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La strategia delle operations definisce la relazione tra gli obiettivi delle operations e i mezzi con cui realizzarla. Si ha
una matrice della strategia delle operations che dalla sua intersezione tra gli obiettivi di performance e dalle
decisioni per conseguirli si ottiene la strategia.
Ci sono due concetti attinenti alla strategia delle operations, il modello di business e modello operativo. Il modello di
usi ess il pia o da ealizza e da pa te di u ’i p esa pe ge e a e i a i e ealizza e p ofitti.
I suoi elementi contraddistintivi sono la proposta del valore, i segmenti di clienti, il canale di comunicazione le
competenze fondamentali, i partner e la struttura dei costi.
Il modello operativo u a p ogettazio e di alto li ello dell’o ga izzazio e he defi is e la st uttu a e lo stile he
o se to o all’o ga izzazione di conseguire i propri obiettivi di business. Di regola un modello di operativo è
a atte izzato dal KPI, st uttu a fi a zia ia e dell’o ga izzazio e, defi izio e di espo sa ilità pe i p odotti e
processi, sistemi e tecnologia conoscenze e competenze chiare. Il modello inoltre presenta due importanti
caratteristiche: non rispetta i confini tra le funzioni, esistono chiare sovrapposizioni con il modello di business.
La strategia delle operations funziona sia in approccio top-down sia botton-up?
Le strategie delle operations deve riflettere gli obiettivi top-do dell’azie da. I o di e de es e te di i po ta za
la st ategia dell’azie da da u a di etti a he de e esse e seguita dalle a ee di usi ess ua do fa o la lo o
strategia. La loro strategia deve essere seguita nella definizione delle strategie funzionali.
La strategia botton up deve riflettere la realtà operativa, esaminando le circostanze e le esperienze delle diverse
aree di business in cui opera. Questa strategia riflette il modo in cui accadono le cose. Infine per u ’otti a strategia
delle ope atio de e esse i u at hi g t a la st ategia otto up le li ee guida date dall’a ea di usi ess e ui di
dall’azie da o po ate.
La strategia delle operations si allinea con le esigenze del mercato con le risorse operative?
La funzione operations deve saper mettere a disposizione le capacita di operare con le modalità appropriate per il
posizionamento prescelto seguendo il mercato.
Le categorie di definizione delle funzioni sono due:
Order winner: ovvero gli elementi che contribuiscono significativamente allo sviluppo del business. Sono gli
elementi per cui il cliente è disposto a pagare.
Qualifier: sono gli elementi che vengono dati per scontati dai clienti ma che senza di essi il business non
potrebbe essere sostenibile.
La strategia delle operations deve tener conto di un miglioramento degli elementi order winner il cui incremento di
efficienza potrebbe portare ad un incremento di customer sodisfaction. Una performance negativa dei qualifier
potrebbe essere considerata grave dai clienti, pertanto si deve investire fino a farli diventare elemento neutro per il
cliente ma comunque efficiente.
Il ciclo di vita del prodotto influenza gli obiettivi di performance. Si notano 4 fasi:
Fase di introduzione. Caratterizzata da poche aziende del settore. Si deve garantire una buona risposta al
e ato te e do o to dell’alta flessi ilità della do a da he può esse e i p e edi ile.
Fase di crescita. Il mercato è in crescita, si deve cercare di tenere il passo con il mercato mediante risposta
veloce e affidabile mantenendo alto livello di qualità.
Fase di maturità. Nel tempo si delineano i competitor in pochi player, la domanda inizia a livellarsi e la
competizione fa leva sul prezzo. Si devono ridurre i costi
Fase di declino. C’ u e ato esiduale do i ato da po hi pla e o o petizio e est e a sul p ezzo.
La strategia deve tener conto anche del costruire competenze contraddiste per creare il valore aziendale a lungo
termine. Un approccio a questo tipo di strategia è denominato RBV, resource basede view. Questo approccio ritiene
he le azie de possa o p otegge e il p op io a taggio o petiti o t a ite a ie e all’i itazio e ossia s iluppa do
risorse difficile da imitare. Le risorse strategiche hanno queste caratteristiche: sono scarse, sono scarsamente mobili,
sono difficili da imitare.
Se le esigenze del mercato e le competenze delle operations sono allineate ci si trova lungo la linea di
o ispo de za. I tale situazio e esiste l’e uili io t a esigenza di mercato e competenze delle operations.
La strategia delle operations definisce un percorso di miglioramento?
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La strategia delle operations è quindi il punto di partenza per il miglioramento delle operations. Nel breve termine le
operations difficilmente sono in grado di realizzare performance eccellenti in tutti gli obiettivi delle operations. Si
deve prendere in considerazione la possibilità di migliorare la performance su un obiettivo a discapito della
performance su un altro obiettivo. Nel lu go te i e l’o ietti o hia e de e esse e iglio a e tutte le ope atio s. Ci
sono pertanto due differenti metodologie:
1. Trade-off. Questo o etto si asa sul iglio a e u a pe fo a e a dis apito di u ’alt a. È u ele e to
limitante. Utilizzando questo o etto el aso i ui si oglia au e ta e due pe fo a e o t apposte
della stessa funzione si dividono le due performance in due funzioni che mirano alla maggiore efficienza.
2. Frontiera efficiente. Il concetto si basa su una linea convessa dove vengono posizionate diverse funzioni
aziendali con diversi Trade-off equivalenti a livello di performance. Nel caso in cui si riesca a migliorare una
funzione mantenendo la proporzionalità delle performance si delinea una nuova frontiera efficiente, sulla
quale si possono posizionare diversi Trade-off con efficienza uguale. (fare esempio cassiera supermercato).
Capitolo 3 – progettazione della rete di fornitura
Che cos’è la p ogettazio e della ete di fo itu a?
La progettazione della rete di fornitura riguarda la definizione della struttura della rete e delle competenze delle
proprie operations e delle operations altrui con cui si interagisce. La rete non viene propriamente progettata in
ua to all’i te o di essi i so o a he fornitori e clienti che potrebbero non condividere le scelte aziendali di
delocalizzare. Si parla quindi di negoziare e influenzare il fornitore anziché progettare in senso stretto.
Tutte le risorse, tangibili e non fluiscono attraverso la rete di relazioni cliente-fornitore costituita da tutte queste
operations. Un approccio efficacie per visualizzare le reti di fornitura di alcune aziende di servizi è considerare il
flusso delle i fo azio i he att a e sa le ope atio s. C’ i olt e il flusso di pe fo ance delle operations lungo la
rete.
Due esempi di decisione di progetto della rete di fornitura. Intel adotta un approccio copy exactly, replicando il
layout e la struttura organizzativa da stabilimento a stabilimento. In questo modo diminuisce il ritardo nella messa in
funzione a regime dello stabilimento. BBC decide di affidarsi ad un partner (Siemens) esterno per la gestione dei
servizi informatici, che erano già ottimi, facendo cassa e aumentando la performance di questa unità.
Come si deve configurare la rete di fornitura?
Si deve innanzitutto tener conto del principio che la riduzione del numero di fornitori può far diminuire i costi di
transizione e arricchire le relazioni con gli stessi. Ad esempio nel settore automobilistico la forte pressione sui costi
ha costretto le case automobilistiche a cedere maggiori responsabilità ai fornitori per quanto riguarda sia la
p ogettazio e sia l’asse laggio. I olt e u i o u e o di fo ito i fa ilita a he i p o essi di t asfo azio e di
prodotti e/o servizi all’i te o delle ope atio s.
Un altro trend che le aziende adottano è quella della DISINTERMEDIAZIONE, o e o le azie de ope a ti all’i te o di
una rete bypassano i clienti e i fornitori per entrare direttamente in contatto con i clienti dei clienti o con i fornitori
dei fornitori. È una eliminazione degli intermediari.
Altro fattore è la COOPERAZIONE. Ogni azienda è circondata da 4 tipologie di player, fornitori, clienti, concorrenti e
partner. È importante distinguere tra il modo in cui le aziende cooperano per incrementale la dimensione del
mercato e il modo in cui competono per un mercato (ristoranti vicini attirano clienti). Tutti i player di volta in volta
posso o esse e a i i o e i i .
Integrazione verticale. È il osiddetto outsou i g ed diventato un tema di primaria importanza per quasi tutte le
azie de. Oggi si este alizza o olti p o essi e si pa la ui di di Busi ess p o ess outsou i g BPO . Lo s opo
solitamente ridurre i costi ed ottenere benefici significativi nella qualità e flessibilità del servizio offerto. Tale
decisione deriva dalla decisione da parte del Management di considerale le attività core aziendali. La integrazione
verticale si definisce in base a 3 fattori:
Di ezio e dell’i teg azio e e ti ale. Upstream (vs monte) o downstream (vs valle).
Grado di integrazione. Molto integrata verticalmente o non al di là della posizione originaria
Bilanciamento tra le attività verticalmente integrate. Riguarda le relazioni tra le operations. Il bilanciamento
può essere parziale, consentendo a ciascuna azienda di vendere il proprio output a terzi. Nel caso di rete
totalmente bilanciate si ha la massima semplicità e si ottiene maggior focus.
No detto he le a ee elle uali u ’azie da più espe ta sia o a he gli a elli più redditizi.
Generalmente unità di produttive grandi hanno dei vantaggi di costo rispetto a quelle piccole. Esse però hanno
vantaggi significativi su 4 aree:
Piccole dimensioni permettono alle aziende di attinger alle reti di conoscenza locali
Possono rispondere rapidamente alle esigenze e alle tendenze dei clienti regionali
Il personale ha più alto grado di autonomia
Esplorano tecnologie radicalmente nuove imitando il comportamento di rivali più piccoli.
Modifi a e la apa ità delle ope atio s o sig ifi a solo sta ili e ual l’e tità otti ale dell’i e e to di apa ità
a isog a sta ili e ua do si de e p o ede e o l’i e e to. Due strategie:
Capacity-leading. La capacità precede la domanda in modo tale che ci sia sempre capacità sufficiente.
(Aumenta opportunità di soddisfare la domanda)
Capacity-lagging. La capacità segue la domanda in modo che la domanda sia sempre uguale o maggiore
ispetto alla apa ità. Usata sop attutto pe di i ui e l’i patto di i esti e to e ita da e l’es o so.
Au e ta l’utilizzo della apa ità
Strategia intermedia. Si asa sull’utilizzo delle s o te, utilizzato i ope atio s he p odu o o e i.
Esiste un punto di punto di pareggio tra investimento e guadagni. Ogni aumento di capacità si traduce in un aumento
di costi fissi, deve pertanto aumentare il livello di output se si considera che i prezzi siano superiori ai costi unitari di
prodotto. L’azie da in alcuni casi potrebbe andare in perdita aumentando la capacità.
Appendice capitolo 3 – forecasting
Sapere che la domanda dei propri prodotti o servizio è in aumento o in diminuzione non basta. Bisogna conoscere il
tasso di cambiamento per la pianificazione del business.
Pe p i a osa isog a sta ili e l’o izzo te te po ale della p e isio e e o os e e le possi ili opzio i e i te pi
occorrenti per metterle concretamente in atto a seconda delle opzioni. Gestione delle capacità a lungo o breve
termine.
I semplici approcci previsionali sono problematici in quanto esistono numerose variabili contestuali che potrebbero
avere un impatto significativo.
Metodi qualitativi:
Panel di esperti. Agisce come un focus Group nel senso che tutti i partecipanti possono parlare apertamente
e liberamente. È soggetto a soggezioni dei partecipanti. Anche gli esperti sbagliano
Metodo Delphi. Forse il più famoso. Riduce le influenze grazie ad un questionario inviato via mail e compilato
in forma anonima. Poi viene fatta una sintesi e si chiede ai partecipanti di commentare la sintesi. Il processo
è iterativo fino ad arrivare ad una condivisione.
Pianificazione degli scenari. Solitamente applicato alla pianificazione di lungo temine. Si chiede agli esperti di
proporre degli scenari con lo scopo di ottenere diverse opzioni che possono non essere condivise.
Metodi quantitativi:
Analisi delle serie storiche. Analizzano un fenomeno nel tempo e poi, eliminando le variazioni sottostanti
attribuibili a determinate cause, prevedono il comportamento futuro di tale fenomeno. Si limita a
considerare i dati storici ignorando le variabili causali.
Previsione delle variazioni non assegnabili a cause specifiche. Le variazioni casuali che rimangono dopo
l’es lusio e degli effetti di t e d e stagio ali so o p i e di ausa ota. Si asa o sull’osse azio e dei dati
passati per prevedere il futuro. Tramite:
o Media mobile. Prende i dati della domanda effettiva dei precedenti n periodi e ne calcola la media
sugli stessi periodi che sarà la previsione sul periodo successivo.
o Exponential smoothing. I li iti della edia o ile so o ell’att i ui e lo stesso peso ai pe iodi e o
utilizza dati oltre agli n periodi. Questo approccio invece prevede la domanda del periodo successivo
tenendo conto della domanda effettiva del periodo corrente e della previsione che era stata
effettuata in precedenza grazie alla formula
F𝑡 = αAt−1 + 1 − x Ft−1
α il peso he ie e att i uito all’ulti a i fo azio e dispo i ile.
In questo modo tutti i dati precedenti hanno un effetto in attenuazione sulla previsione successiva.
o Modelli causali. I piega o te i he o plesse pe o p e de e le elazio i t a l’i sie e delle
a ia ili he spiega o il fe o e o e l’i patto he ha o l’u a sull’alt a. Questi odelli più
complessi comprendono numerose variabili e relazioni, ognuna delle quali si basa su ipotesi e
presenta dei limiti.
Capitolo 4 – progettazione dei processi (posizionamento)
Che cos’è il posizio a e to ella p ogettazio e dei p ocessi?
La progettazione dei processi viene tratta su due livelli. Il primo con un approccio generale mettendo in relazione la
progettazione dei processi con il posizionamento di processo in termini di volumi varietà. Il secondo ad un livello più
dettagliato.
Ora verrà considerato il livello più generale. Si evidenzia come il volume e la varietà della domanda hanno un
impatto decisivo sulla progettazione dei processi. Due casi, Tesco dal suo obiettivo di servire il consumatore allarga
le o sie e dispo e i p odotti i odo da fa ilita e l’a uisto. Spa e4 odula la p oduzio e i assa di pa elli pe
la produzione di case per rispondere alle variazioni della domanda. Generalmente Volume e varietà sono fra loro
inversamente proporzionali. Processi con diversi rapporti volumi-varietà verranno organizzati diversamente, avranno
diverse caratteristiche de flusso e comporteranno mansione e tecnologie diverse.
Il metodo più comune per illustrare la relazione tra il posizionamento di un processo in termini di volumi-varietà e le
sue a atte isti he o siste ella at i e p odotto-p o esso . Nella p ati a tutti i p o essi do rebbero posizionarsi
i p ossi ità della diago ale atu ale , he ga a tis e la oe e za o fit t a il p o esso e il suo posizio a e to ei
volumi varietà in gioco.
Tipologie di processo. Ogni tipologia implica delle differenze nel set di compiti svolti dal processo e nel modo in cui i
materiali, le informazioni o i clienti fluiscono attraverso di esso.
Un processo posizionato lungo la diagonale naturale della matrice ha normalmente dei costi operativi minori di un
processo caratterizzato dallo stesso rapporto volumi-varietà che sta fuori dalla diagonale. Se ci si trova a dx non si
sf utta appie o l’oppo tu ità di sta da dizza e aggio e te le p op ie atti ità. Nel aso i ui i si t o i a s i
processi sono eccessivamente standardizzati e probabilmente t oppo igidi. Il p i o passo ui di dell’a alisi api e
se ci si trova sulla diagonale naturale della matrice prodotto-processo.
I layout dei processi sono appropriati?
L’o ietti o della p ogettazio e del la out i i izza e gli sposta e ti, oppu e potrebbe essere quello di
raggruppare risorse dello stesso tipo.
Nei processi a bassi volumi e ad alta varietà, le risorse devono essere organizzate per gestire un flusso irregolare. Nei
processi ad alti volumi e a bassa varietà le risorse devono essere organizzate per gestire un flusso costante e
regolare.
La selezione e modifica del layout non è u ’atti ità che le aziende siano inclini a ripetere molto spesso. Uno dei
fattori più influenti nella scelta del tipo di layout più appropriato è la natura del processo. Quindi il layout è un
concetto più specifico legato molto alla tipologia di processo ma per ogni tipologia di processo ci sono almeno due
layout alternativi.
Divisione del lavoro. L’aspetto più o io di og i a sio e la sua a piezza, o e o il u e o dei o piti i te i a
un processo che vengono assegnati ad un determinato individuo.
Vantaggi: Svantaggi:
Promuovono un apprendimento più rapido Monotono
L’auto azio e di e ta fa ile Causa infortuni
Il lavoro improduttivo si riduce Comporta scarsa flessibilità
Scarsa robustezza della linea
Le mansioni ad alta varietà richiedono al contrario un sapere tacito acquisito nel tempo e comportano spesso un
livello di discrezionalità. La definizione viene meno e si ragiona per obiettivi.
L’i peg o o ga izzati o può esse e i flue zato da a i fatto i ed esistono diversi approcci:
Allargamento delle mansioni (mansione più completa)
Arricchimento delle mansioni (ridurre la ripetitività della mansione)
Rotazione delle mansioni
Empowermet (dare maggiore potere ai singoli dipendenti)
Team-working (lavoro di squadra con compiti e responsabilità condivise)
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I processi vengono mappati spesso a un livello aggregato prima di tracciare mappe più dettagliate. Ad un livello
elevato il processo si può identificare semplicemente come input-trasformazione-output, poi si approfondisce
definendo la mappa sintetica di processo che identifica la sequenza delle attività che vengono svolte. Poi più in
profondità si ottiene la mappa dettagliata di processo.
A volte conviene mappare il processo in modo da rendere evidente il grado di visibilità delle sue parti. Ciò consente
di progettare al meglio le componenti ad alta visibilità per creare valore aggiunto. Non ci sono regole fisse in
proposito, esiste il o etto di li ea di isi ilità he defi is e a uali p o essi il lie te ede e il o etto di li ea di
i te sezio e he di e do e il lie te pa te ipa atti a e te o e o.
La co figu azio e delle attività e l’allocazio e delle capacità ei p ocessi sono appropriate?
Le mappe di processo mostrano come sono strutturate attualmente le attività di un determinato processo e
contribuiscono a suggerire come si potrebbero riconfigurare. Definire la capacità del processo significa comprendere
i seguenti aspetti:
Precedenza delle attività. Stabilisce quali attività devono avvenire prima di altre. Viene descritta dal
diagramma delle precedenze che include le singole attività che concorrono a formare il processo
complessivo, le relazioni tra queste, il tempo e essa io all’ese uzio e del o pito ella sua totalità e il
tempo necessario per ogni singolo compito.
Configurazione serie e parallele. La configurazione generale si basa sulla determinazione della misura in cui
le attività sono strutturate in maniera sequenziale (long-thin) o in parallelo (short-fat). La maggior parte dei
processi adotta una combinazione di configurazione seriali e parallele.
Caratteristiche:
Long-thin Short-fat
Flusso più controllato Maggiore flessibilità al mix
Gestione semplice dei materiali Maggiore flessibilità ai volumi
Investimenti più bassi Maggiore sicurezza se si blocca la linea
Maggiore efficienza operativa Lavoro meno monotono
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Legge di little. Tempo di attraversamento = work in process x tempo di ciclo | WIP = tempo di attraversamento x
ritmo di produzione.
Si tiene conto della variabilità del processo?
Possi ili fo ti di a ia ilità so o l’i g esso ita dato, il alfu zio a e to ita dato di u a te ologia, la e essità di
rinviare le unità mal processate, l’e ato t asfe i e to di u ità, la diso oge eità della singola unità, l’i patto
umano.
Due tipi di variabilità:
Della domanda di una singola fase del processo
Nel te po e essa io pe l’ese uzio e delle atti ità i ias u a fase.
La a ia ilità i u p o esso te de a idu e l’effi ie za. Quando il movimento è sincronizzato, il tempo di arrivo
delle unità in ciascuna fase è fissato ed è pari al tempo di ciclo. In assenza di sincronizzazione, il tempo di arrivo in
ias u a fase a ia ile. La a ia ilità del p o esso dete i a l’attesa e sottoutilizzo delle iso se. I un mondo
perfettamente costante e prevedibile la relazione tra il tempo di attesa e di utilizzazione del processo è una funzione
etta gola e. Se il te po di a i o o osta te il p o esso pot e e o po ta e sia l’a u ulo di u ità da
processare sia il sottoutilizzo delle risorse. Quindi più il processo si avvicina a un tasso di utilizzo del 100%, più alto
diventerà il tempo medio di attesa.
Questo fenomeno ha importanti implicazioni per la progettazione dei processi che comportano tre opzioni:
Accettare lunghi tempi di attesa medi e ottenere un elevato utilizzo del processo
Accettare un basso utilizzo del processo e ottenere bassi tempi medi di attesa
Ridurre la variabilità dei tempi di arrivo, dei tempi di attività o di entrambi ottenendo un utilizzo più elevato
e bassi tempi di attesa.
Pe a alizza e i p o essi he p ese ta o a i i si o izzati e a ia ilità dei te pi di atti ità si può utilizza e l’a alisi
delle code.
Capitolo 7 – Supplay Chain Management
Cos’è il supply chai a age e t?
Il Supplay chain Management (SCM) è la gestione delle relazioni e dei flussi tra le catene di operations e di processi
che producono valore sotto forma di prodotti e servizi al cliente. Il concetto si applica sia alle reti interne di processo
sia alle reti esterne.
Due esempi, Ocado e Burberry. La prima, un supermercato online, analizza ogni singolo processo per ridurne le
spese la seconda analizza le proprie inefficienze per migliorare i processi interni. La performance complessiva di
u ’azie da fu zio e dell’i te a ate a di ui fa pa te. E t a e usa o la o figu azio e e gestio e della suppl
chain come una fonte di innovazione. Si dice che fanno innovazione attraverso la SCM.
Gli obiettivi della Supply Chain sono chiari?
Tutte le SC hanno un obiettivo in comune, soddisfare il cliente finale. Quando un cliente finale decide di effettuare
u a uisto i es a l’azio e a it oso lu go l’i te a ate a. La p o a ilità he il lie te fi ale e ga se ito
adeguatamente diventa molto bassa se la performance di ogni singola azienda non è ottima.
Cinque obiettivi di performance:
Qualità. La qualità di un servizio/prodotto è funzione della performance di qualità di tutte le operations della
ate a he l’ha p odotto. Per una qualità elevata ogni fase si deve assumere la responsabilità della propria
performance e quella del suo fornitore.
Velocità. Due aspetti. Il primo la rapidità con cui i clienti vengono serviti, il secondo sul tempo necessario per
far transitare i prodotti/servizi lungo la catena.
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Le SC possono essere snelle (efficienti) o agili (flessibili), a seconda del mercato e degli obiettivi si deve adottare una
di e sa o figu azio e. Solita e te pe ò possia o affe a e he i p odotti fu zio ali i hiedo o u a gestione
effi ie te della suppl hai , i p odotti i o ati i e i hiedo o u a gestio e agile.
Il modello SCOR è una metodologia generale, strutturata e sistemica per il miglioramento dei processi nelle SC
messa appunto dal Supply Chain Concil. Il modello si avvale di metodologia e strumenti diagnostici e di
banchmarking adottati per la valutazione e il confronto delle attività e performance delle catene di fornitura. Tre
note tecniche:
Modellazione dei processi di business. Consiste nel configurare il appo to fo ito e lie te . Rigua da
l’app o igio a e to, la p oduzio e, la o seg a, pia ifi azio e e il e upe o. I p o essi e go o
modellizzati a gradi crescenti di dettaglio andando a indentificare qual è il tipo di configurazione della SC
adottato dall’azie da MTS, MTO, ETO .
Benchmarking delle performance. Strutturate per livello. Le misure del livello 1 costituiscono i cosiddetti KPI
della catena e vengono definiti a partire dalle misure diagnostiche del livello inferiore 2 e 3.
Analisi delle best practice. Individua le attività che devono essere effettuate per porre rimedio alle carenze
individuate. Le best practice sono strutturate, comprovate, riproducibili, di corrente applicazione, hanno un
impatto positivo sui risultati (KPI).
Roadmap del modello SCOR:
Fase 1 – scoperta. Mappatura SC e delle p io ità att a e so l’indicazione della portata del progetto. Prevede
l’ide tifi azio e delle iso se e essa ie.
Fase 2 – analisi. Si identificano i livelli appropriati delle misure di performance.
Fase 3 – progettazione del flusso materiali. Definire congiuntamente le modalità di sviluppo dei processi
mettendo a fuoco lo stato corrente e capendo dove intervenire per migliorare.
Fase 4 – progettazione del flusso delle attività e delle informazioni. Si mappa la produttività e la resa delle
transizioni.
Fase 5 – implementazione. T asfe i e le o os e ze dei tea SCOR ai espo sa ili dell’i ple e tazio e.
Questo approccio accresce la soddisfazione e fedeltà dei clienti.
Come si gestiscono le relazioni all’i te o della supply chai ?
A seconda delle circostanze occorreranno diverse forme di relazioni. Solo le aziende molto integrate verticalmente si
permettono di ignorare la domanda. Pertanto le aziende possono intraprendere due approcci nel considerare i
fornitori con relazioni:
Transizionali. Le elazio i o po ta o l’a uisto di e i e se izi i u a pu a logi a di e ato a da do a
cercare il miglior fornitore tutte le volte che si effettua un acquisto. I vantaggi sono la concorrenza, le
economie di s ala atu ali, la flessi ilità e t e gli s a taggi so o l’asse za di i oli di lealtà e il osto di
selezione del fornitore.
Partnership. So o a o di i te azie dali elati a e te du ato i he ha o u l’o ietti o di iglio a e la
performance di entrambe le aziende. Sussiste una cooperazione tra cliente e fornitore. Il grado di intimità
che si va a creare dipende dalla condivisione del successo, dalle aspettative di lungo termine, dal
coordinamento comune delle attività e dalla fiducia che risulta essere spesso l’ele e to più iti o.
Tutte le elazio i he esisto o all’i te o della suppl hai posso o esse e defi ite i ase al ila ia e to f a i
lo o aspetti o t attuali e di pa t e ship . Tutte le azie de ha o u i o po tafoglio di elazio i ampliamente
differenziate. Bisogna tener conto che le vere relazioni di partnership comportano un sacrificio e beneficio reciproco.
Si rinuncia a una certa libertà di azione per ottenere qualcosa di più vantaggioso nel lungo termine.
Come si deve gestire il lato della fornitura?
Una buona gestione di ciò che viene a monte è una condizione necessaria per un buon operations management in
generale. Essa è costituita da tre attività principali svolte dalla funzione acquisti:
Selezione dei fornitori. Richiede un Trade-off tra caratteristiche alternative tra cui la gamma e la qualità dei
p odotti, la eatti ità l’affida ilità di fo itu a. I olt e i fatto i ua tifi a ili a lu go te i e de o o te e
conto del potenziale di innovazione, della disponibilità a condividere il rischio e la capacità di trasferire
conoscenze. Per fare un Trade-off ragionevole è importante valutare quattro fattori fondamentali:
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o Capacità Tecnica
o Capacità delle Operations
o Capacità Finanziaria
o Capacità Manageriale
Si può inoltre fare una scelta di multi-sourcing o single-sourcing in base agli obiettivi e direttive del
management. Internet ha cambiato le logiche economiche del sistema di ricerca di prodotti e fornitori. Esiste
un collegamento di sistemi e-commerce di grandi imprese in un portale comune per la gestione degli ordini
che consente di ridurre i costi standardizzando il processo (e-market Exchange).
Gestire le relazioni con i fornitori. Significa scegliere i fornitori giusti e fare in modo che ricevano le
informazioni giuste e che siano incoraggiati a mantenere un flusso continuo di fornitura. Se il cliente e il
fornitore si considerano partner il flusso aperto di informazioni è accompagnato dalla reciproca tolleranza in
caso di problemi occasionali. Alcune organizzazioni intendono formalizzare il livello di servizio minimo
garantito che spesso è utilizzato in ambito delle controversie. Qualunque SLA che rimanga immutato nel
tempo scoraggia il miglioramento del rapporto di fornitura.
Migliorare la capacità dei fornitori. Aiutare un fornitore a migliorare giova sia la qualità del servizio sia la
lealtà e l’i peg o di lu go te i e. L’esplo azio e di possi ili disalli ea e ti t a pa t e se o o pe
migliorare la collaborazione tra di essi. La non efficacie comunicazione tra le parti potrebbe portare ad
aumentare il gap tra le percezioni dello stesso servizio tra le parti.
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Condivisione delle informazioni. La agio e p i ipe he dete i a o l’effetto f usta il fatto che ogni
operations della catena reagisce solo agli ordini emessi dal suo cliente immediato. Se le informazioni
e isse o esse i o u e tutta la ate a le fluttuazio i si idu e e o. U o dei siste i adottati L’EPOS
che mette a disposizione a monte l’i fo azio e sulla do a da a alle i esse e. I fo ito i posso o a e e
consapevolezza dei movimenti reali in atto nel mercato
Allineare tutti i canali di informazione e fornitura. Si adatta la programmazione, la movimentazione dei
materiali, i livelli di magazzino e le politiche di prezzo da mettere in linea con tutte le operations della
catena. Un metodo è quello di consentire al fornitore a monte di gestire le scorte del suo cliente in un
sistema Vendor-managed inventory (VMI).
Migliorare le previsioni. U a aggio e a u atezza delle p e isio i o t i uis e ad atte ua e l’effetto f usta.
Questo effetto si può evitare utilizzando politiche sofisticate di riassortimento, progettate in base ai principi
del control engineering.
L’eli i azio e dell’effetto frusta crea una situazione win-win in quanto riduce i livelli di magazzino e migliora il
customer service.
Cap 8 – gestione delle scorte
Che cos’è la gestio e della capacità?
La apa ità l’output he le ope atio s posso o ge e a e i u a dete i ata u ità di te po. La apa ità offe ta i
te i i di pote ziale di fo itu a dipe de sia dai li iti posti dalla fase a o te del et o k di fo itura sia dai
vincoli di tutte le fasi precedenti. La gestione delle capacità deve tener conto delle fluttuazioni che avvengono sia
ella do a da sia ell’offe ta. Gesti e le di e ge ze t a do a da e apa ità o sig ifi a e essa ia e te alli ea e
la capacità alla domanda.
Due esempi, Bauli e hotel di lusso. Entrambi gestiscono una domanda fluttuante e hanno trovato il modo di gestire le
fluttuazioni, il primo concentrando metà del sui business in prodotti non stagionale mentre per il panettone e
colomba allunga il periodo di approvvigionamento ed assume lavoratori interinali. Il secondo invece punta sulla
formazione di un personale con competenze equivalenti che possono essere spostati nei vari reparti a seconda del
bisogno, al limite assume lavoratori interinali.
Che cos’è la capacità co e te delle ope atio s?
La prima cosa da fare nella gestione delle capacità è misurare la capacità corrente. La capacità è funzione:
Del mix di prodotti/servizi. La capacità dipende da ciò che viene chiesto di fare. Si procede con
l’agg egazio e dei di e si p odotti e se izi he e go o a o pati pe otte e e u a isio e più a pia della
do a da e della apa ità. L’app ossi azio e solita e te a etta ile.
Dalla du ata dell’a o te po ale su ui i hiesto l’output. Si i tende una fornitura in una determinata unità
di tempo.
Dalle spe ifi he dell’output. La apa ità può au e ta e odifi a do le specifiche di prodotto e servizio.
Nel dimensionamento bisogna tener conto anche della dispersione di capacità, ovvero fermo macchina, carenze del
pe so ale o p o le i asuali he di i uis o o l’effi ie za dell’u ità p odutti a.
L’effi a ia o plessi a delle a hi e u ite io pe aluta e la apa ita ed i o po a il o etto di dispe sio e
della capacità. Si basa di misurare:
Il tempo in cui la macchina è disponibile a operare
La velocita della macchina
La qualità del prodotti/servizio realizzato.
Moltipli a do uesti t e fatto i si ottie e l’OEE (overall equipment effectiveness). Si noti come se anche uno dei
fatto i asso l’i di e di i ui à. L’i di e ui di app ese ta il te po speso i atti ità he aggiu go o alo e e
questo metodo può essere utilizzato anche in aziende di servizi.
Quanto sono chiare le divergenze tra domanda e capacità?
Il rapporto tra variazioni prevedibili e imprevedibili della domanda determina la natura della gestione della capacità.
Se la domanda è prevedibile si può richiedere degli aggiustamenti programmati in anticipo, se imprevedibile le
operations devono reagire alla variazione rapidamente.
Una profonda conoscenza del mercato che genera la domanda è molto importante. Migliore è la conoscenza del
mercato da parte delle operations, più la gestione della capacità si concentra sulle divergenze prevedibili tra
domanda e capacità. Le previsioni devono essere espresse in unità utili per la pianificazione della capacità. Le
operations devono trovare un equilibrio tra il miglioramento delle previsioni e la possibilità di operare in assenza di
previsioni perfette.
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Per rappresentare la pianificazione della domanda è spesso utile utilizzare curve cumulative di domanda e offerta
che gravano sulle operations.
Come si controlla la capacità?
La gestione della capacità deve reagire alla domanda effettiva e alla capacità effettiva quando si determina. La
performace complessive della gestione della capacita come funzione del modo in cui le operations gestiscono la
capacità e in cui gestiscono e prevedono la domanda. L’effi a ia della gestio e della apa ità ie e osì isu ata
dalla combinazione di costi, ricavi, capitale circolante e soddisfazione del cliente. Le operations accumulano
esperienza nella gestione della domanda e nella gestio e della apa ità e ell’adatta e to delle p op ie st uttu e
per renderle il meno sensibili alle discrepanze tra domanda e capacità.
Caso studio blackberry farm
Ereditato una piccola fattoria è stata trasformata in un agriturismo con attrazioni per famiglie e un market dove
a uista e p odotti asali ghi o e la o se a di po odo i ealizzati da pe so ale estito o a iti tipi i della
egio e. L’au e to osta te di att azio i e la oto ietà ha i e e tato di olto il usi ess. La do a da e a olto
fluttuante con picchi nei mesi estivi. I dipendenti arrivati a circa 80 erano pressoché interinali e non contenti della
stagionalità del lavoro. Pertanto il business è diventato difficile da gestione e si vuole cercare di migliorare e rendere
più efficiente la capacità e la gestione dei processi.
Capitolo 11- sincronizzazione snella
Che cos’è la si c o izzazio e s ella?
Sincronizzazione significa che il flusso dei prodotti e dei servizi assicura sempre esattamente ciò che vogliono i clienti,
nelle quantità, nel tempo e dove è richiesto. Il tutto si deve eseguire con il minor costo possibile.
L’app o io t adizio ale assu e he og i fase del p o esso sia disa oppiata da uffe o ta po i s o te . Gli
app o i o si o izzati te tato di p o uo e e l’efficienza proteggendo le singole parti del processo da
alfu zio a e ti di alt i p o essi. Al o t a io l’app o io della si o izzazio e p o uo e l’esposizio e del siste a
e rende evidenti i problemi responsabilizzando tutta la catena. Considera le scorte un velo opaco che impedisce di
ricavare i problemi (esempio fiume e scogli, anche se non sono visibili gli scogli rallenteranno il flusso delle acque).
La sincronizzazione snella mira a soddisfare istantaneamente la domanda, con una qualità perfetta e senza sprechi.
Due o etti hia e, lea e JIT. Il just i ti e e fatizza l’idea di p odu e u e e solo ua do o o e e t e il lea
produrre un bene senza sprechi. Che cosa significhi snello nella pratica sarà diverso da caso a caso ma si tratta di un
approccio che può migliorare il servizio offerto. Il concetto rimane sempre lo stesso di perfetta sincronizzazione
attraverso un flusso lineare costante. La sincronizzazione snella è un obiettivo ed è sviluppata in quattro
metodologie:
Razionalizzazione del flusso
Allineamento tra domanda e offerta
Incremento flessibilità nei processi
Riduzione degli effetti di variabilità.
Quali sono le barriere alla sincronizzazione?
Bisogna identificare le barriere che si sovrappongono alla condizione ideale di flusso lineare, ininterrotto e senza
ritardi o sprechi. Tre macro categorie:
Ba ie a all’eli i azio e degli sp echi. Lo spreco è qualunque attività non a valore aggiunto solitamente
o esso i lu e dall’i di ato e di pe fo a e. Quatt o a o-categorie:
o Sprechi da flusso irregolare:
Tempi di attesa
Trasporto
Inefficienze di processo
Scorte
Movimentazioni inutili
o Sprechi da fornitura sbagliata:
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Sovrapproduzione o sottoproduzione
Consegna ritardata o anticipata
Scorte
o Sprechi da risposta inflessibile. I bisogni dei clienti possono variare rispetto a ciò che vogliono nella
quantità e misura. Sintomi di flessibilità inadeguata:
Grandi lotti
Ritardi nel passaggio da u ’atti ità a u ’alt a. (attrezzaggio)
Variabilità del mix di attività. (accorpare le attività).
o Sprechi da variabilità. Se ’ a ia ilità ei li elli i lie ti o si ite a o adeguata e te se iti.
Sintomi:
Scarsa affidabilità dei macchinari
Prodotti/servizi difettosi
Nel e e te i e l’utilizzo della apa ità pot e e esse e sa ifi ato. P odurre qualcosa solo per mantenere
elevato il grado di utilizzo della capacità non ha senso e aumenta i costi.
Barriera al coinvolgimento. La cultura organizzativa che promuove la sincronizzazione snella deve puntare
sul coinvolgimento di tutti i dipendenti. Promuove un alto livello di responsabilizzazione dei dipendenti. Sono
diffuse le pratiche di aumento di disciplina, flessibilità, uguaglianza, autonomia, sviluppo del personale e
creatività. Esiste il concetto di apprendimento continuo. Sembra una controversa ma in questo modo si
aumenta la responsabilità totale di tutti i reparti.
Barriera al miglioramento continuo. si basa sulla convinzione che con il tempo si debba migliorare. Il kaizen
è uno dei pilastri del miglioramento dei processi.
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Effettuare una programmazione livellata significa mantenere costanti nel tempo il mix e il volume del flusso tra le
diverse fasi. Le o segue ze dell’utilizzo di g a di lotti so o i p i o luogo l’a u ulo di s o te elati a e te
o siste ti all’i te o del epa to e i se o do luogo iò he ie e p odotto ella aggio pa te dei gio i di e so
in termine di mix realizzato. Ridurre il mix funziona sia in ambito produttivo sia dei trasporti. Quindi una maggiore
frequenza delle consegne si traduce in maggior possibilità di modificare la quantità recapitata a un punto vendita.
L’est e izzazio e della p oduzio e li ellata la p oduzio e MIXED MODELLING ovvero una produzione in cui il mix
micro è uguale al mix macro. Si ottiene in questo modo un flusso relativamente lineare e scorrevole contando su una
notevole flessibilità di processo.
Altro concetto importante è il TRM ovvero i responsabili di processo vengono invitati ad assumere la titolarità delle
loro macchine curando direttamente la manutenzione ordinaria ed effettuando semplici manutenzione.
Lean vs agile. Il concetto di agilità mira ad assicurare una maggiore adesione ai desideri dei clienti focalizzandosi
sulla domanda emergente invece che su piani e programmi prestabiliti. Significa quindi saper padroneggiare
l’i e tezza e il a ia e to del e ato. U approccio lean si propone di eliminare gli sprechi e fornire valore al
lie te att a e so l’i te a suppl hai . Se plifi a do Lea e ui ale a di e flusso egola e, si o izzato e po he
scorte, mentre agile equivale a reattività, flessibilità e produzione rapida. Sono concetti non complementari ma
possono coesistere.
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defi e do i li iti e i te i di isposta della fo itu a di p odotti e se izi. I dipendenti quindi hanno la possibilità di
incidere negativamente ma anche migliorare la qualità.
La qualità è definita adeguatamente?
Va intesa dal punto di vista del cliente ed è ciò che percepisce di un determinato prodotto/servizio. Le percezioni e
le aspettati e dei lie ti so o i flue zate da s a iati fatto i al u i dei uali o o t olla ili dall’azie da. Ci posso o
essere di GAP tra aspettativa e prodotto/servizio fornito:
GAP 1 – disalli ea e to t a le spe ifi he di ualità dell’o ga izzazio e e uelle attese dal lie te.
GAP 2 – divario tra concetto di prodotto/servizio e le specifiche di qualità interne definite
GAP 3 – divario tra prodotto/servizio effettivo fornito e le sue specifiche interne
GAP 4 – divario tra immagine del cliente che ha del prodotto/servizio e la qualità effettiva
Le caratteristiche di qualità che un prodotto/servizio deve rispettare sono definite in fase di progettazione. Le
caratteristiche di qualità sono le conseguenze dei dettagli di progettazione.
La qualità è adeguatamente misurata?
La scomposizione delle caratteristiche di qualità può perdere significato e ci sono caratteristiche che non si possono
misurare (cortesia). In questi casi ci si affida alla percezione dei clienti.
Le misure usate per descrivere le caratteristiche di qualità sono di due tipi:
Variabili: misurabili in una scala di valori continua
Attributi: si valutano soggettivamente e possono assumere solo due valori (piace /non piace)
Interessante è misurare la qualità in termini di costo, come ad esempio costi di prevenzione, inefficienza
i te a/este a e p e e zio e. U te po si pe sa a he i osti di i effi ie za di i uisse o all’au e ta e degli
investimenti in valutazione e prevenzione. Tuttavia sussiste un limite al di là del quale il costo del miglioramento
della qualità eccede i benefici. Il vero costo dovrebbe tener conto anche degli sforzi del Management di porre
rimedio ai problemi. Pertanto un livello ottimale di qualità fa indurre i manager e lo staff a trovare soluzioni per
migliorare la qualità.
Il TQM ha rifiutato il concetto di livello ottimale di qualità e si è concentrato sul tentativo di ridurre tutti i costi di
inefficienza noti enfatizzando la prevenzione. Pertanto migliorando la qualità i costi diminuiscono.
La qualità è adeguatamente controllata?
Non ha molto senso, a meno che non si è obbligati per cause tecniche, a controllare il 100% del prodotto e servizi.
Questo potrebbe essere oltre che costoso anche rovinare i prodotti, essere pericoloso.
Sussistono due tipi di errori che un manager può fare:
Tipo 1 – quando si è deciso di fare qualcosa che la situazione non lo giustificava
Tipo 2 – quando si è deciso di non fare nulla quando bisognava intraprendere u ’azio e
Il metodo più comune di controllo è il CONTROLLO STATISTICO DI PROCESSO (SPC). Si preoccupa di campionare il
processo durante la produzione di beni/servizi. Sulla base del campione si decide se il processo è sotto controllo.
L’SPC si asa sul monitoraggio in un arco di tempo di vari campioni. Le carte di controllo registrano alcuni aspetti
della qualità nel tempo per verificare se il processo opera come dovrebbe o no. Il controllo avviene sia sul trend ma
a he sulla a iazio e. U ’alta variazione può nascondere infatti i cambiamenti in atto del comportamento del
processo. L’SPC app ese ta a he u a taggio o petiti o he i flue za la st ategia azie dale i ua to
l’app e di e to del p o esso te de ad eli i a e i p o le i e a te e e sotto controllo il processo.
La gestione della qualità genera sempre miglioramenti?
Alcune indagini mostrano come metà dei programmi di qualità generano miglioramenti temporanei o deludenti.
Questo perché non ci sono dei sistemi e procedure in grado di supportare i processi di miglioramento. Occorrono
pe ta to sistemi qualità .
Il sistema ISO 9000 comprende una serie di standard nazionali che fissano i requisiti per i sistemi di gestione della
qualità nelle aziende. Si fonda su quattro principi:
La gestione della qualità deve concentrarsi sul cliente
La performance di qualità si deve misurare e riguarda prodotti, servizi e processi
La gestione della qualità deve essere guidata dal miglioramento
Il top management deve dimostrare il proprio impegno a mantenere e migliorare continuamente i sistemi di
gestione.
Ci sono vari premi dislocati nei vari continenti per premiare le aziende che si impegnano in sistemi qualità e
raggiungono elevati obiettivi:
Premio Deming – Giappone
Malcom baldrige national quality aword – America
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Alcuni esperti son convinti che esista una sequenza ottimale per il miglioramento delle performance. Questa teoria
chiamata cono di sabbia punta al miglioramento cumulativo continuo degli aspetti qualità, affidabilità, velocità,
flessibilità e costo.
Qual è il percorso di miglioramento più appropriato?
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Ci sono due tipologie di miglioramento, radicale e continuo che non sono mutualmente esclusivi.
Miglioramento radicale. Solitamente supportato da una innovazione in azienda è un cambiamento
sosta ziale he po ta dei e efi i i te pi e i. L’app o io tipi o il BPR e u ese pio posso o esse e le
tecnologie informatiche. Il miglioramento BPR è caratterizzato:
o Ripensare i processi di business in una logica trasversale
o Drastici miglioramenti della performance
o Fa e gesti e il p o esso a olo o he e utilizza o l’output
o Collocare i punti di decisione dove si effettua il lavoro.
Il miglioramento radicale in realtà non porta un miglioramento immediato (curva quadra) ma deve
sottostare al grado di apprendimento del personale nel tempo.
Miglioramento continuo. I pli a e essa ia e te u i lo i fi ito di a alisi e azio e. È l’otti a Kaizen in cui
il miglioramento coinvolge tutti gli attori aziendali. Conta sullo slancio del processo di miglioramento, conta
su piccoli miglioramenti continui, tutti i mesi piccoli miglioramenti di qualche entità. Ci sono diversi approcci
di ciclo di miglioramento, i due più famosi sono:
o Ciclo PDCA. Parte dalla pianificazione (Plan) che comporta un esame del metodo, successivamente si
applica la pianificazione (DO). Questa fase per la sua natura può inserire un mini ciclo PDCA al suo
interno. La nuova soluzione viene poi valutata (CHECK) e se approvata viene messa in pratica come
consolidata (ACT).
o Ciclo DMAIC. Sotto certi aspetti più intuitivo in quanto segue un approccio sperimentale. Parte con
la definizione (DEFINE) e la fase successiva molto importante è la misurazione (MEASURE). Questa
fase implica la validazione del problema. Poi si analizzano i dati (ANALIZE) ed emergono le cause
profonde del problema. Una volta identificate le cause si passa all’i ple e tazio e IMPROVE he
viene continuamente controllato (Contol).
Il miglioramento radicale valorizza particolarmente soluzioni creative e incoraggia il pensiero destrutturato e
l’i di idualis o. Il iglio a e to o ti uo po e l’a e to sull’adatta ilità, sul la o o di g uppo e sull’atte zio e ai
dettagli.
L’app o io he o i a i due etodi il Six Sigma he de i a dall’app o io statisti o di p o esso SPC. È ispi ato ad
u a p ofo da o p e sio e dei isog i del lie te, dell’uso dis ipli ato dei dati a disposizio e e da u a dilige te
attenzione alla gestione, miglioramento e ripensamento dei p o essi di usi ess. Alla sua ase ’ u a o p e sio e
degli effetti negativi della variabilità in tutti i processi di business e u ’atte zio e ai bisogni del cliente (sviluppato da
Motorola). L’app o io Si sig a usa l’i di ato e difetti pe ilio e di opportunità che indica il numero di difetti che
produrrebbe il processo se avesse a disposizione un milione di opportunità. La sua implementazione raccomanda la
creazione di un pool di operatori specializzati, molti dei quali devono impegnarsi a tempo pieno al miglioramento dei
processi. Tre figure:
Cinture nere super. Hanno grande esperienze e sanno quali e come usare le tecniche del Six Sigma. Si
dedicano a tempo pieno al miglioramento e formano le cinture nere
Cinture nere. Hanno ricevuto almeno 25gg di formazione e partecipato ad almeno un progetto di
miglioramento. Si dedicano full time al miglioramento e formano le cinture verdi.
Cinture verdi. Si dedi a o solo pe il 20% al p ogetto di iglio a e to e ope a o all’i te o del tea a he
come team leader.
Una delle versioni più note del miglioramento è il Work out dove operai e manager cooperano assieme in una sede
fuori azienda. È pensato per ridurre e alla fine eliminare del tutto lo spreco di tempo ed energie. Le attività che lo
caratterizzano sono:
Riunione in un luogo lontano dalla sede aziendale
Manager responsabile assegna dei compiti da risolvere
Il manager lascia la riunione e il gruppo si dedica a tempo pieno alla risoluzione (Anche 2-3gg)
Alla fine riunione con il manager responsabile
Valutazione da parte del manager con risposta sì-no-ci devo pensare.
Questi p og a i so o ostosi pe la lo atio , i piego di te po. Fa passa e l’idea he le soluzio i de o o esse e
prese in tempi brevi ed incita il problem solving di gruppo. I team possono essere affiancati da consulenti.
Quali tecniche si devono usare per facilitare il miglioramento?
Altre tecniche non illustrate fino ad ora:
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Un ulteriore concetto da tenere in considerazione è che nessuno può conoscere un processo come le persone che lo
gestiscono. I processi di miglioramento si basano su team. Due filosofie opposte, Circolo di qualità usati dai
giapponesi in cui il team è formato anche da operatori, Tiger team usato dagli americani in cui il team è formato dai
a age . Il o siglio uello di sta e el ezzo e oi olge e più pa ti possi ili dell’o ga izzazio e. È o sigliato
costruire un sistema premiante che premi il miglioramento fino a farlo diventare una rutine. Occorre inoltre puntare
sulla formazione del personale per mettere a disposizione le competenze necessarie e per crescere le competenze
interpersonali di gruppo che servono a lubrificare il miglioramento. Le competenze manageriali e tecniche vengono
i fo zate se i dipe de ti o os o o le idee e i p i ipi dell’ope atio s a age e t. ese pio aso studio e asto,
l’auto o ile iglio a o il kaize
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