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LA LOGISTICA
Un determinato stabilimento, che può risultare “ottimo” per una data impresa, può
invece non essere adatto per un’altra impresa dello stesso settore industriale, la
quale operi sul mercato con una diversa strategia. Molte imprese adottano diversi
tipi di processi caratterizzati da un diverso rapporto costi-fissi variabili. Passando
dagli impianti più piccoli agli impianti dotati di maggiore capacità produttiva,
vengono adottate tecniche della produzione di massa ottenibili gradi più elevati di
efficienza tecnico-economica. Il costo medio minimo di fabbricazione del prodotto
diminuisce all’aumento del grado di efficienza tecnico-economica. La differenza fra il
costo minimo di due impianti con differente capacità produttiva rappresenta
un’economia di scala “tecnologica”. L’andamento del costo medio produzione del
prodotto di “lungo periodo” varia in relazione alla capacità produttive degli impianti,
tra i quali l’impresa può scegliere.
Le economie di scala dunque danno origine alla diminuzione del costo medio di
fabbricazione del prodotto, fino a che si realizza l’impianto con efficienza minima.
Il livello di domanda che l’impresa vuol soddisfare è relativo alla scelta della capacità
produttiva più conveniente del sistema produttivo. Come prima cosa per la
programmazione della capacità produttiva si deve compiere un analisi e previsione
della domanda nel lungo-periodo, tipico delle ricerche di marketing. Il secondo
problema è che per evitare i cosiddetti “costi affondati”, l’impresa deve sfruttare
bene la capacità produttiva degli impianti visto la variabilità della domanda.
L’impresa, dopo aver previsto la tendenza di fondo della domanda aziendale, deve
decidere a quale volume di domanda conviene riferire la capacità produttiva
dell’impianto.
Le principali categorie di costi relativi alla realizzazione dei piani di produzione sono:
• costi variabili di produzione;
• costi fissi di produzione;
• costo del lavoro straordinario;
• costi outsourcing, nel caso in cui l’impresa affidi lo svolgimento di varie attività
a terzi;
• costi mantenimento scorte;
• costi stockout, cioè i costi da sostenere quando la quantità dei pezzi
disponibili in magazzino non sono sufficienti a soddisfare la domanda.
Quando infine inizia la fase di esecuzione prende avvio il controllo della produzione.
Esso consente di rilevare giornalmente lo stato di avanzamento delle lavorazioni per
garantire il rispetto dei piani, evidenziando e correggendo eventuali scostamenti
Secondo un’altra classificazione, fondata sulla funzione svolta dai materiali nel
sistema logistico, si rilevano:
• scorte di transito → costituite dai materiali trasferiti d un luogo all’altro
all’interno o all’esterno dello stabilimento;
• le scorte di sicurezza → dirette a fronteggiare gli effetti negativi di variazioni
non previste dalla domanda;
• le scorte speculative → che possono assicurare un maggior ricavo nel
momento della vendita (es. offerte 3x2).
La gestione dei materiali viene in genere impostata secondo o la logica dello stock
control o la logica del flow control. La principale differenza consiste nel differente
momento in cui viene emesso l’ordine d’acquisto del materiale, rispetto al momento
del fabbisogno di tale materiale.
• la stock control prevede l’esistenza di una scorta reintegrata mediante il
lancio di un ordine di approvvigionamento, quando si accerta che il livello
dello stock è diminuito rispetto al fabbisogno previsto;
• nella logica del flow control l’attenzione si sposta dal controllo dello stock al
controllo del flusso di materiali, cioè il flusso che attraversa i vari stadi della
supply chain.
Riguardo la modalità organizzativa basata sulla pianificazione del fabbisogno dei
materiali, per sapere quale logica adottare per la gestione di ogni tipologia di
materiale si possono esaminare i seguenti fattori:
• il rapporto tra lead time e tempo di programmazione;
• il valore di impiego dei materiali;
• natura della domanda;
• frequenza d’uso del materiale.
Per la logica del flow control una tecnica di gestione dei materiali e il material
requirement planning che punta a far coincidere il momento in cui si manifesta il
fabbisogno di un dato materiale con il momento in cui il materiale è disponibile, al
fine di evitare inutili immobilizzi di scorte. Il funzionamento della tecnica MRP si
articola nelle seguenti fasi operative:
1. determinazione delle quantità da produrre e delle date di consegna per ogni
prodotto finito;
2. calcolo della quantità di ciascun materiale(materie prime, componenti,
semilavorati) necessaria per l’attuazione de programma di produzione;
3. determinazione del momento in cui dovranno essere inviati gli ordini di
acquisto e gli ordini di produzione, per i quantitativi di materiali in precedenza
calcolati.