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Santillo
5 Lean Production
di
materiale,
tempo,
manodopera,
5. Ritardo attesa: tempo che gli operatori perdono in attesa di materiali, settaggi
impianti ed attrezzature o per guasto alle attrezzature, difetti qualitativi da
selezionare e/o sottoporre a nuova lavorazione;
6. Scorte: materiale utilizzato per nascondere problemi relativi allinstabilit del
processo;
7. Attese per lavorazioni: tempo sprecato per processi o attrezzature prive delle
adeguate capacit o non necessarie.
modello gestionale TPS pu essere rappresentato come una casa in cui il tetto
tale
metodologia
comprende
sia
lideazione
che
esigenze del cliente finale, nel rispetto dei volumi effettivamente richiesti dal
mercato e sopratutto nel rispetto dei tempi di offerta.
Nel TPS il processo produttivo ed i macchinari sono visti come un sistema
integrato. Per entrare nel merito del sistema opportuna una distinzione tra
Manufacturing Technology, che indica il metodo con cui viene ottenuto il prodotto,
e Production Technology, che indica i criteri con cui vengono individuate le
macchine adatte a svolgere un determinato processo. Attraverso il metodo
Production Preparation Process, le due tecnologie sono integrate con la
progettazione del prodotto. In tal modo, il sistema produttivo in grado di:
generare la qualit del prodotto durante il processo stesso di produzione;
fasare i processi di produzione in termini di volumi in funzione della
domanda;
ridurre i costi di investimento, di avviamento e totali di gestione della
produzione;
ridurre al minimo il time to market.
Direzione per politiche: un elemento di base dellapproccio alla Qualit Totale
(Total Quality Management, TQM). Si tratta in pratica di realizzare grandi
miglioramenti nella gestione aziendale attraverso un processo manageriale
proveniente dallalta direzione ed incentrato su pochi obiettivi. Lelemento
fondamentale costituito dal coinvolgimento di tutta lazienda ed in particolare dei
quadri intermedi. Occorre una grande capacit di allineamento e di coordinamento
tra i vari settori aziendali. Risulta pertanto di fondamentale importanza la
circolazione delle informazioni e la comunicazione.
Jidoka: un metodo, basato sul controllo autonomo, necessario a garantire la qualit
del prodotto durante il processo produttivo prima che eventuali difetti si
ripercuotano a catena sul processo e cercando di limitare o lievitare le fasi di
controllo finale sul prodotto finito. Consiste essenzialmente in:
dotare impianti e macchine di dispositivi adatti di fermata in presenza di
condizioni di non qualit;
Rimane da prendere in considerazione le fondamenta dello schema del TPS. In esso sono
presenti i sei strumenti principali utilizzati per implementare la produzione snella in
Toyota.
Le tecniche prese in considerazione sono:
Quality Function Deployment (QFD)
Total Productive Maintenance (TPM)
Cell Design
Kanban
Single Minute Exchange of Die (SMED)
Seiri, Seiton, Seiso, Seiketsu, Shitsuke (5 S)
Il Quality Function Deployment (QFD) una metodologia per lo sviluppo di nuovi
prodotti, capace di assicurare la qualit a partire dalla fase di progettazione. Questa
tecnica viene realizzata da team di lavoro interfunzionali che collaborano al fine di
tradurre le esigenze del cliente in specifiche tecniche per la produzione di un bene o di un
servizio. Lo scopo in pratica quello di individuare le caratteristiche del prodotto alle
quali il cliente attribuisce valore. Le varie fasi in cui si articola il metodo QFD sono le
seguenti:
individuare le esigenze e le preferenze dei clienti;
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processo
di
miglioramento
continuo
sia
attraverso
lintroduzione
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Le figure in questo capitolo sono tratte da G. GRAZIADEI, Lean Manufacturing, Hoepli, Milano, 2006.
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Per quanto riguarda i primi simboli, essi descrivono il flusso fisico oppure informativo. Il
flusso fisico quello relativo al materiale inteso come materia grezza, semilavorati o
prodotti finiti. Si fa distinzione tra materiale che fluisce allinterno del sistema aziendale
e materiale in ingresso proveniente dai fornitori oppure in uscita destinato ai clienti.
Il flusso informativo pu invece essere suddiviso in informazioni manuali, cio che
fluiscono attraverso sistemi di tipo cartaceo oppure semplicemente verbale ed
informazioni elettroniche:
il flusso informativo interno per la gestione del sistema rappresentato dalla
programmazione della produzione, la gestione tramite il sistema informativo SAP,
la disponibilit di documentazione aziendale (procedure, metodi, disegni di
progetto, cicli di lavorazione), lo scambio di email tra personale;
il flusso informativo esterno rappresentato dai sistemi di ricezione ordini dai
clienti ed invio ordini ai fornitori di tipo elettronico con sistemi EDI (Electronic
Data Interchange).
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Infine, il flusso temporale nel sistema rappresentato dalla Time line che si trova in
basso alla mappa. Essa viene visualizzata su due livelli: il livello superiore rappresenta il
tempo necessario per compiere le attivit a non valore per il prodotto, mentre il livello
inferiore rappresenta il tempo necessario per compiere le attivit a valore aggiunto ed in
genere dato dalla somma dei tempi ciclo di ciascun processo di lavorazione del
prodotto.
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IF =
(5.1)
dove:
Tciclo il tempo ciclo necessario a compiere la lavorazione sul pezzo ed lunico tempo
che rappresenta un valore per il cliente;
Tind il tempo di indisponibilit legato ad attese varie durante il processo produttivo
(ritardi, guasti, scarti, disorganizzazione ecc.);
Tcon il tempo necessario a controllare o supervisionare il prodotto o il processo;
Ttr il tempo necessario a movimentare i pezzi allinterno del processo;
Timm il tempo in cui il materiale rimane fermo a magazzino.
E evidente che lIF rappresenta il rapporto tra il tempo complessivo necessario a
produrre il prodotto ed il tempo a valore aggiunto.
Lobiettivo della ridefinizione del flusso di valore dovr essere quello di ridurre i tempi
di spreco ed abbassare il valore dellIF fino al valore limite teorico di 1.
Tale minimizzazione dellindice di flusso avviene per progressiva riduzione o
eliminazione delle fasi passive del lead time. Per esempio, riducendo i tempi di set up
(attraverso la tecnica SMED) si possono ridurre i lotti di produzione, quindi si ridurr
lattesa tra lotti e in magazzino; oppure avendo macchine sempre pi affidabili
(attraverso la TPM e metodologia delle 5S) si pu ridurre lindisponibilit degli impianti.
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semplice: ridurre all'osso la durata di ogni setup, cos da sbarazzarsi del concetto di
grosso lotto e lotto economico. L'attenzione focale sull'eliminazione di tutte quelle
attivit di setup tradizionale superflue o non necessarie, e nella riorganizzazione razionale
di tutte quelle (necessarie) restanti, cos da ridurre il tempo totale di setup ai minimi
termini.
Il risultato finale un sistema produttivo capace di produrre una grande variet di
prodotti anche a lotti piccolissimi.
I risultati attesi dallapplicazione della metodologia sono sia diretti che indiretti, cos
come evidenziato nella tabella seguente.
RISULTATI DIRETTI
Riduzione dei tempi di fermo linea
Riduzione
dei
tempi
di
attrezzaggio
RISULTATI INDIRETTI
Riduzione degli stocks
e Aumento della flessibilit produttiva
regolazione
Razionalizzazione
attrezzature
di
utensili
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Fase preliminare
Il metodo prevede che lanalisi critica del ciclo di attrezzaggio e le proposte di
miglioramento vengano effettuate con la collaborazione dei tecnici e degli operatori
direttamente interessati. Occorre, quindi, creare un gruppo di lavoro che veda coinvolti
fondamentalmente capi ed operai di produzione e di manutenzione.
Si tratta di effettuare unosservazione iniziale delle attuali operazioni di attrezzaggio,
individuando il ciclo dettagliato delle attivit e i tempi ad esse associati. Le operazioni
elementari dellattivit di setup (mediamente 20 fasi) devono essere chiaramente
identificate e tempificate mediante unopportuna modulistica.
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In particolare tale fase si focalizza sulle attivit di puro spreco,cio attivit superflue
durante un setup, non necessarie, che non dovrebbero neanche sussistere: come "cercare
attrezzi" o "consultarsi con capo reparto", e le elimina radicalmente.
Inoltre obiettivo di tale fase , anche, la riduzione del set-up interno attraverso modifiche
alla macchina, agli attrezzi e agli utensili. Per fare ci si analizzano due classi di attivit
interne.
Attivit (interne) di rimpiazzo o sostituzione
Comprendono lo smontaggio di attrezzature necessarie per le operazioni "precedenti"
(stampi, basamenti, guide, nastri) ed il montaggio di quelle relative alle operazioni
"successive". Per tale scopo ci sono da fare parecchie attivit di imbullonaggio
(svitare/avvitare/serrare viti, bulloni, dadi) e parecchie attivit di movimentazione
(sollevare, abbassare, spostare, rimuovere). Poich la strategia di tale fase di
minimizzare la durata di tali attivit necessario applicare un certo numero di tecniche e
trucchi del mestiere, con lo scopo di: eliminare dapprima il bisogno di imbullonare per
"tenere assieme" e "serrare" componenti ed attrezzature, o perlomeno eliminare il
bisogno di utilizzare metodi di serraggio tradizionali (bulloni e dadi), magari
rimpiazzandoli con metodi di serraggio "rapido" (a morsa, magnetici, idraulici).
Attivit (interne) di regolazione e messa a punto
Comprendono misurare, centrare, regolare, posizionare con precisione, registrare,
calibrare, mettere a punto, tarare, e simili. In questo caso lobiettivo quello di
semplificare tali attivit eliminando il bisogno di regolare e mettere a punto attraverso
lideazione e lapplicazione di metodi che consentono di pre-regolare e pre-mettere a
punto ogni cosa una volta per tutte con qualche trucco di tipo poka-yoke.
Quindi, sintetizzando, in questa fase diventa fondamentale la semplificazione e la
standardizzazione delle procedure relative alle attrezzature, attraverso lorganizzazione di
kit di materiale e di sequenze fisse di montaggio e il miglioramento del lay-out del
reparto e dei trasporti.
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La metodologia 5S
Il metodo delle 5 S rappresenta il tentativo di mettere a sistema ed ottenere sempre
lordine e la pulizia nel lavoro di ogni operatore, quali precondizioni per ottenere qualit,
affidabilit e bassi costi di produzione.
Il metodo prende il nome da cinque parole giapponesi:
Seiri = sgomberare
Seiton = ordinare
Seiso = pulire
Seiketsu = standardizzare
Shitsuke = sostenere.
Tali parole sono specificate di seguito.
1 S: Seiri.
Durante questa fase, si provvede a suddividere gli oggetti tra utili, inutili, o da valutare,
secondo la logica del buon senso e della frequenza di utilizzo.
La cosa fondamentale di questa fase eliminare ogni oggetto inutile dallarea di lavoro,
come ad esempio oggetti personali, articoli e documenti obsoleti o attrezzi e oggetti rotti.
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Infatti, conservare queste cose nellambito produttivo potrebbe creare solo confusione,
impiccio oltre che occupare spazio (che potrebbe essere utilizzato per altri scopi).
Per gli oggetti sui quali non vi certezza di utilit od inutilit, invece, dovr essere
applicata
una
specifica
Questa
tecnica
nellapplicare
alla
Tag),
come
area
di
provenienza
delloggetto.
Questi oggetti andranno mantenuti in uno spazio delimitato (Red Tag holding Area) per
un periodo di prova che pu variare a seconda del materiale in questione, in genere da un
minimo di una settimana ad un massimo di un mese. Ogni volta che un operatore preleva
loggetto, deve compilare il relativo cartellino e al termine dellutilizzo rimetterlo al suo
posto nella Red Tag Area.
Al termine del periodo di prova sulla base della frequenza dei prelievi effettuati si
valuter la possibilit di mantenere o meno loggetto in questione allinterno dellarea.
Nella figura sottostante si mostra uno schema logico della 1S.
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2S:Seiton
Lo scopo finale di questa fase quello di sistemare gli strumenti, le attrezzature ed i
materiali in modo tale che chiunque possa vedere dove si trovano, possa facilmente
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prelevarli, adoperarli, e rimetterli al loro posto. Ogni oggetto, allinterno dellarea, dovr,
al termine di questa fase, avere una locazione stabilita.
Il vantaggio derivante da questa operazione di riordino si riferisce soprattutto al fattore
tempo.
Per sapere immediatamente il posto di ciascun oggetto sono necessarie delle operazione
di Visual Control e Visual Management. In particolare sar necessario applicare delle
segnalazioni specifiche, come dei carrelli, delle strisce colorate o delle etichette; ad
esempio se un carrello hala funzione di contenere semilavorati, vi andr attaccato un
cartello con la scritta che identifica lo specifico WIP.
Prima di applicare correttamente e completamente il controllo visivo, si necessita di
operazioni di riordino e ri-organizzazione del posto di lavoro, attraverso una serie di
concetti apparentemente banali: gli oggetti, ove possibile, andranno divisi per frequenza
di utilizzo, bisogner fare in modo che siano minimizzati gli spostamenti, le attese, i
movimenti inutili (sia del corpo umano che delle attrezzature varie) e le operazioni da
svolgere (ad esempio evitare di fare due volte la stessa cosa), massimizzando le risorse
presenti in azienda.
Queste operazioni di definizione e pre-standardizzazione del modo di lavorare, non
andranno improvvisate, ma decise insieme agli operatori, dai quali sar richiesta la
massima collaborazione.
3S: Seiso
Una volta dato un ordine e un senso allambiente produttivo, bisogner provvedere a
mantenerlo pulito. Infatti non ha molto senso ordinare larea lavorativa se poi si lascia
proliferare lo sporco al suo interno. Infatti, cos facendo, si potrebbero nascondere, ad
esempio, eventuali guasti dei macchinari, e si precluderebbe leliminazione di numerose
problematiche derivate da sporco, come ad esempio la contaminazione dei prodotti.
Per monitorare la situazione, in ogni area si deve stabilire il livello di pulizia necessario
(ad esempio per i macchinari), attraverso foto e checklist. Gli eventuali errori ed
irregolarit potranno essere segnati su una sorta di diario di bordo.
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4S: Seiketsu
Una volta ottenuto lordine e la pulizia desiderato, derivato dallapplicazione delle prime
tre S bisogna fare in modo che le attivit svolte diventino parte integrante della vita
quotidiana delloperatore, ripetendo ciclicamente le tre fasi precedenti di Seiri, Seiton, e
Seiso. Questo obiettivo pu essere raggiunto determinando le responsabilit per il
mantenimento delle prime 3S e, tenendone controllata lapplicazione utilizzando gli
strumenti tipici del PDCA, in modo da attivare immediatamente le azioni correttive per
ripristinare lo stato ideale.
5S: Shitsuke
Non basta solo cercare di standardizzare le operazioni, bisogna anche imporre una
disciplina per il proseguo. Questa , probabilmente, la "S" pi complessa da sviluppare,
poich non semplice monitorare il mantenimento di tale attivit, specie se i soggetti
coinvolti sono molti. La disciplina consiste nel mantenere le norme o gli standard definiti
dallorganizzazione nella zona di lavoro. Le quattro "S" anteriori non hanno problemi a
coesistere con le norme lavorative, a patto che venga mantenuto un grado alto di
disciplina. In tal maniera sar garantita la sicurezza, la produttivit migliorer
progressivamente e la qualit dei prodotti sar eccellente.
Le prime tre S rappresentano lapproccio operativo della metodologia, cio che cosa va
fatto per tenere pulito e ordinato, mentre le ultime 2S rappresentano lapproccio culturale
necessario per operare, cio come va fatto quello che necessario, tenendo presente
sempre le idee chiave dellapproccio lean: standardizzazione e miglioramento continuo.
Le 5S si rilevano utili quando in stabilimento esistono situazioni del tipo:
le attivit/operazioni sono spesso rallentate perch si impiega troppo tempo per trovare
ci che necessario
scaffali e pavimento sono utilizzati per mettervi di tutto in maniera casuale e
disordinata
larea di lavoro ingombra di materiali che non consentono movimentazioni
agevoli
lattivit ostacolata da numerosi guasti e fermate delle macchine
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Ttakt =
Tdisp
D
sec
pezzo
(5.2)
dove:
Tdisp
(sec/turno);
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(5.3)
Noto il Takt time pari a 60 secondi, e la capacit dellimballaggio di 100 prodotti finiti
si ottiene un pitch pari a 6000 secondi, cio 100 minuti o 1 ora e 40 minuti.
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fondamentale
Cell Design
Il Cell Design (o Cellular Manufacturing) una tecnica che consente di realizzare
un'unit di lavoro (detta cella o cellula) ben definita e delimitata, tipicamente da 3 a 12
addetti, con 5 - 15 stazioni di lavoro (impianti, attrezzature, ecc.) che permette creare un
flusso di produzione continuo (come detto in precedenza) al fine di ridurre i costi di
produzione e il lead time, di migliorare la qualit e di creare un ambiente di lavoro
motivante nell'ottica del miglioramento continuo.
Giova qui osservare che nella maggior parte delle aziende la produzione tradizionale
organizzata per reparto, in cui le macchine sono raggruppate per lavorazioni omogenee
(es. reparto fresatura, reparto tornitura,...), mentre invece lorganizzazione cell design
opera come una serie di "stabilimenti nello stabilimento" in cui ogni cella effettua tutte le
operazioni necessarie per trasformare la materia prima in prodotto finito.
Ogni cella costituita da unarea di lavoro product-focused, nella quale vengono
realizzate tutte le operazioni per produrre una famiglia di prodotti, ovvero la cella
dedicata a realizzare prodotti che richiedono operazioni simili. Le macchine operatrici
nelle celle di produzione sono localizzate l'una vicino all'altra per minimizzare la
movimentazione del prodotto e per mantenere un flusso continuo eliminando i punti di
stoccaggio tra le operazioni. La cella monitorata da un team di operatori non
specializzati ma bens con competenze diversificate che hanno la completa responsabilit
sulla qualit e sull'output della propria cella.
Attraverso questo tipo di produzione si ottengono vantaggi cos riassumibili:
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riduzione del tempo di attraversamento dei materiali (flusso continuo, lotti piccoli
movimentati, distanze brevi da percorrere) ;
stock ridotti (wip minori dovuti a minore dimensione dei lotti);
migliore bilanciamento della capacit produttiva;
responsabilit chiare e univoche (un solo responsabile per cellula);
flessibilit degli operatori (infatti diventano da addetti di reparto specialisti di una
particolare lavorazione a responsabili di cella di una famiglia di prodotto e di tuttele
sue lavorazioni);
ridotto investimento in attrezzature (un singolo set di attrezzature pu produrre
lintera famiglia di codici);
tempi e costi di set up ridotti il che comporta una elevata flessibilit
aumento del coordinamento e comunicazione (poich loperatore al centro della
cella).
Prodotto
finito
Assemblaggio
Foratura 2
Macchina
Materia
prima
Verifica
Qualit
Foratura 1
Tornio
Precauzione
di sicurezza
WIP
Standard
Takt Time
Tempo Ciclo
30
30
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40
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all'interno di una cella deve essere estremamente affidabile perch se vi una scarsa
affidabilit, conviene posizionare la parte automatizzata in un'area separata e regolare la
sua produzione attraverso un sistema pull; inoltre, dove possibile, introdurre sistemi di
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automazione "ad un tocco" in modo che loperatore pu caricare il pezzo nella macchina,
dare l'avvio al ciclo e spostarsi. Adottare sensori per segnalare le condizioni anormali di
funzionamento o addirittura, se necessario, per fermare automaticamente gli impianti in
modo tale che gli operatori non debbano osservare la macchina durante il suo
funzionamento.
Nella progettazione degli impianti occorre tener conto sia dei criteri di manutenibilit in modo che siano facilmente accessibili per attivit di manutenzione e di riparazione e
che possano essere risistemati rapidamente sia le dimensioni degli impianti che devono
essere piccoli e dedicati ad una singola funzione piuttosto che di grosse dimensioni e
multifunzione.
Come guida a tali osservazioni, si pu utilizzare una semplice tabella che individua i
diversi livelli di automazione (tab. 5.3).
Nella cella, per permettere agli operatori di muoversi e di aggiungere valore durante il
funzionamento dell'impianto ci sar bisogno almeno di un Livello 2 di Automazione.
Questo permette alle macchine, una volta iniziato il ciclo di lavoro, di completarlo
automaticamente senza l'ulteriore bisogno di attenzione da parte dell'uomo.
LIVELLO
Carico
macchina
Ciclo
macchina
Scarico
macchina
Trasporto
parti
1
2
Auto
Auto
Auto
Auto
Auto
Auto
Auto
Auto
Auto
Auto
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Questa progressione del lavoro consente agli operatori di occuparsi di processi multipli
all'interno del takt time, come illustrato in Figura 5.11.
Mentre la macchina lavora, l'operatore esegue lavorazione successiva. L'operatore non
aspetta mai la macchina. In tale ambito possibile affermare che quando l'operatore
aspetta una macchina che sta lavorando si dice che l'operatore sta lavorando per la
macchina; invece quando durante il ciclo macchina l'operatore si sposta per processare
altri elementi di lavoro si dice che la macchina che lavora per l'operatore.
N op =
Tciclo
Ttakt
(5.4)
in cui
Tciclo = il tempo complessivamente dedicato alle lavorazioni allinterno della cella,
compreso di spostamenti e movimentazione dei pezzi.
Ttakt = il takt time, come definito in precedenza.
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Uno strumento molto utile per realizzare la suddivisione del lavoro tra gli operatori la
work balance chart o diagramma di bilanciamento del lavoro (Figura 5.12). Si tratta di
un istogramma che riporta per ciascun lavoratore i tempi delle lavorazioni assegnate. A
partire da questo possibile determinare gli elementi di lavoro da assegnare ad ogni
operatore in modo che ciascuno di essi abbia un contenuto complessivo di lavoro molto
prossimo al takt time (90 95%).
Dividere il Lavoro
Dividere il lavoro significa che ad ogni operatore assegnata una parte del lavoro
totale. Nella divisione del lavoro consigliato assegnare allo stesso operatore le
prime e le ultime fasi di lavoro perch questo regolarizza il flusso della cella intera.
Poich nella cella le macchine sono sistemate in una forma a U stretta, gli operatori
possono attraversare facilmente la cella da un lato allaltro durante il loro ciclo di lavoro,
riducendo cos i tempi di attrezzagio e di movimentazione. In questo caso possibile che
la sequenza delle fasi di lavorazione che l'operatore compie pu essere diversa dalla
sequenza di lavorazione richiesta per fare il prodotto.
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Circuito
Consiste nel far eseguire a ciascun operatore tutte le fasi di lavorazione allinterno della
cella e far seguire il successivo operatore ad una distanza di alcune stazioni. E facile da
implementare perch non necessario distribuire i vari elementi di lavoro tra gli
operatori e consente di ridurre le distanze degli spostamenti che gli operatori devono
percorrere per avviare il successivo ciclo di produzione dopo aver completato il circuito.
Inoltre aumenta automaticamente la rotazione del lavoro e lo rende pi interessante.
Tuttavia i circuiti hanno anche delle limitazioni. Sono generalmente limitati a due
operatori perch piuttosto difficile coordinarne di pi. Generalmente non
funzionano se pi del 40% del contenuto totale del lavoro dell'operatore viene
effettuato in una singola postazione di lavoro, perch gli operatori si bloccheranno
alla stazione ad alto contenuto.
Infine, richiedono operatori specializzati perch ognuno di essi deve essere qualificato per far funzionare ogni elemento, mentre opera su tutte le apparecchiature e
realizza tutti i controlli di qualit necessari.
Flusso inverso
Il flusso inverso prevede che gli operatori si muovono nella direzione opposta al
processo di lavorazione dei pezzi che avanza attraverso la cella. Quindi gli operatori
cominciano dal contenitore dei prodotti finiti e lavorano in senso opposto fino a
giungere all inizio della cella. Invertire la direzione degli operatori che necessitano
di entrambe le mani per la manipolazione dei materiali consigliato quando le
macchine non presentano lo scarico del automatico pezzo come nel caso di
Automazione Livello 3.
Come svantaggio si ha che il flusso inverso richiede che un componente sia tenuto in
una posizione intermedia tra ogni operazione andando cos ad incrementare i WIP.
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Combinazione
Molto spesso risulta essere conveniente un distribuzione dei lavoratori che tenga conto
di una combinazione degli approcci precedentemente descritti. Per esempio, alcuni
operatori opereranno nella cella seguendo lapproccio del flusso inverso mentre altri del
circuito. In questo modo possibile combinare i vantaggi degli approcci utilizzati.
Arpionismo
In questa soluzione il numero di stazioni di lavoro maggiore del numero di operatori.
Ogni operatore lavora in due stazioni di lavorazione e si sposta indietro e avanti attraverso
le stazioni. A parte le stazioni di lavorazione iniziali e finali, due operatori
lavoreranno in ogni singola stazione, uno dopo l'altro. Quando gli operatori si muovono
verso la postazione di lavorazione a valle portano il pezzo in lavorazione lungo il
percorso. I1 movimento controcorrente fatto a mani vuote. Cos il lavoro "si ferma"
con ogni ciclo degli operatori.
I1 contenuto di lavoro per ogni operatore deve essere diviso tra le stazioni di lavoro, in
modo che ogni operatore divida il takt time nello stesso rapporto tra due stazioni. Per
esempio, se dopo il 50% del takt time un operatore si muove a valle per completare il
suo ciclo alla seconda postazione di lavoro, tutti gli operatori devono muoversi
dopo i1 50% del takt time.
Poich tutti gli operatori si muovono nello stesso momento, l'arpionismo offre un meccanismo che ha una forte andatura ed eccellente per il miglioramento giorno per giorno
perch gli squilibri della linea sono immediatamente visibili. Gli arpionismi sono fattibili
solamente quando gli elementi di lavoro possono essere divisi uniformemente all'interno del
takt time in ogni postazione di lavoro. Questo generalmente implica soprattutto macchine
con carico e avvio, tempi di ciclo macchina brevi, e macchine leggere che possono essere
spostate facilmente per bilanciare gli elementi di lavoro. Un buon esempio la cucitura di
articoli complessi nell'industria dell'abbigliamento.
Per quanto riguarda, invece, la gestione dei materiali allinterno della cella necessario
che i componenti necessari alla lavorazione siano il pi vicino possibile al loro punto di
utilizzo e che l'operatore possa usare entrambe le mani simultaneamente, in modo che
abbia a portata di mano tutto ci di cui a bisogno riducendo cos i tempi di attrezzaggio.
Nel caso in cui non sia possibile avere tutti i componenti necessari alla lavorazione vicini
al loro punto di utilizzo perch, per esempio, sono troppo ingombranti o numerosi,
bisogner incrementare la frequenza di consegna di tali parti.
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Occorre tenere non pi di due ore di materiali nei punti di utilizzo e non bisogna
aggiungere ulteriori spazi per lo stoccaggio delle parti perch questo rende pi difficile da
capire l'operativit della cella o della linea e incoraggia gli operatori a movimentare le
loro parti. Ci serve anche per evidenziare se ci sono problemi nella gestione della cella,
infatti se colui che trasporta i materiali non riuscir a consegnare secondo quanto
schedulato, la cella o la linea si fermer presto, costringendo i manager a pensare ad un
flusso dei materiali differente.
Inoltre al fine di prevenire assemblaggi errati consigliabile utilizzare meccanismi di
stoccaggio a prova di errore. Importante non avere troppi componenti stoccati poich
questo rende difficile la valutazione delle performance della cella o della linea, e quindi
utilizzare i kanban per regolare il rifornimento delle parti; in questo modo laddetto al
trasporto dei materiali rifornir la cella solamente di quelle parti che sono state
consumate come indicato dai kanban. Giova qui sottolineare che il dimensionamento dei
contenitori dei componenti non deve essere effettuato tenendo conto di un eventuale
convenienza del trasportatore o del processo a monte ma deve considerare le esigenze
degli operatori che li utilizzeranno allinterno della cella poich sono coloro che creano
valore. Inoltre il rifornimento della cella con dei componenti non deve interrompere i
cicli di lavoro dell'operatore; infatti le parti dovrebbero essere rifornite in piccoli
contenitori dall'esterno della cella e, dove possibile, dovrebbero scivolare verso il punto
di utilizzo con scaffalature a gravit o a cascata. Quindi necessario progettare tali
strutture in modo che quando un contenitore vuoto viene tolto, il contenitore pieno
successivo scivoli verso il punto di utilizzo delloperatore. Questultimo poi fa scivolare
il contenitore vuoto in una scaffalatura di ritorno verso l'esterno della cella o della linea.
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Deposito/Ricezione
Kanban per
prodotto 1
Kanban per
prodotto 2
Contenitori vuoti
Linea di assemblaggio 1
O2
O1
Cella di
fabbricazio
O3
ne
O2
Linea di assemblaggio 2
Contenitori pieni
schematizzabile come una rulliera, una discesa, unarea delimitata che contiene
una quantit costante di stock in sequenza FIFO ed posta tra il processo fornitore
a monte e quello cliente a valle, pertanto se la corsia piena il primo processo non
deve pi produrre finch il secondo non ha usato parte dello stock. In questo modo
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FIGURA 2. 1 : 1 Supermarket Pull System; 2 Sequenced Pull System; 3 FIFO Lane System
Nellottica del flow , possibile vedere i suddetti strumenti di controllo del materiale
come steps successivi verso lideale del one-piece-flow, a dire che lallestimento dei
Supermarket il primo passo verso una produzione di questo tipo e la FIFO lane il
sistema che assicura un flusso di materiali vicino allideale (Fig.2.5).
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TRADITIONAL
BATCH & QUEUE
Push or
Scheduled
Supermarket Sequenced
FIFO
Pull
Pull
Sequenced
(Kanban) (Broadcast)
(Flow)
IDEAL STATE
OF LEAN
Continuous
Flow
(1 pc Flow)
Il Sistema Kanban
Il kanban un sistema di programmazione, controllo e regolazione del circolante
estremamente semplificato. Il termine giapponese kanban significa, letteralmente,
registrazione visiva, documentazione visibile, ed indica un cartellino, una scheda,
che accompagna il singolo contenitore di materiali o parti. Il kanban non
necessariamente un cartellino fisico, in quanto pu essere di tipo elettronico, oppure pu
essere rappresentato dal contenitore stesso.
Le informazioni contenute nel kanban si riferiscono a cosa produrre o movimentare e
sono, generalmente, la denominazione del pezzo cui si riferisce, il numero di disegno, la
quantit, lindicazione del prodotto a cui destinato. I pezzi sono movimentati ed
immagazzinati in contenitori standard; non quindi possibile realizzare una quantit di
prodotto diversa da quella associata al contenitore.
La prima regola del controllo kanban che non si pu produrre se non si ha a
disposizione un cartellino di autorizzazione; i reparti a monte devono, perci, produrre
solo le parti che sono state consumate dalle fasi a valle anche con leventualit di lasciare
fermo il centro di lavoro se la tabelliera dove vengono raccolti i kanban vuota. Unaltra
regola da rispettare scrupolosamente, strettamente legata alla precedente, impone che i
reparti a valle possano approvvigionarsi da quelli a monte solamente dei pezzi che
effettivamente servono, nella quantit necessaria ed al momento del consumo.
Se si rispettano queste due prime regole di comportamento, il sistema produttivo pu
essere pensato come un convogliatore ideale, che collega tra di loro le diverse fasi di
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ha una sua scheda di kanban) e pone questi kanban nel luogo destinato a
raccoglierli. Oltre a ci, egli abbandona i pallet vuoti nel posto indicato dai
colleghi della fase a monte.
3) Per ciascun KP che ha staccato, lincaricato attacca al suo posto uno dei suoi KM.
Nel momento in cui scambia i due tipi di kanban, egli confronta attentamente il
KM con il KP per verificarne la coerenza.
4) Quando inizia il lavoro nella fase a valle, il KM deve essere posto nel luogo
previsto per la raccolta.
5) Nella fase di lavorazione a monte, il KP deve essere prelevato dal relativo punto di
raccolta ad un certo momento predeterminato o quando stato prodotto un certo
numero di pezzi e deve essere posto nel luogo di raccolta dei KP nella stessa
sequenza in cui stato staccato nel deposito A.
6) Si devono produrre i pezzi secondo la sequenza dei KP nel luogo di raccolta.
7) Il pezzo ed i relativi kanban devono muoversi appaiati durante la fase di
lavorazione.
8) Quando i pezzi hanno superato questa fase di lavorazione, essi ed i relativi KP
sono posti nel deposito A, affinch lincaricato della fase a valle li possa prelevare
quando necessario.
In un sistema JIT una catena siffatta di kanban deve esistere in tutti i processi di
lavorazione a monte. Come risultato, ciascuna fase di lavoro ricever il necessario tipo di
pezzi nel momento e nella quantit giusta ed il principio del JIT cos realizzato in ogni
fase.
Lo stesso sistema kanban pu essere proficuamente utilizzato anche per controllare gli
ordini di approvvigionamento esterno. Quando entrambi gli utenti, il fornitore ed il
cliente, usano il sistema kanban, il cartellino di ritiro serve come documento di
autorizzazione allemissione di un ordine da parte dellacquirente e come documento di
autorizzazione alla spedizione per il fornitore. Per contro il cartellino di produzione funge
da ordine di fabbricazione per i centri di lavoro del fornitore.
60
61
n(i)
Tcop
SS
N K (i )
D(i ) Tcop (1 + SS )
n(i )
(5.5)
62
Tabelliera kanban
In un sistema kanban pu essere adottata una tabelliera kanban quale strumento operativo
molto semplice ed immediato per gestire la produzione in reparto o, meglio, nella cella di
prodotto.
La tabelliera riporta in ogni colonna il codice da produrre nel reparto. Ogni colonna
divisa in tre zone:
zona verde: produzione in massima economicit. Si produce solo se non si ha altro
da fare. La regola : lotti minimi e molti setup.
zona bianca: produzione normale. Zona di operativit normale della produzione.
zona rossa: produzione urgente. La produzione dei kanban di questa zona va
eseguita subito. La regola : esaurire tutti e soli i lotti della zona rossa.
E chiaro che la presenza in reparto di una tabelliera di questo tipo consente alloperatore
di sapere sempre che cosa deve fare. In particolare, se tutti i cartellini si trovano nella
zona verde o bianca, devono essere messi in produzione tutti i codici, uno alla volta, con
lotti di dimensioni minime. La dimensione minima dei lotti rappresentata proprio dalla
dimensione della zona verde.
63
Se, invece, alcuni cartellini arrivano in zona rossa, allora loperatore deve completare la
produzione che stava realizzando (completare il contenitore kanban), effettuare un setup
e ripartire immediatamente dalla produzione di un lotto del codice che finito in zona
rossa.
64
Dv (i )
pezzi
(1 Sc(i )) * (1 G (i )) anno
Dove:
Dv(i) = la domanda annua del centro a valle al lordo del tasso di guasto e di
indisponibilit
2.Calcolare le ore di produzione necessarie allanno al centro a monte
Le ore di produzione del reparto Tprod (i) si ottengono dividendo la domanda annua reale
Dreale(i) per il ritmo produttivo Rprod (i) :
65
T prod (i) =
(i )
ore
=
R prod (i )
anno
reale
T setup = TA T prod (i )
(1)
(2)
T setup
Tsetup (CP )
(3)
Dreale (i)
N CP
(4)
tabelliera kanban sar pari al rapporto tra Lmin e la capacit del contenitore (n(i)) del
prodotto i-esimo:
Z V (i ) =
Lmin (i )
n(i )
LT ( Lmin (i )) =
Z v (i ) * n(i )
R prod (i )
(5.6)
Dove:
Zv(i)= il numero di kanban del prodotto i nella zona verde
n(i)= il numero di prodotti presenti nel contenitore i-esimo
Rprod (i)= il ritmo produttivo del codice in esame (pezzi/ora).
2. Individuare lattesa massima per la fine di una campagna di produzione o comunque
perch riprenda la produzione del codice j:
68
i j
(5.7)
Dove:
A(j) max lattesa massima perch riprenda la produzione del codice j;
Tsetup(i) il tempo del setup relativo al codice i;
3. Calcolare il lead time massimo di produzione di un lotto del codice in esame:
LT ( j ) max = A( j ) max + T prod ( j ) + Tsetup ( j ) + Ttrasp ( j )
(5.8)
Dove:
Tprod(j) il tempo di produzione di un contenitore del codice j e deve tenere conto del
tasso di scarto e del tasso di guasto in questo modo
Tprod(j) =
n( j )
:
R prod ( j ) * (1 Sc( j )) * (1 G ( j ))
n( j )
(5.9)
Dove:
ZBR(j) la dimensione della zona bianca e rossa per il componente j (n. contenitori);
D(j) la domanda media o il tasso di utilizzo del componente j (pezzi/ora) che pari a
Dv ( j )
;
TA
In effetti, il numero complessivo di kanban per il sistema cos progettato sar pari
allampiezza della zona bianca e rossa pi quella della zona verde e cio:
N k (i ) = Z BR (i ) + Z v (i )
(5.10)
70
verr interrotta non appena verr completato un contenitore per fare un setup e passare a
produrre il componente in esame.
Per il calcolo della zona rossa occorre svolgere i seguenti passi:
1. Individuare la massima attesa possibile conseguente alla precedente messa in
produzione di un contenitore di un codice differente; visto che potrebbe essere stata
avviata la produzione di uno qualunque degli altri codici, necessario considerare il
tempo massimo possibile:
(5.11)
Dove:
A(j)max lattesa massima per riprendere la produzione di j;
Tprod(i) il tempo di produzione di un contenitore del codice i e deve tenere conto del
tasso di scarto e del tasso di guasto in questo modo Tprod(i) =
n(i )
;
R prod (i ) * (1 Sc(i )) * (1 G (i ))
(5.12)
Dove:
Tprod(j) il tempo di produzione di un contenitore del codice j e deve tenere conto del
tasso di scarto e del tasso di guasto in questo modo
Tprod(j) =
n( j )
;
R prod ( j ) * (1 Sc( j )) * (1 G ( j ))
71
3. Ricavare il consumo del componente in pezzi nel centro a valle nel lasso di tempo
rappresentato dal minimo lead time (in urgenza cio in zona rossa) e tradurre tale
valore in numero di contenitori, ottenendo cos lampiezza della zona rossa:
D( j ) LT ( j ) min
Z R ( j) =
n( j )
(5.13)
Dove:
ZR(j) la dimensione della zona bianca e rossa per il componente j (n. contenitori);
D(j) la domanda media o il tasso di utilizzo del componente j (pezzi/ora) che pari a
Dv ( j )
;
TA
(5.14)
72
73
C1
Reparto A
P1
Reparto B
C2
P2
C3
Codice
Ritmo
standard
(pezzi/ora)
Tasso di
scarto
Tempo
setup (ore)
C1
C2
250
P3
Domanda annua
(pezzi)
C3
240
500
P1
10%
10%
10%
Kanban:
dimensione: 500 pezzi
frequenza di viaggio: 5 ore
430.000
P2
230.000
P3
550.000
lotti minimi
molti setup
Pertanto lampiezza della zona verde data proprio dal lotto minimo, espresso in
contenitori, che possibile produrre per ciascun componente (si veda il paragrafo
Errore. L'origine riferimento non stata trovata.).
La domanda reale del centro a valle la produzione che necessario realizzare per
soddisfare la domanda, tenuto conto degli scarti e dellindisponibilit dovuta a guasti e
manutenzione. Poich nel caso in oggetto il tasso di guasto nullo, necessario tener
conto solo del tasso di scarto (Sc) come segue.
74
D(C1) =
430.000
pezzi
= 477.778
0,9
anno
D(C 2) =
230.000
pezzi
= 255.555
0,9
anno
D(C 3) =
550.000
pezzi
= 611.111
0,9
anno
Le ore di produzione del reparto A si ottengono dividendo la domanda annua reale per il
ritmo produttivo.
T prod (C1) =
477.778
ore
= 1.911
250
anno
T prod (C 2) =
255.555
ore
= 1.065
240
anno
T prod (C 3) =
611.111
ore
= 1.222
500
anno
In seguito possibile calcolare il tempo necessario a svolgere una CP, cio il tempo
complessivo di setup necessari a produrre tutti i tre prodotti, mediante lequazione
5.5Errore. L'origine riferimento non stata trovata.):
T(setup)CP = 2 + 3 + 2 = 7 (ore)
75
N CP =
1.562
CP
= 223
7
anno
A questo punto, possibile calcolare la dimensione del lotto minimo di produzione con
lequazione Errore. L'origine riferimento non stata trovata.):
L min(C1) =
477.778
= 2.142 (pezzi)
223
L min( C2) =
255.555
= 1.146 (pezzi)
223
L min( C2) =
611.111
= 2.740 (pezzi)
223
Z V (C1) =
2.142
= 4,3 5 kanban
500
Z V (C 2) =
1.146
= 2,3 3 kanban
500
Z V (C 3) =
2.740
= 5,5 6 kanban
500
76
LT(Lmin(C1)) =
5 500
= 10 (ore)
250
LT(Lmin(C2)) =
3 500
= 6,25 (ore)
240
LT(Lmin(C3)) =
6 500
= 6 (ore)
500
LT(C1)max = 17,25 + 2 +
LT(C2)max = 20 + 3 +
500
+ 5 + 5 = 31,45 (ore)
250 0,9
500
+ 5 + 5 = 35,3 (ore)
240 0,9
LT(C3)max = 21,25 + 2 +
500
+ 5 + 5 = 34,35 (ore)
500 0,9
77
430.000
1
31,45
= 4.7 5 kanban
5.760
500
Z BR (C 2) =
1
230 .000
35,3
= 2.8 3 kanban
500
5.760
Z BR (C 3) =
1
550.000
34,35
= 6.6 7 kanban
500
5.760
A(C1)max = MAX
+3 ;
+ 2 = MAX[5,3 ; 3,1] = 5,3 (ore)
500 0,9
240 0,9
78
500
500
500
500
LT(C1)min = 5,3 + 2 +
500
= 9,5 (ore)
250 0,9
LT(C2)min = 4,2 + 3 +
500
= 9,5 (ore)
240 0,9
LT(C3)min = 5,3 + 2 +
500
= 8,4 (ore)
500 0,9
3. Ricavare il consumo del componente in pezzi nel centro a valle nel lasso di
tempo rappresentato dal minimo lead time e tradurre tale valore in numero di
contenitori attraverso lequazione Errore. L'origine riferimento non stata
trovata.):
Z R (C1) =
430.000
1
9,5
= 1,4 2 kanban
5.760
500
Z R (C2) =
230.000
1
9,5
= 0,7 1 kanban
5.760
500
Z R (C3) =
550.000
1
8,4
= 1,6 2 kanban
5.760
500
C1
C2
C3
Totale
10
13
80
81
82
Prodotto
Domanda
mensile
1200
400
1600
400
600
600
Totale
4800
83
Prodotto
Dom. mens.
Sett. 1
Sett. 2
Sett. 3
Sett. 4
1200
1200
400
400
1600
800
400
600
600
600
600
Totale
4800
800
400
1200
1200
1200
1200
Poich la previsione della domanda riguarda la media sullintero mese, lecito aspettarsi
che il mercato assorbir gradualmente le varie tipologie di prodotto: nellipotesi pi
semplice lassorbimento sar di tipo uniforme e quindi il mercato assorbir una quantit
costante di un certo prodotto nel tempo fino a raggiungere il totale previsto per lintero
mese. Per quanto riguarda in particolare il prodotto A, questo significa che la maggior
parte dei 1200 pezzi prodotti nella prima settimana rimarr a magazzino in tutto il
periodo fino ad essere completamente assorbita a fine mese, cio avremo un livello di
scorte pari a centinaia di pezzi per settimane.
Si supponga, inoltre, che si presenti la necessit di adeguare la produzione a variazioni
improvvise della domanda: ad esempio, alla fine della seconda settimana la nuova
previsione della domanda la seguente.
Prodotto
Dom. mens.
Sett. 3
Sett. 4
agg.
1200
1200
400
400
600
1600
800
1600
800
400
400
400
600
600
1000
600
84
600
Totale
4800
600
600
1200
1200
4800
1200
1200
Prodotto
Sett. 1
Sett. 2
Sett. 3
Sett. 4
300
300
300
300
100
100
100
100
400
400
400
400
100
100
100
100
150
150
150
150
150
150
150
150
Totale
1200
1200
1200
1200
85
1200
30
30
400
20
1600
10
400
600
600
Tot. 4800
Ora
Ora
8
60
20
30
30
10
80
20
20
30
30
30
30
30
30
30
30
30
30
30
30
240
87
88
89
Takt Time
Tdisp
Tpitch
Pitch o passo
nimb
T setup
Tprod
CP
Campagna produttiva
NCP
Lmin(i)
Nop
Tciclo
NK(i)
Tcop
Tempo di copertura
SS
n(i)
LT(Lmin)
90
Rprod
Ritmo produttivo
A(X)max
LT(X)max
LT(X)min
Tprod(X)
Tind
Ttrasp
ZV
ZBR
ZB
ZR
IF
Tcon
Ttr
Timm
91
Bibliografia
Y. MONDEN, Produzione Just in time, come si progetta e si realizza, ISEDI, 1986.
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R.B. CHASE, N.J. AQUILANO E F.R. JACOBS, Production and Operations Management.
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M. ROTHER, R. HARRIS, Creating Continous Flow, Lean Enterprise Institute, Brookline
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92