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Psicologia dello Sviluppo e

dell’Educazione

Prof.ssa Arianna Bello


e-mail: arianna.bello@uniroma3.it

Letture consigliate
Vygotskij, 1962.Pensiero e Linguaggio. Roma
Bari Laterza.
Vygotskij, 1997. Il processo cognitivo. Bollati
Boringhieri
Applicazioni della Teoria di Piaget all’Educazione

Assumere un approccio costruttivista


I bambini apprendono meglio se sono attivi, quando trovano da soli le
risposte.
I bambini imparano facendo scoperte.
Contesta il metodo didattico che si basa su rispondere a domande.

Considerare le conoscenze e i ragionamenti del bambino


Gli alunni dispongono di molte idee sul mondo reale (concetti di spazio,
quantità, causalità).
Gli insegnanti devono interpretare ciò che i bambini dicono;
Gli insegnanti devono rispondere in modo non troppo distante dal
livello di conoscenze del bambino.

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Applicazioni della Teoria di Piaget all’Educazione

Facilitare l’apprendimento piuttosto che dirigerlo


Gli insegnanti devono osservare con attenzione il bambino
Capire come pensa: richiedere spiegazione e stimalore il ragionamento

L’aula come setting di sperimentazione


Fare esperienze concrete

Utilizzare valutazioni continue


Processo di valutazione dei progressi: i bambini possono esporre le loro
conoscenze, fornire spiegazioni orali e scritte dei loro ragionamenti

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Il bambino come apprendista:
la teoria dello sviluppo socio-cognitivo di Vygotskj

“Lo sviluppo cognitivo degli individui dipende dagli strumenti messi a


disposizione dalla società e la loro mente prende forma a partire dal
contesto culturale in cui vivono”.

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L. VYGOTSKIJ
Biografia: russo,ebreo,comunista (la sua
giovinezza si svolse durante la rivoluzione russa)

Interessi fondamentali: pedagogia, letteratura.


Era interessato ai modi di favorire lo sviluppo del
pensiero

Orientamento generale: esaminare le relazioni


interpersonali e il ruolo della società nello sviluppo
del pensiero

Vygotskij si è occupato di 3 aree ambiti:


•  Lo sviluppo delle funzioni cognitive del bambino
•  L’influenza delle variabili culturali sui processi cognitivi
•  Il ritardo mentale

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La teoria dello sviluppo socio-cognitivo

Secondo Vygotskij (1962; 1978; 1986) lo sviluppo cognitivo è


essenzialmente un processo sociale.

Lo sviluppo del bambino dipende dal contesto storico e socio-culturale e


da come egli viene messo in grado di padroneggiare gli strumenti della
propria cultura (prospettiva storico-culturale).
E’ interessato a quello che sa fare il bambino in seguito a nuove
esperienze sociali e culturali (processo inter-individuale)

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La teoria dello sviluppo socio-cognitivo
L’evoluzione della mente avviene tramite l’acquisizione di strutture
psichiche di complessità crescente: funzioni inferiori e superiori

Funzioni psichiche inferiori = es. percezione, motricità, emozione,


attenzione. Lo sviluppo biologico trova espressione nelle funzioni
psichiche inferiori.

Le funzioni psichiche superiori= es. pensiero, calcolo, pianificazione,


memoria/ricordo, ragionamento.
Le funzioni psichiche inferiori diventano superiori grazie al linguaggio.
Grazie al linguaggio le FP inferiori si interiorizzano trasformandosi.

Le funzioni psichiche superiori implicano una modificazione strutturale


dei processi cognitivi e la relativa perdita del loro primario carattere
immediato, dipendente dalla realtà.

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La teoria dello sviluppo socio-cognitivo

Esamina lo sviluppo psichico su tre livelli:


•  il livello culturale
•  Il livello interpersonale
•  Il livello individuale

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Livello culturale
Vede la natura umana, come un prodotto socio-culturale.

I bambini beneficiano di un sapere accumulato e dalle generazioni


precedenti e trasmesso grazie alle interazioni con i caregivers.
Ogni generazione si appoggia alla precedente.

Quali elementi vengono trasmessi da una generazione all’altra?

I bambini acquisiscono strumenti culturali e imparano a vivere in modo


più accettabile, secondo le consuetudini/regole sociali.

Gli strumenti culturali comprendono


-  gli strumenti tecnologici (oggetti) libri; orologi; agende; calcolatori
-  Gli strumenti psicologici (concetti e simboli): linguaggio,
competenza alfabetica, le teorie matematiche e scientifiche

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Livello culturale

Esempio: strumenti tecnologici che svolgono un ruolo primario (uso


del computer; cellulari) ma gli effetti dello sviluppo sono imprevedeibili.

Esempio: strumenti psicologici; come il concetto del tempo e il ruolo


essenziale che svolge nella nostra società:
I caregivers comunicano al bambino la necessità di collocare gli eventi
in una struttura temporle e di organizzare e pensare le attività in questi
termini.
Sin da piccoli i bambini imparano che la loro esperienza quotidiana è
divisa in unità di tempo (arrivo tra due ore; martedì; la prossima
settimana..)

Gli strumenti psicologici (concetto di tempo) possono essere rafforzati


da strumenti tecnologici (orologi; agende; calendari)

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Il linguaggio e il rapporto linguaggio-pensiero

Lo strumento culturale di maggior valore che viene trasferito ai bambini


dai caregivers è il linguaggio.

Il linguaggio serve per la comunicazione e l’interazione sociale: è lo


strumento di trasferimento dell’esperienza a livello sociale.
Vygotskij sostiene che il bambino è sin dall’inizio un protagonista attivo
nelle relazioni sociali e il primo uso del linguaggio è di tipo
comunicativo e sociale.

Il linguaggio è anche uno strumento interno che guida il pensiero. Nel


corso delle attività, il bambino commenta verbalmente le proprie azioni.
Con le parole, il bambino accompagna le azioni, le guida, le riorganizza,
le pianifica: le parole sono la realtà oggettiva di riferimento.

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Il linguaggio e il rapporto linguaggio-pensiero
Secondo V. linguaggio e Pensiero all’inizio sono indipendenti.
Verso i 2 anni i bambini usano le parole come forme simboliche per uno
scambio interpersonale;
verso i 3 anni i bambini dispongono di un linguaggio interpersonale e un
linguaggio privato che serve da guida per il pensiero;
a 7 -8 anni il linguaggio il linguaggio privato diventa interiore.
Tra i 3 e 7 anni si assiste a un periodo di transizione: da linguaggio
esterno a linguaggio interno.

Il linguaggio interiore: è il linguaggio serve al bambino per pianificare,


guidare, monitorare il loro stesso comportamento: funzione di auto-
regolazione.
Il bambino che usa il linguaggio a livello interiore è
socialmente più competente, di colui che non lo usa.
Studi recenti (Winsler et al., 2000) il linguaggio interiore gioca un ruolo positivo nello
sviluppo
Studio di Berk e Spuhl (1995): i bambini che usano il linguaggio interiore sono più attenti,
tendono a migliorare le loro prestazioni nella risoluzione di compiti.

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Il linguaggio per Vygotskij è:

§  Lo strumento preminente grazie al quale viene trasferita l’esperienza a


livello sociale (come parlano e di che cosa parlano le altre persone)
§  Consente ai bambini di regolare le proprie attività (i monologhi dei
bambini sono un segno del fatto che il linguaggio è stato acquisito come
strumento di pensiero)
§  Il linguaggio, alla fine del periodo prescolare, viene interiorizzato e si
trasforma in pensiero (da funzione sociale diventa uno strumento per il
funzionamento cognitivo)

Differente visione tra Piaget e Vygotskij


(P) il linguaggio interiore è egocentrico, immaturo; è distaccato dalla realtà.
(V) il linguaggio interiore è uno strumento di pensiero ed è connesso all’attività
pratica: il bambino si suggerisce i passaggi necessari per lo svolgimento di una
azione.

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Livello interpersonale
Lo sviluppo cognitivo ha luogo come risultato dell’interazione con le
altre persone più competenti e più esperte che trasmettono ai bambini
gli strumenti culturali necessari per l’attività intellettuale.

•  Quindi lo sviluppo cognitivo è una impresa cooperativa tra adulto e


bambino
•  il bambino è un apprendista che si sviluppa seguendo la guida
dell’adulto

Qualsiasi progresso del bambino in campo intellettuale affonda le sue


radici nei contesti culturali e interpersonali.

L’abilità del bambino di sfruttare l’aiuto degli adulti, e in particolare il


ruolo dell’istruzione, costituisce una caratteristica fondamentale della
natura umana,
come anche la capacità dell’adulto di dare aiuto e istruzione.

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Livello interpersonale
Qualunque abilità intellettuale viene sperimentata congiuntamente con
l’adulto competente, prima che il bambino la faccia sua e la interiorizzi:
lo sviluppo inteso come progresso dall’inter-mentale all’intra-mentale.

Il bambino è un partner che prende parte a un lavoro condiviso, è un


partener più giovane, una apprendista.

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Livello individuale

Non interessava a Vygotskj esaminare lo sviluppo alle diverse età.

Vygotskj crede che il bambino è capace di contribuire attivamente al


proprio sviluppo: svolge un ruolo attivo nell’incremento della
conoscenza e delle capacità di risoluzione di problemi

Il bambino riesce contribuisce al proprio sviluppo non da solo ma


insieme ad altre persone, in un contesto di impresa congiunta.
(costruttivismo sociale)

Nello sviluppo intervengono forze biologiche in prima istanza e dopo


influenze socio-culturali.

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Dal controllo degli altri al controllo di sè

Vygotiskij sostiene che il bambino può risolvere, grazie alla guida di un


esperto, problemi e compiti che non sa ancora risolvere da solo, ma che
diventeranno presto parte delle sue abilità individuali.

Quando il bambino è in grado di fare autonomamente quello che in


precedenza sapeva fare con l’aiuto di un adulto, significa che l’abilità è
stata “interiorizzata”.

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Dal controllo degli altri al controllo di sè

In che modo gli adulti possono contribuire allo sviluppo cognitivo del
bambino?

§  Penetrare nella zona di sviluppo prossimale del bambino

§  Impegnarsi nel fornire istruzioni attivamente


§  Essere sensibili e recettivi ai messaggi del bambino

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La zona di sviluppo prossimale

Vygotiskij ha proposto il concetto di zona di sviluppo prossimale (area di


sviluppo prossimo o potenziale) come idea unificatrice per comprendere
il progresso del bambino da una situazione di dipendenza dagli altri,
all’indipendenza del funzionamento cognitivo.

La zona di sviluppo prossimale: è la differenza tra il livello di sviluppo


effettivo di un individuo, manifestato quando risolve un compito da solo,
e il suo livello potenziale, che si potrebbe esprimere, se il il compito fosse
risolto con indicazioni, suggerimenti di un altro soggetto più competente
di lui.

Questo partener esperto, può essere un adulto, un genitore, un


insegnante, ma anche un coetaneo o un bambino più grande, che
promuove la trasformazione di potenzialità in capacità esibite grazie
all’uso di strumenti culturali (linguaggio, lettura, scrittura).

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La zona di sviluppo prossimale

Limite Superiore
Livello di responsabilità aggiuntiva che il
bambino può accettare con l’assistenza di una
guida abile

Zona di sviluppo Prossimale

Limite Inferiore
Livello di capacità di risoluzione dei problemi
raggiunto dal bambino da solo

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La zona di sviluppo prossimale
§  Vygotiskij sostiene che il bambino può risolvere, grazie alla guida di un
esperto, problemi e compiti che non sa ancora risolvere da solo, ma che
diventeranno presto parte delle sue abilità personali.

§  Se il bambino è in grado di fare autonomamente quello che in precedenza


sapeva fare con l’aiuto di un adulto, significa che l’abilità è stata
“interiorizzata”.

§  Gli adulti (genitori, insegnanti) devono adeguare/modulare il loro


insegnamento alla zona prossimale del bambino.

§  Al crescere delle competenze del bambino, l’insegnante dovrebbe ritirarsi e


lasciare al bambino la responsabilità di dirigere l’apprendimento.

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Fasi evolutive della zona di sviluppo prossimale
Prevede una successione di tre stadi (Tharp & Gallimore, 1988):

Stadio 1: in cui la prestazione è controllata dalla persona esperta.


Prima di riuscire a funzionare indipendentemente i bambini sono costretti ad
affidarsi all’aiuto di altre persone. L’adulto deve farsi carico di una parte
dominante.

Stadio 2: in cui la prestazione è controllata dal bambino


Il bambino si assume la maggior parte della responsabilità dell’esito positivo
che prima era affidato all’adulto. Il bambino si basa sulle proprie verbalizzazioni
ad alta voce con le quali ripete le istruzioni, le richieste e avvertimenti.

Stadio 3: in cui la prestazione è automatizzata (interiorizzata)


Con la pratica il bambino abbandona gradualmente ogni forma di autoguida ad
alta voce. L’esecuzione del compito è trasferita dal livello sociale a quello
psicologico/individuale.

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Scaffolding
Scaffolding (impalcatura) significa graduare il livello di supporto,
modulandolo sul bambino.

Nel caso dell’interazione adulto-bambino, la maggior parte della


competenza dell’adulto viene messa a disposizione del bambino per
favorire l’apprendimento di nuove abilità e anche per consolidare le
abilità apprese.

Nelle attività di scaffolding, l’aiuto deve essere flessibile (modulato sulle


capacità del bambino) e contingente all’interno di interazione
collaborativa bambino/adulto, in contesti formali (es. scuola) e
informali (es. gioco; conversazione).

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Adulti come Tutor nelle attività di scaffolding

I primi tutor dei bambini sono


i genitori.

La relazione tra tutor e


apprendista procede in modo
spontaneo e naturale nei
contesti diadici.

Gli adulti usano molti pattern


di comportamento diversi per
aiutare i bambini a risolvere i
compiti.
* variano in base all’età e
capacità del bambino.

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Adulti come Tutor nelle attività di scaffolding

Compito - Il bambino deve fare un puzzle


Strumento di Scaffolding: l’uso del dialogo
La madre, contribuisce formulando domande che servono a guidare attenzione
e azioni del bambino in maniera appropriata.
Stadio 1 : strategie di scaffolding
Il bambino non sa come assemblare il puzzle e non sa quale è il risultato finale.
L madre incoraggia il bambino ad aiutarla - ad imitarla.
La madre pone attenzione (distinzione) tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
La madre attira l’attenzione su come l’immagine viene progressivamente
costruita e infine completata.

Stadio 2 : abilità interiorizzata


Ora il bambino usa un linguaggio interiore e si chiede da solo “quali pezzi dovrei
mettere insieme per prima?”

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Differenze tra i bambini nella ZSP

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Perché non tutti gli aiuti sono efficaci nello stesso modo?

Non tutti i tentativi degli adulti di aiutare i bambini hanno stesso esito nei
bambini / esito positivo vs esito negativo
che cosa spiega questa differenza?

3 tipi di influenze:
•  Differenze tra gli adulti nella capacità di sintonizzarsi con le esigenze dei
bambini (diversa sensibilità nel discernere le componenti del compito che il
bambino può affrontare da solo e/o con l’aiuto esterno)

•  Differenze tra i bambini nel limite entro il quale riescono a sfruttare l’aiuto
che viene loro offerto. Tutte le interazioni tra bambino e adulto hanno natura
bidirezionale: effetti che i bambini producono sugli adulti modificano le
interazioni.

•  Relazione tra l’adulto e il bambino: (il tipo di attaccamento influenza


l’apprendimento cognitivo; quello “sicuro” rende bambini più curiosi e capaci
di affrontare problemi difficili, Moss et al 1997).

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I pari come Tutor
“Circostanze” in cui i bambini si aiutano nel risolvere i compiti/problemi:

•  Apprendimento collaborativo: bambini dello stesso livello di competenza


lavorano insieme, a coppie o in gruppi;

•  Tutoring tra pari: un bambino più esperto decide di istruire e guidare un


altro bambino, con l’obiettivo di portarlo a un livello di competenza simile al
proprio; letteratura consistente sul tutoring dei pari (Foot et al., 1998; 1990).

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I pari come Tutor
Ricerche.
Gruppi di bimbini di età scolare.
Compiti: lettura, scrittura, apprendimento di ortografia, problemi scientifici.

Risultati
I pari si comportano da tutor quando vengono rispettate due condizioni:
1. La differenza tra i due bambini è minima;
2. Lo scambio è proficuo anche per il bimbo più esperto

I pari non si comportano a tutor quando:


-  Il partener esperto non comprende a fondo il problema, non avviene il
processo di istruzione;
-  Il tutor domina l’interazione;
-  Il tutor non concede spazio;
-  Il tutor non adatta strategie: non è sensibile nei confronti degli sforzi
dell’altro; non fornisce feedback adeguati;

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Gli strumenti a disposizione

Ma con quali strumenti può essere costruita una zona di sviluppo


prossimale?

o  Osservazione di comportamenti
o  Utilizzo della Contingenza
o  Istruzioni sul compito
o  Porre Domande

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Osservazione di comportamenti

L’adulto offre un comportamento da osservare ed imitare.

Nella vita quotidiana, vi sono molte occasioni: cucinare, preparare la tavola; allevare gli
animali.

I bambini possono partecipare a queste attività, avendo l’opportunità di osservare l’intera


sequenza di azioni, possono fare domande, chiedere di partecipare in parte o a tutta
l’attività (partecipazione guidata)

Utilizzo della Contingenza

L’ adulto usa premi o sanzioni per ottenere/ inibire la produzione di un


comportamento da parte del bambino.

Le sanzioni: sono i rimproveri verbali, il non fornire i premi


I premi: rinforzi verbali e privilegi simbolici

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Istruzioni sul compito

Le richieste e le istruzioni vengono fornite all’interno di una sistema di obiettivi


condivisi: quando questo non si realizza, l’effetto può essere contrario.

Porre domande
Un insegnante pone la domanda: Che cosa è la velocità??
Tale domanda avvia una attività cognitiva e verbale negli alunni, durante
la quale l’insegnante coglie il livello potenziale del funzionamento verbale e
cognitivo e i ragazzi vengono assistiti nella raccolta di esempi e nella
formulazione di ipotesi e concetti.

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Zona di Sviluppo Prossimale e Educazione

Applicazione della Teoria di Vygotskij al mondo dell’Educazione

Ø  Valutazione della Zona di Sviluppo Prossimale


La guida esperta propone compiti di difficoltà variabile per determinare il punto
da cui partire. La valutazione sulla determinazione della zona di sviluppo
prossimale

Ø  Utilizzo della Zona di Sviluppo Prossimale


Partire dal limite superiore della ZVP
Esperto chiede: “Come ti posso aiutare?” e poi Osservare e dare sostegno
quando necessario e Offrire incoraggiamenti.
.

Ø  Uso si compagni più abili come Tutor

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Zona di Sviluppo Prossimale e Educazione

Ø  Monitoraggio e Incoraggiamento all’uso del Linguaggio interiore negli


allievi
E’ importante incoraggiare i bambini a interiorizzare e auto-regolare il loro
discorsi durante gli anni della scuola primaria.

Ø  Localizzazione di Istruzioni in contesti significativi


Sperimentare l’apprendimento nei contesti di vita reale.

Ø  Trasformazione degli spazi/aule secondo le idee di V.


Attività in piccoli gruppi a suola.
L’insegnante pone delle domande e risponde ai dubbi e parte dalle idee generate
dai bambini.

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