LINTEGRAZIONE VeRTICALE
A cura di:
Alessandra Anastasi
Serena Emilia Gagliardi
Francesca Semeraro
Carmela Sette
Roberta Turco
Indice
1. Introduzione;
2. Motivazioni di carattere economico;
3. Vantaggi competitivi e corrispondenti rischi;
4. Tipologie di integrazione verticale;
5. Misura dellintegrazione;
6. Strategie alternative;
7. Conclusioni.
Lintegrazione verticale
1. Introduzione
Nel seguente elaborato si discute sul processo di integrazione verticale, quale
strategia di sviluppo, che unimpresa pu attuare per trarre dei benefici
economici.
Il tema di particolare interesse poich la grande capacit produttiva che
caratterizza molti settori nellambito della competizione fra imprese rende
criticamente importanti i bassi costi ed un miglior servizio: lintegrazione
verticale pu essere una delle principali fonti di questo tipo di vantaggio
competitivo. Lapproccio dellanalisi del tema complesso in quanto la scelta
dellintegrazione verticale rappresenta la definizione del confine impresaambiente.
Partendo da un approfondimento su ci che riguarda il fenomeno
dellintegrazione verticale nei suoi aspetti generali, si proseguir analizzando i
vantaggi e i corrispondenti rischi della soluzione organizzativa di tipo
gerarchico.
Dopo di ci, raggiungeremo il nucleo dellargomento in questione attraverso
unanalisi pi vicina e accurata di alcuni casi empirici che coinvolgono il
territorio nazionale ed estero.
Partendo dallassunto che limpresa sia naturalmente protesa verso la crescita
opportuno esaminare i comportamenti imprenditoriali, tali da indurre a
dedicare una particolare attenzione alle strategie di sviluppo dimensionale, che
possono essere considerate come un movimento verso il meglio. Con
questultimo sintende un processo qualitativo, ovvero di evoluzione dei
rapporti tra limpresa e lambiente a cui di solito si accompagna un
ampliamento della struttura organizzativa.
Unimpresa, affinch possa raggiungere lo sviluppo desiderato, ha lonere di
realizzare ed attuare delle strategie, le quali possono essere cosi sintetizzate:
X
P
Y
C
Scala di produzione
dellimpianto
Caso Luxottica
Storia:
L'azienda viene fondata ad gordo nel 1961 da Leonardo Del Vecchio, giovane
incisore milanese. Nei primi anni produceva occhiali per conto di terzi, per la
Metalflex di Venas di Cadore, poi si mise a fabbricare per proprio conto,
ottenendo un grande successo, per lo stile e la novit delle montature, al primo
Mido (mostra internazionale degli occhiali) di Milano, a cui partecip. Da allora
tutta una serie di successi di vendita, specialmente negli Usa, dove sar
collocata alla Borsa di New York.
Luxottica una compagnia ad integrazione verticale, cio ricopre al suo interno
tutte le attivit che accompagnano un occhiale dalla produzione delle singole
parti alla vendita. Produce all'ingrosso con i propri marchi.
Lattuale assetto la conseguenza della lungimirante scelta del fondatore e
attuale Presidente del Gruppo, che intu la portata di una tale strategia fin da
quando decise di sostituire alla mera produzione di componenti quella
dellintera montatura. Allintegrazione verticale in ambito produttivo si poi
progressivamente affiancata lespansione distributiva, prima wholesale e dal
1995 retail, senza dimenticare limportante presenza nel segmento ad alto
valore aggiunto della lavorazione delle lenti.
Sotto il profilo della produzione, nel corso dei decenni la Societ ha integrato
verticalmente tutte le fasi del processo produttivo per raggiungere un livello di
efficienza adeguato alla qualit di prodotti e servizi che intende offrire.
Lesecuzione di tutte le diverse fasi di produzione consente, infatti, di verificare
la bont di prodotti e processi, introducendo innovazioni, scoprendo sinergie e
nuove modalit operative, ottimizzando contemporaneamente tempi e costi.
Poter distribuire direttamente permette quindi di mantenere il contatto con il
cliente finale, captandone gusti e tendenze, ma rappresenta anche un punto di
forza agli occhi degli stilisti e delle maison della moda che decidono di affidare
a Luxottica la produzione delle proprie collezioni di occhiali, alle quali
garantita una distribuzione davvero globale e capillare.
Tappe principali
Nel 2007 Luxottica acquista per 2.1 miliardi di dollari Oakley, il leader
mondiale nell'ottica per lo sport.
5. Misura dellintegrazione
Per misurare il grado di intensit di tale fenomeno esiste un metodo, che il
pi utilizzato, il quale presenta la seguente formulazione:
Indice di Adelman : VA / VP
Nonch, il rapporto tra il valore aggiunto e il valore della produzione, ossia il
valore globalmente realizzato dallimpresa nellesercizio, indipendentemente
dalla commercializzazione (fatturato).
Bisogna capire che, pi lavorazioni vengono svolte allinterno dellimpresa, pi
passaggi di beni intermedi verranno presumibilmente effettuati internamente,
e meno spazio ci sar quindi per gli scambi di mercato. Con laumento del
numero di fasi svolte dallimpresa aumenter il valore aggiunto da essa
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Caso Fiat
La FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) nasce a Torino l11 Luglio 1899 da
un gruppo di investitori, tra cui spicca il nome di Giovanni Agnelli, come casa
produttrice italiana di automobili.
Allinizio degli anni Novanta, Fiat Auto S.p.A. ha attuato un processo di parziale
esternalizzazione finalizzato ad acquisire alcuni vantaggi di efficienza senza
intaccare la capacit di controllo dellimpresa.
Sono state esternalizzate attivit di servizio (contabilit, manutenzione, servizi
legali, gestione della liquidit, gestione del personale) non direttamente
connesse con il core business dellimpresa. La gestione della logistica stata
affidata a TNT Automotive Logistics. Il servizio prevede: gestione delle scorte,
progettazione delle confezioni, trasporto e distribuzione del prodotto finito in
tutta Europa. In seguito il processo di outsourcing si esteso a fasi produttive
di importanza centrale, attraverso il trasferimento presso fornitori non soltanto
della produzione e dellassemblaggio delle parti pi importanti e complesse
delle autovetture ma anche delle fasi dello sviluppo e della progettazione.
Attualmente i contratti di fornitura comprendono lo sviluppo e la produzione di
parti sempre pi importanti e complesse delle autovetture.
La fase delloutsourcing comporta tra laltro rapporti pi stretti e di lungo
periodo tra imprese e fornitori; si ricerca anche la qualit, la riduzione degli
immobilizzi finanziari, la tempestivit del servizio. Alcuni aspetti importanti di
questa fase nel settore dellauto sono i seguenti:
1. il forte aumento nel mondo del ricorso allesterno, anche con lestensione
del tipo di attivit decentrate;
2. la Fiat non conduce pi il gioco come prima, c ad esempio tutta la
componentistica elettronica che diventata il cuore dei veicoli e in cui la
Fiat deve subire le imposizioni dei fornitori esterni.
Da una situazione in cui le imprese della fornitura si trovano a dipendere dalla
Fiat come mercato di sbocco, dal punto di vista tecnologico essendo la
progettazione in buona misura concentrata in Fiat, si passa ad una realt nella
quale le performance del produttore finale vengono a dipendere fortemente dal
comportamento di tutte le imprese appartenenti alla filiera e dunque passando
da un rapporto di dominio/subordinazione ad uno di collaborazione tra casa
auto e fornitori.
Quel che distingue il distretto dellautomative torinese dai concorrenti proprio
la capacit di mettere in circolo le conoscenze per migliorare la qualit dei
prodotti e rimanere competitivi sul mercato.
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Caso Zara
ZARA rappresenta una delle otto catene distributive, di cui fanno parte Zara,
Class, Pull and Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home,
appartenenti al gruppo Indetix, ed presente oggi in pi di 50 Paesi. Manifesta
una presenza radicata in molti Paesi Europei e del Nord America ed opera
anche in paesi emergenti asiatici e in America Latina, (questultima vicina per
prossimit culturale allorigine spagnola dellazienda). Lapertura del primo
negozio si registr nel 1975 in Spagna, a La Corua , dove oggi si trova la sede
centrale. Gli iniziali successi, derivanti dalla formula di vendita adottata,
diedero la spinta per lespansione della rete distributiva nella maggiori citt del
Paese e in seguito si iniziarono ad adottare strategie di ingresso sui mercati
esteri. Lazienda garantisce una diversificazione dellofferta, con lobiettivo di
andare a coprire lintero mercato dellabbigliamento, comprendendo tutte le
categorie di clientela segmentate per tipologia (sesso ed et), e per stile
(casual, sportivo ed elegante).
ZARA opera attraverso una gestione internalizzata delle attivit a monte, in cui
si collocano le politiche di approvvigionamento e di produzione. I fornitori e gli
impianti produttivi non sono diversificati per marchio commerciale, ma sono
concentrati negli stessi centri di produzione e raccolta; lo stesso vale per
lorganizzazione logistica. Controllare la produzione e la distribuzione d
numerosi vantaggi:
una perfetta ottimizzazione dei flussi dinformazione circolante da un estremo
allaltro della catena;
limitazione dei rischi di giacenze di magazzino e tempistica, grazie ad una
politica della distribuzione sul mercato di serie limitate (marketing della
rarit);
possibilit di consegna a tutti i propri negozi, grazie ad un sistema di
produzione centralizzato, (la marca limita i suoi livelli intermediari, riducendo,
per lappunto le giacenze in magazzino e puntando ad una distribuzione
tempistica).
La gerarchia di ZARA si compone di un responsabile commerciale per ogni
linea, (ad esempio il direttore commerciale della catena ZARA), il quale a sua
volta ha un referente per ogni nazione, (ad esempio il Direttore Commerciale di
ZARA Italia), il quale gestisce una serie di manager che controllano un numero
limitato di punti vendita. Obiettivo di mercato di Zara: offrire articoli di
abbigliamento moda a prezzi contenuti, orientandosi verso le tendenze di
mercato, in modo tale da massimizzare la customer satisfaction. La conformit
rispetto ai gusti estremamente variabili e la diminuzione dei tempi di attesa del
mercato determinano la gestione di una struttura operativa e distributiva
necessariamente integrata e coordinata dal punto di vista fisico ed informativo.
Tra i principi su cui si basa tale catena distributiva spagnola vi lincremento
della flessibilit della supply chain, (una filiera composta da fornitori di materia
prima, produttori, fornitori di servizi, vettori trasportatori dei prodotti realizzati
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CONCLUSIONE
Dalla nostra analisi abbiamo constatato che, internalizzando una o pi attivit
verticalmente correlate, limpresa si trova in un determinato stadio della filiera
produttiva che le permette di acquisire e controllare uno o pi stadi precedenti
o successivi a seconda che si tratti, rispettivamente, di integrazione a monte o
integrazione a valle. La decisione di unimpresa di integrarsi verticalmente
quindi una decisione strategica di corporate.
Non esiste un grado standard dintegrazione che possa essere ottimale per
tutte le imprese; ogni impresa deve valutare attentamente le sue esigenze
strategiche, le sue risorse, le competenze e le caratteristiche delle transazioni
coinvolte, per poi stabilire quali attivit svolgere internamente e quali
esternalizzare, considerando tutti gli svantaggi e i vantaggi offerti da entrambe
le soluzioni.
Considerando la complessit della situazione, le decisioni relative
allintegrazione verticale, non comportano pi una scelta tra make or buy, in
quanto tra i due estremi esiste unampia gamma di relazioni verticali
intermedie. Se si sceglie di integrarsi verticalmente, occorre riunire la
produzione sotto la medesima propriet, anzich farla svolgere da due aziende
indipendenti con stabilimenti fisicamente integrati. Nonostante loperazione
possa generare delle economie tecniche, ossia vantaggi in termini di costo,
necessario considerare anche i maggiori costi amministrativi procurati
allimpresa.
Il riscontro che si ottenuto negli ultimi anni quello che sempre pi imprese
hanno abbandonato i rapporti di fornitura occasionali per stabilire strette
relazioni verticali con un ristretto numero di fornitori, ma al tempo stesso, non
mancano tendenze in senso opposto. Infatti, lesternalizzazione ha preso
sempre pi piede tra le aziende e la maggior parte di esse si specializzata in
poche attivit della propria catena del valore, il cosiddetto core business.
In altre parole si diretti verso il fenomeno di de-integrazione verticale.
A dimostrazione di quanto appena detto, ritorniamo sui casi pratici analizzati e
indichiamo lesito finale che si raggiunto a seguito delladozione della
strategia di integrazione verticale.
Lazienda italiana Luxottica, grazie alla strategia di sviluppo in questione, ha
prodotto vantaggi e benefici rilevanti.
Dal caso Liu Jio emerso come il ruolo della distribuzione consiste sempre pi
nel creare una relazione duratura con il cliente, rendendosi necessari continui
controlli e verifiche.
Lazienda FIAT fa emergere che ogni attivit appare oggi esternalizzabile
permettendo, cos, allazienda di concentrare le proprie risorse sul core
business.
Zara, azienda spagnola, integrandosi totalmente (sia a monte che a valle) ha
trovato un ottimo equilibrio che le ha concesso di espandersi territorialmente
attraverso il favore di una vasta clientela e di emergere tra i suoi concorrenti.
Dal settore cinematografico emerso, invece, che tale strategia pu causare
alcune problematiche in tema del rispetto della concorrenza.
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BIBLIOGRAFIA / SITOGRAFIA
Ricciardi A., Lorientamento, la gestione e la pianificazione
strategica dellimpresa.
Sito ufficiale di Luxottica : www.luxottica.com
Zara & H&M: due modelli che tentano di avvicinare il lusso al
consumo di massa.
www.markup.it
fiore allocchiello
Strategie di internalizzazione e grande distribuzione nel settore
dellabbigliamento Cristiano Ciappei, Azzura Sani Firenze
University Press, 2006
Wikipedia
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