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La problematica principale, però, consta nel fatto che molto spesso tutte le condizioni sopra
descritte non sono mai verificate tutte contemporaneamente. Esempi: se le macchine non
fossero vicine, si potrebbe pensare di modificare il layout, che per natura sono mobili; nel
caso in cui la prima condizione non fosse verificata, si potrebbe pensare di allungare il TC,
senza superare il Takt Time, facendola aspettare il ritorno dell’operatore (Tidle), fin tanto
che la macchina non diventi collo di bottiglia (nel caso di CP < D). Nel caso in cui
l’operatore fosse incaricato anche di interventi di manutenzione o di setup, abbinando più
macchine si sommano al TC anche i Taus, poiché ciascuna macchina si ferma sia per la
propria fermata, sia per quella dell’altra, perché lui non può tornare all’altra macchina
poiché è incaricato di fare manutenzione (N.B. Taus non può mai essere messo in
mascheratura poiché è un tempo fittizio). In realtà anche se l’operatore non fosse incaricato
di interventi di manutenzione, il tempo ciclo aumenta sempre perché aumenterebbero i BF,
ed inoltre, dato che MF, TM, ML, sono tempi medi, potrebbero risultare maggiori. Questo è
il motivo principale per cui è sconsigliabile fare abbinamento sul bottleneck. Altro aspetto
importante è quello di considerare tempi assoluti nell’ordine dei 10 minuti, poiché se fossero
nell’ordine dei secondi, anche se tecnicamente l’operatore ce la facesse, non risulterebbe
possibile a causa di una sincronizzazione irraggiungibile. Per concludere quindi
l’abbinamento permette di aumentare la produttività degli operatori e quindi risparmiare sui
costi di essi stessi. Per fare abbinamento è necessario mettere le operazioni in maniera tale
da minimizzare gli spostamenti (ergonomia)
3. DIRETTIVA MACCHINE
La direttiva macchine è un decreto legislativo che riguarda tutti i principi e i requisiti per la
salute e sicurezza sul lavoro alla progettazione e alla costruzione delle macchine. Essa
consiste in un insieme di regole definite dall’ UE che si applicano a: Macchine, Quasi
Macchine, componenti di sicurezza, accessori di sollevamento, catene funi e cinghie,
dispositivi amovibili di trasmissione meccanica. Una macchina è ritenuta sicura secondo la
direttiva macchine se la sicurezza è integrata sin dalla fase di progettazione, in particolare
chi le produce deve lavorare preventivamente sulla sicurezza eliminando i rischi, e se non è
possibile neutralizzarli o al peggio segnalarli all’interno del manuale di istruzioni. Essa è
composta da 19 articoli e 11 allegati. Negli articoli vengono stabiliti i comportamenti del
fabbricante; egli deve svolgere un’accurata valutazione dei rischi presenti ed identificare i
requisiti essenziali ad essa applicabili. Se tutti i requisiti sono verificati il fabbricante può
apporre la sigla CE sulla macchina. Inoltre, per dimostrare la conformità della macchina ai
requisiti della direttiva, il fabbricante deve costituire il fascicolo tecnico della costruzione, il
quale comprende: una descrizione generale della macchina, una documentazione relativa
alla valutazione dei rischi, relazioni tecniche che mostrano i risultati delle prove effettuate
dal fabbricante, istruzioni della macchina, copia della dichiarazione CE di conformità... Il
fascicolo tecnico può essere fondamentale nel momento in cui dobbiamo andare a sviluppare
il DVR, poiché contiene già tutti i rischi legati al funzionamento del macchinario. Per
quanto riguarda la valutazione dei rischi legati alle macchine, il documenti di valutazione
deve contenere i requisiti essenziali di sicurezza e le misure di prevenzione adottate per
ridurre i rischi o eliminare i pericoli identificati. Inoltre, i fattori che possono influenzare il
rischio possono essere: fattori legati alla macchina (tipo, funzionamento, manutenzione),
all’impiego (cicli di lavorazione, carico-scarico), all’uomo (attenzione, capacità di
intervento) e all’ambiente (illuminazione, rumore). Per la valutazione dei rischi occorre
determinare i limiti della macchina, identificare il pericolo, stimare il rischio, valutare il
rischio e la gravità delle possibili conseguenze.
medio di funzionamento che intercorre tra due guasti successivi, mentre l’MTTR, è il tempo
utile alla riparazione. L’aggettivo intrinseca sottolinea il fatto che non si tiene conto della
logistica della manutenzione, ma solo del tempo tecnico proprio di riparazione del pezzo;
𝑀𝑇𝐵𝑀
Disponibilità Operativa, , dove MTMB è il tempo necessario alla manutenzione, e
𝑀𝑇𝐵𝑀+𝑀𝐷𝑇
l’MDT è il tempo medio totale di fuori servizio, definito come somma di MTTR, dei tempi di
preparazione e di attesa.
A differenza dell’intrinseca, Ao dipende anche da grandezze sterne al sistema, dipendenti anche
dalle condizioni operative.
Affidabilità: è la probabilità che un sistema o un componente opererà nel modo richiesto per un
periodo di tempo prefissato, sempre se sarà impiegato nelle sue condizioni di lavoro ottimali.
Gli indicatori di affidabilità sono: MTBF e MTBM
Manutenibilità: è relativa alla facilità, all’economia e alla sicurezza dell’assolvimento delle
operazioni di manutenzione, ovvero al completamento di tutte quelle azioni tecniche e
amministrative corrispondenti, atte a conservare o ripristinare un oggetto in uno stato nel quale è
capaci di adempire alla funzione richiesta. Gli indicatori di manutenibilità sono MTTR e MDT
15) AFFIDABILITÀ DI UN COMPONENTE ISOLATO
Per affidabilità si intende la parte della statistica che studia le leggi di guasto di componenti,
macchine e sistemi al fine di ottimizzarne la durata di vita, la disponibilità operativa e il costo
del ciclo di vita.
Per studiare l’affidabilità di un componente isolato ( o di un sistema) è necessario andare a
comprendere il comportamento a guasto del componente (o del sistema) elaborando un
istogramma che permette di evidenziare il numero di guasti che sono avvenuti dopo determinate
ore di funzionamento. Dopo di che è possibile definire la probabilità di guasto (f), come la
probabilità che il componente (o sistema) si guasti ad un istante di tempo fissato a partire
dall’istante di inizio servizio (nuovo o ripristinato), pari al numero di guasti avvenuti
nell’intervallo che stiamo considerano diviso il numero di guasti totali. In questo modo è
possibile definire la probabilità cumulata di guasto (F) che invece rappresenta la probabilità che
il componente si guasti entro un determinato istante prefissato, ed è pari alla somma delle
frequenze relative ai diversi intervalli. Dato che l’affidabilità (R) rappresenta la probabilità che
il componente (o il sistema) funzioni correttamente per un periodo tempo fissato ed in
determinate condizioni ambientali, essa viene calcolata come R = 1- F; è il complemento a 1 di
F.
16) TASSO DI GUASTO E ANDAMENTO RELATIVO AD UN SISTEMA COMPLESSO
Il tasso di guasto è la probabilità che il componente o sistema, che abbia funzionato fino ad un
istante prefissato, si guasti nel periodo di tempo immediatamente successivo. È una funzione di
rischio immediato che tiene conto che il componente o il sistema ha già vissuto per un
determinato periodo di tempo. Viene calcolato come il rapporto tra il numero di guasti in
determinato intervallo di tempo e il numero degli individui ancora funzionanti all’inizio del
periodo considerato o in alternativa come la differenza tra la probabilità cumulata di guasto nei
due estremi dell’intervallo considerato, divisa per l’affidabilità all’istante iniziale.
L’andamento del tasso di guasto cambia, a seconda della tipologia di componenti che stiamo
considerando.
17) AFFIDABILITÀ E DISPONIBILITÀ DI UN SISTEMA COMPLESSO
Un sistema è un oggetto composto da n componenti.
L’affidabilità del sistema dipende dall’affidabilità dei singoli componenti e da come sono messi
insieme tra loro per assicurare il funzionamento del sistema. I sistemi si classificano in base a :
• Livello di Ridondanza: ovvero se esistono uno o più componenti in grado di sopperire al
funzionamento del componente principale in caso di guasto (componenti di “riserva”)
• Riparabilità: ovvero la possibilità che le caratteristiche di un sistema possano essere
ripristinate.
Esempi di sistemi affidabilistici sono i Sistemi Serie e Sistemi Parallelo.
I sistemi tipo serie sono sistemi in cui il non funzionamento di ciascuno dei componenti
provoca il non funzionamento del sistema nel suo complesso (ad es. impianto di illuminazione
composto da interruttore), l’affidabilità di un sistema tipo serie è il prodotto delle affidabilità dei
componenti: Rserie= ∏ 𝑅(𝑡)
Di conseguenza, tanto maggiori sono i componenti in serie, tanto più il sistema è complesso e
minore sarà la sua affidabilità.
I sistemi di tipo parallelo ridondanti sono in cui il buon funzionamento del sistema è assicurato
dal buon funzionamento di solo 1 dei componenti in parallelo. L’inaffidabilità (probabilità di
guasto) di un sistema tipo parallelo è il prodotto delle inaffidabilità (probabilità di guasto) dei
componenti: Rserie= 1- ∏(1 − 𝑅(𝑡))
L’affidabilità di un sistema tipo parallelo è sempre maggiore della massima affidabilità dei suoi
componenti. L’affidabilità del sistema è sempre crescente, ma all’aumentare del numero di
componenti ridondanti cresce più lentamente.
Un particolare tipo di sistemi parallelo sono i sistemi k/n a ridondanza maggioritaria, in questo
caso affinché il sistema funzioni è necessario che funzionino almeno k degli n elementi in
parallelo. Il calcolo dell’affidabilità di questi sistemi è complesso (analisi di Markov). Nel caso
però in cui, il parallelo è di n componenti tutti uguali tra loro e di affidabilità R vale che:
Nei sistemi non riparabili si ragiona sull’affidabilità,
mentre in quelli riparabili si ragiona anche sulla
disponibilità, quindi bisogna tenere in considerazione
anche il tempo tecnico di intervento e le altre componenti del Down Time. Per la disponibilità
valgono le stesse formule che abbiamo visto sopra per l’affidabilità. Quando parliamo di sistemi
riparabili dobbiamo andare a capire per quanto tempo il sistema sarà stato funzionante rispetto
ad un tempo di riferimento, quindi quale parte del servizio ho erogato. Bisogna trovare un
compromesso tra il numero di macchine e il costo del disservizio.