da soddisfare.
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Le imprese che ricorrono alla retribuzione in forma mista una quota fissa è un'aggiunta variabile mirano ad ottimizzare
l'impiego delle risorse umane e tecniche, migliorando la produttività interna e la prestazione individuale.
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